FUCINATI, STAMPATI E LAMINATI

Capitolo settimo
DIFETTI DEI PRODOTTI FORMATI A CALDO (FUCINATI, STAMPATI E LAMINATI)
utile in molte applicazioni. La formatura a freddo può essere un processo a sé stante o di finitura post formatura a caldo.
INTRODUZIONE
In senso lato, un prodotto formato può essere definito
come un pezzo metallico lavorato per deformazione plastica, al fine di conferirgli una forma definita, tramite martellatura, stiratura, ricalcatura, bigornatura o mandrinatura alla
pressa, stampaggio in stampi chiusi alla pressa o al maglio,
estrusione o laminazione, o con la combinazione di due o
più dei processi citati.
Più propriamente, si definiscono:
• fucinati gli sbozzati ottenuti per martellatura o formatura alla pressa con utensili aperti (incudine e mazza);
• stampati gli sbozzati ottenuti per formatura in stampi;
• laminati i prodotti sbozzati o finiti in barre o rotoli ottenuti per laminazione o formatura tra rulli.
I prodotti formati possono essere fabbricati con la maggior parte dei metalli e delle loro leghe, quali l’alluminio, il
rame, il ferro, il titanio e le leghe resistenti al calore o refrattarie. Non sono fucinabili le ghise e questo le distingue
dagli acciai.
Le dimensioni dei prodotti formati sono limitate soltanto
dalle dimensioni dei prodotti primari da fucinare o laminare
(lingotti) e delle attrezzature e impianti disponibili (fucinati
e stampati). Possono pesare da pochi grammi a 200 tonnellate.
I prodotti formati possono essere fabbricati con deformazione a caldo a temperatura elevata (hot forging) o a
temperatura moderata (warm forging) e a freddo (cold forging); tuttavia la formatura per antonomasia è quella a caldo
ad alta temperatura.
I termini lavorazione a caldo (alta temperatura o moderata temperatura) o lavorazione a freddo sono talvolta arbitrari e applicati a diversi intervalli di temperatura per materiali diversi. Inoltre non sempre esiste buon accordo sugli
intervalli di temperatura di fucinatura, laminazione e stampaggio dei vari metalli. Per l’acciaio si considera corretto
l’intervallo di formatura a caldo compreso tra 1200 e 850
°C; tuttavia in molti casi la temperatura minima consigliata
per evitare eccessivi sforzi o eccessiva usura delle attrezzature e il rischio di frattura del prodotto formato è 900÷925
°C, mentre quella massima per evitare bruciature e strappi
non supera i 1150 °C.
In certi casi, per migliorare la deformabilità a freddo,
alcuni acciai e altri metalli si riscaldano a temperatura relativamente bassa, che tuttavia consente d’ottenere un sufficiente flusso del metallo, non ottenibile a temperatura ambiente. Per esempio certi acciai inossidabili possono esser
imbutiti alla forma desiderata, scaldandoli a circa 150 °C,
mentre si romperebbero se si tentasse di deformarli nelle
stesse condizioni a temperatura ambiente.
La massima temperatura, cui un acciaio può essere riscaldato per la formatura nell’intervallo definito a bassa
temperatura, corrisponde al punto critico AC1, cioè
700÷720 °C. A temperatura più alta il processo si considera
formatura a caldo a moderata o elevata temperatura.
Nella formatura a freddo il metallo non si riscalda intenzionalmente, sebbene l’energia dissipata durante la deformazione plastica possa elevare la temperatura anche oltre i
260 °C. La deformazione che si può ottenere con la formatura a freddo è molto più piccola di quella a caldo; tuttavia è
METODI PER PRODURRE FUCINATI, STAMPATI
E LAMINATI
Per produrre i fucinati si usano moltissimi tipi di macchine, quali martellatrici, presse, ricalcatrici e laminatoi per
anelli. Infatti, i fucinati possono essere fabbricati con utensili aperti, piani o semitondi (fucinatura o forgiatura), con
stampi (stampaggio) e con rulli (laminazione).
Gli stampati si fabbricano schiacciando il metallo dentro
stampi aperti o chiusi che riproducono la propria forma nel
prodotto grezzo di stampaggio.
I prodotti laminati piani (lamiere e nastri) o lunghi (barre, profilati e vergella) sono ottenuti per laminazione di
sbozzatura (laminatoi reversibili) e in continuo (treni di laminazione) facendo passare il prodotto da laminare entro
rulli cilindrici piani o profilati che appiattiscono o sagomano il prodotto laminato secondo le prescrizioni.
Si rimanda al volume 5 del Metals Handbook ottava edizione o al volume 14 dell’ASM Handbook decima edizione, chi volesse approfondire la conoscenza sulle macchine,
attrezzature e utensili per la fucinatura, lo stampaggio e la
laminazione.
Nella trattazione che segue parleremo di fucinati e
stampati a caldo senza distinzione specifica nell’uso di utensili aperti o stampi, mentre parleremo di laminati riferendoci specificatamente ai prodotti piani o lunghi ottenuti
col processo di laminazione a treno continuo.
COMPORTAMENTO DEL METALLO DURANTE
LA FORMATURA A CALDO
Quando un pezzo metallico è lavorato a caldo, i singoli
grani sono deformati e subito dopo ricristallizzano formando nuovi grani. Più caldo è il metallo, più è plastico e più
facilmente si deforma. Tuttavia una temperatura eccessiva
porta all’ingrossamento del grano, all’incipiente fusione dei
bordi grano (bruciatura) e ad indesiderate trasformazioni di
fase.
A temperatura più bassa il metallo è più difficile da deformare, però alla fine possiede un grano più fine e migliori
caratteristiche meccaniche.
Se la temperatura è ulteriormente abbassata fin sotto la
temperatura di ricristallizzazione, allora il grano deformato
non ricristallizza più e il metallo resta incrudito. In queste
condizioni, una deformazione eccessiva può superare la capacità di deformazione del metallo e portare alla rottura del
prodotto deformato.
DIFETTI DEI PRODOTTI FORMATI A CALDO
(FUCINATI, STAMPATI E LAMINATI)
Salvo i prodotti provenienti da getti colati in forme che
conferiscono loro dimensioni e forme vicine a quelle finali,
tutti gli altri prodotti derivano dalla formatura a caldo (fucinatura, stampaggio e laminazione) dei prodotti primari.
Questi prodotti sono usati nelle più varie applicazioni e pertanto sono vulnerabili ad ogni meccanismo di danneggiamento descritto nei precedenti capitoli. Talvolta il danneg1
lingottiera genera la doppia pelle (figure 7.03 e 7.04). Il difetto della doppia pelle è possibile anche nella colata in sorgente anche se raro. Durante la formatura a caldo genera
uno strato più o meno spesso e poco aderente sul corpo del
prodotto finito che può generare paglie e sfoglie.
giamento è favorito da difetti specifici. Di seguito considereremo solo i casi più comuni dei difetti tipici dei prodotti
formati a caldo, la loro diagnosi e le azioni correttive da intraprendere per evitarli, anche tramite la descrizione di alcuni esempi, illustrati come casi da manuale.
Le procedure d’indagine per la diagnosi dei difetti specifici dei prodotti formati a caldo sono sostanzialmente le
stesse delle indagini sulle cause dei difetti di ogni altro tipo
di prodotto; tuttavia, in casi particolari, è necessaria una
particolare attenzione ed esperienza di settore.
DIFETTI DEI LINGOTTI
Molti fucinati di grandi dimensioni sono ottenuti direttamente per fucinatura dei lingotti con la mazza e incudine,
mentre la maggior parte degli stampati sono ottenuti da
tronchetti di billette o di barre prelaminate o prefucinate.
Anche i prodotti laminati sono ottenuti per laminazione diretta di lingotti, blumi o bramme e, come i fucinati e gli
stampati sono soggetti a difetti caratteristici, spesso simili a
quelli degli altri due tipi di prodotti.
Gran parte dei difetti dei fucinati, stampati e laminati
dipende in larga misura dalla qualità dei lingotti, billette o
barre di partenza, mentre meno frequentemente è attribuibile alle condizioni metallurgiche del metallo formato a caldo.
I difetti dei lingotti che possono influire sulla qualità dei
prodotti formati a caldo (fucinati, stampati e laminati) possono essere superficiali o interni.
Gocce fredde
d’acciaio liquido
Getto
Gocce fredde
d’acciaio liquido
Getto
Bagno liquido
zi
Crosta solida
Figura 7.02. Schema di formazione delle gocce fredde durante la
colata diretta in lingottiera.
Lingottiera
Gocce fredde
Le gocce fredde sono ormai un problema superato perché si formavano quando l’acciaio si colava direttamente in
lingottiera. Questa pratica di colata è ormai stata abbandonata e sostituita dalla colata in sorgente che non genera
spruzzi (figura 7.01). Nella colata diretta, il getto d’acciaio
liquido impattava sulla base della lingottiera e generava
spruzzi, le cui gocce solidificavano rapidamente sulla parete
della lingottiera anche in più strati (figura 7.02), ciascuno
rivestito da uno strato d’ossido. Poi venivano inglobate nel
solido che si formava a contatto con le superfici man mano
il liquido rimontava nella lingottiera. L’ossido delle gocce
fredde veniva riassorbito durante la formatura a caldo lasciando linee ricche d’ossidi globulari di bollitura e talvolta
decarburazione (filature).
Bagno liquido
Guscio solido
Lingottiera
d’acciaio liquido
I difetti interni più comuni dei lingotti sono:
le segregazioni micro e macro;
i coni di ritiro primari e secondari;
le soffiature subcorticali;
la presenza d’idrogeno, che genera i fiocchi;
le inclusioni non metalliche endogene ed esogene.
uz
Getto
•
•
•
•
•
Sp
r
Lingottiera
d’acciaio liquido
I difetti superficiali più comuni dei lingotti sono:
le gocce fredde;
la doppia pelle;
i tacconi;
le riprese di colata;
le lesioni superficiali (cricche o fratture).
Lingottiera
Getto
•
•
•
•
•
Figura 7.01. Schema di colata diretta e in sorgente nella lingottiera.
Doppia pelle
Bagno liquido
Guscio solido
Figura 7.03. Schema di formazione della doppia pelle.
Doppia pelle
La doppia pelle si può formare quando il primo guscio
di metallo solidificato si stacca dalla lingottiera per il naturale ritiro dovuto al passaggio di stato liquido-solido. Se la
velocità di risalita del liquido nella lingottiera è irregolare e
tale da consentire la tracimazione del liquido oltre il limite
del guscio, la sua insinuazione nel vano tra prima pelle e la
Figura 7.04. Esempio di lingotto con doppia pelle.
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Lingottiera
Tacconi
I tacconi sono parte di metallo che fuoriesce dal guscio
solido già formato, che si cricca perché non regge la pressione metallostatica quando si stacca dalla lingottiera per il
normale ritiro. Generalmente i tacconi sono un difetto raro
nei lingotti. Poiché il metallo che forma i tacconi possiede
una composizione chimica diversa da quella del guscio solidificato per primo a causa della macrosegregazione (vedi
avanti), in loro corrispondenza nello strato corticale si possono spesso osservare le ghost lines o macrosegregazioni
d’aspetto generalmente più chiaro all’attacco macrografico.
In figura 7.05 è rappresentato lo schema di formazione di
un taccone. La figura 7.06 illustra un esempio di lingotto
con taccone.
Lingottiera
Lingottiera
Lingottiera
Ossido
Ossido
Ossido
Liquido
Liquido
solido
Tempo t1
Liquido
solido
Tempo t2
solido
Tempo t3
Figura 7.07. Schema di formazione di piccole riprese di colata.
Lingottiera
Liquido
Cricca
Solido
Liquido
Taccone
Solido
Figura 7.05. Schema di formazione di un taccone.
Figura 7.08. Aspetto di una grave ripresa sulla superficie tal quale di un lingotto tondo colato in sorgente. 0,5 x circa.
Figura 7.06. Esempio di lingotto con un taccone.
Figura 7.09. Aspetto della ripresa del lingotto della precedente
figura dopo asportazione per tornitura di 10 mm di materiale. 0,5
x circa.
Riprese di colata
Le riprese di colata dipendono dalla variazione di velocità di salita del livello del liquido nella lingottiera. Si formano raramente nei lingotti colati in lingottiera con le pratiche di colata diretta o in sorgente e meno raramente nei lingotti da colata continua, dove coinvolgono uno strato superficiale generalmente modesto. In figura 7.07 è illustrato lo
schema di formazione delle riprese di colata poco profonde,
tipiche della colata continua.
Le riprese di colata molto profonde sono rare e si trovano soprattutto in lingotti colati in lingottiera, quando per un
incidente la colata è interrotta per un tempo sufficientemente lungo da far solidificare una crosta superficiale importante. Poi la colata è ripresa e il liquido sormonta e ingloba la
crosta superficiale solida e ossidata generando un grave difetto che quasi sempre è causa dello scarto del lingotto. Le
figure 7.08 e 7.09 mostrano l’aspetto di una grave ripresa
come appare sulla superficie del lingotto tal quale e dopo
tornitura con asportazione di 10 mm. La figura 7.10 illustra
una ripresa di colata in una bramma.
Figura 7.10. Aspetto di una ripresa in una bramma (lingotto a
sezione rettangolare) 400x1000. 0,05 x circa.
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