Editoriale Tu ci sei necessario di Giuseppe GRAMPA Domenica 19 ottobre, in piazza San Pietro, papa Francesco proclamerà beato Giovanni Battista Montini.Tutta la Chiesa gioirà per questo suo figlio,divenuto per grazia di Dio Sommo Pontefice col nome di Paolo VI dal 1963 al 1978. Gioia grande nella terra bresciana, dove il futuro Papa nacque nel 1897,e nella nostra Diocesi di Milano, che lo ebbe come suo Arcivescovo dal 1955 al 1963.E,aggiungo,gioia del tutto particolare per i lettori de Il Segno. Dobbiamo infatti all’intelligenza pastorale dell’arcivescovo Montini la creazione di questo nostro mensile,che dopo 53 anni continua a essere strumento di informazione sulla vita della Chiesa e della società. La Chiesa proclama qualcuno “beato” e lo propone alla nostra imitazione solo dopo una lunga indagine sulla vita, le opere, gli scritti,perché siano limpidamente coerenti con l’Evangelo, unico criterio di santità cristiana.Sono certo che un tratto della figura spirituale di Giovanni Battista Montini è chiaramente emerso da questa accurata indagine: al cuore dell’intera esistenza di Montini è la persona di Gesù Cristo. Lo scrive Lui stesso nello stupendo Pensiero alla morte, riflessione scritta di suo pugno e pubblicata dopo la morte dal suo segretario monsignor Pa- squale Macchi:«Poi io penso,qui davanti alla morte, maestra della filosofia della vita,che l’avvenimento fra tutti più grande fu per me, come lo è per quanti hanno pari fortuna, l’incontro con Cristo, la vita... meraviglia delle meraviglie,il mistero della nostra vita in Cristo». Per il Papa, come per ogni cristiano,l’avvenimento più grande è l’incontro con la persona di Cristo nel Battesimo. In un altro testo di singolare chiarezza Giovanni Battista Montini afferma la centralità di Cristo per la vita della Chiesa. Siamo nei primi giorni del Concilio. Montini è a Roma e il 18 ottobre 1962 scrive al cardinale Cicognani, Segretario di Stato, una lettera di preoccupata valutazione dei lavori preparatori del Concilio appena avviato. Il giudizio di Montini è lucido e di grande durezza per l’assenza di un disegno coerente, come se per realizzare il Concilio si fosse raccolto tanto materiale,ma senza elaborare un progetto organico.E dopo questa diagnosi impietosa,ecco la proposta per conferire ai lavori conciliari unità e coerenza, nel segno del primato e della centralità di Cristo: «Allora il Concilio deve incominciare con un pensiero a Gesù Cristo, nostro Signore. Egli deve apparire come il principio della Chiesa, che ne è l’emanazione e la continuazione». Nel suo primo intervento in aula, il 15 dicembre 1962,Montini ribadisce,con una punta di ironia,la sua visione cristocentrica del Concilio: «Con interiore gioia ho inteso che in questo Concilio si vuole glorificare San Giuseppe,patrono della Chiesa; con gioia ancora più grande apprendo che si vuole onorare la Beata Vergine Maria come Madre della santa Chiesa; ma io proverei somma gioia e con me credo tutti i Padri, se questa amplissima assemblea celebrasse piamente,solennemente e deliberatamente il nostro Signore Gesù Cristo». In una bellissima preghiera Montini ci ha confidato il suo amore per Cristo. Nella prima lettera pastorale alla nostra diocesi nel 1955, si domanda: «E che cosa vi dirò in questa prima lettera pastorale...? Io vi dirò cosa che tutti già conosciamo... ed è questa: essere Gesù Cristo a noi necessario. Sì, Gesù Cristo, nostro Signore è a noi necessario». ■ ...nell’indagine sulla santità di Giovanni Battista Montini è chiaramente emerso che al cuore della sua intera esistenza è la persona di Gesù Cristo... «O Cristo, nostro unico mediatore, tu ci sei necessario: per venire in comunione con Dio Padre, per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi, per essere rigenerati nello Spirito Santo... Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità tra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace... Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e per avere certezze che non tradiscono in eterno. Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino della nostra via faticosa, fino all’incontro finale con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli». G.B. Montini (1955) La Chiesa ambrosiana esprimerà il proprio ringraziamento per la beatificazione di Paolo VI nel Pontificale per la festa di San Carlo Borromeo che il card. Angelo Scola presiederà in Duomo martedì 4 novembre alle 18.30.
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