Perché partecipare al concorso? Un concorso è sempre un’opportunità (coinvolgente e motivante) per mettersi in gioco. Dei tanti modi in cui si può parlare di alimentazione, qui abbiamo scelto una prospettiva partecipante: guardare al cibo come qualcosa che ci riguarda, su cui abbiamo qualcosa da dire come cittadini, come abitanti del mondo, come persone del presente e del futuro. Partecipazione significa responsabilità, sostenibilità, legalità. Significa anche, cantava Giorgio Gaber, “libertà”. Ecco perché partecipare: perché tutti abbiamo qualcosa da dire, e un’esposizione universale è proprio il posto in cui si va per far sentire quello che si ha da dire, per far vedere quello che si ha da proporre. Chi può partecipare Il concorso si rivolge alle scuole italiane che quotidianamente hanno a che fare con la cultura agroalimentare: gli istituti alberghieri e agrari. Possono partecipare classi e gruppi-classe dal I al IV anno. I vincitori Gli elaborati verranno valutati da una giuria e i due migliori – uno per gli Istituiti agrari e uno per gli Istituti alberghieri – saranno portati da Libera a Expo 2015, tradotti in quattro lingue: inglese, francese, spagnolo e arabo. Tutti gli elaborati saranno visibili sulla galleria del sito www.terragiusta.libera.it. PERCORSO per gli Istituti alberghieri Gli istituti alberghieri rappresentano dei luoghi centrali nella formazione ai saperi pratici legati alla gastronomia e alla cultura alimentare: nel concorso chiediamo di tradurre questi saperi in una ricetta che abbia come ingredienti prodotti del territorio e prodotti a marchio Libera Terra, provenienti dalle terre confiscate alla criminalità mafiosa e oggi riutilizzate e coltivate da cooperative sociali di lavoro. L’idea di fondo è che ciò che mangiamo è sempre ricco di significati: in questo caso una buona ricetta promuoverà l’idea di cibo responsabile e sostenibile, dal punto di vista ambientale ma anche e soprattutto da quello sociale. Linee guida Il concorso è un’occasione didattica: più che l’esito finale è importante il percorso fatto, cioè il modo di presentare e riflettere in classe sui contenuti proposti. Suggeriamo di organizzare gli argomenti in quattro lezioni, che potranno essere tenute con il coinvolgimento degli insegnanti di riferimento (le tematiche affrontate non sono “extra-scolastiche” ma strettamente ancorate al senso di ciò che nella scuola insegniamo e studiamo). Ecco una scaletta esemplificativa di come si può lavorare in classe su questi temi, procedendo dal generale al particolare. 1 – Prima lezione Le agromafie Presentazione alla classe del percorso (svolgimento, finalità, il gioco, la ricetta come elaborato finale). Di cosa si parla: Presentazione del fenomeno delle agromafie e delle ecomafie. Attraverso dati, dossier, articoli di cronaca e inchieste giudiziarie, video ecc. analizzare quanto, come e dove le mafie speculano sul cibo e a danno dell’ambiente. Perché ci riguarda: Un sistema produttivo che ruota attorno al profitto, anche a scapito dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, della qualità e di conseguenza della salute dei consumatori, presta il fianco ad infiltrazioni criminali. Approfondimenti: Da qui si può procedere ricercando notizie, documenti, prediligendo eventuali fatti di cronaca avvenuti nel proprio territorio in tema di agromafie e/o ecomafie, da presentare poi in classe. Attenzione: le notizie non sono sempre e solo negative, ed è importante dar spazio anche alle esperienze positive, realizzate in contrasto agli affari delle organizzazioni criminali nel mondo dell’alimentazione e a sostegno di un modello di produzione e consumo responsabile. 2 – Seconda lezione Il progetto Libera Terra Presentazione del contesto all’interno del quale nasce il concorso, analisi di esperienze di contrasto al potere mafioso. Di cosa si parla: La ricetta andrà realizzata con i prodotti provenienti dalle terre confiscate alle mafie, centrali all’esperienza di Libera Terra. Presentazione del progetto: le cooperative, i prodotti, le botteghe dei Saperi e dei Sapori. Perché ci riguarda: La ricchezza mafiosa diventa risorsa per lo sviluppo socio-economico di un territorio, grazie alla pratica del recupero di immobili a finalità sociali; gli status symbol del potere mafioso si trasformano in un simbolo di riaffermata giustizia sociale. Approfondimenti: Da qui si possono toccare altri modi di mettere l’etica al centro del proprio modo di lavorare, non avendo come unico faro la massimizzazione del profitto: l’agricoltura biologica e il rispetto dell’ambiente, la valorizzazione di colture autoctone, la sostenibilità. 3 – Terza lezione Il territorio e i suoi prodotti I prodotti del territorio e il valore sociale e culturale della tradizione gastronomica. Di cosa si parla: Si analizzano i prodotti del territorio per arrivare a scegliere quelli da valorizzare nella ricetta, in modo motivato. Suggeriamo un brainstorming (individuale o in gruppo) guidato con approfondimenti mirati su alcune qualità forse meno evidenti: varietà colturali antiche, produzioni recuperate, tradizioni della gastronomia locale, preparazioni di base tipiche. Perché ci riguarda: La cultura gastronomica è una cultura materiale, che non si limita a suggerire i valori della tradizione o dell’innovazione, ma li interpreta in azioni concrete. Una buona ricetta ha sempre qualcosa che ci ricorda un mondo più ampio. Approfondimenti: Da qui si può partire per ragionare intorno ai tanti modi di fare cultura gastronomica, cui corrispondono anche iniziative di successo: Slow Food, i Presidi del gusto, gli itinerari gastronomici… 4 – Quarta lezione La ricetta Realizzazione della ricetta. Di cosa si parla: Si possono proporre sia piatti creati ex novo che rielaborazioni di ricette tradizionali (purché a partire da uno dei prodotti su cui si basa il concorso. Per l’acquisto di prodotti Libera Terra: - negozio on line su www.bottegaliberaterra.it - botteghe dei Saperi e Sapori Libera Terra: http://liberaterra.it/it/mondo-libera-terra/botteghe-libera-terra.php - grande distribuzione (in particolare Coop) - negozi specializzati in prodotti biologici (ad esempio NaturaSì) - botteghe di commercio equo e solidale Una volta completata, la ricetta dovrà essere inviata entro il 5 giugno 2015 • direttamente dal sito www.terragiusta.libera.it nello spazio dedicato • inviando una mail a [email protected] Perché ci riguarda: Una buona ricetta tocca molti aspetti: la creazione del piatto, una descrizione precisa e puntuale, la scelta di un nome evocativo, una buona presentazione. Riguarda più linguaggi, come testo, fotografie e video (videoricetta). Approfondimenti Come presentare l’elaborato I ragazzi potranno trarre ispirazione da presentazioni belle e innovative di ricette. On line se ne trovano molte; ecco qualche suggerimento. http://www.jamieoliver.com/ www.cavolettodibruxelles.it/ http://www.bbc.co.uk/food/recipes/ http://lapetitecasserole.com/ http://www.cambiamenu.it/ricette L’elaborato andrà inviato in formato elettronico (per esempio foto in .jpg e testi word, pdf, power point o altri formati). L’elaborato dovrà contenere, sotto forma di testi arricchiti il più possibile da immagini e foto: • Una “mappa” che mostri il luogo di provenienza della classe (“noi viviamo qui”) • Gli ingredienti principali, con focus sul perché sono stati scelti • Lo studio della ricetta: perché la classe ha deciso di proporre questa ricetta e quali sono state le sue fonti di ispirazione (una ricetta tradizionale, una proposta di un grande chef…) • Il “come”: un collage di immagini che descrivono le fasi principali della lavorazione (se ne possono trovare molti on line, per esempio su Pinterest, per trarre ispirazione) accompagnato da una breve descrizione testuale • Il risultato: foto del piatto finale. Verranno valutate sia la bontà della presentazione sia la qualità estetica delle foto (scegliete una location che sia per voi significativa, e non trascurate di mostrare gli accessori necessari alle lavorazioni).
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