Editoriale Il cuore di Saint-Just

Volume 9, numero 28
Sommario
13.07.2014
Informazione
Editoriale
Il cuore di Saint-Just
Il tramonto della democrazia
Precisazioni sul mancato incontro
M5S-PD
La democrazia a rischio in Europa
L’ENI, il fondamentalismo ''danaroso'' e
il vero razzismo
POS obbligatorio: le reazioni di
commercianti e artigiani #tePOSsino
Perché #AbolirEquitalia è stata
bocciata dai partiti
Minipost
La ''truffa'' di Radio Padania
Giornalista del giorno, Mario Giordano,
Libero
#AbolirEquitalia: da oggi alla Camera!
Il sottosegretario Ferri deve dimettersi
Il Presidente PD dell'Emilia Romagna
Errani condannato, ora elezioni subito!
I partiti danno lo stipendio ai
parlamentari in galera
Vittoria M5S: POS obbligatorio
sospeso in Lombardia
Le balle de la Repubblica su
Francesco D'Uva del M5S
Il paradosso del PIL
MoVimento
L'intervista del Corriere a Luigi Di Maio
Immigrazione, il primo risultato del
M5S
Dieci risposte a dieci domande
Inceneritore di Parma: la battaglia non
conosce soste - di Federico Pizzarotti
Politica
Il #PattoDelNazareno
Il Marò non c'è più - canzone dedicata
a Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone
Il Senato: la Grande Schifezza
"Come è stato detto, c'è effettivamente
qualcosa di indomabile nello spirito
umano, ma non è vero, come sosteneva
Henry Miller, che il cuore umano non si
spezza, perché anch'esso ha il suo
punto di rottura. Il cuore umano si
spezza perché anch'esso ha il suo punto
di rottura. Davanti allo scherno si spezzò
anche il cuore di Gesù. Solo il cuore di
Saint-Just solo il cuore di questo
intrepido ragazzo non si è spezzato.
Davanti alla morte Saint-Just dimostrò
un'assolita disumana indifferenza, Gesù
sul Golgota ebbe uno spasimo di paura,
e si sentì il suo grido d'angoscia salire al
cielo. Saint-Just, davanti alla morte, non
ebbe un momento di debolezza. Passò
la
notte
precedente
l'esecuzione
assistendo Robespierre, che al momento
dell'arresto s'era sparato al viso, poi
quando venne il momento salì le scale
del patibolo come se andasse a una
festa. Da dove gli veniva tanta forza?
Parecchi muoiono, dice Milan Kundera,
senza sapere di aver vissuto, Saint-Just
sapeva di aver vissuto. Era dunque sazio
della vita? Si può essere sazi della vita a
25 anni? L'uomo è geneticamente
programmato per temere la morte,
perchè Saint-Just non la temette? Che
cosa aveva capito?Che rivelazione
aveva
avuto?
L'agrimensore
del
"Castello" di Kafka dice che la vita "è
misteriosa e inconoscibile": Saint-Just
era forse riuscito a penetrare questo
mistero? Joseph K. s'era posto tutte
queste domande anni addietro, sulla
tomba di Saint-Just, nel cimitero di
Erranci. Era un pomeriggio di fine
settembre, il verde dei cipressi era
ancora vivo e brillante sebbene
apparisse punteggiato, qua e là, dalla
gialla promessa dell'autunno. Il figlio del
vecchio custode, che aveva preso il
posto del padre, gli disse della visita di
Arthur Koestler, subito dopo la guerra.
"l'ho visto piangere, proprio come sta
facendo lei ora..." La morte di Saint-Just
era stata una tragedia dell'intelligenza,
meritava certo un po' di commozione.
Anche perché il ragazzo avrebbe potuto
salvarsi. Perché dunque rifiutò la vita? K.
1
continuò a chiederselo a lungo, ma
senza riuscire a darsi una risposta. Il suo
non fu che il vano tentativo di afferrare
brandelli di luce nel pieno di un grande
buio. Benjamin Constant dice che vi
sono pesi troppo grandi per le spalle di
certi uomini. K. rientrava in questa
categoria. La sua compagna se n'era
andata in un'alba straziante, come
l'avrebbe definita Rimbaud, dopo avergli
ricordato il cimitero di campagna e dopo
essersi fatta promettere che lui l'avrebbe
seguita. Il loro era stato un amore
tristanico, l'amore della rondine e del
Principe Felice. Il vuoto in cui K. si venne
a trovare produsse su di lui uno strano
fenomeno. Come nella "Metamorfosi" di
Kafka, egli si addormentò una sera con
sembianze umane e si svegliò il mattino
successivo tramutato in un insetto. Certe
cose cominciarono a sfuggire al suo
controllo. Arrivò fatalmente il momento in
cui lui capì che come Ivan Karamazon,
stava vivendo a dispetto della logica.
Decise di farla finita. In che modo? Bruto
non ebbe il coraggio di piantarsi una
lama in petto e diede questo incarico a
un suo servo. A K. mancava sia il
coraggio sia il servo. Però aveva avviato
un certo meccanismo e decise di inserire
il suo disegno in questo meccanismo. Il
momento arrivò in una giornata di sole.
Come dice Stephen Dedalus, le giornate
di sole sono le migliori per morire. Dice
Bousset: "E' eretico chi ha delle idee
personali".
Gesù
è
l'archetipo
dell'eretico. Qualcuno lo definisce un
operaio del legno poco istruito. Non poco
istruito, precisamente poco libresco. In
effetti gli è ignota la cultura greca, gli è
ignota la cultura romana, ma lui non ne
soffre, e, al contrario, lascia capire di
essere orgoglioso di non appartenere a
quella che Adam Smith bollerà come "la
sterile categoria degli uomini di lettere".
Come primo fondatore del primo
movimento anti - intellettualistico della
storia, egli non sostiene, come Mirabeau,
che l'ignoranza è la causa di tutti i mali,
ma che l'aridità di cuore è la causa di
tutti i mali. Per lui l'amore non è un
sentimento, ma un dovere, un postulato
sociale. Ma altre cose, ad onor del vero,
lo separano da Mirabeau. Mirabeau
divide l'umanità in cittadini attivi e
cittadini passivi. I cittadini attivi sono i
ricchi, i cittadini passivi sono i poveri.
Anticipando Robespierre, secondo il
quale il problema non consiste nel
proscrivere la ricchezza, ma nell'onorare
la povertà, Gesù parifica i ricchi e i
poveri, attribuendo alla povertà un valore
etico, e denunciando con ciò stesso la
fecondità contronatura del denaro,
nonché
l'utilitarismo
materialistico,
cardine della cultura di quel tempo (ma
non solo di quel tempo). I poveri sono la
potenza della terra, afferma con parole
che
sembrano
riecheggiate
da
Saint-Just. Nel "Che fare" il nichilista
Cernisevskij scrive: "L'uomo che ama
ardentemente la bontà non può che
essere un mostro malinconico". E'
evidente che Gesù è un mostro
malinconico. Ma è anche evidente che è
un sognatore, e, come tutti i sognatori, è
un uomo segnato, è un uomo
condannato in partenza. La vile razza
degli uomini, secondo le parole di
Renan, non lo meritava, e la sua morte
non
stabilisce
la
nascita
del
cristianesimo, ma al contrario ne
annuncia la fine. Dice Robespierre:
"Qualcuno vuol fare la rivoluzione senza
fare la rivoluzione."
L'intervista del Corriere a
Luigi Di Maio
MoVimento
06.07.2014
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Di seguito l'intervista a
Luigi Di Maio pubblicata sul Corriere
della Sera di oggi. Otto sì su dieci alle
proposte del Pd (che, sciolte le riserve
su premio di maggioranza e doppio
turno, potrebbero trasformarsi in un en
plein di risposte positive) e un paio di
sorprese in serbo per il vertice in
programma domani. Luigi Di Maio
sembra fiducioso sull’esito del tavolo con
i democratici. Il vicepresidente della
Camera prende le distanze dalle offese
al capo dello Stato («Io sono stato tra i
primi ad attaccarlo politicamente, ma
certe battute vanno evitate») e punta
dritto al summit che definisce «una
opportunità storica per l’Italia».
Per
Grillo la lettera del Pd un «compitino».
Lei che cosa pensa? «Al momento
bisogna guardare al risultato, che è dare
al Paese una nuova legge elettorale in
cento giorni. Quello che c’è stato non è
fondamentale, è meglio sorvolare sugli
interessi o gli screzi di parte. Il Pd vuole
sapere le nostre risposte prima di
sedersi al tavolo: bene, se hanno
bisogno di qualche risposta gliela
daremo». Ma Debora Serracchiani ha
detto che l’incontro non è certo. «Ho
sentito Lorenzo Guerini e ci siamo
accordati per lunedì (domani, ndr ) alle
15. Non credo che un vicesegretario
possa smentire l’altro, probabilmente il
disguido nasce dal fatto che uno sta a
Roma e l’altro in Friuli-Venezia Giulia.
Noi andremo all’incontro e ci andremo
consapevoli di essere davanti a una
opportunità storica per cambiare l’Italia».
Cosa direte al Pd? Il nodo principale è
la governabilità, sia per le critiche al
vostro Democratellum che per il doppio
turno e il premio di maggioranza...
«Abbiamo riflettuto e stiamo valutando.
Questo è per noi un weekend di lavoro.
Vogliamo mettere sul tavolo il concetto di
stabilità, che è il presupposto per la
governabilità. Stiamo mettendo a punto e
porteremo una proposta che modifica il
Democratellum e sarà una svolta che
non potranno rifiutare».
E il doppio
turno? E il premio di maggioranza?
«L’ho già detto al tavolo con Renzi, non
siamo contrari a prescindere né al
doppio turno né al premio di
maggioranza.
Stiamo
valutando
i
dettagli, al vertice li esporremo». Il Pd
vuole collegi meno estesi. «L’estensione
dei collegi è legata alle preferenze
negative, che il Pd critica. Noi siamo
disposti a rinunciarci, a patto che una
norma più stringente escluda - eccetto
per i reati d’opinione -i condannati dal
Parlamento». Il Pd chiede un controllo
preventivo della nuova legge elettorale
da parte della Consulta. «Noi siamo
2
d’accordissimo. Ma con i tempi e modi
che hanno proposto non si può fare,
devono spiegarci loro come vogliono
farlo».
Per i democratici alcune
competenze devono tornare allo Stato.
«È un tema importantissimo, ma manca
la sanità: così come è non funziona ed è
stata al centro di numerosi scandali negli
ultimi anni. Siamo disponibili a un
confronto a un tavolo apposito sulle
riforme costituzionali. E poi...». Dica.
«Ci sono anche altri punti che si possono
affrontare. L’abolizione del Cnel, per
esempio, per noi è scontata. E anche
sulla riduzione delle indennità noi non ne
sentiremmo la differenza: già ci tagliamo
lo stipendio senza che ci sia la norma».
Sul Senato invece?
«Abbiamo
appoggiato il ddl Chiti che già prevedeva
quanto ci propone il Pd: una camera che
non esprime la fiducia e non vota il
bilancio. Bisogna fare però una
riflessione sul perché e in quali
condizioni. Noi siamo per appoggiare
una riduzione dei parlamentari, tagliando
anche il numero dei deputati. Ripeto, il
ddl Chiti, tra l’altro espressione di una
parte del Pd, è solo una traccia». Ma il
fatto che non sia elettivo può essere
motivo di scontro?
«Già i padri
costituenti avevano messo in chiaro che
il Senato doveva essere eletto su base
regionale. Un ruolo diverso si può
discutere, quello che noi non vogliamo è
un Senato di nominati». Sull’immunità
ci sono state molte polemiche in questi
giorni. «Infatti voglio chiarire. Noi siamo
contro l’immunità. Salviamo il comma 1,
sull’insindacabilità di voti ed opinioni, per
il resto politici e cittadini devono essere
uguali davanti alla legge». Lei è visto
come l’uomo del dialogo nel M5s. Se la
trattativa sulla legge elettorale andasse
male, teme che il Movimento possa
tornare a chiudersi? «Io credo che
stiamo facendo un percorso perché ora
c’è un’altra prospettiva. Abbiamo altri 4
anni di legislatura davanti - un’era
geologica in politica - e dobbiamo
affrontarla cercando di migliorare quello
che questi signori stanno facendo.
Comunque ora non si potrà più dire che
non siamo stati seri e coerenti».
Dal
Corriere della Sera di oggi, 6 luglio 2014
Giornalista del giorno, Mario
Giordano, Libero
Immigrazione, il primo
risultato del M5S
Minipost
06.07.2014
MoVimento
06.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "C'è come un parallelo tra la
decadenza di Grillo, il comico bolso e
invecchiato che non fa più ridere, e la
decadenza dei grani, i ragionieri della
gaffes che scivolano sulla morte, senza
essere ancora riusciti a dimostrare le
vere ragioni della loro esistenza. In
effetti: anche chi non li condivideva, al
loro apparire, non potè non considerare
che erano una specie di urlo di vita, la
voglia di partecipare, l'immissione nel
sistema di energie nuove. Oggi tutto ciò
sembra sparito. E gaffe dopo gaffe, resta
solo l'impressione di una prolungata
inutilità parlamentare e del ripetersi di
parole insensate. Che stendono sul
movimento ombre sempre più cupe".
Mario Giordano, Libero
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); >>> Il Pd ha annullato
l'incontro con la delegazione del M5S per
parlare della legge elettorale. La
delegazione M5S terrà una conferenza
stampa che sarà trasmessa in streaming
alle 12 sul Blog e su La Cosa
"Questa settimana una senatrice italiana
del Movimento 5 stelle, Cristina De
Pietro, è riuscita a far approvare a livello
internazionale
una
risoluzione
sull’immigrazione che poggia proprio su
questi principi – quindi importante – in
occasione della sessione annuale
dell’Assemblea Parlamentare dell’Osce,
l’Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa (Osce –
Organization
for
Security
and
Co-operation
in
Europe
nella
terminologia
anglosassone)
che
quest’anno si è tenuta a Baku, in
Azerbaijan.
L’Osce
è
un
ente
internazionale che promuove la pace, il
dialogo politico, la giustizia e la
cooperazione in Europa, ne fanno parte
57 nazioni per un totale di 2 miliardi di
persone, è quindi la più grande
organizzazione
regionale
per
la
sicurezza.
Nella prima risoluzione
internazionale della legislatura ad essere
approvata a livello internazionale si
esortano i paesi membri Osce che sono
anche membri dell’Unione Europea a
riformare il cosiddetto “sistema di
Dublino”
e,
in
particolare,
del
Regolamento n. 604 del 26 giugno 2013.
Questi prevedono che, per evitare che gli
emigrati facciano domanda d’asilo in più
di un paese, nell’Unione Europea, in
Svizzera e Norvegia, lo Stato membro
competente all’esame della domanda
d’asilo generalmente è lo Stato in cui
l’emigrato ha messo piede per la prima
volta. Dato che l’Italia è il punto
d’ingresso più gettonato, il problema
dell’immigrazione nel nostro paese
assume dimensioni ben più grandi che in
Danimarca, Finlandia o nel Regno Unito.
Ed infatti tra i 15 votanti che hanno
rifiutato di approvare la risoluzione c’è la
Gran Bretagna ed alcuni parlamentari
danesi e finlandesi. Secondo costoro il
tema dell’immigrazione deve essere di
esclusiva competenza delle politiche
nazionali e per i belgi il “sistema di
Dublino” non avrebbe alcun bisogno di
revisioni, giusto quindi che il carico resti
sui paesi di prima accoglienza. Il sistema
di Dublino è dunque l’ennesimo accordo
a livello europeo che finisce per
penalizzare una nazione del sud, in
questo caso l’Italia, rispetto a quelle del
Nord. Meno male che c’è qualcuno che
si è preso la briga di denunciare questa
discriminazione attraverso i canali
tradizionali
e
democratici
della
3
diplomazia invece di fare tanta caciara
mediatica".
Loretta
Napoleoni,
ilfattoquotidiano.it
La ''truffa'' di Radio Padania
Il tramonto della democrazia
Minipost
07.07.2014
Informazione
07.07.2014
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2320-0'); });
"L’emittente radiofonica
della Lega Nord, Radio Padania Libera,
è una radio comunitaria (come Radio
Maria) e tramite un emendamento
presentato da un suo stesso deputato,
Davide Carlo Caparini, dal 2001 può
occupare frequenze libere su tutto il
territorio nazionale senza pagare un
soldo. Le frequenze che acquisisce
gratuitamente servono solo ad essere
poi cedute a titolo oneroso o in permuta
a emittenti radiofoniche commerciali con
differenze di valore che hanno fatto
ottenere
plusvalenze
ingenti.
Ad
esempio, Radio Maria, nell’area di
Milano, ha ceduto per 10 milioni di euro
una frequenza a Radio 2, ovvero il
servizio pubblico. Lo stesso ha fatto
Radio Padania Libera in decine di casi,
con RTL 102,5 e Radio 101, la prima
riconducibile a Lorenzo Suraci, la
seconda al gruppo Mondadori, quindi
Silvio Berlusconi, con cui la Lega ha
governato quando ha presentato questo
emendamento. Lo scopo appare chiaro:
garantirsi fonti di finanziamento illimitate.
Radio Padania ha inoltre preso contributi
pubblici per 5 milioni di euro e col
giochino della cessione o permuta delle
frequenze è arrivata a raccoglierne circa
300, facendo lievitare il suo fatturato dai
100mila euro del 2006 ai quasi due
milioni di euro del 2008. Non male per
una radio che può trasmettere solo 3
minuti di pubblicità ogni ora, alla faccia
delle piccole emittenti locali per cui il
mercato delle frequenze è bloccato e
che devono sostenere notevoli spese per
continuare a restare in onda. A ciò va
aggiunto l’evidente conflitto d’interessi di
Caparini, autore della norma pro Radio
Padania, fondatore e socio della stessa
radio. Il portavoce alla Camera, Riccaro
Nuti, ha presentato un’interrogazione.
Attendiamo risposte" M5S Camera
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{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Che cosa è avvenuto? È
avvenuto questa applicazione di questa
democrazia light. Qui andiamo verso una
dittatura di stampo legale che la
maggiore parte di persone magari non
avverte, perché è condizionata a
considerarla pezzo per pezzo, la
giustizia, il lavoro, l’Europa, e mentre la
guardi nei suoi pezzi si perde la visione
globale. La visione globale è una
dittatura fatta da questo ebetino, che è
un ebetone pericolosissimo, quindi molto
sottovalutato anche da me, e questo me
ne dispiace, ma andiamo verso
veramente una grande criminalità
organizzata di stampo democratico,
quindi io esorto le persone, i cittadini,
anche i componenti di altri partiti, se
hanno ancora un po’ di barlume di
democrazia dentro, non si può fare fuori
l’opposizione così, fare finta, questa è
gente falsa, ipocrita, noi potremmo avere
sbagliato a comunicare certe cose,
abbiamo una informazione tutta contro,
abbiamo anche perso perché non si è
mai visto che dalla sinistra a destra, tutti i
telegiornali, i giornali, hanno alimentato
un clima di terrore, di orrore, se poteva
vincere il MoVimento 5 Stelle, io vi
esorto a tirare fuori un po’ di coraggio e
di smetterla di pensare che questa sia la
governabilità, qui siamo oltre qualche
cosa d’altro, oltre, abbiamo delle
persone che fanno. Si mettono d’accordo
su come riformare la giustizia, su chi la
giustizia l’ha presa dietro il collo, cioè su
gente che non può andare a votare e fa
la legge elettorale, riformano la giustizia
con dei pregiudicati condannati, io
veramente un barlume, e un briciolo di
orgoglio io lo chiedo anche al PD, al
PDL, al Partito Sardo di Azione, a
qualcuno che dentro inizi a dire, a
chiedersi dove stiamo andando a finire, e
dove stiamo andando non è la
governabilità. E' l’inciucio enorme di
questa gente che lavora per i propri
interessi come Berlusconi per le sue
aziende, altro che il popolo italiano e
dall’altra parte abbiamo il lavoro delle
banche, della finanza, dagli speculatori,
e non si può lasciare loro questo
magnifico paese, signori noi faremo una
opposizione ancora molto più dura di
prima, quindi noi ci siamo, ci saremo e ci
stiamo organizzando! Io abbraccio i miei
collaboratori, i parlamentari, gli attivisti,
di non deprimersi, perché forse ci sarà
un’altra evoluzione di che cosa significa
stare all’opposizione, un’altra evoluzione
significa sempre con mezzi democratica
fare sapere che esistiamo e non ci
possono relegare in un angolo, questo lo
prometto. Io abbraccio anche i ragazzi
che si sono fatti prendere in giro da
questi falsi e ipocriti che vanno 10 punti,
parlano del documento che dovrebbe
4
essere consegnato a chi? A casa di chi?
A casa della casa della casa di chi?!
Abbiamo pubblicato sul Corriere, sul
blog, che otto punti siamo disposti a
concedere e a fare, dopodiché noi non
concediamo più un millimetro, quindi
avranno a che fare, adesso, con delle
persone adulte, non più dei bambini, non
faremo più cose Effervescenti o di
stampo goliardico. basta! Faremo una
opposizione vera, dura, e tutti insieme,
ma esorto, soprattutto, le persone che
stanno nei partiti a non adagiarsi su
questa cosa, non adagiatevi. Siamo la
seconda forza politica del paese,
abbiamo quasi due mila persone dentro
le istituzioni, per bene, ci tengo a dire per
bene,
abbiamo
11
sindaci,
17
parlamentari europei per bene, ripeto per
bene, questa è la nostra grande
rivoluzione, fare entrare nelle istituzioni
le persone per bene, questa è la grande
rivoluzione del Movimento 5 Stelle, il
resto sono speculazioni giornalistiche, di
una informazione che ci ha catapultato al
cinquantesimo posto come libertà di
stampa e paese semilibero, quindi io di
nuovo la mia è una esortazioni a tirare
fuori un po’ di orgoglio, io vi abbraccio
tutti, abbraccio Di Maio, abbraccio gli
altri, che sono stati presenti e erano
presenti e hanno fatto la conferenza
stampa di questa farsa, che hanno
voluto
portare
fino
all’estrema
conseguenza, perché sono anche
vigliacchi, non hanno il coraggio di dire
guardate con voi non ci parliamo più,
punto, neanche il coraggio, sempre una
cosa, poi il contrario di quella, poi
un’altra, poi un’altra, sono ipocriti e falsi,
questo la gente lo deve sapere, quando
fanno le leggi, quando vanno in
televisione a dire le cose quando fanno i
loro cambiamenti e le riforme con dei
pregiudicati. Vi abbraccio a tutti!" Beppe
Grillo su La Cosa
#AbolirEquitalia: da oggi
alla Camera!
Precisazioni sul mancato
incontro M5S-PD
Dieci risposte a dieci
domande
Minipost
07.07.2014
Informazione
07.07.2014
MoVimento
07.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Per chi non ha capito, o
non ha voluto capire, tra il mio intervento
di oggi e la conferenza stampa di Di
Maio e Toninelli non vi sono
contraddizioni, le porte per una
discussione sulla legge elettorale per il
M5S sono sempre aperte, nè mai le ha
chiuse
nonostante
continue
provocazioni. Il M5S ha il dovere come
seconda forza politica di migliorare la
legge elettorale e ci proverà fino in
fondo. Il mio è stato un appello ai
parlamentari delle altre forze politiche
che hanno a cuore la democrazia perché
ci aiutino a evitare una deriva
anticostituzionale legata alle riforme."
Beppe Grillo
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Breve cronologia dei fatti Abbiamo costruito una legge elettorale
con migliaia di cittadini in rete, primo
esperimento al mondo di democrazia
partecipata - Il 15 giugno vi abbiamo
richiesto un incontro per parlarne e dare
al Paese una legge elettorale in 100
giorni. - Ci avete detto che avreste
pubblicato 5 punti e che sareste stati
disponibili ad un secondo incontro - I 5
punti sono diventati 10 perché avete
aggiunto altre domande. - Lunedì 30
giugno vi abbiamo chiesto un secondo
incontro per giovedì 3 luglio, per parlare
di legge elettorale e rispondere alle
vostre domande in modo serio in un
contesto
istituzionale.
Ci
avete
comunicato che non avevate una
delegazione (bisogna capire che per i
politici il giovedì finisce la settimana
lavorativa) - A questo punto Guerini non uno qualsiasi, ma il vicesegretario
del PD - ha fissato come data ufficiale
del secondo incontro lunedì 7 alle 15
nella sala del Cavaliere, alla Camera.
Anche
lo
streaming
era
stato
organizzato. - Nel frattempo, ci avete
chiesto di rispondere alle 10 domande
formulate in precedenza noi lo abbiamo
fatto nel modo più ufficiale possibile: con
Luigi Di Maio, Vicepresidente della
Camera, tramite un’intervista pubblicata
domenica 6 luglio su uno dei principali
quotidiani del Paese. - Ciò non vi è
bastato.
Noi
abbiamo
risposto
chiaramente alle vostre domande, ma
voi poche ore prima dell’incontro, non
contenti,
avete
preteso
che
rispondessimo una seconda volta per
iscritto,
come
se
il
contenuto
dell’intervista cambiasse da scritto su un
quotidiano a scritto su una lettera. - Alle
ore 10 di oggi salta l’incontro. Ci
chiediamo: come è possibile che
qualcosa di così importante per gli
Italiani come la legge elettorale salti
perché non abbiamo risposto per la
seconda volta per iscritto alle domande?
Come mai per trattare di legge elettorale
con un condannato come Berlusconi non
richiedete nulla, né risposte scritte, né lo
streaming in modo che tutti i cittadini
possano capire cosa vi siete detti? A noi
non crea alcuna difficoltà ne lo streaming
ne la lettera. Ma allora perché non fate
altrettanto con i vostri incontri con
Berlusconi.
- La nostra massima
disponibilità al confronto e al dialogo ci
porta a rispondere a tutti i vostri quesiti
per la terza volta. Ora, in modo tale che
non abbiate più alibi e non possiate più
raccontare agli Italiani con la complicità
dei giornalisti che il tavolo di lavoro è
saltato per colpa nostra, vi riportiamo di
seguito le risposte una terza volta: 1.
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Leggi la proposta di legge
del M5S per cancellare Equitalia
"Le intenzioni del Pd e dei suoi alleati
sono chiare: Equitalia va mantenuta.
Immaginavamo che Partito democratico
e maggioranza avrebbero attaccato la
proposta e per questo ci siamo resi
disponibili a discutere sulle modifiche
apportabili al testo per poter essere
condiviso. Loro hanno preferito affossare
una proposta di legge che risponde a
criteri di elementare buonsenso, visti i
livelli di inefficienza, corruzione e
inumanità nei confronti dei deboli che
caratterizzano il funzionamento di
Equitalia. Noi eravamo pronti a discutere
per migliorare e, infatti, saremo noi stessi
a presentare in aula gli emendamenti di
merito che recepiscono le osservazioni
della maggioranza. Purtroppo, però, il
loro atteggiamento tende solo ad
azzerare tutto e a lasciare le cose come
stanno, utilizzando persino la forzatura
procedurale del 'mandato negativo' al
relatore. Questa maggioranza, il Pd, il
Governo Renzi che tipo di riscossione
vogliono? Tutti avanzano dubbi sui
risultati avuti negli ultimi anni, tutti dicono
che ci sono seri problemi... allora adesso
vorremmo sinceramente capire qual è
l'idea della maggioranza a proposito
della
riscossione.
E
soprattutto
gradiremmo sapere se e in che tempi
intendono presentare un progetto di
riforma." Azzurra Cancelleri, M5S
Camera
5
Per noi un vincitore ci vuole sempre.
L’unico modello che assicura questo
oggi in Italia è la legge elettorale che
assegna un premio di maggioranza al
primo turno o al secondo turno. Il
Movimento 5 Stelle, per esempio, ha
vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia
nonostante che (sic) al primo turno abbia
preso meno del 20% dei voti. Però poi al
ballottaggio ha ottenuto la metà più uno
dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili
a prevedere un ballottaggio, così da
avere sempre la certezza di un vincitore?
Noi sì. “Si” Per noi quello che voi
chiamate “vincitore” è il conquistatore di
una vittoria di Pirro, che non garantisce
in alcun modo la governabilità:
speravamo che l’esperienza di “vittoria”
con una schiacciante maggioranza nella
scorsa legislatura vi fosse stata
d’insegnamento, ma evidentemente non
è così. Un modello che assicuri la
certezza di un vincitore come quello
disegnato nella legge Berlusconi-Renzi
non esiste pressoché in nessun sistema
democratico al mondo. In ogni caso, al
fine di evitare un pessima legge
elettorale
quale
è
la
legge
Berlusconi-Renzi nella sua attuale
formulazione, e produrre un testo
migliore siamo disponibili a prevedere un
ballottaggio che dia ad una forza politica
la maggioranza dei seggi, a condizione
di evitare che la conquista del primo
posto si trasformi in una corsa
all’ammucchiata di tutto e il suo contrario
(come è stato per l’Unione di Romano
Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio
Berlusconi) che ha provocato la caduta
anticipata dei rispettivi governi nel 2008
e nel 2011 nonostante la “vittoria”. Per
evitarlo, la nostra proposta alternativa è
formulata in questi termini: - un primo
turno proporzionale privo di soglie di
sbarramento, in modo da consentire a
chiunque di correre per il Parlamento e
colmare il deficit di rappresentatività che
la legge comporta; - in caso di
superamento della soglia del 50% + 1
dei seggi al primo turno, prevediamo un
premio di governabilità minimo, che
consegnerebbe al vincitore il 52% dei
seggi; - nel caso in cui nessuno
raggiunga la maggioranza al primo turno,
è previsto un secondo turno tra i due
partiti più votati, al cui vincitore viene
assegnato il 52% dei seggi.
2. Siete
disponibili a assicurare un premio di
maggioranza per chi vince, al primo o al
secondo turno, non superiore al 15% per
assicurare a chi ha vinto di avere un
minimo margine di governabilità? Noi sì.
“Si” Ferme restando le obiezioni di cui
alla precedente risposta, che potranno
tuttavia essere sciolte dalla Corte
costituzionale nella sede del controllo
preventivo
previsto
nella
riforma
costituzionale, come già evidenziato
siamo disponibili alla previsione di un
turno di ballottaggio, nel caso in cui il
primo turno non veda nessuna forza
politica ottenere la maggioranza dei
seggi, con il quale sia possibile attribuire
un numero di seggi tali da assicurare a
chi ha vinto di avere un minimo margine
di maggioranza (la governabilità è
un’altra cosa, per noi).
3. Siete
disponibili a ridurre l’estensione dei
collegi? Noi sì. “Si” La riduzione
dell’estensione dei collegi è possibile,
ma questo e altri elementi tecnici
dipendono naturalmente dall’impianto
complessivo della legge e da come si
vuole concretamente realizzare. 4. Siete
disponibile
a
far
verificare
preventivamente la legge elettorale alla
Corte costituzionale, così da evitare lo
stucchevole dibattito “è incostituzionale,
è costituzionale”? Noi sì. “Sì” Siamo
disponibili
a
far
verificare
preventivamente la legge elettorale alla
Corte costituzionale; quello che tuttavia
abbiamo urgenza di capire è in quale
modo si dovrebbe introdurre questo
controllo e come dovrebbe intervenire
sulla legge elettorale in discussione. Il
Presidente del Consiglio ha affermato
nel corso del nostro ultimo incontro che
la legge elettorale sarà approvata e
promulgata dopo la prima lettura da
parte del Senato della riforma della
Costituzione. Il che significa che il
controllo non sarà previsto per la legge
elettorale in discussione. Come pensate
di risolvere questa contraddizione? 5.
Siete disponibili a ridurre il potere delle
Regioni modificando il titolo V e
riportando in capo allo Stato funzioni
come le grandi infrastrutture, l’energia, la
promozione turistica? Noi sì. “Si” Siamo
disponibili ad una modifica del Titolo V,
sebbene riteniamo che l’impianto
proposto nell’attuale riforma non sia
funzionale alla risoluzione dei problemi
provocati dalla riforma del 2001. Nel
merito, la riforma Renzi del Titolo V
prevede
l’eliminazione
sia
della
competenza concorrente Stato-Regioni,
quella in cui lo Stato dettava i principi,
con “leggi-quadro” per ragioni di
omogeneità e le Regioni vi davano
attuazione con le loro leggi, e della
competenza residuale regionale, ovvero
della clausola per la quale tutto quanto
non era di competenza statale o
concorrente spettava alle Regioni. Nel
nuovo quadro vengono definite solo le
competenze statali, e quelle regionali
non sono più residuali ma sono
specificamente elencate. Se il problema
che la riforma Renzi mira a risolvere è
quello del “chi fa cosa” e quindi del
contenzioso che si crea innanzi alla
Corte
costituzionale
bloccando
o
invalidando numerosissime leggi, non si
capisce in che modo questa riforma lo
risolverebbe. La nuova definizione di
competenze
non
sembra
essere
risolutiva del problema in questione:
dove
finisce,
ad
esempio,
la
“programmazione e organizzazione dei
servizi sanitari” (materia di competenza
regionale) e dove iniziano le “disposizioni
generali e comuni per la tutela della
salute” (di competenza statale)? Quale
opera sarà da considerarsi “dotazione
infrastrutturale” (regionale) e quale
“infrastruttura strategica” (statale)? A ciò
si aggiunga la previsione di una
“clausola di supremazia” per la quale «su
proposta del Governo, la legge dello
Stato può intervenire in materie non
riservate alla legislazione esclusiva
quando lo richieda la tutela dell’unità
giuridica o economica della Repubblica,
ovvero
la
tutela
dell’interesse
nazionale». Anche in questo caso, si
pone il problema della grave disfunzione
applicativa che può produrre questa
disposizione. Non si capisce, infatti,
anzitutto perché debba provenire dal
Governo la proposta per l’utilizzo della
clausola di supremazia in ambito
legislativo, anziché dall’organo legislativo
che è il Parlamento. È facile immaginare
che un Governo incapace di governare,
che si regge sull’abuso dell’utilizzo dello
strumento della questione di fiducia per
imporsi al Parlamento, utilizzerà nello
stesso modo la clausola di supremazia
per imporsi alle Regioni, facendo
rientrare discrezionalmente qualsivoglia
6
legge nel concetto per sua natura
amplissimo e difficilmente delimitabile
dell’“unità giuridica o economica della
Repubblica,
ovvero
la
tutela
dell’interesse nazionale”. Sul ricorso a
questa clausola, è facile poi prevedere
altro contenzioso paralizzante innanzi
alla Consulta. Inoltre, riteniamo che
vadano discusse nello specifico le
materie da riportare in capo allo Stato,
oltre a quelle elencate, quali ad esempio
la Sanità.
6. Siete disponibili ad
abbassare l’indennità del consigliere
regionale a quella del sindaco del
comune capoluogo e eliminare ogni
forma di rimborso ai gruppi consiliari
delle Regioni? Noi sì “Sì” Premettendo
che il problema dell’indennità di
consigliere regionale e di ogni forma di
rimborso elettorale per i gruppi consiliari
è stato già risolto dal M5S con il
dimezzamento del primo e la restituzione
di buona parte del secondo, non solo in
sede regionale, ma anche in sede
nazionale, non si capisce in che modo il
Parlamento potrebbe intervenire su
questa materia, che dovrebbe essere di
competenza regionale. Il PD governa la
maggior parte delle Regioni da molto
tempo, per cui non è chiaro che cosa stia
aspettando per procedere da solo in
questo senso. La risposta a questa
domanda è “noi sì, e lo facciamo già” 7.
Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi
sì. “Sì.” A questo proposito, vi chiediamo:
considerato che non vi è relazione diretta
tra l’abolizione del CNEL e il resto del
progetto di riforma, siete disposti a
scorporare l’abolizione del CNEL dal
resto delle riforme costituzionali, in modo
da vederlo approvato ad amplissima
maggioranza e in tempi più rapidi? 8.
Siete
disponibili
a
superare
il
bicameralismo perfetto impostando il
Senato come assemblea che non si
esprime sulla fiducia e non vota il
bilancio? Noi sì. “Si” Non siamo
pregiudizialmente contrari, a condizione
che l’esistenza di tale assemblea abbia
ancora una precisa funzione nel disegno
istituzionale. 9. Siete disponibili a che il
ruolo del Senatore non sia più un
incarico a tempo pieno e retribuito ma il
Senato sia semplicemente espressione
delle autonomie territoriali? Noi sì. “Si”
Che significa che il ruolo del Senatore
deve essere un incarico non a tempo
pieno e semplice espressione delle
autonomie territoriali? Perché un ruolo
importante
come
quello
del
rappresentante
delle
autonomie
territoriali non dovrebbe essere a tempo
pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al
di là di quello che i rappresentanti delle
autonomie già fanno nell’ambito della
Conferenza Stato-Regioni? Peraltro, il
testo che si va formando attribuisce una
serie di poteri al Sentao (elezione del
Presidente, dei giudici costituzionali, dei
membri laici del Csm, competenza
decisionale nelle leggi di riforma
costituzionale ecc.) che vanno molto al di
là dei poteri locali e che sono
inconciliabili con una formazione di
secondo grado, per cui, sul punto,
riteniamo che in presenza di tali
attribuzioni sia irrinunciabile l’elettività di
promo grado dei senatori. Il problema
della retribuzione è presto superato:
siete disponibili al dimezzamento
immediato delle indennità e degli
emolumenti di tutti i parlamentari e degli
stanziamenti previsti per i gruppi
parlamentari? Noi lo abbiamo già fatto.
E per farlo non occorrono complessi
procedimenti di revisione costituzionale,
ma solo volontà politica seria in tal
senso.
10. Siete disponibili a trovare
insieme una soluzione sul punto delle
guarentigie costituzionali per i membri di
Camera e Senato, individuando una
soluzione al tema immunità che non
diventi occasione di impunità? Noi sì. Sì.
La nostra proposta in merito è semplice:
affinché l’immunità non diventi occasione
di impunità e tuttavia preservi il
parlamentare nella sua essenziale
funzione di rappresentante dei cittadini,
riteniamo necessario e sufficiente
cancellare le immunità attualmente
previste,
all’infuori
della
garanzia
dell’insindacabilità per le opinioni e i voti
espressi. Contrariamente a quanto si è
detto da parte di alcuni organi stampa,
non c’è alcuna contraddizione fra
l’azione del gruppo parlamentare M5s,
compresa la presente lettera, e la
reazione di Beppe Grillo che rappresenta
solo una diversa articolazione dello
stesso discorso politico per il quale
l’importante è fare un buona legge
elettorale. Ora noi intendiamo , per
senso di responsabilità e per non
perdere altro tempo, passare sopra il
teatrino che avete messo in piedi e ci
auguriamo che non troviate altri pretesti.
L’unica cosa a cui teniamo è che si
faccia una buona legge elettorale per i
cittadini. In questo senso, chiediamo
serietà e reale disponibilità a un
confronto.
Il sottosegretario Ferri deve
dimettersi
La democrazia a rischio in
Europa
Minipost
08.07.2014
Informazione
08.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
"Dopo le parole
dell'Associazione Nazionale Magistrati
che giudica
il comportamento del
sottosegretario alla Giustizia Cosimo
Ferri come 'una evidente e grave
interferenza', il vice ministro ne tragga le
dovute conseguenze, si dimetta". Lo
dichiara Mario Giarrusso, portavoce M5S
e componente della Commissione
Giustizia del Senato commentando le
parole dell'ANM riguardo alle gravissime
interferenze di Ferri nelle elezioni dei
membri del CSM." M5S Senato
7
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "La Triplice (PPE, S&D e
ALDE) ha boicottato tutti i candidati del
M5S alle cariche di presidente e
vicepresidente delle Commissioni del
Parlamento europeo. Eleonora Evi
(M5S) che si candidava a presiedere la
Commissione Petizioni è stata sconfitta
dalla liberale Cecilia Wikstrom. Dopo la
sconfitta di Fabio Massimo Castaldo
(M5S) al ruolo di vicepresidente del
Parlamento, per la seconda volta in
pochi giorni i liberali dell'ALDE hanno
scippato una carica che, secondo la
prassi parlamentare, doveva essere
attribuita al M5S. Bocciate anche le
vicepresidenze per Marco Affronte
(pesca), Dario Tamburrano (industria) e
Giulia Moi (agricoltura). La Commissione
Petizioni permette a tutti i cittadini
europei di fare proposte che possono
essere discusse dai parlamentari. E' un
luogo fondamentale per l'esercizio della
democrazia. In aula Eleonora Evi (M5S)
ha guardato dritto negli occhi gli altri
colleghi e a loro si è rivolta così: "qual è il
nostro ruolo qui? Siamo professionisti o
al servizio dei cittadini? Io sono stata
eletta dalla rete con un metodo nuovo e
democratico, attraverso primarie on line.
Sono il risultato di un esperimento
politico di portata internazionale, un
modello di democrazia partecipativa che
portiamo in dote e voi ci escludete". Ma
alla Triplice tutto ciò non interessa: per
l'attribuzione delle cariche di tutte le
Commissioni (non solo dunque quella
Petizioni) hanno occupato tutte le
poltrone preferendo il metodo del
consociativismo a quello cosiddetto
d'Hondt. Il Medoto d'Hondt non è un
capriccio burocratico, è il sistema che i
partiti hanno inventato per inserire nei
ruoli chiave tutti i gruppi politici del
Parlamento in base al loro peso
elettorale. E adesso lo rinnegano per far
fuori il M5S e tutti i deputati iscritti
all'EFDD. La scusa è servita. "Vogliamo
escludere chi ha voltato le spalle all'inno
d'Europa. Questo fatto deve avere
conseguenze politiche", ha detto in
Commissione Ambiente il membro del
PPE. Ma il re e' diventato nudo quando
Piernicola Pedicini (M5S) ha proposta
alla carica di vicepresidente della stessa
Commissione non un deputato dell'Ukip
ma Marco Affronte (M5S) che invece non
si è "macchiato" di quel gesto. Ma la
Triplice ha marciato unita bocciando 44
voti a 19 il candidato del M5S." M5S
Europa
Il Presidente PD dell'Emilia
Romagna Errani
condannato, ora elezioni
subito!
Minipost
08.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Di fronte alla condanna in
appello per falso ideologico del
presidente
della
Regione
Emilia-Romagna
Vasco
Errani,
condannato nell'ambito del processo
relativo al finanziamento da 1 milione di
euro alla coop agricola Terremerse
presieduta nel 2006 dal fratello Giovanni,
non bastano le sue dimissioni da
presidente della Regione. Errani deve
lasciare ogni incarico, incluso quello di
Commissario
per
la
ricostruzione
post-terremoto, ruolo delicatissimo che
non può essere ricoperto da un
condannato. Al tempo stesso chiediamo
le elezioni immediate per la Regione.
Subito alle urne!" M5S Camera e Senato
L’ENI, il fondamentalismo
''danaroso'' e il vero
razzismo
Informazione
09.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
L’OPL 245 è una
concessione petrolifera che riguarda il
più grande giacimento offshore della
Nigeria. Sotto il governo Abacha, uno dei
dittatori più ricchi della storia africana,
l’OPL 245 viene assegnata in modo
fraudolento
alla
società
Malabu,
un’impresa, secondo i giudici dell’High
Court di Londra, riconducibile all’allora
Ministro del petrolio nigeriano Dan Etete
e allo stesso Abacha. Il prezzo? 20
milioni di dollari, soltanto 20 milioni per
un giacimento da 500 milioni di barili di
greggio. Dan Etete, poi condannato in
Francia per riciclaggio di denaro, fu
coinvolto nello scandalo “Bonny Island”
per il quale l’ENI patteggiò con le autorità
americane il pagamento di oltre 350
milioni di dollari per aver raggirato le
norme anti-corruzione nella realizzazione
di impianti per la liquefazione di gas
naturale.
Oggi l’ENI, la più grande
impresa italiana, l’azienda di Enrico
Mattei *, è indagata per corruzione
internazionale.
Pare
che
abbia
acquistato proprio la concessione OPL
245 per 1,1 miliardi di dollari sapendo
che il denaro sarebbe finito nelle casse
di Malabu e non in quelle dello stato
nigeriano. Il tutto utilizzando faccendieri,
mediatori, lobbisti sempre pronti se si
tratta di mettere le mani su gruzzoli
considerevoli.
Chi
sono
questi
intermediari? C’è Ebeka Obi, un
imprenditore nigeriano risentitosi perche
nell’affare non ha ricevuto la “stecca”
pattuita. C’è Gianluca De Nardo, un
mediatore iscritto nel registro degli
indagati dai PM del Tribunale di Milano
De Pasquale e Spadaro. C’è Luigi
Bisignani, storico faccendiere il cui nome
compare fin dagli anni ’80 nella lista della
P2. Bisignani, “l’uomo che sussurra ai
potenti” ha un curriculum di tutto rispetto.
Arrestato già nel ’94 nell’inchiesta
Enimont ha recentemente patteggiato 1
anno e 7 mesi nel processo P4. Storico
partner tennistico dell’ex-Ad di ENI
Scaroni **, Bisignani si è prodigato
affinchè l’affare ENI-OPL 245 andasse in
porto. Brunch di lavoro, viaggi, telefonate
su telefonate con De Nardo e Descalzi, il
nuovo boss di ENI fresco di nomina
renziana nonostante sia sempre stato il
braccio destro del padre, padrone e
padrino Scaroni. Se l’ENI sia o meno
colpevole lo decideranno i giudici ma il
punto non è questo. In Nigeria vengono
estratti 2,5 milioni di barili di petrolio al
giorno eppure il paese compra benzina
dagli USA. In Nigeria ci sono foreste,
campi fertili, fiumi e mari eppure
l’aspettativa di vita è 50 anni e i bimbi
8
muoiono di diarrea. Il PIL in Nigeria
aumenta ogni anno eppure la forbice tra i
ricchi (pochi) e i poveri (tanti) si allarga
sempre più. La corruzione dilaga
sostenuta
dal
“modus
operandi”
occidentale degnamente rappresentato
da ENI o Shell e la droga circola come
nelle periferie di Medellin. La miseria del
nord del Paese dove operano i
fondamentalisti religiosi di Boko Haram o
l’inquinamento nel delta del Niger dove a
combattere contro lo sfruttamento del
territorio ci sono i combattenti del MEND
(Movement for the Emancipation of the
Niger Delta) cozza con le ville faraoniche
dei politici nigeriani che mostrano con
orgoglio ai loro partner economici
europei cadillac turchesi e rubinetti in oro
massiccio. Il fondamentalismo religioso
in Nigeria ha causato, dal 2009, 470.000
esuli e centinaia di morti. Sono uomini e
donne che fuggono e cercano fortune in
Europa ma finiscono spesso in qualche
gang criminale o sulle strade a battere
per dare “un pò d’amore a chi non sa
che farne”. La mafia nigeriana oggi in
Italia gestisce fette favolose del mercato
della droga. Paga il “pizzo” alla camorra
per utilizzare i suoi territori e ha le mani
in pasta nei business delle prostitute e
dei rifiuti tossici. La mafia nigeriana è
pericolosissima,
è
frutto
anche
dell’immigrazione clandestina e chi lo
denuncia non è razzista! Chi lo denuncia
vuole solo garantire sicurezza in Italia e
vuole risolvere, alla radice, la tragedia
dei flussi migratori. Eppure chi osa
associare un africano al crimine
organizzato viene taccato di xenofobia.
Ma chi è il vero razzista? Chi vuole
garantire sicurezza sul suolo italiano o
chi si arricchisce sulle spalle dei
nigeriani? Chi è lo xenofobo? Chi
analizza le cause della poverta
sub-sahariana o chi ne è artefice
acquistanto concessionarie petrolifere da
uomini corrotti senza che i popoli, i
legittimi proprietari, ne beneficino
minimamente?
E
chi
sono
i
fondamentalisti? Certamente i guerriglieri
di Boko Haram che trovano nel
fanatismo religioso un pretesto di lotta
tuttavia è da stolti non considerare le loro
deprecabili azioni anche come reazioni
ad altrettanto deprecabili comportamenti
occidentali. Esiste il fondamentalismo
religioso ma esiste anche quello
“danaroso”. C’è chi vede nel profitto,
nell’oro nero o bianco o nei diamanti le
ragioni della propria vita. C’è chi, per un
affare internazionale, passa sopra le vite
di milioni di fratelli africani e magari sono
gli stessi che danno del razzista a un
deputato del M5S quando dice che “gli
africani devono stare a casa loro perchè
quella è casa loro”. E chi rappresenta il
volto della speranza? Chi studia carte su
carte giorno e notte e scopre che
Descalzi e Scaroni sono la stessa cosa,
chi denuncia i casi di corruzione dell’ENI
in aula mettendosi contro gran parte del
sistema mediatico *** o chi tace per
paura di perdere uno sponsor o il
finanziamento alla propria campagna
elettorale? E chi vuole il male dell’Africa?
Chi nomina Descalzi AD dell’ENI o chi,
come il M5S, ne chiede da mesi la
rimozione? In Africa si dice “chi vuole
veramente una cosa trova una strada, gli
altri una scusa”. Noi vogliamo che lo
Stato
comandi
sulle
partecipate,
vogliamo che il profitto sia perseguito ma
non a scapito delle popolazioni africane
e vogliamo che i corrotti escano di scena
definitivamente, dal delta del Niger fino
ai piani alti dell’Ente Nazionale
Idrocarburi." Alessandro Di Battista *
Secondo alcuni pentiti di mafia tra i quali
Tommaso Buscetta (il boss che grazie a
Falcone divenne collaboratore di giustiza
e che spiegò agli inquirenti per filo e per
segno la struttura di “Cosa Nostra”)
Mattei fu ucciso dalle cosche siciliane su
ordine “straniero” per aver osato ledere
gli interessi della 7 sorelle del petrolio.
Tra l’altro sempre Buscetta dichiarò che
il giornalista Mauro De Mauro, che aveva
scoperto qualcosa sulla morte di Mattei,
venne rapito da un tal Mimmo Teresi,
uno dei protagonisti dell’incontro tra
“Cosa Nostra” e Berlusconi durante il
quale,
mediante
la
criminale
intermediazione di Dell’Utri, venne
sancito il patto tra le cosche e
l’ex-cavaliere. ** Scaroni nominato in ENI
sebbene avesse patteggiato nel ’96 1
anno e 6 mesi per tangenti al PSI è
appena uscito dall’azienda con una
liquidazione da oltre 8 milioni di euro
nonostante gli scandali, i casi di
corruzione internazionale e la sua ultima
condanna a 3 anni di carcere per
disastro ambientale. *** L’ENI possiede
l’agenzia
AGI.
L’ENI
garantisce
sponsorizzazioni milionarie a RAI e
Mediaset. L’ENI ha investito in pubblicità
sulla carta stampata oltre 12 miloni di
euro negli ultimi 2 anni. L’ENI ha
utilizzato,
anche
grazie
all’intermediazione di Bisignani, la
societa della Santanchè Visibilia per
comprare spazi su Libero e Il Giornale.
Il #PattoDelNazareno
Politica
09.07.2014
I partiti danno lo stipendio ai
parlamentari in galera
Minipost
09.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Il patto del Nazareno si
chiama così perchè fatto in via del
Nazareno a Roma, dove sopravvive
grazie ai soldi pubblici la sede del pd.
Pur non avendo nulla di sacro imputabile
a Nostro Signore, il Patto ha comunque
delle proprietà ultraterrene. Nessuno lo
ha mai letto, però tutti sanno che esiste,
anche se non si sa cosa contiene. E' un
patto segreto tra due gentiluomini, uno
dei quali pregiudicato, che per motivi di
riservatezza e forse di sicurezza
nazionale, non vogliono rendere noto. Il
posto più adeguato, per via del nome
sarebbbe stata la vecchia sede del PCI
in via delle Botteghe Oscure. Però,
anche se del Patto non si sa una fava,
ogni negoziazione elettorale ricade o
deve ricadere nel perimetro del Patto del
Nazareno. Il problema è che nessuno
conosce questo perimetro e neppure un
singolo articolo del suddetto Patto che
sta sempre più prendendo un alone
leggendario, come certi testi antichi. E'
un testo segreto che riguarda tutti, ma
inconoscibile. Chissà cosa contiene? In
mancanza di un accesso diretto al nuovo
testo della democrazia pregiudicata, non
si possono che avanzare congetture. A
pensar male si fa peccato e allora si
pecchi senza freni. Il Patto garantisce
che il notopregiudicato non finisca in
galera e che possa sperare nella grazia.
Garantisce inoltre che le aziende del
notopregiudicato siano tutelate dallo
Stato. Garantisce che il partito del
notopregiudicato rimanga sotto il suo
assoluto controllo con l'eliminazione
delle preferenze. Insomma: il Patto è un
salvancondotto per il culo di Berlusconi
che in cambio garantisce il suo appoggio
al governo e al disegno controriformista
di Napolitano. Un suggerimento ai
forzisti: vendetevi da soli, invece che
farvi vendere dal notopregiudicato. Ci
guadagnerete e non farete la figura dei
coglioni.
9
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
"Oggi in Ufficio di
Presidenza alla Camera abbiamo
discusso il nostro punto all'ordine del
giorno: "sospensione dello stipendio ai
parlamentari arrestati". Il motivo è
semplice: se Genovese (Pd) è agli
arresti domiciliari i cittadini che lo pagano
a fare? LA PROPOSTA È STATA
BOCCIATA! Tutti contrari, tranne il
Movimento 5 Stelle e un astenuto (le
nostre motivazioni nella foto). I cittadini
italiani stanno pagando lo stipendio ad
un politico agli arresti domiciliari e a tutti
quelli arrestati. Chiedo agli elettori di Pd,
Forza Italia, etc. cosa ne pensano. I
partiti oggi hanno dato un pessimo
esempio al Paese. Gli stessi partiti che si
riempiono la bocca con la "lotta alla
corruzione". Non quella intellettuale."
Luigi Di Maio
Il Marò non c'è più - canzone
dedicata a Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone
Politica
10.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "In una notte di venerdì gli
abbiamo detto tu torna lì ti voglion solo
per un week end anche il tuo amico
viene con te. Non preoccuparti, parti
marò devi fidarti, non dirci no. Non si
poteva tenerti qui! Tu dacci retta, è
meglio così... E iniziò un’odissea ch’è
una pura follia senza un vero perché li
abbiam mandati via. Già due anni oramai
che son persi laggiù. C’è chi dice che poi
non tornan più… In quella barca persa
nel blu erano solo due marinai lasciati
soli sempre di più nella bufera dei loro
guai. Perché in Italia l’Amanda Knox la
rivedremo solo in tv ma ci inchiniamo a
chicchessia la sudditanza é la nostra
virtù Il Marò non c’è più é tornato a
Mumbai il Marò resta là anche se non
vorrei come fare non so, non lo sai
neanche tu ma l’Italia da un po’ non
conta più. Mentre il tempo va sulle
nostre vite quei due sono in India da un’
eternità.
Non pensarci Marò non
chiamar neanche più! Fatti un selfie per
noi ridici su! Il Marò non c’è più é tornato
a Mumbai il Marò resta là e “non son
cazzi miei” come fare non so, non lo sai
neanche tu ma l’Italia da un po’ non
conta più. come fare non so, non lo sai
neanche tu ma l’Italia da un po’ non
conta più." Andrea Tosatto
Perché #AbolirEquitalia è
stata bocciata dai partiti
Informazione
10.07.2014
Vittoria M5S: POS
obbligatorio sospeso in
Lombardia
Minipost
10.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Inventata da Berlusconi,
potenziata da Prodi, Equitalia è diventata
col tempo uno dei più potenti simboli del
partito unico. Usata per vessare e
terrorizzare i cittadini che già preda della
crisi si sentono umiliare come “evasori”
anche solo per qualche multa, è maestra
dei due pesi e due misure. Dalla
vecchietta cacciata di casa al grande
evasore indisturbato sul suo yacht, alle
liste di intoccabili, è diventata persino
strumento per fornire privilegi sottobanco
a certi amici. Il M5S aveva inserito
l’abolizione di Equitalia nei suoi 20 punti
di programma. Nulla di nuovo peraltro:
partiti di destra e sinistra si erano
affannati a promettere altrettanto, con la
classica
mossa
acchiappavoti
preelettorale. Poi però alle promesse
bisogna far seguire i fatti, e gli unici a
lavorare siamo stati noi. Notte e giorno, a
cercare coperture, a battagliare in
Commissione, a proporre, riproporre,
aggiustare, cercare di andare incontro a
ogni osservazione delle controparti
parlamentari. Un impegno serio, che ha
portato alla proposta di legge M5S per
l’abolizione di Equitalia a prima firma
Azzurra Cancelleri. Ma questa legge
aveva un difetto: era una legge del M5S,
e quindi non s’aveva da fare. Ed
essendo del M5S non meritava neppure
il rispetto istituzionale della discussione
in aula, neppure un dibattito democratico
come
si
deve
all’alto
compito
parlamentare di formulare leggi. Niente
di tutto ciò: un emendamento di una riga,
soppressione di tutta la proposta,
votazione e via andare. Legge bocciata,
il partito unico salva la sua arma letale,
meno se ne parla e meglio è. I cittadini
ricevono l’ennesima cartella esattoriale.
E non sapranno mai, mai, che qualcuno
ha provato davvero a liberarli. Perché
l’informazione è come le tasse:
appartiene solo al partito unico." M5S
Camera
10
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Il Consiglio regionale ha
approvato una mozione di M5S
Lombardia che chiede che la Regione
Lombardia si attivi presso il Governo per
sospendere il provvedimento che rende
obbligatorio il POS per le piccole
imprese fino a quando i costi del servizio
bancario non saranno in linea con la
media europea. La mozione chiede poi
che si avvii un confronto diretto con le
banche sui costi del servizio. Il decreto
del Governo sui POS obbligatori è
sbagliato, inutile per la lotta all’evasione
e aumenta i costi per le aziende. M5S
non è contrario alla tracciabilità dei
pagamenti
ma
l’istallazione
indiscriminata del POS è solo l’ennesimo
regalo alle banche e giustamente la
Regione Lombardia deve chiedere al
Governo
la
sospensione
del
provvedimento spot. Il decreto si limita a
istituire un’ennesima gabella per milioni
di piccoli artigiani, commercianti e
professionisti, già alle prese con un
gravissimo
quadro
economico.
Francamente non comprendiamo il voto
contrario del PD a questa mozione. Per
loro evidentemente non è chiaro che
sono le grandi imprese che producono la
stragrande maggioranza dell’evasione
piuttosto che il piccolo commerciante che
risulta oggi inutilmente vessato da regole
e regolamenti che non servono a ridurre
il nero." Dario Violi, consigliere M5S
Lombardia
Inceneritore di Parma: la
battaglia non conosce soste
- di Federico Pizzarotti
MoVimento
10.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Dopo le sentenze del TAR
che hanno spalancato le porte alla
partenza dell’inceneritore, e nonostante
un filone giudiziario ancora aperto per
situazioni non chiare riguardanti la sua
costruzione, la nostra battaglia politica
non ha mai conosciuto soste. Oggi
intendo fare chiarezza dopo importanti
risultati ottenuti dalla mia squadra di
Giunta, soprattutto nei confronti dei miei
concittadini e di tutti quegli attivisti che
mi scrivono interessati e ansiosi di
conoscere l’evolversi dei fatti. Ad oggi
l’azione e gli sforzi si sono concentrati
sul fronte dei controlli e sulla
determinante riduzione dei rifiuti, che ha
avuto il merito di affamare in modo
irreversibile l’inceneritore. Al momento
del nostro insediamento la città,
responsabile di oltre il 50% dei rifiuti
smaltiti in Provincia, aveva un sistema di
raccolta misto stradale che rendeva
impossibile oltrepassare determinate
percentuali di differenziata.
Ebbene,
dopo gli arresti eclatanti di esponenti
della passata Giunta, e subentrati al
Commissario, in soli 18 mesi abbiamo
esteso il sistema porta a porta spinto su
tutto il territorio. Oggi in strada non c’è
più un cassonetto indifferenziato e la
città è passata dal 46% al 70% di
raccolta. Ma cosa ancora più importante
stiamo riducendo progressivamente il
rifiuto a smaltimento. I dati parlano da
soli: le previsioni per il 2014 ci dicono
che i rifiuti inceneriti diminuiranno di
15.000 tonnellate rispetto al 2013. Questi
risultati, come altre Politiche condotte
dalla mia squadra, hanno permesso alla
città
di
entrare
a
far
parte
dell’Associazione dei Comuni Virtuosi
come prima realtà italiana di medie
dimensioni.
L’inceneritore voluto dal
Partito Democratico e dall’allora Pdl ha
un vincolo tuttora vigente che ne
prevede l’utilizzo solo per i rifiuti
provenienti dalla nostra provincia. Come
sottolineato, ora si trova a lavorare a
mezzo servizio perché affamato dai
risultati raggiunti dai cittadini di Parma e
dalla differenziata. Tutto bene quindi?
No, perché il vincolo di servire solo il
territorio è minacciato dal Pd, che a
livello regionale e nazionale sta tentando
di aggirare probabilmente per garantire
carburante e profitti a chi questi impianti
li gestisce, come Hera o Iren. Politica
che ci vede contrari e a cui ci stiamo
opponendo con i massimi poteri conferiti
ad una Giunta comunale. Nel frattempo
non ci siamo fermati neppure sul fronte
dei controlli. Recentemente abbiamo
aderito al protocollo per un monitoraggio
che non si limiterà a valutare le emissioni
ed i limiti di legge, ma che sarà in grado
di analizzare gli effetti sulla filiera
agro-zootecnica (latte, formaggio, uova,
foraggio, colture) di aziende limitrofe al
cono di ricaduta delle emissioni, e che
effettuerà analisi a breve termine - non
più a distanza di anni – su campioni di
residenti.
Approvato il Bilancio, il
Comune
di
Parma
istituirà
un
Osservatorio
costituito
da
esperti
indipendenti
a
supporto
dell’amministrazione ed infine non
mancheranno i controlli a sorpresa da
parte
del
Comune
direttamente
sull’impianto, per essere certi che tutto
quanto prescritto dalle autorizzazioni
venga rispettato. Non parole al vento
dunque, ma Atti Concreti che a Parma il
Movimento 5 Stelle sta portando avanti
con decisione, rigore ed onestà."
Federico Pizzarotti, sindaco M5S di
Parma
11
POS obbligatorio: le reazioni
di commercianti e artigiani
#tePOSsino
Informazione
11.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Il M5S da sempre è a fianco
delle PMI. Per questo attraverso una
risoluzione in commissione Finanze
abbiamo chiesto al Governo di: 1) fare in
modo che fino al 30 giugno 2015
l'obbligo riguardi soltanto i soggetti con
almeno 200mila euro di fatturato; 2)
escludere dal vincolo tutte le nuove
attività per almeno due anni; 3)
prevedere che i costi delle transazioni
siano a carico delle banche. Inoltre il
M5S in Lombardia ha presentato una
mozione, approvata dal Consiglio, che
chiede che la Regione Lombardia si attivi
presso il Governo per sospendere il
provvedimento che rende obbligatorio il
POS per le piccole imprese fino a
quando i costi del servizio bancario non
saranno in linea con la media europea
"Il 30 giugno 2014 è entrata in vigore la
legge sul pos. La norma è molto
contradditoria e ha creato molta
confusione, soprattutto alle categorie più
colpite, che si dicono indignate.
L’introduzione dei sistemi di pagamento
elettronici era già stata disposta in un
decreto del 2012, tenuta congelata fino
ad oggi. Vediamo quali sono i punti
essenziali della legge: 1) Gli interessati
al provvedimento sono i professionisti, gli
artigiani e i piccoli esercenti (si contano
circa 1,5 milione di persone) che hanno
l’obbligo di munirsi del pos 2) I
pagamenti superiori a 30 euro devono
essere effettuati tramite carta di credito e
bancomat ogni volta che il cliente lo
richiede ma anche con bonifico e
assegno 3) E’ stato calcolato che il pos
costa di media 1200 - 1700 euro l’anno a
carico del commerciante 4) Al momento
non sono previste sanzioni a chi non
accetta pagamenti con pos 5) Rimane
invariata la possibilità di pagare in
contanti fino a un limite massimo di 1000
euro Il Segretario della CGIA Giuseppe
Bortolussi si è già opposto a questa
manovra e denuncia l’ingiustizia di un
provvedimento che mira a mettere in
difficoltà economica gli artigiani: “Milioni
d’imprese (…) sono costrette a
sostenere
dei
costi
inutili:
autotrasportatori, imprese di costruzioni
che lavorano per il pubblico, aziende
metalmeccaniche,
tessili,
dell’abbigliamento o della calzatura che
lavorano in subfornitura; le imprese di
pulizie che prestano servizio presso gli
studi privati o negli enti pubblici e i
commercianti all’ingrosso”. La norma sul
pos è stata introdotta col fine di limitare
l’evasione fiscale dei liberi professionisti
e nel mirino ci sono soprattutto: idraulici,
elettricisti,
falegnami,
antennisti,
manutentori di caldaie e tutti gli artigiani
che effettuano lavori
“a casa della
gente”. Il principio di applicazione di
questa norma è basato sulla tracciabilità
fiscale, ma allora viene da chiedersi che
affidabilità hanno dei dati parziali, visto
che non sono previste multe per chi non
si adegua. Questa è la prima
contraddizione evidente. La seconda
riguarda invece le banche. Sì, perché,
come sempre, alla fine chi ci guadagna
sono loro. Commercianti e artigiani
contestano le commisioni bancarie,
troppo alte rispetto il resto dell’Europa e
del mondo. A quanto pare malcontenti e
malumori non sono passati inosservati e
il Ministro Federica Guidi ha convocato
un incontro previsto per il 16 luglio.
Convocati il Ministero dello Sviluppo
economico, il Ministero del Tesoro e il
consorzio Bancomat. In questi giorni
assistiamo a un’informazione parziale. Si
vuole far credere alla gente che artigiani
e commercianti siano contro l’obbligo del
pos per poter evadere, ma non è così!
Noi abbiamo incontrato diversi onesti
liberi professionisti e titolari di piccole
attività, li abbiamo conosciuti e abbiamo
parlato con loro. La vera notizia è
questa: tutti sono d’accordo sulla
comodità dell’utilizzo del pos e sulla
necessità di combattere l’evasione. Il
problema è un altro: nessuno ci deve
rimettere a scapito delle banche.
Ascoltate le testimonianze che abbiamo
raccolto e se anche voi avete una storia
da raccontare inviateci il vostro video
scrivendo #tePOSsino nei tag di youtube
e nel titolo e lasciate i vostri commenti su
twitter." LaCosa Il sondaggio sul POS
obbligatorio è stato chiuso. Guarda i
risultati
Le balle de la Repubblica su
Francesco D'Uva del M5S
Minipost
11.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Sembra che il quotidiano
La Repubblica di Bologna abbia ricevuto
insistenti telefonate da qualcuno che,
spacciandosi per me, ha rilasciato a mio
nome assurde dichiarazioni contro il
sindaco di Parma Pizzarotti che gode
invece di tutta la mia stima. In seguito a
tali telefonate è stato fatto uscire un
articolo
che
riporta
virgolettati
ovviamente non miei. Desidero precisare
che, oltre a non aver mai chiamato il
quotidiano, non mi sono neppure mai
occupato di teatro Regio di Parma come
si afferma nell’articolo. Il prossimo lunedì
mi recherò presso il Commissariato di
Polizia della Camera dei Deputati per
sporgere denuncia, ritengo gravissimo
che chiunque possa spacciarsi per un
parlamentare e i giornali riportino senza
verifica alcuna." Francesco D’Uva, M5S
Camera
12
Il paradosso del PIL
Minipost
12.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Un tempo a contestare il
Pil erano soprattutto economisti di
sinistra, come i premi Nobel Amartya
Sen e Joseph Stiglitz, ambedue autori di
statistiche "alternative". Oppure, ancora
più radicali, c'erano le critiche dei teorici
della decrescita come Serge Latouche,
per i quali l'aumento del Pil è sinonimo di
sviluppo insostenibile, distruzione di
risorse naturali. La novità: adesso agli
attacchi contro il Pil si uniscono
l'establishment, i mercati, gli organi del
neoliberismo [...] Il Pil è un'invenzione
recente, e strumentale. Il primo a
lavorarci fu l'economista americano di
origine bielorussa Simon Kuznets, negli
anni Trenta. La missione gli era stata
affidata dal presidente Franklin Delano
Roosevelt. Nel bel mezzo della Grande
Depressione, Roosevelt aveva bisogno
di una misura dello stato di salute
dell'economia, che non fosse di tipo
settoriale o aneddotico come quelle
usate fino ad allora. Ma lo stesso
Kuznets dopo avere "inventato" il Pil
cominciò a esprimere serie riserve sulla
sua validità. Nella maggior parte dei
paesi sviluppati bisogna attendere gli
anni Cinquanta perché il Pil entri nelle
consuetudini. Un indicatore ben più
completo e utile è quello elaborato per le
Nazioni Unite da Amartya Sen ed altri, lo
Human Development Index (Indice dello
Sviluppo Umano): misura per esempio la
qualità della salute e dell'istruzione.
Perché non riesce a spodestare il Pil nel
dibattito pubblico? La spiegazione che
dà Sen è disarmante, o inquietante: "Il
Pil misura un tipo di crescita quantitativa
che ha coinciso con l'arricchimento di
minoranze privilegiate. L'indice dello
sviluppo umano sposterebbe l'attenzione
verso attività e settori che vanno a
beneficio degli altri." fonte
Il Senato: la Grande
Schifezza
Politica
12.07.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Se questo è il dialogo per
Renzi e Boschi... La riforma del Senato
targata Renzi-Boschi sta andando avanti
a forza di balle e prepotenza. Il governo
sta facendo credere di essere aperto ai
contributi e ai miglioramenti che possono
arrivare dall'opposizione, ma è una
vergognosa bugia. In commissione Affari
costituzionali il MoVimento 5 Stelle ha
presentato oltre 220 proposte di
modifica,
tra
emendamenti
e
subemendamenti, e sono state tutte
respinte. Eppure si trattava di modifiche
che puntavano a ridurre i costi, tagliando
numero dei parlamentari e loro indennità,
e a introdurre delle forme di democrazia
diretta e partecipata che permettevano
una forma di controllo dei cittadini sulla
politica. Tutte cose evidentemente
sgradite al governo. Abbiamo constatato
sulla nostra pelle che fuori dal patto di
ferro tra Pd-Forza Italia il governo non
intende toccare nemmeno una virgola di
questo testo. Gli italiani devono sapere
che le regole del gioco le stanno
scrivendo in due, Renzi e Berlusconi, e
tutti gli altri sono tagliati fuori senza
possibilità di toccare palla." Nicola Morra,
portavoce M5S al Senato
PS: Non è prevista la partecipazione di
Beppe Grillo a manifestazioni di protesta
organizzate la prossima settimana a
Roma
13