AREA 4

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA
DIRETTIVA 92/437CEE – DPR 357/97
MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
-relazione geologica-
AREA 4
IT9220144 LAGO SAN GIULIANO E TIMMARI
Dott.ssa SARLI Serafina
INDICE
PREMESSA
Pag.
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Pag.
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ASSETTO GEOMORFOLOGICO
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CARTA DELL’USO DEL SUOLO
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BIBLIOGRAFIA
Pag.
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Premessa
Il presente lavoro è stato redatto a seguito dell’incarico conferitomi da parte
della Regione Basilicata come geologo dell’area 4, “Lago di San Giuliano e
Timmari” codice IT9220144 (Foto 1).
Nella presente relazione si descrivono le caratteristiche geologiche,
geomorfologiche del sito ricadente nel Comune di Matera facente parte del
progetto Rete Natura 2000 dove è prevista l’istituzione di aree protette (“habitat”)
di rilevanza comunitaria per la conservazione della biodiversità denominate Zone
di Protezione Speciale sulla base della direttiva “Uccelli” e Zone Speciali di
Conservazione sulla base della direttiva “Habitat” (Fig.1).
Foto 1: Lago di San Giuliano e Collina di Timmari.
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Fig. 1: localizzazione area di studio, Lago di San Giuliano e Timmari.
Il Lago di San Giuliano è un sito sia SIC che ZPS (Fig.2) e presenta una superficie
di 2574,5 ha.
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Fig. 2: Lago San Giuliano, area SIC e ZPS; il riquadro rappresenta l’area analizzata.
Il sito in esame si sviluppa da una quota di circa 452 metri sul livello medio del
mare sulla collina di Timmari a circa 80 metri in prossimità dello sbarramento (con
una quota media di 150 m) ed ha coordinate GPS pari a 630888 N e 4495421 E
riferita al centro dell’area (Fig. 3).
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Fig. 3: Ortofoto Lago San Giuliano e Timmari con perimetrazione dell’area di studio.
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Il Lago di San Giuliano e la collina di Timmari sono localizzati nella porzione
centro orientale della Fossa Bradanica, un’ampia depressione tettonica allungata da
NO a SE, che dal punto di vista geologico-strutturale, si sviluppa dopo gli eventi
tettonici del Pliocene medio e si estende tra l’Avampaese Apulo ad E e
l’Appennino meridionale ad O (Fig. 4).
Essa è colmata da sedimenti argillosi e sabbioso-conglomeratici plioquaternari formatisi in acque da poco a moderatamente profonde, nei quali si
possono distinguere numerose formazioni che costituiscono una successione
continua regressiva (Valduga, 1973).
Fig. 4: Schema geologico dell’appennino meridionale con evidenziati i domini di
catena, avanfossa ed avampaese (Pescatore et al., 1999).
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Il basamento è prevalentemente calcareo–dolomitico (Cretaceo), riferibile alla
“Formazione del Calcare di Altamura”, affiorante ad oriente di Matera a partire
dalla gravina omonima e in corrispondenza delle depressioni vallive prodotte dal
Torrente Gravina e dal fiume Bradano.
Sui calcari del Cretaceo giacciono in trasgressione i depositi marini del ciclo
sedimentario plio-pleistocenico il cui termine basale è costituito dalle “Calcareniti
di Gravina” roccia calcarea granulare porosa e fossilifera, di età Calabriana
affiorante prevalentemente nelle parti più elevate delle gravine (Boezi et al., 1971).
In particolare, l’area del SIC è caratterizzata dalla predominanza di argille
(Formazione delle Argille Subappennine, di età Calabriana) costituite da limi e
argille più o meno sabbiose di colore prevalentemente grigio-azzurre stratificate
che, a causa della loro alta erodibilità, conferiscono al paesaggio una morfologia
dolce e collinare.
Sul versante meridionale della collina di Timmari sono presenti anche forme
calanchive.
Il rilievo tabulare di Timmari, invece, è costituito nella sua parte sommitale
dalla “formazione del Conglomerato di Irsina”, a carattere fluvio-deltizio
caratterizzato dalla presenza di ghiaie e ciottoli poligenici arrotondati spesso
immersi in abbondante matrice sabbiosa, poggiante sulle Sabbie di Monte Marano
di età Calabriana, sabbie quarzose e calcaree, a luoghi cementate di colore
prevalentemente giallastro, che costituivano un’antica spiaggia. Tali formazioni
sono emerse in seguito ad un sollevamento che ha interessato tutta la Fossa
Bradanica a partire da un milione di anni fa.
Questi sedimenti sabbioso-conglomeratici formano un’ampia superficie di
riempimento e sono riferibili al Pleistocene inferiore-medio.
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CARTA GEOLOGICA D’ITALIA
SCALA 1:100.000
DEPOSITI ALLUVIONALI TERRAZZATI
Fig. 5: Carta geologica dell’area oggetto di studio.
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ASSETTO GEOMORFOLOGICO
Il lago di San Giuliano ricade per la maggior parte nel comune di Matera, ma
interessa anche parte del comune di Miglionico e di Grottole.
Si tratta di un sito posto a circa 200 metri sul livello del mare che si estende
per 2574,5 ha i cui tratti morfologici blandi e collinari risentono fortemente
dell’azione modellatrice del mare pleistocenico e dei successivi fenomeni erosivi
esplicatisi in ambiente subaereo legati a cause principalmente naturali date le
caratteristiche litologiche che costituiscono la zona (Fig.6).
Foto 2: loc. San Domenico movimento franoso.
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Un elemento morfologico di notevole importanza è rappresentato dai diversi ordini
di terrazzi fluviali facilmente individuabili nei depositi clastici del ciclo
sedimentario della Fossa Bradanica il cui assetto suborizzontale si manifesta nella
forma tubolare dei rilievi, osservabile in corrispondenza della collina i Timmari.
Il territorio, infine, è caratterizzato dalla presenza fondamentale del fiume Bradano
che alimenta l’apporto idrico all’oasi del lago e e da ruscelli torrentizi che, con il
passare del tempo, hanno contribuito alla formazione dei calanchi presenti in
alcuni punti del territorio.
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Fig. 6: Carta geomorfologica.
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CARTA DELL’ USO DEL SUOLO
Per l’area oggetto di studio è stata redatta una carta dell’uso del suolo (Fig.7);
si tratta di una carta tematica di base che rappresenta lo stato attuale di utilizzo del
territorio.
La carta dell’uso del suolo, elaborata in conformità delle direttive
comunitarie, si fonda su 3 classi principali (Aree naturali non agricole, Aree
seminative ed Aree a seminativi di carattere irriguo periodo privaverile-estivoautunnale) e si sviluppa per successivi livelli di dettaglio in funzione della scala di
rappresentazione.
Inoltre, rappresenta un ausilio indispensabile per la pianificazione e gestione
dei vari ambiti territoriali nonché per le scienze naturali.
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Fig. 7: Carta dell’uso del suolo.
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BIBLIOGRAFIA
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della Carta Geologica d’Italia.F°201 Matera. Libreria dello Stato. Roma.
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VALDUGA A..,
(1973) – Fossa Bradanica. Geologia dell’Italia a cura di A.
Desio. Ed. UTET, 692-695.
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