Rialzo del seno mascellare e contestuale inserimento di impianti

case report _ rialzo del seno mascellare
Rialzo del seno mascellare
e contestuale inserimento
di impianti
Autore_G. Malerba, Italia
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_La riabilitazione di pazienti parzialmente o totalmente edentuli con protesi
supportate da impianti è diventata una pratica comune negli ultimi decenni, con risultati
predicibili a lungo termine1-3 .
Fig. 1
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Tuttavia le condizioni locali delle creste
alveolari edentule possono essere sfavorevoli per il posizionamento di impianti. In particolare, nel mascellare posteriore edentulo la
mancanza di osso (riassorbimento alveolare,
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Fig. 2
espansione del seno mascellare), associata
alla bassa qualità, rappresenta una sfida per
il chirurgo orale.
L’elevazione del seno mascellare, mediante
un’osteotomia laterale, e l’inserimento di materiale da innesto sono diventate procedure
comuni negli ultimi anni4-6 .
Il presente caso clinico è relativo a una
paziente di anni 63, non fumatrice, in buone
condizioni di salute generale e di igiene orale.
La paziente, portatrice di una protesi scheletrata con attacco OT Cap su 1.3, presentava
la necessità di sostituirla con una protesi fissa
su impianti per gli elementi mancanti 1.4, 1.5,
1.6 e 1.7.
Dopo una valutazione clinica e radiologica, è stato programmato un intervento di
rialzo del seno mascellare destro con approccio laterale, come descritto da Boyne e James,
mediante l’utilizzo di osso corticomidollare
di origine suina (Osteobiol Tecnoss, Italia) e
contestuale inserimento di impianti in sede
1.4 e 1.7.
Esaminata la TC del distretto facciale
(Figg. 1, 2), la paziente è stata sottoposta a
visita otorinolaringoiatrica per escludere la
presenza di sinusopatie. È stata prescritta una
profilassi antibiotica (amoxicillina con acido
clavulanico 2 gr per os 1 ora prima), spray nasale cortisonico (per 3 settimane, con inizio 7
gg prima dell’intervento) e sciacqui con collutorio a base di clorexidina 0,2%.
Si è eseguita un’anestesia locale con
articaina cloridrato al 4% con adrenalina
1:100.000. L’approccio alla parete laterale del
seno mascellare è stato ottenuto mediante
scollamento di un lembo mucoperiostale dopo
l’esecuzione di un’incisione crestale e di due
incisioni verticali di rilascio, mesiale e distale.
Successivamente si è proceduto alla realizzazione di una finestra osteotomica, la cui
geometria è dettata dall’andamento del seno
mascellare, dallo spessore della parete ossea,
dal numero di impianti e dall’aumento verticale necessari.
Con una fresa a pallina diamantata montata su un manipolo dritto a bassa velocità,
con abbondante irrigazione di soluzione fisio-
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Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6
logica refrigerata, è stato scolpito il perimetro
della finestra ossea, considerando in questo
caso la presenza di un setto intrasinusale
(setto di Underwood), facendo attenzione a
non perforare la mucosa antrale.
Una volta mobilizzata la finestra ossea,
la membrana di Schneider è stata delicatamente scollata inferiormente, anteriormente e
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posteriormente fino al livello desiderato, nonostante la presenza del setto, con strumenti
manuali specifici.
È stata rispettata l’integrità della mucosa
sinusale, rilevata con i movimenti di espansione e contrazione in sincronia con gli atti
respiratori. Completato lo scollamento, si è
proceduto al sollevamento della mucosa con
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Fig. 7
adesi gli sportelli ossei. Sono stati preparati i
siti implantari, in particolare in sede 1.4 è stata necessaria eseguire un’espansione ossea.
Sono stati utilizzati due impianti superfici Sbm (diametro 3,7 mm, lunghezza 13 mm),
piattaforme 3,5 mm, RePlus Implant Direct,
California, USA (Figg. 3, 4).
Prima di inserire gli impianti, si è riempito
il seno solo nelle parti meno accessibili con
l’osso eterologo; poi si è completato il riempimento nelle porzioni più esterne delle neo-
cavità (Figg. 5, 6). Il lembo chirurgico è stato
riposizionato e suturato, privo di tensione. La
sutura è stata rimossa dopo 7 gg dall’intervento (Fig. 7).
Nelle istruzioni postoperatorie è stata prescritta la continuazione della terapia antibiotica
per i 6 giorni successivi, associata a una terapia
antiniammatoria e un’igiene orale mantenuta
grazie a sciacqui con clorexidina 0,2%.
La seconda fase chirurgico-protesica avverrà tra 6 mesi.
_bibliograia
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