Martedì 24 febbraio 2015 ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Stagione 2014-2015 Concerto n. 11 Coro della Radio Svedese Peter Dijkstra direttore J.S. Bach - Sei Mottetti Lobet den Herrn, alle Heiden BWV 230 Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf BWV 226 Jesu, meine Freude BWV 227 Fürchte dich nicht BWV 228 Komm, Jesu, komm BWV 229 Singet dem Herrn ein neues Lied BWV 225 Di turno Salvatore Carrubba Alberto Conti Consulente Artistico Paolo Arcà Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750) Sei Mottetti “Lobet den Herrn, alle Heiden” BWV 230 (senza data) (ca. 6’) “Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf” BWV 226 (1729) (ca. 8’) “Jesu, meine Freude” BWV 227 (1723?) (ca. 21’) “Fürchte dich nicht” BWV 228 (1726) (ca. 9’) “Komm, Jesu, komm” BWV 229 (senza data) (ca. 9’) “Singet dem Herrn ein neues Lied” BWV 225 (1727) (ca. 13’) Uno dei paragrafi del contratto con la municipalità di Lipsia vincolava Bach al compito di provvedere anche alla musica per i servizi minori della liturgia luterana. Era una mole di lavoro non indifferente, di cui oggi sappiamo ben poco, perché gran parte di quel materiale sembra essere stato disperso dopo la morte di Bach. Funzioni religiose come i Vespri del sabato, cerimonie funebri e tutti i vari uffici previsti da uno stile di vita interamente conforme al calendario liturgico erano sempre accompagnati dal canto dei fedeli. I momenti più semplici erano affidati al canto dell’assemblea, ma appena si alzava un po’ il livello di solennità entravano in gioco le cantorie guidate e preparate da Bach. Il repertorio era formato da lavori in lingua tedesca e in latino, e i maestri attingevano al vasto patrimonio della polifonia tedesca e italiana. Lo stile classico di Palestrina e quello più colorito e moderno di Gabrieli, con l’invenzione del coro spezzato in due tronconi dialoganti e contrastanti, avevano influito in particolare sulla produzione vocale tedesca a cavallo del Settecento, che tendeva tuttavia ad alleggerire sempre di più il repertorio latino a favore di quello nella lingua locale. La ricerca bachiana più moderna ha ridotto il numero degli autentici Mottetti, il nome tradizionale riservato a questo genere di lavori vocali minori, fino a un numero molto esiguo, in pratica i sei eseguiti nel concerto di stasera più un altro, O Jesu Christ, mein’s Lebens Licht BWV 118, conosciuto solo tramite una fonte ottocentesca. Difficile, da questo gruppo limitato, trarre la conclusione che Bach abbia trascurato di impegnarsi in un genere di lavori che rappresentava una delle tradizioni più solide e antiche dei maestri tedeschi. Forse la scarsità di materiale sopravvissuto dipende solo dalle circostanze storiche e dalla dispersione dei manoscritti dopo la sua morte. Ci sono troppe lacune ancora sulla vita e le opere dell’autore per giudicare il valore e il peso di questa parte della produzione nell’esperienza dell’arte di Bach. Quel che è certo, e balza subito all’orecchio, è la magnificenza polifonica della scrittura dei Mottetti, punto d’arrivo di una lunga storia compositiva che affonda le radici nel cosiddet- to stylus antiquus degli antichi maestri fiamminghi. Bach ovviamente non ha sviluppato quest’arte vocale soltanto nell’ambito ristretto dei Mottetti, ma anche nel resto della sua produzione sacra, nelle Cantate e nelle Passioni. I Mottetti raccolgono nella forma più pura la stupefacente fantasia di figure e di tecniche contrappuntistiche inventata da Bach, che ha saputo fondere nella maniera più originale l’austero spirito del mottetto fiammingo e il vibrante colore della polifonia veneziana. La maggior parte dei Mottetti infatti sfrutta gli effetti spettacolari e concertanti del doppio coro, codificato dai maestri veneziani per lo spazio della Basilica di San Marco, dov’era possibile sperimentare una scrittura ricca di effetti d’eco, di sovrapposizioni di linee vocali, di fraseggi spezzati e in generale di tutte le risorse sonore delle masse contrapposte. Dopo aver riassunto per sommi capi le caratteristiche generali dei Mottetti, cerchiamo di tratteggiare la fisionomia dei singoli lavori. Singet dem Herrn ein neues Lied BWV 225 sembra l’unico Mottetto, assieme a Lobet den Herrn BWV 230, non destinato a una cerimonia funebre, sebbene alcuni versi della seconda parte potrebbero adombrare una riflessione sulla morte. Tra le varie tesi avanzate dagli studiosi, sembra prevalere l’opinione che il Mottetto sia stato scritto per festeggiare l’arrivo a Lipsia del re di Sassonia Federico Augusto I. Il lavoro è articolato in quattro sezioni, di cui la prima e la terza rappresentano gli episodi più elaborati. Il testo proviene da alcuni versetti dei Salmi 149 e 150, più alcuni versi liberi del teologo e seguace di Lutero Johann Poliander. Il primo doppio coro presenta un contrappunto arioso giocato sull’alternanza della scrittura polifonica, punteggiata dagli interventi ritmici del gruppo contrastante e arricchita da episodi melismatici. La sezione successiva, “Wie sich ein Vater erbarmet”, è costruita secondo il principio della Choralbearbeitung. Un coro infatti intona una morbida aria sulla parafrasi di Poliander, mentre l’altro risponde con i versi dei Salmi. La terza parte, con il passaggio dalla tonalità di si bemolle a quella di mi bemolle, riprende lo stile elaborato dell’inizio, ma con una scrittura più virtuosistica e luminosa, in un vorticoso giubilo di frasi che si rincorrono tra i due gruppi, prima di confluire nell’“Alleluia” finale a cori unificati. Notizie più precise riguardano invece Der Geist hilft BWV 226. L’autografo infatti riporta l’indicazione della sepoltura del rettore della Thomasschule, Johann Heinrich Ernesti, professore di poetica all’Università. Il testo accosta un paio di passi della Lettera ai Romani di San Paolo a un corale di Lutero. Le parole di San Paolo sono musicate in due sezioni distinte, entrambe segnate da un contrappunto piuttosto rigoroso e con scorci arditissimi provocati dalle entrate a canone ravvicinate. In confronto alla magnificenza polifonica della prima parte, il corale conclusivo, con la sua scrittura spoglia e omoritmica, crea un netto contrasto espressivo. Il Mottetto Jesu, meine Freude BWV 227 dovrebbe essere stato scritto nel 1723 per un servizio funebre in memoria della figlia del rettore della Nikolaischule, Johanna Maria Rappold, esponente della affluente borghesia cittadina che aveva in mano le sorti di Lipsia. Bach ignora qui lo stile veneziano del doppio coro e inventa un’architettura articolata in 11 sezioni, che alternano le strofe di un corale luterano (poesia di Johann Franck e melodia di Johannes Crüger) e i versetti della Lettera ai Romani, musicati secondo i canoni di una polifonia di estrazione rinascimentale. Le parti libere infatti, da tre a cinque voci, disegnano la figura di un grande madrigale, plasmando il linguaggio contrappuntistico sulle sfumature espressive del testo, con effetti anche drammatici grazie a un uso teatrale delle pause. Il pilastro della costruzione è la splendida fuga centrale a cinque voci, che rispecchia l’idea della supremazia dello Spirito sulla carne espressa dall’epistola. Ma il vertice espressivo è la dolcissima e consolatoria “Gute Nacht”, penultima strofa del corale, scritta in uno stile mottettistico libero e trasparente, eliminando la voce bassa dal quintetto, un meraviglioso messaggio di pace e serenità nel riposo del sonno eterno. Anche Fürchte dich nicht BWV 228 sembra risalire a una cerimonia funebre per una ricca borghese di Lipsia, la vedova del mercante Christoph Georg Winckler. Bach ritorna alla forma più semplice del doppio coro, che fonde in un unico blocco polifonico due versetti di Isaia (41,10 e 43,1) e due strofe di un corale di Paul Gerhardt. La scrittura si sviluppa in maniera compatta secondo lo stile del contrappunto imitativo, con spettacolari fraseggi spezzati e un’inarrestabile energia ritmica che si consuma come un tizzone ardente fino alla fine, per riprendere poi la figura iniziale legando l’intero Mottetto in un insieme organico. Le origini di Komm, Jesu, komm BWV 229, conosciuto attraverso fonti di seconda mano, sono avvolte invece nell’oscurità. L’unica cosa certa è la destinazione funebre del testo di Paul Thymisch, già messo in musica da un predecessore di Bach a Lipsia, Johann Schelle. Lo stile richiama il carattere narrativo delle Passioni, e anche il corale finale, posto a sipario del Mottetto, viene definito “Aria”, come era successo nella Johannes-Passion. La parte elaborata in maniera polifonica riguarda solo la prima strofa, che riceve trattamenti diversi a seconda del significato dei versi, modificando il metro e le figure della scrittura del doppio coro. L’ultimo Mottetto della serata, Lobet den Herrn BWV 230, presenta delle caratteristiche piuttosto originali, rispetto agli altri lavori. La sua stessa autenticità è controversa, probabilmente a causa del fatto che la fonte più antica del Mottetto è addirittura una edizione del 1821. Inoltre la partitura prevede, oltre al coro a quattro voci, una parte di basso continuo. In realtà questo non sarebbe il segno di una diversità radicale con lo stile di Bach, che secondo la prassi barocca ammetteva senza riserve il sostegno degli strumenti ai cori a cappella, nel caso fosse necessario. Il Mottetto mette in musica il testo del Salmo 117, il più breve del Salterio. La forma segue l’articolazione del testo, suddiviso in due strofe più l’“Alleluia” finale. La prima parte è concepita come una doppia fuga, di tale qualità da rendere difficile ogni argomento contrario al profilo di Bach. Il secondo versetto invece ruota attorno alla parola Ewigkeit, eternità, che suggerisce all’autore l’idea di allungare le sillabe fino al limite delle possibilità vocali, un tipo di madrigalismo ripreso anche da Haydn nella Creazione. Oreste Bossini Mottetto bwv 230 Lobet den Herrn, alle Heiden Lodate il Signore voi tutte, genti Lobet den Herrn, alle Heiden, Und preist ihn, alle Völker! Denn seine Gnade und Wahrheit Waltet über uns in Ewigkeit. Halleluja. Lodate il Signore voi tutte, genti, lodatelo voi tutti, popoli! Poiché la Sua grazia e la Sua verità hanno eterno potere su noi. Alleluia! Mottetto bwv 226 Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf Lo spirito dà soccorso alla nostra debolezza Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf, Lo spirito dà soccorso alla nostra debolezza, Denn wir wissen nicht was wir poiché non sappiamo quel che beten sollen, è giusto chiedere Wie sich’s gebühret; con la nostra preghiera; Sondern der Geist selbst vertritt uns ma è lo spirito che fa molto bene le nostre veci Auf ’s beste mit unaussprechlichem con sospiri che dicono ciò Seufzen. ch’è inesprimibile. Der aber die Herzen forschet, Der weiß, was des Geistes Sinn sei, Denn er vertritt die Heiligen, Nach dem es Gott gefället. Du heilige Brunst, süßer Trost, Nun hilf uns fröhlich und getrost In deinem Dienst beständig bleiben, Die Trübsal uns nicht abtreiben. O Herr, durch dein’ Kraft uns bereit’ Und stärk des Fleisches Blödigkeit, Daß wir hier ritterlich ringen. Durch Tod und Leben zu dir dringen. Hallelujah! Colui che scruta i cuori conosce le intenzioni dello spirito, poiché esso interpreta i pensieri dei santi secondo quel che piace a Dio. Santo ardore, dolce conforto, aiutaci, allietati e consolati, a rimaner costanti al Tuo servizio; fa’ che umana miseria non ci svii. Signore, ci prepari la Tua forza, la nostra fragile carne rinsaldi, sì che noi qui, da buoni cavalieri, duelliamo per aprirci la via, tra morte e vita, a Te. Alleluia! Mottetto bwv 227 Jesu meine Freude Gesù, mia gioia Jesu, meine Freude, Meines Herzens Weide, Jesu, meine Zier, Ach, wie lang’, ach, lange Ist dem Herzen bange, Und verlangt nach Dir! Gottes Lamm, mein Bräutigam, Außer dir soll mir auf Erden Nicht sonst Libers werden. Gesù, mia gioia, pascolo del mio cuore, Gesù, mio ornamento, ah, quanto, quanto a lungo il mio cuore si rattrista e anela a te! Di Dio agnello, mio promesso sposo, all’infuori di Te, su questa terra, nulla potrà mai essermi più caro. Es ist nun nichts Verdammliches an denen, Die in Christo Jesu sind, Die nicht nach dem Fleische wandeln, Sondern nach dem Geist. Nulla di condannabile c’è in quelli Unter deinem Schirmen Bin ich vor den Stürmen Aller Feinde frei. Laß den Satan wittern, Laß den Feind erbittern, Mir steht Jesu bei. Ob es itzt gleich kracht und blitzt, Ob gleich Sünd’ und Hölle schrecken; Jesu will mich decken. Da te protetto libero sono dal maledetto imperversare d’ogni nemico. Oh, Satana crudo imperversi, il nemico il suo astio riversi: al mio fianco è Gesù. Se ora tutto si schianta e lampeggia, se il peccato e l’inferno furoreggia, mio rifugio è Gesù. Denn das Gesetz des Geistes, Der da lebendig machet in Christo Jesu, Hat mich frei gemacht Von dem Gesetz der Sünden und des Todes. Poiché la legge dello spirito è questa: Esso, che dà la vita in Gesù Cristo, Trotz dem alten Drachen, Trotz des Todes Rachen, Trotz der Furcht darzu! Tobe, Welt, und springe; Ich steh’ hier und singe In gar sich’rer Ruh’! Gottes Macht hält in Acht, Ad onta dell’antico drago, ad onta della morte che minaccia, ad onta del terrore che ne abbiamo! Infuria, mondo col tuo assalto; io sto qui saldo, cantando in pace intatta e sicura! La potenza di Dio di noi si cura: che sono in Gesù Cristo, che non procedono secondo carne ma secondo lo spirito. mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Erd und Abgrund muß Verstummen, Ob sie noch so brummen. terra e abisso ammutoliscono, dopo tanto cupo frastuono. Voi, però, non siete di carne Ihr aber seid nicht fleischlich ma di spirito. Sondern geistlich, So anders Gottes Geist in euch wohnet. In voi, così trasformati, dimora lo spirito di Dio. Chi però non ha in sé lo spirito Wer aber Christi Geist nicht hat, di Cristo non è dei Suoi. Der ist nicht sein. Weg mit allen Schätzen! Du bist mein Ergötzen, Jesu, meine Lust! Weg ihr eitlen Ehren, Ich mag euch nicht hören, Bleibt mir unbewusst! Elend, Not, Kreuz, Schmach und Tod Soll mich, ob ich viel muss leiden, Nicht von Jesu scheiden. Via da me tutti i tesori! Sei Tu la mia delizia, Gesù, mia gioia! Via da me, vani onori! Di voi non voglio udir parlare, vi voglio ignorare! Miseria, pena, croce, infamia e morte, anche se molto soffrirò, non devono da Gesù separarmi. So aber Christus in euch ist, So ist der Leib zwar todt, Um der Sünde willen. Der Geist aber ist das Leben Um der Gerechtigkeit willen. Certo, se pure Cristo in voi dimora, il vostro corpo è morto tuttavia: questa è la legge del peccato antico. Ma lo spirito è vita: vuole così la Giustizia infinita. Gute Nacht, o Wesen, Das die Welt erlesen, Mir gefällst du nicht. Gute Nacht, ihr Sünden, Bleibet weit dahinten, Kommt nicht mehr ans Licht! Gute Nacht, du Stolz und Pracht! Dir sei ganz, du Lasterleben, Gute Nacht gegeben. Buona notte, essere che hai scelto il mondo: tu non mi piaci. Buona notte, peccati: lontano da me, nascondetevi! Non voglio che veniate più alla luce. Buona notte, fastosa superbia! Vita immersa nei vizi, ora per sempre ti dico buona notte. So nun der Geist des, Der Jesum von den Toten auferwecket hat, In euch wohnet; So wird auch derselbige, Der Christum von den Toten auferwecket hat, Così ora lo Spirito di Lui che ha ridestato Gesù dalla morte in voi dimora: così anche quello stesso che ha ridestato Cristo dalla morte Eure sterbliche Leiber lebendig i vostri corpi mortali farà machen, Um des willen, vivere, poiché vuole Daß sein Geist in euch wohnet. che il Suo spirito in voi abbia dimora. Weicht, ihr Trauergeister, Denn mein Freudenmeister, Jesus, tritt herein. Denen, die Gott lieben, Muß auch ihr Betrüben Lauter Zucker sein. Duld‘ ich schon hier Spott und Hohn, Jesu, meine Freude. Cedete il passo, spiriti luttuosi, ritiratevi: ora il mio maestro di gioia, il mio Gesù, ora sta entrando. A coloro che amano Dio, anche la loro afflizione sarà come zucchero puro. Se derisione e scherno io qui sopporto già, pur Tu rimani con me anche nel mio soffrire, Gesù, mia gioia. Mottetto bwv 228 Fürchte dich nicht, ich bin bei dir Non temere: sono con te Dennoch bleibst du auch im Leide, Fürchte dich nicht, ich bin bei dir, Weiche nicht, denn ich bin dein Gott, Non temere: sono con te Non cedere d’un passo, poiché sono il tuo Dio. Io ti fortifico, ti concedo il mio aiuto, io ti sostengo con la mano destra Ich stärke dich, ich helfe dir auch, Ich erhalte dich durch die rechte Hand della mia giustizia. meiner Gerechtigkeit. Fürchte dich nicht, Denn ich habe dich erlöset. Ich habe dich bei deinem Namen gerufen, Du bist mein. Fürchte dich nicht, du bist mein. Non temere, poiché ti ho redento. Ti ho chiamato con il tuo nome, Herr, mein Hirt, Brunn aller Freuden, Du bist mein, ich bin dein: Niemand kann uns scheiden. Ich bin dein, weil du dein Leben Und dein Blut, mir zugut in den Tod gegeben. Du bist mein, weil ich dich fasse, Signore, mio pastore, fonte d’ogni gioia, Tu sei mio, io sono Tuo: nessuno ci può separare. Io sono Tuo, poiché Tu la Tua vita e il Tuo sangue hai ceduto alla morte per me. Tu sei mio, poiché a me Ti stringo, tu sei mio. Non temere, tu sei mio. Und dich nicht, o mein Licht, Aus dem Herzen lasse. Lass mich hingelangen Da du mich, und ich dich ewig werd unfangen. Fürchte dich nicht, du bist mein. e non lascio, mia luce, che Tu dal mio cuore Ti allontani. Fa’ che io giunga dove Tu me e io Te abbraccerò in eterno. Non temere, sei mio. Mottetto bwv 229 Komm, Jesu, komm Vieni, Gesù, vieni Komm, Jesu, komm, mein Leib ist müde, Die Kraft verschwind’t je mehr und mehr, Ich sehne mich nach deinem Frieden; Der saure Weg wird mir zu schwer! Komm, ich will mich dir ergeben; Du bist der rechte Weg, Die Wahrheit und das Leben. Vieni, Gesù, vieni: stanco è il mio corpo, se ne va la mia forza sempre più. Sento nostalgia della Tua pace; comincia a pesarmi l’impervio cammino! Vieni, a Te mi voglio abbandonare. Tu sei la retta via, la verità e la vita. Drum schließ ich mich in deine Hände Per questo tra le Tue mani mi rinserro e dico: “Addio, mondo, buona notte a te!” Und sage, Welt, zu guter Nacht! Eilt gleich mein Lebenslauf zu Ende, Il mio vivere scorre e si affretta verso la fine, ma lo spirito è bene indirizzato. Ist doch der Geist wohl abgebracht. Er soll bei seinem Schöpfer schweben, In volo si librerà per unirsi al suo Creatore, poiché Gesù è, e rimane, Weil Jesus ist und bleibt la vera via che conduce alla vita. Der wahre Weg zum Leben. Mottetto bwv 225 Singet dem Herrn ein neues Lied Singet dem Herrn ein neues Lied, Die Gemeine der Heiligen sollen ihn loben. Israel freue sich des, der ihn gemacht hat. Die Kinder Zion sei’n fröhlich über ihrem Könige, Sie sollen loben seinen Namen im Reihen; Cantate al Signore un canto nuovo Cantate al Signore un canto nuovo: dia suono alla Sua lode l’assemblea dei fedeli. Gioisca Israele di Lui, che l’ha creato, e i figli di Sion esultino celebrando il loro Re. Danzando in cerchio, lodino il Suo nome: mit Pauken und mit Harfen sollen sie A Lui con arpe e timpani accompagnino ihm spielen. un inno. Gott, nimm dich ferner unser an, Ancora e sempre, Dio, prenditi cura di noi, Denn ohne dich ist nichts getan poiché senza di Te nulla può esser fatto Mit allen unsern Sachen. per il nostro bene e il nostro vantaggio. Drum sei Du unser Schirm und Licht, Poiché sei Tu nostra difesa e nostra luce, Und trügt uns unsre Hoffnung nicht, e grazie a Te non c’inganna la nostra speranza. So wirst du’s ferner machen. E questa sarà sempre la Tua opera. Wohl dem, der sich nur steif und fest Felice chi, saldo e irremovibile, si abbandona alla Tua benigna grazia. Auf dich und deine Huld verläßt. Wie sich ein Vater erbarmet Über seine junge Kinderlein, So tut der Herr uns allen, So wir ihn kindlich fürchten rein. Er kennt das arm Gemächte, Gott weiß, wir sind nur Staub, Gleichwie das Gras vom Rechen, Ein Blum und fallend Laub. Der Wind nur drüber wehet, So ist es nicht mehr da, Also der Mensch vergehet, Sein End, das ist ihm nah. Come un padre è indulgente con i suoi piccoli bimbi, così, quasi fanciulli, timor di Lui sentiamo, con intatta fiducia. Della creatura, egli conosce la miseria: Egli lo sa, siamo soltanto polvere, erba strappata dal rastrello, fiore reciso e foglia caduta. Il vento soffia soltanto per passare e andarsene via: così è l’uomo effimera cosa, sempre sull’orlo della propria fine. Lobet den Herrn in seinen Taten, lobet ihn in seiner großen Herrlichkeit! Alles, was Odem hat, lobe den Herrn. Halleluja! Lodate il Signore nelle Sue opere, lodatelo nella Sua gloria immensa. Tutto ciò che ha respiro, lodi il Signore. Alleluia! Traduzione italiana di Quirino Principe © Quirino Principe 2015 Peter Dijkstra direttore Nato in Olanda nel 1978, Peter Dijkstra ha studiato direzione corale e orchestrale e canto presso i Conservatori dell’Aia, Colonia e Stoccolma diplomandosi con il massimo dei voti. Ha inoltre seguito alcune master class tenute da importanti direttori quali Tõnu Kaljuste ed Eric Ericson. Nel 2002 ha vinto il premio “Kersjes van de Groenekamprize” per giovani direttori d’orchestra; nel 2003 il primo premio al Concorso Eric Ericson che ha dato uno slancio decisivo alla sua carriera. Oggi è direttore ospite di ensemble quali BBC Singers, Collegium Vocale Gent e RIAS Kammerchor di Berlino. I programmi dei suoi concerti sono strutturati su un repertorio molto vasto che spazia dalla musica antica fino alle prime esecuzioni mondiali di opere di recente composizione. È inoltre frequentemente ospite di grandi orchestre quali Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Orchestra Filarmonica Giapponese, Orchestra Filarmonica di Arnhem, Residentie Orkest dell’Aia, DSO di Berlino e Orchestra Sinfonica di Bochum. Nel 2005 è stato nominato direttore artistico del Coro della Radio Bavarese. Oltre agli impegni concertistici e alle tournée con il coro collabora anche con direttori d’orchestra quali Mariss Jansons, Nikolaus Harnoncourt, Riccardo Muti e Claudio Abbado. Nel 2006 è stato nominato primo direttore ospite del Nederlands Kamerkoor. Dal settembre 2007 è direttore principale del Coro della Radio Svedese dopo esserne stato primo direttore ospite per tre anni. Le esecuzioni a cappella e l’ampliamento del repertorio del Coro svedese rappresentano i suoi obiettivi principali. Nei Paesi Bassi è direttore artistico dell’ensemble vocale MUSA di Utrecht. Collabora inoltre come direttore ospite con l’ensemble vocale The Gents con il quale ha vinto numerosi premi in festival di rilievo internazionale ed è stato in tournée in Giappone, Spagna, Svezia e Gran Bretagna. Registra regolarmente per Channel Classics e Oehms Classics. Con il Nederlands Kamerkoor ha inciso i Mottetti di Bach. Recentemente si è aggiudicato un ECHO Klassik (2012, Requiem di Faurè per Sony Classical) e 2 Diaposon d’Or (Strauss, Wagner, Mahler per BR Klassik e Figure Humaine di Francis Poulenc per Channel Classics). Peter Dijkstra è membro onorario della Royal Swedish Music Academy. Ospite dei Concerti del Quartetto in qualità di solista con l’Orchestra del ‘700 e Frans Brüggen nel 1991, è per la prima volta ospite della nostra Società. Coro della Radio Svedese Il Coro della Radio Svedese è stato fondato nel 1925. Venticinque anni dopo, nel 1952, sotto la guida del direttore Eric Ericson è diventato l’ensemble versatile che è oggi. Dopo di lui ogni direttore ha dato il suo contributo a creare la fisionomia peculiare del Coro aggiungendo successi sempre nuovi. L’attuale direttore principale, dal 2007, è Peter Dijkstra. Formato da trentadue cantanti professionisti, è un coro che spazia dalle più raffinate esecuzioni a cappella agli Oratori di enorme energia e dinamismo. Ad ogni singolo elemento è riservato un posto specifico all’interno del Coro così da poter contribuire in modo corretto con le proprie qualità espressive alla sonorità dell’ensemble. Il Coro vanta un repertorio molto ampio che abbraccia generi molto variegati, in una generosa mescolanza di musica antica e moderna. Oltre alle esibizioni a cappella e agli impegni con l’Orchestra Sinfonica della Radio Svedese, collabora anche con altre orchestre e direttori quali Riccardo Muti, Claudio Abbado, Valery Gergiev e Daniel Harding. La grande popolarità del Coro – molti dei suoi concerti vengono trasmessi dal canale radiofonico nazionale P2 – è dovuta anche alle sue incisioni. Tra le più recenti ricordiamo Nordic Sounds 1 & 2, che comprende musiche di SvenDavid Sandström, Figure Humaine di Poulenc e un CD dedicato alla musica sacra di Brahms. Il successo internazionale del Coro è stato riconosciuto anche dal governo svedese che nel 2011 gli ha conferito un’onorificenza speciale per gli straordinari risultati raggiunti nel promuovere e diffondere l’arte musicale svedese. Eventi della stagione in corso prevedono la partecipazione al Festival Pärt e tournée in Italia, Finlandia e Gran Bretagna. È stato ospite della nostra Società per Musica e poesia a San Maurizio nel 1999 (47° ciclo). Marie Alexis, Viveca Axell Hedén, Mia Edvardsson, Sofia Niklasson, Jenny Ohlson Akre, Marika Scheele, Ulla Sjöblom, Elin Skorup soprani Helena Bjarnle, Annika Hudak, Christiane Höjlund, Jonna Inge, Inger Kindlund-Stark, Ulrika Kyhle-Hägg, Tove Nilsson, Anna Zander Sand contralti Per-Gunnar Alpadie, Per Björsund, Niklas Engquist, Love Enström, Fredrik Mattsson, Mikael Stenbaek, Gunnar Sundberg, Magnus Wennerberg tenori Staffan Alveteg, Mathias Brorson, Rickard Collin, Bengt Eklund, Lars Johansson Brissman, Stefan Nymark, Johan Pejler, Joakim Schuster bassi Björn Gäfvert organo Per Hansen violoncello Prossimo concerto: Martedì 3 marzo 2015, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Rafal Blechacz pianoforte Torna al Quartetto il pianista Rafal Blechacz, ospite regolare della nostra Società fin dai tempi della vittoria al Concorso Chopin nel 2010. Il binomio dell’artista polacco con Chopin rimane inossidabile, ma nel tempo il repertorio si è allargato con nuove interpretazioni, in particolare per quanto riguarda il pianoforte di Beethoven. Il programma rispecchia lo stile classico ed elegante del giovane pianista, che apre il concerto con due lavori tra i più amati dal pubblico come il Concerto italiano di Bach e la Patetica di Beethoven, per passare nella seconda parte al “suo” Chopin con alcune delle sue pagine più belle, culminanti nella grande Polacca in fa diesis minore op. 44, cavallo di battaglia del leggendario Horowitz. Società del Quartetto di Milano - via Durini 24 20122 Milano - tel. 02.795.393 www.quartettomilano.it - [email protected]
© Copyright 2024 ExpyDoc