Luini a Chiaravalle (1.2 MB) PDF

Bernardino Luini
e i suoi figli
Bernardino Luini e i suoi figli itinerari
itinerari
59,00 €
due volumi indivisibili
LUINI cover IT.indd 1
03/04/14 15:52
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Bernardino Luini e i suoi figli
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LUINI ITINERARI estratto
Copertina
Bernardino Luini, Adorazione dei Magi, 1525, Saronno,
santuario della Beata Vergine dei Miracoli (particolare)
Progetto grafico di copertina
Francesco Dondina - Dondina Associati
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Bernardino Luini
e i suoi figli
itinerari
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Progetto grafico e impaginazione
Paola Gallerani
Redazione
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Giovanni Agosti
Paola Gallerani
Jacopo Stoppa
Indice dei nomi
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e ricerca iconografica
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sul Naviglio (Milano)
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a cura di Giovanni Agosti, Rossana Sacchi e Jacopo Stoppa
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ISBN 978-88-97737-35-3
Printed in Italy
LUINI ITINERARI estratto
Bernardino Luini
e i suoi figli
10 aprile
13 luglio 2014
Milano, Palazzo Reale
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e Amministratore Delegato
Iole Siena
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Miguel Ribeiro
e
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Davide Cerini
Marco Guerini
Alberto Massi Mauri
Alessandro Massi Mauri
Lorenzo Volpato
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Michelozzi, Opificio delle Pietre
Dure, Firenze; direzione lavori
Cecilia Frosinini, Francesca
Rossi (per il cat. 82, sul nuovo
telaio è applicata una lastra
protettiva Optium Museum
Acrylic, offerta dalla ditta Tru
Vue tramite il distributore
italiano EOT)
Stefano Scarpelli, Opificio delle
Pietre Dure di Firenze
Centro Conservazione e
Restauro la Venaria Reale
Isabella Villafranca Soissons,
Open Care Milano
(le foto dei cat. 5; 13; 16; 24;
xliv; 86; 90; 93 sono in corso di
restauro o prima dell’intervento)
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Alloro, Milena Angioletti,
Filippo Annunziata, Luigi
Antona Traversi Grismondi,
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Sandrina Bandera, Laura Basso,
Carlotta Beccaria, Chiara
Bernazzani, don Adriano
Bertocchi, Giorgio Bianchi,
Maria Teresa Binaghi Olivari,
Caterina Bon, Giovanna Bonelli,
Davide Bonfatti, Giulio Bora,
don Egidio Borella, monsignor
Bruno Bosatra, Alessandra
Brambilla, don Luigi Brigatti,
Roberta Brucato, Ilaria Bruno,
Franco Capardoni, Donatella
Caporusso, Roberto Cassanelli,
don Sandro Chiesa, Luca
Ciancabilla, Claudia Collina,
Mario Comincini, Alberto
Conti, Maria Chiara Corazza,
Giuseppe Costa, Massimiliano
Cremona, don Dante Crippa,
Emanuela Daffra, Davide
Daolmi, Silvia Davoli, Ilaria
De Palma, Roberta Delmoro,
Alessandra Di Gennaro,
don Nicola Di Todaro, Elisa
e Maurizio Enrico, padre
Dimitri Fantini, Gianfranco
Fiaccadori, Elena Fontana,
Gabriella Fonti, Serena
Francone, Fiorella Frisoni, Anna
Maria Frontini, Titti Gaiani,
Camilla Galbusera, Corinna
Gallori, Idalgo Gandini, Marco
Gargano, Luisa Gasparotti,
Cecilia Ghibaudi, Claudio
Giorgione, Lorella Giudici,
Febo Guizzi, Gabriella Iorio,
Miriam Laffranchi, Valentina
Lapierre, Giulia Leonardi, Silvio
Leydi, Alfonso Litta, Angelo
Loda, Letizia Lodi, Kate Lowe,
Nicola Ludwig, Mauro Maffeis,
Alessandro Malinverni, Paola
Manzoni, Giorgio Margarini,
Marco Mattei, Antonio
Mazzotta, Davide Messina,
Donata Minonzio, Monica
Molinai, Giovanna Mori, Ivana
Novani, Ordine Equestre del
Santo Sepolcro, padre Ugo
Orelli, Paolo Ostinelli, Giuseppe
Pacciarotti, Amalia Pacia, Silvia
Paoli, Leonardo Parachini,
Luigi Parma, don Giorgio
Paximadi, Luciana Pedroia,
Simone Percacciolo, Sergio
Perego, Nicoletta Perrotta,
Alessandra Pfister, Nadia
Piccirillo, Lucia Pini, Paolo
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Rampolli, Federica Remondini,
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Rizzini, Sara Rizzo, Valter Rosa,
Margherita Rosina, Giovanni
Rossi, Giuseppe Rovera,
Massimo Sacchi, Daniela Scaccia,
Fabio Scirea, Aurora Scotti,
Caterina Sebastiani, Nicoletta
Serio, Lorenzo Sganzini,
Maria Teresa Simontachi,
Benedetta Spadaccini, Giuliana
Spinelli, Luisa Strada, Marco
Tanzi, Francesco Tettamanti,
Ilaria Torre, famiglia Trifone,
Paolo Vanoli, suor Alma
Veronelli, Fulvio Zaliani, padre
Stefano Zanolini, monsignor
Gianni Zappa
Con il sostegno di
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ed Iniziative speciali
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Sviluppo
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Prodotti
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Cleaf
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MPS Modern Promotion Service
Pilkington NSG Group
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Immagine coordinata
e grafica di allestimento
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Assicurazioni
Lloyd’s
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Accrochage
Liguigli Fine Arts Service
Arteria srl
Visite guidate
Ad Artem
Audioguide
Antenna International
Sistema di biglietteria e circuito
di prevendita
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Si ringrazia Regione Lombardia
per la collaborazione al
coinvolgimento del territorio
e dei soggetti interessati.
Si ringraziano inoltre il FAI –
Fondo Ambiente Italiano e il
Touring Club Italiano per il
contributo, attraverso i loro
volontari, all’apertura di luoghi
chiusi al pubblico o all’estensione
dei normali orari di visita.
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Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna
Comunicazione visiva
Dalia Gallico
Art Lab
Palazzo Reale è stato restaurato
grazie a
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LUINI ITINERARI estratto
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Palma Di Giacomo
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Restauro e Conservazione
di Beni Culturali
Catalogo
Officina Libraria
Sommario
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11
Le regole del gioco
Giovanni Agosti, Rossana Sacchi e Jacopo Stoppa
23
24
28
34
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43
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53
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76
79
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148
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210
217
227
232
Itinerari
1. Barlassina. San Giulio
2. Cairate. Santa Maria Assunta
3. Certosa di Pavia. Certosa delle Grazie
4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle
5. Como. Duomo
6. Dino (Sonvico). San Nazario
7. Legnano. San Magno
8. Lugano. Santa Maria degli Angeli
9. Maggianico (Lecco). Sant’Andrea
10. Meda. San Vittore
11. Milano. Casa degli Atellani
12. Milano. Oratorio di Santa Maria della Passione
13. Milano. Pinacoteca Ambrosiana. Oratorio di Santa Corona
14. Milano. Pinacoteca di Brera. Cappella di San Giuseppe
15. Milano. San Giorgio al Palazzo
16. Milano. San Maurizio al Monastero Maggiore
17. Milano. San Simpliciano
18. Milano. Santi Sergio, Serafino e Vincenzo martire
19. Monza. Duomo
20. Monza. San Gerardino
21. Paderno Dugnano. Santa Maria Nascente
22. Pallanza (Verbania). Madonna di Campagna
23. Ponte in Valtellina. San Maurizio
24. Saronno. San Francesco
25. Saronno. Santuario della Beata Vergine dei Miracoli
26. Sedriano. San Bernardino
27. Sesto San Giovanni. Villa Pelucca
28. Settimo Milanese. Palazzo Borromeo d’Adda
29. Trezzo sull’Adda. Santi Gervasio e Protasio
30. Vigano Certosino. Oratorio di Sant’Ippolito
238
Bibliografia
254
Indice dei nomi
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LUINI ITINERARI estratto
4. Chiaravalle Milanese (Milano)
Abbazia di Chiaravalle
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na parte di quello di Cristoforo, si profilano su un fondo rossastro: probabilmente
la preparazione per un cielo azzurro dipinto a secco, oggi del tutto perduto. Pure
a secco doveva essere, nel San Sebastiano, l’albero adesso ridotto al solo disegno
preparatorio, sul cui tronco si distingue facilmente un pentimento nella posizione
della mano sinistra dell’angelo. Quest’ultimo si sporge da una nuvola per offrire a
Sebastiano la palma del martirio.
San Cristoforo, più raro nel catalogo di Luini ma presente a Como e a Saronno
(cfr. 5. Como. Duomo; 25. Saronno. Santuario della Beata Vergine dei Miracoli),
trasporta sulle spalle il piccolo Gesù che regge nella mano sinistra il globo terrestre.
Per sopportarne il peso, il Santo si appoggia al bastone costituito da un ramo di palma, che doveva essere eseguito a secco. Cristoforo è il protettore dei viandanti e dei
pellegrini: di qui la scelta di collocare una sua immagine all’ingresso della Certosa.
La prima menzione degli affreschi la fornisce Francesco Saverio Bartoli nel 1777,
che assegna a Luini anche le pitture di Bernardino De Rossi. La corretta attribuzione dei soli due Santi a Luini si ha a partire dalla prima edizione della guida della
Certosa di Francesco Pirovano (1823). Nel 1859, a stare allo stesso Pirovano, i due
affreschi risultano già molto rovinati; nel 1897 (ma il testo risale a cinque anni prima) Carlo Magenta ricorda il tentativo di arrestare il deperimento dei dipinti tramite una rete metallica protettiva. I Santi sono documentati fotograficamente per
la prima volta in due scatti di Gigi Bassani, pubblicati nel 1911 da Luca Beltrami,
che considera gli affreschi prossimi al 1516: una cronologia generalmente accettata
dagli studi successivi.
Le due figure, dall’impianto monumentale, trovano una più convincente collocazione in un momento successivo della storia del pittore: intorno alla metà del terzo
decennio. È da chiedersi se la presenza di San Sebastiano sia da connettere alla
pestilenza che colpisce nel 1524 Milano e i territori circostanti. Si ravvisa inoltre in
questa prova di Luini una consonanza con il mondo leonardesco: basta guardare
l’indice alzato dell’angelo che si rivolge a San Sebastiano.
A pochi chilometri dal centro di Milano sorge, isolata nelle campagne di Chiaravalle, l’abbazia di Santa Maria di Rovegnano (dal nome precedente dell’antico
borgo), un complesso monastico, fondato nel 1135 dal benedettino San Bernardo,
che rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura cistercense italiana.
Pur conservando essenzialmente l’aspetto originario, l’edificio ha subito nel corso
dei secoli vari interventi che ne hanno mutato la fisionomia. Qui si trova una delle
prime opere di Bernardino Luini: una Madonna con il Bambino eseguita nel 1512
(fig. 34), quando l’abbazia, retta da Agostino Sansoni, ospita l’antipapa Martino
VI, al secolo il cardinale spagnolo Bernardino López de Carvajal, animatore di un
concilio scismatico, svoltosi tra Pisa e Milano e teso a destituire, su pressione del
re di Francia Luigi XII, l’autorità del papa Giulio II.
Fig. 32 Bottega di Bernardino Luini, Dio Padre e lo
Spirito Santo, 1515 circa
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La Madonna della buonanotte
L’affresco rappresenta in primo piano la Madonna in trono con il Bambino e due
angeli musicanti: quello a sinistra suona un liuto, quello a destra un’arpa. Sullo
sfondo si apre un paesaggio roccioso con storie di San Benedetto e di San Bernardo, i due modelli dai quali i monaci cistercensi traevano esempio di vita penitenziale e contemplativa. In alto a sinistra è rappresentato Benedetto, all’interno di una
grotta dove si era ritirato e dove era rimasto a digiuno, visto che il demonio aveva
rotto il campanello con cui un monaco, di nome Romano, lo avvisava di issare
la cesta con il cibo; più in basso, si vede il Santo in un roveto, dove si è gettato,
nudo, per fuggire alle tentazioni della carne. A destra – sotto un pendio in cima
al quale si riconosce la torre campanaria dell’abbazia, la cosiddetta Ciribiciaccola,
attribuita al grande architetto cremonese Francesco Pecorari – appare Bernardo
nell’iconografia della Lactatio: la Vergine lo allatta in maniera simbolica, infondendogli scienza divina e capacità oratoria. È un tema raro, circoscritto soprattutto
agli ambienti monastici e tratto da un racconto non del tutto accreditato dall’agiografia ufficiale del Santo, ma che trova una certa diffusione, perché fondato sul
tradizionale simbolismo del latte mariano come fonte di vita.
Luini, che in questo tratto della sua carriera si muove sotto l’ascendente del Bramantino (a lui rimandano anche alcune scelte cromatiche), inserisce il trono della
Madonna dentro un’architettura dipinta, aperta sul paesaggio, dal carattere fortemente illusionistico, arricchita da motivi decorativi classicheggianti con capitelli
che fingono il bronzo dorato; nella cornice superiore, in mezzo a girali d’acanto,
in monocromo rosa, si distingue in un tondo al centro la cicogna che stringe nel
becco il pastorale, simbolo dell’abbazia di Chiaravalle, a partire almeno dal XV
secolo. Si racconta infatti che questi uccelli, molto presenti in zona fino alla peste
del 1574, facessero compagnia ai monaci. Sulla base del trono compaiono tre me-
Sull’abbazia di Chiaravalle: Caffi 1842; Bagnoli
1938; Reggiori 1970; Chiaravalle 1992; Donati,
Tibiletti 2005.
Il documento che sancisce data e autore della
Madonna della buonanotte è pubblicato da Ratti
1896, p. 99; Massimo Romeri segnala che questa
notizia era già conosciuta da Giovanni Tommaso
Cossali, funzionario dell’Archivio di Stato di Milano, che nel 1865 la trasmetteva a Girolamo Luigi
Calvi, impegnato a stendere una biografia di Luini.
La prima riproduzione fotografica della Madonna, a partire da uno scatto di Achille Ferrario,
compare in Beltrami 1911b, p. 21; per il rapporto tra i due: S. Paoli, in Lo sguardo 2010, pp. 283284. La prima immagine a colori, realizzata da
Mario Carrieri, si trova in Ronchi 1960, p. s. n.
Per la Madonna: Caffi 1842, p. 51 (identifica
l’affresco come «della maniera di Bernardino
Luino»); Beltrami 1911b, pp. 17-23 (erroneamente individua l’Angelo annunciante e la Vergine annunciata nei tondi del basamento, incontrando ampio seguito); Beltrami 1914, pp.
17-18; Parigi 1934, p. 15; Ottino Della Chiesa 1956, pp. 18-19, 71, n. 32; Reggiori 1970, p.
22; Binaghi Olivari 1975, pp. 53-56; 2007, pp.
17-19 (individua il contesto politico e culturale,
prossimo al concilio di Pisa-Milano, in cui è dipinto l’affresco).
Per la vita e l’iconografia di San Bernardo da
Chiaravalle: Bernardo 1990; Riché 2003; Dal
Prà 2007, pp. 61-103. Per la vita di San Benedetto:
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Fig. 30 Bernardino Luini, San Cristoforo, 1525 circa
Fig. 31 Pittore luinesco, San Giovanni Evangelista,
dopo il 1514
l’oratorio dell’ospizio milanese (Battaglia 1992,
pp. 167, 190, 192); da qui proviene anche il Riposo durante la fuga in Egitto, pure di Aurelio,
datato 1570 e già nella raccolta di Giacomo Melzi
(Cairati 2014, doc. 208), mentre Giovanni Pietro
e Aurelio insieme affrescano nel 1578 l’oratorio
di Vigano Certosino (cfr. 30. Vigano Certosino.
Oratorio di Sant’Ippolito).
Simone Bertelli
38 – 3. Certosa di Pavia. Certosa delle Grazie
LUINI ITINERARI estratto.indd 38-39
4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle – 39
daglioni, molto rovinati: nei due ai lati sembra di ravvisare una figura stante, forse
femminile, che regge una testa per i capelli. Il tondo al centro reca la scritta ave
| [maria]; questo saluto, dai caratteri molto simili alla scritta settecentesca sottostante (dignare me | lavdare te: «Che mi sia concesso lodarti»), è presumibilmente più tardo.
La composizione tiene conto della luce naturale che proviene da una finestra,
tuttora esistente, posta a destra dell’immagine. L’affresco si trova in cima alla scala che collegava il transetto destro della chiesa con il dormitorio dei monaci: per
questo è noto come Madonna della buonanotte. La stessa figura della Madonna è
lievemente decentrata, con le ginocchia illusionisticamente puntate verso l’accesso
al dormitorio. La collocazione non è casuale, dato che la simbologia della scala ricorre spesso nel pensiero di San Bernardo: nella sua mistica infatti si va dalla scala
dei gradi d’amore verso Dio, delineata nel De diligendo Deo, ai gradi dell’umiltà e
della superbia, fino alla visione della Scala Coeli avuta nel 1138 durante una messa
celebrata a Roma. In questo caso l’anima liberata di un peccatore, guidata dagli
angeli, sale una lunga scala, in cima alla quale l’attende la Madonna, mediatrice
tra Cielo e Terra (come si vede nell’affresco, del 1616, dei fratelli Fiammenghini
nel presbiterio della stessa abbazia di Chiaravalle). Anche Dante evoca una continua tensione di San Bernardo all’ascesa e il suo stretto rapporto con la Vergine
(Paradiso, xxxiii, 51). Nell’abbazia la scala costituisce così una metafora e i monaci, percorrendola tutti i giorni, si preparano simbolicamente alla salita che, grazie
all’intercessione della Madonna, porta nel Regno dei cieli.
La posizione della scala nei pressi della sagrestia, prossima al transetto destro, non
è rara nella pianta delle abbazie cistercensi e assume inizialmente la funzione pratica
di collegare la zona di preghiera a quella della vita quotidiana (e più in particolare di
permettere l’accesso in chiesa direttamente dal dormitorio per gli uffici notturni), ma
presto si arricchisce delle implicazioni attinte dal pensiero di San Bernardo.
Nella vicina abbazia cistercense di Morimondo si trova un affresco, datato 1515
e già attribuito a Luini, rappresentante un soggetto simile alla Madonna di Chiaravalle: una Madonna con il Bambino e San Giovannino tra i Santi Benedetto e
Bernardo, oggi all’interno della chiesa, di fianco alla scala che porta ai dormitori, ma proveniente dal chiostro abbaziale. L’affresco di Morimondo testimonia la
diffusione di questa iconografia nella religiosità cistercense dell’epoca e, come a
Chiaravalle, l’immagine riveste una funzione simbolica strettamente legata alla sua
collocazione di transito tra lo spazio delle officiature liturgiche e quello della vita
quotidiana dei monaci.
L’affresco di Luini si presenta oggi coperto da una lastra di vetro; il suo stato di
conservazione è discreto. Non sembra avere subito rilevanti mutamenti nei secoli
se non lungo il perimetro, modificato da una cornice di marmo e da una decorazione di stampo rococò che hanno sacrificato parte dell’architettura dipinta originale.
Dopo la soppressione del convento, avvenuta nel 1798 per ordine della Repubblica
Cisalpina, l’affresco è trasformato in pala d’altare per una una cappella ricavata sul
pianerottolo della scala.
Un ricordo dei modi di Luini a Chiaravalle è da riconoscere anche negli ammaloratissimi resti di una lunetta con Dio Padre e lo Spirito Santo (fig. 32), che davano
verosimilmente vita a una Trinità, riemersi sulla parete sinistra del presbiterio.
Fig. 34 Bernardino Luini, Madonna della buonanotte, 1512
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Fig. 33 Pittore nordicizzante, Crocifissione, 1470 circa (particolare)
Gregorio Magno 2006. Per una storia dell’ordine cistercense: Kinder 1997.
Per l’abbazia di Morimondo: Cavallera 1990;
il rapporto tra l’affresco del 1515 e quello di Luini
a Chiaravalle è suggerito da Bandera 2005, p. 11.
Un’immagine del dipinto di Morimondo ancora
nella collocazione d’origine si vede in Bandera
2008, p. 233, fig. 16.
L’ultimo intervento di restauro sulla Madonna
di Chiaravalle è stato eseguito da Paola Zanolini nel 1992-1994, grazie a una sponsorizzazione dell’International Inner Wheel Club Milano
Giardini.
Per il malandatissimo affresco del presbiterio:
Donati, Tibiletti 2005, pp. 79-80; Quattrini
2013, p. 238.
Per la copia dell’Adorazione del Bambino: Tagliabue 2012-2013; oltre agli esemplari menzionati nel testo, è nota anche un’altra copia di questa
composizione già nella raccolta Pasquinelli di Milano dove era creduta, senza ragione, di Aurelio
Luini (Francesco Pasquinelli 1932, pp. 247-248).
Per il riferimento a Hans Witz dell’affresco con
Cristo davanti a Pilato: Romano 1994, p. 188,
nota 43.
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40 – 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle
LUINI ITINERARI estratto
4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle – 41
Una copia da Luini
Un’Adorazione del Bambino (fig. 35), copiata al principio del Seicento da un originale di Luini, è – dal 1964 – la pala d’altare della cappella del Rosario nel transetto
sinistro dell’abbazia. In precedenza la copia si trovava in sagrestia all’interno di un
altare in stucco, risalente probabilmente al 1637, comprensivo anche di un affresco
raffigurante l’Arrivo di San Bernardo a Milano (non lontano da Giovanni Stefano
Montalto, secondo quanto suggerisce Jacopo Stoppa). Il vano lasciato scoperto
dall’Adorazione rivela ora un frammento di una Crocifissione affrescata – come
fanno notare Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa – intorno agli anni Settanta del
Quattrocento (fig. 33): ciò che resta di un capolavoro di gusto nordicizzante, significativo per l’avvio del Bergognone e, più in generale, per la cultura figurativa
milanese agli esordi del terzo quarto del XV secolo (del resto nella Cappella di San
Bernardo, antistante l’abbazia, si trova un’altra, poco più arcaica, testimonianza
della stessa matrice culturale: un Cristo davanti a Pilato riferito a Hans Witz).
L’Adorazione del Bambino di Chiaravalle è una replica da una composizione di
Luini, risalente alla sua maturità, attestata da tre dipinti dalle dimensioni simili.
Quello che si candida come l’originale si trova nella raccolta dell’Earl of Plymouth,
a Ludlow, nella contea dello Shropshire, in Inghilterra; molto prestigiose sono le
vicende collezionistiche degli altri due esemplari, pressoché identici: uno al Musée
Condé di Chantilly (inv. 27), forse proveniente dalla raccolta del cardinale Mazzarino, l’altro nel Real Monasterio de la Encarnación a Madrid (dove è testimoniato
almeno dal 1645). Il successo di questa composizione e la presenza di un’antica
copia a Chiaravalle aprono uno spiraglio sulla primitiva collocazione in loco del
dipinto originale di Luini, il cui formato è a mezza via tra il quadro di devozione
privata e la pala d’altare.
5. Como
Duomo
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Nel 1517, quando Bernardino Luini esegue la sua prima opera destinata alla cattedrale, il Duomo di Como vive una fase di intenso fermento artistico. Mentre
vescovi appartenenti alla nobile famiglia milanese Trivulzio si succedono sulla
cattedra episcopale (sono quattro di fila, dal 1487 al 1548), la fabbrica dell’edificio
ferve di attività e artisti forestieri, chiamati a importare le soluzioni figurative più
aggiornate, si affiancano ai lapicidi locali che nella bottega di Tommaso Rodari
faticano instancabilmente intorno ai marmi: statue di Santi per la facciata, lesene ornatissime, pale marmoree per altari. A Tommaso, attivo in Duomo come
scultore fin dal 1484 e «ingenierius» della fabbrica dal 1487, e al fratello Jacopo si
devono anche le due porte laterali dell’edificio. Quella settentrionale sfoggia un
ricchissimo campionario decorativo all’antica: tra gli animali, reali o fantastici,
che la popolano fa mostra di sé la celebre rana, decapitata a martellate da uno
squilibrato nel 1912 e ormai ridotta a un abbozzo informe dallo strofinio dei
turisti superstiziosi.
Agli anni Dieci risale la decisione di avviare la costruzione della parte absidale
del Duomo, ancora mancante; ma il modello ligneo approntato da Tommaso Rodari non convince tutti, nonostante l’autorevole parere di Giovanni Antonio Amadeo: un secondo progetto è richiesto a Cristoforo Solari detto il Gobbo, scultore e
architetto, reduce da un soggiorno romano e in grado di padroneggiare le più moderne soluzioni architettoniche ispirate da Bramante. È necessaria, nel 1519, una
riunione dei canonici per dirimere la questione: la grandiosa soluzione di Solari
risulta vincente e Rodari è costretto a mettere in opera il progetto del concorrente.
Per completare il quadro resta almeno da ricordare la presenza a Como di Giovanni Angelo Del Maino: suo è il maestoso polittico dedicato a Sant’Abbondio le
cui ante sono dipinte da Luini e Gaudenzio Ferrari; suo il gruppo della Crocifissione, uno dei vertici della scultura lignea lombarda, raffinatissimo anche nella policromia (per cui si è speso il nome di Gaudenzio Ferrari), oggi nel transetto sinistro.
Questo è il contesto in cui vanno viste le imprese che Bernardino Luini realizza
per il Duomo di Como: la pala Trivulzio; il San Sebastiano e il San Cristoforo; le
ante per l’ancona di Sant’Abbondio.
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Fig. 35 Pittore lombardo, Adorazione del Bambino
(da Bernardino Luini), inizio del XVII secolo
Maria Cecilia Cavallone, Giacomo Giannelli ed Egon Tagliabue
Figg. 36-37 Bernardino Luini, San Pietro e San Paolo, 1517-1518
Il primo a menzionare un intervento di Bernardino Luini nel Duomo di Como è Paolo Morigia
1592, p. 288, che ricorda qui la presenza di «molte
Ancone».
Per la pala di San Gerolamo, la bibliografia fondamentale comprende: Lanzi 1793, p. 212; Ciceri
1811, p. 258; Cantù 1829-1831, ii, p. 131; Cantù
1852, pp. 17-18; Barelli 1857, pp. 19-20; Monti 1896, pp. 150, 154-156, 162-167; Williamson
1899, pp. 58-59, 115; Beltrami 1911b, pp. 330335; Ottino Della Chiesa 1956, pp. 24, 73; Binaghi Olivari 1998. L’identificazione di Agostino è resa possibile dal titolo De Civitate Dei che
compare sul libro; la scritta, pressoché illeggibile
nel dipinto, è visibile nell’incisione (fig. 41) realizzata su disegno di Luigi Pedrazzi (1802-1845)
dal luganese Antonio Spanzani (un esemplare si
conserva presso la Biblioteca Braidense di Milano;
Torre 2005-2006, pp. 161-162, n. 117). La più antica immagine fotografica (dopo quella, non presa
però dal dipinto originale ma da una copia, scattata
dal comasco Nessi, segnalata in Brun 1880, p. 23,
nota 57) è in Monti 1902, p. 37, tav. xxiv (forse la
foto Brogi 14473); la prima immagine a colori è in
Frigerio 1950, tav. viii, a opera della ditta Fornaroli e Guffanti di Appiano Gentile.
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Pala Trivulzio
La prima opera eseguita da Luini per la cattedrale è collocata, fin dall’origine, sull’ultimo altare, dedicato a San Gerolamo, nella navata destra, prima del transetto. È una
grande ancona, a scomparto unico, con predella suddivisa in cinque campi (fig. 40).
La pala, firmata bernardinvs lvvinvs sul gradino del trono, raffigura la Madonna
con il Bambino attorniata da Santi: Gerolamo, in veste cardinalizia e accompagnato
da un leone inquieto, il francescano Antonio da Padova e l’agostiniano Nicola da
42 – 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle
LUINI ITINERARI estratto
5. Como. Duomo – 43
03/04/14 15:45
Bernardino Luini
e i suoi figli
Bernardino Luini e i suoi figli itinerari
itinerari
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due volumi indivisibili
LUINI cover IT.indd 1
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