La Settimana - Beppe Grillo

Volume 10, numero 05
Sommario
01.02.2015
Informazione
Editoriale
La notte della Repubblica
Manina d'Italia, di Dario Fo
#nottedellonestà
L'Africa in fuga
Minipost
#GalanDimettiti
Il ''conflittuccio'' d'interesse del ministro
#Boschi
I candidati presidenti M5S per le
elezioni regionali
#SalviniProEuro
Il M5S è il terrore delle mafie
Le liste #M5S nei comuni nel 2015
Una calcolatrice per i giornalisti del
Sole24Ore
MoVimento
Il candidato presidente del M5S
#presidenteM5S
La rosa dei 10 candidati
#PresidenteM5S
Passaparola
Passaparola: Le #NuoveTangentopoli,
di Piercamillo Davigo
Politica
Salvatore Borsellino alla
#nottedellOnestà
#Tsipras, il carro del vincitore
Lettera ai parlamentari PD per i
candidati alla presidenza della
Repubblica
#IlPdRisponde
Votazioni online per il candidato
#PresidenteM5S
Verybello.it
RISULTATI: Il candidato
#PresidenteM5S
#MattarellaPresidente, 50 sfumature di
grigio
"Senatori, Quiriti, ave. La notte è scesa
sulla nostra repubblica e nel buio piccoli
occhi rapaci spiano le nostre mosse dai
loro malvagi covi, tramano scelleratezze.
Sono
nemici,traditori,
assassini,
cospiratori, serpi che aspettano il
momento opportuno per affondare il loro
dente velenoso nel nostro fianco e
straziare le nostre carni. Catilina è alle
porte e sta radunando schiere di
aguzzini che vogliono insieme a lui
distruggere, radere al suolo in un attimo
ciò
che
noi
abbiamo
costruito
faticosamente in tutti questi anni,
minacciano i nostri focolari domestici, i
nostri figli e i figli dei nostri figli, le nostre
donne verranno violate, persino le
vergini vestali, senza pudore e senza
timore degli dei celesti. Io sono qui, oggi,
o senatori, in questo giorno di elezioni,
per nominare e per proteggere allo
stesso tempo Lucio Murena, mio
successore, uomo retto, onesto e
virtuoso eletto per il volere del popolo,
che non si è macchiato di alcuna
corruzione ed estorsione e di broglio
elettorale. È un’accusa infondata; io
stesso ho emanato una legge per sanare
Roma dal male del broglio e se esso ci
fosse stato, non sarei certo qui a
difendere Murena. È forse reato – e qui
mi rivolgo a te, o Catone, esempio di
somma virtù – andare incontro ai
cittadini, invitarli a cena, dare al popolo
occasioni di svago, dare il pane e i giochi
del circo, il piacere? No. Ma Catone mi
incalza con durezza: egli pensa che non
sia onesto conquistarsi il favore del
popolo con l’esca del cibo o corrompere
coi divertimenti. Catone predica una vita
semplice, frugale, senza piaceri, ma
ricordatevi il destino di Sparta e di Creta:
maestri di quel regime di vita semplice
non seppero difendere meglio dei
romani, che alternano ore di fatica a ore
di svago. Roma ha bisogno di un
console forte per fronteggiare la
minaccia incombente di Catilina, Roma
ha bisogno di un uomo che possa
risollevare lo stato dalla crisi in cui sta
rovinosamente versando, Roma ha
bisogno di Lucio Murena." Discorso di
1
Cicerone contro Catone
Manina d'Italia, di Dario Fo
#nottedellonestà
Informazione
25.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); L'intervento integrale di
Dario Fo alla notte dell'Onestà "Sarò
sincero. Scusate, trovo inutile che noi si
faccia giravolte di linguaggio per non
ferire eccessivamente il nostro senso di
patria e orgoglio civico. Guardiamoci
bene in faccia, prendiamo un profondo
sospiro e diciamocelo schiettamente: noi
siamo un popolo di ladri. Fermi! Ho
sbagliato la forma. Secondo le statistiche
il numero di furti da noi in negozi,
banche, nelle cassette per le elemosine
nelle chiese è a un livello del tutto
accettabile, anzi, siamo a una media che
ci classifica come popolo di furfanti
moderati. Ma è nella rapina contro i beni
pubblici
che
siamo
a
livelli
inimmaginabili. L’evasione fiscale, per
esempio, è di 180 miliardi di euro l’anno.
Ma attenti! Chi concorre con maggior
slancio
a
questa
cifra?
Quasi
esclusivamente il 10% della popolazione:
industriali, grandi manager, banchieri,
ecc. Insomma, i grandi abbienti. Il
restante 90% - è incredibile – paga le
tasse. Lavora e paga le tasse. Ma poi
ecco l’aggiunta degli scandali. A
Venezia, città degli innamorati, qualche
mese fa è scoppiato lo scandalo Mose.
Cos’è successo? Tanto per cominciare ci
sono stati 35 arresti, fra cui il sindaco di
Venezia, Giorgio Orsoni e la richiesta
d’arresto per l’ex-governatore Giancarlo
Galan. Un miliardo di euro è stato
bruciato in tangenti e consulenze e la
finanza ha sequestrato beni per circa 40
milioni di euro. Il gip di Venezia, Alberto
Scaramuzza, ha dichiarato che gli
indagati avrebbero “asservito totalmente
l’ufficio pubblico che avrebbero dovuto
tutelare, agli interessi del gruppo
economico criminale, lucrando una serie
impressionate di benefici personali di
svariato genere”, e il procuratore
aggiunto di Venezia, Nordio, ha detto
che il giro di mazzette è stato “più
complesso e sofisticato di Tangentopoli”.
Che grande popolo che siamo, riusciamo
sempre a superare noi stessi! Ma
spostiamoci a Milano, dove un altro
grande scandalo, quello dell’Expo, è
stato definito dal Financial Times
analogo a quello che aveva abbattuto il
potere politico italiano nei primi anni ’90.
Come a Venezia, anche in questo caso
si sono trovati coinvolti nell’inchiesta
politici sia di destra che di sinistra. Anche
nella corruzione, si sa, va rispettata la
par condicio! Si è parlato addirittura di
una cupola criminale che si spartiva
bellamente gli appalti per la costruzione
degli
impianti
per
l’esposizione
universale del 2015. E volete sapere a
quanti anni di carcere sono stati
condannati i protagonisti di questa
immensa ruberia di Stato? Ebbene, la
pena massima è stata di tre anni e
quattro mesi! Cioè a dire che sono stati
liberati immediatamente. Non parliamo
poi delle infiltrazioni mafiose presenti da
anni ormai in Lombardia e in tutto il Nord
Italia. Pensate che nel novembre scorso
la Direzione distrettuale antimafia di
Milano ha arrestato nel corso di una sola
operazione ben quaranta persone
coinvolte negli affari della criminalità
organizzata. Ma per il gran finale eccoci
a Roma, dove circa due mesi fa è
esploso lo scandalo detto di Mafia
Capitale. Salve a voi, romani! Giulio
Cesare. La polizia, con l’operazione
Mondo di mezzo, ha arrestato 37
persone per associazione di tipo
mafioso, estorsione, usura, corruzione,
turbativa d’asta, false fatturazioni,
trasferimento fraudolento di valori,
riciclaggio di denaro e altri reati. Dio, che
città stracolma di fantasia! Insomma, ci
troviamo di fronte a una vera e propria
orgia di scandali e ruberie, con
assessori,
consiglieri,
faccendieri,
sindaci e funzionari in genere che fanno
a gara per aggiudicarsi la palma di ladro
migliore d’Italia, dove la concorrenza, si
sa, è spietata. Ma scusate, fermiamoci
un attimo. Non trovate che questa sia
una coincidenza a dir poco curiosa?
Esplode uno scandalo di tangenti e
corruzione che sembra far vacillare i
potenti e tutta la casta al completo, e
immediatamente ecco che sempre in
Italia ne scoppia un altro dello stesso
livello se non ancora più stupefacente.
Sembra quasi fatto apposta perché la
gente si scordi dei vari scandali grazie
all’esplosione immediata di altri scandali
sempre più gravi e spudorati che
all’istante attraggono l’attenzione del
pubblico, di modo che tutto si perda in un
grido generale di “al ladro, al ladro!” che
ormai non è più rivolto contro qualcuno
in particolare, è generico, così che alla
fine in galera non ci va nessuno. È la
stessa tecnica che usano i borsaioli sugli
autobus e sui tram. Non ve ne siete
accorti?
Qual’è
questa
tecnica?
Semplice. Un ladro ruba un portafoglio, il
derubato se ne accorge e all’istante si
mette a gridare: “Il portafoglio, qualcuno
mi ha rubato il portafoglio!”. Tutti si
guardano intorno per cercare di
individuare il malfattore, ma ecco che
una signora urla improvvisamente:
“Aiuto! La mia borsetta, mi hanno portato
via la borsetta!”. E un altro: “La mia
valigetta! Era piena di mazzette! No
questo non dovevo dirlo...”. Si aprono le
portiere e tutti si mettono a gridare:
“Eccolo là! È quello il ladro! No, è quello
lì! Prendetelo, arrestatelo, chiamate la
polizia, al ladroooooo!”. E così tutto
viene distrutto dalla messa in scena,
dalla rappresentazione, come dire dal
teatro. Le situazioni si susseguono con
un ritmo tale che non si riesce a stargli
dietro, ogni truffalderia viene assorbita,
dimenticata. E dietro a queste vere e
proprie operazioni pubblicitarie, non
dimentichiamolo, c’è sempre il governo,
che con maneggi vari e manovre
sottobanco, riesce a far passare sotto
silenzio le situazioni che rischierebbero
di metterlo in imbarazzo. Salta fuori nel
testo di una legge una postilla infilata
all’ultimo momento che stranamente
sembra fatta apposta per risolvere i
problemi di un certo condannato alla
galera per frode fiscale che così
potrebbe di nuovo tornare in politica? Ed
ecco che all’immediata il presidente del
consiglio gridò: “Niente paura, è tutto
2
regolare, ce l’ho messa io! È mia la
manina”. “Ah beh, allora è tutta un’altra
cosa! Abbiamo un presidente manina!
Evviva la manina! Manina d’Italia, l’Italia
s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la
testa, dov’è la vittoria? Le porga la
chioma, che schiava di Silvio Iddio la
creò”." Dario Fo
#GalanDimettiti
Minipost
26.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Vi sembra normale che un
politico arrestato per corruzione sia
ancora in carica e prenda lo stipendio
pagato coi nostri soldi? A noi e a tutti i
cittadini onesti no! Eppure nella villa alle
nostre spalle è detenuto Giancarlo
Galan, ex governatore della regione
Veneto, ancora in carica e stipendiato
come presidente della commissione
Cultura. Per questo anche in Veneto
abbiamo
organizzato
la
#NotteDellOnestà. Pullman di attivisti da
ogni angolo della regione sono giunti a
Cinto Euganeo per dire a gran voce:
"Galan Dimettiti!". Il giorno prima, i nostri
portavoce alla Camera hanno presentato
un emendamento per bloccare lo
stipendio ai parlamentari condannati. Il
partito del Nazareno (Pd e Forza Italia),
l'ha respinto! Facciamo risuonare la voce
della gente onesta, unitevi al nostro coro
da tutta Italia: #GalanDimettiti." Jacopo
Berti, candidato presidente del Veneto
per il M5S
Salvatore Borsellino alla
#nottedellOnestà
Politica
26.01.2015
Passaparola: Le
#NuoveTangentopoli, di
Piercamillo Davigo
Passaparola
26.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Estratto dell'intervento di
Salvatore
Borsellino
alla
notte
dell'Onestà in piazza del Popolo a Roma
"Anche se so che sarò criticato perché
ho sempre detto che il mio movimento
delle agende rosse non deve essere
avvicinato a nessun partito, e continuo a
dirlo, qui sono tra amici. Sono stati i
meetup ad invitarmi in ogni parte d'Italia
per darmi una voce che l'informazione
non mi dava. Perchè? Perché io
cominciavo a dire che via d'Amelio era
stata una strage di Stato e queste cose
nel nostro Paese non si possono dire.[...]
Paolo Borsellino è stato eliminato per
portare avanti quella Trattativa Stato
Mafia di cui poi per 20 anni politici di
destra e di sinistra hanno continuato a
pagare le cambiali e ancora oggi le
pagano. Ancora oggi si tratta per il
presidente della Repubblica con un
criminale condannato ai servizi sociali. Il
silenzio sulla trattativa durato per 20 anni
è una cosa estremamente grave, quanto
la trattativa, che oggi è venuta alla
luce.[...] Quello che sta avvenendo nel
nostro Paese fa sì che ancora una volta
non ci verrà dato il diritto di voto e
decidere noi le persone che ci devono
governare. Io ricordo quando Violante
disse "noi non faremo mai la legge sul
conflitto di interessi". Quella era una
dichiarazione di una trattativa, di un
accordo tra quella che chiamavano
destra e quella che chiamavano sinistra.
E adesso non stanno facendo altro che
far passare le stesse riforme che
Berlusconi non era riuscito a far passare.
Io spero che non ci dovrà toccare per un
altro settennato di avere un Presidente
della Repubblica come questo che c'è
stato che è stato il peggior presidente
della nostra Storia, messo in quel posto
solo per garantire il silenzio sulla
Trattativa. E anche questa volta, da
questa piazza non posso fare altro che
alzare
il
mio
grido:
resistenza!
Resistenza!
Resistenza!"
Salvatore
Borsellino
3
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Nicola Morra ha intervistato
il giudice Piercamillo Davigo sul tema
della corruzione e della legalità Test di
integrità per scoprire i corrotti Morra:
Allora giudice, nel '92 inizia mani pulite.
Da allora voi come magistrati avete fatto
un lavoro notevolissimo e pur tuttavia
ancora non si è riusciti a estirpare la
corruzione, soprattutto nei pubblici uffici.
Qual è a sua avviso la causa di tutto ciò?
E come si può intervenire per sradicare
del tutto? Davigo: La ragione principale
è che l'attività della politica degli ultimi
anni non è stata quella di rendere più
difficile commettere reati di corruzione,
ma è stata quella di rendere più difficili le
indagini sulla corruzione, sono state
cambiate le norme (a favore degli autori
dei reati!); sono state azzerate le prove
acquisite e sono stati introdotti vari
ostacoli. E' evidente quindi che se si
rende più difficile la repressione della
corruzione, è ovvio che aumentino i casi
di corruzione stessa e diminuiscano le
condanne, che è esattamente quello che
è accaduto in Italia. Oggi la situazione
rischia di essere fuori controllo: il numero
dei fatti, la loro gravità, l'alto numeri di
persone coinvolte in questi fatti, richiede
strumenti straordinari. Io sono convinto
che la soluzione o una delle soluzioni,
potrebbe essere quella di introdurre
quello che gli anglosassoni definiscono il
“test di integrità”, cioè le operazioni sotto
copertura in questa materia. Negli Stati
Uniti io mi sono sentito fare questa
osservazione: “Ma voi in Italia fate le
indagini sulla corruzione?” E alla mia
risposta affermativa mi hanno detto: “Ma
no, ma è troppo difficile.” E allora io
sorpreso, chiesi: “Ma perchè voi non
intervenite? Li lasciate rubare?” e loro, di
tutta risposta: “No, noi facciamo il test di
integrità. Significa che subito dopo le
elezioni mandiamo la polizia sotto
copertura a offrire denaro agli eletti e
quelli che li prendono vengono arrestati.
Per cui a ogni elezione ripuliamo la
classe politica”. E' una soluzione che
potrebbe essere ancorata magari a
elementi indiziali già forti, come per
esempio la sperequazione fra i redditi e i
tenori di vita, per essere sicuri di andare
a individuare persone che già sono
sospettabili. Mose, Expo, MafiaCapitale:
le nuove tangentopoli Morra: Quindi test
di integrità e massima trasparenza
possibile. L'idea di un politometro poteva
anche essere efficace. Io sono convinto
per esempio che tutti gli ufficiali pubblici
debbano dar conto di quello che
guadagnano e consumano. Giudice però
con gli scandali degli anni 90 che hanno
funestato la partitocrazia dell'epoca ci fu
una reazione popolare molto feroce,
indignata. Io ricordo molto bene che
tantissimi italiani seguivano giornalmente
i collegamenti con la procura di Milano
perchè volevano aver notizia. Adesso
invece sembra che MOSE, EXPO,
MafiaCapitale, siano seguiti quasi con
distrazione perchè quasi ci si è fatti l'idea
che queste patologie siano inestirpabili
dal costume italico. Le sembra corretta
questa analisi? E' come se ci fossimo
assuefatti? Davigo: Io credo che più che
assuefatta l'opinione pubblica sia
rassegnata, nel senso che essendo state
vanificate molte volte le speranze di un
miglioramento della situazione, ritenga
inevitabile ciò che sta accadendo. Però
bisogna tener presente che uno dei
problemi principali che scoraggia gli
investimenti dall'estero che determina il
malfunzionamento
della
pubblica
amministrazione
sono
il
crimine
organizzato e la corruzione. Se l'Italia
non affronta questi due problemi
drammatici non uscirà mai dalla
situazione di difficoltà in cui si trova,
anche nei rapporti con gli altri paesi. Non
dobbiamo mai dimenticare che al
contrario di quello che si è raccontato
per diverso tempo, l'Italia non è affatto
un paese insicuro, però ha due forme
molto gravi di criminalità: uno è il crimine
organizzato, l'altra è la devianza delle
classi dirigenti che in queste misure sono
tipiche solo dell'Italia. Noi esportiamo
criminalità organizzata in altri paesi che
ce l'hanno perchè l'abbiamo portata noi.
Così come in altri paesi per atti di gravità
infinitamente minore rispetto a quelli che
ogni sera apprendiamo dai notiziari
televisivi, le persone vengono costrette
alle dimissioni. Da noi restano al loro
posto fino a quando non vengono i
carabinieri a prenderli!
Le norme
anticorruzione non esistono
Morra:
Giudice un'ultima domanda. Da circa
nove mesi il cosiddetto pacchetto
anticorruzione giace in Senato, ogni
tanto viene ripreso, ogni tanto poi viene
bloccato e di fatto le aspettative relative
all'approvazione di nuove norme che con
vigore contrastino la corruzione vengono
puntualmente deluse. Di cosa c'è
necessità, anche, per esempio, a livello
parlamentare? Come si può fare per far
sì che il paese si doti di norme certe?
Anche perchè gli ultimi avvenimenti di
natura parlamentare e ministeriale
raccontano di manine che introducono
norme,
come
dire...
“opinabili”,
rimanendo sull'eufemismo...
Davigo:
Anche qui io credo che se ci fosse una
maggiore sensibilità da parte dei
parlamentari, soprattutto alle pressioni
che
vengono
dalla
comunità
internazionale, la quale da molto tempo
chiede all'Italia di fare pulizia della sua
classe dirigente e ci chiede l'attuazione
delle convenzioni internazionali che
l'Italia ha sottoscritto, a cominciare da
quella dell'OCSE sulla corruzione
transnazionale, a quella dell'ONU sulla
corruzione, da quella del Consiglio
d'Europa sempre sulla corruzione, di
introdurre una serie di normative che
riducano il fenomeno a fisologia, dando
per scontato che la situazione italiana
non è affatto fisiologica. Del resto negli
indici di percezioni siamo agli ultimi posti
in Europa. L'importanza della cultura
Morra: Quindi da questo punto di vista
dobbiamo
sperare
che
l'Europa
rappresenti una via d'uscita e non una
causa di ulteriore aggravamento della
situazione. Un ultimissimo quesito, di
natura... cultural-morale: lei che per tanti
anni
ha
dedicato
la
vita
all'amministrazione della giustizia, cosa
pensa si possa e si debba fare in termini
di investimenti culturali per far fare al
nostro paese questo benedetto “salto di
qualità”? Perchè io noto che proprio in
termini di percezione della corruzione e
anche dell'effettività delle norme noi
anche nelle piccole cose siamo ormai
rassegnati a veder sempre chi evade la
norma, chi viola la norma a farla franca.
C'è proprio un atteggiamento diffuso.
Davigo: C'è un problema molto serio che
riguarda anche le istituzioni scolastiche.
Io racconto sempre che pur essendo
andato alle scuole elementari in un
piccolo comune della provincia di Pavia
dove sono nato, alle scuole elementari
ho ricevuto una formazione culturale di
tipo mafioso, perchè quando il maestro
usciva di classe, lasciava al capoclasse
l'incarico di segnare sulla lavagna i buoni
e i cattivi. Il capoclasse andava alla
lavagna a tirare una riga, scriveva i buoni
e i cattivi sottolineati, solo sulla base di
rapporti clientelari: chi gli dava il
cioccolato, chi gli dava gli pallone, cose
di questo genere. I cattivi non li segnava
mai. Se qualcuno esagerava nel fare
baccano, dopo averlo richiamato varie
volte, cominciava a scrivere le prime
lettere del cognome dei cattivi e
immancabilmente dai banchi arrivava il
grido "SPIA"! Ora, quando si è spia? Si è
spia rispetto al nemico invasore, si è spia
rispetto al tiranno. Non si è spia rispetto
alla legittima autorità del proprio paese.
Nessuno di noi aveva mai dubitato che il
maestro fosse investito di legittima
autorità. E che anche il capoclasse,
ancorchè fetente, fosse investito di
legittima autorità per delega del maestro.
Ma in quel contesto il grido “spia”
diventava apologia dell'omertà che è uno
dei pilastri fondanti della cultura mafiosa.
Cioè non importa che quello sia davvero
cattivo, tu non lo devi scrivere. C'è però
di più e di peggio. Sono stato
ovviamente studente anche io e ho
dovuto verificare sula base dei miei
ricordi che era vero quello che diceva
l'onorevole Andreatta e cioè che la
scuola italiana crea pessimi studenti
abituati a coalizzarsi fra di loro a danno
dell'insegnante e in prospettiva saranno
pessimi cittadini perchè il rapporto
insegnate-studenti è metafora del
rapporto Stato-cittadini. Una volta negli
Stati Uniti mi hanno raccontato una cosa
a cui ho stentato a credere. E allora mi
hanno portato in una scuola per
convincermi che era vero. La cosa a cui
non ero disposto a credere era che gli
insegnanti dessero esercizi da fare a
casa a tempo. Per cui gli studenti
andavano a casa, mettevano il
contaminuti e allo scadere del tempo
smettevano di fare l'esercizio che
stavano facendo e tornavano a scuola il
giorno dopo con il compito al punto in cui
erano arrivati. Ora, andai in questa
scuola e la prima cosa che mi colpì fu lo
stupore di insegnanti e studenti per la
mia incredulità, cioè non riuscivano a
capire perchè io non volessi credere a
una cosa che per loro era ovvia. E poi mi
hanno spiegato perchè funzionava così,
dopo che io dissi a loro guardate che da
noi non è così, se a noi viene data una
ricerca da fare a casa vengono mobilitati
parenti e affini fino al quindicesimo grado
per far fare una bella ricerca allo
studente. E mi spiegarono che da loro
nessuno copia. Se qualcuno non sa una
cosa si alza e chiede spiegazioni
4
all'insegnante. Al mio stuopore mi
spiegarono che questo accade, intanto
perchè non c'è il valore legale del titolo di
studio e quindi non conta ciò che uno è
ma ciò che uno sa, ma soprattutto gli
esami importanti nella vita non sono
come da noi quelli di uscita da un ciclo
scolastico, ma quelli di entrata e di
ammissione
al
ciclo
scolastico
successivo. Esami che gli studenti
faranno davanti a persone che non
hanno mai visto. In quel contesto
l'insegnante è l'allenatore che li prepara
alle prove vere che faranno davanti a
qualcun'altro. Ingannare non ha alcun
senso. Io non so se la loro scuola sia
migliore della nostra, magari no, non è
questo. Ma la loro scuola insegna la
lealtà. La nostra insegna la furbizia.
Morra: anche da questo punto di vista c'è
molto da lavorare. Giudice, la ringrazio.
Lettera ai parlamentari PD
per i candidati alla
presidenza della Repubblica
Politica
27.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); immagine: il Parlamento in
seduta comune per l'elezione del
presidente della Repubblica Ieri sera
Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio
hanno inviato la seguente lettera a tutti i
parlamentari PD
"Cara/Caro parlamentare del Partito
Democratico, le chiediamo, dopo averlo
chiesto al presidente del suo partito, di
esprimere le sue preferenze per i
candidati
alla
presidenza
della
Repubblica. I nomi proposti dai
parlamentari del Pd saranno votati dagli
iscritti al M5S on line nei prossimi giorni.
Rendere pubblica una rosa dei nomi
crediamo sia un esercizio di democrazia
oltre che un ponte tra forze democratiche
e un obbligo di trasparenza verso i
cittadini. Il presidente della Repubblica
deve essere espressione del Parlamento
e non di trattative tra poche persone,
chiunque esse siano, così come vuole lo
spirito della Costituzione. Crediamo che
una elezione nei primi tre turni con la
partecipazione delle forze di opposizione
e alla luce del sole sia un modo per dare
autorevolezza al prossimo presidente
della Repubblica come rappresentante di
tutta la Nazione e per non confinarlo alla
qualifica di “nominato”. Aspettiamo una
sua eventuale risposta a questa mail.
Cordiali
saluti."
Beppe
Grillo
e
Gianroberto Casaleggio PS: Domani
(mercoledì 28 gennaio 2015) dalle 10
alle 19 si terranno le votazioni sul
sistema operativo del M5S per scegliere
il candidato presidente per il MoVimento
5 Stelle per le regioni Campania,
Marche, Liguria, Toscana, Puglia e
Umbria. Si diffidano i Meetup e gli eletti
del Movimento 5 Stelle dall'indicare
singoli candidati nelle loro comunicazioni
Il ''conflittuccio'' d'interesse
del ministro #Boschi
#Tsipras, il carro del
vincitore
Minipost
27.01.2015
Politica
27.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Ormai è chiaro che in tema
di conflitti di interessi Renzi e il suo
governo hanno ben poco da invidiare al
grande maestro, l'ex Cavaliere di Arcore.
Ora si scopre che il ministro Boschi è
anche azionista della Banca Popolare
dell'Etruria e del Lazio, istituto che ha
fatto un balzo del 66% in Borsa per
effetto degli annunci trapelati, a mercati
aperti, da Palazzo Chigi sulla riforma
delle maggiori banche regolate dal voto
capitario. Non bastava sapere che papà
Boschi è vicepresidente della Popolare
dell'Etruria, intermediario del credito
presso cui lavora pure il fratello del
ministro delle Riforme. Adesso si scopre,
dunque, che esiste anche un interesse
formale diretto, seppur piccolo, della
giovane Maria Elena nell'istituto. E
pensare che Boschi non si è neppure
astenuta dal voto nella seduta del Cdm
del 20 gennaio che ha approvato il
decreto di riforma delle popolari. Non ha
nemmeno salvato ipocritamente la forma
e ha finito per fare peggio di Berlusconi
che, da premier, ogni tanto si alzava e
usciva dal Consiglio dei ministri quando
si decideva qualcosa sui suoi affari
privati. Noi abbiamo già annunciato un
esposto a Consob sulle fughe di notizie
che hanno sconvolto la Borsa sul finire
della settimana scorsa. Adesso faremo
in modo che il governo venga a
rispondere in Parlamento di questo
modo protervo e arrogante di trattare le
commistioni tra la cosa pubblica e gli
interessi privati." M5S Parlamento
5
--> googletag.cmd.push(function() {
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Gli italiani corrono sempre
in aiuto del vincitore (Ennio Flaiano)
Post di Alessandro Di Battista
"E'
divertente vedere come in Italia siano
saliti tutti sul carro di Tsipras: da Renzi a
Pittella (fino a prova contraria vice
presidente del Parlamento di quell'UE
responsabile del massacro greco),
Vendola, Civati, Fassina fino ad arrivare
all'indagato per mafia Alemanno. Tutti a
cercare di sfruttare l'impresa di chi, con
la grande vittoria elettorale di ieri, prende
le macerie di un paese distrutto,
sacrificato sull'altare di Bruxelles per
tenere in vita l'euro. Dopo tre anni di
“salvataggio” della Troika, in Grecia non
esiste più una sanità, una classe media,
una minima protezione sociale; per i
pochi
che
lavorano
(25%
di
disoccupazione e 50% di quella
giovanile) i salari sono perlopiù quelli a
cui aspira Renzi con il suo Jobs Act. Dai
300 ai 450 euro! Secondo uno studio
recente della Commissione bilancio del
Parlamento greco tre cittadini su cinque
hanno superato la soglia di povertà. Tre
anni di Troika e il paese è, in poche
parole, uscito dal primo mondo
sviluppato e il tutto per permettere alle
banche dell'Europa del nord di
riprendere i loro crediti. Il trionfo di
Tsipras Ieri Alexis Tsipras ha trionfato. Il
suo partito Syriza, un aggregatore
democratico di diversi movimenti e
anime dal basso, è stato dal 2011, l'anno
dell'arrivo della Troika al governo del
paese, il punto di riferimento della
protesta
popolare
contro
le
privatizzazioni selvagge, la distruzione
del Welfare State e l'annullamento totale
dei diritti sociali nel paese. Syriza ha
potuto esserlo perché aveva una
prerogativa fondamentale dalla sua: il
potersi relazionare con le persone con la
credibilità di chi non aveva mai
governato nel paese e di chi non era mai
sceso a compromessi con quelle logiche
corporativo finanziarie che governano in
Europa e che hanno distrutto la Grecia,
così come gli altri paesi dell'Europa del
Sud. E' patetico il tentativo di sfruttare la
vittoria di Tsipras da parte di chi non
rappresenta più nulla della società civile
italiana dopo decenni di potere e
commistioni con quelle stesse logiche.
Nel suo programma Syriza ha sviluppato
alcuni punti chiave importanti, in
particolare
la
rinegoziazione
e
condivisione del debito attraverso gli
eurobond e un grande piano di
investimenti attraverso la EIB. Più o
meno quello che il Movimento Cinque
Stelle aveva portato avanti per le scorse
elezioni europee. Il futuro dell'Europa
Speriamo che - come noi - anche
Tsipras si renderà presto conto che
Draghi (Bce), Juncker (Commissione
europea) e Lagarde (Fondo Monetario
Internazionale) – Troika – non hanno in
mente quel futuro per la Grecia e
l'Europa. Berlino, Bruxelles e Francoforte
lo hanno chiarito in tutte le decine di
lingue che si usano nell'Unione Europea.
E basti pensare, come dimostrazione più
emblematica, che nelle misure di
Quantitative Easing annunciate da
Draghi giovedì scorso c'era già indicato il
ricatto studiato a tavolino dalla Bce in
caso di vittoria di Syriza in Grecia. Scrive
in una nota Societé Générale: “la
condizione è che i paesi mantengano il
programma in corso con l'UE / FMI. Ciò
suggerisce che la mancata estensione
del programma greco attuale che scade
alla fine del mese di febbraio
escluderebbe la Grecia da qualsiasi
programma di acquisto di asset". O
Tsipras si piegherà alle rigorose
condizioni della Troika e tradirà il suo
programma
elettorale,
dunque,
o
l'acquisto dei titoli del debito pubblico per
la Grecia non varrà. Alla prima riunione
con la Troika, il nuovo governo Syriza si
ritroverà dunque di fronte ad un bivio:
non tradire il suo elettorato e portare
avanti il suo programma, o chinare la
testa come hanno fatto, prima di lui,
Papandreou
e
Samaras
con
il
“Memorandum”. Nel primo caso non ci
potrebbe essere altra alternativa che il
default e l'uscita dall'euro, con la ripresa
di una politica valutaria, monetaria e
fiscale sovrana. Il secondo, al contrario,
sarebbe un tradimento verso tutte le
popolazioni dell'Europa del sud. Un altro
vassallo della Troika al potere ad Atene
sarebbe un grave colpo per la battaglia
di libertà, civiltà e democrazia di tutti i
partiti critici dell'attuale architettura
istituzionale
europea
nel
resto
dell'Europa del sud. Parliamo solo di
quei partiti, come il caso di Syriza, non
delegittimati da anni di potere e di
compromessi
con
le
lobby
corporativo-finanziarie,
protagoniste
politiche dominanti oggi. Chi ha
partecipato a distruggere il continente ed
ora per opportunità politica si dichiara un
pentito di circostanza non ha più
nessuna credibilità tra le popolazioni. Se
vuole essere l'inizio di un cambiamento
reale di civiltà e democrazia, Tsipras ne
tenga conto nella scelta dei suoi
interlocutori." Alessandro Di Battista PS:
Domani (mercoledì 28 gennaio 2015)
dalle 10 alle 19 si terranno le votazioni
sul sistema operativo del M5S per
scegliere il candidato presidente per il
MoVimento 5 Stelle per le regioni
Campania, Marche, Liguria, Toscana,
Puglia e Umbria. Si diffidano i Meetup e
gli eletti del Movimento 5 Stelle
dall'indicare singoli candidati nelle loro
comunicazioni Cerca il banchetto per
firmare contro l'euro più vicino a te
cliccando su questa mappa: PPS: Il tuo
contributo per il referendum sull'uscita
dall'euro è importante: - organizza il tuo
banchetto e segnalalo su questa mappa
(che sarà in continuo aggiornamento) scarica, stampa e diffondi i volantini
informativi (1. Motivi per uscire dall’euro
2. Domande Frequenti sull’euro) - fai
conoscere a tutti i tuoi contatti questo
nuovo
sito
sul
referendum
http://www.beppegrillo.it/fuoridalleuro
#IlPdRisponde
Politica
27.01.2015
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2320-0'); });
Le prime risposte dei
parlamentari del pd alla richiesta di una
rosa di nomi per la presidenza della
Repubblica sono arrivate. Si riportano in
modo integrale le mail relative a "Lettera
ai parlamentari PD per i candidati alla
presidenza
della
Repubblica"
ringraziandoli per l'attenzione.
Civati
Giuseppe:
Caro
Beppe,
caro
Gianroberto, ho scritto questa lettera al
gruppo del Pd. La condivido anche con
voi. Esposito Stefano: Vai a zappare la
vigna caro Beppe
Mineo Corradino:
Qualora ci fosse una significativa
convergenza, fin dalla prima votazione
sosterrei Romano Prodi. Cordialmente
Monaco
Franco:
Cari
Grillo
e
Casaleggio, non ho difficoltà a
comunicare a voi, come ho sempre fatto
in pubblico e in privato, che la mia
preferenza va a Romano Prodi e che
spero di avere modo di proporlo anche al
mio partito. A mio avviso, Prodi è un
galantuomo e soprattutto è la personalità
più autorevole e con il più elevato
standing internazionale di cui dispone il
nostro paese. Sono d'accordo sulla
circostanza che, delle candidature, si
dovrebbe
potere
discutere
con
trasparenza in pubblico. Tuttavia, non
vogliatemene, non capisco perché i
vostri rappresentanti in parlamento si
sottraggano al confronto con la
delegazione del PD.
Rampi Roberto:
Rispondo a voi come a tutti i cittadini che
mi scrivono. Anche se mi domando il
senso di questa vostra iniziativa che
avrebbe un senso diverso se fosse
venuta dai colleghi parlamentari grandi
elettori. Io credo che non abbia senso
una mia indicazione individuale, ne' un
voto che non mi è chiaro a chi sarebbe
aperto viste le regole con cui è possibile
votare sul sito del Movimento. Penso che
una
delegazione
del
Movimento
dovrebbe partecipare come sempre in
passato agli incontri con il PD. Da questi
momenti
di
confronti
di
certo
emergeranno dei nomi che con maggior
autorevolezza
potranno
essere
sottoposti a un parere dei vostri militanti.
Diversamente potreste raccogliere un
orientamento come sto facendo sui nomi
principali che circolano in queste ore.
Zampa Sandra: (1) Caro signor Grillo,
caro dottor Casaleggio, ho avuto l'onore
di lavorare con il Professor Prodi fin dai
giorni della sua candidatura alla
presidenza del consiglio nel 2006. Sono
stata in seguito la sua portavoce. Ho
conosciuto la sua fatica e il suo impegno
per l'Italia, per ridurre le disuguaglianze,
per creare lavoro e crescita, per
riformare, migliorandolo, il paese. So
quanto è stimato e conosciuto all'estero.
Conosco la sua onestà e la sua
autonomia dai poteri. Il suo rispetto per
6
le istituzioni. Che vuole che le risponda?
Per me è Prodi. Cordiali saluti (2) Ad
integrazione della precedente preciso di
non avere informato il professor Prodi
della mia proposta relativa al suo nome.
Come è noto il Professore, per parte
sua, desidera essere lasciato fuori dalla
partita del Colle. Ho accolto l'invito da voi
rivolto ai parlamentari del Pd nella
convinzione che sia corretto coinvolgere
tutte le forze politiche presenti in
Parlamento nella elezione del presidente
della repubblica e che debba essere
accolta la vostra richiesta di partecipare
alla dinamica democratica. Rinnovo i
saluti
Il candidato presidente del
M5S #presidenteM5S
I candidati presidenti M5S
per le elezioni regionali
La rosa dei 10 candidati
#PresidenteM5S
MoVimento
28.01.2015
Minipost
28.01.2015
MoVimento
28.01.2015
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{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
"Che il M5S intenda
contribuire all’elezione di un Presidente
della Repubblica espressione della
maggioranza degli italiani, è fuor di
dubbio. Il 22 gennaio scorso abbiamo
chiesto a Renzi una rosa di nomi da
poter sottoporre ai nostri iscritti. Non si è
degnato di rispondere. Neppure ha
risposto ad una Piazza del Popolo
gremita che chiedeva il rispetto dello
spirito dei nostri padri costituenti. A quel
punto, non ritenendo più Renzi un
interlocutore affidabile, ci siamo rivolti ai
parlamentari del PD, molti dei quali alla
prima legislatura. Silenzio assoluto.
Pensando che il loro timore di esporsi
fosse insuperabile, abbiamo chiesto,
tramite mail, la libera espressione della
loro volontà. Fare i nomi è un esercizio di
democrazia! Dai 400 parlamentari del
PD, ci sono arrivate cinque risposte più
un “invito a zappare la vigna”. L’unico
nome che hanno indicato è stato quello
di Romano Prodi. Abbiamo offerto ai
parlamentari del PD un percorso lineare
e trasparente per arrivare ad un nome
condiviso. Salvo rare eccezioni ci hanno
ignorati. Abbiamo aspettato diversi giorni
nel cercare di dialogare con un partito
chiuso a riccio in cui il loro segretario ha
deciso di votarsi il Presidente della
Repubblica insieme a Berlusconi al
quarto scrutinio. A questo punto spetta a
noi, cittadini dentro e fuori le Istituzioni,
indicare un nome. La modalità che
abbiamo scelto (un solo passaggio sulla
rete) è conseguenza dei giorni perduti ad
attendere invano un segnale dal PD.
Oggi alle ore 9.00 l’assemblea dei
parlamentari del M5S si riunirà. I
portavoce discuteranno di nomi e profili
del Presidente della Repubblica. Lo
faranno in streaming per dare a tutti gli
iscritti spunti ed elementi per valutare.
Dall’assemblea del gruppo parlamentare
uscirà una rosa di nomi che, con
l’aggiunta di Romano Prodi, verrà messa
in votazione sul blog. Questo perché
riteniamo di dover onorare l’impegno
preso con i parlamentari del PD
attraverso l’email inviatagli. Gli iscritti
potranno esprimere una preferenza tra la
rosa di nomi proposta. Il candidato che
otterrà più voti sarà votato dal gruppo
parlamentare sin dal primo scrutinio.
Informiamo gli iscritti che, in ogni caso,
se dal quarto scrutinio i cambi di
maggioranza dovessero portare ad un
nome condiviso tra più forze politiche in
Parlamento decideremo come meglio
muoverci con una votazione lampo sul
blog. Questo è stato ed è il percorso del
M5S per l’elezione del Capo dello Stato.
Un percorso lineare e responsabile."
M5S Camera e Senato
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Alle 19 di oggi mercoledì 28
gennaio si sono chiuse le votazioni per i
candidati presidente del M5S per le
elezioni regionali in Campania, Liguria,
Marche, Puglia, Toscana e Umbria. In
Campania hanno partecipato alla
votazione in 3.765, in Liguria in 1.502,
nelle Marche in 1.485, in Puglia in 3.034,
in Toscana in 2.505 e in Umbria in 904. I
candidati presidenti del M5S Campania:
Ciarambino Valeria Liguria: Salvatore
Alice Marche: Maggi Giovanni Puglia:
Laricchia Antonella Toscana: Giannarelli
Giacomo Umbria: Alunni Laura Guarda i
dettagli dei risultati. Grazie a tutti coloro
che hanno partecipato!
7
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); >>> Le votazioni online
degli iscritti per la scelta del candidato
presidente della Repubblica del M5S
inizieranno domani 29 gennaio alle ore 9
e termineranno alle 14 in quanto alle 15
è prevista la prima votazione in
Parlamento. La diretta streaming delle
votazioni
del
Presidente
della
Repubblica dall'aula della Camera sarà
trasmessa sul Blog e su LaCosa
Dall’assemblea del gruppo parlamentare
è uscita una rosa di nomi che, con
l’aggiunta di Romano Prodi, verrà messa
in votazione sul blog domani. Questo
perché riteniamo di dover onorare
l’impegno preso con i parlamentari del
PD attraverso l’email inviatagli. Gli iscritti
potranno esprimere una preferenza tra la
rosa di nomi proposta. Il candidato che
otterrà più voti sarà votato dal gruppo
parlamentare sin dal primo scrutinio.
Informiamo gli iscritti che, in ogni caso,
se dal quarto scrutinio i cambi di
maggioranza dovessero portare ad un
nome condiviso tra più forze politiche in
Parlamento si deciderà come meglio
muoverci con una votazione lampo sul
blog. La Rosa dei 10 candidati in ordine
alfabetico Pierluigi Bersani Raffaele
Cantone Lorenza Carlassare (non sarà
nella rosa dei candidati per la votazione
online di domani in quanto ha declinato
la candidatura) Nino Di Matteo
Ferdinando Imposimato Elio Lannutti
Paolo
Maddalena
Romano
Prodi
Salvatore Settis Gustavo Zagrebelsky
PS: sono pervenute altre due mail da
altrettanti parlamentari del Partito
Democratico, ma fuori tempo e non è
stato possibile pubblicarle
#SalviniProEuro
Minipost
29.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Caro Salvini, prima volevi
fare un referendum per uscire dall’euro
per raccattare due voti, oggi che il M5S
ha avviato le firme per una legge di
iniziativa popolare per approdare a un
referendum consultivo il referendum non
si può più fare. Salvini non sa o fa finta di
non sapere che il referendum proposto
dal M5S è identico al referendum
consultivo del 1989 che diede un
mandato costituente al Parlamento
europeo, infatti prevede una legge
costituzionale ad hoc da far approvare in
Parlamento: quella per cui stiamo
raccogliendo le firme nei banchetti di
tutta Italia. Informati caro Salvini,
informati e spara meno balle e cerca di
uscire dall’euro con i fatti e non con gli
slogan.
Votazioni online per il
candidato #PresidenteM5S
RISULTATI: Il candidato
#PresidenteM5S
Politica
29.01.2015
Politica
29.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Oggi si vota online per il
candidato
alla
Presidenza
della
Repubblica del Movimento 5 Stelle dalle
9.00 alle 14.00 (per finire prima dell'inizio
della
votazione
in
Parlamento).
Dall’assemblea del gruppo parlamentare
è uscita una rosa di nomi che è in
votazione oggi. A questa rosa è stato
aggiunto
Romano
Prodi
perche'
riteniamo di dover onorare l'impegno
preso con i parlamentari del PD
attraverso l'email inviatagli. Dopo che
Lorenza Carlassare ha declinato la
candidatura la rosa completa di nove
nomi è la seguente: Pierluigi Bersani
Raffaele Cantone Nino Di Matteo
Ferdinando Imposimato Elio Lannutti
Paolo
Maddalena
Romano
Prodi
Salvatore Settis Gustavo Zagrebelsky
Puoi esprimere una preferenza tra la
rosa di nomi proposta da questo link:
https://sistemaoperativom5s.beppegrillo.i
t/ Il candidato che otterrà più voti sarà
votato dal gruppo parlamentare sin dal
primo scrutinio. Ti informiamo che, in
ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi
di maggioranza dovessero portare ad un
nome condiviso tra più forze politiche in
Parlamento si deciderà come meglio
muoverci con una votazione lampo sul
blog.
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); >>> A partire dalle 09.30
del 30 gennaio La Cosa con una diretta
speciale continuerà a seguire le Elezioni
del Presidente della Repubblica insieme
ai Portavoce M5S che hanno deciso di
coinvolgere gli italiani commentando e
spiegando loro i fatti salienti di queste
lunghe giornate! Lo streaming sarà
trasmesso
qui:
http://bep.pe/SpecialePresidenziali.
Riguarda tutti gli interventi di oggi.
Ferdinando Imposimato con il 32%,
secondo Romano Prodi con il 20%, terzo
Nino Di Matteo con il 13%. Il dettaglio
dei risultati: Ferdinando Imposimato,
16.653 voti Romano Prodi, 10.288 Nino
Di Matteo, 6.693 Pierluigi Bersani, 5.787
Gustavo Zagrebelsky, 5.547 Raffaele
Cantone, 3.341 Elio Lannutti, 1.528
Salvatore
Settis,
1.517
Paolo
Maddalena, 323 Ferdinando Imposimato
sarà votato dal gruppo parlamentare sin
dal primo scrutinio. Ti informiamo che, in
ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi
di maggioranza dovessero portare ad un
nome condiviso tra più forze politiche in
Parlamento si deciderà come meglio
muoverci con una votazione lampo sul
blog.
8
Il M5S è il terrore delle mafie
Minipost
30.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Quando il M5S ottiene
grandi risultati elettorali le famiglie e i
gruppi malavitosi vanno in tilt. Dalle
intercettazioni in Emilia-Romagna si
legge
questo
virgolettato
fra
'ndranghetisti dopo la vittoria del M5S a
Parma nel 2012: "C'è stato un terremoto,
i comici si sono presi la città!" . Lo stesso
emerse dalle intercettazioni su Mafia
Capitale del 2103, quando i Buzzi e i
Carminati dichiaravano: "Grillo ha
distrutto il PD, così noi non ci stiamo
più". Ricordiamo poi le minacce di Cosa
Nostra a Grillo con la lettera indimitatoria
recapitata a Palermo al Pm Di Matteo il 2
aprile 2013 con la frase 'niente comici e
froci al governo'. È evidente, e crediamo
sia doveroso sottolinearlo, che Il
Movimento 5 Stelle con la sua azione
politica urta i nervi delle cosche mafiose,
altri partiti o movimenti politici no. Un
motivo ci sarà. Se ne prenda atto.
Occorre proseguire sulla strada di
candidare ed eleggere nelle istituzioni
solo persone incensurate e al di sopra di
ogni sospetto e rifiutare logiche di
scambio politico-mafioso, combattendo
ogni giorno al fianco della magistratura,
le forze dell'ordine e delle associazioni
della società civile impegnate ogni giorno
contro il cancro delle mafie e della
corruzione e la loro mentalità perversa
che distrugge il tessuto sociale delle
nostre comunità. Un impegno, quello del
M5S, che in quella che è poi sfociata
nell'inchiesta 'Aemilia' si è tramutato in
anni di denunce, esposti e interrogazioni
parlamentari e nei consigli comunali e
regionali con 'nomi e cognomi' verso chi
è stato poi puntualmente arrestato ieri:
dal
consigliere
forzista
Giuseppe
Pagliani, ai boss Grande Aracri e
Sarcone, agli imprenditori Augusto
Bianchini e Giuseppe Iaquinta. Lunga
vita ai comici! Una risata seppellirà l'odio
delle mafie!" M5S Parlamento
Le liste #M5S nei comuni nel
2015
Minipost
30.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Le liste civiche delle città
che vogliono partecipare con il simbolo
del Movimento 5 Stelle nella primavera
del 2015 sono invitate a inviare la
richiesta di certificazione seguendo la
procedura che può essere trovata in
questa pagina. Si precisa che anche per
i
comuni
capoluogo
delle
città
metropolitane la procedura da seguire è
la medesima. Con riguardo a impegni
che i membri di liste regionali o comunali
volessero prendere tra loro in aggiunta a
quelli presi con il MoVimento 5 Stelle si
precisa che questi sono accordi valevoli
tra i membri stessi e in ogni caso non
dovranno essere in contrapposizione con
i punti sottoscritti per l'accettazione e
richiesta della candidatura con il
MoVimento 5 Stelle.
9
Verybello.it
Politica
30.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); >>> A partire dalle 09.30
del 30 gennaio La Cosa con una diretta
speciale continuerà a seguire le Elezioni
del Presidente della Repubblica insieme
ai Portavoce M5S che hanno deciso di
coinvolgere gli italiani commentando e
spiegando loro i fatti salienti di queste
lunghe giornate! Lo streaming sarà
trasmesso
qui:
http://bep.pe/SpecialePresidenziali.
Riguarda tutti gli interventi di oggi.
Franceschini ha presentato alla stampa il
sito verybello.it di Cicciobello Renzie per
la promozione dell'Expo 2015. Non ai
livelli di Italia.it, ma in Rete si sono
scatenati.
"Se l'obiettivo di verybello.it era
mostrare al mondo l'Italia di Renzi
possiamo dire che è stato pienamente
centrato: denaro pubblico speso senza
controllo, incompetenza tecnica e
approssimazione. Basta analizzare il sito
per rendersi conto dello spreco: non ci
spieghiamo come mai si sia ritenuto di
affidare la realizzazione del progetto a
un'agenzia
privata
e
certamente
rimangono
gli
errori
tecnici
e
l'approssimazione che ha caratterizzato
la realizzazione del sito. Sarebbe molto
grave se risultasse confermato il
sospetto avanzato da Scorza circa la
violazione dei diritti degli autori delle
opere fotografiche ospitate sul sito.
Vogliamo quindi, anzitutto chiarezza e
poi ci chiediamo: è possibile che non
fossero praticabili altre strade per offrire
al mondo l'immagine dell'Italia, già
gravemente offuscata dai mille scandali
che circondano l'Expo 2015? Sotto
questo profilo facciamo nostra e
rilanciamo la proposta del Digital
Champion Riccardo Luna, chiediamo di
ripartire dall'inizio: realizzare una call to
action per creare una piattaforma
condivisa
realizzata
da
start-up,
comunità
collaborative
che
non
aspettano altro dalle istituzioni per
valorizzare le loro idee. Noi ci siamo, il
governo?" M5S Camera PS: Se dal
quarto scrutinio i cambi di maggioranza
dovessero portare ad un nome condiviso
tra più forze politiche in Parlamento si
deciderà come meglio muoversi con una
votazione lampo sul blog
L'Africa in fuga
Informazione
31.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); >>> A partire dalle 09.30
del 31 gennaio La Cosa con una diretta
speciale continuerà a seguire le Elezioni
del Presidente della Repubblica. Lo
streaming
sarà
trasmesso
qui:
http://bep.pe/SpecialePresidenziali.
Riguarda tutti gli interventi di oggi.
esportatrici di democrazia" e da
multinazionali, in accordo spesso con
governi locali corrotti può solo fuggire
dalla guerra e dalla miseria. Ma per
andare dove? Ci sono almeno due
barriere tra le tante che impediscono loro
di ricominciare. La prima sono i soldi per
finanziare campi profughi locali, scuole,
ospedali nel loro territorio, come fa ad
esempio l'UNHCR. Sarebbe sufficiente
una piccola quota del Pil della UE, oggi
destinato alle armi, per aiutare centinaia
di migliaia di profughi nelle loro nazioni.
Perché non viene fatto? La seconda
barriera è il trattato di Dublino che vieta
al profugo la mobilità all'interno della UE.
Il profugo è obbligato a rimanere nel
primo Stato di accoglienza (di solito
l'Italia per la sua posizione geografica),
un'evidente contraddizione con la libera
circolazione nell'area di Schengen in cui
chiunque, se europeo, comunitario, si
sposta senza controlli. Chi arriva in Italia
spesso vuole ricongiungersi a gruppi
etnici radicati altrove ad esempio in
Francia o in Svezia e non può farlo e
rimane a marcire nei CPT per mesi o
anni. Comunicato UNHCR: "Con la
guerra che infuria in ampie aree del
Medio Oriente e dell’Africa oltre che in
altre zone, si stima che 5,5 milioni di
persone siano state costrette a lasciare
le proprie case nei primi sei mesi del
2014, segnalando un ulteriore aumento
delle persone in fuga. Il nuovo rapporto
Mid-Year
Trends
2014
dell’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati (UNHCR) mostra che di questi
5,5 milioni, 1,4 milioni è fuggita
attraverso
i
confini
internazionali
divenendo rifugiati, mentre il resto è
sfollato all’interno dei propri Paesi
(IDPs). Prendendo in considerazione
l’esistente popolazione di persone in
fuga, la revisione dei dati, i rimpatri
volontari e i reinsediamenti, il numero di
persone che sono state assistite
dall’UNHCR (menzionate nel rapporto
come People of Concern) si è attestato a
46,3 milioni a partire da metà 2014 circa 3,4 milioni in più rispetto alla fine
del 2013, un nuovo record. Tra i
principali risultati del rapporto emerge
che i siriani, per la prima volta, sono
diventati la più grande popolazione di
rifugiati sotto il mandato dell'UNHCR (i
palestinesi nel Medio Oriente sono infatti
sotto
il
mandato
dell’UNRWA),
superando gli afghani, che avevano
tenuto quella posizione per più di tre
decenni. I rifugiati siriani, oltre 3 milioni a
giugno 2014, rappresentano ora il 23%
di tutti i rifugiati che sono assistiti
dall’UNHCR
in
tutto
il
mondo.
Nonostante siano scesi in seconda
posizione, i 2,7 milioni di rifugiati afghani
nel mondo rimangono la più grande
popolazione di rifugiati di lunga data di
cui si occupa l’UNHCR (l'Agenzia
definisce una "situazione di rifugiato di
lunga data", quando sussiste da almeno
cinque anni). Dopo Siria e Afghanistan, i
principali Paesi di origine dei rifugiati
sono Somalia (1,1 milioni), Sudan
(670.000), Sud Sudan (509.000), la
Repubblica Democratica del Congo
(493.000), Myanmar (480.000) e Iraq
(426 mila). Il Pakistan, che ospita 1,6
milioni di rifugiati afghani, rimane il
maggiore paese ospitante in termini
assoluti. Altri paesi con una popolazione
di rifugiati numerosa sono Libano (1,1
milioni),
Iran
(982.000),
Turchia
(824.000), Giordania (737.000), Etiopia
(588.000), Kenya (537.000) e Chad
(455.000). Facendo un confronto tra il
numero di rifugiati e la popolazione di un
Paese o la sua economia, il rapporto
dell’UNHCR contestualizza il contributo
dei Paesi ospitanti: in proporzione alla
propria popolazione ad esempio, il
Libano e la Giordania ospitano il maggior
numero di rifugiati, mentre in proporzione
all’economia
gli
oneri
sostenuti
dall’Etiopia e dal Pakistan sono i
maggiori. A metà anno, sono diventati 13
milioni i rifugiati sotto il mandato
dell’UNHCR, il numero più elevato dal
1996, mentre il totale degli sfollati interni
protetti o assistiti dall’Agenzia ha
raggiunto il nuovo record di 26 milioni.
Dal momento che l’UNHCR assiste gli
sfollati interni solo nei paesi dove il
governo
richiede
l’intervento
dell’Agenzia, la cifra non include tutte le
persone in questa situazione a livello
mondiale. “Nel 2014 abbiamo visto
crescere senza precedenti il numero di
persone sotto la nostra protezione.
Fintanto che la comunità internazionale
continuerà a fallire i tentativi di trovare
soluzioni politiche ai conflitti esistenti e di
prevenirne di nuovi, noi ci troveremo ad
avere a che fare con le drammatiche
conseguenze umanitarie” ha affermato
l’Alto Commissario ONU per i Rifugiati
António Guterres. “I costi economici,
sociali e umani di assistere i rifugiati e gli
sfollati interni è sostenuto soprattutto
dalle comunità povere, coloro che
possono permetterselo di meno. E’ un
dovere incrementare la solidarietà
internazionale se vogliamo evitare il
rischio che sempre più persone
vulnerabili vengano lasciate senza un
adeguato sostegno”. Un altro importante
risultato che emerge dal rapporto è lo
spostamento
della
distribuzione
regionale della popolazione di rifugiati.
Fino all’anno scorso, la regione che
ospitava il maggior numero di rifugiati
era l’Asia e il Pacifico. Come
conseguenza della crisi in Siria, il
Medioriente e il Nord Africa sono
diventate le regioni che accolgono il
maggior numero di rifugiati. Il rapporto
dell’UNHCR Mid-Year Trends 2014 è
basato su dati provenienti dai governi e
dagli uffici dell’UNHCR nel mondo.
Poiché le informazioni disponibili a
questo punto dell’anno sono incomplete,
non è possibile mostrare il totale delle
persone in fuga globalmente (questi dati
sono invece presenti nel rapporto
dell’UNHCR Global Trends pubblicato a
giugno di ogni anno, che alla fine del
10
2013 ha evidenziato che 51,2 milioni di
persone sono state sfollate forzatamente
in tutto il mondo). Tuttavia, i dati che
presenta
sono
una
componente
importante del totale mondiale e un
indicatore importante dei rifugiati in tutto
il mondo e delle tendenze relative ai dati
sugli sfollati. Il rapporto completo può
essere scaricato qui e le tabelle allegate
sono
disponibili
all’indirizzo:
http://www.unhcr.org/statistics/mid2014st
ats.zip [si consiglia di copiare e incollare
i link nel browser]."
Una calcolatrice per i
giornalisti del Sole24Ore
#MattarellaPresidente, 50
sfumature di grigio
Minipost
31.01.2015
Politica
31.01.2015
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Date una calcolatrice ai
giornalisti del Sole 24 ore! I giornalisti del
principale
quotidiano
economico-finanziario italiano non sono
in grado di fare una semplice somma di
9 numeri. Scrive il Sole in riferimento ai
risultati della votazione online per il
candidato M5S alla presidenza della
Repubblica: "il totale non torna.
Sommando i consensi raccolti ieri da tutti
e 9 i candidati, i voti sono 46.130.
Mancano all'appello 5.550 voti rispetto ai
51.677 suffragi totali. Che fine hanno
fatto? Sono voti nulli, dispersi, schede
bianche? Non è dato saperlo.".
Aiutiamoli. Utilizzando i dati ufficiali
pubblicati qui, sommiamo i voti ottenuti
dai 9 candidati: 16.653 + 10.288 + 6.693
+ 5.787 + 5.547 + 3.341 + 1.528 + 1.517
+ 323 = 51.677 E' sufficiente usare
Google. E voi vi fidate di questo giornale
per decidere come investire i vostri
risparmi? Ripensateci. PS: Il Sole ha
rimosso la parte citata sopra senza
neanche sentire il bisogno di chiedere
scusa ai lettori e al M5S, ma in Rete
rimane tutto: anche le figuracce.
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); intervento di Aldo Giannuli
"Forse conviene passare alla moviola gli
ultimissimi giorni per capire cosa è
successo e dove stiamo andando. Già
dai primi giorni della settimana scorsa,
Renzi aveva detto che avrebbe fatto un
nome secco e solo sabato. Questa
ostinazione nel tenere segreto il nome
non dipendeva da una qualche passione
per
il
thriller,
ma,
molto
più
semplicemente dal fatto che il nome non
c’era, perché mancava l’accordo con
Berlusconi. E Renzi l’accordo lo voleva
solo su quell’asse. Il Cavaliere, come si
sa, fra i suoi molto nobili obiettivi ne ha
soprattutto due: Salvare il suo impero
personale ed avere la Grazia. Ciò
premesso, pur di ottenerli voterebbe
anche per Giuseppe Stalin. L‘incidente
del voto sulla legge elettorale (quando i
suoi voti sono stati determinanti,
compensando la ribellione dei 29
senatori della sinistra Pd) lo avevano
gasato al punto che qualcuno dei suoi si
era spinto a parlare di una nuova
maggioranza organica. Di qui la proposta
spavalda di Giuliano Amato (che si
immaginava, a torto o a ragione, più
“grazioso”). Berlusconi si sentiva in una
botte di ferro, anche perché il suo
candidato godeva anche di diverse
simpatie nel Pd, a cominciare da quella
di Massimo D’Alema. Ma Renzi, Amato
non voleva vederlo neanche in
fotografia: troppo forte, spigoloso, troppo
esperto giurista. Con un Presidente così,
Renzi si sarebbe consegnato mani e
piedi al trio Amato-Berlusconi-D’Alema.
Per cui niente da fare. E faceva circolare
i nomi (senza mai farli apertamente) di
Padoan e Mattarella. Il primo serviva a
strizzare l’occhio a D’Alema per tirarlo
dalla parte sua, il secondo a minacciare
un accordo con la sinistra interna al Pd e
fare esattamente quello che sta
succedendo. Ma, beninteso, questo era,
con ogni probabilità, solo un bluff: solo
un nome funzionale allo scambio, da far
cadere insieme a quello di Amato, per
tirare fuori il classico nome scialbo di una
qualche nullità da mettere lì, per
permettergli di fare quello che vuole a
Palazzo Chigi. Renzi, da questo punto
di vista, si predisponeva ad un braccio di
ferro con Berlusconi, lungo tutte le prime
tre
votazioni,
sicuro,
intanto,
dell’isolamento che rendeva innocua la
sinistra del suo partito. Se anche
avessero votato scheda bianca o Prodi,
si sarebbe trattato di un centinaio o poco
più, al massimo 150 voti con Sel: troppo
poco per avere qualsiasi effetto.
Ovviamente, si dava per scontato che il
M5s si sarebbe tenuto fuori della partita,
per cui, al quarto turno il gioco sarebbe
11
riuscito. A scombinare il suo gioco,
arrivava, come fulmine a ciel sereno, la
lettera di Grillo e Casaleggio ai
parlamentari Pd, alla quale rispondevano
in cinque (i civatiani più, e questo è
molto importante, Zanda e Monaco che
sono i parlamentari personalmente più
vicini a Prodi, segno che il Professore
avrebbe potuto anche accettare di
entrare in gioco). Ed i “grillini” varavano
la consultazione on line sul nome di
Prodi ed altri 9 scelti dall’assemblea del
gruppo parlamentare. A questo punto, i
renziani,
pur
ostentando
molta
indifferenza (in questi giorni ero a Roma
per lavoro ed ho incontrato parecchi
amici anche in Parlamento ed anche del
Pd), erano molto nervosi. Una eventuale
convergenza del M5s con la sinistra Pd e
Sel su Prodi, cambiava radicalmente lo
scenario: avrebbe raggiunto fra i 250 ed i
300 voti già nei primi tre turni di
votazione e questo avrebbe messo nei
pasticci Renzi, che avrebbe dovuto
spiegare perché, pur avendo la concreta
possibilità di eleggere Prodi e far a meno
dei voti “azzurri”, sceglieva invece
l’accordo a tutti i costi con il Cavaliere.
Per di più rischiando che anche Lega e
fittiani riversassero i voti su Prodi, con un
risultato molto incerto al fotofinish.
Situazione davvero difficile e rischiosa.
Di qui la decisione di non aspettare più
sabato, ma fare il nome già prima della
prima votazione e scegliere davvero
Mattarella, perché unico a poter
distogliere la minoranza dall’ “insano”
gioco con il M5s. I bersaniani ci sono
stati (ammazzando così la candidatura
Prodi che, invece è stata sostenuta
lealmente sino alla fine da Civati,
dimostratosi la persona più coerente e
coraggiosa del Pd). A quel punto una
serie di risultati a ricaduta: Prodi si
sfilava, rendendosi conto che non
c’erano più le condizioni per una sua
candidatura; Berlusconi non poteva che
continuare a dire no attaccandosi a “San
Franco Tiratore”, nella speranza che una
bocciatura di Mattarella possa riaprire i
giochi; Renzi, per premunirsi da scherzi
dei “quirinabili” delusi avvertiva che, se
non passa Mattarella, non ci sono
candidati di ricambio del Pd e si va
direttamente ad un tecnico o un
istituzionale (ad esempio Grasso).
Berlusconi è nell’angolo e deve
affrontare una rivolta interna che va
molto oltre il solito Fitto. Mattarella è
stato eletto Presidente della Repubblica
al quarto scrutinio. Il Nazareno è morto?
Forse no, ma è in coma profondo con
tutto quel che ne consegue. Per la
verità, l’esito non è affatto negativo e
Mattarella
è
una
persona
rispettabilissima e, per certi versi,
migliore anche di Prodi. Forse è troppo
signore e non ha la rudezza che sarebbe
necessaria con un inquilino di Palazzo
Chigi come Renzi. In secondo luogo è un
giudice costituzionale e saggezza
vorrebbe che i giudici costituzionali, finito
il mandato, restassero al di fuori di tutto,
perché diversamente potrebbe nascere
la tentazione di usare quel prestigioso
scranno per altri approdi ed, a quel
punto,
l’indipendenza
della
Corte
andrebbe a farsi benedire. Certo:
Mattarella non ha operato pensando a
questo esito, ma ora stiamo facendo
passare un brutto precedente. Per il
resto è un candidato sicuramente
migliore rispetto a quello che potrebbe
offrire questo Parlamento: Veltroni?
Pinotti?
Franceschini?
Fassino?
Addirittura… Grasso? Non ne parliamo.
Dunque, il M5s ottiene una discreta
vittoria, anche se diversa da quella
progettata: 1. ha stanato Renzi
costringendolo a fare il nome prima
dell’inizio delle votazioni 2. ha costretto
Renzi a scegliere una persona decente
3. quindi ha sbarrato la strada ad Amato,
Veltroni, Grasso ecc. 4. ha incrinato
seriamente il patto del Nazareno. Direi
che non è poco, anche se è mancato
l’obiettivo di mettere in crisi Renzi (duole
ammetterlo, ma l’uomo è furbo,
spregiudicato, sleale e, pertanto, difficile
da abbattere). Tutto questo significa che
il M5s si sta sporcando le mani e sta
diventando come gli altri? Assolutamente
no: solo che ha scoperto che non c’è
solo la lotta greco romana, c’è anche il
judo e, per fare la guerra, non c’è solo lo
scontro frontale ma anche la guerriglia,
con rapide ed improvvise incursioni.
Come si vede, non era un favore al Pd,
ma un’azione di guerriglia. D’ora in poi
sarà bene adattarsi all’idea di un M5s
meno prevedibile del passato." Aldo
Giannuli
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