La musica… nel cuore Lungo le note corrono emozioni, sentimenti, sensazioni. In una parola “la vita”. L’alunno Giorgio Vindigni ci spiega perché la musica è un’inevitabile e “devastante” sua passione di vita Oggi la musica, con tutti i suoi pregi, è considerata un linguaggio universale riconosciuto oltre ogni confine immaginario del pianeta; è dentro di noi, in base ai nostri gusti riesce a far uscire la parte più vera della nostra essenza umana, la parte più vera del nostro io. Il nostro modo di vestire, ad esempio, è condizionato dai nostri gusti musicali; il modo in cui pensiamo, in cui ci esponiamo, cambia sempre grazie alla musica. Secondo il mio giudizio, ascoltare canzoni che moralmente valgono tanto per noi è fondamentale perché in ogni nostra azione si trova spesso quella fila non ordinata di note che ci aiutano, ci ricordano momenti che sono stati emozionanti e complicati, momenti gioiosi, ed altri trascorsi in tempi duri e tristi, ma nel complesso riescono a farci sentire vivi quando la nostra anima è spenta. La musica rappresenta una libertà particolare, pura, priva di discriminazioni contro la diversità in generale, e non ha leggi o regole ben definite: è incredibile come qualcosa di così concreto e astratto allo stesso tempo, dato che, anche se non possiamo vederla, lei è in ognuno di noi, possa facilmente riuscire a farci sognare in modo impulsivo e con una tensione a dir poco stupefacente e contemporaneamente a farci star fermi, immobili, forse tremando a volte, ma pur sempre distaccati dai problemi e dalla parte di noi che è la più razionale. Ci prende e ci trasforma in bambini, quei bambini che in fondo noi sappiamo di essere. Sentiamo quella canzone che ha il gusto del nostro amore più importante ed improvvisamente, per quei tre/quattro minuti siamo perfettamente coscienti con il corpo, ma la nostra testa capta e riprende quelle emozioni così intense che riescono a farci piangere. La musica ci fa venire la pelle d’oca, che mette in subbuglio i nostri ormoni e ci provoca emozione. Infatti, ho sempre pensato che per sentirmi VIVO ho bisogno di tremare. Intere generazioni sono state “devastate” dalla melodia musicale che è espressa in modi diversi, differenti, ma che ha sempre lo stesso scopo, quello di dare un senso alla nostra monotona quotidianità. Hanno inventato le cuffie, casse, iPod, riproduttori musicali, stereo a CD, e milioni di altri apparecchi con l’obbiettivo di continuare a farci ascoltare questa stupenda droga magica che scorre nelle vene di tutti noi. Ogni musica diversa ha però un pubblico che è diverso. I gusti musicali sono fondamentali per esprimere i fattori principali del nostro carattere. Ci riconosce, ci è vicina, ci rende persone migliori. La differenza tra un uomo che ascolta la musica ed uno che (non so come) riescea farne a meno è piccola ma abissale: chi sa ascoltare, e non parlo solo di musica, riesce a capire alcuni concetti che ci danno il significato di vivere; chi non ascolta è grigio dentro e tende a sopravvivere. Ci vogliono far credere che la normalità si trova su alcune basi solide come la matematica, i numeri, il lavoro, gli obblighi sociali e la libertà limitata e relativa che abbiamo conquistato con il tempo… Ma io sono convinto che se il mondo girasse intorno ai suoni, piuttosto che girare intorno ai soldi, di certo riusciremmo ad abbattere queste barriere che ci incatenano, che ci bloccano, che provocano in noi frustrazione, e magari, solo allora potrei dire di essere come gli altri, di essere normale.
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