21 giugno 2014 Il Resto del Carlino Botte e soprusi sui pazienti «Si sapeva, ma nessuno parlava» UNA CLINICA lager, dove da anni avvenivano episodi di violenza e maltrattamenti sui pazienti, disabili psichici e fisici di ogni età. Così è stata presentata la struttura degli Istituti polesani di Ficarolo (Rovigo) ieri mattina dal questore Eugenio Russo, a conclusione dell’indagine che ha portato a 10 arresti, effettuati dalla Squadra mobile rodigina, tra medici e infermieri, oltre ad altri 5 professionisti indagati. E tra i presunti ‘aguzzini’, c’era anche un’infermiera originaria di Ferrara. IN CARCERE sono finiti Candida Visentini, 47 anni, di Ferrara; Lisa Simonetti, 32 anni, di Badia Polesine; Lorena Cannizzaro, 25 anni, di Messina; Elena Chieregato, 34 anni di Lendinara; Marisa Visentin, 55 anni, di Megliadino San Vitale; Orazio Triberio Muriana, 30 anni, di Modica; Monica Soriani, 47 anni, di Trecenta; Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Gianni Balzan, 41 anni, di Trecenta; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo. Secondo la ricostruzione degli investigatori, nella clinica, alcuni infermieri si rivolgevano ai pazienti con calci, pugni, strattoni, percosse anche con i piedi del letto o vassoi d’acciaio. Una situazione di violenza presente purtroppo da tempo, ma celata da un velo di omertà da parte dei dipendenti e dei famigliari dei pazienti che temevano ripercussioni. A smascherare le ripetute violenze, le immagini delle telecamere piazzate all’interno della struttura dalla Squadra mobile di Rovigo che indagava da oltre un anno, coordinata dal pubblico ministero Monica Bombana, per incastrare i responsabili delle violenze. COSÌ l’occhio elettronico ha ripreso e registrato scene raccapriccianti, riguardanti almeno sette pazienti: anziani sbattuti a terra, malati psichici picchiati e derisi dalle infermiere, violenze ripetute anche utilizzando oggetti pericolosi. Ad alcuni venivano lanciate addosso le scarpe da tennis, ad altri stretto l’asciugamano o il cuscino sulla faccia, per stordirli prima di prenderli a calci e pugni. È STATO difficile lavorare a quest’inchiesta a causa della difficoltà di entrare nella struttura: nemmeno i parenti potevano circolare liberamente, ma dovevano prendere appuntamento e parlare con il famigliare ricoverato in una stanzetta apposita. «Da tempo avevamo posto l’attenzione sulla casa di cura di Ficarolo — spiega il dirigente della Mobile, Bruno Zito — Tutti sapevano, ma nessuno parlava. Poi, l’anno scorso, la sorella di due gemelli ospiti nella struttura ha avuto il coraggio di denunciare una situazione poco chiara: i fratelli avevano evidenti ecchimosi da percosse. L’unico dei due in grado di parlare, aveva raccontato delle botte ricevute. E la donna ha trovato il coraggio di rivolgersi alla polizia: è grazie a lei se la verità è venuta a galla». «È una doccia fredda, non sospettavamo nulla» «NON ci sono parole per spiegare l’accaduto. Di fronte ai video che ho visto non posso fare altro che essere addolorato e basito. Non potevamo neanche lontanamente immaginare che dentro una struttura sul territorio da oltre settant’anni potessero avvenire fatti di simile portata. Eravamo tranquilli. Certi della trasparenza di cui sempre siamo andati fieri. Non abbiamo mai temuto le ispezioni perché eravamo certi di agire nel rispetto delle leggi. Questa è una doccia fredda». COSÌ Mauro Mantovani, ferrarese, amministratore unico degli Istituti polesani di Ficarolo.«Abbiamo mostrato l’intera struttura alle forze dell’ordine — riprende Mantovani — e non sono state rilevate difformità. In nessun reparto. Si tratta chiaramente di casi isolati, un solo nucleo è stato colpito». Mantovani sta valutando con attenzione e decisione i provvedimenti disciplinari che verranno presi nei confronti del personale che dalle quattro di ieri mattina è stato prelevato dalle forze dell’ordine. L’avvocato Marco Linguerri, legale di Mantovani e per la direzione della struttura, ha inoltrato formale comunicato. «La direzione degli Istituti Polesani esprime tutto il suo stupore, unito allo sgomento ed al dispiacere, per i fatti che hanno portato questa mattina all’arresto di alcuni dipendenti — si legge — Non disponiamo di maggiori notizie rispetto a quelle apprese dagli organi di informazione, ma vogliamo sia assolutamente chiaro che si tratta di episodi isolati, addebitabili esclusivamente ai singoli che li hanno posti in essere. Chi conosce da vicino gli Istituti Polesani sa bene che la realtà quotidiana in cui vivono i nostri ospiti è ben diversa da quella diffusa dalle notizie di questa mattina. Pertanto, cosi come è giusto e doveroso perseguire chi ha commesso certi inqualificabili fatti, riteniamo sia altrettanto ingiusto equiparare a questi ultimi chi (e sono la stragrande maggioranza dei nostri dipendenti), con passione e professionalità, ha dedicato la propria vita ad aiutare le persone più deboli». LINGUERRI esclude assolutamente un nesso con le vicende apparse sui giornali giorni fa e che riguardavano gli Istituti. «Quanto apparso riguardava situazioni travisate — riprende — si scriveva di pugni agli occhi, di ecchimosi. Abbiamo ampiamente dimostrato che era tutto falso. Ad esempio la vicenda dell’ospite alla quale, secondo alcuni fonti, sarebbe stato inferto un pugno all’occhio era un semplice caso di cataratta. Gli episodi di cui parliamo ora sono assolutamente slegati». Il legale conclude: «Da parte nostra c’è e ci sarà sempre tutta la collaborazione necessaria per consentire all’autorità giudiziaria di chiarire fino in fondo ciò che realmente è successo, e individuarne i responsabili — afferma — nei confronti di questi ultimi saremo noi i primi ad adottare drastici provvedimenti e ad assicurarci che vengano adeguatamente risarciti tutti i danni, eventualmente, cagionati. Nel frattempo chiediamo l’aiuto di tutti affinché il necessario diritto all’informazione sia garantito in forma trasparente ma equilibrato; ciò anche per non creare falsi allarmismi che finirebbero solo per turbare ulteriormente la serenità degli ospiti e creare ulteriori disagi che andrebbero a sommarsi a quelli, purtroppo, già accaduti». «Cona, il taglio dei posti letto danneggia utenti e personale» «IL TAGLIO di 77 posti letto e la riduzione del personale per il ‘piano ferie’, dai primi di giugno sino all’inizio di ottobre, sta provocando disagi e difficoltà non solo ai pazienti e ai cittadini che necessitano dei servizi sanitari, ma anche agli stessi operatori, medici, infermieri». Il gruppo consiliare di Forza Italia ha protocollato ieri un’interpellanza al sindaco Tiziano Tagliani, sollecitando un chiarimento urgente dell’amministrazione in merito alla riorganizzazione estiva all’ospedale di Cona: «La carenza dei posti letto si traduce anche in una difficoltà nella ricerca di posti letto tampone in altri reparti — scrivono il capogruppo Vittorio Anselmi, Giampaolo Zardi, Paola Peruffo e Matteo Fornasini —, con evidenti problemi logistici e di servizio, oltre che nella interferenza con la normale attività sanitaria programmata, soprattutto nell’allungamento dei tempi per alcune tipologie di interventi». I consiglieri di Forza Italia chiedono a Tagliani di accertare, al di là dell’attuazione della riorganizzazione estiva per garantire le ferie del personale, «che ciò non riduca strutturalmente il livello delle prestazioni ai cittadini. Livello che con l’apertura di Cona doveva raggiungere un’eccellenza tale da giustificare costi astronomici e tempi biblici, ma su cui oggi si registrano tante incertezze». CARO CARLINO,sono una mamma di una ragazza di 14 anni che recentemente si è imbattuta nell’obbligo della visita agonistica!!! L’anno scorso la società sportiva prese l’appuntamento, in modo snello e con modi cortesi i due operatori del servizio mi resero semplice e piacevole la modalità della visita. E qui cade l’asino: quest’anno l’appuntamento viene dato solo personalmente, bisogna portare le urine in via Cassoli, tornare a prendere gli esiti e infine accompagnare il minore in via Bianchi! Essendo dipendente delle autostrade e in quella settimana turnando dalle 6 ho dovuto prendere in totale 6 ore di permesso, totale 90 euro di costo (la giustificazione mi è stata fatta solo per la visita). Questo mi è bastato per capire perchè la struttura fosse desolatamente vuota a differenza dell’anno prima dove l’unica differenza era il numero degli operatori che era 4! Davvero un bel modo di gestire i nostri soldi. Laura Breveglieri. La Nuova Ferrara Botte e insulti ai pazienti Dieci finiscono in manette Il “mocio” per le pulizie sbattuto in faccia, come la bambola di pezza, usata per colpire l’anziana ospite sul volto. E poi gli schiaffi, il calcio assestato a freddo, lo sberlone rifilato perchè l’anziana non aveva trattenuto la pipì. Il bastone o le scarpe usate per colpire ripetutamente la stessa persona. L’elenco potrebbe continuare a lungo e riguarda un’operatrice socio-sanitaria nata a Ferrara ma residente a Fiesso Umbertiano (Ro), Candida Visentini, arrestata ieri assieme ad altri nove dipendenti degli Istituti Polesani di Ficarolo (Ro), struttura convenzionata col Servizio sanitario nazionale che ospita degenti con disagi psichici. Quelle scene, come altre finite al centro dell’inchiesta della Squadra mobile di Rovigo guidata dal vicequestore Bruno Zito sono state filmate da telecamere. In tutto si tratta di oltre 130 episodi documentati. Oltre ai filmati, testimonianze e denunce. L’ordinanza per gli arresti è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari: nove gli operatori socio sanitari finiti in manette, e un medico. I fatti vanno dal dicembre 2012 a tutt’oggi e sono contestati in concorso. Si va dalle percosse - secondo l'accusa inferte con calci e pugni, ma anche con vassoi, scarpe, zoccoli e il ‘mocio’ - a violenze non fisiche, ma psichiche. Insulti, come "stupido", "ignorante", "insulso", frasi come "tua sorella ti ha rispedito qui dentro"; contestate anche modalità di cambiare pannoloni e le docce ‘ umilianti’, dal momento che gli ospiti vedevano l'uno le nudità dell'altro. I degenti poi venivano spostati, alzati, tenuti fermi abbrancandoli per i capelli. Venivano buttati sul letto o sulle sedie a rotelle «come sacchi della spazzatura». Il tutto tra l'ilarità degli operatori. Ed è proprio contro questa sconcertante perdita di valori umani che il giudice per le indagini preliminari punta il dito. «L'inqualificabile comportamento degli odierni indagati - scrive nell'ordinanza - appare infatti incompatibile con i pilastri primitivi e fondamentali del riconoscimento reciproco tra cittadini e, prima ancora, di appartenenti al medesimo genere umano, fondamento stesso del vivere comune». Non solo: secondo gli inquirenti emerge la vigliacca attitudine a colpire i soggetti più deboli, che più difficilmente avrebbero potuto parlare. Il giudice parla della «perversa previsione che proprio costoro (deboli, fragili, mentalmente confusi se non addirittura assenti) avrebbero con maggiore difficoltà saputo concettualizzare, esprimere, manifestare all'esterno quanto di grave stava capitando». Per quanto riguarda la posizione del medico, avrebbe inventato spiegazioni - spesso inverosimili - per spiegare ai parenti dei degenti le lesioni che questi riportavano. In una occasione, a un ospite che si lamentava, avrebbe detto: «Chissà che ti venga un tumore alla gola così non ti sentiamo più». Gli arrestati sono: Candida Visentini, 47 anni, nata a Ferrara e residente a Fiesso; Lisa Simonetti, 32 anni, nata Badia Polesine residente a Ficarolo; Lorena Cannizzaro, 25 anni, nata a Messina residente a Ficarolo; Elena Chieregato, 34 anni, nata Lendinara residente a Ficarolo; Marisa Visentin, 55 anni, nata a Megliadino San Vitale residente a Ficarolo; Orazio Triberio Muriana, 30 anni, nato a Modica residente a Ficarolo; Monica Soriani, 47 anni, nata a Trecenta residente a Ficarolo; Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Gianni Balzan, 41 anni, nato a Trecenta residente a Ficarolo; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo. Quest'ultimo è il medico. Sono invece indagate ma senza misure a carico altre cinque persone: per loro il giudice ha o contestualizzato i fatti in maniera differente o non ha ritenuta certa l'identificazione. L'indagine non è finita qui: sono via di identificazione nuove vittime e nuovi tormentatori. Legionella. Il processo riprende a ottobre LIDO SCACCHI Potrebbe chiudersi prima ancora di iniziare il processo al titolare del Camping Florenz di Lido Scacchi Gianfranco Vitali, finito a processo per lesioni dopo la denuncia di un settantenne ammalato di legionella contratta, secondo l’accusa, al Camping. L’anziano ancora oggi sconta le conseguenze dell’infezione ma a distanza di tre anni dai fatti, e concluso l’iter risarcitorio tramite assicurazione, ha deciso di ritirare la querela: una decisione che potrebbe significare la chiusura del procedimento, se non che la procura aveva classificato la vicenda come infortunio sul lavoro, e con questo capo di imputazione si procede d’ufficio anche in caso di ritiro della denuncia. Alla prossima udienza, fissata per il 13 ottobre, saranno dunque chiamati a testimoniare due dipendenti dell’Asl di Codigoro proprio su questo punto. «Se come sosteniamo da tempo sarà chiarito che non si è trattato di un infortunio sul lavoro - interviene per la difesa l’avvocato Pieraccini - non si dovrà più procedere penalmente». Anche se, aggiunge, «resta tutto da dimostrare che la legionella sia stata effettivamente contratta durante il soggiorno al Florenz». Signor Direttore, sono una mamma di una ragazza di 14 anni che recentemente si è imbattuta nell'obbligo della visita agonistica. L'anno scorso la soci età sportiva prese l'appuntamento, in modo snello e con modi cortesi i due operatori del servizio mi resero semplice e piacevole le modalità della visita. E qui casca l'asino: quest'anno l'appuntamento viene dato solo personalmente, bisogna portare le urine in via Cassoli, tomare a prendere gli esiti ed infine accompagnare il minore in via Bianchi. Essendo dipendente delle autostrade e in quella settimana turnando dalle 6 ho dovuto prendere in totale 6 ore di permesso totale 90 euro di costo (la giustificazione mi è stata fatta solo per la visita). Questo mi è bastato per capire perché la struttura fosse desolatamente vuota a differenza dell'anno prima dove l'unica differenza era il numero degli operatori che era di quattro. Davvero un bel modo di gestire i nostri e sottolineo nostri soldi. L.B Un ringraziamento a quei medici nGentile Direttore, scrivo questa mail perché voglio ringraziare il dottor Antonio Stefanelli della radioterapia che in questo momento si sta prendendo cura di una mia carissima amica con gentilezza e grande umanità. Pure io sono stata trattata da lui e devo affermare la stessa cosa. Atro ringraziamento va col cuore alla dottoressa Alessandra Santini che mi sta curando e che io ed altri pazienti chiamiamo l’angelo dell’oncologia. Carla Vincenzi Ferrara
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