Volume 10, numero 05 Sommario 01.02.2015 Informazione Editoriale La notte della Repubblica Manina d'Italia, di Dario Fo #nottedellonestà L'Africa in fuga Minipost #GalanDimettiti Il ''conflittuccio'' d'interesse del ministro #Boschi I candidati presidenti M5S per le elezioni regionali #SalviniProEuro Il M5S è il terrore delle mafie Le liste #M5S nei comuni nel 2015 Una calcolatrice per i giornalisti del Sole24Ore MoVimento Il candidato presidente del M5S #presidenteM5S La rosa dei 10 candidati #PresidenteM5S Passaparola Passaparola: Le #NuoveTangentopoli, di Piercamillo Davigo Politica Salvatore Borsellino alla #nottedellOnestà #Tsipras, il carro del vincitore Lettera ai parlamentari PD per i candidati alla presidenza della Repubblica #IlPdRisponde Votazioni online per il candidato #PresidenteM5S Verybello.it RISULTATI: Il candidato #PresidenteM5S #MattarellaPresidente, 50 sfumature di grigio "Senatori, Quiriti, ave. La notte è scesa sulla nostra repubblica e nel buio piccoli occhi rapaci spiano le nostre mosse dai loro malvagi covi, tramano scelleratezze. Sono nemici,traditori, assassini, cospiratori, serpi che aspettano il momento opportuno per affondare il loro dente velenoso nel nostro fianco e straziare le nostre carni. Catilina è alle porte e sta radunando schiere di aguzzini che vogliono insieme a lui distruggere, radere al suolo in un attimo ciò che noi abbiamo costruito faticosamente in tutti questi anni, minacciano i nostri focolari domestici, i nostri figli e i figli dei nostri figli, le nostre donne verranno violate, persino le vergini vestali, senza pudore e senza timore degli dei celesti. Io sono qui, oggi, o senatori, in questo giorno di elezioni, per nominare e per proteggere allo stesso tempo Lucio Murena, mio successore, uomo retto, onesto e virtuoso eletto per il volere del popolo, che non si è macchiato di alcuna corruzione ed estorsione e di broglio elettorale. È un’accusa infondata; io stesso ho emanato una legge per sanare Roma dal male del broglio e se esso ci fosse stato, non sarei certo qui a difendere Murena. È forse reato – e qui mi rivolgo a te, o Catone, esempio di somma virtù – andare incontro ai cittadini, invitarli a cena, dare al popolo occasioni di svago, dare il pane e i giochi del circo, il piacere? No. Ma Catone mi incalza con durezza: egli pensa che non sia onesto conquistarsi il favore del popolo con l’esca del cibo o corrompere coi divertimenti. Catone predica una vita semplice, frugale, senza piaceri, ma ricordatevi il destino di Sparta e di Creta: maestri di quel regime di vita semplice non seppero difendere meglio dei romani, che alternano ore di fatica a ore di svago. Roma ha bisogno di un console forte per fronteggiare la minaccia incombente di Catilina, Roma ha bisogno di un uomo che possa risollevare lo stato dalla crisi in cui sta rovinosamente versando, Roma ha bisogno di Lucio Murena." Discorso di 1 Cicerone contro Catone Manina d'Italia, di Dario Fo #nottedellonestà Informazione 25.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); L'intervento integrale di Dario Fo alla notte dell'Onestà "Sarò sincero. Scusate, trovo inutile che noi si faccia giravolte di linguaggio per non ferire eccessivamente il nostro senso di patria e orgoglio civico. Guardiamoci bene in faccia, prendiamo un profondo sospiro e diciamocelo schiettamente: noi siamo un popolo di ladri. Fermi! Ho sbagliato la forma. Secondo le statistiche il numero di furti da noi in negozi, banche, nelle cassette per le elemosine nelle chiese è a un livello del tutto accettabile, anzi, siamo a una media che ci classifica come popolo di furfanti moderati. Ma è nella rapina contro i beni pubblici che siamo a livelli inimmaginabili. L’evasione fiscale, per esempio, è di 180 miliardi di euro l’anno. Ma attenti! Chi concorre con maggior slancio a questa cifra? Quasi esclusivamente il 10% della popolazione: industriali, grandi manager, banchieri, ecc. Insomma, i grandi abbienti. Il restante 90% - è incredibile – paga le tasse. Lavora e paga le tasse. Ma poi ecco l’aggiunta degli scandali. A Venezia, città degli innamorati, qualche mese fa è scoppiato lo scandalo Mose. Cos’è successo? Tanto per cominciare ci sono stati 35 arresti, fra cui il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni e la richiesta d’arresto per l’ex-governatore Giancarlo Galan. Un miliardo di euro è stato bruciato in tangenti e consulenze e la finanza ha sequestrato beni per circa 40 milioni di euro. Il gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, ha dichiarato che gli indagati avrebbero “asservito totalmente l’ufficio pubblico che avrebbero dovuto tutelare, agli interessi del gruppo economico criminale, lucrando una serie impressionate di benefici personali di svariato genere”, e il procuratore aggiunto di Venezia, Nordio, ha detto che il giro di mazzette è stato “più complesso e sofisticato di Tangentopoli”. Che grande popolo che siamo, riusciamo sempre a superare noi stessi! Ma spostiamoci a Milano, dove un altro grande scandalo, quello dell’Expo, è stato definito dal Financial Times analogo a quello che aveva abbattuto il potere politico italiano nei primi anni ’90. Come a Venezia, anche in questo caso si sono trovati coinvolti nell’inchiesta politici sia di destra che di sinistra. Anche nella corruzione, si sa, va rispettata la par condicio! Si è parlato addirittura di una cupola criminale che si spartiva bellamente gli appalti per la costruzione degli impianti per l’esposizione universale del 2015. E volete sapere a quanti anni di carcere sono stati condannati i protagonisti di questa immensa ruberia di Stato? Ebbene, la pena massima è stata di tre anni e quattro mesi! Cioè a dire che sono stati liberati immediatamente. Non parliamo poi delle infiltrazioni mafiose presenti da anni ormai in Lombardia e in tutto il Nord Italia. Pensate che nel novembre scorso la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha arrestato nel corso di una sola operazione ben quaranta persone coinvolte negli affari della criminalità organizzata. Ma per il gran finale eccoci a Roma, dove circa due mesi fa è esploso lo scandalo detto di Mafia Capitale. Salve a voi, romani! Giulio Cesare. La polizia, con l’operazione Mondo di mezzo, ha arrestato 37 persone per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio di denaro e altri reati. Dio, che città stracolma di fantasia! Insomma, ci troviamo di fronte a una vera e propria orgia di scandali e ruberie, con assessori, consiglieri, faccendieri, sindaci e funzionari in genere che fanno a gara per aggiudicarsi la palma di ladro migliore d’Italia, dove la concorrenza, si sa, è spietata. Ma scusate, fermiamoci un attimo. Non trovate che questa sia una coincidenza a dir poco curiosa? Esplode uno scandalo di tangenti e corruzione che sembra far vacillare i potenti e tutta la casta al completo, e immediatamente ecco che sempre in Italia ne scoppia un altro dello stesso livello se non ancora più stupefacente. Sembra quasi fatto apposta perché la gente si scordi dei vari scandali grazie all’esplosione immediata di altri scandali sempre più gravi e spudorati che all’istante attraggono l’attenzione del pubblico, di modo che tutto si perda in un grido generale di “al ladro, al ladro!” che ormai non è più rivolto contro qualcuno in particolare, è generico, così che alla fine in galera non ci va nessuno. È la stessa tecnica che usano i borsaioli sugli autobus e sui tram. Non ve ne siete accorti? Qual’è questa tecnica? Semplice. Un ladro ruba un portafoglio, il derubato se ne accorge e all’istante si mette a gridare: “Il portafoglio, qualcuno mi ha rubato il portafoglio!”. Tutti si guardano intorno per cercare di individuare il malfattore, ma ecco che una signora urla improvvisamente: “Aiuto! La mia borsetta, mi hanno portato via la borsetta!”. E un altro: “La mia valigetta! Era piena di mazzette! No questo non dovevo dirlo...”. Si aprono le portiere e tutti si mettono a gridare: “Eccolo là! È quello il ladro! No, è quello lì! Prendetelo, arrestatelo, chiamate la polizia, al ladroooooo!”. E così tutto viene distrutto dalla messa in scena, dalla rappresentazione, come dire dal teatro. Le situazioni si susseguono con un ritmo tale che non si riesce a stargli dietro, ogni truffalderia viene assorbita, dimenticata. E dietro a queste vere e proprie operazioni pubblicitarie, non dimentichiamolo, c’è sempre il governo, che con maneggi vari e manovre sottobanco, riesce a far passare sotto silenzio le situazioni che rischierebbero di metterlo in imbarazzo. Salta fuori nel testo di una legge una postilla infilata all’ultimo momento che stranamente sembra fatta apposta per risolvere i problemi di un certo condannato alla galera per frode fiscale che così potrebbe di nuovo tornare in politica? Ed ecco che all’immediata il presidente del consiglio gridò: “Niente paura, è tutto 2 regolare, ce l’ho messa io! È mia la manina”. “Ah beh, allora è tutta un’altra cosa! Abbiamo un presidente manina! Evviva la manina! Manina d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, dov’è la vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Silvio Iddio la creò”." Dario Fo #GalanDimettiti Minipost 26.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Vi sembra normale che un politico arrestato per corruzione sia ancora in carica e prenda lo stipendio pagato coi nostri soldi? A noi e a tutti i cittadini onesti no! Eppure nella villa alle nostre spalle è detenuto Giancarlo Galan, ex governatore della regione Veneto, ancora in carica e stipendiato come presidente della commissione Cultura. Per questo anche in Veneto abbiamo organizzato la #NotteDellOnestà. Pullman di attivisti da ogni angolo della regione sono giunti a Cinto Euganeo per dire a gran voce: "Galan Dimettiti!". Il giorno prima, i nostri portavoce alla Camera hanno presentato un emendamento per bloccare lo stipendio ai parlamentari condannati. Il partito del Nazareno (Pd e Forza Italia), l'ha respinto! Facciamo risuonare la voce della gente onesta, unitevi al nostro coro da tutta Italia: #GalanDimettiti." Jacopo Berti, candidato presidente del Veneto per il M5S Salvatore Borsellino alla #nottedellOnestà Politica 26.01.2015 Passaparola: Le #NuoveTangentopoli, di Piercamillo Davigo Passaparola 26.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Estratto dell'intervento di Salvatore Borsellino alla notte dell'Onestà in piazza del Popolo a Roma "Anche se so che sarò criticato perché ho sempre detto che il mio movimento delle agende rosse non deve essere avvicinato a nessun partito, e continuo a dirlo, qui sono tra amici. Sono stati i meetup ad invitarmi in ogni parte d'Italia per darmi una voce che l'informazione non mi dava. Perchè? Perché io cominciavo a dire che via d'Amelio era stata una strage di Stato e queste cose nel nostro Paese non si possono dire.[...] Paolo Borsellino è stato eliminato per portare avanti quella Trattativa Stato Mafia di cui poi per 20 anni politici di destra e di sinistra hanno continuato a pagare le cambiali e ancora oggi le pagano. Ancora oggi si tratta per il presidente della Repubblica con un criminale condannato ai servizi sociali. Il silenzio sulla trattativa durato per 20 anni è una cosa estremamente grave, quanto la trattativa, che oggi è venuta alla luce.[...] Quello che sta avvenendo nel nostro Paese fa sì che ancora una volta non ci verrà dato il diritto di voto e decidere noi le persone che ci devono governare. Io ricordo quando Violante disse "noi non faremo mai la legge sul conflitto di interessi". Quella era una dichiarazione di una trattativa, di un accordo tra quella che chiamavano destra e quella che chiamavano sinistra. E adesso non stanno facendo altro che far passare le stesse riforme che Berlusconi non era riuscito a far passare. Io spero che non ci dovrà toccare per un altro settennato di avere un Presidente della Repubblica come questo che c'è stato che è stato il peggior presidente della nostra Storia, messo in quel posto solo per garantire il silenzio sulla Trattativa. E anche questa volta, da questa piazza non posso fare altro che alzare il mio grido: resistenza! Resistenza! Resistenza!" Salvatore Borsellino 3 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Nicola Morra ha intervistato il giudice Piercamillo Davigo sul tema della corruzione e della legalità Test di integrità per scoprire i corrotti Morra: Allora giudice, nel '92 inizia mani pulite. Da allora voi come magistrati avete fatto un lavoro notevolissimo e pur tuttavia ancora non si è riusciti a estirpare la corruzione, soprattutto nei pubblici uffici. Qual è a sua avviso la causa di tutto ciò? E come si può intervenire per sradicare del tutto? Davigo: La ragione principale è che l'attività della politica degli ultimi anni non è stata quella di rendere più difficile commettere reati di corruzione, ma è stata quella di rendere più difficili le indagini sulla corruzione, sono state cambiate le norme (a favore degli autori dei reati!); sono state azzerate le prove acquisite e sono stati introdotti vari ostacoli. E' evidente quindi che se si rende più difficile la repressione della corruzione, è ovvio che aumentino i casi di corruzione stessa e diminuiscano le condanne, che è esattamente quello che è accaduto in Italia. Oggi la situazione rischia di essere fuori controllo: il numero dei fatti, la loro gravità, l'alto numeri di persone coinvolte in questi fatti, richiede strumenti straordinari. Io sono convinto che la soluzione o una delle soluzioni, potrebbe essere quella di introdurre quello che gli anglosassoni definiscono il “test di integrità”, cioè le operazioni sotto copertura in questa materia. Negli Stati Uniti io mi sono sentito fare questa osservazione: “Ma voi in Italia fate le indagini sulla corruzione?” E alla mia risposta affermativa mi hanno detto: “Ma no, ma è troppo difficile.” E allora io sorpreso, chiesi: “Ma perchè voi non intervenite? Li lasciate rubare?” e loro, di tutta risposta: “No, noi facciamo il test di integrità. Significa che subito dopo le elezioni mandiamo la polizia sotto copertura a offrire denaro agli eletti e quelli che li prendono vengono arrestati. Per cui a ogni elezione ripuliamo la classe politica”. E' una soluzione che potrebbe essere ancorata magari a elementi indiziali già forti, come per esempio la sperequazione fra i redditi e i tenori di vita, per essere sicuri di andare a individuare persone che già sono sospettabili. Mose, Expo, MafiaCapitale: le nuove tangentopoli Morra: Quindi test di integrità e massima trasparenza possibile. L'idea di un politometro poteva anche essere efficace. Io sono convinto per esempio che tutti gli ufficiali pubblici debbano dar conto di quello che guadagnano e consumano. Giudice però con gli scandali degli anni 90 che hanno funestato la partitocrazia dell'epoca ci fu una reazione popolare molto feroce, indignata. Io ricordo molto bene che tantissimi italiani seguivano giornalmente i collegamenti con la procura di Milano perchè volevano aver notizia. Adesso invece sembra che MOSE, EXPO, MafiaCapitale, siano seguiti quasi con distrazione perchè quasi ci si è fatti l'idea che queste patologie siano inestirpabili dal costume italico. Le sembra corretta questa analisi? E' come se ci fossimo assuefatti? Davigo: Io credo che più che assuefatta l'opinione pubblica sia rassegnata, nel senso che essendo state vanificate molte volte le speranze di un miglioramento della situazione, ritenga inevitabile ciò che sta accadendo. Però bisogna tener presente che uno dei problemi principali che scoraggia gli investimenti dall'estero che determina il malfunzionamento della pubblica amministrazione sono il crimine organizzato e la corruzione. Se l'Italia non affronta questi due problemi drammatici non uscirà mai dalla situazione di difficoltà in cui si trova, anche nei rapporti con gli altri paesi. Non dobbiamo mai dimenticare che al contrario di quello che si è raccontato per diverso tempo, l'Italia non è affatto un paese insicuro, però ha due forme molto gravi di criminalità: uno è il crimine organizzato, l'altra è la devianza delle classi dirigenti che in queste misure sono tipiche solo dell'Italia. Noi esportiamo criminalità organizzata in altri paesi che ce l'hanno perchè l'abbiamo portata noi. Così come in altri paesi per atti di gravità infinitamente minore rispetto a quelli che ogni sera apprendiamo dai notiziari televisivi, le persone vengono costrette alle dimissioni. Da noi restano al loro posto fino a quando non vengono i carabinieri a prenderli! Le norme anticorruzione non esistono Morra: Giudice un'ultima domanda. Da circa nove mesi il cosiddetto pacchetto anticorruzione giace in Senato, ogni tanto viene ripreso, ogni tanto poi viene bloccato e di fatto le aspettative relative all'approvazione di nuove norme che con vigore contrastino la corruzione vengono puntualmente deluse. Di cosa c'è necessità, anche, per esempio, a livello parlamentare? Come si può fare per far sì che il paese si doti di norme certe? Anche perchè gli ultimi avvenimenti di natura parlamentare e ministeriale raccontano di manine che introducono norme, come dire... “opinabili”, rimanendo sull'eufemismo... Davigo: Anche qui io credo che se ci fosse una maggiore sensibilità da parte dei parlamentari, soprattutto alle pressioni che vengono dalla comunità internazionale, la quale da molto tempo chiede all'Italia di fare pulizia della sua classe dirigente e ci chiede l'attuazione delle convenzioni internazionali che l'Italia ha sottoscritto, a cominciare da quella dell'OCSE sulla corruzione transnazionale, a quella dell'ONU sulla corruzione, da quella del Consiglio d'Europa sempre sulla corruzione, di introdurre una serie di normative che riducano il fenomeno a fisologia, dando per scontato che la situazione italiana non è affatto fisiologica. Del resto negli indici di percezioni siamo agli ultimi posti in Europa. L'importanza della cultura Morra: Quindi da questo punto di vista dobbiamo sperare che l'Europa rappresenti una via d'uscita e non una causa di ulteriore aggravamento della situazione. Un ultimissimo quesito, di natura... cultural-morale: lei che per tanti anni ha dedicato la vita all'amministrazione della giustizia, cosa pensa si possa e si debba fare in termini di investimenti culturali per far fare al nostro paese questo benedetto “salto di qualità”? Perchè io noto che proprio in termini di percezione della corruzione e anche dell'effettività delle norme noi anche nelle piccole cose siamo ormai rassegnati a veder sempre chi evade la norma, chi viola la norma a farla franca. C'è proprio un atteggiamento diffuso. Davigo: C'è un problema molto serio che riguarda anche le istituzioni scolastiche. Io racconto sempre che pur essendo andato alle scuole elementari in un piccolo comune della provincia di Pavia dove sono nato, alle scuole elementari ho ricevuto una formazione culturale di tipo mafioso, perchè quando il maestro usciva di classe, lasciava al capoclasse l'incarico di segnare sulla lavagna i buoni e i cattivi. Il capoclasse andava alla lavagna a tirare una riga, scriveva i buoni e i cattivi sottolineati, solo sulla base di rapporti clientelari: chi gli dava il cioccolato, chi gli dava gli pallone, cose di questo genere. I cattivi non li segnava mai. Se qualcuno esagerava nel fare baccano, dopo averlo richiamato varie volte, cominciava a scrivere le prime lettere del cognome dei cattivi e immancabilmente dai banchi arrivava il grido "SPIA"! Ora, quando si è spia? Si è spia rispetto al nemico invasore, si è spia rispetto al tiranno. Non si è spia rispetto alla legittima autorità del proprio paese. Nessuno di noi aveva mai dubitato che il maestro fosse investito di legittima autorità. E che anche il capoclasse, ancorchè fetente, fosse investito di legittima autorità per delega del maestro. Ma in quel contesto il grido “spia” diventava apologia dell'omertà che è uno dei pilastri fondanti della cultura mafiosa. Cioè non importa che quello sia davvero cattivo, tu non lo devi scrivere. C'è però di più e di peggio. Sono stato ovviamente studente anche io e ho dovuto verificare sula base dei miei ricordi che era vero quello che diceva l'onorevole Andreatta e cioè che la scuola italiana crea pessimi studenti abituati a coalizzarsi fra di loro a danno dell'insegnante e in prospettiva saranno pessimi cittadini perchè il rapporto insegnate-studenti è metafora del rapporto Stato-cittadini. Una volta negli Stati Uniti mi hanno raccontato una cosa a cui ho stentato a credere. E allora mi hanno portato in una scuola per convincermi che era vero. La cosa a cui non ero disposto a credere era che gli insegnanti dessero esercizi da fare a casa a tempo. Per cui gli studenti andavano a casa, mettevano il contaminuti e allo scadere del tempo smettevano di fare l'esercizio che stavano facendo e tornavano a scuola il giorno dopo con il compito al punto in cui erano arrivati. Ora, andai in questa scuola e la prima cosa che mi colpì fu lo stupore di insegnanti e studenti per la mia incredulità, cioè non riuscivano a capire perchè io non volessi credere a una cosa che per loro era ovvia. E poi mi hanno spiegato perchè funzionava così, dopo che io dissi a loro guardate che da noi non è così, se a noi viene data una ricerca da fare a casa vengono mobilitati parenti e affini fino al quindicesimo grado per far fare una bella ricerca allo studente. E mi spiegarono che da loro nessuno copia. Se qualcuno non sa una cosa si alza e chiede spiegazioni 4 all'insegnante. Al mio stuopore mi spiegarono che questo accade, intanto perchè non c'è il valore legale del titolo di studio e quindi non conta ciò che uno è ma ciò che uno sa, ma soprattutto gli esami importanti nella vita non sono come da noi quelli di uscita da un ciclo scolastico, ma quelli di entrata e di ammissione al ciclo scolastico successivo. Esami che gli studenti faranno davanti a persone che non hanno mai visto. In quel contesto l'insegnante è l'allenatore che li prepara alle prove vere che faranno davanti a qualcun'altro. Ingannare non ha alcun senso. Io non so se la loro scuola sia migliore della nostra, magari no, non è questo. Ma la loro scuola insegna la lealtà. La nostra insegna la furbizia. Morra: anche da questo punto di vista c'è molto da lavorare. Giudice, la ringrazio. Lettera ai parlamentari PD per i candidati alla presidenza della Repubblica Politica 27.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); immagine: il Parlamento in seduta comune per l'elezione del presidente della Repubblica Ieri sera Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno inviato la seguente lettera a tutti i parlamentari PD "Cara/Caro parlamentare del Partito Democratico, le chiediamo, dopo averlo chiesto al presidente del suo partito, di esprimere le sue preferenze per i candidati alla presidenza della Repubblica. I nomi proposti dai parlamentari del Pd saranno votati dagli iscritti al M5S on line nei prossimi giorni. Rendere pubblica una rosa dei nomi crediamo sia un esercizio di democrazia oltre che un ponte tra forze democratiche e un obbligo di trasparenza verso i cittadini. Il presidente della Repubblica deve essere espressione del Parlamento e non di trattative tra poche persone, chiunque esse siano, così come vuole lo spirito della Costituzione. Crediamo che una elezione nei primi tre turni con la partecipazione delle forze di opposizione e alla luce del sole sia un modo per dare autorevolezza al prossimo presidente della Repubblica come rappresentante di tutta la Nazione e per non confinarlo alla qualifica di “nominato”. Aspettiamo una sua eventuale risposta a questa mail. Cordiali saluti." Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio PS: Domani (mercoledì 28 gennaio 2015) dalle 10 alle 19 si terranno le votazioni sul sistema operativo del M5S per scegliere il candidato presidente per il MoVimento 5 Stelle per le regioni Campania, Marche, Liguria, Toscana, Puglia e Umbria. Si diffidano i Meetup e gli eletti del Movimento 5 Stelle dall'indicare singoli candidati nelle loro comunicazioni Il ''conflittuccio'' d'interesse del ministro #Boschi #Tsipras, il carro del vincitore Minipost 27.01.2015 Politica 27.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Ormai è chiaro che in tema di conflitti di interessi Renzi e il suo governo hanno ben poco da invidiare al grande maestro, l'ex Cavaliere di Arcore. Ora si scopre che il ministro Boschi è anche azionista della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, istituto che ha fatto un balzo del 66% in Borsa per effetto degli annunci trapelati, a mercati aperti, da Palazzo Chigi sulla riforma delle maggiori banche regolate dal voto capitario. Non bastava sapere che papà Boschi è vicepresidente della Popolare dell'Etruria, intermediario del credito presso cui lavora pure il fratello del ministro delle Riforme. Adesso si scopre, dunque, che esiste anche un interesse formale diretto, seppur piccolo, della giovane Maria Elena nell'istituto. E pensare che Boschi non si è neppure astenuta dal voto nella seduta del Cdm del 20 gennaio che ha approvato il decreto di riforma delle popolari. Non ha nemmeno salvato ipocritamente la forma e ha finito per fare peggio di Berlusconi che, da premier, ogni tanto si alzava e usciva dal Consiglio dei ministri quando si decideva qualcosa sui suoi affari privati. Noi abbiamo già annunciato un esposto a Consob sulle fughe di notizie che hanno sconvolto la Borsa sul finire della settimana scorsa. Adesso faremo in modo che il governo venga a rispondere in Parlamento di questo modo protervo e arrogante di trattare le commistioni tra la cosa pubblica e gli interessi privati." M5S Parlamento 5 --> googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore (Ennio Flaiano) Post di Alessandro Di Battista "E' divertente vedere come in Italia siano saliti tutti sul carro di Tsipras: da Renzi a Pittella (fino a prova contraria vice presidente del Parlamento di quell'UE responsabile del massacro greco), Vendola, Civati, Fassina fino ad arrivare all'indagato per mafia Alemanno. Tutti a cercare di sfruttare l'impresa di chi, con la grande vittoria elettorale di ieri, prende le macerie di un paese distrutto, sacrificato sull'altare di Bruxelles per tenere in vita l'euro. Dopo tre anni di “salvataggio” della Troika, in Grecia non esiste più una sanità, una classe media, una minima protezione sociale; per i pochi che lavorano (25% di disoccupazione e 50% di quella giovanile) i salari sono perlopiù quelli a cui aspira Renzi con il suo Jobs Act. Dai 300 ai 450 euro! Secondo uno studio recente della Commissione bilancio del Parlamento greco tre cittadini su cinque hanno superato la soglia di povertà. Tre anni di Troika e il paese è, in poche parole, uscito dal primo mondo sviluppato e il tutto per permettere alle banche dell'Europa del nord di riprendere i loro crediti. Il trionfo di Tsipras Ieri Alexis Tsipras ha trionfato. Il suo partito Syriza, un aggregatore democratico di diversi movimenti e anime dal basso, è stato dal 2011, l'anno dell'arrivo della Troika al governo del paese, il punto di riferimento della protesta popolare contro le privatizzazioni selvagge, la distruzione del Welfare State e l'annullamento totale dei diritti sociali nel paese. Syriza ha potuto esserlo perché aveva una prerogativa fondamentale dalla sua: il potersi relazionare con le persone con la credibilità di chi non aveva mai governato nel paese e di chi non era mai sceso a compromessi con quelle logiche corporativo finanziarie che governano in Europa e che hanno distrutto la Grecia, così come gli altri paesi dell'Europa del Sud. E' patetico il tentativo di sfruttare la vittoria di Tsipras da parte di chi non rappresenta più nulla della società civile italiana dopo decenni di potere e commistioni con quelle stesse logiche. Nel suo programma Syriza ha sviluppato alcuni punti chiave importanti, in particolare la rinegoziazione e condivisione del debito attraverso gli eurobond e un grande piano di investimenti attraverso la EIB. Più o meno quello che il Movimento Cinque Stelle aveva portato avanti per le scorse elezioni europee. Il futuro dell'Europa Speriamo che - come noi - anche Tsipras si renderà presto conto che Draghi (Bce), Juncker (Commissione europea) e Lagarde (Fondo Monetario Internazionale) – Troika – non hanno in mente quel futuro per la Grecia e l'Europa. Berlino, Bruxelles e Francoforte lo hanno chiarito in tutte le decine di lingue che si usano nell'Unione Europea. E basti pensare, come dimostrazione più emblematica, che nelle misure di Quantitative Easing annunciate da Draghi giovedì scorso c'era già indicato il ricatto studiato a tavolino dalla Bce in caso di vittoria di Syriza in Grecia. Scrive in una nota Societé Générale: “la condizione è che i paesi mantengano il programma in corso con l'UE / FMI. Ciò suggerisce che la mancata estensione del programma greco attuale che scade alla fine del mese di febbraio escluderebbe la Grecia da qualsiasi programma di acquisto di asset". O Tsipras si piegherà alle rigorose condizioni della Troika e tradirà il suo programma elettorale, dunque, o l'acquisto dei titoli del debito pubblico per la Grecia non varrà. Alla prima riunione con la Troika, il nuovo governo Syriza si ritroverà dunque di fronte ad un bivio: non tradire il suo elettorato e portare avanti il suo programma, o chinare la testa come hanno fatto, prima di lui, Papandreou e Samaras con il “Memorandum”. Nel primo caso non ci potrebbe essere altra alternativa che il default e l'uscita dall'euro, con la ripresa di una politica valutaria, monetaria e fiscale sovrana. Il secondo, al contrario, sarebbe un tradimento verso tutte le popolazioni dell'Europa del sud. Un altro vassallo della Troika al potere ad Atene sarebbe un grave colpo per la battaglia di libertà, civiltà e democrazia di tutti i partiti critici dell'attuale architettura istituzionale europea nel resto dell'Europa del sud. Parliamo solo di quei partiti, come il caso di Syriza, non delegittimati da anni di potere e di compromessi con le lobby corporativo-finanziarie, protagoniste politiche dominanti oggi. Chi ha partecipato a distruggere il continente ed ora per opportunità politica si dichiara un pentito di circostanza non ha più nessuna credibilità tra le popolazioni. Se vuole essere l'inizio di un cambiamento reale di civiltà e democrazia, Tsipras ne tenga conto nella scelta dei suoi interlocutori." Alessandro Di Battista PS: Domani (mercoledì 28 gennaio 2015) dalle 10 alle 19 si terranno le votazioni sul sistema operativo del M5S per scegliere il candidato presidente per il MoVimento 5 Stelle per le regioni Campania, Marche, Liguria, Toscana, Puglia e Umbria. Si diffidano i Meetup e gli eletti del Movimento 5 Stelle dall'indicare singoli candidati nelle loro comunicazioni Cerca il banchetto per firmare contro l'euro più vicino a te cliccando su questa mappa: PPS: Il tuo contributo per il referendum sull'uscita dall'euro è importante: - organizza il tuo banchetto e segnalalo su questa mappa (che sarà in continuo aggiornamento) scarica, stampa e diffondi i volantini informativi (1. Motivi per uscire dall’euro 2. Domande Frequenti sull’euro) - fai conoscere a tutti i tuoi contatti questo nuovo sito sul referendum http://www.beppegrillo.it/fuoridalleuro #IlPdRisponde Politica 27.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Le prime risposte dei parlamentari del pd alla richiesta di una rosa di nomi per la presidenza della Repubblica sono arrivate. Si riportano in modo integrale le mail relative a "Lettera ai parlamentari PD per i candidati alla presidenza della Repubblica" ringraziandoli per l'attenzione. Civati Giuseppe: Caro Beppe, caro Gianroberto, ho scritto questa lettera al gruppo del Pd. La condivido anche con voi. Esposito Stefano: Vai a zappare la vigna caro Beppe Mineo Corradino: Qualora ci fosse una significativa convergenza, fin dalla prima votazione sosterrei Romano Prodi. Cordialmente Monaco Franco: Cari Grillo e Casaleggio, non ho difficoltà a comunicare a voi, come ho sempre fatto in pubblico e in privato, che la mia preferenza va a Romano Prodi e che spero di avere modo di proporlo anche al mio partito. A mio avviso, Prodi è un galantuomo e soprattutto è la personalità più autorevole e con il più elevato standing internazionale di cui dispone il nostro paese. Sono d'accordo sulla circostanza che, delle candidature, si dovrebbe potere discutere con trasparenza in pubblico. Tuttavia, non vogliatemene, non capisco perché i vostri rappresentanti in parlamento si sottraggano al confronto con la delegazione del PD. Rampi Roberto: Rispondo a voi come a tutti i cittadini che mi scrivono. Anche se mi domando il senso di questa vostra iniziativa che avrebbe un senso diverso se fosse venuta dai colleghi parlamentari grandi elettori. Io credo che non abbia senso una mia indicazione individuale, ne' un voto che non mi è chiaro a chi sarebbe aperto viste le regole con cui è possibile votare sul sito del Movimento. Penso che una delegazione del Movimento dovrebbe partecipare come sempre in passato agli incontri con il PD. Da questi momenti di confronti di certo emergeranno dei nomi che con maggior autorevolezza potranno essere sottoposti a un parere dei vostri militanti. Diversamente potreste raccogliere un orientamento come sto facendo sui nomi principali che circolano in queste ore. Zampa Sandra: (1) Caro signor Grillo, caro dottor Casaleggio, ho avuto l'onore di lavorare con il Professor Prodi fin dai giorni della sua candidatura alla presidenza del consiglio nel 2006. Sono stata in seguito la sua portavoce. Ho conosciuto la sua fatica e il suo impegno per l'Italia, per ridurre le disuguaglianze, per creare lavoro e crescita, per riformare, migliorandolo, il paese. So quanto è stimato e conosciuto all'estero. Conosco la sua onestà e la sua autonomia dai poteri. Il suo rispetto per 6 le istituzioni. Che vuole che le risponda? Per me è Prodi. Cordiali saluti (2) Ad integrazione della precedente preciso di non avere informato il professor Prodi della mia proposta relativa al suo nome. Come è noto il Professore, per parte sua, desidera essere lasciato fuori dalla partita del Colle. Ho accolto l'invito da voi rivolto ai parlamentari del Pd nella convinzione che sia corretto coinvolgere tutte le forze politiche presenti in Parlamento nella elezione del presidente della repubblica e che debba essere accolta la vostra richiesta di partecipare alla dinamica democratica. Rinnovo i saluti Il candidato presidente del M5S #presidenteM5S I candidati presidenti M5S per le elezioni regionali La rosa dei 10 candidati #PresidenteM5S MoVimento 28.01.2015 Minipost 28.01.2015 MoVimento 28.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Che il M5S intenda contribuire all’elezione di un Presidente della Repubblica espressione della maggioranza degli italiani, è fuor di dubbio. Il 22 gennaio scorso abbiamo chiesto a Renzi una rosa di nomi da poter sottoporre ai nostri iscritti. Non si è degnato di rispondere. Neppure ha risposto ad una Piazza del Popolo gremita che chiedeva il rispetto dello spirito dei nostri padri costituenti. A quel punto, non ritenendo più Renzi un interlocutore affidabile, ci siamo rivolti ai parlamentari del PD, molti dei quali alla prima legislatura. Silenzio assoluto. Pensando che il loro timore di esporsi fosse insuperabile, abbiamo chiesto, tramite mail, la libera espressione della loro volontà. Fare i nomi è un esercizio di democrazia! Dai 400 parlamentari del PD, ci sono arrivate cinque risposte più un “invito a zappare la vigna”. L’unico nome che hanno indicato è stato quello di Romano Prodi. Abbiamo offerto ai parlamentari del PD un percorso lineare e trasparente per arrivare ad un nome condiviso. Salvo rare eccezioni ci hanno ignorati. Abbiamo aspettato diversi giorni nel cercare di dialogare con un partito chiuso a riccio in cui il loro segretario ha deciso di votarsi il Presidente della Repubblica insieme a Berlusconi al quarto scrutinio. A questo punto spetta a noi, cittadini dentro e fuori le Istituzioni, indicare un nome. La modalità che abbiamo scelto (un solo passaggio sulla rete) è conseguenza dei giorni perduti ad attendere invano un segnale dal PD. Oggi alle ore 9.00 l’assemblea dei parlamentari del M5S si riunirà. I portavoce discuteranno di nomi e profili del Presidente della Repubblica. Lo faranno in streaming per dare a tutti gli iscritti spunti ed elementi per valutare. Dall’assemblea del gruppo parlamentare uscirà una rosa di nomi che, con l’aggiunta di Romano Prodi, verrà messa in votazione sul blog. Questo perché riteniamo di dover onorare l’impegno preso con i parlamentari del PD attraverso l’email inviatagli. Gli iscritti potranno esprimere una preferenza tra la rosa di nomi proposta. Il candidato che otterrà più voti sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio. Informiamo gli iscritti che, in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento decideremo come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog. Questo è stato ed è il percorso del M5S per l’elezione del Capo dello Stato. Un percorso lineare e responsabile." M5S Camera e Senato googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Alle 19 di oggi mercoledì 28 gennaio si sono chiuse le votazioni per i candidati presidente del M5S per le elezioni regionali in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Umbria. In Campania hanno partecipato alla votazione in 3.765, in Liguria in 1.502, nelle Marche in 1.485, in Puglia in 3.034, in Toscana in 2.505 e in Umbria in 904. I candidati presidenti del M5S Campania: Ciarambino Valeria Liguria: Salvatore Alice Marche: Maggi Giovanni Puglia: Laricchia Antonella Toscana: Giannarelli Giacomo Umbria: Alunni Laura Guarda i dettagli dei risultati. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato! 7 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); >>> Le votazioni online degli iscritti per la scelta del candidato presidente della Repubblica del M5S inizieranno domani 29 gennaio alle ore 9 e termineranno alle 14 in quanto alle 15 è prevista la prima votazione in Parlamento. La diretta streaming delle votazioni del Presidente della Repubblica dall'aula della Camera sarà trasmessa sul Blog e su LaCosa Dall’assemblea del gruppo parlamentare è uscita una rosa di nomi che, con l’aggiunta di Romano Prodi, verrà messa in votazione sul blog domani. Questo perché riteniamo di dover onorare l’impegno preso con i parlamentari del PD attraverso l’email inviatagli. Gli iscritti potranno esprimere una preferenza tra la rosa di nomi proposta. Il candidato che otterrà più voti sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio. Informiamo gli iscritti che, in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog. La Rosa dei 10 candidati in ordine alfabetico Pierluigi Bersani Raffaele Cantone Lorenza Carlassare (non sarà nella rosa dei candidati per la votazione online di domani in quanto ha declinato la candidatura) Nino Di Matteo Ferdinando Imposimato Elio Lannutti Paolo Maddalena Romano Prodi Salvatore Settis Gustavo Zagrebelsky PS: sono pervenute altre due mail da altrettanti parlamentari del Partito Democratico, ma fuori tempo e non è stato possibile pubblicarle #SalviniProEuro Minipost 29.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Caro Salvini, prima volevi fare un referendum per uscire dall’euro per raccattare due voti, oggi che il M5S ha avviato le firme per una legge di iniziativa popolare per approdare a un referendum consultivo il referendum non si può più fare. Salvini non sa o fa finta di non sapere che il referendum proposto dal M5S è identico al referendum consultivo del 1989 che diede un mandato costituente al Parlamento europeo, infatti prevede una legge costituzionale ad hoc da far approvare in Parlamento: quella per cui stiamo raccogliendo le firme nei banchetti di tutta Italia. Informati caro Salvini, informati e spara meno balle e cerca di uscire dall’euro con i fatti e non con gli slogan. Votazioni online per il candidato #PresidenteM5S RISULTATI: Il candidato #PresidenteM5S Politica 29.01.2015 Politica 29.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Oggi si vota online per il candidato alla Presidenza della Repubblica del Movimento 5 Stelle dalle 9.00 alle 14.00 (per finire prima dell'inizio della votazione in Parlamento). Dall’assemblea del gruppo parlamentare è uscita una rosa di nomi che è in votazione oggi. A questa rosa è stato aggiunto Romano Prodi perche' riteniamo di dover onorare l'impegno preso con i parlamentari del PD attraverso l'email inviatagli. Dopo che Lorenza Carlassare ha declinato la candidatura la rosa completa di nove nomi è la seguente: Pierluigi Bersani Raffaele Cantone Nino Di Matteo Ferdinando Imposimato Elio Lannutti Paolo Maddalena Romano Prodi Salvatore Settis Gustavo Zagrebelsky Puoi esprimere una preferenza tra la rosa di nomi proposta da questo link: https://sistemaoperativom5s.beppegrillo.i t/ Il candidato che otterrà più voti sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio. Ti informiamo che, in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog. googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); >>> A partire dalle 09.30 del 30 gennaio La Cosa con una diretta speciale continuerà a seguire le Elezioni del Presidente della Repubblica insieme ai Portavoce M5S che hanno deciso di coinvolgere gli italiani commentando e spiegando loro i fatti salienti di queste lunghe giornate! Lo streaming sarà trasmesso qui: http://bep.pe/SpecialePresidenziali. Riguarda tutti gli interventi di oggi. Ferdinando Imposimato con il 32%, secondo Romano Prodi con il 20%, terzo Nino Di Matteo con il 13%. Il dettaglio dei risultati: Ferdinando Imposimato, 16.653 voti Romano Prodi, 10.288 Nino Di Matteo, 6.693 Pierluigi Bersani, 5.787 Gustavo Zagrebelsky, 5.547 Raffaele Cantone, 3.341 Elio Lannutti, 1.528 Salvatore Settis, 1.517 Paolo Maddalena, 323 Ferdinando Imposimato sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio. Ti informiamo che, in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog. 8 Il M5S è il terrore delle mafie Minipost 30.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Quando il M5S ottiene grandi risultati elettorali le famiglie e i gruppi malavitosi vanno in tilt. Dalle intercettazioni in Emilia-Romagna si legge questo virgolettato fra 'ndranghetisti dopo la vittoria del M5S a Parma nel 2012: "C'è stato un terremoto, i comici si sono presi la città!" . Lo stesso emerse dalle intercettazioni su Mafia Capitale del 2103, quando i Buzzi e i Carminati dichiaravano: "Grillo ha distrutto il PD, così noi non ci stiamo più". Ricordiamo poi le minacce di Cosa Nostra a Grillo con la lettera indimitatoria recapitata a Palermo al Pm Di Matteo il 2 aprile 2013 con la frase 'niente comici e froci al governo'. È evidente, e crediamo sia doveroso sottolinearlo, che Il Movimento 5 Stelle con la sua azione politica urta i nervi delle cosche mafiose, altri partiti o movimenti politici no. Un motivo ci sarà. Se ne prenda atto. Occorre proseguire sulla strada di candidare ed eleggere nelle istituzioni solo persone incensurate e al di sopra di ogni sospetto e rifiutare logiche di scambio politico-mafioso, combattendo ogni giorno al fianco della magistratura, le forze dell'ordine e delle associazioni della società civile impegnate ogni giorno contro il cancro delle mafie e della corruzione e la loro mentalità perversa che distrugge il tessuto sociale delle nostre comunità. Un impegno, quello del M5S, che in quella che è poi sfociata nell'inchiesta 'Aemilia' si è tramutato in anni di denunce, esposti e interrogazioni parlamentari e nei consigli comunali e regionali con 'nomi e cognomi' verso chi è stato poi puntualmente arrestato ieri: dal consigliere forzista Giuseppe Pagliani, ai boss Grande Aracri e Sarcone, agli imprenditori Augusto Bianchini e Giuseppe Iaquinta. Lunga vita ai comici! Una risata seppellirà l'odio delle mafie!" M5S Parlamento Le liste #M5S nei comuni nel 2015 Minipost 30.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Le liste civiche delle città che vogliono partecipare con il simbolo del Movimento 5 Stelle nella primavera del 2015 sono invitate a inviare la richiesta di certificazione seguendo la procedura che può essere trovata in questa pagina. Si precisa che anche per i comuni capoluogo delle città metropolitane la procedura da seguire è la medesima. Con riguardo a impegni che i membri di liste regionali o comunali volessero prendere tra loro in aggiunta a quelli presi con il MoVimento 5 Stelle si precisa che questi sono accordi valevoli tra i membri stessi e in ogni caso non dovranno essere in contrapposizione con i punti sottoscritti per l'accettazione e richiesta della candidatura con il MoVimento 5 Stelle. 9 Verybello.it Politica 30.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); >>> A partire dalle 09.30 del 30 gennaio La Cosa con una diretta speciale continuerà a seguire le Elezioni del Presidente della Repubblica insieme ai Portavoce M5S che hanno deciso di coinvolgere gli italiani commentando e spiegando loro i fatti salienti di queste lunghe giornate! Lo streaming sarà trasmesso qui: http://bep.pe/SpecialePresidenziali. Riguarda tutti gli interventi di oggi. Franceschini ha presentato alla stampa il sito verybello.it di Cicciobello Renzie per la promozione dell'Expo 2015. Non ai livelli di Italia.it, ma in Rete si sono scatenati. "Se l'obiettivo di verybello.it era mostrare al mondo l'Italia di Renzi possiamo dire che è stato pienamente centrato: denaro pubblico speso senza controllo, incompetenza tecnica e approssimazione. Basta analizzare il sito per rendersi conto dello spreco: non ci spieghiamo come mai si sia ritenuto di affidare la realizzazione del progetto a un'agenzia privata e certamente rimangono gli errori tecnici e l'approssimazione che ha caratterizzato la realizzazione del sito. Sarebbe molto grave se risultasse confermato il sospetto avanzato da Scorza circa la violazione dei diritti degli autori delle opere fotografiche ospitate sul sito. Vogliamo quindi, anzitutto chiarezza e poi ci chiediamo: è possibile che non fossero praticabili altre strade per offrire al mondo l'immagine dell'Italia, già gravemente offuscata dai mille scandali che circondano l'Expo 2015? Sotto questo profilo facciamo nostra e rilanciamo la proposta del Digital Champion Riccardo Luna, chiediamo di ripartire dall'inizio: realizzare una call to action per creare una piattaforma condivisa realizzata da start-up, comunità collaborative che non aspettano altro dalle istituzioni per valorizzare le loro idee. Noi ci siamo, il governo?" M5S Camera PS: Se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoversi con una votazione lampo sul blog L'Africa in fuga Informazione 31.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); >>> A partire dalle 09.30 del 31 gennaio La Cosa con una diretta speciale continuerà a seguire le Elezioni del Presidente della Repubblica. Lo streaming sarà trasmesso qui: http://bep.pe/SpecialePresidenziali. Riguarda tutti gli interventi di oggi. esportatrici di democrazia" e da multinazionali, in accordo spesso con governi locali corrotti può solo fuggire dalla guerra e dalla miseria. Ma per andare dove? Ci sono almeno due barriere tra le tante che impediscono loro di ricominciare. La prima sono i soldi per finanziare campi profughi locali, scuole, ospedali nel loro territorio, come fa ad esempio l'UNHCR. Sarebbe sufficiente una piccola quota del Pil della UE, oggi destinato alle armi, per aiutare centinaia di migliaia di profughi nelle loro nazioni. Perché non viene fatto? La seconda barriera è il trattato di Dublino che vieta al profugo la mobilità all'interno della UE. Il profugo è obbligato a rimanere nel primo Stato di accoglienza (di solito l'Italia per la sua posizione geografica), un'evidente contraddizione con la libera circolazione nell'area di Schengen in cui chiunque, se europeo, comunitario, si sposta senza controlli. Chi arriva in Italia spesso vuole ricongiungersi a gruppi etnici radicati altrove ad esempio in Francia o in Svezia e non può farlo e rimane a marcire nei CPT per mesi o anni. Comunicato UNHCR: "Con la guerra che infuria in ampie aree del Medio Oriente e dell’Africa oltre che in altre zone, si stima che 5,5 milioni di persone siano state costrette a lasciare le proprie case nei primi sei mesi del 2014, segnalando un ulteriore aumento delle persone in fuga. Il nuovo rapporto Mid-Year Trends 2014 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) mostra che di questi 5,5 milioni, 1,4 milioni è fuggita attraverso i confini internazionali divenendo rifugiati, mentre il resto è sfollato all’interno dei propri Paesi (IDPs). Prendendo in considerazione l’esistente popolazione di persone in fuga, la revisione dei dati, i rimpatri volontari e i reinsediamenti, il numero di persone che sono state assistite dall’UNHCR (menzionate nel rapporto come People of Concern) si è attestato a 46,3 milioni a partire da metà 2014 circa 3,4 milioni in più rispetto alla fine del 2013, un nuovo record. Tra i principali risultati del rapporto emerge che i siriani, per la prima volta, sono diventati la più grande popolazione di rifugiati sotto il mandato dell'UNHCR (i palestinesi nel Medio Oriente sono infatti sotto il mandato dell’UNRWA), superando gli afghani, che avevano tenuto quella posizione per più di tre decenni. I rifugiati siriani, oltre 3 milioni a giugno 2014, rappresentano ora il 23% di tutti i rifugiati che sono assistiti dall’UNHCR in tutto il mondo. Nonostante siano scesi in seconda posizione, i 2,7 milioni di rifugiati afghani nel mondo rimangono la più grande popolazione di rifugiati di lunga data di cui si occupa l’UNHCR (l'Agenzia definisce una "situazione di rifugiato di lunga data", quando sussiste da almeno cinque anni). Dopo Siria e Afghanistan, i principali Paesi di origine dei rifugiati sono Somalia (1,1 milioni), Sudan (670.000), Sud Sudan (509.000), la Repubblica Democratica del Congo (493.000), Myanmar (480.000) e Iraq (426 mila). Il Pakistan, che ospita 1,6 milioni di rifugiati afghani, rimane il maggiore paese ospitante in termini assoluti. Altri paesi con una popolazione di rifugiati numerosa sono Libano (1,1 milioni), Iran (982.000), Turchia (824.000), Giordania (737.000), Etiopia (588.000), Kenya (537.000) e Chad (455.000). Facendo un confronto tra il numero di rifugiati e la popolazione di un Paese o la sua economia, il rapporto dell’UNHCR contestualizza il contributo dei Paesi ospitanti: in proporzione alla propria popolazione ad esempio, il Libano e la Giordania ospitano il maggior numero di rifugiati, mentre in proporzione all’economia gli oneri sostenuti dall’Etiopia e dal Pakistan sono i maggiori. A metà anno, sono diventati 13 milioni i rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR, il numero più elevato dal 1996, mentre il totale degli sfollati interni protetti o assistiti dall’Agenzia ha raggiunto il nuovo record di 26 milioni. Dal momento che l’UNHCR assiste gli sfollati interni solo nei paesi dove il governo richiede l’intervento dell’Agenzia, la cifra non include tutte le persone in questa situazione a livello mondiale. “Nel 2014 abbiamo visto crescere senza precedenti il numero di persone sotto la nostra protezione. Fintanto che la comunità internazionale continuerà a fallire i tentativi di trovare soluzioni politiche ai conflitti esistenti e di prevenirne di nuovi, noi ci troveremo ad avere a che fare con le drammatiche conseguenze umanitarie” ha affermato l’Alto Commissario ONU per i Rifugiati António Guterres. “I costi economici, sociali e umani di assistere i rifugiati e gli sfollati interni è sostenuto soprattutto dalle comunità povere, coloro che possono permetterselo di meno. E’ un dovere incrementare la solidarietà internazionale se vogliamo evitare il rischio che sempre più persone vulnerabili vengano lasciate senza un adeguato sostegno”. Un altro importante risultato che emerge dal rapporto è lo spostamento della distribuzione regionale della popolazione di rifugiati. Fino all’anno scorso, la regione che ospitava il maggior numero di rifugiati era l’Asia e il Pacifico. Come conseguenza della crisi in Siria, il Medioriente e il Nord Africa sono diventate le regioni che accolgono il maggior numero di rifugiati. Il rapporto dell’UNHCR Mid-Year Trends 2014 è basato su dati provenienti dai governi e dagli uffici dell’UNHCR nel mondo. Poiché le informazioni disponibili a questo punto dell’anno sono incomplete, non è possibile mostrare il totale delle persone in fuga globalmente (questi dati sono invece presenti nel rapporto dell’UNHCR Global Trends pubblicato a giugno di ogni anno, che alla fine del 10 2013 ha evidenziato che 51,2 milioni di persone sono state sfollate forzatamente in tutto il mondo). Tuttavia, i dati che presenta sono una componente importante del totale mondiale e un indicatore importante dei rifugiati in tutto il mondo e delle tendenze relative ai dati sugli sfollati. Il rapporto completo può essere scaricato qui e le tabelle allegate sono disponibili all’indirizzo: http://www.unhcr.org/statistics/mid2014st ats.zip [si consiglia di copiare e incollare i link nel browser]." Una calcolatrice per i giornalisti del Sole24Ore #MattarellaPresidente, 50 sfumature di grigio Minipost 31.01.2015 Politica 31.01.2015 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Date una calcolatrice ai giornalisti del Sole 24 ore! I giornalisti del principale quotidiano economico-finanziario italiano non sono in grado di fare una semplice somma di 9 numeri. Scrive il Sole in riferimento ai risultati della votazione online per il candidato M5S alla presidenza della Repubblica: "il totale non torna. Sommando i consensi raccolti ieri da tutti e 9 i candidati, i voti sono 46.130. Mancano all'appello 5.550 voti rispetto ai 51.677 suffragi totali. Che fine hanno fatto? Sono voti nulli, dispersi, schede bianche? Non è dato saperlo.". Aiutiamoli. Utilizzando i dati ufficiali pubblicati qui, sommiamo i voti ottenuti dai 9 candidati: 16.653 + 10.288 + 6.693 + 5.787 + 5.547 + 3.341 + 1.528 + 1.517 + 323 = 51.677 E' sufficiente usare Google. E voi vi fidate di questo giornale per decidere come investire i vostri risparmi? Ripensateci. PS: Il Sole ha rimosso la parte citata sopra senza neanche sentire il bisogno di chiedere scusa ai lettori e al M5S, ma in Rete rimane tutto: anche le figuracce. googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); intervento di Aldo Giannuli "Forse conviene passare alla moviola gli ultimissimi giorni per capire cosa è successo e dove stiamo andando. Già dai primi giorni della settimana scorsa, Renzi aveva detto che avrebbe fatto un nome secco e solo sabato. Questa ostinazione nel tenere segreto il nome non dipendeva da una qualche passione per il thriller, ma, molto più semplicemente dal fatto che il nome non c’era, perché mancava l’accordo con Berlusconi. E Renzi l’accordo lo voleva solo su quell’asse. Il Cavaliere, come si sa, fra i suoi molto nobili obiettivi ne ha soprattutto due: Salvare il suo impero personale ed avere la Grazia. Ciò premesso, pur di ottenerli voterebbe anche per Giuseppe Stalin. L‘incidente del voto sulla legge elettorale (quando i suoi voti sono stati determinanti, compensando la ribellione dei 29 senatori della sinistra Pd) lo avevano gasato al punto che qualcuno dei suoi si era spinto a parlare di una nuova maggioranza organica. Di qui la proposta spavalda di Giuliano Amato (che si immaginava, a torto o a ragione, più “grazioso”). Berlusconi si sentiva in una botte di ferro, anche perché il suo candidato godeva anche di diverse simpatie nel Pd, a cominciare da quella di Massimo D’Alema. Ma Renzi, Amato non voleva vederlo neanche in fotografia: troppo forte, spigoloso, troppo esperto giurista. Con un Presidente così, Renzi si sarebbe consegnato mani e piedi al trio Amato-Berlusconi-D’Alema. Per cui niente da fare. E faceva circolare i nomi (senza mai farli apertamente) di Padoan e Mattarella. Il primo serviva a strizzare l’occhio a D’Alema per tirarlo dalla parte sua, il secondo a minacciare un accordo con la sinistra interna al Pd e fare esattamente quello che sta succedendo. Ma, beninteso, questo era, con ogni probabilità, solo un bluff: solo un nome funzionale allo scambio, da far cadere insieme a quello di Amato, per tirare fuori il classico nome scialbo di una qualche nullità da mettere lì, per permettergli di fare quello che vuole a Palazzo Chigi. Renzi, da questo punto di vista, si predisponeva ad un braccio di ferro con Berlusconi, lungo tutte le prime tre votazioni, sicuro, intanto, dell’isolamento che rendeva innocua la sinistra del suo partito. Se anche avessero votato scheda bianca o Prodi, si sarebbe trattato di un centinaio o poco più, al massimo 150 voti con Sel: troppo poco per avere qualsiasi effetto. Ovviamente, si dava per scontato che il M5s si sarebbe tenuto fuori della partita, per cui, al quarto turno il gioco sarebbe 11 riuscito. A scombinare il suo gioco, arrivava, come fulmine a ciel sereno, la lettera di Grillo e Casaleggio ai parlamentari Pd, alla quale rispondevano in cinque (i civatiani più, e questo è molto importante, Zanda e Monaco che sono i parlamentari personalmente più vicini a Prodi, segno che il Professore avrebbe potuto anche accettare di entrare in gioco). Ed i “grillini” varavano la consultazione on line sul nome di Prodi ed altri 9 scelti dall’assemblea del gruppo parlamentare. A questo punto, i renziani, pur ostentando molta indifferenza (in questi giorni ero a Roma per lavoro ed ho incontrato parecchi amici anche in Parlamento ed anche del Pd), erano molto nervosi. Una eventuale convergenza del M5s con la sinistra Pd e Sel su Prodi, cambiava radicalmente lo scenario: avrebbe raggiunto fra i 250 ed i 300 voti già nei primi tre turni di votazione e questo avrebbe messo nei pasticci Renzi, che avrebbe dovuto spiegare perché, pur avendo la concreta possibilità di eleggere Prodi e far a meno dei voti “azzurri”, sceglieva invece l’accordo a tutti i costi con il Cavaliere. Per di più rischiando che anche Lega e fittiani riversassero i voti su Prodi, con un risultato molto incerto al fotofinish. Situazione davvero difficile e rischiosa. Di qui la decisione di non aspettare più sabato, ma fare il nome già prima della prima votazione e scegliere davvero Mattarella, perché unico a poter distogliere la minoranza dall’ “insano” gioco con il M5s. I bersaniani ci sono stati (ammazzando così la candidatura Prodi che, invece è stata sostenuta lealmente sino alla fine da Civati, dimostratosi la persona più coerente e coraggiosa del Pd). A quel punto una serie di risultati a ricaduta: Prodi si sfilava, rendendosi conto che non c’erano più le condizioni per una sua candidatura; Berlusconi non poteva che continuare a dire no attaccandosi a “San Franco Tiratore”, nella speranza che una bocciatura di Mattarella possa riaprire i giochi; Renzi, per premunirsi da scherzi dei “quirinabili” delusi avvertiva che, se non passa Mattarella, non ci sono candidati di ricambio del Pd e si va direttamente ad un tecnico o un istituzionale (ad esempio Grasso). Berlusconi è nell’angolo e deve affrontare una rivolta interna che va molto oltre il solito Fitto. Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica al quarto scrutinio. Il Nazareno è morto? Forse no, ma è in coma profondo con tutto quel che ne consegue. Per la verità, l’esito non è affatto negativo e Mattarella è una persona rispettabilissima e, per certi versi, migliore anche di Prodi. Forse è troppo signore e non ha la rudezza che sarebbe necessaria con un inquilino di Palazzo Chigi come Renzi. In secondo luogo è un giudice costituzionale e saggezza vorrebbe che i giudici costituzionali, finito il mandato, restassero al di fuori di tutto, perché diversamente potrebbe nascere la tentazione di usare quel prestigioso scranno per altri approdi ed, a quel punto, l’indipendenza della Corte andrebbe a farsi benedire. Certo: Mattarella non ha operato pensando a questo esito, ma ora stiamo facendo passare un brutto precedente. Per il resto è un candidato sicuramente migliore rispetto a quello che potrebbe offrire questo Parlamento: Veltroni? Pinotti? Franceschini? Fassino? Addirittura… Grasso? Non ne parliamo. Dunque, il M5s ottiene una discreta vittoria, anche se diversa da quella progettata: 1. ha stanato Renzi costringendolo a fare il nome prima dell’inizio delle votazioni 2. ha costretto Renzi a scegliere una persona decente 3. quindi ha sbarrato la strada ad Amato, Veltroni, Grasso ecc. 4. ha incrinato seriamente il patto del Nazareno. Direi che non è poco, anche se è mancato l’obiettivo di mettere in crisi Renzi (duole ammetterlo, ma l’uomo è furbo, spregiudicato, sleale e, pertanto, difficile da abbattere). Tutto questo significa che il M5s si sta sporcando le mani e sta diventando come gli altri? Assolutamente no: solo che ha scoperto che non c’è solo la lotta greco romana, c’è anche il judo e, per fare la guerra, non c’è solo lo scontro frontale ma anche la guerriglia, con rapide ed improvvise incursioni. Come si vede, non era un favore al Pd, ma un’azione di guerriglia. D’ora in poi sarà bene adattarsi all’idea di un M5s meno prevedibile del passato." Aldo Giannuli 12
© Copyright 2025 ExpyDoc