Miglioramento dello stato di conservazione delle foreste di Castanea sativa (codice habitat 9260) e loro gestione sostenibile in Comune di Serle DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PROGETTO I. SINTESI DEL PROGETTO a) Sintesi del bisogno Il territorio del Comune di Serle è localizzato nelle Prealpi Bresciane, in un’area di connessione ecologica di fondamentale importanza come raccordo tra la Pianura Padana e le Alpi, tanto da essere classificata come “Area prioritaria per la Biodiversità” con la denominazione “Altopiano di Cariadeghe” (Bogliani et al. 2009a) ed Elemento di primo livello nell’ambito della RER - Rete Ecologica Regionale (Bogliani et al. 2009b), nello specifico all’interno del settore “151 – Altopiano di Cariadeghe” della RER. La scheda descrittiva di tale settore della RER prevede la necessità di eseguire interventi di miglioramento della connessione ecologica, tra i quali si segnalano i seguenti, in quanto aventi stretta attinenza e trovanti attuazione con il presente progetto: - conservazione della continuità territoriale; - attuazione e incentivazione di pratiche di selvicoltura naturalistica; - mantenimento della disetaneità del bosco; - mantenimento delle piante vetuste; - conversione a fustaia; - conservazione di grandi alberi; - studio e monitoraggio di avifauna nidificante, entomofauna e teriofauna; - incentivazione delle pratiche agricole tradizionali; - incentivazione del mantenimento e ripristino di elementi naturali del paesaggio agrario tradizionale quali siepi, filari, stagni, ecc.; - incentivi per il mantenimento della biodiversità floristica (specie selvatiche); - studio e monitoraggio della flora selvatica, dell’avifauna nidificante e della lepidotterofauna degli ambienti agricoli e delle praterie. L’habitat “Foreste di Castanea sativa” (codice 9260) è un ambiente coltivato da secoli dall’uomo, ma attulamente in gran parte abbandonato. Il presente progetto si prefigge di contrastare l’abbandono delle foreste di Castanea sativa da secoli coltivate nelle colline bresciane, in particolare in comune di Serle, e soggette ad abbandono nel corso degli ultimi decenni. I castagneti da frutto in assenza di interventi di manutenzione e conservazione tendono infatti a degradarsi e a essere sostituiti da altre specie arboree. Nelle radure di tale habitat forestale è inoltre altresì presente un habitat prativo classificato come prioritario dalla Direttiva Habitat, denominato “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” (codice 6210). Tali habitat offrono condizioni di vita ideali per numerose specie faunistiche e floristiche di pregio, molte delle quali di interesse comunitario o inserite in liste di attenzione a livello regionale o nazionale. -1- b) Breve descrizione del progetto Il progetto si propone il recupero delle selve castanili (habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa” - codice 9260 della Direttiva Habitat), un tempo coltivate per la produzione della castagna e attualmente in stato di abbandono, localizzate in comune di Serle eseguendo interventi colturali che permettano la ripresa della produzione e, allo stesso tempo, l’incremento del valore paesaggistico delle formazioni quali: potatura dei rami colpiti da cancro colorato, risagomatura delle chiome, controllo delle specie esotiche invasive. Le azioni previste dal progetto permetteranno di convertire all’alto fusto le formazioni boschive attualmente trattate a ceduo. Tali interventi permetteranno il recupero di aree interessate dalla coltivazione del castagno e di guidare e stimolare l’interesse delle aziende agricole locali verso la gestione delle selve castanili, garantendo un adeguato riflesso economico per la produzione di frutto e legno di qualità. Il progetto prevede altresì il ripristino di praterie magre di elevato valore naturalistico, in particolare per la presenza di una ricca fioritura di orchidee (habitat prioritario “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” - codice 6210 della Direttiva Habitat. Tali interventi porteranno a: - migliorare lo stato di conservazione di tali habitat - migliorare lo stato di conservazione di specie floristiche e faunistiche ad essi legate - migliorare la connessione ecologica tra aree planiziali e Prealpi Bresciane nell’ambito del settore “151 – Altopiano di Cariadeghe” della Rete Ecologica Regionale. Castagneto in cattivo stato di conservazione in comune di Serle -2- Particolare di castagneto che necessita di interventi di recupero c) Enti e associazioni aderenti al progetto - Comune di Serle (ente capofila); - Fondazione Lombardia per l’Ambiente (partner). Hanno manifestato interesse al progetto, tramite lettera di interessi allegata, i seguenti Enti che insistono nell’area: - Comunita’ Montana di Valle Sabbia - Consorzio per la Gestione del Monumento Naturale Altopiano di Cariadeghe - GAL – Garda Valsabbia - Ecomuseo del Botticino - Provincia di Brescia. Hanno aderito al progetto, tramite lettere allegate, le seguenti Aziende agricole operanti nel territorio del Comune di Serle: - Azienda agricola Tonni Giuseppe - Azienda agricola Ragnoli Fabio. d) Costi complessivi e ammontare del contributo richiesto Costo complessivo degli interventi Fondi degli enti capofila e partner (valorizzazione del personale e contributi) Ammontare del contributo richiesto alla Fondazione Cariplo € 424.500,00 € 170.000,00 100% 40% € 254.500.00 60% -3- e) Breve presentazione del Comune di Serle Serle è un comune lombardo di 3119 abitanti situato a 500 metri s.l.m. in Provincia di Brescia e che si estende su una superfice di 18,50 kmq. E’ caratterizzato da un contesto agricolo tipico delle prealpi, con aziende zootecniche normalmente dedite alla produzione di latte per la vendita a caseificio o per la trasformazione in loco in formaggi freschi o stagionati. Da alcuni anni si è inoltre sviluppato il comparto agrituristico, complementare all’attività agricola e in grado di permettere alle aziende di rimanere sul territorio, abbinato al recupero della castanicoltura e sviluppo di altre tipologie di frutticoltura e orticoltura, al servizio dell’attività di ristoro agrituristico. A livello ambientale e naturalistico l’area è caratterizzata da diffusi fenomeni carsici ipogei ed epigei, nonché da estese superfici a bosco e da una microfauna di rilevante interesse. Il territorio comprende il Monumento Naturale Altopiano di Cariadeghe, designato Sito di Importanza Comunitaria, in attesa di designazione a Zona Speciale di Conservazione (ZSC) secondo quanto previsto dall’art. 4, comma 4 della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Il Sito di Importanza Comunitaria si estende per 523,06 ettari di superficie. L’Altopiano di Cariadeghe è stato inoltre designato quale “Area Prioritaria per la Biodiversità in Lombardia” con D.G.R. n. 8/10962 del 30 dicembre 2009 (Bogliani et al. 2009). II. ANALISI DEL BISOGNO Di seguito si riporta una breve sintesi delle motivazioni che hanno portato alla individuazione e definizione delle principali Azioni previste dal progetto. L’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa” (codice 9260) è un ambiente in stato di degrado e di abbandono nel territorio lombardo, con conseguente invasione da parte di altre latifoglie, differenti a seconda dell’ambiente. La fauna di tale habitat presenta notevoli affinità con quella dei bosachi di rovere (IPLA 2000). L’avifauna in particolare è rappresentata da un buon numero di specie, in particolare quelle legate per la nidificazione alle cavità dei vecchi tronchi (allocco, picchio verde, picchio rosso maggiore, picchio rosso minore, picchio nero, picchio muratore, cincia bigia, cinciarella, rampichino comune, codirosso comune). Il succiacapre, specie di interesse comunitario, si insedia inoltre nelle radure del castagneto. La Val Sabbia, in provincia di Brescia, rientra tra le zone castanicole per eccellenza della Lombardia (Bounous 2002). In tale area ricade il comune di Serle, che sul suo territorio ospita circa 174 ha di selve castanicole localizzate su terreni di proprietà del comune stesso e che necessitano di interventi urgenti di miglioramento a causa dell’attuale stato di abbandono. Tale area ricade in un Elemento di primo livello della RER - Rete Ecologica Regionale (Bogliani et al. 2009), classificata come Area prioritaria per la biodiversità 57 “Altopiano di Cariadeghe” ed elemento di particolare importanza per quanto concerne la connessione ecologica tra Prealpi e Pianura padana. L’area rientra in particolare nel settore 151 della RER, per il quale sono previsti interventi di “attuazione e incentivazione di pratiche di selvicoltura naturalistica”, “mantenimento delle piante vetuste”, “conversione a fustaia”, “conservazione di grandi alberi”, “studio e monitoraggio di avifauna nidificante e teriofauna” (Bogliani et al. 2009), tipologie di intervento previste nell’ambito del presente progetto. La realizzazione di interventi di recupero delle selve castanili nel Canton Ticino (Svizzera) e nel Comasco hanno portato a un incremento della biodiversità e delle specie di interesse conservazionistico (Rapella 2003, Forni 2006, Spada et al. 2008, Moretti et al. 2009). -4- III. PIANO D’INTERVENTO 1) Obiettivi generali Il progetto si prefigge di: a) Migliorare lo stato di conservazione dell’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa”; b) Recuperare le varietà locali di castagno da frutto; c) Migliorare lo stato di conservazione dell’habitat prativo “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)”; d) Migliorare lo stato di conservazione di habitat importanti per avifauna nidificante e migratoria di interesse conservazionistico (Allegato I, Direttiva Uccelli 2009/147/CE e SPEC secondo BirdLife International 2004), anfibi e rettili, chirotteri. 2) Strategie generali d’intervento Personale coinvolto L’organigramma di progetto sarà il seguente: PERSONALE STRUTTURATO DEL COMUNE DI SERLE RUOLO NOMINATIVO NOTE Responsabile Gianpietro Ragioniere amministrativo Nicolini Responsabile tecnico Massimiliano Lopedoto Responsabile Uff. Tecnico Architetto Segretario comunale Salvatore Labianca Segretario comunale Segreteria Ragnoli Laura Segretaria PRESTAZIONE DI TERZI DEL COMUNE DI SERLE Progettista e direttore Niccolò Mapelli Agronomo-forestale lavori per gli interventi gestionali Progettista e direttore Ocildo Stival Perito agrario lavori per gli interventi gestionali PERSONALE STRUTTURATO DELLA FONDAZIONE LOMBARDIA PER L’AMBIENTE Coordinatore del Settore Riccardo Falco Naturalista biodiversità e aree protette Referente Settore editoria e Tania Feltrin Grafica grafica Referente Settore Lorena Biffi Ragioniere amministrativo Direttore Fabrizio Piccarolo Direttore e responsabile del personale PERSONALE NON STRUTTURATO DELLA FONDAZIONE LOMBARDIA PER L’AMBIENTE Responsabile scientifico del G. Matteo Crovetto Agronomo Settore biodiversità e aree protette Collaboratrice del Settore Valentina Bergero Laureata in Scienze ambientali -5- biodiversità e aree protette ed esperto GIS PRESTAZIONE DI TERZI DELLA FONDAZIONE LOMBARDIA PER L’AMBIENTE Coordinatore di progetto Tonni Gianbattista Collaboratore tecnico-amministrativo Botanico Barbara Ghidotti Naturalista Erpetologo Rolando Bennati Esperto di anfibi e rettili Chirotterologo Martina Spada Esperta di chirotteri Ricercatore senior della Fabio Casale Ornitologo ed esperto di gestione di Fondazione Lombardia habitat a favore di specie faunistiche per l’Ambiente di interesse conservazionistico. Tempi di realizzazione Il progetto verrà avviato l’1 gennaio 2014 e si completerà il 31 dicembre 2017. La durata del progetto è di quattro anni, così suddivisi: Anno 2014 2015 2016 2017 Azioni Interventi di recupero dell’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa”: studio delle varietà locali di castagno da frutto, recupero dei castagneti abbandonati, conversione dei boschi cedui di castagno in castagneto da frutto, conservazione degli alberi maturi di castagno Interventi a favore della fauna selvatica di interesse conservazionistico: realizzazione di nuova pozza per anfibi; ripristino muretti a secco a favore di rettili; posa di bat box a favore di chirotteri Gestione e conservazione di habitat prativo di interesse comunitario: ripristino dell’habitat Individuazione di un percorso tra enti pubblici e privati per la gestione sostenibile delle selve castanili del Comune di Serle Attività di divulgazione, comunicazione e valorizzazione del progetto Coordinamento Monitoraggio degli habitat e delle specie Interventi di recupero dell’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa”: mantenimento Gestione e conservazione di habitat prativo di interesse comunitario: mantenimento Individuazione di un percorso tra enti pubblici e privati per la gestione sostenibile delle selve castanili del Comune di Serle Attività di divulgazione, comunicazione e valorizzazione del progetto Coordinamento Individuazione di un percorso tra enti pubblici e privati per la gestione sostenibile delle selve castanili del Comune di Serle Attività di divulgazione, comunicazione e valorizzazione del progetto Coordinamento Monitoraggio degli habitat e delle specie Interventi di recupero dell’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa”: mantenimento Gestione e conservazione di habitat prativo di interesse comunitario: mantenimento Individuazione di un percorso tra enti pubblici e privati per la gestione sostenibile delle selve castanili del Comune di Serle Attività di divulgazione, comunicazione e valorizzazione del progetto Coordinamento Monitoraggio degli habitat e delle specie Interventi di recupero dell’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa”: mantenimento -6- Gestione e conservazione di habitat prativo di interesse comunitario: mantenimento Individuazione di un percorso tra enti pubblici e privati per la gestione sostenibile delle selve castanili del Comune di Serle Attività di divulgazione, comunicazione e valorizzazione del progetto Coordinamento Monitoraggio degli habitat e delle specie 3) Risultati attesi 1) Miglioramento dello stato di conservazione dell’habitat di interesse comunitario “Foreste di Castanea sativa” (codice 9260 Direttiva Habitat) 2) Miglioramento dello stato di conservazione dell’avifauna legata alle selve castanili; 3) Miglioramento dello stato di conservazione della chirotterofauna legata alle selve castanili; 4) Miglioramento dell’habitat prioritario “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” (codice 6210 Direttiva Habitat); 5) Miglioramento dello stato di conservazione dell’erpetofauna legata alle selve castanili. 4) Azioni 1) INTERVENTI DI RECUPERO DELL’HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO “FORESTE DI CASTANEA SATIVA” Tale azione si struttura in tre sotto-azioni, di seguito descritte. Sotto-Azione 1.1 – CENSIMENTO VARIETALE NELLE ECOLOGICO E AGRONOMICO IN COMUNE DI SERLE SELVE CASTANILI DI MAGGIORE INTERESSE Obiettivi specifici - mappare e censire le cultivar locali per la conservazione della biodiversità - creare una banca dati territoriale per orientare studi e interventi successivi. Strategie d’intervento Le vecchie selve castanili sono spesso aggregati di notevole valore ecologico e culturale perché costituite da piante di varietà locali, ben adattate alle condizioni stazionali, che testimoniano il lungo e paziente lavoro di selezione e di coltivazione realizzato nel corso dei secoli. Per questo, quando le condizioni ambientali e logistiche lo permettono, il loro ripristino è un’operazione importante e preziosa. Le notizie e le fonti locali, oltre che la presenza dei castagneti da frutto, testimonia un’attività significativa di selezione e diffusione nel Comune di Serle di questa essenza arborea nei decenni passati. Non essendo mai stata condotta una ricerca sulle varietà locali di castagno da frutto si ritiene necessario avviare un’indagine che abbia l’intento di fornire un elenco delle varietà locali di castagno da frutto, corredato da una breve descrizione delle caratteristiche morfometriche e pomologiche, da un’adeguata iconografia e da una prima indicativa distribuzione geografica all’interno dell’area indagata. I rilievi permetteranno di individuare alcune “piante madri campione”, da utilizzare per il prelievo di materiali vegetali e perciò finalizzate alla conservazione e moltiplicazione di alcune delle varietà riconosciute. -7- Attraverso interviste ai castanicoltori, che saranno da realizzare direttamente in campo, saranno raccolti nomi, caratteristiche e forme d’uso delle varietà da frutto, per poi redigere un primo elenco varietale. Verificate le omonimie e analogie, si potrà ricavare il relativo elenco delle diverse varietà o, meglio, ecotipi o popolazioni locali, la cui reale e sostanziale differenziazione è spesso difficilmente individuabile, pur se per alcuni di essi non mancano elementi di forte caratterizzazione. Da questo elenco saranno scelte alcune varietà ritenute meritevoli di studio e di rilancio produttivo sulla base della loro diffusione e delle caratteristiche morfocarpologiche. Per ciascuna delle varietà prescelte verrà individuato almeno un albero campione, analizzato e descritto negli aspetti vegeto-riproduttivi, fenologici e carpologici. Uno degli aspetti qualificanti del progetto è quello di identificare le varietà locali attraverso la raccolta e lo studio delle fonti scritte e orali. Si dovrà definire il contenuto minimo della scheda varietale, al fine di potere presentare un lavoro di censimento omogeneo (oltre che delle modalità di censimento; n. campioni, elementi da prelevare e da indagare, ecc.). I materiali di partenza saranno ad esempio le schede prodotte dall’Ass. castanicoltori della Svizzera italiana, dal Consorzio castanicoltori di Brinzio e dal Progetto Interreg I Castagneti dell’Insubria. Tempistica 12 mesi, per l’indagine e la ricerca varietale, da gennaio a dicembre 2014. Organigramma - un tecnico con provata esperienza e conoscenza del castagno per la ricerca varietale (Ocildo Stival) Risultati attesi - descrizione delle varietà locali di castagno; - individuazione e localizzazione delle piante madri campione; - sensibilizzazione degli agricoltori locali relativamente alla conservazione della biodiversità. Sotto-Azione 1.2 – INTERVENTI DI RIPULITURA E CONTENIMENTO DELLA VEGETAZIONE INVASIVA ED ESECUZIONE DI INNESTI E SOVRINNESTI DI CEPPAIA SUL CASTAGNO DA FRUTTO Strategie d’intervento Le fomazioni a castagneto da frutto, pur se incolte e invase da altre specie arboree e arbustive, sono facilmente riconoscibili perché conservano l’originario impianto rado (6x6 – 9x9 m) strutturato sui grandi alberi innestati. Probabilmente molti soggetti fruttiferi di grande valore sono stati abbattuti, ma tra i vigorosi polloni riscoppiati dalle ceppaie è quasi sempre ben visibile ciò che rimane dei fusti originari. Talvolta questi grandi ceppi sono una fonte ed un rifugio prezioso per molte specie faunistiche. Le operazioni fondamentali per attuare il recupero delle selve castanili fruttifere sono la ripulitura del castagneto, l’eventuale taglio dei castagni irrecuperabili, la potatura di rimonda delle parti colpite dal cancro della corteccia, l’impianto o l’innesto di nuovi castagni, la concimazione e la ricostituzione del cotico erboso. La vegetazione arborea insediatasi spontaneamente tra gli esemplari di castagno rappresenta un elemento di disturbo per le piante da frutto, soprattutto per la concorrenza esercitata alla disponibilità di acqua, luce e nutrienti nel suolo. Le chiome di questi colonizzatori entrano in competizione con quelle del castagno, ostacolandone la crescita e la fruttificazione, che avviene sui germogli dell’anno. Una volta asportata la vegetazione invadente si potranno scegliere le ceppaie su cui verranno eseguiti gli innesti. La scelta deve tener conto della fertilità della stazione, nonché della vigoria, delle condizioni sanitarie e della disposizione spaziale delle ceppaie nell’area. La presenza di adeguati spazi aperti e perciò di luce è condizione indispensabile per la buona riuscita -8- della conversione. Mantenendo una distanza media tra le ceppaie di 5-6 m, corrispondente a una densità di 280-400 ceppaie/ha al termine della conversione, ovvero dopo la selezione dei soggetti migliori, si potrà avere una distanza definitiva tra i soggetti da frutto di 9-11 m, pari a una densità ottimale di 80-120 piante/ha. Una volta effettuata la scelta delle ceppaie si farà un’ulteriore selezione, questa volta a carico dei polloni: verranno conservati quelli più sani e vigorosi, meglio affrancati e collocati in posizione intermedia (né troppo all’interno né troppo all’esterno della ceppaia), il più possibile luminosa, in numero di 4-6 per ceppaia. Quelli troppo piccoli o troppo grossi, quelli affetti da tutte le forme di cancro della corteccia o deperiti dovranno essere tagliati al piede, in maniera che nel complesso la ceppaia presenti un profilo convesso, atto a evitare ristagni idrici. Di norma non è possibile innestare direttamente i polloni invecchiati o le piante d’alto fusto per l’eccessiva ampiezza dei loro diametri. In questo caso, o comunque quando i fusti non presentano sezioni adatte, si dovrà effettuare un taglio rasoterra per ottenere di nuovi vigorosi ricacci, lasciando eventualmente in veste di tirasucchio alcune matricine con cancro cicatrizzante. La metà dei polloni selezionati, sani e con diametro compreso tra 1 e 12 cm (meglio se di sezione ridotta), sarà di seguito innestata con varietà da frutto pregiate, possibilmente locali, mentre gli altri polloni fungeranno oltre che da scorta per eventuali fallanze, da “tirasucchio”, da schermo ombreggiante e infine da tutore delle cacciate nate dall’innesto. La selezione dovrà interessare anche i “selvaggioni” di castagno (piante nate da seme), che verranno lasciati solo se sani e vigorosi e nel caso si ipotizzi un loro utilizzo come portainnesto o, al più, come impollinatore. Numerosi sono i tipi di innesto praticabili sul castagno: la scelta del più idoneo dipenderà dal tipo di portainnesto a disposizione, ma anche dalla manualità dell’operatore e dall’epoca di esecuzione. Nel caso di selvaggioni con diametri ridotti, si utilizzeranno l’innesto a spacco inglese semplice o a doppio spacco inglese, quello a spacco pieno, a zufolo, a gemma o scudetto, a scaglia; nel caso di innesto su polloni di ceppaia o di sovrainnesto su piante adulte, con diametri medio-grandi, si utilizzeranno preferibilmente l’innesto a spacco diametrale, a triangolo, a corona, a corona con marze invertite. Una delle condizioni fondamentali per la riuscita di un innesto sarà la disponibilità di buone marze. Queste dovranno provenire da piante adulte, selezionate tra le varietà (sotto-azione 1.1) che, per il loro pregio, si desidera propagare e mantenere ai fini della biodiversità locale. Al fine di favorire l’emissione di vigorosi e ben conformati getti le piante prescelte andranno preventivamente ad appositamente potate, nel corso della precedente fase di quiescenza. Il prelievo dovrà essere fatto nel periodo di riposo vegetativo, preferibilmente a febbraio-marzo, mediante il taglio di rami di 1 anno, lunghi 40-60 cm, scelti tra quelli più sani e significati. Si prevedono i seguenti interventi da realizzarsi annualmente: - taglio di ripulitura andante della vegetazione infestante arbustiva, lianosa e infestante; - taglio di tutte le piante indesiderate, compresi i giovani soggetti di castagno sviluppatisi spontaneamente; - taglio selettivo dei polloni migliori sulle ceppaie di castagno presenti, allo scopo di salvaguardare e stimolare la crescita di nuovi polloni sui quali procedere al sovrainnesto delle varietà di castagne prescelte. - taglio dei castagni da frutto irrecuperabili; - spollonatura; - asportazione dei succhioni; - rinfoltimenti delle aree carenti di ceppaie mediante l'utilizzo di piante forestali Obiettivi specifici - ripristinare le superfici a castagneto, con particolare riguardo a quelle da frutto - valorizzare la castanicoltura locale, attività con antiche tradizioni nella zona - miglioramento della biodiversità, favorendo spaziatura e distanza tra le piante - riprodurre e propagare le cultivar censite mediante innesti e sovrainnesti su ceppaia - conservare la biodiversità locale di castagno -9- - frenare la perdita di cultivar ed ecotipi locali Tempistica 48 mesi, con previsione di tre interventi all’anno di controllo del riscoppio della vegetazione legnosa, da realizzarsi nel 2014, 2015, 2016, 2017. Organigramma - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni) - personale del Comune di Serle (Gianpietro Nicolini, Massimiliano Lopedoto, Salvatore Labianca, Laura Ragnoli) - personale della Fondazione Lombardia Ambiente (Fabrizio Piccarolo, Lorena Biffi) - un perito agrario e un agronomo-forestale (Ocildo Stival, Mapelli Niccolò) - aziende agricole, associazioni locali, ditte esterne esecutrici degli interventi - operatori esperti per la realizzazione degli innesti. Risultati attesi - 6 ha circa di interventi di ripulitura - ripristino di fisionomia della forma selvicolturale del castagneto - sostegno delle attività agricole locali - sensibilizzazione degli agricoltori locali relativamente alla conservazione della biodiversità. - n. 300 innesti su ceppaia - incremento della biodiversità floristica -incremento e miglioramento di habitat idoneo per specie di interesse conservazionistico Sotto-Azione 1.3. INTERVENTI DI RECUPERO DI SELVE CASTANILI MEDIANTE POTATURE DI RIDUZIONE E RINGIOVANIMENTO Strategie d’intervento Il castagno da frutto, come tutte le essenze fruttifere, necessita di periodiche potature. Dopo anni di mancati interventi colturali, le chiome dei castagni fruttiferi sono irregolari, arruffate, con parti dense e altre assai rade e con rami o intere branche morte a causa di malattie o per la mancanza di un’adeguata illuminazione. L’intensità delle potature e l’opportunità di effettuare un intervento di drastica riduzione della chioma, con tagli che interessino le branche principali o addirittura il fusto, saranno valutate nel corso di direzione lavori in base alle condizioni vegetative e sanitarie delle piante. Obiettivi specifici - riequilibrare lo sviluppo delle chiome - selezionare la giusta densità alle branche al fine di migliorare l’illuminazione di tutti i rami - accrescere il vigore vegetativo e la fioritura dell’albero - preservare le cultivar locali Tempistica - 48 mesi, secondo il calendario della stagione silvana (tagli solo nel periodo invernale). Si prevedono i seguenti interventi da realizzarsi nel corso del triennio: - potatura di rimonda (anno 2014) - potatura di riduzione o ringiovanimento (anno 2014) - potatura di ristrutturazione, regolarizzazione o riforma (anno 2015) - potatura di alleggerimento, sfoltimento o mantenimento (anno 2016) - potatura di alleggerimento, sfoltimento o mantenimento (anno 2017) - 10 - Organigramma - Coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni) - Un perito agrario e un agronomo (Ocildo Stival, Mapelli Niccolò) - Operatori qualificati per treeclimbing e lavori in quota per la realizzazione. Risultati attesi - 3 ha di area di intervento complessiva in cui eseguire potature - emissione di nuovi getti per ottenere nuovi rami fruttiferi - riduzione delle chiome che interferiscono con quelle di altre piante - mantenimento e sostegno delle attività agricole locali - sensibilizzazione degli agricoltori locali relativamente alla conservazione della biodiversità 2) INTERVENTI A FAVORE CONSERVAZIONISTICO DELLA FAUNA SELVATICA DI INTERESSE Obiettivi specifici Gli interventi prevedono il miglioramento dello stato di conservazione degli habitat a favore di erpetofauna e chirotterofauna. Le azioni previste comprendono: - ripristino di pozze a favore di anfibi; - ripristino di muretti a secco a favore di rettili; - installazione di bat box a favore di chirotteri. Strategie d’intervento L’azione prevede di: - ripristinare pozze pre-esistenti e in fase di abbandono a favore di anfibi (riproduzione); - ripristinare muretti a secco pre-esistenti e in fase di abbandono a favore di rettili; - installare bat box a favore di chirotteri. Il posizionamento delle bat-box avverrà sia nelle zone di intervento che nelle aree lasciate in abbandono al fine di aumentare la disponibilità di siti di rifugio all’interno dell’intera area. Le bat-box verranno posizionate a 5 m di altezza con diversi orientazioni (nord, sud, est, ovest) per offrire differenti condizioni microclimatiche interne. Il controllo avverrà una volta all’anno per gli anni successivi il posizionamento da parte di personale esperto che ispezionerà le singole bat-box nel periodo estivo (Azione 4). Tempistica Interventi da realizzarsi nel 2014. Organigramma - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni) - un agronomo-forestale (Niccolò Mapelli) - personale del Comune di Serle (Massimiliano Lopedoto) - personale della Fondazione Lombardia Ambiente (Riccardo Falco) - un esperto di gestione di habitat per la fauna di interesse conservazionistico (Fabio Casale) - ditte esecutrici degli interventi. Risultati attesi - nuove pozze a favore di anfibi; - muretti a secco a favore di rettili; - bat box a favore di chirotteri; - miglioramento dello stato di conservazione di erpetofauna e chirotterofauna. - 11 - Pozza per anfibi ripristinata nell’Altopiano di Cariadeghe nell’ambito di un precedente progetto 3) GESTIONE E CONSERVAZIONE DI HABITAT PRATIVO DI INTERESSE COMUNITARIO (“FORMAZIONI ERBOSE SECCHE SEMINATURALI E FACIES COPERTE DA CESPUGLI SU SUBSTRATO CALCAREO (FESTUCO-BROMETALIA) (*STUPENDA FIORITURA DI ORCHIDEE)” - CODICE 6210 DIRETTIVA HABITAT Strategie d’intervento Le selve castanili oggetto di miglioramento selvicolturale mostrano una variegata micromorfologia che da luogo a una successione di impluvi, dossi, fossati e pianori, con forti gradienti udometrici, ospitanti fitocenosi erbacee assai diverse, di limitata estensione, tra loro prossime ma che mantengono confini ben delineati. Si ritiene quindi possibile, dopo averle correttamente individuate e mappate, favorirne la migliore espressione con una gestione differenziata e localizzata. Queste aree rappresentano le zone a maggior rischio di rapida chiusura e abbandono. Il recupero di aree prative invase da specie particolarmente aggressive quali il rovo avverrà tramite eliminazione della copertura di tali specie infestanti e soprattutto dei giovani stoloni del rovo (dove la copertura dei rovi è densa è necessario il taglio con decespugliatore a rotativa), intervenendo almeno 3 volte l’anno durante il periodo vegetativo. Si prevedono inoltre i seguenti interventi da realizzarsi nel corso del triennio 2014-2016: - taglio di arbusti e alberi invasivi (localmente molto densi), ad esclusione del Ginepro e mantenendo alcuni esemplari di Biancospino, Rosa canina, Prugnolo - semina di specie erbacee con miscugli di prato stabile tipo brometo delle specie e varietà locali - cure colturali per contenere il riscoppio vegetativo delle ceppaie presenti. - 12 - Nelle chiarie su dosso dove si sviluppano i prati magri si prevede di effettuare i seguenti interventi: - sfalcio tardivo (luglio-agosto) su tutta la superficie, al fine di permettere alle orchidee e all’avifauna nidificante il completamento del ciclo riproduttivo - seccare il fieno al suolo per favorire la disseminazione e l’abbandono spontaneo di semi, larve e bruchi - taglio degli arbusti invasivi almeno 2 volte l’anno. L’eventuale estirpazione o eliminazione dello strato arbustivo che lasci il suolo nudo deve essere seguita, prima possibile, da una sistemazione del cotico erboso e dallo spaglio con fiorume di prato stabile tipo brometo rigorosamente locale. Nelle chiarie in impluvio dove si sviluppano i prati pingui si prevede di effettuare i seguenti interventi: - uno sfalcio prestivo (maggio-giugno) - uno sfalcio tardivo (agosto) - taglio degli arbusti invasivi almeno 2 volte l’anno L’eventuale estirpazione o l’eliminazione dello strato arbustivo che lasci il suolo nudo deve essere seguita, prima possibile, da una sistemazione del cotico erboso e dallo spaglio con fiorume di prato stabile tipo arrenatereto rigorosamente locale. Obiettivi specifici - individuazione e mappatura delle aree prative nelle chiarie del castagneto - caratterizzazione fitosociologica e individuazione delle specie floristiche prative da favorire e conservare - ripristinare un buono stato di conservazione dei prati magri, in particolare quelli con ricca fioritura di orchidee, habitat prioritario secondo la Direttiva Habitat 92/43/CE, ma anche dei prati pingui soggetti ad abbandono - migliorare lo stato di conservazione delle specie floristiche di interesse conservazionistico, in particolare orchidee - ampliare la superficie di habitat prativo nel rispetto delle esigenze faunistiche - coinvolgere le aziende agricole locali per una gestione degli ambienti prativi finalizzata alla conservazione di habitat e specie di interesse conservazionistico. Tempistica 48 mesi (2014-2017) rispettando la stagione silvana per la parte boschiva, oltre che indicazioni di tutela del periodo riproduttivo della fauna locale. Organigramma - un botanico (Barbara Ghidotti) - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni) - un perito agrario e un agronomo-forestale (Ocildo Stival, Mapelli Niccolò) - aziende agricole locali esecutrici degli interventi. Risultati attesi - 1,5 ettari di area di intervento complessiva - riduzione della presenza di arbusti, di erbe infestanti e esotiche invasive - incremento della biodiversità floristica - mantenimento delle attività agricole locali - 1 ettaro di habitat di interesse comunitario 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperti da cespugli su substrato calcareo (Festuco – Brometalia)” in buono stato di conservazione - 0.5 ettari di habitat di interesse comunitario 6210* prioritario “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperti da cespugli su substrato calcareo (Festuco – Brometalia) con ricca fioritura di orchidee” in buono stato di conservazione - 13 - - 0.1 ettari di radure a prato pingue in buono stato di conservazione - sensibilizzazione degli agricoltori locali relativamente alla conservazione della biodiversità Castagneto con habitat prativo “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” (codice 6210 Direttiva Habitat) in buono stato di conservazione 4) MONITORAGGIO DEGLI HABITAT E DELLE SPECIE Obiettivi specifici - verifica dell’efficacia degli interventi sugli habitat e sulle specie; - definizione delle specie animali e numero di territori/individui presenti prima degli interventi di cui alle Azioni 1, 2 e 3; - definizione delle specie animali e numero di territori/individui presenti dopo gli interventi di cui alle Azioni 1, 2 e 3; - valutazione dell’efficacia degli interventi per la biodiversità animale e floristica; - eventuale reindirizzo degli interventi gestionali (Azioni 1, 2 e 3) per il perseguimento del miglior risultato in termini di miglioramento e ampliamento di habitat di interesse comunitario e del miglioramento dello stato di conservazione delle specie di interesse conservazionistico target di progetto. - 14 - Strategie d’intervento MONITORAGGIO DI HABITAT E FLORA Durante gli interventi selvicolturali sul castagneto e gli interventi di conservazione delle radure si ritiene necessario verificare l’efficacia degli interventi sugli habitat e sulla relativa flora, indirizzando la loro esecuzione verso modalità che permettano di conseguire i migliori risultati in termini conservazionistici. Il monitoraggio floristico-vegetazionale risponderà a questo bisogno ed inoltre assicura un livello permanente di conoscenza, verificandone l’evoluzione nel tempo e nello spazio. Tale monitoraggio sarà realizzato con il metodo fitosociologico e tramite transetti permanenti in corrispondenza degli habitat oggetto di interventi gestionali, ripetuti annualmente su superfici saggio al fine di verificare la variazione nella composizione specifica a seguito degli interventi. Oltre a tali rilievi si prevede anche di procedere con il metodo dei transetti permanenti mediante picchetti interrati, mirante a documentare la presenza e assenza delle varie specie ed a stimarne l’abbondanza. Verranno elencate le specie presenti e per quelle legnose lo strato (rinnovazione, arbusto, albero). Ne risulterà un rilevamento di presenza/assenza e strutturale di dettaglio. Verrà realizzato un rilievo fitosociologico ed almeno un transetto per ogni chiaria/radura oggetto di interventi, da ripetersi annualmente. I rilievi verranno eseguiti prima di iniziare ogni intervento e poi ripetuti ogni anno dopo i tagli e gli sfalci. MONITORAGGIO DI CHIROTTERI La gestione forestale influenza, in larga misura, la disponibilità di siti di rifugio e di aree di foraggiamento per le specie forestali di chirotteri tipicamente fitofile e forestali. L’apertura di spazi aperti all’interno di un bosco chiuso agisce sulla densità degli alberi, sulla loro età e dimensione, rendendo il bosco più idoneo come area di rifugio. È stato osservato che i chirotteri fitofili prediligono, se disponibili, alberi di castagno vivi, con grossi tronchi e assenza di vegetazione intorno all’entrata e selezionano alberi che si trovavano vicino a corsi d'acqua, nei boschi con una percentuale più alta di castagno e con una densità inferiore a quella di boschi formati da piante casuali. Un ritorno alla gestione delle selve che preserva questo tipo di struttura di bosco, specialmente nelle aree in cui sono presenti castagni secolari, crea quindi habitat di rifugio ideali per i chirotteri fitofili (Spada et al. 2008). Il posizionamento di bat-box aumenta la disponibilità di siti di rifugio che in numero elevato nelle aree boschive sono di fondamentale importanza per la chirotterofauna fitofila, dato che ciascun animale cambia frequentemente rifugio durante la stagione. Questo comportamento, definito di roost switching, è determinato dal fatto che i rifugi all'interno degli alberi sono spesso labili e, conseguentemente, i chirotteri fitofili necessitano di essere a conoscenza di numerosi siti in caso alcuni di essi scompaiano. Il roost switching serve anche a mantenere contatti sociali con gli altri individui della colonia che, nel caso dei chirotteri fitofili, non è sita in un unico rifugio, ma è dispersa in diversi rifugi all'interno di un'area boschiva (O’Donnell & Sedgeley 1999; Craig et al. 2004). L’apertura di spazi aperti all’interno del bosco offre inoltre nuove aree di foraggiamento e corridoi di volo. Le specie più forestali cacciano prevalentemente tra le chiome degli alberi e nei corridoi che queste formano (Norberg & Rayner 1987). Gli interventi proposti sono quindi funzionali alla chirotterofauna forestale offrendo nuove aree idonee al rifugio e al foraggiamento tramite il ripristino di habitat semi-naturali della selve castanili gestite, caratterizzate da castagni secolari e spazi semi-aperti. Durante tutti gli anni verranno inoltre effettuate indagini mediante bat detector in modalità “divisione di frequenza” e “time extension”, con successiva analisi dei sonogrammi, sia nelle aree soggette ad intervento che nelle aree circostanti al fine di valutare il successo degli interventi. - 15 - MONITORAGGIO DI AVIFAUNA Il monitoraggio verrà svolto prevalentemente attraverso una metodologia standard comunemente impiegata negli studi ornitologici, ovvero il metodo del territory mapping o “mappaggio”. Il territory mapping contempla l’individuazione delle coppie nidificanti sulla base dei caratteristici comportamenti territoriali e riproduttivi che avvengono all’interno di aree ben delimitate, difese dall’intrusione di conspecifici, e all’interno delle quali viene posto il nido (Bibby et al. 2000). Il mappaggio è un metodo di indagine ornitologica che prevede l’esplorazione completa dell’area di studio, con la registrazione di tutti gli individui censiti, alla vista e al canto, e con il loro posizionamento su base cartografica. Maschi in canto territoriale, comportamenti legati alla riproduzione (corteggiamento, accoppiamento, costruzione del nido, trasporto dell’imbeccata, ecc.) e alla difesa dei territori (aggressioni intra- ed inter-specifiche all’interno o al margine dei territori) vengono riportati su mappe dettagliate dell’area indagata. Al termine della stagione riproduttiva l’analisi dei contatti ottenuti, ed in particolare dei contatti simultanei tra individui di territori confinanti, consente di delimitare con buona approssimazione ubicazione e forma dei territori. Oltre al dato di presenza vengono registrati dati quali il sesso, l’età e l’attività degli individui al momento del loro contatto (canto, allarme, volo, ecc). Tale censimento verrà ripetuto 2 volte ogni anno per ogni area campione, al fine di potere rilevare sia le specie residenti (inizio primavera) che quelle migratrici (tarda primavera) e di potere raccogliere dati sufficienti per individuare i territori riproduttivi occupati e difesi dai maschi. Nel caso del presente progetto, il metodo del mappaggio verrà applicato all’interno dell’area di intervento e di un area di non intervento, a scopo di raffronto. Tutti i dati raccolti verranno georeferenziati e trasferiti in ambiente GIS, al fine di ottenere una mappa georeferenziata di tutti i dati raccolti e di creare una banca - dati consultabile anche in futuro per monitorare o ricostruire variazioni ambientali o di popolazione. Per quanto concerne il Succiacapre, si procederà nello specifico alla mappatura dei territori tramite utilizzo di playback nelle ore del crepuscolo. I risultati ottenuti saranno confrontati con le conoscenze pregresse, fornite da studi condotti in altre aree europee ed italiane e con le informazioni riportate nei manuali di riferimento per l’ornitologia paleartica. MONITORAGGIO DI ANFIBI E RETTILI Lo studio si prefigge di monitorare quali specie frequentano in modo sporadico le selve castanili (alimentazione) e quali vi vivono stabilmente. Nel periodo primaverile verranno indagate le pozze esistenti e quelle realizzate per individuare gli anfibi che vi si recano per la riproduzione; verranno altresì quantificate le specie presenti e la quantità di ovature deposte, valutando la buona riuscita della metamorfosi dei girini per capire se esiste una predazione accettabile o eccessiva. Le pozze stesse diventano infatti polo di attrazione per i serpenti che si recano a caccia degli Anfibi (Genere Natrix) ma anche delle prede preferite dal Biacco e cioè i roditori. I serpenti verranno ricercati nelle ore fresche del giorno (alba e tramonto) mentre si recano nelle zone di caccia, oppure durante il giorno nelle aree ecotonali dove prediligono, per poter digerire, riscaldarsi al sole. Verranno inoltre indagate le aree non oggetto di interventi di ripulitura, ricche di cespugli e di rovi, che consentiranno una via di fuga per tutta la fauna locale, le ceppaie rilasciate e i muri a secco ripristinati, rifugi preferiti dei lacertidi. Tempistica 2014: monitoraggio ex-ante 2015-2017: monitoraggio ex-post. - 16 - Organigramma - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni); - 4 ricercatori della Fondazione Lombardia per l’Ambiente (Rolando Bennati, erpetologo; Fabio Casale, ornitologo; Barbara Ghidotti, botanica; Martina Spada, teriologa) - personale della Fondazione Lombardia Ambiente (Valentina Bergero, G. Matteo Crovetto). Risultati attesi - verificare la risposta della vegetazione agli interventi indirizzando le azioni di gestione al miglior risultato - check-list delle specie di Uccelli nidificanti e migratrici presenti prima e dopo gli interventi; - numero di territori delle specie nidificanti di Uccelli di interesse conservazionistico prima e dopo gli interventi; - valutazione quali-quantitativa delle specie di Anfibi e Rettili presenti prima e dopo gli interventi; - valutazione quali-quantitativa delle specie di Chirotteri presenti prima e dopo gli interventi; - valutazione dell’efficacia per la biodiversità floristica degli interventi svolti; - indicazioni gestionali relative a futuri interventi di riqualificazione sulla base dei risultati ottenuti; - indicazioni per il futuro monitoraggio dell’area. 5) INDIVIDUAZIONE DI UN PERCORSO TRA ENTI PUBBLICI E PRIVATI PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE SELVE CASTANILI DEL COMUNE DI SERLE Obiettivi specifici - attraverso la castanicoltura intraprendere un percorso comune di sviluppo del territorio, della sua cultura, della sua natura e della sua economia - cooperazione tra soggetti pubblici e privati - contrastare l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali fornendo un supporto tecnico e informativo a chi opera o intende operare nella castanicoltura - affidare la gestione futura dei castagneti comunali ad operatori locali qualificati Strategie d’intervento La maggior parte delle selve castanili del territorio sono di proprietà del Comune di Serle che a causa dei costi elevati e la mancanza di operatori locali qualificati, riscontra difficoltà nel compiere una corretta gestione naturalistica di questo habitat. L’Azione prevede l’organizzazione di tavoli di lavoro tra istituzioni pubbliche e soggetti privati per individuare programmi concreti di cooperazione nel campo della coltivazione, la cura e il mantenimento dei castagneti, la valorizzazione ambientale e commercializzazione della castagna e dei prodotti da essa derivati anche in forma agrituristica. Al termine di questo percorso nel quale si indagheranno le convergenze e i punti critici si produrrà un protocollo che fornisca obiettivi da raggiungere e azioni da compiere nei 5 anni successivi al termine dei lavori previsti dal progetto e porrà le basi per la nascita di un Consorzio di gestione. Tempistica Tutta la durata del progetto. Organigramma - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni); - personale del Comune di Serle (Salvatore Labianca) - personale della Fondazione Lombardia Ambiente (Riccardo Falco, Valentina Bergero) Risultati attesi - affidamento di alcuni castagneti di proprietà comunale ad operatori locali - 17 - - redazione protocollo di intesa relativo alla gestione relativo alla manutenzione quinquennale delle selve castanili oggetto di intervento dopo la conclusione del progetto porre le basi per la nascita di un consorzio di gestione delle selve castanili del Comune di Serle e aree limitrofe. 6) ATTIVITÀ DI DIVULGAZIONE, COMUNICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PROGETTO Obiettivi specifici - formazione degli agricoltori locali relativamente alle tecniche da adottare per l’esecuzione corretta delle azioni gestionali di gestione e mantenimento delle selve castanili; - sensibilizzazione riguardo alle finalità di conservazione della biodiversità nelle selve castanili. Strategie d’intervento La realizzazione del percorso di sensibilizzazione e coinvolgimento comporterà l’impiego di consolidate tecniche di facilitazione e conduzione di gruppi di lavoro, mutuate dai processi di partecipazione alle decisioni pubbliche. Sulla base del D.lgs 228/01 Art. 15 “Convenzioni con le pubbliche amministrazioni” si pianificherà il coinvolgimento di agricoltori e operatori locali tramite: • creazione di una lista di operatori per l’esecuzione degli interventi gestionali; • formazione e aggiornamento degli operatori riguardo a interventi che richiedono tecniche particolari e conoscenze specifiche. L’Azione prevede assemblee informative degli agricoltori e incontri personali a cadenza periodica, per aggiornamenti e formazione. Nella prima fase verranno individuati tutti i soggetti da contattare per il successivo coinvolgimento, in particolare: - aziende agricole operanti nell’area protetta; - proprietari delle aree su cui si realizzeranno gli interventi. È molto probabile che i soggetti coinvolti, pur conoscendo le aree in esame, non siano consapevoli dell’importanza che esse possono ricoprire nella tutela delle specie faunistiche e floristiche oggetto del progetto e, di conseguenza, sottovalutino il contributo che una loro rinaturalizzazione potrebbe dare alla riqualificazione del territorio. E’ di grande importanza che i portatori di interesse comprendano come la loro presenza costituisca elemento di valorizzazione del territorio. Una volta avviati gli interventi gestionali, avrà avvio una fase di affiancamento di agricoltori e proprietari finalizzata alla corretta esecuzione degli stessi e comprensione della loro finalità. E’ inoltre prevista la realizzazione di: - eventi di presentazione degli obiettivi e dei risultati del progetto rivolto agli abitanti di Serle; - stampa e divulgazione di un’opuscolo dal titolo “Castagneti e biodiversità” con finalità di divulgazione delle finalità del progetto; - creazione di un sito web dedicato al progetto. L’opuscolo verrà inviato a tutte le famiglie residenti nel Comune di Serle. Le scolaresche verranno coinvolte nel progetto tramite sia attività svolte in classe che sul campo. Il Comune dispone infatti di un Centro didattico attrezzato per le scolaresche. Tempistica Tutta la durata del progetto. In particolare: Sito web: settembre 2014; Opuscolo: settembre 2017. Organigramma - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni); - 18 - - personale della Fondazione Lombardia Ambiente (Tania Feltrin, Valentina Bergero) - un ricercatore della Fondazione Lombardia Ambiente (Fabio Casale). Risultati attesi - incremento del livello di sensibilizzazione da parte della popolazione locale rispetto al tema della conservazione della natura e della biodiversità; - adesione consapevole alle iniziative del progetto; - eventi di divulgazione di obiettivi e risultati del progetto - 1500 copie dell’opuscolo divulgativo; - un sito web di progetto. 7) COORDINAMENTO, AMMINISTRATIVA SEGRETERIA TECNICO-SCIENTIFICA DI PROGETTO, SEGRETERIA Obiettivi specifici Coordinamento generale, dal punto di vista tecnico e scientifico, del progetto, e gestione amministrativa dello stesso, con monitoraggio dei tempi di studio e realizzazione delle attività previste. Strategie d’intervento Organizzazione e gestione del personale dipendente e dei collaboratori di progetto, attraverso incontri periodici con il personale strutturato e non strutturato. Si ipotizza la realizzazione di un incontro trimestrale di tutti i collaboratori al progetto, al fine di valutare l’avanzamento del lavoro svolto da ciascun attore. Particolare attenzione verrà rivolta alla interdisciplinarietà del progetto, tramite la circolazione delle informazioni finalizzate alla condivisione delle fasi preliminari. Tempistica Tale attività verrà svolta per tutta la durata del progetto. Organigramma - un coordinatore tecnico di progetto (Gianbattista Tonni); - personale del Comune di Serle (Gianpietro Nicolini, Massimiliano Lopedoto, Laura Ragnoli) - personale della Fondazione Lombardia Ambiente (Fabrizio Piccarolo, Lorena Biffi) Risultati attesi - raggiungimento degli obiettivi di progetto prefissati; - rispetto dei tempi; - rispetto del budget di progetto prefissato. - 19 - IV. PIANO ECONOMICO DETTAGLIATO DEL PROGETTO Viene di seguito fornito un “Piano di spesa e di copertura delle spese” ove vengono indicate, per ogni singola Azione, le relative spese e la copertura delle stesse da parte dell’ente capofila (Comune di Serle) e dell’ente partner (Fondazione Lombardia per l’Ambiente) o con contributo richiesto alla Fondazione Cariplo. Piano di spesa e di copertura delle spese Azioni Sotto azioni Risorse messe a disposizione dagli Enti (Risorse finanziarie proprie – B1) Contributo richiesto alla Fondazione Cariplo (B4) Voce di spesa Ocildo Stival € 3.000,00 (Comune di Serle) Prestazione di terzi (A07) Ocildo Stival € 4.000,00 (Comune di Serle) € 4.000,00 (Comune di Serle) € 19.000,00 (FLA) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Personale strutturato (A05) Personale Sotto-azione 1.1. – Verifica varietà locali di castagneto da frutto Sotto-azione 1.2. – Interventi di recupero delle selve castanili Mapelli Niccolò Tonni Gianbattista Gianpietro Nicolini Azione 1 - INTERVENTI DI RECUPERO DELL’HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO “FORESTE DI CASTANEA SATIVA” Massimiliano Lopedoto Salvatore Labianca Laura Ragnoli Riccardo Falco € 8.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) € 8.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) € 8.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) 6.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) € 7.000,00 (FLA: valorizzazione personale) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) - 20 - G. Matteo Crovetto Sotto-azione 1.3. – INTERVENTI DI RECUPERO DI SELVE CASTANILI MEDIANTE POTATURE DI RIDUZIONE E RINGIOVANIMENTO € 6.000,00 (FLA: valorizzazione personale) Aziende agricole /Associazioni locali/Ditte qualificate € 68.939,08 (Comune di Serle) Ditte / operatori qualificati € 23.646,92 (Comune di Serle) Prestazione di terzi (A07) Ditte / operatori qualificati Ocildo Stival 40.772,16 (Comune di Serle) € 2.000,00 (Comune di Serle) € 1.000,00 (Comune di Serle) € 1.000,00 (FLA) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Personale strutturato (A05) Mapelli Niccolò Tonni Gianbattista Mapelli Niccolò € 1.000,00 (Comune di Serle) € 5.000,00 (FLA) Tonni Gianbattista Fabio Casale Riccardo Falco Azione 2 - INTERVENTI A FAVORE DELLA FAUNA SELVATICA DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO Azione 3 - GESTIONE E CONSERVAZIONE DI HABITAT PRATIVO DI INTERESSE COMUNITARIO Personale non strutturato (A06) Prestazione di terzi (A07) Massimiliano Lopedoto € 2.000,00 (FLA) 4.000,00 (FLA: valorizzazione personale) 5.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) Personale strutturato (A05) Ditte per realizzazione pozza, muretti a secco Ditta per la fornitura di bat box € 6.308,44 (Comune di Serle) Prestazione di terzi (A07) € 3.073,40 (Comune di Serle) Prestazione di terzi (A07) Aziende agricole locali Gianbattista Tonni € 7.260,00 (Comune di Serle) € 3.000,00 (FLA) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) - 21 - Azione 4 - MONITORAGGIO DEGLI HABITAT E DELLE SPECIE Monitoraggio floristico - vegetazionale Monitoraggio avifaunistico Monitoraggio erpetologico Monitoraggio Chirotteri Barbara Ghidotti € 8.000,00 (FLA) Fabio Casale € 16.000,00 (FLA) Rolando Bennati € 8.000,00 (FLA) Martina Spada € 10.000,00 (FLA) Valentina Bergero Riccardo Falco € 10.000,00 (FLA: valorizzazione personale) € 2.000,00 (FLA: valorizzazione personale) Gianbattista Tonni G. Matteo Crovetto AZIONE 5 -INDIVIDUAZIONE DI UN PERCORSO TRA ENTI PUBBLICI E PRIVATI PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE SELVE CASTANILI DEL COMUNE DI SERLE € 6.000,00 (FLA: valorizzazione personale) Gianbattista Tonni Valentina Bergero Riccardo Falco Salvatore Labianca Azione 6 - ATTIVITÀ DI DIVULGAZIONE, COMUNICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PROGETTO € 5.000,00 (FLA) € 3.000,00 (FLA) 6.000,00 (FLA: valorizzazione personale) 3.000,00 (FLA: valorizzazione personale) 17.500,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) Fabio Casale Tania Feltrin Valentina Bergero Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Personale non strutturato (A06) Prestazione di terzi (A07) Personale non strutturato (A06) Prestazione di terzi (A07) Personale non strutturato (A06) Personale strutturato (A05) Personale strtturato (A05) 2.000,00 (FLA) 6.000,00 (FLA: valorizzazione personale) 6.000,00 (FLA: valorizzazione personale) Tonni Gianbattista 2.000,00 (FLA) Web master 3.000,00 (FLA) Tipografia 2.500,00 Prestazione di terzi (A07) Personale strutturato (A05) Personale non strutturato (A06) Prestazione di terzi (A07) Prestazione di terzi (A07) Prestazione - 22 - per stampa opuscolo Gianpietro Nicolini Azione 7 – COORDINAMENTO, SEGRETERIA Massimiliano Lopedoto Laura Ragnoli Fabrizio Piccarolo Lorena Biffi Totali parziali Totale (FLA) 12.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) 12.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) 6.000,00 (Comune di Serle: valorizzazione personale) 20.000,00 (FLA: valorizzazione personale) 9.500,00 (FLA: valorizzazione personale) 4.000,00 (FLA) di terzi (A07) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) Personale strutturato (A05) Spese correnti (A09) 170.000,00 254.500,00 424.500,00 Dal “Piano di spesa e di copertura delle spese” ne deriva la seguente tabella di sintesi delle voci di spesa previste nel budget. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE VOCI DI BUDGET Voci di budget Totale oneri Acquisto di immobili €Ristrutturazione-Manutenzione-Restauro €immobili Acquisto di arredi e attrezzature €Altre spese per invest. ammort. €Personale strutturato € 132.000,00 Personale non strutturato € 38.000,00 Prestazioni professionali di terzi € 254.500,00 Spese correnti € 4.000,00 Materiali di consumo €Altre spese gestionali €€ 424.500,00 Totale - 23 - Sempre dal “Piano di spesa e di copertura delle spese” deriva inoltre il seguente piano di sintesi delle modalità di copertura delle spese: PIANO DI SINTESI DI COPERTURA DELLE SPESE Fondazione Cariplo (B4) 254.500,00 Fondi: 254.500,00 Comune di Serle (B1) Fondi: 82.500,00 Personale strutturato: 82.500,00 Personale non strutturato Spese di gestione Fondazione Lombardia per l'Ambiente (B1) 87.500,00 Costo complessivo del progetto Fondi: Personale strutturato: 54.500,00 Personale non strutturato: 29.000,00 Spese di gestione: 4.000,00 424.500,00 BIBLIOGRAFIA BIBBY C.J., BURGESS N.D., HILL D.A., MUSTOE S.H., 2000. Bird census techniques. Academic Press, London. BOGLIANI G., BERGERO V., BRAMBILLA M., CASALE F., CROVETTO M.G., FALCO R., SICCARDI P., 2009. Rete Ecologica Regionale. Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Regione Lombardia, Milano. BOUNOUS G., 2002. Il castagno. Coltura, ambiente ed utilizzazioni in Italia e nel mondo. Edagricole. CRAIG K. R., WILLIS & R. MARK BRIGHAM, 2004. Roost switching, roost sharing and social cohesion: forest-dwelling big brown bats, Eptesicus fuscus, conform to the fission fusion model. Animal Behaviour, 2004, 68, 495-505. IPLA – ISTITUTO PIANTE DA LEGNO E AMBIENTE, 2000. Indirizzi per la gestione e la valorizzazione dei cedui di castagno. Regione Piemonte. MORETTI M., ZAMBELLI N., SPADA M., SZENTKUTI S., RATHEY E., BONTADINA F., MARTINOLI A., MATTEI-ROESLI M., 2008. La cura delle selve castanili favorisce i pipistrelli. Importanti risultati scientifici in campo ecologico in Ticino. Forestaviva 42. NORBERG U. & J. RAYNER, 1987. Ecological morphology and flight in bat (Mammalia, Chiroptera): wing adaptation, flight performance, foraging strategy and echolocation. Philosophical Transactions of the Royal Society of London, 316B: 335-427. O’DONNELL C. F. J. & SEDGELEY J. A., 1999. Use of roosts in the longtailed bat, Chalinolobus tuberculatus, in temperate rainforest in New Zealand. Journal of Mammalogy, 80, 913-923. - 24 - RAPELLA A. (coord.), 2003. Castagne e castagneti delle terre lariane. Manuale tecnico e descrittivo per la conoscenza il recupero il mantenimento dei castagneti della provincia di Como. Provincia di Como e ERSAF. SPADA M., SZENTKUTI S., ZAMBELLI N., MATTEI-ROESLI M., MORETTI M., BONTADINA F., ARLETTAZ R., TOSI G., MARTINOLI A.,2008. Roost selection by non-breeding Leisler’s bat (Nyctalus leisleri) in montane woodlands: implication for habitat management. Acta Chiropterologica, 10 (1):81-88. - 25 -
© Copyright 2024 ExpyDoc