MARTEDÌ 3 MARZO 2015 LA SICILIA 2. la POLITICA Il giallo. Il ministero del Lavoro deve REGIONE il nodo formazione trasferire 13,9 mln. Le somme sarebbero state erogate giovedì scorso, ma non sono ancora giunte nelle casse della Regione Corsi ex Oif, i soldi da Roma non sono ancora arrivati Istituti e studenti in grave difficoltà. Lo Bello: «Noi siamo pronti a pagare» GIUSEPPE BIANCA PALERMO. Ancora in difficoltà finanziarie il settore dei corsi ex Oif (obbligo di istruzione e formazione), quelli che tramite la formazione professionale integrano o sostituiscono l’obbligo scolastico. Un dialogo tra sordi, quello fra Roma e Palermo, che procede all’insegna di mancati collegamenti, di raccordi poco virtuosi e di una comunicazione assolutamente non reattiva tra il ministero del Lavoro e l’assessorato regionale alla Formazione professionale. Una storia di silenzi lunghi e di verità in chiaroscuro. Di risposte che rischiano di arrivare troppo tardi. In mezzo il presente, da affrontare all’insegna dell’incertezza e della difficoltà di gestione e di programmazione per gli enti e le scuole di formazione professionale. Nel clima di scarsa chiarezza generale diventa per gli enti, a volte, persino difficile trattenere gli alunni nei singoli corsi perché non ricevono, da mesi o da anni, le relative indennità. L’atmosfera precaria e indefinita crea spesso nelle famiglie la tentazione di ritirare i figli per iscriverli in altri istituti, rinunciando, di fatto, al percorso formativo intrapreso. Il trasferimento nelle casse regionali delle somme stanziate dal ministero, 13,9 milioni di euro, utili a finanziare le prime annualità dei corsi di formazione, è in attesa di essere perfezionato. SCUOLA. Oggi Dal dipartimento regionale della Formazione si parla di tempi tecnici, di somme esigibili da un momento all’altro, con le cifre pronte ad essere girate agli enti tramite un decreto di finanziamento pronto ad essere firmato a tamburo battente. I soldi sarebbero in viaggio da giovedì, ma all’assessorato non sono ancora arrivati. «L’Amministrazione risponde su fatti reali: l’accertamento in entrata sul relativo capitolo di spesa può avvenire un minuto dopo che si sia constatata l’effettiva liquidità», chiarisce Giuseppa Picone, responsabile del servizio Scuola dell’Infanzia e Istruzione. Dal dipartimento fanno notare, peraltro, che, se si fosse dato corso all’anticipazione delle somme da parte della Regione, sulla base delle somme assegnate lo scorso 8 ottobre, oggi ci sarebbe una differenza, con quanto effettivamente finanziato ed esigibile, di quasi ottocentomila euro, che la Sicilia avrebbe finito col perdere. La Regione, che non aveva la disponibilità per effettuare l’anticipazione, sta già procedendo a rateizzare un debito con il ministero, che per questa ragione trattiene dalla dotazione altri tre milioni di euro l’anno. Il ministero, inoltre, è passato da una cifra complessiva prevista per tutte le Regioni di 183.109.570 euro a poco più di 169 milioni. Nella differenza tra il 2013 ed il 2014 dei piani di riparto con i singo- le nuove misure in un disegno di legge Dai precari alle paritarie oggi la riforma approda al Consiglio dei ministri ANNA RITA RAPETTA ROMA. Un maxi-piano di assunzioni, nuove regole per la formazione e il reclutamento dei docenti, il potenziamento dell’insegnamento di materie come musica, storia dell’arte e lingue straniere, piani di alternanza scuola-lavoro per gli studenti di istituti tecnici e professionali, il piano per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, il piano digitale, il bonus per gli insegnanti che svolgeranno nuove funzioni di mentoring e di organizzazione scolastica, l’indennizzo per gli eccessi di precariato. Dopo mesi di annunci, l’attesa riforma della Scuola arriva sul tavolo del Consiglio dei Ministri di oggi. Sono molti i capitoli di intervento che dovrebbero essere suddivisi tra un decreto legge (per le misure più urgenti) e un disegno di legge delega, ancora tutto da definire, che dovrebbe ridisegnare il volto della scuola italiana e le mansioni previste per i docenti. In discussione anche aiuti alle famiglie con figli che frequentano istituti non statali e detrazioni fiscali per le scuole paritarie, argomento che divide il Pd e che invece fa parte delle proposte che il Ncd porterà sul tavolo dell’odierna riunione dell’esecutivo. Ma punto cruciale della riforma è l’assunzione degli insegnanti precari: si tratta di circa 12mila candidati risultati idonei o vincitori nell’ultimo concorso a cattedre, indetto nel 2012; 80-90mila precari, inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (resteranno dentro le Gae e fuori dal piano di assun- www.lasicilia.it Direttore responsabile Mario Ciancio Sanfilippo Editrice Domenico Sanfilippo Editore SpA Seguite lasicilia.it anche su Facebook e Twitter li decreti, solo otto Regioni hanno avuto un saldo positivo di incremento della dotazione. Umbria, Marche, Molise e Sicilia, tra queste, vantano la quota più alta di differenza positiva, compresa tra il 20 ed il 25%. Il taglio di quasi ottocentomila euro riporta le cose al punto di partenza. L’importo dei singoli corsi finanziabili ha un tetto massimo di 85.000 euro per ciascuna annualità del percorso d’istruzione, di cui 67.000 per docenti, formatori, valutatori e personale amministrativo, 15.000 per spese generali, materiale didattico ed attrezzature e 3.000 per la copertura assicurativa degli allievi ed il rimborso delle spese di trasporto. A distanza di altri cento giorni, le somme destinate ai percorsi triennali relativi all’obbligo d’istruzione sono ancora per strada con aspetti oggettivi che rendono realmente difficile la comprensione di quello che accade. Tra tagli, razionalizzazioni e ridimensionamenti, l’unico aspetto che emerge sopra ogni discussione è il disagio degli studenti. «Al di là del taglio di un milione rispetto alla dotazione originaria, è chiaro al limite dell’ovvio che le somme saranno trasferite in tempi brevissimi ed immediati, non appena saranno nella nostra effettiva disponibilità. Faremo di tutto per ottimizzare i tempi», ha dichiarato il vice presidente della Regione e assessore alla Formazione, Mariella Lo Bello. IL MINISTRO STEFANIA GIANNINI zioni circa 30 mila persone, ovvero chi non insegna più da anni e parte dei docenti della scuola d’infanzia e della primaria); 15-20mila supplenti annuali, inseriti nelle Graduatorie d’istituto. Per questi ultimi dovrebbe essere previsto uno speciale “contratto ponte” che consentirà ai supplenti di ottenere la cattedra per un anno ma che non gli assegnerà il “ruolo”, per ottenere il quale dovranno partecipare al nuovo concorso. Accanto all’assunzione dei precari, il governo intende bandire un nuovo concorso entro il prossimo giugno. Il nuovo bando dovrebbe avere validità per il triennio 2016-2019. Con questo concorso sarebbero assegnati 40mila nuovi posti di lavoro. Altri 15-18mila posti saranno riservati ai supplenti delle gra- Direzione e redazione: v.le Odorico da Pordenone, 50 95126 Catania tel. 095 330544 fax redazione 095 336466 [email protected] sms 340-4352032 © L’utilizzazione o la riproduzione, anche parziale - con qualunque mezzo e a qualsivoglia titolo - degli articoli e di quant’altro pubblicato in questo giornale sono assolutamente riservate, e quindi vietate se non espressamente autorizzate dall’editore. Per qualunque controversia il Foro competente è quello di Catania. Amministrazione: fax 095 253435 [email protected] LA SICILIA è una testata indipendente e come tale non percepisce contributi pubblici come previsti dalla Legge n° 250/90 duatorie di istituto assoggettati al contratto ponte. Il piano assunzioni del governo non convince i sindacati, mentre la questione delle detrazioni fiscali fino a 4mila euro per le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie è diventato un caso politico. La novità, voluta dal Ncd e annunciata dal sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi (Ncd), con la benedizione del titolare del ministero di Viale Trastevere, Stefania Giannini, divide il partito del premier Matteo Renzi. Da una parte, i 44 parlamentari del Pd, di Scelta Civica e Ncd che hanno lanciato un appello pro-paritarie in una lettera pubblica sul quotidiano “Avvenire”, e Beppe Fioroni che lancia l’allarme: «Se le scuole materne paritarie cattoliche e comunali chiudessero, oltre il 30% dei bambini non potrebbe avere la scuola materna»; dall’altra, Pippo Civati, che si dice disponibile a discutere di questa prospettiva solo quando «la scuola pubblica sarà messa in sicurezza con le risorse necessarie». Contrari anche M5s e Sel, ma il pressing del Ncd è intenso. «Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico, perciò rappresentano a tutti gli effetti un pezzo importante della scuola pubblica», afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che nel contempo dice stop al “diplomificio” e propone: «Valutazione e merito anche nelle paritarie». Tra le proposte del Ncd, anche l’introduzione di un sistema di valutazione di dirigenti, docenti e scuola in tutte le sue componenti a cui legare gli scatti economici, e l’anticipazione dell’apprendistato a 14 anni dagli attuali 15. L’ANALISI GIOVANI TRADITI GIUSEPPE DI FAZIO L a sorte di 5.400 studenti del primo anno della Formazione professionale in Sicilia dipende dalla soluzione di una controversia fra governo centrale e Regione. Sembra incredibile, ma è la dura realtà. Nell’Isola delle contraddizioni alla data odierna, questi 5.400 allievi sono ancora lì ad attendere il primo giorno di scuola (dell’obbligo). Aspettano da sei mesi: ogni tanto bussano alle sedi degli enti per avere notizie sull’inizio dei corsi, nella quotidianità si danno da fare come possono per raggranellare qualche euro per sopravvivere. Dopo l’intervista del sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba che annunciava l’erogazione alla Regione dei fondi tanto attesi, sembrava che l’inghippo si fosse finalmente risolto. E, invece, no. L’assessore alla Formazione professionale nonché vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, anziché stilare il decreto per l’avvio dei corsi, s’è limitata ieri a ripetere che «non appena le somme erogate saranno nella nostra effettiva disponibilità faremo di tutto per ottimizzare i tempi». Che in pratica significa: “i ragazzi possono aspettare, soldi non ne abbiamo e di Roma non ci possiamo fidare”. Siccome stiamo parlando di migliaia di giovani a cui la Regione sta scippando il futuro, non è concepibile che l’inizio delle lezioni sia legato alla risoluzione di una controversia Stato-Regione. Le misure per lo sviluppo, la lotta alla mafia e all’illegalità suonano come puri slogan se di fronte a un’emergenza educativa, come quella che sta evidenziando questo incredibile caso, il governo regionale non decide di intervenire. Subito. Con soluzioni di emergenza, se necessario. La rivoluzione di cui tanto si parla in Sicilia ha bisogno di scelte semplici, come per esempio quella di far cominciare i corsi di formazione professionale (equiparati alla scuola dell’obbligo) lo stesso giorno in cui iniziano le lezioni per tutti gli altri studenti. Accade così in Piemonte, in Liguria, in Puglia, perché non potrebbe succedere anche a Palermo e a Catania? Ma lasciamo perdere settembre, ormai lontano, almeno fissiamo una data entro il 19 marzo. Ripetiamo: il caso degli studenti della Formazione professionale è un’emergenza. Solo una classe politica che vive su Marte può far finta di non accorgersene. Abbonamenti Annuale 7 num. e 317,00 6 num. e 289,00 Semestrale 7 num. e 159,00 6 num. e 145,00 Stampa: E.TI.S. 2000 S.p.A. V.le O. da Pordenone, 50 - Catania Zona Industriale 8.a strada Certificazione ambientale EMAS - N. IT 001292 Concessionaria per la pubblicità regionale: PKSud s.r.l. Sede operativa Corso Sicilia, 37/43 Tel. 095 7306311 - Fax 095 321352 C.c.p. n. 218958 intestato a: Amm.ne Quotidiano «LA SICILIA» viale Odorico da Pordenone, 50 - 95126 CATANIA [email protected] copie arretrate e 2,40 Concessionaria per la pubblicità nazionale: RCS Pubblicità Tel. 02 25846543 www.rcspubblicita.it COMMERCIALI: a modulo mm 50 x 21 b/n € 476,00 colori € 714,00 festivi o data fissa, posiz. rig. + 20%. O GIALLO: CAUSA METEO O AVARIA? Renzi in elicottero costretto all’atterraggio Polemica: «Mattarella usa i mezzi pubblici» MICHELE GIUNTINI FIRENZE. Il premier Matteo Renzi rientra da Firenze a Roma in elicottero, ma il velivolo è costretto a scendere a metà strada, su un campo da calcetto vicino ad Arezzo, e ora decollano le polemiche. L’atterraggio forzato è stato fatto in piena rotta verso la Capitale. Sono rimasti tutti illesi, l’equipaggio, la scorta, Renzi e anche il sottosegretario Luca Lotti che lo accompagnava. Ma poi, mentre Renzi ha proseguito il viaggio in auto con la scorta, non sono mancate le critiche. In serata Palazzo Chigi L’ELICOTTERO DI RENZI SUL CAMPO SPORTIVO ha spiegato che Renzi ha utilizzato l’elicottero per motivi di sicurezza che, in questo momento, si applica al più alto livello per il premier e che si è trattato di un volo di Stato, disciplinato dalla legge. Inoltre, da Palazzo Chigi si respinge qualsiasi “campagna” su questo argomento. Del resto, secondo altre fonti, non è la prima volta che Renzi usa l’elicottero per spostarsi da Firenze a Roma, un tragitto che più spesso copre anche in auto, in aereo e, raramente, in treno. Ad ogni modo per l’uso dell’elicottero - bianco e con la scritta “Repubblica Italiana”: è un mezzo di Stato - il premier ha raccolto attacchi conditi di scomodo paragone con le abitudini del presidente della ReRichiesta pers. specializzato occasionali € 395,00 contrattisti € 360,00 festivi o data rig. + 20%. Finanziari: € 31,50 a mm, fest. o data rig. +20%. Legali, appalti, aste, gare, sent. conc.: € 31,50 a mm, fest. o data rig. +20%. Nozze, Culle, Lauree, ecc. (min. 20 mm) € 6,20 a mm. pubblica Sergio Mattarella. Sono attacchi diretti tipo quello di Beppe Grillo che scrive sul suo blog: «Il presidente della Repubblica prende il treno, il non eletto che occupa Palazzo Chigi e impesta le televisioni, per fare meno di 300 chilometri usa il Renzicottero. Chi c’era nel Renzicottero? Quanto costa ai contribuenti il tuo lusso? Ma prendere un treno? ». O arrivano rilievi “low profile”, come fa Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia: «Renzi: Spiace per brutta avventura. Ma aerei per Aosta, elicotteri per Roma. Meglio volare basso e con mezzi pubblici. Mattarella docet». Fdi spende la parola «vergogna» e Giovanni Donzelli, membro dell’esecutivo nazionale e candidato presidente alle Regionali in Toscana, dice: «Se il presidente della Repubblica Mattarella fa Roma-Firenze in treno, credo che lo possa fare anche il presidente del Consiglio Renzi, invece di prendere l’elicottero di Stato». Resta, infine, il “giallo” sulla causa dell’atterraggio. Sulle prime si è appreso che ci sarebbe stata un’avaria a bordo, per cui l’equipaggio ha deciso di interrompere il volo. Si è parlato di un guasto meccanico. Ma Palazzo Chigi ha precisato in tarda mattinata che, diversamente da questa versione, sono state le condizioni meteo a obbligare alla sosta imprevista. Testimoni di Badia al Pino hanno raccontato che l’elicottero ha volteggiato sopra il paese cercando il punto più adatto per scendere, ovvero l’impianto sportivo situato in mezzo alle case. «Il comandante dell’elicottero dove viaggiava Renzi, quando è sceso mi ha detto che c’era stato un guasto - ha raccontato a “Un giorno da pecora” il proprietario del centro sportivo, Davide Grazini -. Mi ha anche detto che avevano dovuto fare un atterraggio di emergenza proprio per problemi con l’elicottero». Grazini ha anche detto che «era abbastanza nuvoloso e con una pioggerellina fitta» e, quando Renzi è andato via in auto, di aver visto l’equipaggio «riparare qualcosa. Poi dopo un’oretta sono ripartiti. Il tempo era migliorato, aveva smesso anche di piovere». Pubblicità politica o elettorale: contattare la sede allo 095 7306311. Rubriche Teatri, Cinema, Ritrovi ecc.: € 16,00 il rigo. 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