P aggiornamento monografico - patologia orale Dalle sinusiti odontogene alle complicanze nasosinusali di patologia o trattamento odontoiatrico: un importante cambio di prospettiva L 44 ildentistamoderno luglio 2014 • Alberto Maria Saibene1 • Giorgia Carlotta Pipolo1 • Paolo Lozza1 • Roberto Borloni2 • Matteo Chiapasco3 • Giovanni Felisati1 1 Clinica Otorinolaringoiatrica, Ospedale San Paolo, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano 2 Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale, Istituto Stomatologico Italiano, Milano 3 Unità di Chirurgia Orale, Clinica odontoiatrica, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano Le sinusiti odontogene rappresentano una paesi in via di sviluppo. Tale scarso interesse disponibili per la popolazione generale. parte rilevante e ben nota delle patologie da parte degli specialisti ORL si rispecchia Tuttavia, a un’analisi più attenta, si osserva infettive dei seni paranasali: si ritiene che il anche nella carente produzione di letteratura che da una parte è rimasto sostanzialmente 10-30% delle sinusiti mascellari sia di origine scientifica inerente all’argomento sino agli costante il numero di pazienti che vanno odontogena1,2 e l’8% delle patologie trattate anni Novanta. È effettivamente solo dalla incontro a problematiche nasosinusali causate con chirurgia endoscopica nasale riconosca seconda metà dello scorso decennio che le da comuni problematiche dentali (ascessi un’eziologia odontogena3. Nonostante il sinusiti odontogene sono tornate a essere apicali, granulomi, penetrazione di materiali numero di pazienti interessati da queste argomento di interesse per la comunità endodontici ecc.), mentre è aumentato patologie sia rilevante, per molti anni le otorinolaringoiatrica, anche a causa di un vertiginosamente il numero dei pazienti che sinusiti odontogene sono state considerate aumento dell’incidenza di questa patologia presenta complicanze legate a interventi di dagli otorinolaringoiatri una malattia in via di negli ultimi 15 anni, coinvolgente in particolar chirurgia orale a carattere implantologico o pre- sparizione, tipica di situazioni estreme causate modo i paesi occidentali . Tale aumento può implantologico. Come è ben noto, negli ultimi da una sostanziale assenza di assistenza apparire quantomeno curioso se pensiamo alla trent’anni l’Odontoiatria è andata incontro a una sanitaria odontoiatrica, come avviene in molti capillarità delle cure odontoiatriche attualmente notevole evoluzione, in particolare per quanto 3 Riassunto Summary Le sinusiti odontogene sono una patologia di confine tra Chirurgia orale e Otorinolaringoiatria. Il loro impatto sulla pratica clinica sta assumendo dimensioni sempre più importanti anche per la sempre più capillare diffusione delle procedure di riabilitazione implantologica del mascellare superiore. Patologia sino a pochi anni fa ritenuta in via di scomparsa, le sinusiti odontogene sono state oggetto di interesse scientifico crescente negli anni 2000. La pubblicazione di svariati case report e pubblicazioni originali, accanto all’ubiquitaria introduzione nella pratica clinica delle tecniche diagnostiche e chirurgiche di endoscopia nasosinusale, ha portato a importanti cambi di prospettiva nella gestione di queste patologie. Accanto alle sinusiti odontogene classiche, legate alla patologia dentale, si è passati a includere nella trattazione le complicanze, sia infiammatorie che non, dei trattamenti pre-implantologici, implantologici e odontoiatrici classici. Questa evoluzione nosologica ha portato all’introduzione del concetto di complicanze nasosinusali di patologia o trattamento odontoiatrico (sinonasal complications of dental disease or treatment, SCDDT). Per questo quadro complessivo di forme nosologiche sono state introdotte specifiche classificazioni e protocolli di trattamento. Questo articolo vuole essere un aggiornamento sulle sinusiti odontogene e le SCDDT, proponendo, attraverso il filtro della nostra esperienza ultradecennale, una revisione della letteratura focalizzata sul trattamento multidisciplinare che vede l’odontoiatra, il chirurgo orale/maxilla-facciale e l’otorinolaringoiatra alleati nell’affrontare in modo integrato queste patologie. Vengono presentati anche i protocolli di classificazione e di trattamento utili nella gestione del paziente e importanti informazioni sul management sia clinico che chirurgico della complicanza acuta e cronicizzata. ?????????????????? MANCA Odontogenic sinusitis is a condition lying on the fine line between Oral surgery and Otolaryngology. Its burden on everyday clinical practice is getting more and more important, also due to the wide spread of oral implants to support prosthetic restorations of the upper jaw. Though considered on the wane until a few years ago, odontogenic sinusitis have gathered growing scientific interest since the 00’s. Various case reports and original research articles, along with the ubiquitous diffusion of sinonasal endoscopic diagnostic and surgical tools, gradually shifted the perspective in managing these conditions. Along with classic odontogenic sinusitis, caused by dental conditions, otolaryngologists have begun to include in their practice inflammatory and non-inflammatory complications following dental treatments implant placement in the partially or totally edentulous maxilla, or pre-implant reconstructive procedures such as the sinus grafting techniques. This conceptual evolution led to introduce the definition of “sinonasal complications of dental disease or treatment” (SCDDT), along with specific classifications and defined treatment protocols. This article is intended as an update on odontogenic sinusitis and SCDDTs and as a review of the existing literature through the eyes of our ultra-decennial experience, focusing on the multidisciplinary treatment of these borderline conditions, based on the alliance between oral/maxillofacial surgeons and otolaryngologists. The Authors will also discuss classification and treatment protocols which may be useful in managing the patient, both during acute and chronic complications. zz Parole chiave: s???? ?????? a di torque, fili in lega di rame-nicnto senza estrazioni, Programmazione Neurolinguistica. zz Key words: ??????? ?????????? ligating, copper nickel riguarda la riabilitazione protesica mediante complication of dental disease or treatment, La FESS sta divenendo il “gold standard” per impianti dentali. Le elevate percentuali di SCDDT), termine a cui faremo riferimento in il trattamento chirurgico di tutte le forme di sopravvivenza a medio-lungo termine degli questa monografia. sinusite, a causa della sua limitata invasività e impianti (superiori al 90%) ha portato a un Le SCDDT corrispondono quindi a tutte in particolare in relazione alla sua capacità di utilizzo sempre maggiore di questi dispositivi: le sinusiti a causa odontogena o reattive ripristinare un normale drenaggio, ventilazione e si stima, infatti, che oggi in Italia si posizionino alla inserzione di impianti o innesti, che si funzione dell’epitelio ciliato sinusale. circa 1,5 milioni di impianti all’anno. Nel caso sommano alle complicanze non infiammatorie Anche prima della sistematizzazione da noi specifico del mascellare latero-posteriore conseguenti a interventi odontoiatrici (impianti proposta, in letteratura erano già state riportate gli impianti vengono inseriti sia in presenza migrati, dislocazione di corpi estranei o innesti segnalazioni sporadiche di casi in cui la FESS di condizioni favorevoli dell’osso alveolare senza segni di infiammazione in corso). era stata utilizzata in caso di patologia del residuo (volume sufficiente) sia in caso di In questo contesto, le sinusiti odontogene seno mascellare di origine odontogena (per atrofia più o meno accentuata, in associazione rappresentano, come è già stato accennato, esempio, per asportare impianti migrati nel seno a tecniche di incremento quali il rialzo del seno l’elemento principale. Si tratta di sinusiti mascellare)6-8 ed era già stato pubblicato un mascellare o, in casi particolari, a innesti ossei tipicamente mascellari alla loro insorgenza lavoro scientifico che analizza le possibilità di un di apposizione o di interposizione. Sebbene le che possono, secondariamente, coinvolgere moderno trattamento combinato in una limitata tecniche implantologiche e quelle ricostruttive le cavità nasali e gli altri seni paranasali. La casistica di differenti patologie odontoiatriche9. pre-implantologiche siano oggi considerate sinusite cronica mascellare di origine dentale sicure e affidabili (percentuali di fallimento o è una patologia su cui hanno competenza, in complicanze intra- e post-operatorie inferiori al diversa misura, sia odontoiatri, che chirurghi Classificazione e quadri patologici 10%)4, l’enorme numero di procedure eseguite maxillo-facciali, che otorinolaringoiatri. Spesso, La classificazione delle SCDDT proposta determina inevitabilmente un consistente queste differenti figure si alternano nel da Felisati e coll.5 prevede 3 macrogruppi, numero di complicanze, quali ad esempio la trattamento di ogni singolo caso creando la definiti in base all’eziologia della complicanza penetrazione di impianti o materiali da innesto necessità di numerosi trattamenti chirurgici (trattamento pre-implantologico, nel seno mascellare con sinusite secondaria “da successivi, soprattutto quando la patologia sia implantologico od odontoiatrico classico. corpo estraneo”. cronicizzata da lunga data o fuoriesca dagli Ciascun gruppo viene quindi suddiviso Alla gestione delle complicanze odontogene stretti confini del seno mascellare stesso e, in in un numero variabile di singole classi. “classiche” si è pertanto aggiunta quella delle particolare, della sua porzione inferiore. Una Complessivamente, si identificano 7 differenti complicanze delle procedure implantologiche grande novità diagnostica e chirurgica che classi omogenee (Tabella 1). e pre-implantologiche. Sia l’odontoiatra ha radicalmente modificato l’approccio alla Nel caso di pazienti complessi, con che l’otorinolaringoiatra si possono quindi patologia nasosinusale di origine odontogena è caratteristiche che li rendono ascrivibili a trovare di fronte a complicanze più o meno rappresentata dall’avvento dell’endoscopia. Nel diverse classi di patologia, è prevista una gravi che richiedono trattamenti integrati campo della chirurgia nasosinusale, l’endoscopia prioritizzazione, riassunta dal diagramma in a volte estremamente differenti. In base a ha fornito nuove tecniche chirurgiche mini- Figura 1, che rende univoca l’attribuzione di un’esperienza ultradecennale nell’ambito invasive, solitamente identificate con l’acronimo ogni caso clinico a una specifica classe. delle sinusiti odontogene, il nostro gruppo inglese FESS (Functional Endoscopic Sinus La scala di priorità vede al suo vertice ha proposto nel 2013 una classificazione di Surgery). le complicanze di trattamento pre- queste patologie, con l’obiettivo di fornire una Nella patologia in esame i vantaggi delle implantologico, in cui l’omeostasi sinusale è sistematizzazione della materia, offrire una tecniche endoscopiche sono molteplici. maggiormente disturbata e che presentano le base per il confronto dei risultati chirurgici Esse possono consentire sia l’accesso al seno maggiori difficoltà di trattamento, e termina e proporre una serie di protocolli per un mascellare, con una piccola perforazione ossea con le sinusiti odontogene “classiche” in cui il trattamento esaustivo ed efficace5. Sulla base praticata a livello della fossa canina, sia tutto un solo trattamento endoscopico nasosinusale è di questa sistematizzazione, il vecchio concetto ventaglio di ulteriori possibilità tecniche che sufficiente per risolvere la patologia. di sinusite odontogena, più limitato e limitante, consentono, passando dal naso e senza cicatrici Prima di passare alla disamina delle singole è stato sostituito nella letteratura dal concetto esterne, il controllo della regione dell’ostio classi e dei quadri patologici associati, di complicanza nasosinusale di patologia naturale del seno mascellare e, ove necessario, ricordiamo che secondo la classificazione o trattamento odontoiatrico (sinonasal di tutte le fosse nasali e di tutti i seni paranasali. attuale delle SCDDT sono da considerarsi 45 ildentistamoderno luglio 2014 P aggiornamento monografico - patologia orale Tabella 1 - Classificazione e protocolli chirurgici: la tabella presenta la classificazione in gruppi e classi delle SCDDT. Accanto a ciascuna classe viene presentato il tipo di trattamento chirurgico proposto, con particolare attenzione all’utilizzo degli approcci combinati orali e nasali. Si deve ricordare che con il termine di comunicazione oroantrale (COA) vengono indicate nella classificazione sia le fistole esistenti al momento della presentazione del paziente che le comunicazioni iatrogene che vengono realizzate per consentire il trattamento chirurgico stesso. FESS = chirurgia endoscopica funzionale dei seni paranasali. Gruppo Classe Patologia Trattamento 1 Sinusite in esiti di rialzo del seno mascellare con COA Combinato: FESS + rimozione del materiale infetto per via transnasale o transorale + chiusura COA 2a Sinusite in osteite perimplantare/impianto iuxtaosseo con COA Combinato: FESS + rimozione impianto + chiusura COA 2b Sinusite in dislocazione implantare con COA Combinato: FESS + rimozione impianto + chiusura COA 2c Sinusite in dislocazione implantare FESS + rimozione impianto 2d Dislocazione implantare in assenza di sinusite Rimozione impianto con: approccio esclusivo orale (endoscopic-assisted attraverso la fossa canina, lembo osseo peduncolato) approccio esclusivo endoscopico transnasale 3a Sinusite con COA Combinato: FESS + chiusura COA 3b Sinusite FESS della complicanza, sia quelle che si verificano durante il trattamento della complicanza stessa, per esempio durante la rimozione di corpi estranei con accesso endorale. Gruppo 1 Il gruppo 1 a cui afferiscono le complicanze da trattamento pre-implantologico comprende sostanzialmente tutte le sinusiti che fanno seguito a interventi di rialzo del seno mascellare, siano essi con materiale autologo, omologo, eterologo e con materiali di sintesi (idrossiapatiti, tricalciofosfato, miscele ecc.). Come è noto la tecnica fondamentale (grande rialzo) prevede un accesso al pavimento del seno mascellare, dove viene posizionato l’innesto in uno spazio creato sollevando delicatamente la mucosa del seno (membrana di Schneider). 46 ildentistamoderno luglio 2014 sinusiti acute e croniche. Nel caso in cui il seno mascellare risulti libero da infezione, è possibile procedere alla sola asportazione del materiale innestato che, insieme a un’adeguata garantire la guarigione del paziente. Questo tipo di trattamento conservativo per via possibilità di controllo di progressione della patologia. In caso di perforazioni accidentali III - Complicanze di patologia o trattamento odontoiatrico “classici” identificabili già al momento della diagnosi del seno e dare manifestazione di sé con otorinolaringoiatri e chirurghi orali10 e ha buone come comunicazioni oro-antrali sia quelle superare la mucosa che riveste il pavimento transorale risulta ampiamente condiviso da II - Complicanze di trattamento implantologico interessare il solo materiale di innesto oppure terapia antibiotica, è solitamente sufficiente a I - Complicanze di trattamento pre-implantologico Nel rialzo del seno le complicanze possono della membrana schneideriana durante la procedura, l’innesto risulta a maggior rischio 1. Flow chart di classificazione. La flow chart consente la classificazione univoca di ciascun caso di SCDDT che si presenta al professionista. La classificazione, proposta da Felisati e coll.5 risulta utile non solo per il confronto tra i risultati nelle diverse classi, ma anche perché direttamente correlata ai protocolli di trattamento proposti dagli stessi Autori. COA: comunicazione oro-antrale. di infezione per contaminazione dalla flora microbica delle vie aeree e maggiore è anche il rischio di sviluppare una sinusite mascellare, che può poi estendersi agli altri seni paranasali, anche bilateralmente (Figura 2). In presenza di sinusite, il materiale innestato funge da “reservoir” batteriologico e come tale rende difficoltoso il trattamento. Un riconoscimento precoce della complicanza in atto può consentire un controllo iniziale della progressione di malattia tramite terapia antibiotica adeguata (si veda il paragrafo “Terapia medica”); nella maggior parte dei casi, tuttavia, per trattare la patologia, anche allo stadio iniziale, si rende necessaria la rimozione di tutto il materiale da innesto. Un pronto riconoscimento dei segni di infezione dell’innesto permette il trattamento della patologia, che andrebbe idealmente eseguito 2. Sinusite etmoidomascellare bilaterale e frontale destra in esiti di rialzo di seno (SCDDT di classe 1a). Sinistra: ricostruzione TC coronale che mostra l’interessamento bilaterale delle cavità paranasali. Sono ben visibili i frammenti ossei (in questo caso osso di banca) dislocati all’interno del seno. Sul pavimento del seno mascellare di destra è ben visibile un’ampia comunicazione oro-antrale, sempre esito dell’innesto fallito. Destra: ricostruzione TC in sagittale passante per l’asse maggiore del seno mascellare di destra. Oltre a ulteriori frammenti di innesto, sono ben riconoscibili due fixture, una delle quali aggetta parzialmente nel seno a causa del fallimento dell’innesto. prima che si sviluppi una sinusite cronica meatale”, nella quale ha luogo il fisiologico ma anche il complesso ostio-meatale. Nel caso conclamata tramite asportazione del materiale. passaggio delle secrezioni del seno la TC (oggi generalmente di tipo Cone Beam) Oltre alla perforazione della membrana mascellare, esiste un consistente rischio di evidenzi una patologia dei seni mascellari o del schneideriana, un’altra causa possibile di fallimento della procedura. Questa situazione complesso ostio-meatale si renderà necessaria fallimento di un rialzo di seno mascellare è può verificarsi in caso di anomalie anatomiche una visita specialistica ORL per valutare la rappresentata da un ostacolo alla ventilazione potenzialmente ostruenti (deviazione settali, presenza/assenza dei quadri precedentemente e al drenaggio del seno mascellare preesistente alterazioni dei turbinati medi quali la chonca descritti. L’otorinolaringoiatra, in questi casi, all’intervento riabilitativo e non correttamente bullosa, curvature paradosse dei turbinati chiederà generalmente l’esecuzione di una . medi) o patologie infiammatorie (sinusiti TC completa di tutti i seni paranasali, estesa al Un rialzo di un seno mascellare che non identificato durante la fase pre-operatoria croniche, magari silenti, poliposi nasosinusale, basicranio. Per tale ragione, e in considerazione presenti patologie pre-esistenti (patologie cisti mucose del seno mascellare di della forte riduzione di radiazioni ionizzanti infiammatorie quali sinusiti croniche, magari dimensioni rilevanti) perché possono influire indotta dall’introduzione della tecnologia Cone silenti, poliposi nasosinusale) o anomalie negativamente su drenaggio e ventilazione Beam, si sta oggi diffondendo il principio di anatomiche ostruenti il complesso ostio- del seno mascellare. Anche alcune patologie eseguire fin da subito una TC completa del meatale (deviazione settali, degenerazioni sistemiche quali la mucoviscidosi o esiti di massiccio facciale per ogni programmazione tipo concha bullosa dei turbinati medi, trattamenti locali, come per esempio ampie implantologica complessa. Come già evidenziato curvature paradosse dei turbinati medi) e in demolizioni per patologie neoplastiche dei da Pignataro e coll.11, le controindicazioni al cui ventilazione e drenaggio fisiologici siano seni paranasali o trattamenti radioterapici, rialzo del seno mascellare possono essere di ottimali ha teoricamente alte probabilità di possono alterare in modo definitivo il tipo assoluto, quindi non risolvibili (per esempio, successo. Tutto questo nonostante, nei fatti, il drenaggio delle secrezioni mucose, con stasi la mucoviscidosi, il trattamento radiante del rialzo comporti un cambiamento dell’anatomia e conseguente elevato rischio di infezione massiccio facciale in particolare con dosaggi locale e una possibile (seppure temporanea) del materiale innestato. Risulta pertanto superiori ai 48 Gy, un’anamnesi positiva per modificazione del drenaggio delle secrezioni fondamentale una valutazione pre-operatoria neoplasie maligne dei seni paranasali), oppure mucose e dell’omeostasi nasosinusale. Al dei candidati a implantologia e, in particolare, di tipo relativo, ovvero trattabili (deviazioni del contrario, qualora il rialzo del seno mascellare a pre-implantologia, con adeguato imaging setto nasale, ipertrofia o alterazione anatomica sia effettuato in presenza di un blocco della (TC del massiccio facciale estesa) che includa dei turbinati nasali, sinusiti croniche con o senza zona anatomica definita “complesso ostio- non solo i seni mascellari nella loro interezza, poliposi nasosinusale, che possono interferire 11,12 47 ildentistamoderno luglio 2014 P aggiornamento monografico - patologia orale con la normale ventilazione dei seni paranasali). Il trattamento delle controindicazioni di questa seconda categoria consente di realizzare in sicurezza il rialzo di seno. Felisati e coll.13 hanno pubblicato una casistica personale in cui un gruppo selezionato di queste patologie potenzialmente controindicanti il trattamento pre-implantologico è stato eseguito in un unico tempo chirurgico congiuntamente al rialzo del seno mascellare. I risultati sono stati eccellenti, sebbene tale tecnica abbia generato un acceso dibattito tra gli specialisti ORL attivi nel campo delle SCDDT14,15. In Figura 3 viene presentato in maniera articolata un caso di paziente candidato a rialzo del seno mascellare trattato con approccio combinato in presenza di controindicazioni nasosinusali alla procedura. Ritornando alle complicanze del gruppo 1, è bene ricordare che in alcuni rari casi (Figura 4) l’infezione del materiale innestato può interessare anche i pazienti sottoposti a osteotomie secondo Le Fort per il trattamento di dismorfosi coinvolgente il terzo medio del volto16. Tuttavia, dal momento che questo tipo di intervento prevede un planning sistematicamente più accurato e l’ospedalizzazione del paziente, il riconoscimento della complicanza avviene in modo più precoce e risulta facilitato un trattamento antibiotico adeguato rispetto a quanto generalmente accade per i pazienti ambulatoriali. Ciò nonostante, l’impossibilità, in alcuni casi, di eliminare corpi estranei quali placche o viti per il rischio di compromettere l’intervento, o la scarsa efficacia antibiotica rispetto ad alcuni ceppi batterici, rende possibile l’instaurarsi di una sinusite cronica farmacoresistente, che necessita di un trattamento chirurgico endoscopico nasosinusale generalmente combinato a un trattamento per via orale. Gruppo 2 Al gruppo 2 appartengono, a eccezione dei casi già classificati nel gruppo 1, tutti i 48 ildentistamoderno luglio 2014 3. Trattamento combinato del seno mascellare a scopo pre-implantologico. Le immagini illustrano il caso di un paziente candidato a rialzo bilaterale del seno mascellare con evidenti controindicazioni alla procedura dal punto di vista otorinolaringoiatrico. Il paziente è stato sottoposto con successo a procedura combinata con endoscopia e approccio transorale che ha consentito, in un tempo chirurgico unico, di trattare le controindicazioni al sinus lift e di eseguire un rialzo di seno bilaterale con innesto osseo da cresta iliaca. A: immagine TC in proiezione coronale. È possibile apprezzare una franca deviazione sinistroconvessa del setto nasale, un’ampia concha bullosa (pneumatizzazione) del turbinato medio di destra e la presenza bilaterale di cisti mucose del pavimento del seno mascellare. Tutti e tre i reperti citati possono rappresentare un ostacolo al drenaggio sinusale tale da mettere a rischio la buona riuscita dell’innesto. B: la concha bullosa del turbinato medio è stata trattata in endoscopia nasale rimuovendo la porzione ossea laterale del turbinato medio, liberando il complesso ostio-meatale di destra. C: a sinistra, dopo aver eseguito un’antrostomia mediomeatale che consente l’accesso chirurgico endoscopico al seno mascellare, la cisti mucosa visibile alla TC viene aperta, parzialmente rimossa (mantenendo l’integrità della membrana di Schneider) e inviata per esame istologico. D: dopo aver asportato la cisti è possibile osservare il seno mascellare in endoscopia, in modo da accertarsi dell’assenza di residui di patologia. La mucosa del pavimento del seno mascellare appare integra. E: dopo la creazione di uno sportello osseo, viene realizzato l’innesto osseo da cresta iliaca, in questo caso con tecnica di Toulasne, attraverso un approccio tradizionale transorale, eseguito contestualmente alla procedura endoscopica. F: al controllo a 3 mesi in fibroscopia è possibile osservare il seno mascellare sinistro attraverso l’antrostomia realizzata durante l’intervento chirurgico. Il seno mascellare appare ricoperto da mucosa normotrofica e non vi sono segni di patologia o di estrusione del materiale innestato. pazienti che sviluppano una complicanza questi impianti devono essere nella maggior nasosinusale in seguito al posizionamento parte dei casi eliminati (anche nei casi di impianti di qualsiasi genere, siano dubbi), pena la mancata guarigione del essi endo-ossei (il tipo di impianto di paziente. Nella nostra esperienza buona gran lunga più utilizzato e supportato parte delle recidive di sinusite incontrate, da letteratura scientifica qualificata) o gli già sottoposte a interventi correttivi, erano impianti iuxtaossei o sottoperiostei (con legate alla persistenza di impianti endo-ossei supporto della letteratura di molto inferiore “con superficie infetta” che non erano stati e, fortunatamente, attualmente assai poco prontamente rimossi. Nella stessa classe utilizzati). Tutti gli impianti, sia di nuova che di troviamo anche gli impianti iuxtaossei vecchia concezione, possono agire da corpo (sottoperiostei). Questi, molto in voga negli estraneo se si infettano o penetrano nel seno anni Sessanta e Settanta, sono oggi da evitare mascellare17. Pertanto impianti interessati da a causa dell’alta percentuale di fallimenti20, per processi infettivi (perimplantiti), parzialmente la frequente assenza di osteointegrazione e penetrati all’interno del seno con esposizione l’alta percentuale di infezioni periimplantari. della superficie all’interno della mucosa Questi impianti causano frequentemente sinusale o, come facilmente intuibile, impianti notevoli perdite ossee e, nel caso vengano completamente dislocati all’interno dei seni inseriti nel mascellare superiore postero- paranasali possono rappresentare l’origine di laterale, possono “affondare” nel seno . mascellare, generalmente a distanza di Alla classe 2a appartengono le due entità parecchi anni dall’inserzione, causando nosologiche di più complessa gestione e sinusite e comunicazioni oro-antrali e oro- diagnosi (all’interno del gruppo 2). Da una nasali anche di grande entità. Come vedremo parte troviamo gli impianti con superficie anche in seguito, il trattamento di questo contaminata da batteri con un quadro di tipo di complicanze richiede talvolta ampie infezione conosciuto come perimplantite: ricostruzioni ed è gravato da una rilevante una patologia nasosinusale (Figura 5) 18,19 alterazione dell’omeostasi nasosinusale. Alla classe 2b appartengono invece i casi clinici in cui, a fronte della dislocazione di un impianto a livello delle cavità nasosinusali, si è verificato un processo infettivo (sinusite) facilitato anche dalla presenza di una comunicazione oroantrale, verosimile esito della dislocazione stessa dell’impianto. In questo caso la fonte infettiva potenziale è duplice: l’impianto fornisce una superficie di colonizzazione per i batteri, soprattutto i ceppi produttori di biofilm che mostrano facile adesione a una superficie implantare tipicamente 4. Sinusite mascellare in esiti di osteotomia secondo Le Fort (classe 1a). Immagine TC coronale in cui è possibile osservare come il processo flogistico in questo caso sia limitato al solo seno mascellare di destra, dove aggetta un impianto e dove è possibile osservare, a livello della parete laterale, la presenza di residui mezzi di sintesi che possono ulteriormente agire da focus infettivo. 5. Sinusite etmoidomascellare bilaterale in esiti di chirurgia implantologica con perimplantite (classe 2a). Sopra: ortopantomografia nella quale è possibile osservare multiple fixture, due delle quali, a destra, aggettano nel seno mascellare e sono caratterizzate da perimplantite, mentre una terza, a sinistra, risulta completamente dislocata all’interno del seno. Già alla OPT è possibile osservare nella porzione alta del seno mascellare di sinistra una tenue radio-opacità, propria dell’infezione micotica all’interno del seno. Sotto: immagine TC coronale nella quale ben si apprezza l’estensione della sinusite, la presenza di materiale radio-opaco di natura fungina all’interno del seno mascellare di sinistra e, come già anticipato, la presenza di una fixture completamente dislocata all’interno del seno mascellare di sinistra (all’intervento non risultava invece presente materiale da innesto come si sarebbe potuto ipotizzare dalle immagini). ruvida (per favorire l’osteointegrazione), mentre la comunicazione oro-antrale problematica sinusitica è da riferirsi alla sola permette la colonizzazione diretta delle presenza di un impianto dislocato nel seno: cavità nasosinusali da parte dei batteri quest’ultimo deve essere rimosso al fine di che normalmente occupano il cavo orale. permettere la risoluzione della patologia Situazione chiaramente più semplice è sinusale. quella della classe 2c, dove l’origine di una È bene ricordare che la dislocazione degli 49 ildentistamoderno luglio 2014 P aggiornamento monografico - patologia orale 6. Sinusite mascellare sinistra con comunicazione oroantrale in esiti di estrazione dentaria (classe 3a). Immagine TC coronale che permette di apprezzare l’ampia comunicazione oroantrale verificatasi in seguito all’estrazione di un molare; si noti anche il processo flogistico, in questo caso limitato al solo seno mascellare di sinistra, esito della comunicazione oroantrale. infiammatorie presentate sono da ascriversi a un’eziopatogenesi puramente batterica. Sebbene la classificazione tralasci questo aspetto differenziale sia per motivi di semplicità sia dal momento che nei due casi il trattamento proposto non risulta sostanzialmente diverso, molte SCDDT infiammatorie riconoscono un’eziologia fungina22. Le SCDDT micotiche sono rappresentate in tutti e tre i gruppi, invariabilmente, dal cosiddetto fungus ball, una concrezione di ife brunastre che oblitera in parte o completamente una o più cavità sinusali. I impianti non avviene solo all’interno del seno oro-antrale (Figura 6). La presenza di fungus ball non sono differenti dalle altre mascellare, che è generalmente il primo a una comunicazione rende necessario un sinusiti per sintomatologia e prognosi, essere interessato: i movimenti del paziente ulteriore step chirurgico di chiusura con ma hanno in molti casi un aspetto e l’aiuto della clearance mucociliare possono approccio orale. Alcuni Autori sostengono patognomonico all’imaging. spostare l’impianto dal seno mascellare alla che la cura della sinusite possa, in molti casi, Alla TC i fungus ball lasciano nel seno fossa nasale o ad altri seni paranasali; oppure portare alla guarigione secondaria della interessato una traccia a elevata densità dai quadranti anteriori gli impianti possono comunicazione senza che questa venga che genera un segnale “iron like” in qualche giungere direttamente nelle fosse nasali. trattata primariamente. La nostra esperienza, caso confondibile con quello lasciato da una Sono documentati casi in cui impianti sono su questo punto, è negativa nell’unico caso fixture dislocata (Figura 7). arrivati all’interno dell’orbita, ovvero in fossa in cui la comunicazione è stata volutamente Di contro alla RM, nelle sequenze in T2, cranica anteriore o media. trascurata nel corso del trattamento primario lasciano un segnale di vuoto, che permette L’ultima classe di questo gruppo, la 2d, e, in generale, riteniamo che la fistola facilmente la diagnosi. Nel trattamento comprende tutti quei pazienti in cui il rappresenti un importante focus infettivo, chirurgico di questa patologia risulta riconoscimento della dislocazione implantare la cui mancata cura potrebbe pregiudicare mandatoria la rimozione completa della ha preceduto l’instaurarsi di un processo la buona riuscita dell’intero intervento di concrezione micotica, pena la recidiva della sinusitico. Non esistono dati in letteratura bonifica. Al di là dei quadri classificativi, patologia. Il trattamento con antimicotici che ci permettano di predire se e quando è utile ricordare che le complicanze non è necessario dato che si tratta di micosi un impianto dislocato nei seni paranasali appartenenti a questo gruppo (3a e 3b) extramucose non invasive, ma il trattamento darà vita a un processo infiammatorio, ma la rispondono a due sottocategorie principali. con antibiotici deve essere eseguito per la rimozione di un corpo estraneo dalle cavità Da una parte abbiamo tutte le complicanze coinfezione batterica che si è riscontrata nasosinusali viene generalmente ritenuta odontogene classiche, ovvero quelle che costantemente in questo tipo di pazienti23. necessaria, anche in virtù della ridottissima fanno seguito a parodontite, necrosi o invasività degli approcci proposti. infezione pulpare conseguente a carie non Protocolli chirurgici curate o a sovrainfezione di cisti odontogene. Felisati e coll. hanno proposto nel 2013 Gruppo 3 Dall’altra troviamo invece le complicanze un protocollo di trattamento chirurgico Il gruppo 3 è il più vasto per numero conseguenti a trattamenti, fra cui per le SCDDT resistenti a terapia medica5. di pazienti e il più vario per quanto endodonzie difficili o effettuate in modo non Tale approccio chirurgico è dettato riguarda le eziologie . Dal punto di vista corretto, ed estrazioni di denti seguite da dalla situazione clinica in accordo con la meramente classificativo, il gruppo prevede creazione di comunicazioni oro-antrali. classificazione proposta (si veda Tabella due suddivisioni in classi: 3a e 3b, che A chiusura di questa ampia digressione sulla 1). Può consistere in un approccio solo si differenziano rispettivamente per la classificazione delle sinusiti odontogene endoscopico nasosinusale (FESS limitata al presenza e l’assenza di una comunicazione è utile ricordare che non tutte le forme seno mascellare o estesa al naso o ad altri 21 50 ildentistamoderno luglio 2014 7. Fungus ball mascellare destro (classe 3b). Sopra: immagine TC coronale in cui è visibile una sinusite mascellare destra con franco riassorbimento osseo del processo alveolare in esiti di infezione dentale. Sotto: immagine TC coronale dello stesso paziente in cui è possibile apprezzare il patognomonico segnale iperdenso “iron like” che caratterizza i fungus ball (micosi). L’assenza di spire nell’immagine permette solitamente di distinguere questi segnali “iron like” dalle fixture dislocate, nei casi in cui non sia possibile desumere tale dato dall’anamnesi del paziente. deve essere associato alla rimozione di tutti gli impianti infetti che possano contrarre rapporti con il seno mascellare e alla chiusura delle fistole oro-antrali risultanti18,19, pena il fallimento del trattamento con recidiva della sinusite. Situazione clinica del tutto particolare, sempre associata per analogia di trattamento alla classe 2a, è rappresentata dalla presenza di un impianto iuxtaosseo. La terapia chirurgica prevede una FESS più o mena estesa e un’asportazione dell’impianto dalla cavità orale con chiusura delle comunicazioni oro-antrali e oro-nasali che si vengano a creare. In caso di una dislocazione dell’intero impianto nel seno associata a sinusite (classe 2b e 2c) l’approccio mediante FESS è obbligatorio al fine di ripristinare la pervietà degli osti sinusali. L’endoscopia nasale può risultare utile anche per il recupero di impianti dislocati nel seno mascellare o in un altro seno paranasale. In Figura 9 è presentato il caso di un paziente trattato per una seni paranasali), oppure combinarsi con da innesto dislocato nei seni paranasali complicanza di classe 2c. Nel caso siano una tecnica eseguita per via endorale; può e/o nella cavità nasale. La FESS da sola presenti comunicazioni oro-antrali residue prevedere l’asportazione di differenti tipi di tuttavia può presentare dei limiti per (classe 2b) la loro chiusura tramite lembi materiale esposti o infetti ed eventualmente quanto riguarda la rimozione di materiale locali con un approccio intraorale (per richiedere la realizzazione di lembi locali per da innesto localizzato nel recesso mediale esempio un lembo di mucosa vestibolare consentire la chiusura di comunicazioni oro- e inferiore del seno mascellare, a causa di secondo Rehrmann, un lembo di bolla antrali più o meno ampie. limiti legati alla tecnica e allo strumentario. adiposa del Bichat o una combinazione il trattamento combinato (FESS In questi casi un approccio intraorale di questi) è necessaria sia per limitare + approccio endorale) è indispensabile consente un controllo delle parti meno le chance di contaminazione del seno per ottenere un successo terapeutico. I “agibili” del seno mascellare e la chiusura mascellare dalla flora batterica del cavo tempi fondamentali del trattamento sono contestuale di eventuali comunicazioni orale, sia per evitare il passaggio di liquidi/ l’esposizione dell’ampia comunicazione oro-antrali. Più raramente può capitare solidi dal cavo orale ai seni paranasali. In antro-meatale generalmente presente di osservare complicanze conseguenti presenza di un impianto migrato senza e la meticolosa asportazione dell’osso a un’osteotomia di Le Fort I, in cui la sinusite sovrapposta (2d) la rimozione infetto (autologo, eterologo o alloplastico) rimozione del materiale alloplastico infetto dell’impianto dai seni paranasali o dal naso inserito per la realizzazione del rialzo deve essere associata alla rimozione va eseguito anche in caso di paziente del seno mascellare24. La prima fase di eventuali mezzi di sintesi metallici asintomatico per evitare l’evoluzione dell’intervento viene gestita mediante un presenti. In Figura 8 viene presentato un verso complicanze infettive. La rimozione approccio endoscopico transnasale (FESS) caso di paziente trattato per complicanza può essere eseguita con diversi approcci: di classe 1a. endoscopico nasosinusale ovvero ■■ Gruppo 1: che consente il controllo delle cavità nasali, del seno mascellare e degli altri seni (se coinvolti) e la rimozione di materiale ■■ Gruppo 2: se è presente infezione peri- implantare (2a) il trattamento con FESS intraorale, a sua volta suddiviso in: accesso con tecnica di Caldwel-Luc modificata, 51 ildentistamoderno luglio 2014 P aggiornamento monografico - patologia orale approccio endoscopico mini-invasivo dalla fossa canina25, approccio “double barrell”26 o con la creazione di sportelli osteotomici lasciati peduncolati alla membrana di Schneider27. ■■ Gruppo 3: include, come già descritto, le complicanze conseguenti a patologie di interesse odontoiatrico (pulpiti, parodontiti, ascessi odontogeni, sovrainfezione di cisti odontogene) o a trattamenti endodontici, apicectomie, estrazioni che subiscono complicazioni e si manifestano sotto forma di sinusiti mascellari sia batteriche che micotiche. In questi casi è necessario utilizzare un approccio endoscopico nasosinusale volto a ripristinare la completa pervietà degli osti sinusali in tutti i seni interessati. Nei pazienti 3b l’approccio transnasale è sufficiente, ma nei pazienti di gruppo 3a deve essere associato anche un approccio orale con chiusura della comunicazione oro-antrale tramite un lembo di Rehrmann o di bolla adiposa (del Bichat). Ovviamente la risoluzione della patologia odontoiatrica responsabile del processo infiammatorio è anch’essa basilare e deve essere eseguita contestualmente per ottenere una piena guarigione del paziente, così come la rimozione - tramite accesso endoscopico o transorale - di 8. Sinusite mascellare cronica in esiti di rialzo del seno mascellare sinistro (SCDDT di classe 1a). Le immagini illustrano il caso di una paziente che aveva mostrato segni di sinusite cronica con rinorrea purulenta, cacosmia e algie al terzo medio del volto un mese dopo una procedura di rialzo del seno mascellare di sinistra con osso di banca. La paziente era stata trattata inizialmente con un approccio esclusivo transorale volto a rimuovere il materiale di innesto e a richiudere la comunicazione oro-antrale, mostrando una remissione solo temporanea dei sintomi. Dopo il riscontro a un nuovo esame TC della permanenza di alcuni frammenti di innesto all’interno del seno mascellare, la paziente è stata trattata con successo con una procedura endoscopica di bonifica del seno mascellare con asportazione dei residui ossei. Il caso rappresenta un’eccezione al protocollo standard di trattamento di queste complicanze con approccio combinato transorale ed endoscopico. La pregressa chiusura della comunicazione ha infatti permesso di eseguire soltanto un approccio endoscopico. A: immagine TC assiale del massiccio facciale. L’esame, realizzato prima di sottoporre la paziente all’asportazione per via transorale del materiale di innesto, mostra il seno mascellare sinistro completamente opacato per la presenza di materiale flogistico, frammisto al quale è possibile apprezzare il graft osseo dislocatosi dal pavimento del seno a causa dell’infezione. B: immagine TC coronale del massiccio facciale. L’esame, eseguito dopo la ricomparsa della sintomatologia a breve distanza dal trattamento per via transorale, documenta la persistenza sia di materiale flogistico che di frammenti di innesto all’interno del seno mascellare di sinistra. È possibile apprezzare anche un ampio difetto osseo del pavimento del seno mascellare a sinistra, esito sia dell’iniziale trattamento pre-implantologico che del primo tentativo di trattamento della SCDDT. C: immagine intra-operatoria che mostra l’assenza di comunicazioni oro-antrali visibili prima di procedere al trattamento endoscopico della SCDDT. D: un’ampia antrostomia mediomeatale sinistra eseguita in endoscopia nasale permette di apprezzare il seno mascellare che è caratterizzato da mucosa iperemica ed estremamente edematosa; una volta realizzata l’antrostomia è possibile visualizzare i residui dell’innesto nella porzione inferiore del seno. E: sempre in endoscopia con una curette si procede ad asportare accuratamente ogni frammento residuo di innesto. L’eliminazione di tutti i frammenti, insieme a un’ampia antrostomia mediomeatale volta a garantire un corretto drenaggio delle secrezioni, è indispensabile per assicurare la guarigione del paziente. F: al controllo a tre mesi è possibile visualizzare in endoscopia il seno mascellare attraverso l’antrostomia precedentemente realizzata. La mucosa appare sana e non vi sono segni di patologia flogistica in atto. 52 ildentistamoderno luglio 2014 eventuali corpi estranei quali elementi dentari (completi o frammentati), materiale endodontico stravasato o frammenti di strumenti odontoiatrici (leve ecc.). In Figura 10 è presentato il caso di un paziente sottoposto a trattamento combinato per una SCDDT di classe 3a. Una nutrita componente di pazienti classificabili nel gruppo 3 risulta affetto da sinusite fungina extramucosa, patologia che, come è già stato detto, prende comunemente il nome di “fungus ball”. In questi pazienti, nella maggior parte dei casi a livello del seno mascellare, si sviluppa una concrezione di ife semisolida, di colore brunastro, visibile agli esami TC come un segnale pseudo-metallico. I fungus ball, pur non essendo invasivi e pericolosi per il paziente, sono facilmente sovrainfettati da microrganismi e rappresentano una fonte di reinfezione sostanzialmente certa per il paziente. Il trattamento endoscopico di un soggetto con fungus ball deve prevedere la migliore rimozione possibile delle concrezioni micotiche accompagnata da abbondanti lavaggi con H2O2 delle cavità 9. Sinusite cronica in dislocazione implantare (SCDDT di classe 2c). Le immagini illustrano il caso di un paziente che aveva mostrato sintomatologia sospetta per sinusite cronica tre mesi dopo il posizionamento di due fixture nel mascellare superiore, una per lato. All’imaging si è evidenziata la dislocazione della fixture di sinistra con un processo flogistico a carico del seno mascellare omolaterale. Il paziente è stato pertanto sottoposto a trattamento endoscopico con bonifica del seno e asportazione dell’impianto dislocato con piena risoluzione della sintomatologia. A: teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale. Si apprezzano entrambe le fixture, delle quali una appare dislocata superiormente. B: ortopantomografia eseguita a completamento diagnostico, che conferma la dislocazione della fixture di sinistra all’interno del seno mascellare. C: ai fini della pianificazione pre-operatoria viene eseguita una TC Cone Beam nella quale è possibile osservare un opacamento sospetto in senso flogistico del seno mascellare di sinistra: viene pertanto data indicazione a un trattamento endoscopico nasosinusale. D: in endoscopia nasosinusale si osserva uno scolo purulento a provenienza dal meato medio di sinistra, segno patognomonico di sinusite. E: una volta eseguita l’antrostomia si reperta all’interno del seno mascellare una voluminosa cisti, in parte responsabile dell’opacamento visibile alla Cone Beam, che viene asportata per via endoscopica transnasale. F: sul pavimento del seno mascellare, anche grazie all’uso di ottiche angolate, si identifica la fixture dislocata in sede sottomucosa. G: la fixture viene asportata sempre per via endoscopica. H: al controllo a tre mesi in endoscopia è possibile apprezzare la completa guarigione del seno mascellare attraverso l’antrostomia chirurgica precedentemente realizzata. 53 ildentistamoderno luglio 2014 P aggiornamento monografico - patologia orale nasosinusali per risolvere l’infezione micotica. In Figura 11 presentiamo il caso di un paziente affetto da fungus ball mascellare in esiti di trattamento endodontico. Per quanto sembri ridondante ricordarlo, il follow-up post-operatorio del paziente è mandatorio, sotto il profilo otorinolaringoiatrico e/o odontoiatrico secondo il tipo di accesso chirurgico effettuato. Dal punto di vista otorinolaringoiatrico un controllo a 7, 14 e 28 giorni del paziente consente di rimuovere le crostosità più tenaci che possono formarsi nelle fosse nasali dopo l’intervento, che possono ricondizionare ristenosi degli osti sinusali, in particolare dell’antrostomia mascellare, e più in generale a valutare lo stato di guarigione e la scrupolosa osservazione da parte del paziente delle norme post-chirurgiche. Di contro il controllo da parte dell’odontoiatra, le cui tempistiche sono più variabili in funzione del tipo di accesso e delle manovre chirurgiche effettuate, è volto a constatare una buona guarigione delle suture e la tenuta delle chiusure di eventuali comunicazioni, nonché l’assenza di segni infiammatori o francamente infettivi a livello locale. 10. Sinusite etmoidomascellare sinistra con comunicazione oro-antrale in esiti di estrazione dentaria (SCDDT di classe 3a). Le immagini illustrano il caso di un paziente sottoposto a estrazione dell’elemento 26 che è giunto alla nostra osservazione per comparsa progressiva di cacosmia, cacogeusia, modesta tumefazione in regione geniena sinistra e algia del terzo medio del volto nell’arco di sei mesi. All’ispezione si è evidenziata la presenza di una fistola oro-antrale a sinistra confermata all’imaging che evidenziava un processo flogistico a carico del seno mascellare e delle cellette etmoidali di sinistra. Il paziente è stato sottoposto a trattamento combinato di endoscopia nasosinusale con bonifica dei seni coinvolti e di chiusura della comunicazione oro-antrale per via transorale. A: immagine TC coronale nella quale è possibile apprezzare l’opacamento di natura flogistica del seno mascellare sinistro e delle cellette etmoidali omolaterali e l’ampio difetto osseo del pavimento del seno mascellare in esiti estrattivi. B: l’ampio difetto osseo del pavimento del seno mascellare di sinistra è osservabile anche in questa ricostruzione 3D delle ossa craniche, realizzata a partire dalle immagini TC attraverso un software dedicato. C: sondaggio intra-operatorio per via transorale del tramite fistoloso. D: dopo la realizzazione di un’ampia antrostomia mediomeatale lo specillo utilizzato per sondare la fistola appare visibile anche in endoscopia nasale; si conferma pertanto la presenza di una comunicazione oro-antrale. E: il tramite fistoloso viene escisso per via transorale e l’osso residuo viene sottoposto ad attento curettage. F: la fistola viene chiusa sempre tramite approccio transorale con la realizzazione di un lembo locale di bolla del Bichat. G e H: al controllo a tre mesi è possibile verificare la completa guarigione del paziente e la chisusura della fistola rispettivamente a livello nasosinusale in endoscopia (G) e con l’ispezione del cavo orale (H). 54 ildentistamoderno luglio 2014 trattamenti antibiotici inappropriati somministrati prima dell’invio allo specialista. Fase acuta Il trattamento di prima scelta nell’infezione acuta da patogeni delle prime vie aeree nell’adulto è rappresentato dall’amoxicillina combinata con l’acido clavulanico. Tale terapia antibiotica è indicata e assolutamente corretta in prima istanza anche in acuto di fronte alla comparsa di una SCDDT. Per ottimizzare la risposta al trattamento, il dosaggio deve essere di 1 grammo ogni 8 ore per 8-10 giorni: tre somministrazioni al giorno garantiscono una migliore cinetica farmacologica e rendono la terapia estremamente più efficace riducendo al minimo l’insorgenza di resistenze. Se non controindicato per altre comorbidità del paziente (diabete in scarso compenso, glaucoma, ipertensione poco 11. Fungus ball mascellare in esiti di cure endodontiche (SCDDT di classe 3b). Le immagini illustrano il caso di un paziente con segni e sintomi di sinusite solo parzialmente responsivi all’antibioticoterapia presenti da più di 18 mesi. L’anamnesi è risultata positiva per numerosi trattamenti endodontici dei denti dell’arcata superiore. All’imaging si evidenziavano segni di sinusite mascellare con sospetto di coinfezione micotica; il paziente è stato pertanto sottoposto con successo a trattamento esclusivo per via endoscopica nasosinusale che confermava la presenza di un fungus ball. A: immagine TC coronale che mostra, pur in presenza di forti artefatti da indurimento del fascio legati ai trattamenti endodontici e alla presenza di protesi parziali fisse dell’arcata superiore, un interessamento flogistico del seno mascellare di sinistra. Nella porzione alta del seno mascellare, in prossimità dell’ostio, si osserva un’immagine “iron like” radioopaca, patognomonica per la presenza di un fungus ball. B: in endoscopia nasosinusale, dopo aver eseguito l’antrostomia mediomeatale, il seno mascellare appare occupato da concrezioni brunastre dense di natura micotica; con lavaggi endosinusali e strumenti endoscopici la massa ifale viene asportata completamente. C: ultimo frammento micotico sul fondo del seno mascellare. L’asportazione completa della massa micotica è fondamentale per garantire la guarigione del paziente. D: attraverso l’antrostomia mediomeatale, al controllo endoscopico a tre mesi la mucosa del seno mascellare appare completamente guarita, senza segni residui di infezione micotica. controllata), una terapia corticosteroidea a dosaggio intermedio può aiutare a ridurre la congestione mucosa e la sintomatologia. Una buona terapia corticosteroidea per via orale è costituita dall’assunzione di prednisolone 25 mg per 5 giorni seguito da altri 5 giorni a dose dimezzata, accompagnato eventualmente da adeguata protezione gastrica con inibitore di pompa protonica. La gestione completa di una SCDDT in fase acuta deve comprendere anche delle terapie nasali topiche, volte a mantenere pervio il complesso ostio-meatale, facilitare il drenaggio nasosinusale e migliorare la toilette dalle secrezioni. A questo scopo la Terapia medica La terapia medica è riassunta nella Tabella 2. nostra esperienza consiglia di associare un La terapia medica è di grande importanza La terapia delle SCDDT, sia in acuto che vasocostrittore locale (nafazolina o simili) in nelle SCDDT infiammatorie. Un buon nella fase post-chirurgica, è peculiarmente spray, applicato localmente 3-4 volte al giorno trattamento medico, sia antibiotico che con differente da quella delle sinusiti “classiche”. per non più di 5 giorni, ad abbondanti lavaggi terapie ancillari adeguate, è fondamentale Le differenze sono legate alla grandissima nasali con soluzione fisiologica che devono nelle fasi acute, consentendo in taluni casi di diffusione di resistenze batteriche nei essere protratti sino alla completa regressione risolvere la SCDDT prima della sua pressoché patogeni responsabili. della sintomatologia. Anche il versante orale inevitabile cronicizzazione. Tali resistenze sono legate a fattori della patologia non deve essere trascurato: Di contro, il supporto di un buon trattamento molteplici, tra cui i più importanti: collutori a base di clorexidina associati a una antibiotico e ancillare è di fondamentale polimicrobicità, produzione di biofilm, impeccabile igiene orale sono indispensabili importanza per la buona riuscita degli presenza di substrati che fungono da nell’abbattere la carica batterica del cavo interventi chirurgici per SCDDT cronicizzate. reservoir (corpi estranei) e frequenti orale. Molto spesso nel periodo che segue un 55 ildentistamoderno luglio 2014 P aggiornamento monografico - patologia orale Tabella 2 - Trattamento medico Timing Terapia antibiotica di I scelta Terapia antibiotica di II scelta Terapia corticosteroidea Terapie ancillari In acuto Amoxicillina + acido clavulanico 1 g ogni 8 ore per 10 giorni Levofloxacina 750 mg per 3 giorni; a seguire levofloxacina 500 mg per 7-10 giorni Prednisolone 25 mg per 5 giorni; a seguire prednisolone 12,5 mg per 5 giorni Vasocostrittore nasale (nafazolina o simili) 4 volte al giorno per massimo 5 giorni; lavaggi nasali con fisiologica 3 volte al giorno sino a risoluzione dei sintomi; accurata igiene orale; clorexidina collutorio 0,2% 3 volte al giorno per 7-10 giorni Post chirurgico Levofloxacina 750 mg per 3 giorni; a seguire levofloxacina 500 mg per 7-10 giorni Secondo antibiogramma su tampone nasale Non indicata Lavaggi nasali con fisiologica almeno 3 volte al giorno per 30 giorni; oli emollienti nasali 3 volte al giorno per 20 giorni; mupirocina nasale 2 volte al giorno per 20 giorni; accurata igiene orale; clorexidina collutorio 0,2% 3 volte al giorno per 7-10 giorni trattamento odontoiatrico o di chirurgia orale di SCCDT infiammatorie. È possibile assistere di superare le diffuse resistenze dei il paziente abbandona le comuni pratiche alla chiusura spontanea di fistole oro-antrali, se batteri responsabili di infezioni a carattere di igiene orale nel timore di compromettere - appunto - di recente genesi, o all’estrusione odontogeno è quella con levofloxacina. con le manovre di pulizia quanto realizzato spontanea dall’ostio del mascellare di Analogamente a quanto proposto per il dal chirurgo. Il paziente deve essere pertanto graft ossei di piccolo calibro dislocatisi dal trattamento di fase acuta, la terapia prevede la sempre educato, a maggior ragione in corso pavimento del seno dopo il fallimento di un somministrazione di 750 mg di levofloxacina di SCDDT acute, a curare la propria igiene rialzo di seno. in monosomministrazione per 5 giorni seguiti orale, eventualmente utilizzando spazzolini a Va da sé che in alcune classi non è previsto da 500 mg in monosomministrazione per setole morbide in presenza di ampie suture alcun beneficio a fronte della terapia medica, altri 10 giorni. In caso di allergie riferite ad della mucosa orale. per quanto tempestiva e ben condotta: il antibiotici della classe dei fluorochinoloni, In caso di allergie ad antibiotici della classe dei dislocamento di corpi estranei di dimensioni l’utilizzo di una cefalosporina di III generazione beta lattamici o di fallimento della terapia di superiori ai 3-4 mm nel seno mascellare (denti, può essere parimenti indicato, pur avendo primo livello, è possibile passare direttamente impianti, frammenti di strumenti odontoiatrici, efficacia lievemente inferiore. In caso di al trattamento antibiotico di secondo livello, grosse stecche di osso per ricostruzione ecc.) fallimento della terapia antibiotica con che è costituito da antibiotici del gruppo dei rende necessario un intervento chirurgico di persistenza di secrezioni purulente, al fluorochinoloni. La nostra esperienza clinica asportazione del corpo estraneo per garantire suo termine è consigliabile eseguire un vede nella levofloxacina un buon farmaco, la guarigione del paziente; questi soggetti tampone nasale dopo almeno 48h di gravato da scarse resistenze batteriche, con dovrebbero essere pertanto indirizzati tout wash out farmacologico e intraprendere una buona farmacocinetica, scarsi effetti court al trattamento chirurgico. una nuova terapia secondo il risultato collaterali e ottima compliance dei pazienti 56 ildentistamoderno luglio 2014 dell’antibiogramma. grazie alla monosomministrazione giornaliera. Fase post-chirurgica Le terapie ancillari sono volte a garantire una Nel trattamento delle SCDDT il trattamento Una delle maggiori cause di fallimento della rapida e ottimale ripresa dagli esiti chirurgici dovrebbe prevedere la somministrazione terapia chirurgica delle SCDDT nella nostra e, ovviamente, a evitare recidive dell’infezione. di 750 mg di levofloxacina per 5 giorni, ultradecennale esperienza è una cattiva o A livello nasale sono necessari lavaggi con seguita dalla somministrazione di 500 mg di incompleta gestione del paziente nel periodo soluzione fisiologica (non meno di 3 volte al levofloxacina per altri 10 giorni. Tale terapia immediatamente successivo all’intervento. giorno per 30 giorni) e applicazione topica di secondo livello deve essere sempre Tale gestione, analogamente a quella di una di oli essenziali emollienti (2-3 volte al giorno accompagnata da un’adeguata toilette nasale SCDDT in fase acuta, si fonda su due pilastri per almeno 20 giorni) e di creme antibiotiche con lavaggi e associazione con vasocostrittori principali: sono necessarie da una parte una a base di mupirocina (2-3 volte al giorno per locali nei primi 5 giorni di terapia, nonché da terapia antibiotica adeguata e dall’altra tutta 20 giorni). A livello orale, analogamente a buone norme di igiene orale. una serie di terapie ancillari non solo nasali, quanto descritto per la fase acuta, è necessaria Per quanto aggressiva, una buona e ma anche orali in caso di accessi chirurgici una buona igiene sia tramite pulizia con tempestiva terapia medica può consentire la combinati. spazzolino sia con sciacqui con collutori a risoluzione delle complicanze in molte classi La terapia antibiotica che meglio consente base di clorexidina per 7-10 giorni. Conclusioni i problemi dell’ostio-sinusale. Infine, gli minimizzano potenziali contenziosi. Le SCDDT rappresentano uno scenario otorinolaringoiatri spesso sovrappongono La nostra proposta si contrappone alla complesso, che viene spesso sottovalutato queste patologie alle comuni sinusiti croniche frequente osservazione di casi che, già da odontoiatri, chirurghi maxillo-facciali e acute, trascurando nel loro trattamento gli affetti da complicanze di trattamento e otorinolaringoiatri, o gestito in modo aspetti eziologici dentali, il che porta molto odontoiatrico, vengono comunemente approssimativo o parziale. spesso al fallimento del trattamento. sottoposti a interventi che affrontano Da una parte gli odontoiatri talvolta mancano In ogni caso gli otorinolaringoiatri non solo parzialmente la patologia in essere. di una conoscenza sufficientemente hanno conoscenza delle problematiche La soluzione più moderna è quella del approfondita della fisiologia e della patologia relative a una futura riabilitazione trattamento multidisciplinare che combina sinusale necessaria per la gestione di questi implantologica. le competenze dei singoli chirurghi. In casi, dall’altra cercano di minimizzare la Una conoscenza completa della patologia, questa linea deve essere ben chiaro in quali complicanza nel timore di sequele legali. l’applicazione di criteri classificativi che casi la cooperazione sia effettivamente I chirurghi maxillo-facciali non hanno consentono di confrontare i risultati e necessaria e quali siano i compiti di ogni in genere esperienza con le tecniche l’utilizzo di protocolli chirurgici validati chirurgo. endoscopiche nasosinusali e tendono ad scientificamente sono fondamentali approcciare esclusivamente il seno mascellare nella corretta gestione del paziente, da una via non fisiologica senza risolvere massimizzano le chanche di guarigione e ■ Corrispondenza MANCA MANCA © RIPRODUZIONE RISERVATA bibliografia 1. Mehra P, Jeong D. Maxillary sinusitis of odontogenic origin. Curr Infect Dis Rep 2008;10:205-10. 2. Patel NA, Ferguson BJ. Odontogenic sinusitis: An ancient but under-appreciated cause of maxillary sinusitis. Curr Opin Otolaryngol Head Neck Surg 2014;20:24-8. 3. Hoskison E, Daniel M, Rowson JE, Jones NS. Evidence of an increase in the incidence of odontogenic sinusitis over the last decade in the UK. J Laryngol Otol 2012;126:43-6. 4. Chiapasco M, Zaniboni M, Rimondini L. Dental implants placed in grafted maxillary sinuses: a retrospective analysis of clinical outcome according to the initial clinical situation and a proposal of defect classification. Clin Oral Implants Res 2008;19:416-28. 5. Felisati G, Chiapasco M, Lozza P, Saibene AM, Pipolo C, Zaniboni M, Biglioli F, Borloni R. Sinonasal complications resulting from dental treatment: outcome-oriented proposal of classification and surgical protocol. Am J Rhinol Allergy 2013;27:e101-6. 6. Nakamura N, Mitsuyasu T, Ohishi M. Endoscopic removal of a dental implant displaced into the maxillary sinus: technical note. Int J Oral Maxillofac Surg 2004;33:195-7. 7. Kitamura A. Removal of a migrated dental implant from a maxillary sinus by transnasal endoscopy. Br J Oral Maxillofac Surg 2007;45:410-1. 8. Kim JW, Lee CH, Kwon TK, Kim DK. Endoscopic removal of a dental implant through a middle meatal antrostomy. Br J Oral Maxillofac Surg 2007;45: 408-9. 9. Costa F, Emanuelli E, Robiony M, Zerman N, Polini F, Politi M. Endoscopic surgical treatment of chronic maxillary sinusitis of dental origin. J Oral Maxillofac Surg 2007;65:223-8. 10. Testori T, Drago L, Wallace SS, Capelli M, Galli F, Zuffetti F, Parenti A, Deflorian M, Fumagalli L, Weinstein RL, Maiorana C, Di Stefano D, Valentini P, Giannì AB, Chiapasco M, Vinci R, Pignataro L, Mantovani M, Torretta S, Pipolo C, Felisati G, Padoan G, Castelnuovo P, Mattina R, Del Fabbro M. Prevention and treatment of postoperative infections after sinus elevation surgery: clinical consensus and recommendations. Int J Dent 2012;2012:365809. 11. Pignataro L, Mantovani M, Torretta S, Felisati G, Sambataro G. ENT assessment in the integrated management of candidate for (maxillary) sinus lift. Acta Otorhinolaryngol Ital 2008;28:110-9. 12. Moreno Vazquez JC, Gonzalez de Rivera AS, Gil HS, Mifsut RS. Complication rate in 200 consecutive sinus lift procedures: guidelines for prevention and treatment. J Oral Maxillofac Surg 2013;72(5):892-901. 13. Felisati G, Borloni R, Chiapasco M, Lozza P, Casentini P, Pipolo C. Maxillary sinus elevation in conjunction with transnasal endoscopic treatment of rhino-sinusal pathoses: preliminary results on 10 consecutively treated patients. Acta Otorhinolaryngol Ital 2010;30:289-93. nusitis related to endosseous implants extending into the nasal cavity. A case report. Int J Oral Maxillofac Surg 2004;33:312-4. 19. Jung JH, Choi BH, Jeong SM, Li J, Lee SH, Lee HJ. A retrospective study of the effects on sinus complications of exposing dental implants to the maxillary sinus cavity. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 2007;103:623-5. 20. Zwerger S, Abu-Id MH, Kreusch T. Long-term results of fittig subperiosteal implants: report of twelve patient cases. Mund Kiefer Gesichtschir 2007;11:359-62. 21. Giovannetti F, Priore P, Raponi I, Valentini V. Endoscopic sinus surgery in sinus-oral pathology. J Craniofac Surg 2014 Apr 3. [Epub ahead of print]. 22. Nicolai P, Lombardi D, Tomenzoli D, Villaret AB, Piccioni M, Mensi M, Maroldi R. Fungus ball of the paranasal sinuses: experience in 160 patients treated with endoscopic surgery. Laryngoscope 2009;119:2275-9. 14. Mantovani M. The ENT’s role in sinus lift management doesn’t need misleading messages. Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:404. 23. Wang JH, Lee BJ, Jang YJ. Bacterial coinfection and antimicrobial resistance in patients with paranasal sinus fungus balls. Ann Otol Rhinol Laryngol 2010;119:406-11. 15. Felisati G, Borloni R, Chiapasco M, Lozza P, Casentini P, Pipolo C. Reply to: the ENT’s role in sinus lift management doesn’t need misleading messages. Acta Otorhinolaryngol Ital 2013;33:47-8. 24. Chiapasco M, Felisati G, Zaniboni M, Pipolo C, Borloni R, Lozza P. The treatment of sinusitis following maxillary sinus grafting with the association of functional endoscopic sinus surgery (FESS) and an intra-oral approach. Clin Oral Implants Res 2013;24:623-9. 16. Valstar MH, Baas EM, Te Rijdt JP, De Bondt BJ, Laurens E, De Lange J. Maxillary sinus recovery and nasal ventilation after Le Fort I osteotomy: a prospective clinical, endoscopic, functional and radiographic evaluation. Int J Oral Maxillofac Surg 2013;42:1431-6. 17. Chiapasco M, Felisati G, Maccari A, Borloni R, Gatti F, Di Leo F. The management of complications following displacement of oral implants in the paranasal sinuses: a multicenter clinical report and proposed treatment protocols. Int J Oral Maxillofac Surg 2009 Dec;38:1273-8. 18. Raghoebar GM, van Weissenbruch R, Vissink A. Rhino-si- 25. Mantovani M, Pipolo C, Messina F, et al. Antral retriever and displaced dental implants in the maxillary sinus. J Craniofac Surg 2011;22:2275-7. 26. Albu S. The double-barrel approach to the removal of dental implants from the maxillary sinus. Int J Oral Maxillofac Surg 2013;42:1529-32. 27. Biglioli F, Goisis M. Access to the maxillary sinus using a bone flap on a mucosal pedicle: preliminary report. J Craniomaxillofac Surg 2002;30:255-9. 57 ildentistamoderno luglio 2014
© Copyright 2024 ExpyDoc