SPIRITO diVINO Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb.Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 - LO/MI - Aut. Trib. di Milano n.116 del 18/02/2002 la TO BREAK THE RULES, YOU MUST FIRST MASTER THEM. PER ROMPERE LE REGOLE BISOGNA DOMINARLE. NEL 1993, AUDEMARS PIGUET HA CAMBIATO PER SEMPRE IL M O N D O D E L L’ O R O L O G I O S P O R T I V O . L A P O S S E N T E ARCHITETTURA DEL ROYAL OAK OFFSHORE È DIVENTATA L’ESPRESSIONE SUPREMA DELL’ALTA OROLOGERIA VOTATA ALLA PRESTAZIONE. LA COLLEZIONE ROYAL OAK OFFSHORE 2014 RISCRIVE LA STORIA UNA VOLTA DI PIÙ; LA MASSA OSCILLANTE INCISA A MANO IN ORO 24 CARATI, ORA VISIBILE ATTRAVERSO IL FONDO CASSA IN VETRO ZAFFIRO, UNA FINESTRA APERTA SU 135 ANNI DI MAESTRIA OROLOGIERA. p er meditar e centellinando Per Maggie Henriquez ogni calice di Krug è un esclusivo concerto sulle note della natura G8 DEL VINO I grandi del terroir al Boroli Forum CÔTE DE NUITS Domaine Rousseau alla prova dei voti OLTREPÒ PAVESE Riluce, andare oltre il biodinamico APRILE/MAGGIO 2014 r iv is t a CHIANTI CLASSICO Gran Selezione di Cernilli e Gardini Che sinfonia questo Champagne! DE 12,00€ - LUX 8,50€ - CH CT 12,50 Chf - PTE cont. 8,00€ SPIRITO diVINO www.spiritodivino.biz - Bimestrale Anno 11 N.61 Aprile/Maggio 2014 - IT € 6,00 ROYAL OAK OFFSHORE IN ACCIAIO. CRONOGRAFO. Cover Sdv 61 stesa.indd 1 BOUTIQUE MILANO - VIA MONTENAPOLEONE N. 6 TEL. +39 02 76003115 TEL. +39 02 66985117 NUMERO 61 MONTE CARLO Tra F1 e la cave dell’Hôtel de Paris 27/03/14 18:19 FRANCIA ( UN VIAGGIO NEL MITO ) Sopra, uno scorcio della tavola allestita nell’atelier di Antonio Marras (via Cola di Rienzo 8, Milano; www.antoniomarras.it), luogo scelto per presentare il Vintage Krug 2003 in Italia. A lato, Margareth Henriquez, il volto bello e solare della Maison da quando, nel 2009, ha assunto il ruolo di presidente e direttore esecutivo. «Questo 2003 avrà lunga vita, mi ricorda il 1985, l’intreccio è simile», ha rivelato (www.krug.com). SPIRITO diVINO 68 068-075 imp_KRUG2 AOG.indd 68-69 Davide Mengacci Nell’atelier milanese di Antonio Marras, il Maestro Krug ha diretto un’orchestra di Grande Cuvée e ha presentato per la prima volta in Italia il Vintage 2003, uno spettacolo da piano solo Sinfonia della natura in do maggiore di Bruno Petronilli SPIRITO SPIRITOdiVINO diVINO 69 69 07/04/14 15:27 FRANCIA ( UN VIAGGIO NEL MITO 1 3 4 ) 2 5 6 7 Musica e Champagne corrono da sempre su binari paralleli L «La 2003 è stata un’annata difficile, molto calda e controversa. Ma Krug è riuscita a dare la sua identità anche in questo vintage, perseverando ancora una volta la filosofia e il sogno di Joseph». Le parole sono di Maggie Henriquez, il volto bello e solare della Maison, da quando, nel 2009, ne ha assunto il ruolo di presidente e direttore esecutivo. Ci parla amabilmente nell’atelier milanese di Antonio Marras, il luogo scelto per presentare il Vintage Krug 2003 in Italia. L’ambiente non è affatto casuale: lo stile da haute couture del mitico Champagne francese si sposa alla perfezione con le meravigliose creazioni di Marras che ci circondano. E la serata avrà nell’altrettanto degna mano da stilista di Enrico Bartolini la sua giusta declinazione anche dal lato culinario. Quel sogno, quell’idea imprescindibile di qualità e unicità a cui ogni giorno tutti gli uomini e le donne della Maison Krug si ispirano, nasce 175 anni prima di questa serata. Siamo a metà dell’800, quando un giovane ambizioso e determinato muove i primi passi nel mondo dello Champagne presso la Jacquesson et fils. Si chiama Joseph Krug, amico fraterno di Adolphe Jacquesson, che lo chiama a lavorare nell’azienda di famiglia grazie alle sue indubitabili doti nella gestione contabile e finanziaria. Ma l’indole di Joseph va oltre i semplici numeri che diligentemente tiene in ordine. In una lettera indirizzata ad Adolphe nel 1838, Joseph gli offre un’esortazione accorata che si rivelerà indicatrice di una mentalità diversa, di una visione originale, la prima pietra su cui costruirà una filosofia rivoluzionaria e un mito: «La concorrenza è a dir poco agguerrita, e io credo che non riusciremo a raggiungere nulla se non distinguendoci dagli altri per l’eccellenza dei nostri vini e per l’attenzione prestata all’imbottigliamento e all’uniformità della spuma». Quel vino tanto apprezzato da Napoleone per Joseph Krug non è all’altezza delle idee di perfezione e raffinatezza che ha in mente. Il suo sogno è creare qualcosa di differente, di qualità eccezionale, lavorando a partire dalle uve e affrontando le difficoltà del clima e della natura. Prima di Joseph Sopra, il Krug Grande Cuvée con alcuni prodotti Antonio Marras. 1. Un esterno dell’atelier. 2. Un momento della cena. 3. Margareth Henriquez, presidente e ceo di Krug, e Francesca Terragni, brand director Krug per l’Italia. 4. Lo chef Enrico Bartolini. 5. Jessica Julmy e Gianluca Moncalvi. 6. Giuseppe Duva, ad di Moët Hennessy Italia, con Roberta Antonioli. 7. Mauro Capitale al sax. A fianco, il Krug 2003 (29% Chardonnay, 46% Pinot noir e 25% Pinot Meunier, tutti selezionati da diversi villaggi) abbinato a risotto con capperi, mandorle e midollo. Il 2003 è stato definito «Vivacité Solaire». SPIRITO diVINO 70 068-075 imp_KRUG2 AOG.indd 70-71 SPIRITO diVINO 71 07/04/14 15:27 FRANCIA ( UN VIAGGIO NEL MITO 1 3 4 ) 2 5 6 7 A ogni Cuvée pari qualità, le gerarchie non sono ammesse Davide Mengacci Krug nessuno aveva mai ragionato in questi termini: siamo agli albori della produzione degli Champagne e la sua missione sarà il fil rouge di tutta la storia Krug. Non senza difficoltà di carattere morale, Joseph si separa da Jacquesson e assieme a Hippolyte de Vivès il 1° novembre 1843 fonda una nuova azienda, la Krug et Cie. La sede è a Reims, inizia l’avventura e la costruzione di quel sogno. Perfezionista instancabile e geniale affarista, Joseph Krug segue ogni fase della creazione e della commercializzazione dei suoi Champagne e già nel 1844 le bottiglie di Krug sono presenti ai quattro angoli della terra. La concretizzazione del SPIRITO diVINO 72 068-075 imp_KRUG2 AOG.indd 72-73 mito, ovvero dell’idea di Cuvée, nasce nel 1845: appuntati ordinatamente nel leggendario taccuino rosso ciliegio scuro di Joseph le istantanee di una filosofia semplice e sempiterna. La Cuvée N. 1 illustra il superamento del concetto di annata, grazie alla presenza di un vastissimo repertorio di vini di riserva. Caratterizzata da aromi distinti e corposi, questa cuvée rappresenta la vittoria contro i capricci del clima e incarna, anno dopo anno, la generosità, la profondità e la corposità di una creazione nata dall’incontro di più vini. La Cuvée N. 2 è da realizzare soltanto quando la Maison decide di esprimere la storia di un anno attraverso un millesimato, costituito solo ed esclusivamente da vini in grado di comunicare la singolarità di quel determinato anno. Ogni Cuvée Krug deve essere di pari qualità, non sono ammesse gerarchie di sorta. Tutto qui. Semplice, scolpito nella pietra per sempre. Questo insegnamento travalica il tempo e lo spazio, passa attraverso le generazioni della famiglia Krug, arriva fino ai nostri giorni. Maggie Henriquez paragona, mirabilmente, una bottiglia di Krug Grande Cuvée a una sinfonia in cui un grande direttore d’orchestra ha il compito di coordinare decine di solisti: il risultato sarà un concerto esclusivo, di una finezza assoluta, da ascoltare anno dopo anno con la medesima emozione. E quando lo spartito della natura concederà all’artista di esprimersi con un’esibizione da unico protagonista, ecco che Krug alza il sipario su un’unica annata, Qui sopra, il Krug 2000 accostato al pollo arrosto in salsa allo yuzu. Questo vintage dalla lunga persistenza sprigiona aromi dolci come caramello, torrone, nocciole e agrumi. 1. Viene versata la Grande Cuvée. 2. Davide Oltolini e Fiammetta Fadda. 3. Federico De Cesare Viola. 4. Maddalena Fossati. 5. Stili da haute couture si incontrano al circolo Marras. 6. Giuseppe Duva. 7. Giacomo Bretzel. A fianco, Maggie Henriquez con il Krug 2003 e la Grande Cuvée. Annata difficile, la 2003, caldissima. Ma il risultato è eccezionale; intenso, suadente, palpitante tra note floreali, mielate e agrumate, di una freschezza inusuale. SPIRITO diVINO 73 07/04/14 15:28 FRANCIA ( UN VIAGGIO NEL MITO 1 3 4 ) 2 5 6 7 Ogni vintage è un racconto a sé che si aggiunge al grande libro de Cuvée e la linearità del Vintage 2003, usando come denominatore comune la stessa annata. L’identità di una bottiglia di Krug Grande Cuvée non è più nascosta dietro l’unicità delle forti emozioni sensoriali che sa trasmettere, grazie all’introduzione del Krug Id, un codice che tramite un link sul sito web della Maison consente di sapere ogni dettaglio della creazione e della vita di una bottiglia. Oggi siamo in grado di differenziare le Grande Cuvée a partire dalle annate base come il 2003: la leggenda si svela e si racconta. E si può collezionare quasi fosse un millesimato. Il mito continua. Qui sopra, il Krug 2000 con lamponi, liquirizia e yogurt. 1. Franz Botré con Maggie Henriquez. 2. Jane Cardani e Carlo Antonelli. 3. Riccardo Caliceti, senior brand manager di Krug Italia. 4. Giorgio Melandri. 5. Maggie Henriquez parla con un Bruno Petronilli. 6. Una delle bouvette. 7. Gloria Roseti. A fianco, Maggie Henriquez e la Grande Cuvée, il risultato di un concerto dato dalla base dell’annata 2003 e da 120 vini di riserva risalenti fino a 20 anni. Proprio lei è la protagonista della Krug celebration week (dal 7 al 9 aprile a Londra), in collaborazione con la London’s Philharmonia Orchestra. SPIRITO diVINO 74 068-075 imp_KRUG2 AOG.indd 74-75 Davide Mengacci un vintage, uno spettacolo da piano solo. Il Krug 2003 è stato definito dalla Maison Vivacité Solaire. Le prime note, i primi aromi, sono l’identità della sinfonia Krug: intenso, suadente, palpitante tra note floreali, mielate e agrumate. La bocca rivela una freschezza a tratti inusuale, sembra concedersi prima del previsto. La ragione è proprio l’annata, caldissima, con maturazioni differenti delle uve: la ricchezza dello Chardonnay (29%), la freschezza e l’equilibrio del Pinot noir (46%) e la vivacità del Pinot Meunier (25%), tutti selezionati da diversi villaggi. «Ogni vintage è una storia a sé», confessa Maggie. «Questo 2003 avrà lunga vita, mi ricorda il 1985, l’intreccio è molto simile». Un racconto quindi unico, che si va ad aggiungere nel grande libro della Maison. Ma Maggie ha in serbo un’altra sorpresa. Decide di chiudere il nostro incontro lì da dove era cominciato, ovvero dalla Grande Cuvée. Il simbolo della qualità immortale della Maison dimostra che grande tradizione non significa necessariamente immobilismo e staticità. Gli ultimi, numerosi bicchieri di Grande Cuvée a fine serata sono stati creati con i vini base dell’annata 2003, a cui sono stati aggiunti i vini di riserva, in totale 120, risalenti fino a 15/20 anni prima (tra il 1983 e l’88). Così, la Grande Cuvée, l’orchestra di solisti provenienti da 10 annate diverse, è stata illuminata da una luce del tutto nuova e Maggie ci ha consentito di apprezzare la differenza tra la complessità della Gran- SPIRITO diVINO 75 07/04/14 15:28
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