Diritti 32 Salute Il Salvagente 13-20 febbraio 2014 Due milioni e mezzo di picco l Lo SCANDALO del vaccino e Il farmaco, utilizzato dal 2000 al 2005, si è rivelato inefficace contro l’epatite B. E ora parte un’altra sperimentazione “sospetta”. LE TAP P E 2000 Sanofi Pasteur MSD immette in commercio il vaccino esavalente Hexavac 2005 Il Comitato dell’Agenzia per i medicinali per uso umano sospende l’autorizzazione in commercio a causa del sospetto di inefficacia nell’indurre protezione a breve e lungo termine nei confronti dell’epatite B 2008-2009 Primo studio per verificare il livello della risposta immunitaria al virus dell’epatite B nei bambini sottoposti al ciclo primario 2012 Sanofi Pasteur MSD ritira dal commercio l’esavalente Hexavac 2014 Secondo studio per misurare i livelli di risposta immunitaria al vaccino contro l’epatite B su 750 bambini Il Salvagente 13-20 febbraio 2014 33 D irittiSalute o le cavie Un o esavalente vaccino somministrato per la seconda volta dopo 14 anni e con un doppio prelievo assai discutibile. Sembra strano ma la vicenda del vaccino Hexavac, immesso in commercio dalla Sanofi Pasteur MSD a partire dal 2000 e risultato inefficace nel prevenire l’epatite B, nonostante sia stato somministrato fino al 2005, si concluderà dopo oltre 10 anni con uno studio clinico dai contorni opachi. Quanto meno tutti da chiarire come ha chiesto il senatore del Movimento 5 Stelle, Maurizio Romani, che il 22 gennaio scorso, insieme ad altri deputati, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro della Salute di fare chiarezza sull’avvio di un nuovo studio clinico per verificare la risposta immunologica sui bambini vaccinati dieci anni fa. Ma andiamo con ordine perché la questione ha origini lontane. Vaccinati inutilmente vaccinazione obbligatoria inutile, almeno per combattere l’epatite B. O meglio, hanno fatto da cavia a una sperimentazione che ha dimostrato l’inefficacia del farmaco. “Accade sempre più spesso, purtroppo, che per la fretta di immettere in commercio un nuovo vaccino, la terza fase della sperimentazione, quella per verificarne l’efficacia e la sicurezza su grandi gruppi di pazienti, venga condotta quando il vaccino è già in uso”, spiega al Salvagente Eugenio Serravalle, pediatra di lungo corso con una decennale esperienza sul campo, che nello svolgimento della sua professione ha deciso di adottare il principio di cautela nell’approccio alle vaccinazioni. Ritardi e sospetti Come se non bastasse già questo, dopo la sospensione decisa dalle Autorità europee, un bel po’ di anni più tardi, l’11 aprile 2012, la Sanofi Pasteur MSD ha volontariamente ritirato l’autorizzazione alla commercializzazione del vaccino. Come mai con tanto ritardo? “Vi è il sospetto, che a determinare l’intervento dell’azienda ci siano state delle segnalazioni relative a bambini colpiti dalla cosidetta sindrome della morte improvvisa” è l’ipotesi inquietante di Serravalle. Un sospetto senza riscontri perché, come specifica l’Agenzia italiana del farmaco, non ci sono evidenze scientifiche. La causa ufficiale del ritiro dal mercato, dunque, resta l’inefficacia contro l’epa- s Il 17 novembre 2005, il Comitato dell’Agenzia per i medicinali per uso umano (Chmp) ha sospeso l’autorizzazione dell’esavalente a causa del sospetto di inefficacia nell’indurre protezione a breve e lungo termine nei confronti dell’epatite B (una delle patologie che il vaccino avrebbe dovuto prevenire). In altre parole, in 5 anni qualcosa come 2,5 milioni di bambini sono stati sottoposti a una Valentina Corvino 34 D irittiSalute Due milioni e mezzo di piccole... Obbligatorie o no? Ecco le regole s tite B, circostanza confermata dai risultati dello studio clinico che l’Aifa ha commissionato alla stessa Sanofi per verificare, appunto, il livello della risposta immunitaria al virus dell’epatite B nei bambini sottoposti al ciclo primario, cioè alle 3 dosi di esavalente effettuate a 3, 5 e 11 mesi di età. Accanto a questo gruppo di bambini furono raccolti i dati forniti da un altro gruppo, vaccinato con l’Infanrix Hexa, l’altro vaccino esavalente della ditta GlaxoSmithKline presente sul mercato e anch’esso finito al centro di uno scandalo nell’ottobre 2012 quando l’Istituto di Stato per il Controllo dei farmaci della Slovacchia e quelli di altri 5 paesi europei decisero il ritiro dal mercato di un lotto per rischio di contaminazione batterica pericolosa. Lo studio fu condotto in 6 centri vaccinali italiani tra il 2008 e il 2009. Con quali risultati? “Gli autori dello studio comunicarono sulla rivista ‘Vaccine’, senza darne rilievo alcuno, che solo il 60,1% dei bambini precedentemente vaccinati con Hexavac presenta un livello di anticorpi antiHBS maggiore di 10 mIU/ml, che è il valore che attesta l’efficacia dell’immunizzazione”, sostiene Serravalle. Sperimentazione continua Ma la storia dell’Hexavac non finisce qui perché il 22 gennaio scorso è iniziato un nuovo studio clinico che deve stabilire la necessità di una dose di richiamo in circa 750 bambini vaccinati con l’esavalente 10 anni pri- Il Salvagente 13-20 febbraio 2014 ma. Questo studio è stato approvato dal Comitato etico del centro coordinatore (Asl di Sassari) e da quello dell’Ass 5 “Bassa Friulana”, nonché dall’Aifa. La copertura assicurativa è stata adottata da Sanofi Pasteur MSD. Qual è lo scopo del secondo studio? “Non si tratta, come nel caso precedente, di valutare l’efficacia del vaccino, e semmai intervenire con un richiamo successivamente. No. Il protocollo prevede un prelievo di sangue al bambino (per valutare lo stato immunitario) e contemporaneamente la somministrazione della dose di richiamo. Un secondo prelievo, dopo 21-35 giorni, stabilirà il successo o meno della nuova immunizzazione”, spiega Serravalle. Come mai questa scelta? Dall’azienda ci fanno sapere che “Sanofi Pasteur MSD si è impegnata nei confronti dell’Ema l Dal 1991, in Italia sono obbligatorie, per tutti i nuovi nati le vaccinazioni contro difterite, tetano, poliomielite, epatite B. l Di solito viene utilizzato il vaccino esavalente, che, oltre a proteggere da queste malattie, previene anche la pertosse e le infezioni invasive da Haemophilus influenzae B. l Sul sito del ministero della Salute si legge che l’obbligo di legge, pur sembrando “anacronistico”, oltre a garantire il diritto alla salute consente la copertura finanziaria delle spese di vaccinazione. l Se un genitore si rifiuta di far vaccinare il figlio, verrà chiamato per un colloquio informativo presso la Asl di appartenenza. Il rifiuto, comunque, non compromette la scolarità del bambino, anche se il genitore verrà richiamato periodicamente dalle autorità sanitarie nella speranza che abbia cambiato idea. l Al compimento del diciottesimo anno di età, il ragazzo non vaccinato verrà invitato ad attuare di sua spontanea volontà le misure di prevenzione. Si ricorda però che, in caso di epidemia o contagio favorito da comportamenti pericolosi per la collettività o per coloro con i quali si è venuti a contatto, il giudice può decidere di procedere penalmente contro chi non ha fatto tutto il possibile per evitarlo. (l’Agenzia europea del farmaco) a condurre un secondo studio clinico per misurare i livelli di risposta immunitaria al vaccino contro l’epatite B, in bambini che hanno ricevuto il ciclo vaccinale primario con Hexavac o con Infanrix Hexa, a distanza Il Salvagente 13-20 febbraio 2014 di 10 anni. La richiesta dell’Ema è stata quella di vaccinare tutti gli adolescenti arruolati nello studio, indipendentemente dal loro stato immunitario”. Si tratta, tuttavia, di un approccio che suscita perplessità e - dettaglio non trascurabile mette in crisi quanto sostengono, da sempre, le istituzioni ovvero che la riduzione dei casi di epatite B è dovuta al vaccino. Se riduzione c’è stata, come dimostrano i dati epidemiologici, il 35 D irittiSalute merito non può essere stato di vaccini inefficaci. Errare è umano ma perseverare... In più, c’è un altro sospetto che fa tremare i polsi dei genitori dei bambini coinvolti in questa nuova ondata di vaccinazioni. Basta leggere le indicazioni riportate nella scheda tecnica del vaccino utilizzato per il richiamo (l’Hbvaxpro), per capire che non si trat- ta di paure infondate. Leggendolo, le parole sono inequivocabili: “Poiché i dati relativi alla sicurezza del vaccino anti-epatite B sono insufficienti quando vengono somministrate dosi addizionali in eccesso rispetto alle serie raccomandate, la rivaccinazione eseguita dopo il completamento della prima serie non è raccomandata di routine. La rivaccinazione deve essere presa in considerazione per i soggetti ad alto rischio, dopo aver valutato il beneficio della vaccinazione rispetto al potenziale rischio di aumento delle reazioni avverse locali o sistemiche”. “Nessun rischio” s Cosa significa che la rivaccinazione non è raccomandata di routine? “La frase si riferisce alla rivaccinazione dei soggetti che non hanno risposto al primo ciclo di vaccinazione (i cosiddetti non-responder), mentre la necessità di una dose di richiamo in individui sani, che hanno ricevuto un ciclo completo di vaccinazione primaria, di cui non si conosce lo stato di responder, non è stata a oggi stabilita”, spiega Sanofi Pasteur MSD. “Questo è appunto lo scopo specifico dello studio, nel quale viene offerta una dose aggiuntiva di vaccino, indipendentemente dal livel- 36 D irittiSalute Il Salvagente 13-20 febbraio 2014 Due milioni e mezzo di piccole... s lo di protezione anticorpale già acquisito contro l’epatite B, al momento dell’ingresso nello studio”. Per l’azienda, dunque, lo studio clinico è cosa ben diversa dall’uso corrente e le osservazioni contenute nella scheda tecnica non sono da considerarsi valide nei confronti del campione-cavia che decide, volontariamente, di entrare a far parte di uno studio clinico. I dubbi rimangono Non è convinto di questa tesi Serravalle: secondo lui in quella indicazione c’è l’impossibilità, per la Sanofi Pasteur MSD, di fornire dati e informazioni sulla sicurezza del vaccino iniettato a soggetti già immunizzati. Inutile dire che i dubbi rimangono tutti e con loro le numerose richieste di chiarimento, tutte contenute nell’interrogazione parlamentare del deputato M5S. Innanzitutto, quanto sono stati informati i genitori delle indicazioni contenute nella scheda tecnica? “Quel che è certo è che ai genitori che aderiranno allo studio verranno consegnati, in omaggio, un termometro digitale, un righello millimetrato, una tessera identificativa e un diario dove annotare la temperatura del bambino, la comparsa di reazioni locali nella sede della puntura come gonfiore, rossore, dolore nei 4 giorni successivi all’inoculazione del vaccino e gli eventi clinici per i 14 giorni successivi alla vaccinazione. Qualsiasi reazione avversa che comparirà do- L’Aifa e la vicenda Hexavac “NON ABBIAMO CHIESTO NOI LA NUOVA VACCINAZIONE” Ad autorizzare uno studio clinico è l’Agenzia italiana del farmaco. Anche nel caso dei due studi sul vaccino esavalente Hexavac, dunque, l’Aifa ha avuto un ruolo di primo piano. Innanzitutto nella scelta di non autorizzare, dopo la sospensione del vaccino nel 2005, uno studio indipendente con l’obiettivo di valutare l’efficacia dell’Hexavac nel prevenire l’epatite B. “Il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, nel caso specifico la Sanofi Pasteur MSD, è responsabile legalmente per tutte le problematiche di salute pubblica”, si difende Pietro Folino, direttore dell’Ufficio assessment europeo dell’Aifa, che aggiunge: “Tuttavia, l’Agenzia ha finanziato due studi indipendenti, nel 2011 e nel 2013, sul vaccino esavalente Hexavac. Si tratta, in entrambi i casi, di un confronto tra l’efficacia di Infanrix (l’altro esavalente della GlaxoSmithKline) e Hexavac e hanno valutato la persistenza della protezione a distanza di 5 anni dalla vaccinazione. I due studi sono giunti alla stessa conclusione: dopo un certo periodo di tempo nei soggetti sottoposti alla vaccina- po questo intervallo di tempo non potrà essere segnalata”, dice Serravalle mentre da Sanofi Pasteur MSD precisano che “le informazioni fornite ai genitori zione con Hexavac si riduce il titolo anticorpale ma resta la memoria immunologica”. Dottor Folino, non sarebbe stato più auspicabile dividere il secondo studio in due fasi: un primo prelievo per verificare l’esistenza o meno di immunità negli adolescenti arruolati e poi, eventualmente, la rivaccinazione dei solisoggetti non immuni? In questo campo l’Aifa non ha molto potere decisionale. Nel caso di specie, evidentemente l’Ema ha dato indicazioni in questo senso. Che tipo di informazioni ricevono i genitori che acconsentono all’ingresso del proprio bambino nello studio clinico? Questo è un aspetto che riguarda interamente il Comitato etico: in ogni struttura ospedaliera che conduce uno studio è presente un Comitato etico, un organo indipendente composto da clinici, farmacologi e talvolta anche sacerdoti che ha il compito di valutare gli aspetti etici dello studio e, soprattutto, che il rischio cui si sottopone il paziente sia accettabile. e agli adolescenti sono documentate dalla firma del consenso informato e della lettera informativa, approvati dai Comitati etici competenti”.
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