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«Q Commentary,7aprile2014
CRISI UCRAINA:
RITORNO AL FUTURO PER LA NATO
DAVIDE BORSANI
N
el novembre 2010, a Lisbona, l’Alleanza Atlantica approvò il nuovo Concetto Strategico,
per l’occasione tradotto anche in cirillico, il quale
ribadiva che «NATO poses no threat to Russia». Al contrario, gli Alleati dichiaravano di voler instaurare una «true
strategic partnership» con Mosca sulla base della fiducia
reciproca1. Al vertice portoghese partecipò, fatto insolito,
l’allora Presidente russo Dmitrij Medvedev, che definì il
summit «historic in terms of its spirit and atmosphere»2. A
distanza di soli tre anni e mezzo, alla luce degli Beneventi in
Crimea, il fresco comunicato emanato a margine della riunione dei Ministri degli Esteri della NATO ha (ri)capovolto
la prospettiva: la Russia, che ha «challenged» la pace e la
stabilità euro-atlantica, ha «gravely breached the trust» alla
base dei rapporti con l’Alleanza, spingendo quest’ultima a
sospendere «all practical civilian and military cooperation»
con il Cremlino3.
©ISPI2014 1
NATO
New
Strategic
Concept,
2010
Gli up & down nei rapporti tra NATO e Russia non sono
certo una novità. Dalla fine della Guerra fredda, la loro
relazione è stata costantemente frenata dall’intrinseca divergenza di percezioni e interessi, che, al di là dei rari
momenti di aperta collaborazione (come la dimensione
afghana della War on terror), non ha permesso ai due attori di dare un concreto ed incisivo seguito alle dichiarazioni pubbliche di partnership. La faglia che divide ancora
oggi l’Alleanza Atlantica e Mosca è riconducibile in primis a ragioni di potenza. Il Cremlino, in particolare sotto la
guida di Vladimir Putin, non ha mai pienamente accettato
che la NATO violasse liberamente gli accordi verbali tra
George H. W. Bush e Michail Gorbačëv del 1990 per cui,
in cambio dell’unificazione della Germania, gli Stati Uniti
(l’azionista di maggioranza dell’Alleanza) si impegnavano
a garantire «that NATO will not move to the east even one
inch»4. Uno spazio, questo, che la Russia considera, anzitutto per storici motivi di sicurezza nazionale, suo naturale
NATO
Foreign
Ministers,
aprile
http://www.nato.int/strategic-concept/Index.html
http://www.nato.int/cps/en/natolive/news_108501.htm
2
4
Medvedev calls NATO-Russia summit historic, in «RIA Novosti»,
2014,
Così James Baker, l’allora Segretario di Stato, cit. in P. Zelikow-C.
dicembre 2010 http://en.ria.ru/world/20101206/161644312.html
Rice, Germany Unified and Europe transformed. A Study in State-
3
craft, Harvard University Press, Cambridge, 1995, p. 182
Il NATO-Russia Council rimane, però, operativo. Statement by
Davide Borsani, è PhD Candidate in Storia delle Relazioni e delle Istituzioni Internazionali (Università Cattolica del Sacro
Cuore).
Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell’ISPI. Le pubblicazioni online dell’ISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo. 1 commentary
terreno di influenza. Viceversa, per l’Alleanza la window
of opportunity – aperta negli anni Novanta dalla debolezza
di Mosca – di creare un ‘cordone sanitario’ ad Est, che
limitasse lo storico espansionismo russo, e l’allora prospera ideologia della end of history sfociarono nel processo
di allargamento verso gli ex Stati satellite sovietici, tra
l’altro da questi fortemente auspicato per il timore della
‘lunga mano’ russa. In meno di quindici anni dagli accordi
Bush-Gorbačëv, la NATO era quindi giunta ai confini
della Russia, potendo eventualmente operare a suo piacimento nei territori dal Baltico al Mar Nero.
siglio Nord Atlantico e il Segretario Generale uscente,
Anders Fogh Rasmussen, hanno recentemente posto
sull’articolo 5 del Trattato del 1949 (il casus foederis)
evidenzia dunque come l’impegno per la difesa e
l’integrità territoriale dei Paesi membri a fronte di una
possibile aggressione statuale, invero lo scopo primario del
Trattato di Washington, stia tornando ad essere il focus
preminente sia in ambito militare che politico7.
Con tale «ripensamento», ha scritto recentemente Ennio
Di Nolfo, la NATO «si ritrova nuovamente impegnata
lungo un confine dimenticato dopo aver a lungo operato
fuori della propria area originale»8. Pur respingendo l’idea
che in Europa si stiano ripresentando le logiche della
Guerra fredda, per loro natura probabilmente irripetibili,
sembra invece condivisibile, come ha scritto Angelo Panebianco, che «stiamo assistendo a un’altra svolta della
storia». L’annessione della Crimea e le vicende ucraine,
cambiando «regole del gioco, rapporti di forza, equilibri»,
hanno così provocato un’instabile contrapposizione tra i
due vecchi attori dell’era bipolare in un mutato contesto
internazionale. Pur evitando «di raccontarci che è tornata la
Guerra fredda», si può, però, cominciare a ragionare in
termini di un ‘ritorno al futuro’ per l’Alleanza Atlantica.
Non serve, quindi, ricorrere alla sfera di cristallo per intuire
che la nuova «pace fredda»9 tra Russia e NATO avrà ancora molto da raccontarci.
La crisi ucraina e i recenti sviluppi nello spazio
post-sovietico vanno dunque inseriti in tale quadro. Sarebbe però fuorviante, in base alle considerazioni di cui
sopra, sottovalutare l’annessione della Crimea alla Madre
Russia: a differenza del recente passato, infatti, Mosca ha
risposto militarmente alle prospettive di mutamento degli
equilibri nel suo ‘cortile di casa’5, violando accordi scritti
(il memorandum di Budapest6) ed innescando dinamiche
controverse, delle quali non è semplice oggi prevedere
l’esito. A causa di ciò, la NATO ha iniziato a riscoprire la
propria identità originaria. Nata come organizzazione di
difesa collettiva, con la fine della Guerra fredda si era parzialmente snaturata e ‘aggiornata’, volgendo la sua attenzione alle numerose e poliedriche sfide alla sicurezza che
la globalizzazione ha portato con sé. L’enfasi che il Con-
7
©ISPI2014 5
Al Qaeda, non dall’Afghanistan, comportando le problematiche poi
È evidente che all’accordo di associazione politico-economica tra
manifestatesi nel corso dei successivi anni.
Ucraina e Unione Europea sia stato attribuito dal governo russo tale
8
significato.
6
Budapest
Memorandum
on
Security
Assurances,
E. Di Nolfo, Ucraina, nuova guerra fredda senza confini certi, in
«Il Messaggero», 21 marzo 2014
1994
9
http://www.cfr.org/arms-control-disarmament-and-nonproliferation/
A. Panebianco, All’improvviso la pace fredda, in «Corriere della
Sera», 14 marzo 2014
budapest-memorandums-security-assurances-1994/p32484
Il casus foederis fu comunque applicato già a seguito degli attentati
terroristici dell’11 settembre 2001. Tuttavia, l’attacco fu condotto da
2