“ CLIMA DI SAN GIOVANNI ROTONDO “ Taccuino della Settimana Santa - anni ‘60 Giorni di emergenza, quelli della Settimana Santa. Giorni campali. L’ordine abituale della liturgia è sconvolto. Tutto vien messo sottosopra; come quando in una famiglia avvengono fatti gravi. I cristiani, oso dire, ci guadagnano in fervore. Ha inizio la Domenica delle Palme, il tempo eroico della chiesa. Ha inizio con la lettura del Passio, lettura drammatica, che tiene i cristiani in piedi ben oltre il consueto. E poi, con le palme, ammonticchiate nel presbiterio in attesa della benedizione. E quando l’aspersorio dell’officiante si leva in tutti i sensi, i fedeli levano in alto le loro palme come stendardi. E tutta la chiesa è piena di quei rami d’olivo innalzati come ad osannare. L’ufficio delle tenebre. Salmodiare grave, con pause in cui s’indovina la meditazione. La voce sola, che riallaccia il filo del dialogo dopo qualche secondo, è debole e spaurita, pare che riemerga da un abisso. E dopo, il coro riprende unanime, grave, spietato. E un vecchio frate, che sembra portare sulle spalle il peso dei lunghi anni vissuti nella mortificazione del saio, va con gesto stanco a spegnere una candela dopo l’altra al candelabro posato sulla balaustra. Finchè non ne rimane che una a guizzare nella penombra sempre più fitta della chiesa. Il salmodiare percuote il cuore dei fedeli come una cantilena funerea. Giovedì santo. La gloria della messa solenne. La moltitudine di uomini che fanno il precetto. Si respira aria di festa. Ma dopo, gli officianti riescono col solo camice, e la stola di traverso sul petto. Devastono gli altari. Li spogliano delle tovaglie, chiudono i leggii. Col piglio deciso di esecutori d’ordini. La chiesa, così, è in pieno lutto. Il marmo nudo degli altari mette freddo al cuore. E l’occhio non incontra che i drappi che nascondono le immagini sacre. Ma già i fedeli incominciano a vegliare davanti al Santissimo, << reposto >> nella navata laterale; quello che comunemente viene detto << sepolcro >>. Cristo rimane vivo pur nell’apparente inerzia della tomba. A tutte l’ore, fino all’indomani; nelle ore torpide del pomeriggio e in quelle sonnolente, colme di pauroso silenzio,della notte, si veglia dinanzi ai lumi del sepolcro. Fuori c’è silenzio e solitudine. Ma anche dentro, sembra che non ci sia nessuno. I veglianti hanno l’immobilità e la concentrazione di statue. Appena appena, muovono le labbra e battono le ciglia. Al Venerdì, le contumelie dei deicidi risuonano odiosamente nella chiesa. Crudeli e assurde. E a intervalli, il grido spietato: << Crucifige! Crucifige! >>. Le voci dei salmodianti sono gravi; voci di chi ha la morte nel cuore. E’ il segno della speranza, in mezzo alla desolazione circostante. La promessa dell’amore e della redenzione, svelata, tra il clamore della plebaglia, ai pochi fedeli che assistono impotenti. E i tre baci, che i fedeli del nostro tempo, depongono sul crocifisso steso a terra, sono una prova d’amore, resa in pieno pubblico. Dopo, la chiesa rimane vuota. Terribilmente nuda. Senza più Cristo, senza ornamenti. Freddo marmo e fredda pietra. E luttuosi drappi che nascondono le effigie dei Santi. Fa male a guardarla. Sembra che Gesù abbia abbandonato il mondo. Il sabato Santo è giorno di festa, prima ancora che si ridestino le campane. Per l’ultima volta, la battola risuona lugubremente. Poi è un crescendo d’implorazioni. Finchè tutti i campanelli si mettono a squillare, le luci s’accendono di colpo, cade il velo dell’immagine del Redentore con la bandiera della vittoria in pugno. Cadono i drappi dai crocefissi e dalle immagini sacre. L’odore dell’incenso riempie la chiesa. E in sagrestia, una moltitudine d’uomini assedia i confessionali. Con quell’aria d’importanza che hanno gli uomini quando compiono alcunché di serio. da “ Il Cristo del Coro “ Gherardo Leone ………………………………………………………………………………………………… LA RESURREZIONE “ Io sono la resurrezione e la vita: chi crede in me, sebbene sia morto, vivrà. E ognuno che vive e crede in me, non morrà in eterno” ( S. Giov.. XI, 25) “ Fratelli, togliete il vecchio fermento, affinchè siate una nuova pasta. Perché nostro agnello pasquale è stato immortalato Cristo. Celebriamo dunque la festa nostra non con il vecchio lievito della malizia, ma cogli azzimi della purezza e della verità “. ( S:Paolo ai Corinti V, 7 ) La Pasqua è la festa più bella della fede cristiana. Ella ha tutto l’ardore dell’amore giunto al massimo grado, dell’amore veramente divino che fa dimenticare se stessi. La Pasqua è infatti il compendio della divina carità, che obliando la Maestà Onnipotente ha voluto prendere la misera umana per insegnarci come si ama, come si agisce quando si ama, come si pensa, come si muore. Per questo la Pasqua è la festa del Perdono e della Pace. COME L’ACQUA PER I PESCI Non si ripete mai a sufficienza che le pratiche del cristiano sono a lui necessarie come l’acqua per i pesci. Se, pertanto, egli le trascurasse, procurerebbe notevole danno alla sua anima. Nessuna attività, per quanto importante, deve poterlo mettere nella condizione di privarsene. Nessuna circostanza, per quanto grave, può giustificarlo dal tralasciarle. Nessun motivo, per quanto plausibile, deve indurlo a dispensarsene, eccetto in caso di malattia, per impossibilità fisica. In altre parole, come non tralasciamo di prendere cibo, la bevanda, il riposo, così non dobbiamo omettere le pratiche di pietà. Non occorre che siano molte, ma bisogna che siano fervorose. << Non è il molto cibo, ma il cibo ben digerito, che dà vigore alla persona >>. Vale più un Pater noster e un breve salmo detto tranquillamente e con affetto, che molte corone ed officii recitati con fretta e ansietà >> (P. Quadrumani, op.cit.,p.50). Un cristiano che è fedele alle pratiche di pietà, specie a un po’ di meditazione, alla visita al Santissimo, al Rosario, all’esame di coscienza, è certamente un buon cristiano. Ma, come può esserlo colui che non pratica questi esercizi ? Da “ Briciole di Pane “ ………………………………………………………………………………………………… LA PAROLA DI GESU’ : GIGANTESCA! “ Invece di cercare libri e pitture sul Nuovo Testamento, ho aperto il Vangelo e vi ho trovato non già la storia di una persona con i capelli divisi sulla fronte e con le mani congiunte in atto di preghiera, bensì un essere straordinario, dalle labbra tonanti e dai gesti bruschi e decisi; che rovesciava tavoli, cacciava demoni e passava col selvaggio mistero del vento, dal mistero della montagna ad una paurosa demagogia (…) . La letteratura su Cristo è stata, e forse saggiamente, dolce e remissiva . Ma la parola di Gesù è stranamente gigantesca : piena di cammelli che saltano attraverso le crune degli aghi e di montagne scaraventate in mare “ G.K. Chesterton ( Scrittore) ………………………………………………………………………………………………… Propositi : - Perdonare un’offesa ricevuta, soffrendo in silenzio e pregando per chi ci ha offeso. …………………………………… “ Tu, vincitore e Re, abbi pietà di noi “ Dalla Sequenza della Messa ………………………………………………………………………………………………… VIVISSIMI AUGURI DI UNA SANTA PASQUA - Rileggere dal Catechismo della Chiesa Cattolica i Dieci Comandamenti e i Precetti della Chiesa, proponendo di osservarli integralmente, senza permissività ingiustificate. ………………………………………………………………………………………………… Pro manoscritto in omaggio AUGURI E ESORTAZIONI PASQUALI DI PADRE PIO * Per la Santa Pasqua vi giungano graditi i miei sinceri e filiali auguri di perenne benessere. Gesù ratifichi dal cielo i voti che a lui innalzo in questi santi giorni * * Il gaudio del Signore informi maggiormente il vostro cuore e quello di tutte le anime che vogliono essere fedeli alla sua santa grazia * * Gesù risorto ti sostenga sempre nelle prove dell’anima e ti renda sempre più caro al suo divin Cuore * * Saliamo con generosità al Calvario per amore di Colui che si immolò per nostro amore e siamo pazienti, certi di spiccare il volo per il Tabor * * La croce è il pegno dell’amore, la croce è caparra di perdono, e l’amore che non è alimentato, nutrito dalla croce, non è vero amore. Esso si riduce a fuoco di paglia * ………………………………………………………………………………………………… Il Fioretto del giorno : << Io bramo morire….>> San Leonardo da Porto Maurizio, apostolo ardente della devozione alla pia pratica della Via Crucis e dell’amore alla Madonna, arrivava a predicare dal pulpito e a chiedere preghiere ai fedeli per poter morire presto e andare a stare con la Vergine Santissima. Una volta su dal pulpito disse ai fedeli: << Io bramo morire per vivere con Maria. E voi recitate un’Ave Maria per me. Ottenetemi la grazia di morire adesso su questo pulpito…. Voglio andare a vedere Maria! >>. …………………………………………………………………………………….. Proposito: Fare buoni e santi propositi in questo periodo pasquale, chiedendo al Signore che ci aiuti a vivere ogni giorno una vita da “ risorti “. …………………………………………………………………………………….. “Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra “ (…) Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi ………………………………………………………………………………….. INCONTRI DEL GRUPPO PRIMO GIOVEDI’ DEL MESE CHIESA PARROCCHIALE DI “SANTA MARIA ASSUNTA” DALLE ORE 17 UNA VITA SOLITARIA Figlio di una umile ragazza, era nato in un oscuro villaggio. Crebbe in un altro villaggio, dove lavorò come falegname fino a trent’anni. Poi per tre anni girò la sua terra predicando. Non scrisse mai un libro, non ottenne mai una carica pubblica, non ebbe mai una famiglia né una casa, non frequentò una università, non si allontanò più di 300 km. da dove era nato. Non fece nessuna di quelle cose che di solito si associano al successo. Non aveva altre credenziali che se stesso. Aveva solo trentatrè anni quando l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. I suoi amici fuggirono. Fu venduto ai suoi nemici e subì un processo che era una farsa. Fu inchiodato ad una croce , in mezzo a due ladri. Mentre stava morendo, i suoi carnefici si giocavano a dadi le sue vesti, che erano l’unica proprietà che avesse in terra. Quando morì venne deposto in un sepolcro messo a disposizione da un amico mosso a pietà. GRUPPO DI PREGHIERA DI PADRE PIO “ MADONNA DEL VOTO “ CHIESA PARROCCHIALE DI CASTELFRANCO E. La VO CE del Gruppo di Preghiera ANNO II° – APRILE 2015 – n° 4 …………………………………………………………… San Giovanni Rotondo, 22 Ottobre 1918 a Padre Benedetto Tre giorni dopo quel sepolcro era vuoto! Sono trascorsi venti secoli e oggi egli è la figura centrale nella storia dell’umanità. Neppure gli eserciti che hanno marciato, le flotte che sono salpate, i parlamenti che si sono riuniti, i re cha hanno regnato, i pensatori e gli scienziati messi tutti insieme, hanno cambiato la vita dell’uomo sulla terra, quanto questa unica vita solitaria. Ai tempi della propaganda antireligiosa, in Russia, un commissario del popolo aveva presentato brillantemente le ragioni del successo definitivo della scienza. Si celebrava il primo viaggio spaziale. Era il momento di gloria del primo cosmonauta, Gagarin. Ritornato sulla terra, aveva affermato che aveva avuto un bel cercare in cielo: Dio proprio non l’aveva visto. Il commissario tirò la conclusione proclamando la sconfitta definitiva della religione. Il salone era gremito di gente. La riunione era ormai alla fine. “Ci sono delle domande? “ Dal fondo della sala un vecchietto che aveva seguito il discorso con molta attenzione disse sommessamente: “ Christòs ànesti “, “ Cristo è risorto “. Il suo vicino ripetè, un po’ più forte : “ Christòs ànesti “ . Un altro si alzò e lo gridò, poi un altro ancora. Infine tutti si alzarono gridando : “ Christòs ànesti “, “ Cristo è risorto “. Il commissario si ritirò confuso e sconfitto. Al di là di tutte le dottrine e di tutte le discussioni, c’è un fatto. Per la sua descrizione basterà sempre un francobollo “ Christòs ànesti “ . Tutto il cristianesimo vi è condensato. Un fatto: non si può niente contro di esso! I filosofi possono disinteressarsi del fatto. Ma non esistono altre parole capaci di dar slancio all’umanità: “ Gesù è risorto ! “ “ Il Cristo del Coro “ “ Era la mattina del 20 dello scorso mese in corso, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso da riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni , non che le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. (…) Tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando , mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 Agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani e i piedi ed il costato che grondava sangue. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue . La ferita del cuore gitta assiduamente del sangue, specie dal giovedì a sera sino al sabato “
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