Volume 9, numero 28 Sommario 13.07.2014 Informazione Editoriale Il cuore di Saint-Just Il tramonto della democrazia Precisazioni sul mancato incontro M5S-PD La democrazia a rischio in Europa L’ENI, il fondamentalismo ''danaroso'' e il vero razzismo POS obbligatorio: le reazioni di commercianti e artigiani #tePOSsino Perché #AbolirEquitalia è stata bocciata dai partiti Minipost La ''truffa'' di Radio Padania Giornalista del giorno, Mario Giordano, Libero #AbolirEquitalia: da oggi alla Camera! Il sottosegretario Ferri deve dimettersi Il Presidente PD dell'Emilia Romagna Errani condannato, ora elezioni subito! I partiti danno lo stipendio ai parlamentari in galera Vittoria M5S: POS obbligatorio sospeso in Lombardia Le balle de la Repubblica su Francesco D'Uva del M5S Il paradosso del PIL MoVimento L'intervista del Corriere a Luigi Di Maio Immigrazione, il primo risultato del M5S Dieci risposte a dieci domande Inceneritore di Parma: la battaglia non conosce soste - di Federico Pizzarotti Politica Il #PattoDelNazareno Il Marò non c'è più - canzone dedicata a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone Il Senato: la Grande Schifezza "Come è stato detto, c'è effettivamente qualcosa di indomabile nello spirito umano, ma non è vero, come sosteneva Henry Miller, che il cuore umano non si spezza, perché anch'esso ha il suo punto di rottura. Il cuore umano si spezza perché anch'esso ha il suo punto di rottura. Davanti allo scherno si spezzò anche il cuore di Gesù. Solo il cuore di Saint-Just solo il cuore di questo intrepido ragazzo non si è spezzato. Davanti alla morte Saint-Just dimostrò un'assolita disumana indifferenza, Gesù sul Golgota ebbe uno spasimo di paura, e si sentì il suo grido d'angoscia salire al cielo. Saint-Just, davanti alla morte, non ebbe un momento di debolezza. Passò la notte precedente l'esecuzione assistendo Robespierre, che al momento dell'arresto s'era sparato al viso, poi quando venne il momento salì le scale del patibolo come se andasse a una festa. Da dove gli veniva tanta forza? Parecchi muoiono, dice Milan Kundera, senza sapere di aver vissuto, Saint-Just sapeva di aver vissuto. Era dunque sazio della vita? Si può essere sazi della vita a 25 anni? L'uomo è geneticamente programmato per temere la morte, perchè Saint-Just non la temette? Che cosa aveva capito?Che rivelazione aveva avuto? L'agrimensore del "Castello" di Kafka dice che la vita "è misteriosa e inconoscibile": Saint-Just era forse riuscito a penetrare questo mistero? Joseph K. s'era posto tutte queste domande anni addietro, sulla tomba di Saint-Just, nel cimitero di Erranci. Era un pomeriggio di fine settembre, il verde dei cipressi era ancora vivo e brillante sebbene apparisse punteggiato, qua e là, dalla gialla promessa dell'autunno. Il figlio del vecchio custode, che aveva preso il posto del padre, gli disse della visita di Arthur Koestler, subito dopo la guerra. "l'ho visto piangere, proprio come sta facendo lei ora..." La morte di Saint-Just era stata una tragedia dell'intelligenza, meritava certo un po' di commozione. Anche perché il ragazzo avrebbe potuto salvarsi. Perché dunque rifiutò la vita? K. 1 continuò a chiederselo a lungo, ma senza riuscire a darsi una risposta. Il suo non fu che il vano tentativo di afferrare brandelli di luce nel pieno di un grande buio. Benjamin Constant dice che vi sono pesi troppo grandi per le spalle di certi uomini. K. rientrava in questa categoria. La sua compagna se n'era andata in un'alba straziante, come l'avrebbe definita Rimbaud, dopo avergli ricordato il cimitero di campagna e dopo essersi fatta promettere che lui l'avrebbe seguita. Il loro era stato un amore tristanico, l'amore della rondine e del Principe Felice. Il vuoto in cui K. si venne a trovare produsse su di lui uno strano fenomeno. Come nella "Metamorfosi" di Kafka, egli si addormentò una sera con sembianze umane e si svegliò il mattino successivo tramutato in un insetto. Certe cose cominciarono a sfuggire al suo controllo. Arrivò fatalmente il momento in cui lui capì che come Ivan Karamazon, stava vivendo a dispetto della logica. Decise di farla finita. In che modo? Bruto non ebbe il coraggio di piantarsi una lama in petto e diede questo incarico a un suo servo. A K. mancava sia il coraggio sia il servo. Però aveva avviato un certo meccanismo e decise di inserire il suo disegno in questo meccanismo. Il momento arrivò in una giornata di sole. Come dice Stephen Dedalus, le giornate di sole sono le migliori per morire. Dice Bousset: "E' eretico chi ha delle idee personali". Gesù è l'archetipo dell'eretico. Qualcuno lo definisce un operaio del legno poco istruito. Non poco istruito, precisamente poco libresco. In effetti gli è ignota la cultura greca, gli è ignota la cultura romana, ma lui non ne soffre, e, al contrario, lascia capire di essere orgoglioso di non appartenere a quella che Adam Smith bollerà come "la sterile categoria degli uomini di lettere". Come primo fondatore del primo movimento anti - intellettualistico della storia, egli non sostiene, come Mirabeau, che l'ignoranza è la causa di tutti i mali, ma che l'aridità di cuore è la causa di tutti i mali. Per lui l'amore non è un sentimento, ma un dovere, un postulato sociale. Ma altre cose, ad onor del vero, lo separano da Mirabeau. Mirabeau divide l'umanità in cittadini attivi e cittadini passivi. I cittadini attivi sono i ricchi, i cittadini passivi sono i poveri. Anticipando Robespierre, secondo il quale il problema non consiste nel proscrivere la ricchezza, ma nell'onorare la povertà, Gesù parifica i ricchi e i poveri, attribuendo alla povertà un valore etico, e denunciando con ciò stesso la fecondità contronatura del denaro, nonché l'utilitarismo materialistico, cardine della cultura di quel tempo (ma non solo di quel tempo). I poveri sono la potenza della terra, afferma con parole che sembrano riecheggiate da Saint-Just. Nel "Che fare" il nichilista Cernisevskij scrive: "L'uomo che ama ardentemente la bontà non può che essere un mostro malinconico". E' evidente che Gesù è un mostro malinconico. Ma è anche evidente che è un sognatore, e, come tutti i sognatori, è un uomo segnato, è un uomo condannato in partenza. La vile razza degli uomini, secondo le parole di Renan, non lo meritava, e la sua morte non stabilisce la nascita del cristianesimo, ma al contrario ne annuncia la fine. Dice Robespierre: "Qualcuno vuol fare la rivoluzione senza fare la rivoluzione." L'intervista del Corriere a Luigi Di Maio MoVimento 06.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Di seguito l'intervista a Luigi Di Maio pubblicata sul Corriere della Sera di oggi. Otto sì su dieci alle proposte del Pd (che, sciolte le riserve su premio di maggioranza e doppio turno, potrebbero trasformarsi in un en plein di risposte positive) e un paio di sorprese in serbo per il vertice in programma domani. Luigi Di Maio sembra fiducioso sull’esito del tavolo con i democratici. Il vicepresidente della Camera prende le distanze dalle offese al capo dello Stato («Io sono stato tra i primi ad attaccarlo politicamente, ma certe battute vanno evitate») e punta dritto al summit che definisce «una opportunità storica per l’Italia». Per Grillo la lettera del Pd un «compitino». Lei che cosa pensa? «Al momento bisogna guardare al risultato, che è dare al Paese una nuova legge elettorale in cento giorni. Quello che c’è stato non è fondamentale, è meglio sorvolare sugli interessi o gli screzi di parte. Il Pd vuole sapere le nostre risposte prima di sedersi al tavolo: bene, se hanno bisogno di qualche risposta gliela daremo». Ma Debora Serracchiani ha detto che l’incontro non è certo. «Ho sentito Lorenzo Guerini e ci siamo accordati per lunedì (domani, ndr ) alle 15. Non credo che un vicesegretario possa smentire l’altro, probabilmente il disguido nasce dal fatto che uno sta a Roma e l’altro in Friuli-Venezia Giulia. Noi andremo all’incontro e ci andremo consapevoli di essere davanti a una opportunità storica per cambiare l’Italia». Cosa direte al Pd? Il nodo principale è la governabilità, sia per le critiche al vostro Democratellum che per il doppio turno e il premio di maggioranza... «Abbiamo riflettuto e stiamo valutando. Questo è per noi un weekend di lavoro. Vogliamo mettere sul tavolo il concetto di stabilità, che è il presupposto per la governabilità. Stiamo mettendo a punto e porteremo una proposta che modifica il Democratellum e sarà una svolta che non potranno rifiutare». E il doppio turno? E il premio di maggioranza? «L’ho già detto al tavolo con Renzi, non siamo contrari a prescindere né al doppio turno né al premio di maggioranza. Stiamo valutando i dettagli, al vertice li esporremo». Il Pd vuole collegi meno estesi. «L’estensione dei collegi è legata alle preferenze negative, che il Pd critica. Noi siamo disposti a rinunciarci, a patto che una norma più stringente escluda - eccetto per i reati d’opinione -i condannati dal Parlamento». Il Pd chiede un controllo preventivo della nuova legge elettorale da parte della Consulta. «Noi siamo 2 d’accordissimo. Ma con i tempi e modi che hanno proposto non si può fare, devono spiegarci loro come vogliono farlo». Per i democratici alcune competenze devono tornare allo Stato. «È un tema importantissimo, ma manca la sanità: così come è non funziona ed è stata al centro di numerosi scandali negli ultimi anni. Siamo disponibili a un confronto a un tavolo apposito sulle riforme costituzionali. E poi...». Dica. «Ci sono anche altri punti che si possono affrontare. L’abolizione del Cnel, per esempio, per noi è scontata. E anche sulla riduzione delle indennità noi non ne sentiremmo la differenza: già ci tagliamo lo stipendio senza che ci sia la norma». Sul Senato invece? «Abbiamo appoggiato il ddl Chiti che già prevedeva quanto ci propone il Pd: una camera che non esprime la fiducia e non vota il bilancio. Bisogna fare però una riflessione sul perché e in quali condizioni. Noi siamo per appoggiare una riduzione dei parlamentari, tagliando anche il numero dei deputati. Ripeto, il ddl Chiti, tra l’altro espressione di una parte del Pd, è solo una traccia». Ma il fatto che non sia elettivo può essere motivo di scontro? «Già i padri costituenti avevano messo in chiaro che il Senato doveva essere eletto su base regionale. Un ruolo diverso si può discutere, quello che noi non vogliamo è un Senato di nominati». Sull’immunità ci sono state molte polemiche in questi giorni. «Infatti voglio chiarire. Noi siamo contro l’immunità. Salviamo il comma 1, sull’insindacabilità di voti ed opinioni, per il resto politici e cittadini devono essere uguali davanti alla legge». Lei è visto come l’uomo del dialogo nel M5s. Se la trattativa sulla legge elettorale andasse male, teme che il Movimento possa tornare a chiudersi? «Io credo che stiamo facendo un percorso perché ora c’è un’altra prospettiva. Abbiamo altri 4 anni di legislatura davanti - un’era geologica in politica - e dobbiamo affrontarla cercando di migliorare quello che questi signori stanno facendo. Comunque ora non si potrà più dire che non siamo stati seri e coerenti». Dal Corriere della Sera di oggi, 6 luglio 2014 Giornalista del giorno, Mario Giordano, Libero Immigrazione, il primo risultato del M5S Minipost 06.07.2014 MoVimento 06.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "C'è come un parallelo tra la decadenza di Grillo, il comico bolso e invecchiato che non fa più ridere, e la decadenza dei grani, i ragionieri della gaffes che scivolano sulla morte, senza essere ancora riusciti a dimostrare le vere ragioni della loro esistenza. In effetti: anche chi non li condivideva, al loro apparire, non potè non considerare che erano una specie di urlo di vita, la voglia di partecipare, l'immissione nel sistema di energie nuove. Oggi tutto ciò sembra sparito. E gaffe dopo gaffe, resta solo l'impressione di una prolungata inutilità parlamentare e del ripetersi di parole insensate. Che stendono sul movimento ombre sempre più cupe". Mario Giordano, Libero googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); >>> Il Pd ha annullato l'incontro con la delegazione del M5S per parlare della legge elettorale. La delegazione M5S terrà una conferenza stampa che sarà trasmessa in streaming alle 12 sul Blog e su La Cosa "Questa settimana una senatrice italiana del Movimento 5 stelle, Cristina De Pietro, è riuscita a far approvare a livello internazionale una risoluzione sull’immigrazione che poggia proprio su questi principi – quindi importante – in occasione della sessione annuale dell’Assemblea Parlamentare dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce – Organization for Security and Co-operation in Europe nella terminologia anglosassone) che quest’anno si è tenuta a Baku, in Azerbaijan. L’Osce è un ente internazionale che promuove la pace, il dialogo politico, la giustizia e la cooperazione in Europa, ne fanno parte 57 nazioni per un totale di 2 miliardi di persone, è quindi la più grande organizzazione regionale per la sicurezza. Nella prima risoluzione internazionale della legislatura ad essere approvata a livello internazionale si esortano i paesi membri Osce che sono anche membri dell’Unione Europea a riformare il cosiddetto “sistema di Dublino” e, in particolare, del Regolamento n. 604 del 26 giugno 2013. Questi prevedono che, per evitare che gli emigrati facciano domanda d’asilo in più di un paese, nell’Unione Europea, in Svizzera e Norvegia, lo Stato membro competente all’esame della domanda d’asilo generalmente è lo Stato in cui l’emigrato ha messo piede per la prima volta. Dato che l’Italia è il punto d’ingresso più gettonato, il problema dell’immigrazione nel nostro paese assume dimensioni ben più grandi che in Danimarca, Finlandia o nel Regno Unito. Ed infatti tra i 15 votanti che hanno rifiutato di approvare la risoluzione c’è la Gran Bretagna ed alcuni parlamentari danesi e finlandesi. Secondo costoro il tema dell’immigrazione deve essere di esclusiva competenza delle politiche nazionali e per i belgi il “sistema di Dublino” non avrebbe alcun bisogno di revisioni, giusto quindi che il carico resti sui paesi di prima accoglienza. Il sistema di Dublino è dunque l’ennesimo accordo a livello europeo che finisce per penalizzare una nazione del sud, in questo caso l’Italia, rispetto a quelle del Nord. Meno male che c’è qualcuno che si è preso la briga di denunciare questa discriminazione attraverso i canali tradizionali e democratici della 3 diplomazia invece di fare tanta caciara mediatica". Loretta Napoleoni, ilfattoquotidiano.it La ''truffa'' di Radio Padania Il tramonto della democrazia Minipost 07.07.2014 Informazione 07.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "L’emittente radiofonica della Lega Nord, Radio Padania Libera, è una radio comunitaria (come Radio Maria) e tramite un emendamento presentato da un suo stesso deputato, Davide Carlo Caparini, dal 2001 può occupare frequenze libere su tutto il territorio nazionale senza pagare un soldo. Le frequenze che acquisisce gratuitamente servono solo ad essere poi cedute a titolo oneroso o in permuta a emittenti radiofoniche commerciali con differenze di valore che hanno fatto ottenere plusvalenze ingenti. Ad esempio, Radio Maria, nell’area di Milano, ha ceduto per 10 milioni di euro una frequenza a Radio 2, ovvero il servizio pubblico. Lo stesso ha fatto Radio Padania Libera in decine di casi, con RTL 102,5 e Radio 101, la prima riconducibile a Lorenzo Suraci, la seconda al gruppo Mondadori, quindi Silvio Berlusconi, con cui la Lega ha governato quando ha presentato questo emendamento. Lo scopo appare chiaro: garantirsi fonti di finanziamento illimitate. Radio Padania ha inoltre preso contributi pubblici per 5 milioni di euro e col giochino della cessione o permuta delle frequenze è arrivata a raccoglierne circa 300, facendo lievitare il suo fatturato dai 100mila euro del 2006 ai quasi due milioni di euro del 2008. Non male per una radio che può trasmettere solo 3 minuti di pubblicità ogni ora, alla faccia delle piccole emittenti locali per cui il mercato delle frequenze è bloccato e che devono sostenere notevoli spese per continuare a restare in onda. A ciò va aggiunto l’evidente conflitto d’interessi di Caparini, autore della norma pro Radio Padania, fondatore e socio della stessa radio. Il portavoce alla Camera, Riccaro Nuti, ha presentato un’interrogazione. Attendiamo risposte" M5S Camera googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Che cosa è avvenuto? È avvenuto questa applicazione di questa democrazia light. Qui andiamo verso una dittatura di stampo legale che la maggiore parte di persone magari non avverte, perché è condizionata a considerarla pezzo per pezzo, la giustizia, il lavoro, l’Europa, e mentre la guardi nei suoi pezzi si perde la visione globale. La visione globale è una dittatura fatta da questo ebetino, che è un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo me ne dispiace, ma andiamo verso veramente una grande criminalità organizzata di stampo democratico, quindi io esorto le persone, i cittadini, anche i componenti di altri partiti, se hanno ancora un po’ di barlume di democrazia dentro, non si può fare fuori l’opposizione così, fare finta, questa è gente falsa, ipocrita, noi potremmo avere sbagliato a comunicare certe cose, abbiamo una informazione tutta contro, abbiamo anche perso perché non si è mai visto che dalla sinistra a destra, tutti i telegiornali, i giornali, hanno alimentato un clima di terrore, di orrore, se poteva vincere il MoVimento 5 Stelle, io vi esorto a tirare fuori un po’ di coraggio e di smetterla di pensare che questa sia la governabilità, qui siamo oltre qualche cosa d’altro, oltre, abbiamo delle persone che fanno. Si mettono d’accordo su come riformare la giustizia, su chi la giustizia l’ha presa dietro il collo, cioè su gente che non può andare a votare e fa la legge elettorale, riformano la giustizia con dei pregiudicati condannati, io veramente un barlume, e un briciolo di orgoglio io lo chiedo anche al PD, al PDL, al Partito Sardo di Azione, a qualcuno che dentro inizi a dire, a chiedersi dove stiamo andando a finire, e dove stiamo andando non è la governabilità. E' l’inciucio enorme di questa gente che lavora per i propri interessi come Berlusconi per le sue aziende, altro che il popolo italiano e dall’altra parte abbiamo il lavoro delle banche, della finanza, dagli speculatori, e non si può lasciare loro questo magnifico paese, signori noi faremo una opposizione ancora molto più dura di prima, quindi noi ci siamo, ci saremo e ci stiamo organizzando! Io abbraccio i miei collaboratori, i parlamentari, gli attivisti, di non deprimersi, perché forse ci sarà un’altra evoluzione di che cosa significa stare all’opposizione, un’altra evoluzione significa sempre con mezzi democratica fare sapere che esistiamo e non ci possono relegare in un angolo, questo lo prometto. Io abbraccio anche i ragazzi che si sono fatti prendere in giro da questi falsi e ipocriti che vanno 10 punti, parlano del documento che dovrebbe 4 essere consegnato a chi? A casa di chi? A casa della casa della casa di chi?! Abbiamo pubblicato sul Corriere, sul blog, che otto punti siamo disposti a concedere e a fare, dopodiché noi non concediamo più un millimetro, quindi avranno a che fare, adesso, con delle persone adulte, non più dei bambini, non faremo più cose Effervescenti o di stampo goliardico. basta! Faremo una opposizione vera, dura, e tutti insieme, ma esorto, soprattutto, le persone che stanno nei partiti a non adagiarsi su questa cosa, non adagiatevi. Siamo la seconda forza politica del paese, abbiamo quasi due mila persone dentro le istituzioni, per bene, ci tengo a dire per bene, abbiamo 11 sindaci, 17 parlamentari europei per bene, ripeto per bene, questa è la nostra grande rivoluzione, fare entrare nelle istituzioni le persone per bene, questa è la grande rivoluzione del Movimento 5 Stelle, il resto sono speculazioni giornalistiche, di una informazione che ci ha catapultato al cinquantesimo posto come libertà di stampa e paese semilibero, quindi io di nuovo la mia è una esortazioni a tirare fuori un po’ di orgoglio, io vi abbraccio tutti, abbraccio Di Maio, abbraccio gli altri, che sono stati presenti e erano presenti e hanno fatto la conferenza stampa di questa farsa, che hanno voluto portare fino all’estrema conseguenza, perché sono anche vigliacchi, non hanno il coraggio di dire guardate con voi non ci parliamo più, punto, neanche il coraggio, sempre una cosa, poi il contrario di quella, poi un’altra, poi un’altra, sono ipocriti e falsi, questo la gente lo deve sapere, quando fanno le leggi, quando vanno in televisione a dire le cose quando fanno i loro cambiamenti e le riforme con dei pregiudicati. Vi abbraccio a tutti!" Beppe Grillo su La Cosa #AbolirEquitalia: da oggi alla Camera! Precisazioni sul mancato incontro M5S-PD Dieci risposte a dieci domande Minipost 07.07.2014 Informazione 07.07.2014 MoVimento 07.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Per chi non ha capito, o non ha voluto capire, tra il mio intervento di oggi e la conferenza stampa di Di Maio e Toninelli non vi sono contraddizioni, le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte, nè mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni. Il M5S ha il dovere come seconda forza politica di migliorare la legge elettorale e ci proverà fino in fondo. Il mio è stato un appello ai parlamentari delle altre forze politiche che hanno a cuore la democrazia perché ci aiutino a evitare una deriva anticostituzionale legata alle riforme." Beppe Grillo googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Breve cronologia dei fatti Abbiamo costruito una legge elettorale con migliaia di cittadini in rete, primo esperimento al mondo di democrazia partecipata - Il 15 giugno vi abbiamo richiesto un incontro per parlarne e dare al Paese una legge elettorale in 100 giorni. - Ci avete detto che avreste pubblicato 5 punti e che sareste stati disponibili ad un secondo incontro - I 5 punti sono diventati 10 perché avete aggiunto altre domande. - Lunedì 30 giugno vi abbiamo chiesto un secondo incontro per giovedì 3 luglio, per parlare di legge elettorale e rispondere alle vostre domande in modo serio in un contesto istituzionale. Ci avete comunicato che non avevate una delegazione (bisogna capire che per i politici il giovedì finisce la settimana lavorativa) - A questo punto Guerini non uno qualsiasi, ma il vicesegretario del PD - ha fissato come data ufficiale del secondo incontro lunedì 7 alle 15 nella sala del Cavaliere, alla Camera. Anche lo streaming era stato organizzato. - Nel frattempo, ci avete chiesto di rispondere alle 10 domande formulate in precedenza noi lo abbiamo fatto nel modo più ufficiale possibile: con Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, tramite un’intervista pubblicata domenica 6 luglio su uno dei principali quotidiani del Paese. - Ciò non vi è bastato. Noi abbiamo risposto chiaramente alle vostre domande, ma voi poche ore prima dell’incontro, non contenti, avete preteso che rispondessimo una seconda volta per iscritto, come se il contenuto dell’intervista cambiasse da scritto su un quotidiano a scritto su una lettera. - Alle ore 10 di oggi salta l’incontro. Ci chiediamo: come è possibile che qualcosa di così importante per gli Italiani come la legge elettorale salti perché non abbiamo risposto per la seconda volta per iscritto alle domande? Come mai per trattare di legge elettorale con un condannato come Berlusconi non richiedete nulla, né risposte scritte, né lo streaming in modo che tutti i cittadini possano capire cosa vi siete detti? A noi non crea alcuna difficoltà ne lo streaming ne la lettera. Ma allora perché non fate altrettanto con i vostri incontri con Berlusconi. - La nostra massima disponibilità al confronto e al dialogo ci porta a rispondere a tutti i vostri quesiti per la terza volta. Ora, in modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani con la complicità dei giornalisti che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra, vi riportiamo di seguito le risposte una terza volta: 1. googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Leggi la proposta di legge del M5S per cancellare Equitalia "Le intenzioni del Pd e dei suoi alleati sono chiare: Equitalia va mantenuta. Immaginavamo che Partito democratico e maggioranza avrebbero attaccato la proposta e per questo ci siamo resi disponibili a discutere sulle modifiche apportabili al testo per poter essere condiviso. Loro hanno preferito affossare una proposta di legge che risponde a criteri di elementare buonsenso, visti i livelli di inefficienza, corruzione e inumanità nei confronti dei deboli che caratterizzano il funzionamento di Equitalia. Noi eravamo pronti a discutere per migliorare e, infatti, saremo noi stessi a presentare in aula gli emendamenti di merito che recepiscono le osservazioni della maggioranza. Purtroppo, però, il loro atteggiamento tende solo ad azzerare tutto e a lasciare le cose come stanno, utilizzando persino la forzatura procedurale del 'mandato negativo' al relatore. Questa maggioranza, il Pd, il Governo Renzi che tipo di riscossione vogliono? Tutti avanzano dubbi sui risultati avuti negli ultimi anni, tutti dicono che ci sono seri problemi... allora adesso vorremmo sinceramente capire qual è l'idea della maggioranza a proposito della riscossione. E soprattutto gradiremmo sapere se e in che tempi intendono presentare un progetto di riforma." Azzurra Cancelleri, M5S Camera 5 Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che (sic) al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì. “Si” Per noi quello che voi chiamate “vincitore” è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità: speravamo che l’esperienza di “vittoria” con una schiacciante maggioranza nella scorsa legislatura vi fosse stata d’insegnamento, ma evidentemente non è così. Un modello che assicuri la certezza di un vincitore come quello disegnato nella legge Berlusconi-Renzi non esiste pressoché in nessun sistema democratico al mondo. In ogni caso, al fine di evitare un pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale formulazione, e produrre un testo migliore siamo disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all’ammucchiata di tutto e il suo contrario (come è stato per l’Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta anticipata dei rispettivi governi nel 2008 e nel 2011 nonostante la “vittoria”. Per evitarlo, la nostra proposta alternativa è formulata in questi termini: - un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentatività che la legge comporta; - in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi; - nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi. 2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? Noi sì. “Si” Ferme restando le obiezioni di cui alla precedente risposta, che potranno tuttavia essere sciolte dalla Corte costituzionale nella sede del controllo preventivo previsto nella riforma costituzionale, come già evidenziato siamo disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza (la governabilità è un’altra cosa, per noi). 3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì. “Si” La riduzione dell’estensione dei collegi è possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono naturalmente dall’impianto complessivo della legge e da come si vuole concretamente realizzare. 4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì. “Sì” Siamo disponibili a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale; quello che tuttavia abbiamo urgenza di capire è in quale modo si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge elettorale in discussione. Il Presidente del Consiglio ha affermato nel corso del nostro ultimo incontro che la legge elettorale sarà approvata e promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma della Costituzione. Il che significa che il controllo non sarà previsto per la legge elettorale in discussione. Come pensate di risolvere questa contraddizione? 5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì. “Si” Siamo disponibili ad una modifica del Titolo V, sebbene riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001. Nel merito, la riforma Renzi del Titolo V prevede l’eliminazione sia della competenza concorrente Stato-Regioni, quella in cui lo Stato dettava i principi, con “leggi-quadro” per ragioni di omogeneità e le Regioni vi davano attuazione con le loro leggi, e della competenza residuale regionale, ovvero della clausola per la quale tutto quanto non era di competenza statale o concorrente spettava alle Regioni. Nel nuovo quadro vengono definite solo le competenze statali, e quelle regionali non sono più residuali ma sono specificamente elencate. Se il problema che la riforma Renzi mira a risolvere è quello del “chi fa cosa” e quindi del contenzioso che si crea innanzi alla Corte costituzionale bloccando o invalidando numerosissime leggi, non si capisce in che modo questa riforma lo risolverebbe. La nuova definizione di competenze non sembra essere risolutiva del problema in questione: dove finisce, ad esempio, la “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)? Quale opera sarà da considerarsi “dotazione infrastrutturale” (regionale) e quale “infrastruttura strategica” (statale)? A ciò si aggiunga la previsione di una “clausola di supremazia” per la quale «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale». Anche in questo caso, si pone il problema della grave disfunzione applicativa che può produrre questa disposizione. Non si capisce, infatti, anzitutto perché debba provenire dal Governo la proposta per l’utilizzo della clausola di supremazia in ambito legislativo, anziché dall’organo legislativo che è il Parlamento. È facile immaginare che un Governo incapace di governare, che si regge sull’abuso dell’utilizzo dello strumento della questione di fiducia per imporsi al Parlamento, utilizzerà nello stesso modo la clausola di supremazia per imporsi alle Regioni, facendo rientrare discrezionalmente qualsivoglia 6 legge nel concetto per sua natura amplissimo e difficilmente delimitabile dell’“unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Sul ricorso a questa clausola, è facile poi prevedere altro contenzioso paralizzante innanzi alla Consulta. Inoltre, riteniamo che vadano discusse nello specifico le materie da riportare in capo allo Stato, oltre a quelle elencate, quali ad esempio la Sanità. 6. Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì “Sì” Premettendo che il problema dell’indennità di consigliere regionale e di ogni forma di rimborso elettorale per i gruppi consiliari è stato già risolto dal M5S con il dimezzamento del primo e la restituzione di buona parte del secondo, non solo in sede regionale, ma anche in sede nazionale, non si capisce in che modo il Parlamento potrebbe intervenire su questa materia, che dovrebbe essere di competenza regionale. Il PD governa la maggior parte delle Regioni da molto tempo, per cui non è chiaro che cosa stia aspettando per procedere da solo in questo senso. La risposta a questa domanda è “noi sì, e lo facciamo già” 7. Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi sì. “Sì.” A questo proposito, vi chiediamo: considerato che non vi è relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, siete disposti a scorporare l’abolizione del CNEL dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato ad amplissima maggioranza e in tempi più rapidi? 8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì. “Si” Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale. 9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì. “Si” Che significa che il ruolo del Senatore deve essere un incarico non a tempo pieno e semplice espressione delle autonomie territoriali? Perché un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al di là di quello che i rappresentanti delle autonomie già fanno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni? Peraltro, il testo che si va formando attribuisce una serie di poteri al Sentao (elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di là dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali attribuzioni sia irrinunciabile l’elettività di promo grado dei senatori. Il problema della retribuzione è presto superato: siete disponibili al dimezzamento immediato delle indennità e degli emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti previsti per i gruppi parlamentari? Noi lo abbiamo già fatto. E per farlo non occorrono complessi procedimenti di revisione costituzionale, ma solo volontà politica seria in tal senso. 10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì. Sì. La nostra proposta in merito è semplice: affinché l’immunità non diventi occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi. Contrariamente a quanto si è detto da parte di alcuni organi stampa, non c’è alcuna contraddizione fra l’azione del gruppo parlamentare M5s, compresa la presente lettera, e la reazione di Beppe Grillo che rappresenta solo una diversa articolazione dello stesso discorso politico per il quale l’importante è fare un buona legge elettorale. Ora noi intendiamo , per senso di responsabilità e per non perdere altro tempo, passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo è che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini. In questo senso, chiediamo serietà e reale disponibilità a un confronto. Il sottosegretario Ferri deve dimettersi La democrazia a rischio in Europa Minipost 08.07.2014 Informazione 08.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Dopo le parole dell'Associazione Nazionale Magistrati che giudica il comportamento del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri come 'una evidente e grave interferenza', il vice ministro ne tragga le dovute conseguenze, si dimetta". Lo dichiara Mario Giarrusso, portavoce M5S e componente della Commissione Giustizia del Senato commentando le parole dell'ANM riguardo alle gravissime interferenze di Ferri nelle elezioni dei membri del CSM." M5S Senato 7 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "La Triplice (PPE, S&D e ALDE) ha boicottato tutti i candidati del M5S alle cariche di presidente e vicepresidente delle Commissioni del Parlamento europeo. Eleonora Evi (M5S) che si candidava a presiedere la Commissione Petizioni è stata sconfitta dalla liberale Cecilia Wikstrom. Dopo la sconfitta di Fabio Massimo Castaldo (M5S) al ruolo di vicepresidente del Parlamento, per la seconda volta in pochi giorni i liberali dell'ALDE hanno scippato una carica che, secondo la prassi parlamentare, doveva essere attribuita al M5S. Bocciate anche le vicepresidenze per Marco Affronte (pesca), Dario Tamburrano (industria) e Giulia Moi (agricoltura). La Commissione Petizioni permette a tutti i cittadini europei di fare proposte che possono essere discusse dai parlamentari. E' un luogo fondamentale per l'esercizio della democrazia. In aula Eleonora Evi (M5S) ha guardato dritto negli occhi gli altri colleghi e a loro si è rivolta così: "qual è il nostro ruolo qui? Siamo professionisti o al servizio dei cittadini? Io sono stata eletta dalla rete con un metodo nuovo e democratico, attraverso primarie on line. Sono il risultato di un esperimento politico di portata internazionale, un modello di democrazia partecipativa che portiamo in dote e voi ci escludete". Ma alla Triplice tutto ciò non interessa: per l'attribuzione delle cariche di tutte le Commissioni (non solo dunque quella Petizioni) hanno occupato tutte le poltrone preferendo il metodo del consociativismo a quello cosiddetto d'Hondt. Il Medoto d'Hondt non è un capriccio burocratico, è il sistema che i partiti hanno inventato per inserire nei ruoli chiave tutti i gruppi politici del Parlamento in base al loro peso elettorale. E adesso lo rinnegano per far fuori il M5S e tutti i deputati iscritti all'EFDD. La scusa è servita. "Vogliamo escludere chi ha voltato le spalle all'inno d'Europa. Questo fatto deve avere conseguenze politiche", ha detto in Commissione Ambiente il membro del PPE. Ma il re e' diventato nudo quando Piernicola Pedicini (M5S) ha proposta alla carica di vicepresidente della stessa Commissione non un deputato dell'Ukip ma Marco Affronte (M5S) che invece non si è "macchiato" di quel gesto. Ma la Triplice ha marciato unita bocciando 44 voti a 19 il candidato del M5S." M5S Europa Il Presidente PD dell'Emilia Romagna Errani condannato, ora elezioni subito! Minipost 08.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Di fronte alla condanna in appello per falso ideologico del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, condannato nell'ambito del processo relativo al finanziamento da 1 milione di euro alla coop agricola Terremerse presieduta nel 2006 dal fratello Giovanni, non bastano le sue dimissioni da presidente della Regione. Errani deve lasciare ogni incarico, incluso quello di Commissario per la ricostruzione post-terremoto, ruolo delicatissimo che non può essere ricoperto da un condannato. Al tempo stesso chiediamo le elezioni immediate per la Regione. Subito alle urne!" M5S Camera e Senato L’ENI, il fondamentalismo ''danaroso'' e il vero razzismo Informazione 09.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); L’OPL 245 è una concessione petrolifera che riguarda il più grande giacimento offshore della Nigeria. Sotto il governo Abacha, uno dei dittatori più ricchi della storia africana, l’OPL 245 viene assegnata in modo fraudolento alla società Malabu, un’impresa, secondo i giudici dell’High Court di Londra, riconducibile all’allora Ministro del petrolio nigeriano Dan Etete e allo stesso Abacha. Il prezzo? 20 milioni di dollari, soltanto 20 milioni per un giacimento da 500 milioni di barili di greggio. Dan Etete, poi condannato in Francia per riciclaggio di denaro, fu coinvolto nello scandalo “Bonny Island” per il quale l’ENI patteggiò con le autorità americane il pagamento di oltre 350 milioni di dollari per aver raggirato le norme anti-corruzione nella realizzazione di impianti per la liquefazione di gas naturale. Oggi l’ENI, la più grande impresa italiana, l’azienda di Enrico Mattei *, è indagata per corruzione internazionale. Pare che abbia acquistato proprio la concessione OPL 245 per 1,1 miliardi di dollari sapendo che il denaro sarebbe finito nelle casse di Malabu e non in quelle dello stato nigeriano. Il tutto utilizzando faccendieri, mediatori, lobbisti sempre pronti se si tratta di mettere le mani su gruzzoli considerevoli. Chi sono questi intermediari? C’è Ebeka Obi, un imprenditore nigeriano risentitosi perche nell’affare non ha ricevuto la “stecca” pattuita. C’è Gianluca De Nardo, un mediatore iscritto nel registro degli indagati dai PM del Tribunale di Milano De Pasquale e Spadaro. C’è Luigi Bisignani, storico faccendiere il cui nome compare fin dagli anni ’80 nella lista della P2. Bisignani, “l’uomo che sussurra ai potenti” ha un curriculum di tutto rispetto. Arrestato già nel ’94 nell’inchiesta Enimont ha recentemente patteggiato 1 anno e 7 mesi nel processo P4. Storico partner tennistico dell’ex-Ad di ENI Scaroni **, Bisignani si è prodigato affinchè l’affare ENI-OPL 245 andasse in porto. Brunch di lavoro, viaggi, telefonate su telefonate con De Nardo e Descalzi, il nuovo boss di ENI fresco di nomina renziana nonostante sia sempre stato il braccio destro del padre, padrone e padrino Scaroni. Se l’ENI sia o meno colpevole lo decideranno i giudici ma il punto non è questo. In Nigeria vengono estratti 2,5 milioni di barili di petrolio al giorno eppure il paese compra benzina dagli USA. In Nigeria ci sono foreste, campi fertili, fiumi e mari eppure l’aspettativa di vita è 50 anni e i bimbi 8 muoiono di diarrea. Il PIL in Nigeria aumenta ogni anno eppure la forbice tra i ricchi (pochi) e i poveri (tanti) si allarga sempre più. La corruzione dilaga sostenuta dal “modus operandi” occidentale degnamente rappresentato da ENI o Shell e la droga circola come nelle periferie di Medellin. La miseria del nord del Paese dove operano i fondamentalisti religiosi di Boko Haram o l’inquinamento nel delta del Niger dove a combattere contro lo sfruttamento del territorio ci sono i combattenti del MEND (Movement for the Emancipation of the Niger Delta) cozza con le ville faraoniche dei politici nigeriani che mostrano con orgoglio ai loro partner economici europei cadillac turchesi e rubinetti in oro massiccio. Il fondamentalismo religioso in Nigeria ha causato, dal 2009, 470.000 esuli e centinaia di morti. Sono uomini e donne che fuggono e cercano fortune in Europa ma finiscono spesso in qualche gang criminale o sulle strade a battere per dare “un pò d’amore a chi non sa che farne”. La mafia nigeriana oggi in Italia gestisce fette favolose del mercato della droga. Paga il “pizzo” alla camorra per utilizzare i suoi territori e ha le mani in pasta nei business delle prostitute e dei rifiuti tossici. La mafia nigeriana è pericolosissima, è frutto anche dell’immigrazione clandestina e chi lo denuncia non è razzista! Chi lo denuncia vuole solo garantire sicurezza in Italia e vuole risolvere, alla radice, la tragedia dei flussi migratori. Eppure chi osa associare un africano al crimine organizzato viene taccato di xenofobia. Ma chi è il vero razzista? Chi vuole garantire sicurezza sul suolo italiano o chi si arricchisce sulle spalle dei nigeriani? Chi è lo xenofobo? Chi analizza le cause della poverta sub-sahariana o chi ne è artefice acquistanto concessionarie petrolifere da uomini corrotti senza che i popoli, i legittimi proprietari, ne beneficino minimamente? E chi sono i fondamentalisti? Certamente i guerriglieri di Boko Haram che trovano nel fanatismo religioso un pretesto di lotta tuttavia è da stolti non considerare le loro deprecabili azioni anche come reazioni ad altrettanto deprecabili comportamenti occidentali. Esiste il fondamentalismo religioso ma esiste anche quello “danaroso”. C’è chi vede nel profitto, nell’oro nero o bianco o nei diamanti le ragioni della propria vita. C’è chi, per un affare internazionale, passa sopra le vite di milioni di fratelli africani e magari sono gli stessi che danno del razzista a un deputato del M5S quando dice che “gli africani devono stare a casa loro perchè quella è casa loro”. E chi rappresenta il volto della speranza? Chi studia carte su carte giorno e notte e scopre che Descalzi e Scaroni sono la stessa cosa, chi denuncia i casi di corruzione dell’ENI in aula mettendosi contro gran parte del sistema mediatico *** o chi tace per paura di perdere uno sponsor o il finanziamento alla propria campagna elettorale? E chi vuole il male dell’Africa? Chi nomina Descalzi AD dell’ENI o chi, come il M5S, ne chiede da mesi la rimozione? In Africa si dice “chi vuole veramente una cosa trova una strada, gli altri una scusa”. Noi vogliamo che lo Stato comandi sulle partecipate, vogliamo che il profitto sia perseguito ma non a scapito delle popolazioni africane e vogliamo che i corrotti escano di scena definitivamente, dal delta del Niger fino ai piani alti dell’Ente Nazionale Idrocarburi." Alessandro Di Battista * Secondo alcuni pentiti di mafia tra i quali Tommaso Buscetta (il boss che grazie a Falcone divenne collaboratore di giustiza e che spiegò agli inquirenti per filo e per segno la struttura di “Cosa Nostra”) Mattei fu ucciso dalle cosche siciliane su ordine “straniero” per aver osato ledere gli interessi della 7 sorelle del petrolio. Tra l’altro sempre Buscetta dichiarò che il giornalista Mauro De Mauro, che aveva scoperto qualcosa sulla morte di Mattei, venne rapito da un tal Mimmo Teresi, uno dei protagonisti dell’incontro tra “Cosa Nostra” e Berlusconi durante il quale, mediante la criminale intermediazione di Dell’Utri, venne sancito il patto tra le cosche e l’ex-cavaliere. ** Scaroni nominato in ENI sebbene avesse patteggiato nel ’96 1 anno e 6 mesi per tangenti al PSI è appena uscito dall’azienda con una liquidazione da oltre 8 milioni di euro nonostante gli scandali, i casi di corruzione internazionale e la sua ultima condanna a 3 anni di carcere per disastro ambientale. *** L’ENI possiede l’agenzia AGI. L’ENI garantisce sponsorizzazioni milionarie a RAI e Mediaset. L’ENI ha investito in pubblicità sulla carta stampata oltre 12 miloni di euro negli ultimi 2 anni. L’ENI ha utilizzato, anche grazie all’intermediazione di Bisignani, la societa della Santanchè Visibilia per comprare spazi su Libero e Il Giornale. Il #PattoDelNazareno Politica 09.07.2014 I partiti danno lo stipendio ai parlamentari in galera Minipost 09.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Il patto del Nazareno si chiama così perchè fatto in via del Nazareno a Roma, dove sopravvive grazie ai soldi pubblici la sede del pd. Pur non avendo nulla di sacro imputabile a Nostro Signore, il Patto ha comunque delle proprietà ultraterrene. Nessuno lo ha mai letto, però tutti sanno che esiste, anche se non si sa cosa contiene. E' un patto segreto tra due gentiluomini, uno dei quali pregiudicato, che per motivi di riservatezza e forse di sicurezza nazionale, non vogliono rendere noto. Il posto più adeguato, per via del nome sarebbbe stata la vecchia sede del PCI in via delle Botteghe Oscure. Però, anche se del Patto non si sa una fava, ogni negoziazione elettorale ricade o deve ricadere nel perimetro del Patto del Nazareno. Il problema è che nessuno conosce questo perimetro e neppure un singolo articolo del suddetto Patto che sta sempre più prendendo un alone leggendario, come certi testi antichi. E' un testo segreto che riguarda tutti, ma inconoscibile. Chissà cosa contiene? In mancanza di un accesso diretto al nuovo testo della democrazia pregiudicata, non si possono che avanzare congetture. A pensar male si fa peccato e allora si pecchi senza freni. Il Patto garantisce che il notopregiudicato non finisca in galera e che possa sperare nella grazia. Garantisce inoltre che le aziende del notopregiudicato siano tutelate dallo Stato. Garantisce che il partito del notopregiudicato rimanga sotto il suo assoluto controllo con l'eliminazione delle preferenze. Insomma: il Patto è un salvancondotto per il culo di Berlusconi che in cambio garantisce il suo appoggio al governo e al disegno controriformista di Napolitano. Un suggerimento ai forzisti: vendetevi da soli, invece che farvi vendere dal notopregiudicato. Ci guadagnerete e non farete la figura dei coglioni. 9 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Oggi in Ufficio di Presidenza alla Camera abbiamo discusso il nostro punto all'ordine del giorno: "sospensione dello stipendio ai parlamentari arrestati". Il motivo è semplice: se Genovese (Pd) è agli arresti domiciliari i cittadini che lo pagano a fare? LA PROPOSTA È STATA BOCCIATA! Tutti contrari, tranne il Movimento 5 Stelle e un astenuto (le nostre motivazioni nella foto). I cittadini italiani stanno pagando lo stipendio ad un politico agli arresti domiciliari e a tutti quelli arrestati. Chiedo agli elettori di Pd, Forza Italia, etc. cosa ne pensano. I partiti oggi hanno dato un pessimo esempio al Paese. Gli stessi partiti che si riempiono la bocca con la "lotta alla corruzione". Non quella intellettuale." Luigi Di Maio Il Marò non c'è più - canzone dedicata a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone Politica 10.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "In una notte di venerdì gli abbiamo detto tu torna lì ti voglion solo per un week end anche il tuo amico viene con te. Non preoccuparti, parti marò devi fidarti, non dirci no. Non si poteva tenerti qui! Tu dacci retta, è meglio così... E iniziò un’odissea ch’è una pura follia senza un vero perché li abbiam mandati via. Già due anni oramai che son persi laggiù. C’è chi dice che poi non tornan più… In quella barca persa nel blu erano solo due marinai lasciati soli sempre di più nella bufera dei loro guai. Perché in Italia l’Amanda Knox la rivedremo solo in tv ma ci inchiniamo a chicchessia la sudditanza é la nostra virtù Il Marò non c’è più é tornato a Mumbai il Marò resta là anche se non vorrei come fare non so, non lo sai neanche tu ma l’Italia da un po’ non conta più. Mentre il tempo va sulle nostre vite quei due sono in India da un’ eternità. Non pensarci Marò non chiamar neanche più! Fatti un selfie per noi ridici su! Il Marò non c’è più é tornato a Mumbai il Marò resta là e “non son cazzi miei” come fare non so, non lo sai neanche tu ma l’Italia da un po’ non conta più. come fare non so, non lo sai neanche tu ma l’Italia da un po’ non conta più." Andrea Tosatto Perché #AbolirEquitalia è stata bocciata dai partiti Informazione 10.07.2014 Vittoria M5S: POS obbligatorio sospeso in Lombardia Minipost 10.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Inventata da Berlusconi, potenziata da Prodi, Equitalia è diventata col tempo uno dei più potenti simboli del partito unico. Usata per vessare e terrorizzare i cittadini che già preda della crisi si sentono umiliare come “evasori” anche solo per qualche multa, è maestra dei due pesi e due misure. Dalla vecchietta cacciata di casa al grande evasore indisturbato sul suo yacht, alle liste di intoccabili, è diventata persino strumento per fornire privilegi sottobanco a certi amici. Il M5S aveva inserito l’abolizione di Equitalia nei suoi 20 punti di programma. Nulla di nuovo peraltro: partiti di destra e sinistra si erano affannati a promettere altrettanto, con la classica mossa acchiappavoti preelettorale. Poi però alle promesse bisogna far seguire i fatti, e gli unici a lavorare siamo stati noi. Notte e giorno, a cercare coperture, a battagliare in Commissione, a proporre, riproporre, aggiustare, cercare di andare incontro a ogni osservazione delle controparti parlamentari. Un impegno serio, che ha portato alla proposta di legge M5S per l’abolizione di Equitalia a prima firma Azzurra Cancelleri. Ma questa legge aveva un difetto: era una legge del M5S, e quindi non s’aveva da fare. Ed essendo del M5S non meritava neppure il rispetto istituzionale della discussione in aula, neppure un dibattito democratico come si deve all’alto compito parlamentare di formulare leggi. Niente di tutto ciò: un emendamento di una riga, soppressione di tutta la proposta, votazione e via andare. Legge bocciata, il partito unico salva la sua arma letale, meno se ne parla e meglio è. I cittadini ricevono l’ennesima cartella esattoriale. E non sapranno mai, mai, che qualcuno ha provato davvero a liberarli. Perché l’informazione è come le tasse: appartiene solo al partito unico." M5S Camera 10 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Il Consiglio regionale ha approvato una mozione di M5S Lombardia che chiede che la Regione Lombardia si attivi presso il Governo per sospendere il provvedimento che rende obbligatorio il POS per le piccole imprese fino a quando i costi del servizio bancario non saranno in linea con la media europea. La mozione chiede poi che si avvii un confronto diretto con le banche sui costi del servizio. Il decreto del Governo sui POS obbligatori è sbagliato, inutile per la lotta all’evasione e aumenta i costi per le aziende. M5S non è contrario alla tracciabilità dei pagamenti ma l’istallazione indiscriminata del POS è solo l’ennesimo regalo alle banche e giustamente la Regione Lombardia deve chiedere al Governo la sospensione del provvedimento spot. Il decreto si limita a istituire un’ennesima gabella per milioni di piccoli artigiani, commercianti e professionisti, già alle prese con un gravissimo quadro economico. Francamente non comprendiamo il voto contrario del PD a questa mozione. Per loro evidentemente non è chiaro che sono le grandi imprese che producono la stragrande maggioranza dell’evasione piuttosto che il piccolo commerciante che risulta oggi inutilmente vessato da regole e regolamenti che non servono a ridurre il nero." Dario Violi, consigliere M5S Lombardia Inceneritore di Parma: la battaglia non conosce soste - di Federico Pizzarotti MoVimento 10.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Dopo le sentenze del TAR che hanno spalancato le porte alla partenza dell’inceneritore, e nonostante un filone giudiziario ancora aperto per situazioni non chiare riguardanti la sua costruzione, la nostra battaglia politica non ha mai conosciuto soste. Oggi intendo fare chiarezza dopo importanti risultati ottenuti dalla mia squadra di Giunta, soprattutto nei confronti dei miei concittadini e di tutti quegli attivisti che mi scrivono interessati e ansiosi di conoscere l’evolversi dei fatti. Ad oggi l’azione e gli sforzi si sono concentrati sul fronte dei controlli e sulla determinante riduzione dei rifiuti, che ha avuto il merito di affamare in modo irreversibile l’inceneritore. Al momento del nostro insediamento la città, responsabile di oltre il 50% dei rifiuti smaltiti in Provincia, aveva un sistema di raccolta misto stradale che rendeva impossibile oltrepassare determinate percentuali di differenziata. Ebbene, dopo gli arresti eclatanti di esponenti della passata Giunta, e subentrati al Commissario, in soli 18 mesi abbiamo esteso il sistema porta a porta spinto su tutto il territorio. Oggi in strada non c’è più un cassonetto indifferenziato e la città è passata dal 46% al 70% di raccolta. Ma cosa ancora più importante stiamo riducendo progressivamente il rifiuto a smaltimento. I dati parlano da soli: le previsioni per il 2014 ci dicono che i rifiuti inceneriti diminuiranno di 15.000 tonnellate rispetto al 2013. Questi risultati, come altre Politiche condotte dalla mia squadra, hanno permesso alla città di entrare a far parte dell’Associazione dei Comuni Virtuosi come prima realtà italiana di medie dimensioni. L’inceneritore voluto dal Partito Democratico e dall’allora Pdl ha un vincolo tuttora vigente che ne prevede l’utilizzo solo per i rifiuti provenienti dalla nostra provincia. Come sottolineato, ora si trova a lavorare a mezzo servizio perché affamato dai risultati raggiunti dai cittadini di Parma e dalla differenziata. Tutto bene quindi? No, perché il vincolo di servire solo il territorio è minacciato dal Pd, che a livello regionale e nazionale sta tentando di aggirare probabilmente per garantire carburante e profitti a chi questi impianti li gestisce, come Hera o Iren. Politica che ci vede contrari e a cui ci stiamo opponendo con i massimi poteri conferiti ad una Giunta comunale. Nel frattempo non ci siamo fermati neppure sul fronte dei controlli. Recentemente abbiamo aderito al protocollo per un monitoraggio che non si limiterà a valutare le emissioni ed i limiti di legge, ma che sarà in grado di analizzare gli effetti sulla filiera agro-zootecnica (latte, formaggio, uova, foraggio, colture) di aziende limitrofe al cono di ricaduta delle emissioni, e che effettuerà analisi a breve termine - non più a distanza di anni – su campioni di residenti. Approvato il Bilancio, il Comune di Parma istituirà un Osservatorio costituito da esperti indipendenti a supporto dell’amministrazione ed infine non mancheranno i controlli a sorpresa da parte del Comune direttamente sull’impianto, per essere certi che tutto quanto prescritto dalle autorizzazioni venga rispettato. Non parole al vento dunque, ma Atti Concreti che a Parma il Movimento 5 Stelle sta portando avanti con decisione, rigore ed onestà." Federico Pizzarotti, sindaco M5S di Parma 11 POS obbligatorio: le reazioni di commercianti e artigiani #tePOSsino Informazione 11.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Il M5S da sempre è a fianco delle PMI. Per questo attraverso una risoluzione in commissione Finanze abbiamo chiesto al Governo di: 1) fare in modo che fino al 30 giugno 2015 l'obbligo riguardi soltanto i soggetti con almeno 200mila euro di fatturato; 2) escludere dal vincolo tutte le nuove attività per almeno due anni; 3) prevedere che i costi delle transazioni siano a carico delle banche. Inoltre il M5S in Lombardia ha presentato una mozione, approvata dal Consiglio, che chiede che la Regione Lombardia si attivi presso il Governo per sospendere il provvedimento che rende obbligatorio il POS per le piccole imprese fino a quando i costi del servizio bancario non saranno in linea con la media europea "Il 30 giugno 2014 è entrata in vigore la legge sul pos. La norma è molto contradditoria e ha creato molta confusione, soprattutto alle categorie più colpite, che si dicono indignate. L’introduzione dei sistemi di pagamento elettronici era già stata disposta in un decreto del 2012, tenuta congelata fino ad oggi. Vediamo quali sono i punti essenziali della legge: 1) Gli interessati al provvedimento sono i professionisti, gli artigiani e i piccoli esercenti (si contano circa 1,5 milione di persone) che hanno l’obbligo di munirsi del pos 2) I pagamenti superiori a 30 euro devono essere effettuati tramite carta di credito e bancomat ogni volta che il cliente lo richiede ma anche con bonifico e assegno 3) E’ stato calcolato che il pos costa di media 1200 - 1700 euro l’anno a carico del commerciante 4) Al momento non sono previste sanzioni a chi non accetta pagamenti con pos 5) Rimane invariata la possibilità di pagare in contanti fino a un limite massimo di 1000 euro Il Segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi si è già opposto a questa manovra e denuncia l’ingiustizia di un provvedimento che mira a mettere in difficoltà economica gli artigiani: “Milioni d’imprese (…) sono costrette a sostenere dei costi inutili: autotrasportatori, imprese di costruzioni che lavorano per il pubblico, aziende metalmeccaniche, tessili, dell’abbigliamento o della calzatura che lavorano in subfornitura; le imprese di pulizie che prestano servizio presso gli studi privati o negli enti pubblici e i commercianti all’ingrosso”. La norma sul pos è stata introdotta col fine di limitare l’evasione fiscale dei liberi professionisti e nel mirino ci sono soprattutto: idraulici, elettricisti, falegnami, antennisti, manutentori di caldaie e tutti gli artigiani che effettuano lavori “a casa della gente”. Il principio di applicazione di questa norma è basato sulla tracciabilità fiscale, ma allora viene da chiedersi che affidabilità hanno dei dati parziali, visto che non sono previste multe per chi non si adegua. Questa è la prima contraddizione evidente. La seconda riguarda invece le banche. Sì, perché, come sempre, alla fine chi ci guadagna sono loro. Commercianti e artigiani contestano le commisioni bancarie, troppo alte rispetto il resto dell’Europa e del mondo. A quanto pare malcontenti e malumori non sono passati inosservati e il Ministro Federica Guidi ha convocato un incontro previsto per il 16 luglio. Convocati il Ministero dello Sviluppo economico, il Ministero del Tesoro e il consorzio Bancomat. In questi giorni assistiamo a un’informazione parziale. Si vuole far credere alla gente che artigiani e commercianti siano contro l’obbligo del pos per poter evadere, ma non è così! Noi abbiamo incontrato diversi onesti liberi professionisti e titolari di piccole attività, li abbiamo conosciuti e abbiamo parlato con loro. La vera notizia è questa: tutti sono d’accordo sulla comodità dell’utilizzo del pos e sulla necessità di combattere l’evasione. Il problema è un altro: nessuno ci deve rimettere a scapito delle banche. Ascoltate le testimonianze che abbiamo raccolto e se anche voi avete una storia da raccontare inviateci il vostro video scrivendo #tePOSsino nei tag di youtube e nel titolo e lasciate i vostri commenti su twitter." LaCosa Il sondaggio sul POS obbligatorio è stato chiuso. Guarda i risultati Le balle de la Repubblica su Francesco D'Uva del M5S Minipost 11.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Sembra che il quotidiano La Repubblica di Bologna abbia ricevuto insistenti telefonate da qualcuno che, spacciandosi per me, ha rilasciato a mio nome assurde dichiarazioni contro il sindaco di Parma Pizzarotti che gode invece di tutta la mia stima. In seguito a tali telefonate è stato fatto uscire un articolo che riporta virgolettati ovviamente non miei. Desidero precisare che, oltre a non aver mai chiamato il quotidiano, non mi sono neppure mai occupato di teatro Regio di Parma come si afferma nell’articolo. Il prossimo lunedì mi recherò presso il Commissariato di Polizia della Camera dei Deputati per sporgere denuncia, ritengo gravissimo che chiunque possa spacciarsi per un parlamentare e i giornali riportino senza verifica alcuna." Francesco D’Uva, M5S Camera 12 Il paradosso del PIL Minipost 12.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Un tempo a contestare il Pil erano soprattutto economisti di sinistra, come i premi Nobel Amartya Sen e Joseph Stiglitz, ambedue autori di statistiche "alternative". Oppure, ancora più radicali, c'erano le critiche dei teorici della decrescita come Serge Latouche, per i quali l'aumento del Pil è sinonimo di sviluppo insostenibile, distruzione di risorse naturali. La novità: adesso agli attacchi contro il Pil si uniscono l'establishment, i mercati, gli organi del neoliberismo [...] Il Pil è un'invenzione recente, e strumentale. Il primo a lavorarci fu l'economista americano di origine bielorussa Simon Kuznets, negli anni Trenta. La missione gli era stata affidata dal presidente Franklin Delano Roosevelt. Nel bel mezzo della Grande Depressione, Roosevelt aveva bisogno di una misura dello stato di salute dell'economia, che non fosse di tipo settoriale o aneddotico come quelle usate fino ad allora. Ma lo stesso Kuznets dopo avere "inventato" il Pil cominciò a esprimere serie riserve sulla sua validità. Nella maggior parte dei paesi sviluppati bisogna attendere gli anni Cinquanta perché il Pil entri nelle consuetudini. Un indicatore ben più completo e utile è quello elaborato per le Nazioni Unite da Amartya Sen ed altri, lo Human Development Index (Indice dello Sviluppo Umano): misura per esempio la qualità della salute e dell'istruzione. Perché non riesce a spodestare il Pil nel dibattito pubblico? La spiegazione che dà Sen è disarmante, o inquietante: "Il Pil misura un tipo di crescita quantitativa che ha coinciso con l'arricchimento di minoranze privilegiate. L'indice dello sviluppo umano sposterebbe l'attenzione verso attività e settori che vanno a beneficio degli altri." fonte Il Senato: la Grande Schifezza Politica 12.07.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Se questo è il dialogo per Renzi e Boschi... La riforma del Senato targata Renzi-Boschi sta andando avanti a forza di balle e prepotenza. Il governo sta facendo credere di essere aperto ai contributi e ai miglioramenti che possono arrivare dall'opposizione, ma è una vergognosa bugia. In commissione Affari costituzionali il MoVimento 5 Stelle ha presentato oltre 220 proposte di modifica, tra emendamenti e subemendamenti, e sono state tutte respinte. Eppure si trattava di modifiche che puntavano a ridurre i costi, tagliando numero dei parlamentari e loro indennità, e a introdurre delle forme di democrazia diretta e partecipata che permettevano una forma di controllo dei cittadini sulla politica. Tutte cose evidentemente sgradite al governo. Abbiamo constatato sulla nostra pelle che fuori dal patto di ferro tra Pd-Forza Italia il governo non intende toccare nemmeno una virgola di questo testo. Gli italiani devono sapere che le regole del gioco le stanno scrivendo in due, Renzi e Berlusconi, e tutti gli altri sono tagliati fuori senza possibilità di toccare palla." Nicola Morra, portavoce M5S al Senato PS: Non è prevista la partecipazione di Beppe Grillo a manifestazioni di protesta organizzate la prossima settimana a Roma 13
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