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FLP Affari Esteri
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Segreteria Nazionale
E’ questa la nuova Cooperazione?
Se la gestione rimane opaca, come sempre?
All’ultimo punto all’ordine del giorno della riunione del Comitato Direzionale presieduta dal vice
ministro Lapo Pistelli è stata discussa la proposta di lunga missione dei direttori per le UTL di Addis
Abeba e Yangon e del coordinatore per la sezione di Ouagadougou.
Si consideri che la data di scadenza di presentazione delle relative domande era il 19.12.2014 mentre,
secondo il relativo verbale, la Commissione per la valutazione delle candidature si è riunita il 5 marzo
u.s. e i risultati della selezione sono stati resi noti solo in data 20 marzo, quindi in partica 2 giorni
lavorativi primi della riunione del CD.
La discussione è stata caratterizzata essenzialmente dalla risposta del vice DG Maestripieri, in qualità
di membro della Commissione per la valutazione delle candidature, per rispondere alle osservazioni
sollevate da questo sindacato nella propria comunicazione n. 1517 ai membri del Comitato.
Successivamente, ad un esperto dell’Unità tecnica centrale che aveva chiesto di poter fornire degli
elementi potenzialmente utili per il CD e di porre specifiche questioni sui criteri e le procedure di
selezione degli esperti interni da inviare in lunga missione, è stato impedito di intervenire poiché
“esterno al Comitato” quindi “estraneo” e poiché la DGCS ha fatto presente che esistono altre sedi di
discussione su queste tematiche. Nonostante l’esperto UTC abbia sottolineato che la formalizzazione
dei risultati della selezione avvenuta 2 giorni prima ha impedito, di fatto, il ricorso a tali sedi
alternative prima del Direzionale, il diniego all’intervento è stato ribadito.
Prima di procedere all’approvazione delle indicazioni fornite dalla Commissione per la valutazione
delle candidature, sarebbe stato opportuno richiedere alla DGCS i seguenti chiarimenti:
1. Se la DGCS abbia o no l’obbligo di rispettare gli impegni formalmente assunti nei
confronti dei propri dipendenti, ad esempio rispetto ai caratteri preferenziali stabiliti
per alcune sedi disagiate estere. Sembra evidente che ciò non avvenga con regolarità ma
a discrezione di detta Commissione.
2. Il comma 5.3 della Delibera del CD n. 109/ 2010 stabilisce chiaramente che “a parità di
requisiti, si osserva il principio di rotazione degli incarichi”. Eppure da una rapida
analisi è evidente che, a fronte di valutazioni molto positive, vi è un gruppo di esperti
condannato a operare presso le UTL e sedi distaccate mentre un altro ha il privilegio di
restare di base nella sede centrale nonostante le manifestate capacità e i risultati
professionali conseguiti.
3. Per la selezione degli esperti esterni da inviare in lunga missione, l’amministrazione,
tramite la Delibera n. 10/ 2010, si è munita di procedure e criteri, discutibili ma
comunque chiari al fine di razionalizzare i risultati del procedimento ed evitare spiacevoli
contenziosi. Dalla documentazione di prasi distribuita al CD, non sembra questo sia il caso
della valutazione delle candidature interne. In assenza di precisi criteri la discrezionalità
caratteristica di tali processi può facilmente trasformarsi in arbitrarietà. Ne sono
esempio la valutazione delle esperienze professionali maturate e dei relativi
riconoscimenti anche esterni, che dovrebbero avere anche maggior valore data la
proiezione verso l’esterno di questo Ministero, nonché la conoscenza delle lingue.
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Inoltre, le spiegazioni fornite dal Vice DG Maestripieri, nel corso del Direzionale, circa il rientro del
Dott. Di Calisto da Kabul, che gli ha consentito di ricandidarsi prima della canonica scadenza della
permanenza in sede, hanno rafforzato la convinzione di tutti, compresa la nostra, che non esistevano
motivazioni sufficienti ad interrompere la missione (motivazioni peraltro più volte richieste e mai
ricevute dalla Commissione) se non quella di trovare un artificio, peraltro maldestro, di riciclare
prontamente l’esperto a seguito dei ben noti problemi di incompatibilità ambientale in Ambasciata. In
realtà la Commissione ha fatto intendere di aver valutato le singole candidature esclusivamente su base
“documentale” facendo finta di non conoscere ciò che si nasconde dietro il richiamo in sede del dott.
Di Calisto. L’ammissione di cui sopra ci appare piuttosto grave, soprattutto se riferita da un Vice
DG in sede di Comitato Direzionale.
Per le motivazioni su riportate si ritiene pertanto, necessario un annullamento del bando nel caso in
cui la Commissione si rifiutasse di procedere ad un riesame delle candidature.
Non ultima è la constatazione della latitanza delle altre sigle sindacali che, nonostante siano state
messe al corrente delle gravi violazioni delle procedure nel corso della riunione informativa, non
hanno preso alcuna posizione per favorire la dovuta correttezza e trasparenza del procedimento
a tutela di tutto il personale che rischia di trovarsi soggetto a selezioni caratterizzate da criteri
di pura arbitrarietà.
Esse, con tale atteggiamento hanno voluto certamente avallare l’operato dell’amministrazione
e dello stesso viceministro.
Roma, 25 marzo 2015