Il vaccino antirotavirus

vaccin
Quaderni acp 2014; 21(6): 280
Il vaccino antirotavirus
Rosario Cavallo
Pediatra di famiglia, Salice Salentino (Lecce); Gruppo ACP prevenzione malattie infettive
Oggi, in Italia, esiste una grande varietà nelle forme di offerta del vaccino antirotavirus,
con differenze rilevanti anche tra regioni o
addirittura province limitrofe.
Il Rotavirus attualmente è ritenuto essere la
più frequente causa di diarrea grave nei
bambini < 5 anni. Si calcola che ogni anno
causi il decesso di 5-600.000 bambini nel
mondo, quasi esclusivamente nei Paesi in
via di sviluppo; in Europa è responsabile di
un enorme numero di gastroenteriti (da 3 a
6 milioni/anno nei bambini < 5 anni, con
almeno 700.000 visite ambulatoriali, oltre
87.000 ricoveri e 231 decessi) [1]. Non è
dato sapere con certezza se questi decessi
siano a carico prevalentemente o esclusivamente di soggetti “a rischio” come nomadi,
senza tetto, immigrati; alcuni dati USA indicherebbero l’importanza di questi fattori
socio-economici [2].
In Italia i ricoveri per gastroenterite sono
frequentissimi (circa 10.000/anno, anche se
non sempre appropriati) e i decessi stimati
sono 11; nella fase viremica iniziale della
malattia è possibile che si sviluppi una encefalite [3].
La malattia da Rotavirus quindi è molto rilevante per la sua frequenza, per l’impatto e il
costo sanitario che si unisce a esso e al costo
sopportato dalle famiglie, dovuto principalmente alla perdita di giorni lavorativi. Né va
dimenticata la possibilità delle complicanze
gravi (encefaliti) e dei rari ma possibili
decessi.
Il vaccino è stato raccomandato dalla World
Health Organization (WHO) nel 2009 mentre la raccomandazione di vaccinazione per
tutti i bimbi USA da parte della Advisory
Committee on Immunization Practices
(ACIP) risale al 2006; Paesi come Australia,
Brasile, Messico hanno disposto da diversi
anni la vaccinazione universale [4-5].
Nel 2008 ci sono state per l’Europa le raccomandazioni da parte dell’European Society
for Paediatric Gastroenterology, Hepatology
and Nutrition (ESPGAHN) e dell’European
Society for Paediatric Infectious Diseases
(ESPID), ma la situazione attuale è molto
variegata, con Paesi che hanno coperture
> 90%, come Austria, Belgio e Finlandia;
Paesi con coperture tra 20 e 40%, come
Grecia, Spagna e Germania (dove però ci
sono differenze notevoli nei vari Land); e
infine Paesi con coperture < 10% come Polonia, Francia, Croazia e Italia, dove attualmente sono 5 le Regioni (col 24% della intePer corrispondenza:
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ra popolazione) che hanno introdotto il vaccino nel loro calendario, ma con tre differenti sistemi: co-payment per Lazio e Toscana,
gratuito per prematuri e soggetti a rischio
per Basilicata e Piemonte, a richiesta del
pediatra per i bambini che frequentano il
Nido per la Puglia [6].
Gran Bretagna, Norvegia, Svezia dovrebbero introdurre la vaccinazione nel 2014,
mentre Bosnia, Cipro, Malta, i Paesi baltici
o non hanno ancora introdotto il vaccino in
calendario o per ragioni economiche non ne
hanno ancora implementato l’uso [7].
Alla base delle decisioni prese per questo
vaccino ci sono valutazioni fondamentalmente di carattere economico, con interpretazioni variabili del rapporto costo/beneficio che fanno propendere per il sì o per il
no a seconda dei casi.
Nei Paesi che hanno introdotto la vaccinazione si è registrato un netto calo del numero di ospedalizzazioni, anche quando la
copertura vaccinale non era molto alta, confermando una protezione indiretta attraverso
un valido effetto “di gregge”; gli altri elementi considerati sono i costi indiretti per la
famiglia e la società, rapportati all’alto costo
del vaccino e la possibilità di un intasamento invernale delle strutture sanitarie a causa
della coincidenza temporale con influenza e
VRS.
Le preoccupazioni sulla sicurezza riguardano soprattutto il rischio di invaginazione,
che negli studi pre-licenza è risultato inesistente ma che si è riproposto negli studi post
marketing, anche se con frequenza non elevata, tanto che lo stesso foglietto illustrativo
riporta testualmente: it is estimated that approximately 1 to 3 additional cases of intussusception hospitalizations would occur per
100,000 vaccinated infants in the US within
7 days following the first dose of ROTARIX;
è questa preoccupazione che ha determinato
la ristrettezza della finestra temporale in cui
è proponibile il vaccino, dato che nelle età
successive si teme un maggior numero di
questi effetti avversi [8].
Ancora in tema di sicurezza va ricordata la
controindicazione assoluta che riguarda la
Severe Combined Immunodeficiency Disease (SCID), dato che la somministrazione
accidentale in un soggetto con questa deficienza immunitaria potrebbe causare conseguenze molto gravi [9]. L’incidenza della
malattia è bassa, calcolata nei termini di
1 caso ogni 40-100.000 nati vivi (quindi circa 6-14 nuovi casi/anno in Italia); è molto
difficile però che la diagnosi di SCID sia già
stata formulata nell’età di indicazione del
vaccino, e in Italia è molto basso anche il
rischio di decesso da Rotavirus.
Alcune considerazioni conclusive:
1. Non ci piacciono le decisioni di politica
vaccinale prese per valutazioni di carattere economico e comunque crediamo che,
se l’obiettivo della vaccinazione dovesse
essere quello della farmacoeconomia, la
cosa dovrebbe essere chiaramente spiegata ai genitori.
2. La malattia da Rotavirus vede secondo i
dati più recenti una mortalità in Italia che
per la fascia di età < 5 anni è comunque
alta se rapportata ad altre malattie contro
cui si è deciso di proporre la vaccinazione (HIB, Meningococco, Pneumococco).
3. Gli effetti avversi sono rari ma potenzialmente gravi; la controindicazione riguardante la SCID potrebbe coinvolgere un
numero di bambini dello stesso ordine di
grandezza rispetto a quanti potrebbero
evitare, con la vaccinazione, effetti gravi
di malattia.
La scelta quindi non è facile e gli aspetti da
considerare sono tanti e di difficile valutazione, ma non siamo di fronte a una emergenza sanitaria che potrebbe motivare scelte
frettolose; il nostro desiderio (non possiamo
rassegnarci a considerarlo una utopia) è
quello di una valutazione approfondita ma
fatta in tempi accettabili, se non rapidi, da
parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e
che possa valere per tutti, perché di frammentazione della Sanità (e delle vaccinazioni) non ne possiamo più! u
Bibliografia
[1] Soriano-Gabarró M, Mrukowicz J, Vesikari T,
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[7] Parez N, Giaquinto C, Du Roure C, et al. Rotavirus
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[8] RCP Rotarix, rivisitata settembre 2012.
[9] Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Addition of Severe Combined Immunodeficiency as a
Contraindication for Administration of Rotavirus Vaccine. MMWR 2010;59(22):687-8.