Bernardino Luini e i suoi figli Bernardino Luini e i suoi figli itinerari itinerari 59,00 € due volumi indivisibili LUINI cover IT.indd 1 03/04/14 15:52 . TUTTI I DIRITTI RISERVATI Bernardino Luini e i suoi figli . TUTTI I DIRITTI RISERVATI . TUTTI I DIRITTI RISERVATI LUINI ITINERARI estratto Copertina Bernardino Luini, Adorazione dei Magi, 1525, Saronno, santuario della Beata Vergine dei Miracoli (particolare) Progetto grafico di copertina Francesco Dondina - Dondina Associati © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Bernardino Luini e i suoi figli itinerari © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Progetto grafico e impaginazione Paola Gallerani Redazione Patrizio Aiello Giovanni Agosti Paola Gallerani Jacopo Stoppa Indice dei nomi Patrizio Aiello Segreteria di redazione e ricerca iconografica Serena Solla Fotolito Eurofotolit, Cernusco sul Naviglio (Milano) Stampa Petruzzi Stampa, Città di Castello (Perugia) a cura di Giovanni Agosti, Rossana Sacchi e Jacopo Stoppa fotografie di Mauro Magliani © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ufficio stampa My Com Factory, Luana Solla [email protected] Officina Libraria srl Via Romussi 4 20125 Milano, Italia www.officinalibraria.com Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. © 2014 Officina Libraria, Milano ISBN 978-88-97737-35-3 Printed in Italy LUINI ITINERARI estratto Bernardino Luini e i suoi figli 10 aprile 13 luglio 2014 Milano, Palazzo Reale RINGRAZIAMENTI MOSTRA Sindaco Giuliano Pisapia Direttore Domenico Piraina Presidente Alfonso Dell’Erario Assessore alla Cultura Filippo Del Corno Coordinamento Mostra Giulia Sonnante Amministratore Delegato Natalina Costa Direttore Centrale Cultura Giulia Amato Responsabili Organizzazione e Amministrazione Giovanni Bernardi Simone Percacciolo Responsabile Ufficio Mostre Francesca Biagioli Presidente e Amministratore Delegato Iole Siena Mostra e catalogo a cura di Giovanni Agosti Jacopo Stoppa Rapporti Internazionali e Prestiti Katy Spurrell Progetto espositivo Piero Lissoni Lissoni Associati con Gianni Fiore Francesco Canesi Lissoni Miguel Ribeiro e Elena Calvi Davide Cerini Marco Guerini Alberto Massi Mauri Alessandro Massi Mauri Lorenzo Volpato Restauri Carlotta Beccaria, Milano Luigi Parma, Milano Michela Piccolo e Maurizio Michelozzi, Opificio delle Pietre Dure, Firenze; direzione lavori Cecilia Frosinini, Francesca Rossi (per il cat. 82, sul nuovo telaio è applicata una lastra protettiva Optium Museum Acrylic, offerta dalla ditta Tru Vue tramite il distributore italiano EOT) Stefano Scarpelli, Opificio delle Pietre Dure di Firenze Centro Conservazione e Restauro la Venaria Reale Isabella Villafranca Soissons, Open Care Milano (le foto dei cat. 5; 13; 16; 24; xliv; 86; 90; 93 sono in corso di restauro o prima dell’intervento) Mariangela Agliati, Agostino Alloro, Milena Angioletti, Filippo Annunziata, Luigi Antona Traversi Grismondi, Anna Arcari, Alberto Artioli, Sandrina Bandera, Laura Basso, Carlotta Beccaria, Chiara Bernazzani, don Adriano Bertocchi, Giorgio Bianchi, Maria Teresa Binaghi Olivari, Caterina Bon, Giovanna Bonelli, Davide Bonfatti, Giulio Bora, don Egidio Borella, monsignor Bruno Bosatra, Alessandra Brambilla, don Luigi Brigatti, Roberta Brucato, Ilaria Bruno, Franco Capardoni, Donatella Caporusso, Roberto Cassanelli, don Sandro Chiesa, Luca Ciancabilla, Claudia Collina, Mario Comincini, Alberto Conti, Maria Chiara Corazza, Giuseppe Costa, Massimiliano Cremona, don Dante Crippa, Emanuela Daffra, Davide Daolmi, Silvia Davoli, Ilaria De Palma, Roberta Delmoro, Alessandra Di Gennaro, don Nicola Di Todaro, Elisa e Maurizio Enrico, padre Dimitri Fantini, Gianfranco Fiaccadori, Elena Fontana, Gabriella Fonti, Serena Francone, Fiorella Frisoni, Anna Maria Frontini, Titti Gaiani, Camilla Galbusera, Corinna Gallori, Idalgo Gandini, Marco Gargano, Luisa Gasparotti, Cecilia Ghibaudi, Claudio Giorgione, Lorella Giudici, Febo Guizzi, Gabriella Iorio, Miriam Laffranchi, Valentina Lapierre, Giulia Leonardi, Silvio Leydi, Alfonso Litta, Angelo Loda, Letizia Lodi, Kate Lowe, Nicola Ludwig, Mauro Maffeis, Alessandro Malinverni, Paola Manzoni, Giorgio Margarini, Marco Mattei, Antonio Mazzotta, Davide Messina, Donata Minonzio, Monica Molinai, Giovanna Mori, Ivana Novani, Ordine Equestre del Santo Sepolcro, padre Ugo Orelli, Paolo Ostinelli, Giuseppe Pacciarotti, Amalia Pacia, Silvia Paoli, Leonardo Parachini, Luigi Parma, don Giorgio Paximadi, Luciana Pedroia, Simone Percacciolo, Sergio Perego, Nicoletta Perrotta, Alessandra Pfister, Nadia Piccirillo, Lucia Pini, Paolo Piva, Gianni Pizzigoni, Luigi SPONSOR Pogliaghi, mons. Gianfranco Poma, Fondazione Portaluppi, Chiara Prevosti, Teresa Quadrio, Cristina Quattrini, Ilaria Rampolli, Federica Remondini, Niccolò Reverdini, Maria Luisa Rizzini, Sara Rizzo, Valter Rosa, Margherita Rosina, Giovanni Rossi, Giuseppe Rovera, Massimo Sacchi, Daniela Scaccia, Fabio Scirea, Aurora Scotti, Caterina Sebastiani, Nicoletta Serio, Lorenzo Sganzini, Maria Teresa Simontachi, Benedetta Spadaccini, Giuliana Spinelli, Luisa Strada, Marco Tanzi, Francesco Tettamanti, Ilaria Torre, famiglia Trifone, Paolo Vanoli, suor Alma Veronelli, Fulvio Zaliani, padre Stefano Zanolini, monsignor Gianni Zappa Con il sostegno di © OFFICINA LIBRARIA 2014. 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TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ufficio Stampa Comune di Milano Elena Conenna Comunicazione visiva Dalia Gallico Art Lab Palazzo Reale è stato restaurato grazie a partner istituzionale LUINI ITINERARI estratto Assistenza Operativa Palma Di Giacomo Giuseppe Premoli Luciana Sacchi Servizio Custodia Corpo di guardia Palazzo Reale Ufficio Operations Elena Colombini con il contributo di Andrea Baraldi Amministrazione Mara Targhetta Segreteria Generale Federica Sancisi Ufficio Stampa Comune di Milano, Elena Conenna Cosmit, Raffaella Pollini Lissoni Associati, Donatella Brun Officina Libraria, Luana Solla Paolo Landi 24 Ore Cultura, Elisa Lissoni Conservazione Opere Giovanni Rossi Ilaria Perticucci Marianna Cappellina Restauro e Conservazione di Beni Culturali Catalogo Officina Libraria Sommario © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI 11 Le regole del gioco Giovanni Agosti, Rossana Sacchi e Jacopo Stoppa 23 24 28 34 39 43 51 53 60 76 79 89 93 98 103 112 122 148 153 159 162 165 168 180 182 185 207 210 217 227 232 Itinerari 1. Barlassina. San Giulio 2. Cairate. Santa Maria Assunta 3. Certosa di Pavia. Certosa delle Grazie 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle 5. Como. Duomo 6. Dino (Sonvico). San Nazario 7. Legnano. San Magno 8. Lugano. Santa Maria degli Angeli 9. Maggianico (Lecco). Sant’Andrea 10. Meda. San Vittore 11. Milano. Casa degli Atellani 12. Milano. Oratorio di Santa Maria della Passione 13. Milano. Pinacoteca Ambrosiana. Oratorio di Santa Corona 14. Milano. Pinacoteca di Brera. Cappella di San Giuseppe 15. Milano. San Giorgio al Palazzo 16. Milano. San Maurizio al Monastero Maggiore 17. Milano. San Simpliciano 18. Milano. Santi Sergio, Serafino e Vincenzo martire 19. Monza. Duomo 20. Monza. San Gerardino 21. Paderno Dugnano. Santa Maria Nascente 22. Pallanza (Verbania). Madonna di Campagna 23. Ponte in Valtellina. San Maurizio 24. Saronno. San Francesco 25. Saronno. Santuario della Beata Vergine dei Miracoli 26. Sedriano. San Bernardino 27. Sesto San Giovanni. Villa Pelucca 28. Settimo Milanese. Palazzo Borromeo d’Adda 29. Trezzo sull’Adda. Santi Gervasio e Protasio 30. Vigano Certosino. Oratorio di Sant’Ippolito 238 Bibliografia 254 Indice dei nomi © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI LUINI ITINERARI estratto 4. Chiaravalle Milanese (Milano) Abbazia di Chiaravalle © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI na parte di quello di Cristoforo, si profilano su un fondo rossastro: probabilmente la preparazione per un cielo azzurro dipinto a secco, oggi del tutto perduto. Pure a secco doveva essere, nel San Sebastiano, l’albero adesso ridotto al solo disegno preparatorio, sul cui tronco si distingue facilmente un pentimento nella posizione della mano sinistra dell’angelo. Quest’ultimo si sporge da una nuvola per offrire a Sebastiano la palma del martirio. San Cristoforo, più raro nel catalogo di Luini ma presente a Como e a Saronno (cfr. 5. Como. Duomo; 25. Saronno. Santuario della Beata Vergine dei Miracoli), trasporta sulle spalle il piccolo Gesù che regge nella mano sinistra il globo terrestre. Per sopportarne il peso, il Santo si appoggia al bastone costituito da un ramo di palma, che doveva essere eseguito a secco. Cristoforo è il protettore dei viandanti e dei pellegrini: di qui la scelta di collocare una sua immagine all’ingresso della Certosa. La prima menzione degli affreschi la fornisce Francesco Saverio Bartoli nel 1777, che assegna a Luini anche le pitture di Bernardino De Rossi. La corretta attribuzione dei soli due Santi a Luini si ha a partire dalla prima edizione della guida della Certosa di Francesco Pirovano (1823). Nel 1859, a stare allo stesso Pirovano, i due affreschi risultano già molto rovinati; nel 1897 (ma il testo risale a cinque anni prima) Carlo Magenta ricorda il tentativo di arrestare il deperimento dei dipinti tramite una rete metallica protettiva. I Santi sono documentati fotograficamente per la prima volta in due scatti di Gigi Bassani, pubblicati nel 1911 da Luca Beltrami, che considera gli affreschi prossimi al 1516: una cronologia generalmente accettata dagli studi successivi. Le due figure, dall’impianto monumentale, trovano una più convincente collocazione in un momento successivo della storia del pittore: intorno alla metà del terzo decennio. È da chiedersi se la presenza di San Sebastiano sia da connettere alla pestilenza che colpisce nel 1524 Milano e i territori circostanti. Si ravvisa inoltre in questa prova di Luini una consonanza con il mondo leonardesco: basta guardare l’indice alzato dell’angelo che si rivolge a San Sebastiano. A pochi chilometri dal centro di Milano sorge, isolata nelle campagne di Chiaravalle, l’abbazia di Santa Maria di Rovegnano (dal nome precedente dell’antico borgo), un complesso monastico, fondato nel 1135 dal benedettino San Bernardo, che rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura cistercense italiana. Pur conservando essenzialmente l’aspetto originario, l’edificio ha subito nel corso dei secoli vari interventi che ne hanno mutato la fisionomia. Qui si trova una delle prime opere di Bernardino Luini: una Madonna con il Bambino eseguita nel 1512 (fig. 34), quando l’abbazia, retta da Agostino Sansoni, ospita l’antipapa Martino VI, al secolo il cardinale spagnolo Bernardino López de Carvajal, animatore di un concilio scismatico, svoltosi tra Pisa e Milano e teso a destituire, su pressione del re di Francia Luigi XII, l’autorità del papa Giulio II. Fig. 32 Bottega di Bernardino Luini, Dio Padre e lo Spirito Santo, 1515 circa © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI La Madonna della buonanotte L’affresco rappresenta in primo piano la Madonna in trono con il Bambino e due angeli musicanti: quello a sinistra suona un liuto, quello a destra un’arpa. Sullo sfondo si apre un paesaggio roccioso con storie di San Benedetto e di San Bernardo, i due modelli dai quali i monaci cistercensi traevano esempio di vita penitenziale e contemplativa. In alto a sinistra è rappresentato Benedetto, all’interno di una grotta dove si era ritirato e dove era rimasto a digiuno, visto che il demonio aveva rotto il campanello con cui un monaco, di nome Romano, lo avvisava di issare la cesta con il cibo; più in basso, si vede il Santo in un roveto, dove si è gettato, nudo, per fuggire alle tentazioni della carne. A destra – sotto un pendio in cima al quale si riconosce la torre campanaria dell’abbazia, la cosiddetta Ciribiciaccola, attribuita al grande architetto cremonese Francesco Pecorari – appare Bernardo nell’iconografia della Lactatio: la Vergine lo allatta in maniera simbolica, infondendogli scienza divina e capacità oratoria. È un tema raro, circoscritto soprattutto agli ambienti monastici e tratto da un racconto non del tutto accreditato dall’agiografia ufficiale del Santo, ma che trova una certa diffusione, perché fondato sul tradizionale simbolismo del latte mariano come fonte di vita. Luini, che in questo tratto della sua carriera si muove sotto l’ascendente del Bramantino (a lui rimandano anche alcune scelte cromatiche), inserisce il trono della Madonna dentro un’architettura dipinta, aperta sul paesaggio, dal carattere fortemente illusionistico, arricchita da motivi decorativi classicheggianti con capitelli che fingono il bronzo dorato; nella cornice superiore, in mezzo a girali d’acanto, in monocromo rosa, si distingue in un tondo al centro la cicogna che stringe nel becco il pastorale, simbolo dell’abbazia di Chiaravalle, a partire almeno dal XV secolo. Si racconta infatti che questi uccelli, molto presenti in zona fino alla peste del 1574, facessero compagnia ai monaci. Sulla base del trono compaiono tre me- Sull’abbazia di Chiaravalle: Caffi 1842; Bagnoli 1938; Reggiori 1970; Chiaravalle 1992; Donati, Tibiletti 2005. Il documento che sancisce data e autore della Madonna della buonanotte è pubblicato da Ratti 1896, p. 99; Massimo Romeri segnala che questa notizia era già conosciuta da Giovanni Tommaso Cossali, funzionario dell’Archivio di Stato di Milano, che nel 1865 la trasmetteva a Girolamo Luigi Calvi, impegnato a stendere una biografia di Luini. La prima riproduzione fotografica della Madonna, a partire da uno scatto di Achille Ferrario, compare in Beltrami 1911b, p. 21; per il rapporto tra i due: S. Paoli, in Lo sguardo 2010, pp. 283284. La prima immagine a colori, realizzata da Mario Carrieri, si trova in Ronchi 1960, p. s. n. Per la Madonna: Caffi 1842, p. 51 (identifica l’affresco come «della maniera di Bernardino Luino»); Beltrami 1911b, pp. 17-23 (erroneamente individua l’Angelo annunciante e la Vergine annunciata nei tondi del basamento, incontrando ampio seguito); Beltrami 1914, pp. 17-18; Parigi 1934, p. 15; Ottino Della Chiesa 1956, pp. 18-19, 71, n. 32; Reggiori 1970, p. 22; Binaghi Olivari 1975, pp. 53-56; 2007, pp. 17-19 (individua il contesto politico e culturale, prossimo al concilio di Pisa-Milano, in cui è dipinto l’affresco). Per la vita e l’iconografia di San Bernardo da Chiaravalle: Bernardo 1990; Riché 2003; Dal Prà 2007, pp. 61-103. Per la vita di San Benedetto: © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Fig. 30 Bernardino Luini, San Cristoforo, 1525 circa Fig. 31 Pittore luinesco, San Giovanni Evangelista, dopo il 1514 l’oratorio dell’ospizio milanese (Battaglia 1992, pp. 167, 190, 192); da qui proviene anche il Riposo durante la fuga in Egitto, pure di Aurelio, datato 1570 e già nella raccolta di Giacomo Melzi (Cairati 2014, doc. 208), mentre Giovanni Pietro e Aurelio insieme affrescano nel 1578 l’oratorio di Vigano Certosino (cfr. 30. Vigano Certosino. Oratorio di Sant’Ippolito). Simone Bertelli 38 – 3. Certosa di Pavia. Certosa delle Grazie LUINI ITINERARI estratto.indd 38-39 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle – 39 daglioni, molto rovinati: nei due ai lati sembra di ravvisare una figura stante, forse femminile, che regge una testa per i capelli. Il tondo al centro reca la scritta ave | [maria]; questo saluto, dai caratteri molto simili alla scritta settecentesca sottostante (dignare me | lavdare te: «Che mi sia concesso lodarti»), è presumibilmente più tardo. La composizione tiene conto della luce naturale che proviene da una finestra, tuttora esistente, posta a destra dell’immagine. L’affresco si trova in cima alla scala che collegava il transetto destro della chiesa con il dormitorio dei monaci: per questo è noto come Madonna della buonanotte. La stessa figura della Madonna è lievemente decentrata, con le ginocchia illusionisticamente puntate verso l’accesso al dormitorio. La collocazione non è casuale, dato che la simbologia della scala ricorre spesso nel pensiero di San Bernardo: nella sua mistica infatti si va dalla scala dei gradi d’amore verso Dio, delineata nel De diligendo Deo, ai gradi dell’umiltà e della superbia, fino alla visione della Scala Coeli avuta nel 1138 durante una messa celebrata a Roma. In questo caso l’anima liberata di un peccatore, guidata dagli angeli, sale una lunga scala, in cima alla quale l’attende la Madonna, mediatrice tra Cielo e Terra (come si vede nell’affresco, del 1616, dei fratelli Fiammenghini nel presbiterio della stessa abbazia di Chiaravalle). Anche Dante evoca una continua tensione di San Bernardo all’ascesa e il suo stretto rapporto con la Vergine (Paradiso, xxxiii, 51). Nell’abbazia la scala costituisce così una metafora e i monaci, percorrendola tutti i giorni, si preparano simbolicamente alla salita che, grazie all’intercessione della Madonna, porta nel Regno dei cieli. La posizione della scala nei pressi della sagrestia, prossima al transetto destro, non è rara nella pianta delle abbazie cistercensi e assume inizialmente la funzione pratica di collegare la zona di preghiera a quella della vita quotidiana (e più in particolare di permettere l’accesso in chiesa direttamente dal dormitorio per gli uffici notturni), ma presto si arricchisce delle implicazioni attinte dal pensiero di San Bernardo. Nella vicina abbazia cistercense di Morimondo si trova un affresco, datato 1515 e già attribuito a Luini, rappresentante un soggetto simile alla Madonna di Chiaravalle: una Madonna con il Bambino e San Giovannino tra i Santi Benedetto e Bernardo, oggi all’interno della chiesa, di fianco alla scala che porta ai dormitori, ma proveniente dal chiostro abbaziale. L’affresco di Morimondo testimonia la diffusione di questa iconografia nella religiosità cistercense dell’epoca e, come a Chiaravalle, l’immagine riveste una funzione simbolica strettamente legata alla sua collocazione di transito tra lo spazio delle officiature liturgiche e quello della vita quotidiana dei monaci. L’affresco di Luini si presenta oggi coperto da una lastra di vetro; il suo stato di conservazione è discreto. Non sembra avere subito rilevanti mutamenti nei secoli se non lungo il perimetro, modificato da una cornice di marmo e da una decorazione di stampo rococò che hanno sacrificato parte dell’architettura dipinta originale. Dopo la soppressione del convento, avvenuta nel 1798 per ordine della Repubblica Cisalpina, l’affresco è trasformato in pala d’altare per una una cappella ricavata sul pianerottolo della scala. Un ricordo dei modi di Luini a Chiaravalle è da riconoscere anche negli ammaloratissimi resti di una lunetta con Dio Padre e lo Spirito Santo (fig. 32), che davano verosimilmente vita a una Trinità, riemersi sulla parete sinistra del presbiterio. Fig. 34 Bernardino Luini, Madonna della buonanotte, 1512 © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Fig. 33 Pittore nordicizzante, Crocifissione, 1470 circa (particolare) Gregorio Magno 2006. Per una storia dell’ordine cistercense: Kinder 1997. Per l’abbazia di Morimondo: Cavallera 1990; il rapporto tra l’affresco del 1515 e quello di Luini a Chiaravalle è suggerito da Bandera 2005, p. 11. Un’immagine del dipinto di Morimondo ancora nella collocazione d’origine si vede in Bandera 2008, p. 233, fig. 16. L’ultimo intervento di restauro sulla Madonna di Chiaravalle è stato eseguito da Paola Zanolini nel 1992-1994, grazie a una sponsorizzazione dell’International Inner Wheel Club Milano Giardini. Per il malandatissimo affresco del presbiterio: Donati, Tibiletti 2005, pp. 79-80; Quattrini 2013, p. 238. Per la copia dell’Adorazione del Bambino: Tagliabue 2012-2013; oltre agli esemplari menzionati nel testo, è nota anche un’altra copia di questa composizione già nella raccolta Pasquinelli di Milano dove era creduta, senza ragione, di Aurelio Luini (Francesco Pasquinelli 1932, pp. 247-248). Per il riferimento a Hans Witz dell’affresco con Cristo davanti a Pilato: Romano 1994, p. 188, nota 43. © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI 40 – 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle LUINI ITINERARI estratto 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle – 41 Una copia da Luini Un’Adorazione del Bambino (fig. 35), copiata al principio del Seicento da un originale di Luini, è – dal 1964 – la pala d’altare della cappella del Rosario nel transetto sinistro dell’abbazia. In precedenza la copia si trovava in sagrestia all’interno di un altare in stucco, risalente probabilmente al 1637, comprensivo anche di un affresco raffigurante l’Arrivo di San Bernardo a Milano (non lontano da Giovanni Stefano Montalto, secondo quanto suggerisce Jacopo Stoppa). Il vano lasciato scoperto dall’Adorazione rivela ora un frammento di una Crocifissione affrescata – come fanno notare Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa – intorno agli anni Settanta del Quattrocento (fig. 33): ciò che resta di un capolavoro di gusto nordicizzante, significativo per l’avvio del Bergognone e, più in generale, per la cultura figurativa milanese agli esordi del terzo quarto del XV secolo (del resto nella Cappella di San Bernardo, antistante l’abbazia, si trova un’altra, poco più arcaica, testimonianza della stessa matrice culturale: un Cristo davanti a Pilato riferito a Hans Witz). L’Adorazione del Bambino di Chiaravalle è una replica da una composizione di Luini, risalente alla sua maturità, attestata da tre dipinti dalle dimensioni simili. Quello che si candida come l’originale si trova nella raccolta dell’Earl of Plymouth, a Ludlow, nella contea dello Shropshire, in Inghilterra; molto prestigiose sono le vicende collezionistiche degli altri due esemplari, pressoché identici: uno al Musée Condé di Chantilly (inv. 27), forse proveniente dalla raccolta del cardinale Mazzarino, l’altro nel Real Monasterio de la Encarnación a Madrid (dove è testimoniato almeno dal 1645). Il successo di questa composizione e la presenza di un’antica copia a Chiaravalle aprono uno spiraglio sulla primitiva collocazione in loco del dipinto originale di Luini, il cui formato è a mezza via tra il quadro di devozione privata e la pala d’altare. 5. Como Duomo © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Nel 1517, quando Bernardino Luini esegue la sua prima opera destinata alla cattedrale, il Duomo di Como vive una fase di intenso fermento artistico. Mentre vescovi appartenenti alla nobile famiglia milanese Trivulzio si succedono sulla cattedra episcopale (sono quattro di fila, dal 1487 al 1548), la fabbrica dell’edificio ferve di attività e artisti forestieri, chiamati a importare le soluzioni figurative più aggiornate, si affiancano ai lapicidi locali che nella bottega di Tommaso Rodari faticano instancabilmente intorno ai marmi: statue di Santi per la facciata, lesene ornatissime, pale marmoree per altari. A Tommaso, attivo in Duomo come scultore fin dal 1484 e «ingenierius» della fabbrica dal 1487, e al fratello Jacopo si devono anche le due porte laterali dell’edificio. Quella settentrionale sfoggia un ricchissimo campionario decorativo all’antica: tra gli animali, reali o fantastici, che la popolano fa mostra di sé la celebre rana, decapitata a martellate da uno squilibrato nel 1912 e ormai ridotta a un abbozzo informe dallo strofinio dei turisti superstiziosi. Agli anni Dieci risale la decisione di avviare la costruzione della parte absidale del Duomo, ancora mancante; ma il modello ligneo approntato da Tommaso Rodari non convince tutti, nonostante l’autorevole parere di Giovanni Antonio Amadeo: un secondo progetto è richiesto a Cristoforo Solari detto il Gobbo, scultore e architetto, reduce da un soggiorno romano e in grado di padroneggiare le più moderne soluzioni architettoniche ispirate da Bramante. È necessaria, nel 1519, una riunione dei canonici per dirimere la questione: la grandiosa soluzione di Solari risulta vincente e Rodari è costretto a mettere in opera il progetto del concorrente. Per completare il quadro resta almeno da ricordare la presenza a Como di Giovanni Angelo Del Maino: suo è il maestoso polittico dedicato a Sant’Abbondio le cui ante sono dipinte da Luini e Gaudenzio Ferrari; suo il gruppo della Crocifissione, uno dei vertici della scultura lignea lombarda, raffinatissimo anche nella policromia (per cui si è speso il nome di Gaudenzio Ferrari), oggi nel transetto sinistro. Questo è il contesto in cui vanno viste le imprese che Bernardino Luini realizza per il Duomo di Como: la pala Trivulzio; il San Sebastiano e il San Cristoforo; le ante per l’ancona di Sant’Abbondio. © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Fig. 35 Pittore lombardo, Adorazione del Bambino (da Bernardino Luini), inizio del XVII secolo Maria Cecilia Cavallone, Giacomo Giannelli ed Egon Tagliabue Figg. 36-37 Bernardino Luini, San Pietro e San Paolo, 1517-1518 Il primo a menzionare un intervento di Bernardino Luini nel Duomo di Como è Paolo Morigia 1592, p. 288, che ricorda qui la presenza di «molte Ancone». Per la pala di San Gerolamo, la bibliografia fondamentale comprende: Lanzi 1793, p. 212; Ciceri 1811, p. 258; Cantù 1829-1831, ii, p. 131; Cantù 1852, pp. 17-18; Barelli 1857, pp. 19-20; Monti 1896, pp. 150, 154-156, 162-167; Williamson 1899, pp. 58-59, 115; Beltrami 1911b, pp. 330335; Ottino Della Chiesa 1956, pp. 24, 73; Binaghi Olivari 1998. L’identificazione di Agostino è resa possibile dal titolo De Civitate Dei che compare sul libro; la scritta, pressoché illeggibile nel dipinto, è visibile nell’incisione (fig. 41) realizzata su disegno di Luigi Pedrazzi (1802-1845) dal luganese Antonio Spanzani (un esemplare si conserva presso la Biblioteca Braidense di Milano; Torre 2005-2006, pp. 161-162, n. 117). La più antica immagine fotografica (dopo quella, non presa però dal dipinto originale ma da una copia, scattata dal comasco Nessi, segnalata in Brun 1880, p. 23, nota 57) è in Monti 1902, p. 37, tav. xxiv (forse la foto Brogi 14473); la prima immagine a colori è in Frigerio 1950, tav. viii, a opera della ditta Fornaroli e Guffanti di Appiano Gentile. © OFFICINA LIBRARIA 2014. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Pala Trivulzio La prima opera eseguita da Luini per la cattedrale è collocata, fin dall’origine, sull’ultimo altare, dedicato a San Gerolamo, nella navata destra, prima del transetto. È una grande ancona, a scomparto unico, con predella suddivisa in cinque campi (fig. 40). La pala, firmata bernardinvs lvvinvs sul gradino del trono, raffigura la Madonna con il Bambino attorniata da Santi: Gerolamo, in veste cardinalizia e accompagnato da un leone inquieto, il francescano Antonio da Padova e l’agostiniano Nicola da 42 – 4. Chiaravalle Milanese (Milano). Abbazia di Chiaravalle LUINI ITINERARI estratto 5. Como. Duomo – 43 03/04/14 15:45 Bernardino Luini e i suoi figli Bernardino Luini e i suoi figli itinerari itinerari 59,00 € due volumi indivisibili LUINI cover IT.indd 1 03/04/14 15:52
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