Senza lavoro e nascite al Sud il deserto avanza Cresce la

L’EMERGENZA
MEZZOGIORNO
Mercoledì
29 Ottobre 2014
Il rapporto
Lo Svimez ha presentato
ieri il suo studio annuale
sul Mezzogiorno. A questi
ritmi la popolazione calerà
di oltre 4 milioni in 50 anni
Palazzo Chigi assicura:
garantita la copertura di
500 milioni per il
cofinanziamento dei fondi
dell’Unione Europea
9
PRIMO PIANO
177mila 116mila 5,8 mln -3,5%
LE NASCITE
REGISTRATE NEL 2013
AL SUD, IL NUMERO
PIÙ BASSO DAL 1861
GLI ABITANTI CHE
SI SONO TRASFERITI
AL CENTRO-NORD
LO SCORSO ANNO
GLI OCCUPATI SONO
SCESI PER LA PRIMA
VOLTA SOTTO LA
SOGLIA DEI 6 MILIONI
IL CROLLO DEL PIL
NELL’AREA
DEL MEZZOGIORNO
NEL 2013
Senza lavoro e nascite
al Sud il deserto avanza
Cresce la povertà e riparte l’emigrazione
così si allarga ancora il divario del Paese
NICOLA PINI
ROMA
l Sud Italia sta andando alla deriva.
La lunga crisi che ha colpito tutto il
Paese, nel più fragile Mezzogiorno
sta avendo l’effetto di uno tsunami.
Consumi e occupazione in picchiata,
crollo degli investimenti e povertà dilagante da un lato, a ripresa dell’emigrazione e calo delle nascite dall’altro. L’ultimo rapporto dello Svimez sull’economia del Mezzogiorno assomiglia a un
bollettino di guerra: «Il Sud rischia una
desertificazione umana e industriale»,
è l’allarme lanciato dall’associazione.
Nella storia italiana l’irrisolta questione meridionale non è certo una novità.
Di nuovo c’è il fatto che negli ultimi anni la faglia che divide il Paese ha ripreso ad allargarsi velocemente decretando il fallimento delle politiche di coesione territoriale promosse dalla Ue. Nel
I
silenzio quasi generale la crisi ha allargato un divario già molto consistente e
oggi il Mezzogiorno è sempre meno
competitivo anche rispetto alle regioni
meno avanzate d’Europa. Quest’anno
il Pil calerà di altri 1,5 punti (a fronte del
-0,4% stimato per l’intero Paese) e per
l’anno prossimo è previsto un -0,7%
mentre l’Italia tornerà al segno più.
Alla presentazione del rapporto il sottosegretario della presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha garantito la copertura dei 500 milioni di cofinanziamento dei fondi Ue per il 2015 e ha
quantificato in 200 miliardi gli investimenti nazionali ed europei in arrivo nei
prossimi sette anni. La divisione del Paese come mostrata dal rapporto, ha sottolineato il segretario della Cei e vescovo di Cassano Jonio, monsignor Nunzio Galantino, è «insostenibile» e deve
essere considerata una «grande questione nazionale». Per ripartire, ha det-
to Galantino nel suo intervento, non servono assistenzialismo e pietismo che
sono invece «i più efficaci alleati del malcostume e del sistema malavitoso», ma
una «assunzione di responsabilità» per
recuperare diritti e doveri, non cedere
alla rassegnazione e «scegliere opzioni
strategiche al servizio del bene comune», nel quadro di un’economia che
sappia guardare oltre i dati «esasperati
ed esaperanti del profitto» lungo un
«percorso di sussidiarietà».
Tra i dati del tracollo del meridione spiccano la crisi del lavoro e quella demografica. Gli occupati sono scesi lo scorso anno a quota 5,8 milioni, il valore più
basso dal 1977. Ma potrebbero in realtà
essere meno perché il dato statistico incorpora i pendolari del lavoro che lavorano in altre regioni. Tra il 2008 e il 2013
in Italia sono andati persi quasi circa un
milione di posti di lavoro e di questi quasi il 60% (582mila) hanno riguardato il
GALANTINO
«Divisione insostenibile»
Sud che rappresenta però solo il 26,3%
del bacino occupazionale. La disoccupazione ufficiale è al 19,7% ma quella
reale arriva al 31,5. Tra i giovani entro i
34 anni solo il 27,6% ha un impiego a
fronte del 48,1% del Centro-Nord.
Quanto al tasso di attività femminile in
Puglia, Calabria, Campania e Sicilia varia tra il 38 e il 35% a fronte del 66% medio dell’Ue e del 48% della Romania.
Si lavora sempre meno perchè gli investimenti nei sei anni della crisi sono crollati del 53,4%, oltre il doppio del resto del
Paese. Inevitabile in questo contesto la
crescita del disagio economico. Le famiglie povere sono più che raddoppiate, dalle 443mila del 2007 a oltre un milione nel 2013: oggi più di un nucleo su
otto sta sotto la soglia della povertà assoluta, il rischio è tre volte più alto che
al Centro-Nord. Precipita intanto la dinamica demografica in passato uno dei
punti di forza del meridione .In dieci
anni la popolazione meridionale è scesa di 263mila unità al netto degli stranieri mentre il resto del Paese aumentava lievemente. Il numero medio di figli per donna è sceso a 1,36, mentre nel
resto d’Italia è risalito a 1,46. Nel 2013 sono nati solo 177mila bambini il numero più basso dall’Unità italiana e per il
secondo anno la nascite sono state meno dei decessi. Pochi bambini e molti
giovani in fuga. Dal 2001 a oggi il saldo
migratorio è stato di 708mila persone e
116mila sono andati via solo lo scorso
anno. Il 70% degli emigrati sono giovani e uno su quattro è laureato, un esodo che priva il sud della componente
più qualficata della popolazione. Sono
dati che, salvo inversioni di tendenza,
prefigurano «uno stravolgimento demografico del Mezzogiorno che nei
prossimi 50 anni perderà 4,2 milioni di
abitanti», sottolinea il rapporto.
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Ma ci sono sfide vinte da cui ripartire
«Per il Sud serve una scelta
basata sulla responsabilità e non
sull’assistenzialismo – ha detto il
segretario della Cei. La via da
percorrere è «quella della
sussidiarietà, per accrescere
partecipazione e coesione»
DELRIO
«Come in Germania Est»
«Per il Mezzogiorno dobbiamo
fare le stesse cose che la
Germania ha fatto per le regioni»
dell'Est dopo il crollo del Muro.
Lo ha detto il sottosegretario
dicendosi convinto che «l’Italia
sarà quello che sarà il Sud».
Qui Salerno
Qui Foggia
Cassonetti hi tech
Jcoplastic li esporta
in tutto il mondo
Quei giovani creativi
che fanno parlare il vino
con una app all’estero
MAURIZIO CARUCCI
ENZA MOSCARITOLO
SALERNO
assonetti, bidoni, box, casse, plateaux, pallets, fusti e fustini hanno conquistato i più importanti mercati internazionali. Oggi Jcoplastic, gruppo che opera nella progettazione e produzione industriale di contenitori plastici con sede a Battipaglia (Salerno), vende all’estero anche la sua tecnologia, aprendo la strada a un nuovo modello di sviluppo. Jcoplastic
Spa è capofila di un gruppo da 330 addetti e 100 milioni di fatturato, realizzato per metà in Italia e il resto nelle controllate europee (che esportano anche verso America, Asia e Africa). In anni di investimenti in ricerca
e sviluppo su prodotti e impianti innovativi, ha realizzato e portato sui mercati prodotti sempre più innovativi, leggeri e resistenti, la cui produzione richiede minori materie prime e un minore impatto sull’ambiente.
Da questa esperienza, è stata creata Icotec Automation,
una società che vende all’estero macchinari, stampi, automazioni e licenze dei prodotti Jcoplastic: «Questa società è nata dall’aggregazione di bravissimi tecnici, cresciuti in Jcoplastic e altre realtà – spiega Antonio Foresti, Ad di Jcoplastic – specializzati nel fornire soluzioni
chiavi in mano per lo stampaggio di contenitori plastici, secondo la nostra filosofia: ridurre al minimo l’utilizzo
di materie prime e dell’energia impiegata, per avere i
migliori prodotti con il minimo impatto ambientale.
Dall’attività di Icotec Automation sono nati accordi commerciali con Jcoplastic, che fornisce stampi e licenze di
fabbricazione per i suoi prodotti». Un’iniziativa che sta
avendo un grande successo, aprendo nuove opportunità sui mercati mondiali. «Stiamo esportando tecnologia in tutta Europa e anche fuori dal continente – prosegue Foresti –. Oggi stiamo già automatizzando diversi impianti in Nuova Zelanda, abbiamo stretto rapporti commerciali con realtà del Sudafrica e del Brasile». Tra
le sue tante innovazioni, Jcoplastic ha realizzato diverse generazioni di cassonetti superleggeri e resistenti, ottimizzando al meglio l’elasticità della plastica. E anche
contenitori ad accesso controllato, dotati di serratura elettronica con sistema Jco Tracer, capaci di riconoscere
l’utente che vi conferisce rifiuti.
C
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FOGGIA
Sopra, uno stabilimento da cui escono i cassonetti
tecnologici dell’azienda salernitana Jcoplastic. A fianco,
l’équipe di «Intuizioni creative Foggia».
investimenti Quantica che ha investito 3 milioni di dollari nel
nostro progetto», racconta Marco Cirilli, cofondatore insieme a
Claudio Somazzi e oggi responsabile del marketing e del dipartimento tecnologico di Applix.
Finora le app della società sono state scaricate in più di 120 Paesi
e sono nella classifica dei 10 migliori programmi degli Appstore
di più di 50 nazioni. In realtà i prodotti di punta di Applix sono due:
Appdoit e ViewerPlus. Il primo è un sistema che permette di creare facilmente le proprie applicazioni anche senza la necessità di
essere un tecnico del settore. Il secondo è uno strumento rivolto
a chiunque voglia rendere digitali le proprie pubblicazioni. «Certo, non tutte le startup sono uguali», dice Cirilli. «I giovani che si
lanciano sul mercato con un’idea vincente, ma con nessuna esperienza, possono faticare ad affermarsi in un mercato complesso come quello italiano». Per questo nel caso di Applix conta
molto anche il patrimonio di conoscenze e competenze dei suoi
fondatori. «Siamo partiti con alle spalle un’esperienza ventennale e una rete di relazioni che ci ha permesso di raccogliere subito
i primi risultati», spiega Cirilli. Risultati che oggi li pongono ai primi posti in Italia nel settore della digitalizzazione dei contenuti editoriali. E che non fanno perdere di vista ai due manager italiani
quale debba essere oggi l’obiettivo principale di una start up: realizzare un progetto internazionale che porti all’estero l’eccellenza del made in Italy e al tempo stesso si trasformi in un’azienda
capace di creare nuovi posti di lavoro e professionalità.
rriva da Foggia un’applicazione per conoscere tutti i segreti del mondo del vino.
Si chiama SmartWine e punta a favorire
l’incontro tra produttori e consumatori in modo semplice e diretto.
Progettata per tablet e smartphone, è stata presentata alla scorsa edizione di Vitigno Italia a Napoli e ha guadagnato le prime posizioni nella
classifica di Apple delle migliori app nel settore
cibi e bevande, come novità da scaricare. Disponibile gratuitamente sia su App Store (per IOS)
che su Play Store (per Android), multilingue (attualmente è in italiano e in inglese, ma presto
sarà pronta la versione in cinese e russo),
SmartWine punta soprattutto alla possibilità di
internazionalizzare i prodotti made in Italy: «L’obiettivo è permettere al vino di parlare di sé, ma
soprattutto di raccontare storie, tradizioni di famiglia e il territorio di origine dei vitigni – spiegano Enzo Dota e Alessandro Ventura di Intuizioni Creative, società foggiana che si occupa di
progettazioni di strumenti di marketing territoriale che ha realizzato l’applicazione mobile –
con uno strumento oggi facile e accessibile per
molti. Ci rivolgiamo soprattutto a chi non conosce il mondo del vino e che in questo modo può
rimanerne affascinato, a portata di click».
Attraverso un sistema di Qr-Code personalizzato
ed un’ampia gamma di servizi, tra cui la realtà aumentata, l’utente può conoscere tutte le informazioni relative al vino che sta degustando, mentre con il sistema di geolocalizzazione è possibile
determinare la posizione geografica di una cantina, un ristorante o di una enoteca, e di trovare
quelli più vicini. «Abbiamo già predisposto l’app
– aggiungono – per il servizio di prenotazione di
visite in cantina e di e-commerce per fare ordini
direttamente da tablet e smartphone. Il produttore
può decidere di affiliarsi, con un costo d’iscrizione, per essere conosciuto in tutto il mondo».
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A
Qui Cagliari
Applix, la tecnologia sarda
citata anche da Steve Jobs
Marco Cirilli
CLAUDIA LA VIA
on c’è bisogno di andare in Silicon Valley, anche in Italia una start up può trasformarsi in un’azienda da quasi 4 milioni di euro di fatturato e 53 dipendenti. È successo ad Applix, realtà nata nel 2009 nell’hinterland milanese e
ora con sede a Cagliari, che digitalizza contenuti e crea applicazioni personalizzate per le aziende. Finora ha "virtualizzato" più
di 150 magazine e creato oltre 17 mila app per Pmi e grandi aziende. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo è oggi fra le
prime cinque start up in Italia e la sua fama ha già da un po’ di
tempo superato anche i confini nazionali. Non solo per i rapporti
che negli anni è riuscita a stringere con realtà internazionali, ma
anche perché già nel 2011 era stata notata dal numero uno di Apple, Steve Jobs, che l’aveva citata nel corso della presentazione
dell’iPad 2. Quasi come tributo all’azienda di Cupertino Applix
ha realizzato Bibleworld, un progetto appositamente pensato
per l’iPad, anche se con l’obiettivo di renderlo presto disponibile per tutti i dispositvi mobili. L’applicazione, sviluppata in collaborazione con le Edizioni San Paolo, ha digitalizzato la Sacra
scrittura e resa disponibile in quattro lingue corredandola di
contenuti multimediali. Un progetto che ha da poco ricevuto
anche un importante premio internazionale.
L’avventura di Applix è iniziata solo con i capitali messi in campo dai soci fondatori, poi sono iniziati ad arrivare anche altri soldi. «Dopo il primo anno di attività abbiamo coinvolto il fondo di
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