P E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E E C U LT U R A Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/B Legge 662/96-45% - Filiale di Milano La Martinella Il Polittico di San Magno nel circuito della mostra Bernardino Luini e i suoi figli ANNO XIX NUMERO 4 - APRILE 2014 LA NOSTRA COPERTINA Aprile 2014 4 Il polittico di San Magno del Luini n legnanese doc non può non riconoscere l’immagine della copertina, parte centrale del polittico di Bernardino Luini in San Magno, con la Madonna e il Bambino, che qualifica l’intera opera su tavola dipinta nel 1523. Come si legge nel servizio nelle pagine centrali del mensile, riguardante la mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” a Palazzo Reale di Milano, il capolavoro si colloca al culmine della parabola artistica del “Raffaello di Lombardia” e assume un’alta valenza all’interno del circuito territoriale delle opere inamovibili proposto dalla rassegna milanese. Pertanto, in questa breve nota ci limitiamo a descrivere il contenuto iconografico dell’ancona nella sua interezza, qui riprodotta secondo la fotografia dei fratelli Piermario e Roberto Nazari, autori di un coinvolgente dvd sul polittico edito nel 2011 dalla Società Arte e Storia di Legnano. Collocato nella cappella dell’altare maggiore della basilica, il polittico U LEGNANO C.SO GARIBALDI 25 TEL. 0331.542.407 di 5 x 3 metri conta una struttura architettonica dorata che delimita otto scomparti, a partire da quello maggiore centrale con la Madonna in trono che sorregge il Cristo fanciullo, rappresentato con il globo sollevato nella mano sinistra, ovvero il Salvator mundi, rimando all’intitolazione della preesistente chiesa del Salvatore. Attorno, secondo una disposizione a mandorla, un cherubino e sette deliziosi angeli, di cui cinque musicanti con flauti e liuti. Negli scomparti ai lati, in basso, San Magno, a sinistra, e Sant’Ambrogio, simboli della Chiesa legnanese e ambrosiana; in alto San Giovanni Battista e San Pietro raffigurati secondo una gestualità carica di significati. Nella cimasa il Padre Eterno a braccia aperte che tutto comprende. La predella è divisa in nove piccoli riquadri monocromi: al centro l’Imago pietatis, mentre i restanti riquadri alternano immagini in due diverse forme: in verticale i quattro Evangelisti, in orizzontale quattro scene della Passione di Cristo: Cristo in croce, la Deposizione, la Resurrezione e l’Incontro ad Emmaus. Negli spazi angolari sopra la cimasa sono stati aggiunti a guazzo più tardi due angeli che suonano la tromba. Si ricorda infine che l’ancona aveva due ante che la rinserravano per fini liturgici, andate perdute nell’800. (A cura dell’A.A.L. Associazione Artistica Legnanese) STORIA E TRADIZIONI Il polittico di San Magno nel circuito della mostra Aprile 2014 20 Bernardino Luini, “Madonna con il Bambino” (Madonna del Roseto), tavola, cm 70 x 63 Milano, Pinacoteca di Brera © Dal 10 aprile a Palazzo Reale “ Bernardino Luini, “Madonna col Bambino”, 1512, Chiaravalle Milanese, Abbazia di Chiaravalle (particolare) © Bernardino Luini, “Ragazze al bagno”, affresco trasportato su tavola, cm 135 x 235 Milano, Pinacoteca di Brera, [Già Sesto San Giovanni, Villa Pelucca]© E ernardino Luini e i suoi figli” è più di una rassegna milanese. È un progetto culturale volto a integrare mostra e territorio, nel quale entra anche Legnano con il polittico di San Magno. Le varie sezioni espositive a Palazzo Reale propongono visite ‘virtuali’ nei luoghi che ospitano le opere inamovibili del Luini, invogliando lo spettatore più interessato ad assaporarle de visu partendo da Milano e dintorni e andando su fino al Canton Ticino, naturalmente passando da Legnano. I video mostrano i cicli murali di San Giorgio al Palazzo e di San Maurizio al Monastero Maggiore a Milano, dell’abbazia di Chiaravalle e del santuario di Saronno; il polittico su tavola di San Magno a Legnano; e ancora gli affreschi della Certosa di Pavia e di Santa Maria degli Angeli a Lugano. Un elenco che indica l’eccezionalità della pala legnanese realizzata da un pittore soprattutto di affreschi. Questi furono condotti principalmente nelle chiese di Milano (dove l’artista risiede intorno al 1500 e dove verosimilmente muore nel 1532) e di altre località lombarde, per cui, osservano i curatori della mostra Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa “I numerosi dipinti di Luini hanno rappresentato per secoli una sorta di identità figurativa della Lombardia”. L’esposizione, ospitata nelle sale del piano nobile di Palazzo Reale e nella sala delle Cariatidi, racconta l’intero iter dell’artista, dalle ricer- B che giovanili ai quadri della maturità, con un’attenzione particolare, da un lato, al lavoro dei suoi contemporanei (Bramantino, Lorenzo Lotto, Andrea Solario, Giovanni Francesco Caroto, Cesare da Sesto e molti altri); dall’altro, alla traiettoria artistica dei figli di Luini, e in particolare del più piccolo Aurelio. Un intero secolo di arte lombarda attraverso tele, tavole, disegni, affreschi staccati, arazzi, sculture in legno e in marmo, codici miniati, volumi a stampa. Una selezione di duecento opere provenienti soprattutto dalle raccolte milanesi - dalla Madonna del roseto (fig. 1) della Pinacoteca di Brera al Gesù Bambino dell’Ambrosiana, dal Sant’Antonio del Poldi Pezzoli al ciclo con i ritratti sforzeschi del Castello - integrate da significativi prestiti di musei europei (di Parigi, Vienna, Budapest) e americani (di Houston e Washington). Il percorso espositivo Bernardino de Scapis, detto Bernardino Luini, nasce a Dumenza intorno al 1481-82, quando il padre Giovanni si era portato, da Milano, al paesino presso Luino per occuparsi dei poderi di famiglia, da cui ricavava i prodotti della terra venduti poi nel capoluogo del Du- cato. Da qui la prima sezione della mostra di Bernardino: “Da ragazzo, a Milano”; ovvero il contesto in cui Luini si è formato in relazione all’evolversi dell’arte in quest’area, che ha visto il passaggio dal gotico internazionale ai nuovi linguaggi sotto impulsi fiorentini, padovani, ferraresi e nordici, a cominciare dalla lezione del più importante Vincenzo Foppa a quella dei successivi Zenale, Butinone e Bergognone. Una situazione che muta poi profondamente con l’arrivo di Bramante (1479) e di Leonardo (1482) a Milano, dove per circa un ventennio saranno i diffusori delle epocali innovazioni rinascimentali. Agli inizi del ’500 Luini lascia Milano e i suoi linguaggi figurativi (da Bergognone a Leonardo), per recarsi verso Est, e verificare altre scelte espressive, in parallelo al crescere di Lorenzo Lotto. Sono “Gli anni di vagabondaggio nel STORIA E TRADIZIONI E milanese Bernardino Luini e i suoi figli Veneto” e dei primi lavori a confronto con l’esperienza dei pittori veneti dell’entroterra, alla ricerca di nuove esperienze figurative. Il “Ritorno a Milano” avviene prima del 1512 negli anni del dominio francese, quando il linguaggio pittorico sarà caratterizzato dalle astrazioni di Bramantino e dalla sensibilità di Andrea Solario. Bartolomeo Suardi detto il Bramantino si era fortemente affermato a Milano tra il 1503 e il 1508, periodo in cui Leonardo risulta assente da questa città (a parte viaggi precedenti, il suo secondo soggiorno va dal 1508 al 1513). Forte fu l’influenza su Luini di Bramantino, che con lui condivideva la frequentazione di ambienti intellettuali, come quello riformista che ruotava intorno all’abbazia di Chiaravalle, dove il Nostro lascia la sua prima monumentale opera ad affresco nel 1512 (v. fig. 2 Madonna col Bam- Aprile 2014 21 avrà quattro figli: Tobia, Evangelista, Giovan Pietro e Aurelio. Il prototipo di una nuova decorazione di interni dai temi sacri e profani è visibile negli affreschi della villa di Gerolamo Rabia, “La Pelucca” (quarta sezione della mostra), eseguiti tra il 1521 e il 1523, conservati nella porzione più consistente nella Pinacoteca di Bernardino Luini, “Presentazione di Gesù al Tempio”, affresco Saronno, Santuario della Beata Vergine dei Miracoli© della generazione precedente: Bernardo Zenale. Nuovi documenti fanno emergere i rapporti di amicizia e di consuetudine del Luini con il pittore trevigliese e gettano nuova luce sulle sue frequentazioni milanesi tra il primo e il secondo decennio del Cinquecento. La vicinanza a Zenale è attestate alla metà del secondo decennio dalle opere eseguite dal Luini in questi anni. “L’invenzione di una formula”, ovvero la messa a punto di uno stile “definitivo”: «Luini è stato il rappresentante di un classicismo moderato e comunicabile - osservano i curatori - alla ricerca di una nuova leggibilità e in sintonia con istanze di rinnovamento della continua a pag. 23 bino) e per i cui monaci lavora, di lì a due anni, anche il Bramantino. Con tale opera il Luini pone le premesse dello stile che sarà suo per l’intera esistenza. Sul piano degli affetti, Luini risulta sposato nel secondo decennio del ’500 con Margherita di Lomazzo dalla quale Brera (fig. 3): scene bibliche dell’esodo degli ebrei e storie di Apollo e Dafne, allusive alla vita agreste della villa intesa come terra promessa. Tra “Le occasioni di Bernardino”, vi sono anche le relazioni personali e lavorative con un maestro Bernardino Luini, “Crocifissione”, 1529, Lugano, Santa Maria degli Angeli, tramezzo© Bernardino Luini, “Sante Agnese, Scolastica e Caterina d’Alessandria con una devota”, 1525-1530 circa, Milano, San Maurizio al Monastero Maggiore© STORIA E TRADIZIONI continua da pag. 21 Chiesa. In una manciata d’anni all’alba del Cinquecento, l’artista ha messo a punto, semplificando le inquietudini e le ambiguità sentimentali di Leonardo, una formula espressiva di enorme successo devozionale, che sarà tra l’altro graditissima al cardinale Federico Borromeo. Quante generazioni hanno pregato di fronte alle Madonne di Bernardino Luini; quanti santini sono stati tratti dalle sue creazioni». Nelle opere del “Raf- faello di Lombardia” si coglie una vena narrativa sottile e suadente unita a un’espressività che, anche nei temi drammatici, si rivela contenuta e smorzata, ricondotta a un’intima contemplazione. Uno stile che si evidenzia pienamente nel polittico di San Magno, di elevata qualità e dai colori brillanti, restituiti all’opera grazie al restauro del 2001-2002. La storica dell’arte Paola Barbara Picconi Conti osserva in una recente presentazione della pala: «Bernardino Luini…, ormai quarantenne era il pittore più in vista del capoluogo lombardo. Poco prima della chiamata a Legnano, aveva dipinto a Milano la cappella Tonsi in Santa Maria di Brera (1521) e l’Incoronazione di spine per il Pio Luogo di Santa Corona (1521-1522); di lì a poco sarebbe stato chiamato a Saronno, nel santuario della Beata Vergine dei Miracoli (pagamenti 15211529) (fig. 4), a Lugano, in Santa Maria degli Angeli (1529) (fig. 5) e di nuovo a Milano, in San Maurizio, nella cappella della famiglia Besozzi (1530) (fig. 6). Stava attraversando un periodo denso di incarichi importanti, una fase matura, classica, che molti critici collocano dopo un viaggio a Roma, avvenuto forse tra il 1518 e il 1520. Lui che si era formato sui pittori lombardi del secondo Quattrocento, che aveva subito l’ineluttabile influenza di Leonardo da Vinci… ora rivela suggestioni tratte da Raffaello e da Michelangelo…». Un “Dopo Roma” che, tuttavia, nella mostra milanese significa andare nell’Urbe troppo tardi e scoprire che non ti cambia la vita. L’abilità di Luini ritrattista tra i Aprile 2014 suoi contemporanei si scopre nello spazio dedicato ai “Volti” (figg. 7 e 8). Le ultime tre sezioni del percorso espositivo riguardano i temi: “Invecchiare con successo”: le grandi commissioni pubbliche e la riproducibilità delle invenzioni leonardesche; la “Casa degli Atellani”, che viene ricostruita in una sala di Palazzo Reale da Piero Lissoni, in cui è esposta una rassegna di effigi dei duchi di Milano e delle loro consorti; infine “Una complicata eredità”: nella Sala delle Cariatidi, dove la mostra trova il suo epilogo nell’ultimo scorcio del Bernardino Luini,“Ritratto di signora”, tavola, cm 77 x 57,5, Washington, National Gallery of Art, Andrew W. Mellon Collection© Cinquecento, va in scena la carriera di Aurelio Luini, il figlio più dotato di Bernardino, esponente dell’ultimo manierismo lombardo, che operò tra gli stimoli e le resistenze della Milano precocemente spagnola (fig.9). Fabrizio Rovesti Bernardino Luini, “Ritratto di un membro di casa Porro”, tavola, cm 70 x 53, Milano, coll. privata© “Bernardino Luini e i suoi figli” a Palazzo Reale di Milano dal 10 aprile al 13 luglio. Orari: lunedì 14.30-19.30; da martedì a domenica 9.30-19.30 (giov. e sab. sino a 22.30). Biglietti+audioguida € 11/9,50/5,50. Cat. Off. Libraria e 24 OreCultura. Prenotaz.: Ad Artem 02 6597728. Aurelio Luini, “Compianto su Cristo”, tela, cm 235 x 149 Milano, San Barnaba© 23
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