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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Giugno 2014 - numero 72
Sommario
Editoriale
Secondo l’osservatorio scolastico del
Touring Club Italiano sei classi su dieci
non hanno quest’anno programmato
la gita scolastica annuale.
Il combinato disposto tra la revisione
della spesa pubblica e la pesante crisi
economica che investe da anni le
famiglie ha determinato questo stato
di cose.
Almeno in questa occasione non tutto
il male viene per nuocere.
Infatti, se al posto di inviare le
scolaresche a Parigi, Londra o Praga,
oppure a Roma, Firenze e Venezia,
mete gettonate nella stragrande
maggioranza dei casi, si proponessero
delle gite volte a far conoscere le
meraviglie del nostro territorio,
sarebbe una salutare inversione di
tendenza.
Le giovani generazioni ignorano,
oseremmo dire totalmente, il territorio
in cui sono nate e vivono.
Se l’idea che sta alla base della gita
scolastica è quella di essere parte
integrante dell’attività didattica,
perché non sottolineare che la
conoscenza del proprio territorio è
una questione prioritaria?
La nostra pianura è ricca di straordinari
esempi di oasi naturalistiche, di
capolavori di architettura, di musei e
pinacoteche che espongono quadri di
assoluto valore.
Se a tutto ciò aggiungiamo che si
potrebbe far conoscere ai nostri
scolari e studenti animali che hanno
visto solo in televisione, prodotti
enogastronomici che hanno potuto
solo ammirare al Master Chef, e ci
limitiamo a soli questi due esempi per
brevità di spazio, è di tutta evidenza
l’utilità di gite scolastiche, davvero
formative, con mete vicine a noi.
Non si potrà certo pavoneggiarsi a
radical-chic, ma sicuramente si potrà
fare del bene ai nostri giovani.
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . pag. 3
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
Il nostro dialetto. . . . . . . . . . . » 7
Pontevico. . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
Bassano, Pontevico e San Paolo.» 9
Offlaga. . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1
0
Orzinuovi. . . . . . . . . . . . . . . . . » 1
1
San Gervasio. . . . . . . . . . . . . . » 1
2
Calendario Bresciano . . . . . . » 1
4
Ricette. . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1
5
I.S.Lo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1
6
Direzione: Stefania Brunelli
Un Peter Pan dei piccoli in
scena al Politeama
I ragazzi delle scuole parrocchiali di
Manerbio hanno fatto vivere la favola di
Peter Pan in uno spettacolo allestito con
un grande scenografia al Politeama.
Sala Affollata, grande entusiasmo espresso
con fragorosi applausi.
La conclusione con la distribuzione dei
riconoscimenti a cura dell’arciprete mons.
Tino Clementi agli allievi della classe
quinta elementare che l’anno prossimo
saranno iscritti alla medie statali. Foto di
Paolo Piubeni, un momento dello spettacolo.
Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova
(Bs)
Stampa: Tiber spa - Brescia
Pubblicazione mensile
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per inserzioni pubblicitarie email:
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Manerbio
Giugno 2014
Pag. 3
Immagini della rivoluzione
ambientale in atto
Il prodotto dei campi (frumento nella
fattispecie) viene raccolto verde e destinato
alla produzione energetica (biogas) e non
alla alimentazione!
E si parla di fame nel mondo!
A lato quel che resta: la stoppia (stroppia)
paradiso un tempo per le nidificazioni, ora
in poco tempo concimata con l’eccesso dei
reflui zoootecnici, ed arata per la semina di
mais destinato ovviamente ad altro biogas.
L’economia attuale ha le sue leggi, ma
ahimè pagheremo poi!
Mormorii in riva al Mella
L’ANC forma i volontari per il
primo soccorso
Nei vari argomenti ambientali trattati ci
siamo spesso espressi in modo critico sul
tema parco Mella (alias Canalot, alias Via
Valsecchi, alias Area depuratore, ecc...),
sia per invocarne la paternità istitutiva e la
gratuità attuativa, sia per giudicare successivi
interventi di ampliamento, ripopolamento,
o affollamento vegetale.
Di quest’ultimo intervento si deve ricordare
l’esagerato costo nonché confrontare
lo sviluppo
arboreo
dell’ultima
piantumazione: misero e ridotto non
per colpa propria, ma per l’improprietà
dell’esecuzione.
Queste osservazioni che si ritiene giusto
sempre ribadire presentano ora una perla
aggiuntiva e a conferma: non è possibile o è
fortemente ostacolata la manutenzione per
l’impedito accesso alle macchine operatrici e
non è agevole perfino l’esecuzione manuale
della stessa.
Concerto per il reparto di
oncologia
Concluso nel teatro comunale Memo
Bortolozzi di Manerbio con la consegna
degli attestati di frequenza, il Corso di
primo soccorso gratuitamente organizzato
dall’Anc,
l’associazione
nazionale
carabinieri sezione brigadiere medaglia
d’oro Giovanni Lai. I diplomi di frequenza
che certificano l’idoneità ad intervenire in
caso di necessità sono stati consegnati ai
127 partecipanti: commercianti, artigiani
e volontari che confluiscono nel nucleo
di volontariato costituito presso l’Anc.
Erano presenti all’incontro: il coordinatore
provinciale Anc, maggiore Carlo Arli; gli
istruttori professionisti della postazione
118 di Gambara; il responsabile del corso
maresciallo Sergio Facchetti ed i sindaci o
loro rappresentanti di: Manerbio, Pavone
Mella, Offlaga, Bassano Bresciano e
Cigole; in rappresentanza della Provincia
il consigliere dell’assemblea di palazzo
Broletto, Paolo Mantelli. Per tutti ha
avuto parole di saluto e di riconoscenza per
il sostegno Antonio Anni, presidente Anc
Manerbio, che ha illustrato le iniziative
dalla sezione per l’anniversario dei 200
anni dalla fondazione dell’Arma dei
Carabinieri, fra le quali il concorso indetto
fra gli allievi delle scuole di Manerbio
grazie alla disponibilità della dirigente
Ferraboschi e delle insegnanti dei diversi
istituti pubblici e privati. Altra iniziativa è
relativa alla mostra delle divise storiche dei
carabinieri nella sala mostre del municipio,
in piazza Cesare Battisti, che avrà il suo
apogeo il 21 settembre con manifestazione
“Aspettando la Virgo Fidelis” la ricorrenza
dedicata alla protettrice dell’Arma. “ Virgo
Fidelis” è l’appellativo cattolico di Maria,
madre di Gesù, scelta quale patrona
dell’Arma dei Carabinieri promulgata con
un apposito “Breve apostolico” da Pio XII.
l’11 novembre 1949. La ricorrenza della
Patrona è stata fissata dallo stesso papa Pio
XII per il 21 novembre, giorno in cui cade
la Presentazione della Beata Vergine Maria
e la ricorrenza della battaglia di Culqualber
(Abissina 6 Agosto- 21 Novembre 1941).
Nella foto, la sala affollata di autorità e
volontari che hanno frequentato il corso di
primo soccorso.
Godibilissima serata col concerto di
musiche da film al Politeama organizzata
dagli amici dell’oncologia dell’ospedale
di Manerbio per presentare l’associazione
Adamo, fondata da Paola Mondolo
scomparsa a trent’anni, figlia del presidente
dei donatori di sangue, Giuseppe. Il
concerto è stato eseguito dal “Movie trio”,
formato da Alessandro Modenese, chitarra,
Fabiano Manero, prima tromba solista
dell’orchestra della Fenice di Venezia, ed
Erika de Lorenzi, voce. Essi hanno fatto
trascorrere un paio d’ore entusiasmanti
interrotte da applausi riconoscenti per il
programma offerto.
All’associazione Adamo aderiscono il
personale del reparto di oncologia di
Manerbio, in primis il primario Giuseppe
Colosini, i suoi collaboratori e gli infermieri
che concluso il concerto hanno aderito
all’invito di posare per la foto affiancati dai
protagonisti della serata.
Pag. 4
Manerbio
L’arte muraria a Manerbio
Chi avrà il tempo e la voglia di osservare la
muratura d’angolo sud orientale della cascina Mercandone comprenderà subito come
l’arte della buona costruzione a Manerbio è
documentabile da tempo immemorabile.
Di esempi similari se ne possono citare più
di uno.
Sconosciuti, invece, i personaggi, siano essi
architetti, marangoni o capomastri, che
hanno realizzato queste costruzioni.
Mentre la figura dell’architetto è nota,
quella del marangone o del capomastro necessita di una breve spiegazione.
Marangone e capomastro sono una delle
tante definizioni che ci sono state tramandate e che oggi sono desuete.
Oggi li potremmo chiamare imprenditori
edili.
Sarebbe, però, una semplificazione.
Le due figure, spesso e volentieri, si riassumevano con quella dell’architetto.
Infatti, quando da Manerbio venivano
chiamati ad operare nei paesi circonvicini automaticamente venivano promossi al
rango di architetti.
Questo vale anche per i marangoni che venivano chiamati a Manerbio.
Un esempio: il 9 maggio 1603 Gio Antonio Avanzo, Dominico Bondi e Cristophoro Ogna si impegnano per la somma di lire
planet 11.000 a costruire la torre civica di
Manerbio.
Essi si qualificano, dapprima, come marangoni e, poi come maestri.
Consultando vari documenti storici il primo marangone manerbiese assunto al ruolo di architetto è Lorenzo Pozzi (o Pozzo se
declinato alla veneta) cui si deve il campanile di Offlaga.
La posa della prima pietra della nuova fabbrica è del 25 aprile 1730.
Lorenzo Pozzi, due anni prima, unitamente al marangone Lorenzo Zambelli è chiamato a stimare il tezzone del salnitro di
Manerbio, ed era qualificato come capomastro.
Pozzi era un rampollo di una genia di mastri muratori.
Infatti, nel
1621 Giovanni Pozzo, maestro di muraglie, ottiene
il permesso di
costruire una
fornace
in
contrada delle Peschere per
produrre 32.000 quadrelli e 4.000 coppi.
Analoga sorte tocca ai Gaffurri che da capomastri diventano architetti allorquando
vengono chiamati da mons. Bassiano Cremonesini a Pontevico per l’ampliamento
della chiesa abbaziale nel 1833.
Naturalmente vari architetti, anche di
chiara fama, vengono chiamati ad operare
a Manerbio.
Il più noto di questi è Rodolfo Vantini, cui
si deve il progetto della sommità della torre
civica, anche se l’attuale aspetto non corrisponde ai disegni vantiniani.
Se invece prendiamo in esame l’attività dei
marangoni è opportuna una precisazione.
Marangone è un termine dialettale veneto
che sta a indicare un carpentiere.
I marangoni si distinguevano in marangoni
da muro e da legno.
Con il primo termine si intendeva il capomastro, con il secondo si indicava il carpentiere.
Ancora oggi nella nostra parlata dialettale
persiste il termine maringù che qualifica il
falegname.
La prima notizia è del 5 novembre 1516 e
vede il marangone Bartolomeo q. Vincenzo de Fortunatis da Manerbio teste in un
rogito notarile stipulato a Brescia.
La seconda notizia è del 2 novembre 1519
ed è sempre relativa alla stipula di un rogito
da parte del notaio Bartolomeo Quattrini
di Brescia.
In questo caso il marangone Petrus de Marono da Manerbio pone il proprio figlio
Andrea come garzone nella bottega del pittore Matteo de Zambelli per una durata di
5 anni.
Giugno 2014
Filippo q. Zamboni de l’Algisa de Manerbio è marangone lignanimum ed è teste
in più rogiti notarili stipulati dal 1527 al
1532.
Teste in un atto notarile del 9 gennaio 1535
è il marangone Francesco da Manerbio.
Nel 1556 il marangone Vincenzo da Manerbio risulta partecipare al proprio paratico che aveva sede a Brescia nella chiesa di
S. Francesco.
Il paratico era un’associazione medioevale
di mercanti o di artigiani del medesimo settore, una sorta di sindacato ante litteram.
Nel dicembre 1599 il manerbiese Lorenzo
Bassanino termina la costruzione di una
torre a Leno ed inizia la costruzione del
coro della chiesa parrocchiale di S. Pietro,
sempre a Leno.
In questa seconda opera è coadiuvato dal
figlio Andrea.
La fabbrica della nuova parrocchiale di
Manerbio iniziata nel 1715 vede all’opera
i migliori capimastri del luogo.
Quattro sono quelli ricordati dalle cronache: Giuseppe Carera, Carlo Caprioli, Antonio Pozzi e Battista Barbi.
Il canonico della cattedrale Ferdinando
Galanti, a nome del Capitolo, il 26 febbraio 1752 in Manerbio, sottoscrive il contratto per il rifacimento della chiesa delle
Casacce. L’opera, affidata al capomastro
manerbiese Giovanni Battista Barbi, prevede la ricostruzione della parete nord (muraglia a monte) della chiesa, l’innalzamento
dell’abside, il rifacimento della volta e del
tetto, e del muraglione di sostegno del piccolo sagrato.
Giambattista Fiorentini è stato mezzano tra
le parti e il prezzo dei lavori viene concordato in 280 scudi, pari a lire piccole 1960.
La qualifica di manerbiese per Giovanni
Mosca non è certa ma probabile.
A lui vengono affidati i lavori di costruzione della chiesa di S. Giovanni Battista
in contrada del porto a Pontevico e delle
strutture di palazzo Cigola, ora sede del
municipio, di Bassano.
Il tutto avviene nel 1777 ed anni seguenti.
Le grandi fabbriche manerbiesi dell’800
sono l’ospedale e palazzo Ghirardi.
Esse vengono affidate rispettivamente ai
capimastri Alghisi e Giacomo Gaffurri.
Per la famiglia Gaffurri si veda l’apposita
scheda.
Verso la fine di questo secolo si ha, grazie
all’annuario guida Apollonio, gli elenchi
dei capimastri manerbiesi.
Li elenchiamo di seguito: Bariselli Pietro,
Spagnoli Natale, Torri Andrea, Minoni
Faustino, Gaffurri Giacomo, Maestrini
Francesco, Carera Giovanni, Franceschetti
Angelo, Grazioli Pietro, Pugnetti Giovanni, Mosca Giuseppe, Spagnoli Giuseppe,
Pansera Angelo.
Con la nascita del movimento socialista i
capimastri manerbiesi sono oggetto di alcune vertenze sindacali.
Il primo sciopero di muratori è registrato
nel 1895 in occasione della costruzione del
ponte in ferro del fiume Mella.
Per limitarci agli eventi più significativi,
non essendo questa la sede per raccontare le lotte sindacali di muratori e manovali, citiamo un ordine del giorno del 10
maggio 1899 licenziato dai socialisti con
il quale venivano espressa lamentele nei
confronti dei capimastri manerbiesi circa le
indebite trattenute sulle paghe di muratori
e manovali.
Il ‘900 è il secolo che vede affermarsi alcune
famiglie di capimastri ancora oggi esistenti:
Grazioli e Pugnetti.
Michelangelo Tiefenthaler
Collegia Fabrorum
Il paratico dei fabbri comprendeva sotto
la medesima titolazione le tre principali
categorie dell’arte edilizia e cioè:
-
fabbri a muro (muratori);
-
fabbri a lignamius (falegnami);
-
fabbri a ferro (fabbri ferrai).
In epoca successiva le tre categorie si
divisero ma mantennero la terminologia di
fabbro.
Il paratico dei fabbri ferrai di Brescia che
possedeva delle proprietà venne soppresso
dal Governo Provvisorio bresciano nel
1797 ed i beni indemaniati.
Manerbio
Giugno 2014
Pag. 5
Giacomo Gaffurri:
un costruttore manerbiese
La famiglia Gaffurri è oggi estinta, ma è
stata una delle più antiche di Manerbio.
Un suo esponente, Antonio q. Paolo, ha
partecipato nel 1571 alla battaglia di Lepanto.
Nel secolo XIX la famiglia si è distinta
nell’arte muraria.
La prima citazione è per Lorenzo (18191876) in quanto assuntore di lavori relativi
alla sistemazione delle rive del Mella negli
anni ‘60 del secolo scorso.
Questi lavori diedero origine ad una accesa
polemica tra il sindaco Costanzo Tenchini,
leader dei cattolici, da una parte e i fratelli
Ghirardi con l’ing. Paolo Piazzoni, massoni, dall’altra.
Il personaggio più significativo è però Gia-
como che realizzò opere di grande importanza.
Prima fra tutte la ristrutturazione del complesso immobiliare acquisito dai Ghirardi
e che oggi viene ricordato come palazzo
Ghirardi.
Il progettista fu il celebre architetto milanese Angelo Colla.
La collaborazione con l’architetto Colla e
lo splendido esito dei lavori fecero di Giacomo Gaffurri un capomastro molto richiesto per edifici monumentali.
E’ il caso del restauro della facciata della
parrocchiale di Leno terminato nel 1883
ed iniziato con il futuro abate di Pontevico,
mons. Bassiano Cremonesini.
Il Cremonesini, non appena insediatosi a
Pontevico, diede “incarico della compilazione del disegno ai signori Gaffurri, capomastri di Manerbio” per l’ampliamento
della parrocchiale.
Nel 1894 Giacomo firma il contratto per
la nuova facciata e per il prolungamento
meridionale della parrocchiale di San Gervasio.
L’anno successivo firma un altro contratto, sempre relativo alla parrocchiale di San
Gervasio, inerente all’innalzamento del
tetto. Nel frattempo procedette alla costruzione del cosiddetto Casino Gaffurri,
in località Dossello, nei pressi della cascina
Mercandone. Il 10 agosto 1896 Giacomo
è tra i soci fondatori e sottoscrittori della
Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Manerbio ed è subito nominato sindaco del
nuovo Istituto di Credito.
Per concludere l’Annuario Guida Apollonio riporta Giacomo Gaffurri dal 1893 al
1906.
Il fratello Carlo è da ricordare per aver costruito con Giovanni Mosconi il ponte sul
fiume Chiese tra Carpenedolo e Calvisano
ed inaugurato nel 1883.
Studenti del Pascal campioni
provinciali di calcio allievi
La rappresentativa allievi maschile dei
Campionati sportivi studenteschi (nati nel
1997-98-99) dell’IIS “Pascal” Manerbio,
composta da alunni del Pascal di
Manerbio e del Mazzolari di Verolanuova
si è aggiudicata il titolo di Campione
provinciale anno scolastico 2013/14 di
Calcio a 11 categoria allievi, battendo per
3 a 2 la rappresentativa dell’IIS “OlivelliPutelli” di Darfo Boario Terme, detentrice
del titolo per l’anno scolastico 2012- 2013,
sul campo sportivo della Pavoniana a
Brescia 3. Il primo tempo si è concluso
con il risultato di 0 a 0. Nel secondo
tempo all’ottavo minuto l’Olivelli andava
a segno con una triangolazione in area. Ma
i ragazzi non si perdevano d’animo, e al
quindicesimo minuto, grazie a un passaggio
filtrante di Bardelloni (Bagnolese), Saldi
(Pavonese) si inseriva in area grande e
siglava l’1 a 1. Al venticinquesimo minuto
Cremaschini (Sarnico) riceveva palla sulla
fascia sinistra del campo e si portava in area,
battendo con un diagonale secco il portiere
del Darfo Boario Terme. Al trentaduesimo
il nostro capitano Ebui (Inter), con una
azione personale, siglava il 3 a 1 a due passi
dal portiere avversario. Al trentottesimo il
Darfo Boario Terme si portava sul 3 a 2,
grazie a un’azione che si sviluppava sulla
fascia destra del campo. Complimenti a
tutti gli atleti guidati dai professori Rovati
e Sabaini.
Pag. 6
Manerbio
El caagnì de Sigole
Giugno 2014
Dal 6 al 8 Giugno,
Rinascita Manerbiese
Si conferma la manifestazione del 6-78 Giugno presso il campo sportivo di
Manerbio (programma in calce) e si
richiama l’attenzione al raduno di auto
d’epoca, molto prestigiose, fra di esse verrà
eletta dal pubblico visitatore quella che più
piacerà.
Venite a vedere ed a votare, all’ingresso
della mostra statica vi sarà consegnato il
foglietto per il voto che terminerà alle ore
14:00.
Andrea Mor, 78 anni, classe 1936, nato
a Cigole, ma residente a Brescia da
quando ha trovato lavoro in città. Da
giovane aveva imparato ad intrecciare
arbusti e si è mantenuto in allenamento,
non dimenticandosi delle sue origini
campagnole. Così raggiunta l’età della
pensione ha pensato che poteva fare a
meno di starsene con le mani in mano
ed ha ripreso l’antica arte del caagnì, che,
come spiega il Melchiori nel dizionario
dialetto-italiano, edizione 1817, non è altro
che una persona che sa intrecciare rami di
olivo, salice, vite e altre essenze purché
malleabili per realizzare cestini, ceste di
varia dimensione, gerle o altri oggetti simili
da tempo in disuso. Andrea Mor aderisce
all’associazione Hobbisti Manerbiesi,
volontari costantemente presenti alle molte
manifestazioni organizzate nel territorio.
Lo fa per passione e solo per il gusto di
ricreare antiche atmosfere. Come ha fatto
a Manerbio in piazza Italia, ed a Bassano
Bresciano circondato dalla curiosità di
molti che apprezzano il suo impegno.
Alla Messa
col ticket
Il Comune in bolletta (ma fino a quando?)
e sono i cittadini a dover finanziare le
spesa decise da altri. Per questo i nuovi
amministratori votati dalla maggioranza
dei manerbiesi hanno riscoperto l’antico
sistema dei parcometri che gabellano i poveri
tapini (cittadini) ed ha emesso l’ordinanza
per la disciplina della circolazione stradale
istituendo parcheggi non custoditi a
pagamento: in piazza Cesare Battisti,
nelle vie IV Novembre e Palestro e nella
piazzetta mons.Pietro Bianchi compresa
tra il Politeama e la chiesa San Lorenzo
Martire (come dire a messa col ticket). Il
pagamento è previsto dal lunedì al sabato
dalle 8,30 alle 19,30. Costo: tariffa oraria
1 euro con minimo di centesimi 20 ovvero
una sosta di 12 minuti.
Venerdì: 6 Giugno
torneo di pallavolo
aperitivo
cucina aperta con spiedo
scuola di canto
serata in musica con Cesare
Sabato: 7 Giugno
torneo di calcetto al mattino
torneo di pallavolo al pomeriggio
percorso in bike
convegno gruppo archeologico
cucina aperta la sera
concerto Cinelli
Domenica: 8 Giugno
Al mattino raduno macchine d’epoca
aperitivo
cucina aperta
Alla sera concerto della banda giovanile
Varie: gazebo delle associazioni, gonfiabili,
raduno Harley Davidson, moto gincana,
ecc...
Anche la Virtus al mercatino
degli Hobbisti
Ma il fondo del barile è ancora raschiare.
Ai primi di giugno è stata siglata una
convenzione tra l’azienda ospedaliera di
Desenzano ed Comune per riorganizzare la
vigilanza ed il parcheggio di via Valsecchi.
La manutenzione dell’area (illuminazione
e pulizia) a carico dell’ospedale (art.3);
i proventi da infrazioni nelle casse del
Comune di Manerbio (art.4); l’orario di
sosta dalle otto del mattino alla sette della
sera con disco orario per un massimo di
due ore.
Le spese del comune
Per la gestione del cimitero relativa al
periodo 1 gennaio 2013-31 dicembre 2015,
euro 150.961,58 alla cooperativa sociale La
Coccinella di Travagliato. Versata la rata di
11.612,42 per i mesi di aprile e maggio.
La pulizia degli uffici comunali e del centro
culturale affidata alle cooperative Polistar di
Mazzano e Mebo di Bolzano per il triennio
2011-2014 la spesa è di 38.497,03; già
versata la quota di 6,200,84 euro per i mesi
di aprile e maggio 2014.
Con la ditta Impianti elettrici Cristian di
Manerbio il comune ha assunto l’impegno
di spesa di 2.400 euro per riparazione di
corpi di illuminazione in diverse strade del
territorio.
Le elezioni del 25 maggio per il parlamento
europeo hanno richiesto la spesa complessiva
a carico del comune di 7.485,80. Ai 12
presidenti di seggio (120x12) 1.440 euro;
agli scrutatori e segretari (96X60) 5.760
euro; al presidente del seggio speciale 72
euro, ai due scrutatori 98 euro; per cartoline
avviso ai residenti all’estero 115,80 euro.
Concludendo il mese di Maggio, nella
domenica ultima del mese, in piazza Italia
il mercatino con bancarelle allineate fra
le quali la parte principale è stata svolta
dagli Hobbisti Manerbiesi, gruppo di
volontari sempre presenti anche nei paesi
vicini in occasioni del genere. L’iniziativa
ha movimentato il centro di Manerbio con
molti visitatori provenienti dai paesi vicini.
Segno che quando qualcuno promuove
qualcosa di interessante, come il mercatino,
la gente partecipa. Ci vuole poco, solo
un minimo di fantasia che purtroppo
non sembrano averla i responsabili della
pubblica istituzione. Tra gli espositori una
rappresentanza della Virtus Manerbio,
la società sportiva per il calcio, che ha
allineato il proprio banco e per la quale
sono inutili parole di conforto, ma servono
sostegni concreti.
Il nostro dialetto
Giugno 2014
Pag. 7
Angelo Maria Canossi, poeta della Brescianità
Angelo Maria Canossi
(Brescia, 23/03/1862 –
Brescia, 9/10/1943) è stato
Poeta della brescianità,
ovvero il maggior poeta
dialettale.
Frenquenta
il
liceo
di
Desenzano
e
successivamente si iscrive
all’Istituto Superiore di
Letteratura a Firenze dove
non arrivò a conseguire la
laurea.
Nel 1882 inizia a frequentare l’Università
della Sorbona a Parigi senza conseguire
alcun chè. Per un paio di anni viaggiò per
mezza Europa scrivendo alcuni brillanti
servizi giornalistici.
Nel 1884, ritorna a Brescia assumendo per
alcuni mesi la direzione del
quotidiano La Sentinella.
A partire dal 1914 inizia a
soggiornare a Bòvegno dove
inizia la sua produzione
letteraria dialettale. Gli
arride
immediato
un
successo di critica tanto da
condurlo alla partecipazione
nel 1925 al 1º Congresso
della Poesia Dialettale
svoltosi a Milano.
La sua produzione è vasta ed
è raccolta e pubblicata in Melodia e Congedo
volume riproposto in bella veste tipografica
da Aldo Cibaldi, per l’Istituzione della
Memoria ‘A. Canossi’ di Bovegno.
Da questo numero iniziamo la pubblicazione
delle sue poesie più significative.
Il nostro dialetto
Termini in via d’estinzione
Gambì: zampetta del maiale.
Gambirlo (o gambisla): spilungone gamba
lunga e secca.
Gambiza: collare di legno per animali.
Gambù: stanga di legno incurvata per
portare i secchi all’estremità.
Gamela: la gavetta o tazza per militari.
Gamesèl: gomitolo.
Gamésol: pugno.
Gandöl: nocciolo delle ciliege.
Gàna: mora, morena, muraglione di sassi
a secco.
Gandösa: infiammazione di ghiandola.
Ganghèr: piccolo arpione, ganghera o
cardine.
Gànza: bella, buona, libertina.
Garbòcc: intrico, groviglio, garbuglio.
Gargio: garzone di bottega.
Gariù: gheriglio della noce.
Garlèt: gambetta.
Garsì: materassaio.
Garzöl: roccata, pennacchio, quantità di
lino o canapa sulla rocca per filare.
Gàsa: sonnolenza, torpore.
Gasàra: gazzarra, baccano, baraonda.
Gasì: impuntura, rifinitura.
Gàsper: sputo, sputacchio catarroso.
Gatèl: mensola piccola.
Gatì: laniccio, batuffolo, amento (pioppi),
biaccolo di peluzzi e polvere, infiorescenza
a spiga, gattina.
Gatìgol: solletico, titillamento.
Gavadà/ina: tenaglia per lavorare con
incavi il ferro arroventato.
Gazabì: astuto, scaltro, faccendiere,
trafficone.
Gazadüra (Engazadüra): impuntura,
engasinadura, cucitura fitta.
Gazì: punto fitto.
Gazöl: cesto, addensamento di foglie che
copre il fusto alla radice.
Gazù: zolla.
Gégo(l): pallino, idea fissa, caratteriale,
inconcludente e dinoccolato.
Genïa: generazione, ceppo.
Gèp (Zèp): pieno, colmo.
La mama dèl poeta
Pèr töt èl vias pensàe: “Chè ghè dirói,
dòpo tacc agn chè nó la vède miga?
Cóme farói a dìga
töt èl bé chè ghé vòi,
töta la contentezza,
töta la poesia
dè pudì amò speciàm èn dî so öcc,
èn dè la so belezza?”
E mè vignìa sö ‘n gola, mè vignìa,
le parole piö dólse a möcc a möcc,
e ‘l tir-a-dù, chè ‘l naa compagn d’ön mat,
èl mè parìa lé férèm enciodat.
Ma, cor e cor, ah èco la casèta!
Ah èco la portèla sö la strada!
Èco, toc tòc, toc tòc! La sé sbalanca:
èco l’è lè, la mama sospirada!
La bèla mama bianca,
chè mè sé böta ‘n bras sènza parlàm!
Ah grazie, Signur car, chè só rïat!...
E reste lé tacat
a la so bóca cóme ‘n fröt al ram!
Sgubù e schiafadighe
La mamma del poeta
Per tutto il viaggio pensavo: “ Cosa le dirò,
dopo tanti anni che non la vedo mica?
Come farò a dirle
Tutto il bene che le voglio,
tutta la contentezza,
tutta la poesia
del poter ancora specchiarmi nei suoi occhi,
nella sua bellezza?”
E mi venivan su in gola, mi venivano,
le parole più dolci a mucchi a mucchi,
e il tiro-a-due (cocchio a due cavalli) che
correva come un matto,
mi sembrava lì fermo, inchiodato.
Ma, corri e corri, ecco la casetta!
Ecco la porticina che dà sulla strada!
Ecco, toctòc, toctòc! La porta si spalanca:
ecco è lei, la mamma sospirata!
La bella mamma bianca,
che mi si butta tra le braccia senza parlarmi!
Ah grazie, Signore caro, che sono
arrivato!...
E resto lì attaccato
alla sua bocca come un frutto al ramo!
Sgobbone e scansafatiche
Sgubù e schiafadighe
Èn mira a casa mia ghè sta ‘n-asnèl
chè, a füria dè fadighe aanti e ‘ndré
‘l’è dièntat bóls e ‘l gha dè fa a stà ‘n pé
e sé ghè cönta j-os sóta la pèl.
Dirimpetto a casa mia ci sta un asinello
che a forza di faticare avanti e indietro
è diventato bolso e ha il suo daffare per
stare in piedi
e gli si contano le ossa sotto la pelle.
‘L’è po’ issé piéd è piaghe, ‘l’è issé pié,
chè nó ‘l par piö gna carne dè macèl,
e ‘l gha pèr paga pàja ‘n löc dè fé
e ‘n löc dè biàa fröstade e manganèl.
E’ poi così pieno di piaghe, ma così pieno,
che non sembra più nemmeno carne da
macello,
ed ha per ricompensa paglia al posto del
fieno
ed invece della biada frustate e bastonate.
Gh’è è ‘nvece ön gat bèl gras èn casa mia
chè ‘l mangia, ‘l dorma e l’è basàt
e cuculat da töta la famìa.
Stè schiafadighe ‘l gód ogni delizia,
e ‘l-asen a sgobà ‘l-è bastunat:
pròpe gna pèr le bestie gh’è giüstizia.
C’è invece un gatto bello grasso in casa mia
che mangia, dorme ed è baciato
e coccolato da tutta la famiglia.
Questo scansafatiche gode di ogni delizia,
e l’asino a sgobbare invece è bastonato:
nemmeno per gli animali c’è giustizia.
Pontevico
Il sindaco Roberto Bozzoni: “Un grazie ai pontevichesi,
ora completiamo il rinnovamento”
Pag. 8
Non sono bastate tutte le difficoltà imposte
dalla crisi generale di questi ultimi anni e
nemmeno gli ostacoli di varia natura con
i quali ha dovuto fare i conti per impedire
a Roberto Bozzoni di proseguire il lavoro
iniziato nel 2009. Le elezioni amministrative
a Pontevico hanno sancito che sarà ancora
lui a guidare il proprio paese per i prossimi
cinque anni: “E’ stato un risultato davvero
molto importante – ha commentato lo
stesso Bozzoni subito dopo la conferma a
sindaco – In questo senso il primo pensiero,
oltre a ringraziare tutti coloro che hanno
creduto in questo nostro progetto e si sono
spesi per realizzarlo, non può che essere
un sincero ringraziamento ai pontevichesi.
Hanno capito il lavoro svolto in anni così
difficili ed hanno confermato la loro fiducia
ai nostri programmi. Una testimonianza
che ci trasmette grande carica e ci permette
di constatare che gli abitanti di Pontevico
hanno capito, al di là delle inutili polemiche
che hanno accompagnato questi anni così
intensi, hanno capito non solo il nostro
lavoro, ma anche che il nostro impegno è
stato costantemente rivolto verso il bene del
paese”. Una vittoria che getta ulteriore luce
verso il futuro: “In effetti un altro motivo
di soddisfazione è legato alla possibilità
di portare avanti il lavoro ed il cammino
di rinnovamento che abbiamo iniziato.
Ci siamo impegnati a fondo in questa
direzione ed ora proseguiremo ancora con
più determinazione. Prima dell’inizio del
nostro progetto la vita politica a Pontevico
era caratterizzata da diversi decenni dalle
stesse persone. Noi abbiamo cominciato
un’opera di rinnovamento che ora, come
ha evidenziato del resto la lista che abbiamo
presentato al giudizio degli elettori,
proseguirà
ulteriormente.
Vogliamo
avvicinare sempre di più i pontevichesi e in
particolar modo le nuove generazioni alla
vita amministrativa del loro paese e dopo
aver compiuto passi significativi in questa
direzione nel corso del primo mandato,
ora potremo procedere a ritmo ancora
più spedito”. Riflessioni che evidenziano
una parola che ritorna più volte nelle
analisi del sindaco Bozzoni: “Ora potremo
continuare il lavoro che abbiamo iniziato
– è la spiegazione del primo cittadino
pontevichese – e proprio questa continuità
mi sembra meriti di essere posta al centro
dell’attenzione. In effetti ci fa capire nello
stesso tempo che quello che è stato fatto
è stato apprezzato dai nostri concittadini,
ma ci trasmette anche l’entusiasmo per
proseguire nel disegno che abbiamo
preparato ancora con più voglia di fare
per riuscire a completare il progetto che
abbiamo studiato insieme per Pontevico”.
Roberto Bozzoni non ha voluto commentare
gli avvenimenti che hanno condotto ad una
campagna elettorale sicuramente molto
Giugno 2014
difficile: “Il nostro messaggio – è stata la
sua conclusione – è giunto ugualmente ai
pontevichesi e questo ci fa capire che la gente
non si è lasciata distrarre dalle polemiche
inutili e dalle campagne denigratorie. La
gente di Pontevico ha preferito premiare
chi ha lavorato con coscienza ed ha
dedicato tutto se stesso al proprio paese.
La tattica delle accuse a tutti i costi, solo
per fare scalpore ed ostacolare il cammino
dell’antagonista politico, non ha premiato,
come confermato, del resto, dal positivo
riscontro ottenuto dalla nostra lista che ha
raggiunto il primo posto anche per il suo
spirito costruttivo e propositivo, quelle che
più si sono dedicate alla critica ed all’accusa
fine a se stessa sono state giudicate dagli
elettori che le hanno relegate nelle ultime
posizioni. Ma questo fa già parte del
passato, quello che conta adesso è mettersi
presto al lavoro per proseguire il progetto
che abbiamo avviato in questi primi cinque
anni e portarlo a termine nel modo migliore
per Pontevico”.
Lo stemma di Pontevico dal Trecento ai giorni nostri
“Lo stemma di Pontevico. Dal XIV secolo
ai nostri giorni” è il titolo del saggio
araldico che è stato presentato durante un
interessante convegno che è stato ospitato
lo scorso sabato 10 maggio dalla sala civica
di piazzetta Garibaldi. L’iniziativa è stata
presentata dall’associazione “Amici della
Fondazione Civiltà Bresciana della Bassa
e del parco dell’Oglio” con il patrocinio
dell’Amministrazione
Comunale
pontevichese. Lo studio dello stemma, che
ha richiesto parecchio tempo ed ha riservato
numerose sorprese, è stato illustrato
da Angelo Locatelli, storico, scrittore e
giornalista, già autore, accanto ad altri
studi per conto di enti pubblici e privati, di
una monografia sull’araldica della famiglia
Gambara dal XIII al XIX secolo pubblicata
nel volume “Fasti e splendori dei Gambara”,
edito nel 2010 dalla stessa associazione
organizzatrice. Durante il suo intervento,
grazie ad un’accurata esposizione e con
l’aiuto di una settantina di diapositive,
l’autore ha messo in luce il percorso nel
tempo, davvero travagliato, dello stemma
di Pontevico. Un lungo cammino, che
In arrivo 300.000 euro dal
Ministero
La conferma tanto attesa è finalmente
arrivata. A Pontevico stanno per arrivare
300.000 euro dal Ministero per la Pubblica
Istruzione. E’ lo stesso sindaco Roberto
Bozzoni a confermare, con evidente
soddisfazione, la notizia: “La domanda
che abbiamo fatto e l’iter che abbiamo
seguito con tenacia hanno portato i loro
frutti. Il Comune di Pontevico riceverà
300.000 euro dal Ministero per i lavori
di riqualificazione della Scuola Media che
inizieranno dal prossimo mese di luglio.
Si tratta di un intervento importante, che
abbiamo voluto per riportare l’edificio
scolastico nelle condizioni ideali di sicurezza
e di efficienza. Un’opera il cui costo è
stato stimato in 600.000 euro. Adesso,
visto che è giunto l’assenso del Ministero,
300.000 euro rimarranno a carico della
nostra
Amministrazione
Comunale,
mentre il rimanente 50% verrà pagato
dal Ministero. Senza dubbio una notizia
molto positiva, soprattutto in un periodo
come questo nel quale gli enti locali devono
sempre valorizzare al massimo le risorse a
disposizione. Essere riusciti a far indirizzare
verso Pontevico e verso i lavori alla nostra
scuola media i fondi ministeriali rappresenta
un risultato davvero molto importante”.
ha preso il via dal primo conosciuto, uno
stemma del quattordicesimo secolo (uno
dei più antichi della Lombardia) presente
in un sigillo conservato nel Museo del
Bargello a Firenze, fino ad arrivare ai
nostri giorni. Il tutto per un accurato
saggio araldico che verrà pubblicato entro
la fine dell’anno dall’associazione “Amici
della Fondazione Civiltà Bresciana della
Bassa e del Parco dell’Oglio”. Proprio
Dezio Paoletti, presidente del sodalizio, ha
accompagnato l’interessante iniziativa con
un intervento, unitamente al sindaco di
Pontevico, Roberto Bozzoni, che ha aperto
i lavori sottolineando l’importanza di
questa ricerca. Lo stemma di un paese non
costituisce una semplice immagine magari
scolorita dal tempo, ma, al contrario, può
rappresentare un modo per valorizzare le
radici e la storia di un territorio da una parte
e, dall’altra, uno strumento per compattare
sempre di più la comunità pontevichese e
guidarla così verso le sfide e i progetti che
ha in serbo il futuro.
Bassano - Pontevico - San Paolo
La grintosa voce di Nicol conquista il IV Festival di pontevico
Giugno 2014
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Il cinema S.Luigi di Pontevico, teatro del
riuscitissimo IV Festival della canzone
organizzato da Francesco Baronio e
presentato da Katia Cigolini. Interventi
d’intrattenimento di Luigina che ha
sfoderato comicità e simpatia. Alla
manifestazione ha collaborato il Festival
Nazionale “La Chance”, talent fondato da
Leonardo Mastrapasqua, che generosamente
ha donato ai primi tre classificati l’accesso
gratuito alla Chance 2015. L’inizio della
serata con il brano “SottoCasa” che ha
vinto l’ edizione passata, interpretato
da Josè Andres Tarifa Pardo, che con la
sua simpatia ha subito fatto nascere una
movimentata e piacevole atmosfera.
Le esibizioni son state attentamente vagliate
dalla giuria composta da “Leonardo
Mastrapasqua e Sharon Plebani dalla
provincia di Bergamo, e dal musicista
liutaio bresciano Roberto Bertoni.
I concorrenti: da Lumezzane Anita Zanetti
con “Today”; Andrea Gallia da Pralboino
con “Se si potesse non morire”; Alessandra
Signorelli di Pontevico con “Quando
una stella muore”; da Desenzano d/G
Giovanna Cavalluzzi con “Come se non
fosse stato mai amore”; Alessandro Rossetti
da Alfianello con “Vent’ anni”; da Calcio,
Eliana Prandini con “Io e te da soli” di Mina;
sempre da Calcio Gianmario Prandini con
“La nuova stella di Broadway”; da Regona,
Sara Margotti con “La notte”; da Orzinuovi
LindaSeverino con “Do I look worried”; da
Brescia Matteo Bettera con “Born to die”;
Nicol Manenti da Cazzago San Martino
con “Mama Knows Best”; da Cremona
Luca Gimigliano con “Pronto a correre”;
Cinzia DiMaria da Montirone con “Listen”;
da Brescia Ilaria DelleMonache con “At
Last”; infine da Cremona Marta Gentili
con “La felicità”. Tutti accompagnati dalla
Band del Festival, gli “Ultimo minuto”
con: Giumbo Merlinzoli, macchina del
tempo; Luca Baronio, piano e tastiere;
Claudio Rizzi, basso; Nicola Doninelli e
Francesco Baronio, chitarre; voce corista
Giuseppe Scapellato che verso la fine
ha cantato “Impressioni di settembre”,
un’interpretazione molto singolare, così
come l’esibizione della giurata Sharon che
ha cantato Eye of the tiger dei Survivor.
I premi. Il premio del pubblico è stato
assegnato a Nicol Manenti, Il premio
assegnato dalla “Festival Band” a Eliana
Prandini. Terza posizione per la 21enne
di Brescia Ilaria Delle Monache; seconda
posizione alla 30 enne di Orzinuovi Linda
Severino, il primo premio alla giovanissima
di Cazzago San Martino espressiva in
“MamaKnowsBest” di Jessy J, un brano
esplosivo tanto quanto la sua voce che ha
conquistato a pieno la giuria e il pubblico.
Un grazie riconoscente a Don Giorgio
e Don Claudio; alla band, agli sponsor
“pochi ma buoni”, al festival La Chance,
alla giuria, al service audio e luci, a Katia,
alle Vallette, a Luigina, con i suoi momenti
di comicità, e a tutti coloro che han
creduto e contribuito a questo evento, che
quest’anno è stato vissuto con amicizia e
serenità, con numerosi complimenti dei
concorrenti e del pubblico verso la Festival
Band.
san paolo, “Nel regno dei fiumi puliti”
Un racconto per immagini con la canoa
alla scoperta del mondo con il giornalista
Valerio Gardoni
Il Circolo Culturale “Don Emilio Verzeletti”
organizza per il giorno venerdì 13 giugno,
alle ore 20.45, presso l’auditorium “G.
Tregambi” delle scuole medie di San Paolo
la conferenza-racconto “Nel regno dei fiumi
puliti”, tenuta dal giornalista e fotoreporter
bresciano Valerio Gardoni.
Il viaggio attraverso il mondo correrà «sulla
linea del sogno negli spazi immaginari
della fantasia. Giro del mondo in canoa e
montagna, emozioni attraverso i cinque
continenti, luoghi bellissimi, affascinanti ai
quattro angoli della terra, ricchi di umanità
e storia. L’acqua è vita che scorre nelle vene
del mondo: l’acqua “non è solo patrimonio
dell’umanità, ma patrimonio della vita”,
diritto di tutti gli abitanti della terra».
Durante la serata, attraverso l’utilizzo delle
magnifiche immagini scattate da Valerio
Gardoni nei quattro angoli del pianeta, i
presenti potranno viaggiare con la fantasia,
spaziando dalle vette più alte del mondo
ai grandi canyon, dai
piccoli ruscelli e torrenti
a
fiumi
immensi,
senza dimenticare la
quotidianità e la vita,
talvolta molto dura,
degli abitanti di terre
lontanissime,
spesso
colpiti dal dramma della
guerra e delle carestie.
Valerio Gardoni è nato
nel 1958 a Orzinuovi e
oggi vive in un cascinale
nascosto fra gli alberi in
riva al fiume, ai piedi
del secentesco borgo
di Monticelli d’Oglio
(BS). A quindici anni
ha incontrato il suo
grande
amore:
la
canoa, facendo la prima discesa del fiume
Oglio. Può vantare parecchie prime
discese assolute di corsi d’acqua di tutto il
mondo. Ha partecipato a molte spedizioni
esplorative internazionali discendendo
fiumi nei cinque continenti. Guida fluviale,
istruttore e formatore, alpinista, vanta
salite a diverse cime europee, sulle Ande,
in Himalaya. Ha praticato speleologia,
paracadutismo e lunghi cammini sulle
tracce degli antichi pellegrini.
Da diversi anni svolge attività
di volontariato e collabora
a diversi enti e associazioni.
Collabora e sostiene diversi
progetti tra cui l’Environment
Friendly Mountaineering in
Afghanistan,
l’Operazione
Mato Grosso, i progetti AAZ
Zanskar (in Tibet), Sikat
(Filippine),
Emergency,
per cui ha raccolto fondi
per sostenere la corsia
pediatrica dell’ospedale di
Kabul (Afghanistan). Le sue
immagini hanno illustrato
riviste e libri, e sono state
proposte in numerose mostre
e conferenze. Dal 2001
collabora stabilmente con il
portale di informazione e cultura Popolis.
Per ulteriori informazioni su eventi
promossi dal circolo Verzeletti consultare
il sito internet www.circoloverzeletti.it, il
blog o il canale Youtube. Francesco Alghisi
bassano, Una felice rimpatriata per i 50 anni di amicizia
1964 – 2014 Quegli anni in cui eravamo
ricchi di risorse per la vita. Voglia di
vivere per divertirsi, di progetti in cui
tutti noi eravamo entusiasti di realizzarli,
personalmente, ognuno di noi li ha
concretizzati, e siamo arrivati al traguardo
del 2014, felicissimi di essere ancora qua,
dove tutto abbiamo dato per il bene nostro
e di altri, soddisfatti per quello che la vita
ci ha donato e che ci sta ancora riservando
nel bene e nel male. Questo per non
dimenticare e proseguire fino che il destino
lo vorrà.
Che serata indimenticabile dopo 50 anni.
Grazie al destino
Nella foto: Antonio Anni, Giuseppe Farina,
Silvano Migliorati, Gianfranco Pilucchi,
Luigi Pini, Mario Pini, Angelo Savio, Pietro
Tomasoni, Giandomenico Uberti, Sergio
Uberti
Offlaga
Offlaga: Sagra di S. Imerio,
due settimane di festa per il
patrono
Giugno 2014
Pag. 10
Con il mese di giugno, si rinnova ad
Offlaga il tradizionale appuntamento con
la “Sagra di S. Imerio” patrono della piccola
comunità della Bassa. Grazie all’impegno
dei volontari del gruppo intitolato al santo
ed alla collaborazione della parrocchia e
del Comune, anche questa 15a edizione
sarà certamente un momento di grande
festa che come sempre, nell’arco di due
settimane, dal 13 al 23 giugno, riuscirà
ad offrire appuntamenti musicali, di
intrattenimento e gastronomici per tutti i
gusti. Certo, per non dimenticare le vere
radici della manifestazione, decisamente
legate alla devozione popolare nei confronti
del patrono, la festa troverà nella giornata
del 17 giugno il momento riservato
alla preghiera corale di ringraziamento
a S. Imerio con la S. Messa delle 19, la
tradizionale processione per le vie del paese
e la presenza della Banda Civica Benedetto
Vinaccesi. “Un momento per celebrare
ed affidare al Santo la nostra comunità” –
spiegano i sacerdoti.
Quanto al programma della sagra che sarà
ospitata negli spazi dell’oratorio: ad aprire,
venerdì 13 alle 20, sarà la serata “S.Imerio
in moto con “C’è chi dice Vasco”; poi
ogni sera a partire dalle 21 l’esibizione
di un’orchestra spettacolo diversa e dalle
20 l’apertura del fornitissimo stand
gastronomico con pizza cotta nel forno
a legna ed il sabato e la domenica sera ,
sempre alle 20, l’immancabile spiedo (su
prenotazione 328 0513618/ 030 979555)
che insieme alla torta fritta (lunedì 23
giugno) sono ormai un must. Come
tradizione non mancherà la lotteria a premi
(1° premio un buono spesa da 3.000 euro)
con estrazione nella tarda serata di lunedì
23 giugno.
Ste. Bru.
Offlaga: Addio Antonia!
Dopo una lunga malattia
il 20 maggio scorso si è
spenta Antonia Ponzoni.
Classe 1929, la signora
Antonia, per i giovani
offlaghesi è forse solo
un nome… non così per
quanti nel passato hanno
frequentato chiesa e
parrocchia e l’hanno vista
indaffarata nella cura
della casa del Signore e
dei sacerdoti che si sono
succeduti. Un carattere
apparentemente arcigno e severo il suo che
celava un animo semplice colmo di fede e
di umiltà autentiche e chissà forse segnato
dalle asperità di una vita non sempre
facile.
Nonostante Antonia, segnata dalla
malattia, da tempo fosse stata costretta ad
allontanarsi dalla comunità parrocchiale
che tanto amava, chi l’ha conosciuta e le
ha voluto bene ne serba un ricordo forte
considerandola un esempio di dedizione
a Dio ed alla sua gente. Lasciamo dunque
alle parole delle rappresentanti del gruppo
Caritas di Offlaga, con
le quali per anni ha
collaborato, il saluto a
questa persona, solo una
delle tante che, silenziose,
a volte non a pieno
comprese e in qualche
occasione derise, offrono
il proprio umile e prezioso
servizio a beneficio delle
nostre comunità.
“Hai terminato il tuo
pellegrinaggio
terreno,
Antonia. Le tue compagne del
Gruppo Caritas offlaghese vogliono salutarti
così, ringraziandoti per il luminoso esempio
di abnegazione ed umiltà che ci hai lasciato.
Sei stata serva fedele della nostra chiesa e dei
suoi ministri che pure accoglievi nella tua casa
con gioia e solerzia. A volte ti mostravi severa
e ruvida ma era solo apparenza… Amavi la
tua comunità e pregavi, lottavi, pazientavi…
Ora dopo lunghi anni di malattia hai
raggiunto la meta. Amiamo pensarti in
paradiso, accolta da Dio e dai tanti sacerdoti
defunti che hai seguito con dedizione. Grazie
Antonia. Ricordati di tutti noi.”
Intolleranze alimentari e il peso forma
Conoscerle, diagnosticarle e combatterle in tempo per la prova costume
Un problema
che ai giorni
nostri
è
sempre più
frequente è
quello delle
intolleranze
alimentari,
s p e s s o
correlate
al problema dell’ obesità e del sovrappeso.
Moltissimi ne soffrono e questo rimarca
quanto una corretta alimentazione sia
importante per la salute. La dott.ssa Annalisa
Subacchi, Biologo Nutrizionista, esperta nella
diagnosi e cura delle allergie ed intolleranze
alimentari, ci spiega il fenomeno
Dottoressa come mai oggi si parla tanto di
intolleranze alimentari?
Se ne parla molto in quanto sono un
fenomeno relativamente nuovo, che colpisce
trasversalmente tutti, grandi e bambini.
Aggiungo che si tratta di un fenomeno
spesso “latente” ovvero chi ne soffre non
riesce a ricondurre le cause del suo malessere
all’intolleranza ad uno o più cibi. E’ spesso
necessario ricorrere al test delle intolleranze
(citotest) per diagnosticarlo. Il numero degli
Intolleranti, purtroppo sta crescendo in modo
esponenziale e questo dipende da tutta una
serie di novità negative tipiche della nostra
epoca. (non immaginate nemmeno quanti! –
si parla al momento di 1 persona su 4 ma il
dato è destinato a crescere)
Dottoressa, ci faccia alcuni esempi…
La prima causa è la manipolazione alimentare.
Negli ultimi quarant’anni l’industrializzazione
incalzante, e la diffusione del cibo su
scala internazionale, hanno provocato dei
fenomeni che in nostro corpo non è in grado
di affrontare: con questo s’intende tutti i
procedimenti industriali di tipo chimico e
fisico che portano alla produzione di un cibo
che biologicamente non è più integro.
- Nella coltivazione dei terreni si ha una
manipolazione chimica talmente forte che
porta alla crescita di prodotti che hanno delle
grosse alterazioni genetiche: e’ difficilissimo
trovare oggi un grano che non abbia
subito queste manipolazioni, da qua molto
intolleranti al glutine, moltissimi celiaci etc
che una volta non c’erano).
- Pensiamo al semplice latte che viene
manipolato, pastorizzato e sterilizzato per
far sì che si mantenga più a lungo. Pensiamo
alle mucche che lo producono che subiscono
trattamenti a base di ormoni e antibiotici per
mantenere un’alta produzione. Pertanto il
latte che compriamo al supermercato ha ben
poco rispetto a quello prodotto dalla mucca
(da qua gli intolleranti al lattosio).
- L’altro ruolo importante per le intolleranze
sono gli additivi. Vent’anni fa gli
additivi chimici permessi negli alimenti
erano ottantacinque, oggi sono più di
millequattrocento!
- Un’altra specie importante di intolleranze
sono quelle che derivano dai metalli pesanti,
come per esempio: l’alluminio, il mercurio, il
piombo ecc. e, diversamente dalle allergie, i
sintomi compaiono anche fino a 72 ore dopo
l’assunzione. I sintomi e le patologie correlate
alle intolleranze alimentari possono interessare
qualsiasi organo e apparato, diversi e anche
lontani dall’intestino stesso. E ho toccato solo
quatto cause!
Dottoressa, definiamo cosa sono le
intolleranze alimentari…
Si tratta del sovra-accumulo nel nostro
organismo degli alimenti non tollerati. Molti
di noi non sono ammalati in modo specifico
ma soffrono di continui stati di malessere,
disagi e disturbi a cui non riescono a
venirne a capo. Potremmo in realtà soffrire
di Intolleranze Alimentari, cioè essere
intolleranti ad uno o più cibi che troviamo
a tavola con maggior frequenza o addirittura
giornalmente ed accusare questi disturbi per
anni. Le intolleranze alimentari derivano
dall’impossibilità del nostro organismo di
digerire uno o più alimenti. Praticamente
qualunque organo o sistema può essere
interessato:
- Le Intolleranze Alimentari sono una
della cause scatenanti del sovrappeso (o del
sottopeso) ed è per questo che un piano
alimentare legato all’esclusione degli alimenti
non tollerati da’ esiti così soddisfacenti:
gonfiore addominale, ritenzione di liquidi,
obesità, cellulite, meteorismo, gastriti,
disturbi intestinali
- Altri sintomi, legati al dopo-pasto sono la
stanchezza, la sonnolenza, cefalee ricorrenti,
emicranie ma anche infezioni ricorrenti,
dolori articolari
- Altri pazienti Intolleranti presentano
modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi,
orticaria, ecc.); Queste reazioni non sono
sempre immediate, ma si presentano da 1 a 36
ore dopo l’assunzione del cibo in questione.
Esistono test specifici di diagnostica?
Numerosi sono i test disponibili in commercio
per la diagnosi delle intolleranze alimentari.
La metodica utilizzata e’ il test citotossico,
mediante prelievo ematico ed analisi al
microscopio delle sostanze che provocano le
intolleranze. Si osserva mediante microscopio
la reazione di globuli bianchi a contatto
di specifiche sostanze alimentari (carne,
pesce, frutta e verdura ed additivi). Se siamo
“intolleranti” all’alimento specifico i globuli
bianchi, che, solitamente al microscopio
appaiono come palloncini pieni, scoppiano.
A seconda della rottura che si forma si da un
grado e gravità di intolleranza. ( I°-II°-III°
GRADO).
E una volta diagnosticate?
Per ottenere un miglioramento del quadro
sintomatologico, è necessario un piano
alimentare specifico, che escluda rigorosamente
per almeno 2-3 mesi l’assunzione del cibo
incriminato, anche nelle sue forme nascoste
(es. siero di latte nel prosciutto cotto) ed
anche dall’assunzione di cibi che possono
generare reazioni crociate (es. latticini-carne
di manzo) . Una volta depurato l’organismo
si procederà ad un secondo piano alimentare
con una reintroduzione graduale degli
alimenti precedentemente esclusi ma facendo
estrema attenzione.
In buona sostanza vale l’avvertenza che la
nostra salute spesso dipende da come ci
nutriamo.
Orzinuovi
Giugno 2014
Pag. 11
Le chiese di San Biagio in ORZINUOVI,
storia di due chiese che non esistono più
Pare complicato parlare di una chiesa della
quale non è rimasto nulla se non un ricordo,
senza alcuna immagine, tratto dalle note
di alcuni cronisti orceani. E sembrerebbe
ancora più difficile quando si pensa che
in Orzinuovi sono esistite addirittura due
chiese dedicate a questo Santo: quella di S.
Biagio vecchio e quella di S. Biagio nuovo.
Nel 1500 si edificava l’oratorio dedicato a
“S. Biagio al Terraglio di Porta meridionale”
che poi sarebbe stato conosciuto come S.
Biagio Vecchio. Era nuovo il culto di questo
Santo nel Bresciano, diffuso da Venezia
stessa dopo che l’anno 1485 era stato traslato
il suo corpo, o parte di esso, dall’Oriente
nella città lagunare. Consacratosi alle cure
degli appestati ed in gran merito per aver
fatto cessare la pestilenza anche nelle città
dell’Italia da lui percorse, non poteva essere
dimenticato anche dalla nostra Comunità
colpita spesso da calamità epidemiche.
Questa chiesa più antica, come si conosce
dagli atti del Consiglio Comunale, ubicata
in un luogo un po’ eccentrico, poco
frequentato e vicino ai bastioni, risultò ben
presto di ingombro alle misure di difesa
e troppo a ridosso degli spalti, tanto che
sarebbe stata ben presto abbandonata fino
alla rovina, così da suggerire di aprire qui il
Cimitero che sostituirà quello del Sagrato
della Parrocchiale ormai ridotto, nella
zona del Carnerio, in uno spazio troppo
limitato e troppo centrale.
Come era usanza del tempo, e come
riferisce il Cattaneo, vi venne istituita una
Confraternita detta appunto di S. Biagio
che potrà disporre di un capitale di lire
piccole 9218. Con testamento 21 febbraio
1626 Giovanni Battista Nicoli vi destinava
un Legato istituendovi una Cappellania con
l’obbligo di quattro messe alla settimana.
Con le nuove sistemazioni delle opere
di difesa della
fortezza di Orzi,
molte costruzioni
sorte nei pressi
delle mura e dei
baluardi dovettero
essere abbandonate
e successivamente
abbattute. Siamo
a conoscenza che
anche il Convento delle monache di clausura
di Santa Chiara, ubicato dove adesso
abbiamo il cosiddetto parcheggio delle
Angioline, corse seri rischi di dover essere
abbandonato e demolito per lasciar maggior
spazio al baluardo detto per l’appunto di
“Santa Chiara”.
L’antica chiesa di S. Biagio poteva
certamente essere restaurata, ma si preferì
abbandonarla e costruirne una del tutto
nuova nella vicina contrada Navagera,
così detta in onore del provveditore
Navagero che l’aveva risistemata e che
è ora denominata Via Roma, nei pressi
dell’attuale Santuario della Madonna
Addolorata. La novella chiesa venne
costruita nel 1637 e consacrata l’anno
successivo, nel 1638. Si trovava affacciata
esattamente sulla piazzetta del Santuario
all’angolo di Via Cernaia, ed era un edificio
abbastanza piccolo essendo costituito dalla
sola chiesa. (Prima parte)
Dario Ghirardi
Brusaporto, per la somma di lire 225.000.
In realtà i padri di quell’Istituto pare
avessero nel 1921 ricevuto l’offerta da parte
del parroco di Ovanengo don Giuseppe
Musletti di lasciare loro il fenil Salnitro,
che da pochissimo lo stesso sacerdote aveva
acquistato dal conte Roberto Corniani,
a condizione però che fissassero il loro
Istituto in questo cascinale, il Salnitro per
l’appunto, ma non se ne fece poi nulla.
La Congregazione della Sacra Famiglia
era stata fondata, come certo saprete, da
Costanza Cerioli - divenuta suora in tarda
età e santificata nel 2004 - che si era ispirata
alla Sacra Famiglia di Nazareth. I Cerioli
erano originari di Soncino, dove era nata
anche la stessa Costanza, ma avevano
ottenuto proprietà in Orzinuovi grazie alla
parentela con i Corniani acquisita quando
il padre di Costanza, il nobile Francesco
Cerioli figlio di un Bartolomeo, prese in
sposa Francesca figlia del conte Roberto
Corniani. La moglie aveva portato in dote,
fra l’altro, i fenili Colombaia Corniani
(ceduto inizialmente ad un Turotti) ed
il fenil Coradella che passarono poi nel
1865 al figlio maschio Giovanni Battista
Cerioli.
Come detto, Costanza, rimasta vedova con
i figli morti in giovane età e con il nuovo
nome assunto nel divenire religiosa di Paola
Elisabetta, fondò nel 1857, dotandolo del
proprio cospicuo patrimonio, l’Istituto
delle Suore della Sacra Famiglia che aveva
come scopo primario, almeno nei primi
tempi, di accogliere e soccorrere piccole
orfanelle. Tanto è vero questo, che nel
censimento del comune di Orzinuovi del
1936 l’Istituto ospitato presso quello che
fu il fenil Andreana è individuato come
Orfanatrofio e ne è indicato come direttore
don Mentore Carnevali con 46 persone
presenti fra orfani e personale addetto.
Divenuto più tardi vero e proprio istituto
scolastico accoglie attualmente 577 alunni,
di cui solo 159 orceani mentre ben 418
provengono da altri Comuni.
Dario Ghirardi
Il fenil Andreana
La strada che da Orzinuovi conduce verso
Soncino è fiancheggiata da numerosi
cascinali. Uno di questi, però, sarebbe
ai giorni nostri difficile da individuare
essendo ormai da anni trasformato nella
sede dell’Istituto scolastico della Sacra
Famiglia.
Il cascinale a cui accenneremo era
storicamente noto con il nome di
fenil Andreana. Non era molto antico
risalendone i dati rintracciabili presso gli
Estimi catastali solo alla fine del 1800.
In quel periodo (1880) proprietaria era la
famiglia Provezza che possedeva anche il
fenil Fontanella. Deceduto il capofamiglia,
il fenile venne ereditato agli inizi del 1900
dai cinque figli Elisa, Rosina, Ernesto,
Silvia e Maria. Il giorno 8 maggio del 1925
l’Andreana venne venduta dai Provezza
per 630.000 lire all’Istituto Sacra Famiglia
che per affrontare la spesa dovette cedere
un’altra sua proprietà, detta Istituto di
Pag. 12
San Gervasio
san gervasio,
il 14 Giugno la festa del
Gruppo Volontari
Il gruppo volontari di San Gervasio
Bresciano organizza per il prossimo 14
giugno una festa per celebrare l’alto valore
del volontariato che nel corso degli anni
si è sviluppato in questa comunità. Una
serata dedicata alla musica, al divertimento
e alla degustazione di un ottimo spiedo in
ottima compagnia. I volontari organizzatori
dell’evento sono lieti di poter far conoscere
la propria realtà e di trovare nuovi amici
da annettere al gruppo. I servizi offerti
dal novembre 2001 da quest’associazione
sono innumerevoli, sinonimo di grande
solidarietà ed umanità, oltre al grande
cuore che i volontari condividono con tutti
i sangervasini.
Trasporti
ospedalieri,
assistenza,
collaborazione tecnica per le feste all’interno
del paese e talvolta anche per i paesi vicini,
sono solo alcune delle opere compiute da
loro.
Un’occasione, quella del 14 giugno, per
poterli conoscere ed apprezzare.
Il presidente Giulio Barbieri e il suo gruppo
di ben 23 volontari e volontarie, unito allo
staff dei giovani del paese, vi aspettano alle
ore 20.00 presso l’area del polo scolastico.
Possibilità di spiedo d’asporto alle 19.30.
Durante la serata avverrà anche l’estrazione
della sottoscrizione a premi. Sia la
partecipazione alla serata sia la possibilità
dell’asporto è su prenotazione ai seguenti
contatti: Giulio: 030 9934027, Franca:
030 9934936, Carla: 030 9934965. Per
chi volesse aderire al gruppo volontari è
possibile richiedere informazioni presso
la sede in via Barbara Ferrazzi 24 ogni
Martedì e Venerdì dalle 09.30 alle 11.00 o
al numero 339 52 15 311.
Giugno 2014
Nel segno della continuità
Nelle elezioni amministrative del 25 maggio
scorso, Giacomo Morandi, a capo di una
lista civica emanazione della precedente
amministrazione comunale, si aggiudica la
poltrona di primo cittadino con uno scarto
minimo di voti: 664 contro 650.
Su 1314 voti validi Morandi ne consegue il
50,5% dei consensi espressi.
Inoltre, ci sono state, 20 schede bianche e
29 nulle.
La lista “Insieme per Ricominciare” con
candidato a sindaco Barbara Migliorati,
vede eletti tre consiglieri comunali nelle
file della minoranza contro i 7 attribuiti
alla maggioranza.
Rispetto alle precedenti amministrative,
il divario di voti si è notevolmente
assottigliato: da 160 a 14.
Le promesse elettorali del sindaco Morandi
sono state: una nuova palestra, l’isola
ecologica, l’ampliamento della strada bassa
per Manerbio, raccolta rifiuti porta a porta,
insediamento di nuove aziende, pedibus e
bilanci trasparenti.
Visto la grande partecipazione, proponiamo un’altra data...
GITA A SAINT MORITZ
2
CON IL TRENINO ROSSO DEL BERNINA
Il treno che “scala la montagna”
Un viaggio mozzafiato per far vivere
allo spettatore uno spettacolo fiabesco
con paesaggi da quadri ed
emozioni da film… … …
PARTENZA: DA VEROLANUOVA ore 6,00
DA SAN GERVASIO (Scuole) ore 6,15
DA MANERBIO (Famila) ore 6,30
QUOTA DI PARTECIPAZIONE:
€ 50,00 PER GLI ISCRITTI
€ 55,00 PER I NON ISCRITTI
LA QUOTA COMPRENDE:
- Viaggio in pullman
- Visita guidata alla basilica di Tirano
- Biglietto per il tragitto Tirano-Saint
Moritz con il Trenino Rosso e guida
ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE IL 28 LUGLIO 2014
[email protected]
Pag. 14
Calendario
C ALEN DAR IO B R ESCIANO: G I U G NO
1 DOMENICA
S. GIUSTINO - ASCENSIONE DI
NOSTRO SIGNORE
A zögn la ranza ‘n pögn.
A giugno la falce in pugno (prepararsi per
la mietitura).
2 LUNEDI’ - S. ERASMO
FESTA DELLA REPUBBLICA
Fórment e fé i madürä ‘n quarantä dé.
Grano e fieno maturano in quaranta
giorni.
3 MARTEDI’
S. CARLO LWANGA E COMPAGNI
MARTIRI DELL’UGANDA
La galinä dè campagnä l’è la cità che sa la majä.
La gallina di campagna è la città che se la
mangia.
4 MERCOLEDI’
S. QUIRINO VESCOVO
Ai ca maghèr ga cór dré lé mósché.
I cani magri sono inseguiti dalle mosche.
5 GIOVEDÌ
S. BONIFACIO
La nòt l’è fadä per i lóc.
La notte è fatta per gli allocchi.
Fare quattro passi su una mattonella
(camminare a piccoli passi).
6 VENERDI’
S. NORBERTO
Sé ta öt ché mèrló ‘l canté bé, pélégä l’öf.
Se vuoi che il merlo canti bene dagli l’uovo
pelato.
11 MERCOLEDI’
S. BARNABA
Picà dét ‘l nàs.
Mettere dentro il naso (convincersi).
7 SABATO
S. EUGENIA
I òm nó i sa misürä a cané.
L’uomo non si misura col metro.
8 DOMENICA
S. GUGLIELMO – PENTECOSTE
L’è mèi éssèr sui ché mal cómpagnàcc.
Meglio soli che male accompagnati.
9 LUNEDI’
S. EFREM
‘L pa dè i altèr, ‘l ga sèt crösté.
Il pane degli altri ha sette croste.
10 MARTEDI’
S. MAURINO
Fa quatèr pas sö ‘n dè na pianèlä.
12 GIOVEDI’
S. ONOFRIO
Fà pàcèra.
Fare fango (lavorare a vuoto).
13 VENERDI’
S. ANTONIO DI PADOVA
A üsa i s-cècc gulus sa i vüsä ladèr.
Abituare i figli ad essere golosi li si fa
diventare ladri.
14 SABATO
S. ELISEO
Gna pèr tórt, gna pèr risù fat mai mètèr ‘n prisù.
Né a torto né a ragione fatti mettere in
prigione.
15 DOMENICA
S. VITO – SANTISSIMA TRINITA’
Chèl ché lódä pö dè chèl ‘l pöl, ó ‘l t’anganä o
‘nganà ‘l ta öl.
Chi ti loda più del dovuto o t’inganna o
t’ingannerà.
16 LUNEDI’
S. AURELIANO
Bótà ‘n aria ‘l capèl.
Gettare il cappello in aria (momento
fortunato).
725
Feriti
al giorno
10
Morti
al giorno
51
Disabili
al giorno
17 MARTEDI’
S. IMERIO
Pansä pienä nó pènsä a chèlä ödä.
Pancia piena non pensa a quella vuota.
18 MERCOLEDI’
S. MARINA
A parlà dèl diaól compàr la pèl.
A parlar del diavolo appare la sua pelle.
19 GIOVEDI’
SS. GERVASIO E PROTASIO
Fèrà la spusä.
Ferrare la sposa (detto di quando si dona
l’anello).
20 VENERDI’
S. ETTORE
G’ha öl l’arganèl per fàl
möèr.
Ci vuole l’argano per
smuoverlo (detto di
persona lenta).
21 SABATO
S. LUIGI GONZAGA
Dopo i quaràntatré, ‘l döl
dèanti, ‘l döl dè dré.
Passati i quarantatre anni
(lo scettro perde vigore)
Giugno 2014
son dolori sia davanti che di dietro.
22 DOMENICA
S. PAOLINO DA NOLA – CORPUS
DOMINI
I fra i réspónt cómè l’abàt l’antunä.
I frati in coro rispondono all’intonazione
che dà l’abate.
23 LUNEDI’
S. GIUSEPPE CAFASSO
La minèsträ pö catìä l’è chèlä dé i fra.
La peggior minestra è quella dei frati.
24 MARTEDI’
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI
BATTISTA
‘L vàl miä córèr bastä rià a urä.
Non serve correre basta arrivare in tempo.
25 MERCOLEDI’
S. GUGLIELMO
A ólté bisògnä sarà ‘n ócc.
A volte bisogna chiudere un occhio.
26 GIOVEDI’
S. VIGILIO
‘L signur ‘l dà ‘l frèt sécónt i pagn.
Dio dà il freddo secondo i panni.
27 VENERDI’
S. ARIALDO DI MILANO
Al bésògn sa cónùs l’amìs.
L’amico si conosce al bisogno.
28 SABATO
S. ATTILIO
Dio ‘l ma sègné dè i padrègn e madrégné.
Dio mi salvi dai patrigni e matrigne.
29 DOMENICA
SS. PIETRO E PAOLO
Quand sa g’ha fam l’è bù töt.
Quando si ha fame va bene tutto.
30 LUNEDI’
SANTI PROTOMARTIRI
‘Na fómnä pèr ca, ‘n prèt ‘n sagristiä, sé ghè
n’è dè piö i sa piä ‘n unur dè Gésü.
Una donna per ogni casa, un prete per
sagrestia, se fossero di più si farebbero a
pezzi in onore di Gesù.
Ricette
Giugno 2014
Pag. 15
Cucina bres c ia n a : Seco nd i d i c a rn e
filtrato, aggiustate di sale e pepe. Fate cuocere
lentamente con il coperchio per circa un ora
e mezza e, se occorresse, aggiungetevi altro
vino. A cottura ultimata dovreste avere un
sughetto denso e scuro che servirete con la
carne affettata e la polenta morbida.
MANZO DI ROVATO ALL’OLIO
Ingredienti: 1 kg di “cappello del prete”,
2 cipolle, 1 gambo di sedano, 3 carote, il
verde di 5 zucchine, 2 acciughe salate, 10
capperi sotto sale, olio d’oliva, prezzemolo,
sale, pangrattato, grana grattugiato e vino
bianco secco.
Procedimento: rosolate la carne in una
tazza di olio con le acciughe e i capperi,
aggiungetevi le verdure a pezzi tranne le
zucchine e bagnate il tutto con il vino
bianco. Cuocete per due ore, aggiungete
le zucchine e terminate la cottura. Togliete
la carne, passate il sugo, aggiungete il
pangrattato e il grana, salate se necessario,
tagliate la carne a fette e scaldatela nel sugo.
Servite con prezzemolo tritato, olio d’oliva
crudo e una buona polenta.
POLLO IN GUAZZETTO
Ingredienti: 1 pollo da 1200 g, 1 cipolla, 1
carota, 1 gambo di sedano, 1 bicchiere di
passata di pomodoro, 4 patate vino bianco
Una ricetta facilissima il cui gusto varia a piacere a seconda del tipo di frollini scelti. secco, salvia, lardo, burro, sale e pepe.
Procedimento: tagliate il pollo in otto pezzi,
salatelo e fatelo rosolare con il lardo, burro
e salvia, aggiungete la cipolla e fate rosolare
anch’essa. Affettate il sedano e la carota e
aggiungeteli al pollo; quando questo avrà
preso colore bagnate con vino bianco, fate
evaporare e quindi aggiungete la passata
di pomodoro. Cuocete per trenta minuti,
Dopo il pesce eccoci a parlare di carne.
Ed iniziamo con una ricetta che si può
considerare un classico della cucina
bresciana e cioè:
STUFATO DI CAVALLO
da mangiare il giorno dopo
Ingredienti: 2 kg di sotto spalla di cavallo
intera, 1 kg di cipolle bionde, 2 litri di vino
rosso corposo, 100 g di burro, 100 g di olio
d’oliva, sale, pepe e noce moscata.
Procedimento: con il batticarne battete la
carne al fine di renderla tenera. Mettetela
in una bacinella e copritela con le cipolle
affettate e il vino rosso, lasciatela in infusione
per 48 ore in frigo. In una casseruola capace
fate sciogliere il burro e l’olio, sgocciolate
carne e cipolle dal vino, quindi fate
imbiondire le cipolle nel burro e l’olio e
aggiungetevi la carne che farete rosolare,
bagnate carne e cipolle col vino, aggiustate
di sale, pepe e noce moscata. Coprite la
casseruola e cuocete dolcemente per due o
tre ore. Togliete la carne, passate al setaccio
il sugo e affettate la carne, sistematela sopra
un piatto e copritela con il sugo. Se la
conservate coperta di salsa, il giorno dopo
è ancora migliore. Servite con una polenta
morbida.
STUFATO DI CAVALLO
da consumare appena cotto
Ingredienti: 2 kg di spalla di cavallo, 1/2 kg
di cipolle, 100 g di burro, alloro, 200 g di
olio d’oliva, 50 g di pancetta, aglio, carota,
gambo di sedano, cannella in polvere, noce
moscata, chiodi di garofano, farina bianca,
sale, pepe e 2 litri di vino rosso robusto.
Procedimento: lardellate la carne con
qualche pezzetto di pancetta, mettetela in
infusione nel vino per sei – sette ore in un
luogo fresco, unendovi una foglia di alloro,
la carota, il gambo di sedano e una cipolla
tutti a fettine, l’aglio schiacciato, un pizzico
di cannella e di noce moscata. Mettete sul
fuoco una casseruola con il burro, l’olio,
la pancetta rimasta e le cipolle affettate,
rosolate lentamente, quindi unitevi la carne
sgocciolata e infarinata fatele prendere
colore da tutte le parti, unitevi le verdure
dell’infusione ben sgocciolate, rosolate per
qualche minuto, versate il vino dopo averlo
FROLLINI PASTICCIATI
Per 8-10 persone
Ingredienti:
- 200 g di burro ammorbidito + il necessario
per lo stampo;
- 2 tuorli;
- 150 g di zucchero a velo
- 3 cucchiai di cacao
- 600-700 g di biscotti (frollini al burro e
panna oppure aromatizzati alle mandorle,
all’anice, al cocco ecc.)
Preparazione
foderate uno stampo quadrato o
rettangolare con un foglio di carta da forno
leggermente imburrato.
- Versate i tuorli in una grande ciotola,
unite lo zucchero e battete con il frullino
elettrico fino a ottenere un composto
chiaro e spumoso.
- Con un cucchiaio di legno lavorate
energicamente il burro e il cacao finché
assumeranno la consistenza di una crema.
- Unite le due preparazioni mescolando
bene e lavorando ancora con il frullino
elettrico in modo che si amalgamino
perfettamente.
- Schiacciandoli con il matterello, sbriciolate
circa 150-180 g di frollini e mescolateli con
cura alla crema appena preparata.
- Confezionate il dolce alternando a strati,
nello stampo, la crema e frollini rimasti
interi fino a esaurire gli ingredienti; iniziate
e terminate con un sottile strato di crema.
- Mettete lo stampo nel frigorifero e lasciate
raffreddare il dolce per 12 ore.
quindi aggiungete le patate pelate e tagliate
a pezzi e terminate la cottura facendo
attenzione che non si attacchino al fondo.
POLLASTRA RIPIENA
Ingredienti: 1 pollastra da 2 kg, 1 uovo, aglio,
prezzemolo, 1 gambo di sedano, cipolla,
pangrattato, latte, burro, 1 amaretto, grana
grattugiato e sale.
Procedimento: pulite una bella pollastra
grassa. Preparate il ripieno tritando il
fegatino che mescolerete con il pane, il
formaggio, l’amaretto tritato, un po’ d’aglio
e prezzemolo tritati, legando il tutto con
l’uovo e bagnando con un po’ di latte
caldo. Amalgamate bene l’impasto, salatelo
e introducetelo nella pollastra, cucitela e
legatela per mantenerla in forma. Ponetela in
una pentola con acqua bollente leggermente
salata, unitevi la cipolla e il sedano. Cuocete
la pollastra, toglietela quindi dal brodo e
tagliatela a pezzi, servendo a parte il suo
ripieno.
CONIGLIO DI BARGHE
Ingredienti: 1 coniglio nostrano da 1200 g,
2 bicchieri di vino bianco secco, burro, olio,
rosmarino, salvia, 2 cipolle piccole, aglio,
prezzemolo, sale e pepe.
Procedimento: rosolate in un tegame con
burro ed olio la cipolla tritata, la salvia, il
rosmarino, aggiungetevi il coniglio tagliato
a piccoli pezzi. Rosolate bene e aggiungete
un battuto di prezzemolo, aglio e il fegatino
del coniglio, rosolate ancora per un poco,
aggiustate di sale e pepe e bagnate con il vino
bianco. Continuate la cottura a fuoco lento,
facendo attenzione di non far attaccare la
carne al tegame.
ISLo
islo, un archivio di immagini
Pag. 16
storiche condiviso con tutti
L’I.S.Lo (Istituto di Studi Locali) di
Manerbio sta raccogliendo varie immagini,
cartoline e documenti fino agli anni ‘60
(possibilmente corredati con un minimo di
commento) con la finalità di condividerle in
una galleria online. Abbiamo già caricato,
oltre al materiale condiviso da altri utenti,
quattro album con diversi temi. Partendo
da sinistra in senso orario, i rifugi antiaerei
contro i mitragliamenti, l’Asilo, il Convitto
ed infine il Dopolavoro fotografati poco
dopo l’inaugurazione.
www.facebook.com/islo.manerbio
Giugno 2014