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Del 25 Ottobre 2014
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Class action, prime manovre Consoli: «Prestatori tutelati»
Prima petizione a 250 firme, gruppo Fb a 1.400 iscritti. Alunni Barbarossa all’Otc: «Causa a Cda e Regione».
Ma il commissario: «Salvare l’azienda a vantaggio dei soci»
di Pierpaolo Pitich I soci Coop iniziano a mettersi in moto per pianificare una strategia comune di intervento a
tutela delle quote del prestito sociale. In questa direzione va segnalata la costituzione del “Comitato per la tutela
dei soci Coop”, che ha promosso una petizione scattata nella giornata di ieri in via del Ghirlandaio, accanto al
Teatro Bobbio, e che ha già raccolto 250 firme. «L’idea è quella di unire le forze: non vogliamo sostituirci agli
avvocati ma remare tutti nella stessa direzione», ha spiegato Fabio Franchi, uno dei promotori dell’iniziativa
insieme a Caterina Caiaffa. Gran fermento anche sui social network, dove il gruppo Fb “Cooperative Operaie
Trieste Soci, come cautelarsi?” ha raggiunto quota 1400 iscritti, mentre è già stato fissato un appuntamento per
lunedì mattina davanti al Tribunale, giornata nella quale ci sarà la prima udienza sulla vicenda Coop. Si
muovono anche le associazioni dei consumatori: ieri pomeriggio in un’affollata sede dell’Organizzazione
Tutela Consumatori di via Udine, l’avvocato Stefano Alunni Barbarossa ha incontrato una rappresentanza di
soci e risparmiatori per tracciare un percorso comune. «I vostri risparmi non sono in pericolo da oggi ma da
molto tempo e c’è il rischio concreto di non riuscire a recuperarli - ha esordito Alunni -. La class action è
praticabile ma presenta molte incognite: è un’istituzione che in Italia non ha trovato molta applicazione e che
dunque va attentamente valutata nelle modalità e sotto l’aspetto della fattibilità. Il primo passo è quello di
un’azione di responsabilità nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili dalla magistratura: dagli
amministratori Coop fino alla Regione, per omesso e ripetuto mancato controllo. Che si vada verso il
fallimento, o che vengano individuati altri percorsi, ad esempio il concordato, appare quantomai probabile che
non saranno comunque reperite le risorse per liquidare tutti gli aventi diritto e che qualcuno andrà incontro a
importanti sacrifici». In serata la nota del commissario Maurizio Consoli: «Il nostro impegno è volto a far sì
che le Coop abbiano un futuro e che venga tutelato l’interesse di dipendenti, fornitori e soci, in particolare i
prestatori. Sul tema del prestito sociale l’impegno è massimo. È importante che i soci prestatori sappiano di
essere tutelati dall’amministrazione giudiziaria ed è altresì importante che comprendano come sia necessario
prima salvare le Coop per poter poi agire a vantaggio dei soci che hanno aderito al prestito sociale». Pierpaolo
Pitich