Del 05 Maggio 2014 Estratto da pag. Maxi-sequestro di pesce destinato alle grandi catene di mezza Italia : trenta tonnellate pericolose potenzialmente per la salute, sigilli ad un'azienda con sede a Indicatore Operazione dei Nas guidata dal procuratore capo Roberto Rossi. Merce decongelata con prodotti chimici proibiti per esaltarne la presunta freschezza. Nel mirino l'Ittica Etruria. Esselunga e Coop: noi parti lese, ditta cancellata dai fornitori e pesce ritirato dai banconi Arezzo, 5 maggio 2014 - Il pesce fa bene? Sì, ma non sempre. Specie quando sia vittima di processi di sofisticazione: la chiave di una grossa operazione coordinata dalla Procura della Repubblica e guidata dal procuratore capo Roberto Rossi ed eseguita dai carabinieri dei Nas di Firenze, affiancati dai militari di Bologna e Torino. Hanno interrotto la commercializzatione di prodotti ittici potenzialmente pericolosi per la saluta pubblica proprio perché sofisticati e adulterati. Nel corso delle attività i Nas sono intervenuti su due ditte, una di Arezzo e una della Romagna, e su due piattaforme di grandi catene di distribuzione e hanno sequestrato lo stabilimento di lavorazione aretino, con tanto di attrezzature: si tratta della Ittica Etruria di Indicatore, con sede legale a Montevarchi, di cui è titolare Paola Pellegrini, 58 anni, indagata per frode in commercio. Nel sequestro sono ricadute trenta tonnellate di pesce tra calamari, seppie, moscardini e polpi. Più 64 taniche di prodotto chimico denominato Whitech, acquistato da una ditta spagnola. E un mare non di pesci ma di documentazione. I carabinieri hanno accertato che un'azienda ittica aretina acquistava prodotti della pesca congelati da una ditta romagnola di Sant'Arcangelo), che su indicazione della stessa li spedita ad una ditta di Barcellona con documentazione commerciale ch ene confermava lo stato di congelazione. La ditta spagnola, a sua volta, inviava nuovamente il pesce congelato all'azienda di Arezzo fornendo documenti commerciali che ne vantavano falsamente la qualità di prodotto fresco. Ad Arezzo il prodotto sottoposto a processo di decongelazione utilizzando in maniera illegale il famoso prodotto chimico (un combinato di acqua ossigenata, acido fosforico e acido citrico) per nasconderne la qualità inferiore e saltarne la freschezza, veniva poi commercializzato alla grande distribuzione proprio come fresco. La presenza del perossido di idrogeno, il cui uso nella lavorazione degli alimenti è proibito per legge, è stata confermata dall'esito delle analisi condotte a Firenze. Attivato anche il servizio per la cooperazione internazionale di polizia per eseguire accertamenti nella ditta iberica tramite la Guardia Civil, che ha disposto il blocco in attesa di sequestro di 15 tonnellate di pesce destinato ad Arezzo. I nomi delle due catene della grande distribuzione che erano la destinazione finale del pesce così trattato non è stato fatto nel corso della conferenza stampa che si è svolta nel pomeriggio in procura, con il procuratore capo Roberto Rossi e i vertici dei Nas toscani e dell'Italia centrale. Non è ancora chiaro, è stato detto, se le catene fossero solo vittime della frode, ci vorranno ulteriori indagini per capire. In serata sono scese in campo Esselunga e Unicoop Firenze che cercano di chiarire il loro ruolo nella vicenda. Il prodotto è stato immediatamente ritirato dai nostri banconi e la ditta esclusa dall'elenco dei fornitori, precisa un portavoce di Unicoop. Esselunga, invece, si affida a una nota che riportiamo integralmente. "Esselunga ribadisce che non vende pesce decongelato, come garantito e dichiarato dai suoi fornitori e dagli innumerevoli controlli delle Autorità Governative preposte. Esselunga è quindi vittima di frode da parte del fornitore Ittica Etruria e pertanto si è costituita parte offesa nel procedimento penale in corso".
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