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La Martinella
Il Polittico di San Magno
nel circuito della mostra
Bernardino Luini e i suoi figli
ANNO XIX NUMERO 4 - APRILE 2014
LA NOSTRA COPERTINA
Aprile 2014
4
Il polittico di San Magno del Luini
n legnanese doc non può
non riconoscere l’immagine della copertina, parte
centrale del polittico di Bernardino
Luini in San Magno, con la Madonna e il Bambino, che qualifica
l’intera opera su tavola dipinta nel
1523. Come si legge nel servizio
nelle pagine centrali del mensile,
riguardante la mostra “Bernardino
Luini e i suoi figli” a Palazzo Reale di Milano, il capolavoro si colloca al culmine della parabola artistica del “Raffaello di Lombardia”
e assume un’alta valenza all’interno del circuito territoriale delle
opere inamovibili proposto dalla
rassegna milanese.
Pertanto, in questa breve nota ci limitiamo a descrivere il contenuto
iconografico dell’ancona nella sua
interezza, qui riprodotta secondo la
fotografia dei fratelli Piermario e
Roberto Nazari, autori di un coinvolgente dvd sul polittico edito nel
2011 dalla Società Arte e Storia di
Legnano.
Collocato nella cappella dell’altare
maggiore della basilica, il polittico
U
LEGNANO
C.SO GARIBALDI 25
TEL. 0331.542.407
di 5 x 3 metri conta una struttura architettonica dorata che delimita otto
scomparti, a partire da quello maggiore centrale con la Madonna in
trono che sorregge il Cristo fanciullo, rappresentato con il globo sollevato nella mano sinistra, ovvero il
Salvator mundi, rimando all’intitolazione della preesistente chiesa del
Salvatore. Attorno, secondo una disposizione a mandorla, un cherubino
e sette deliziosi angeli, di cui cinque musicanti con flauti e liuti.
Negli scomparti ai lati, in basso,
San Magno, a sinistra, e Sant’Ambrogio, simboli della Chiesa legnanese e ambrosiana; in alto San
Giovanni Battista e San Pietro raffigurati secondo una gestualità carica di significati. Nella cimasa il
Padre Eterno a braccia aperte che
tutto comprende. La predella è divisa in nove piccoli riquadri monocromi: al centro l’Imago pietatis, mentre i restanti riquadri alternano immagini in due diverse forme: in verticale i quattro Evangelisti, in orizzontale quattro scene
della Passione di Cristo: Cristo in
croce, la Deposizione, la Resurrezione e l’Incontro ad Emmaus. Negli
spazi angolari sopra la cimasa sono
stati aggiunti a guazzo più tardi due
angeli che suonano la tromba. Si ricorda infine che l’ancona aveva due
ante che la rinserravano per fini liturgici, andate perdute nell’800.
(A cura dell’A.A.L.
Associazione Artistica Legnanese)
STORIA E TRADIZIONI
Il polittico di San Magno nel circuito della mostra
Aprile 2014
20
Bernardino Luini,
“Madonna
con il Bambino”
(Madonna
del Roseto),
tavola,
cm 70 x 63
Milano,
Pinacoteca di
Brera ©
Dal 10 aprile
a Palazzo Reale
“
Bernardino Luini,
“Madonna
col Bambino”,
1512, Chiaravalle
Milanese,
Abbazia
di Chiaravalle
(particolare) ©
Bernardino Luini,
“Ragazze
al bagno”,
affresco
trasportato
su tavola,
cm 135 x 235
Milano,
Pinacoteca
di Brera,
[Già Sesto
San Giovanni,
Villa Pelucca]©
E
ernardino Luini e i suoi figli” è più di una rassegna
milanese. È un progetto
culturale volto a integrare mostra e
territorio, nel quale entra anche
Legnano con il polittico di San
Magno. Le varie sezioni espositive
a Palazzo Reale propongono visite
‘virtuali’ nei luoghi che ospitano le
opere inamovibili del Luini, invogliando lo spettatore più interessato ad assaporarle de visu partendo
da Milano e dintorni e andando su
fino al Canton Ticino, naturalmente passando da Legnano.
I video mostrano i cicli murali di
San Giorgio al Palazzo e di San
Maurizio al Monastero Maggiore a
Milano, dell’abbazia di
Chiaravalle e
del santuario
di Saronno;
il polittico su
tavola di San
Magno a Legnano; e ancora gli affreschi della
Certosa di
Pavia e di
Santa Maria
degli Angeli
a Lugano.
Un elenco
che indica
l’eccezionalità della pala
legnanese realizzata da un pittore
soprattutto di affreschi. Questi furono condotti principalmente nelle
chiese di Milano (dove l’artista risiede intorno al 1500 e dove verosimilmente muore nel 1532) e di
altre località lombarde, per cui, osservano i curatori della mostra
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
“I numerosi dipinti di Luini hanno
rappresentato per secoli una sorta
di identità figurativa della Lombardia”.
L’esposizione, ospitata nelle sale
del piano nobile di Palazzo Reale e
nella sala delle Cariatidi, racconta
l’intero iter dell’artista, dalle ricer-
B
che giovanili ai
quadri della maturità, con un’attenzione particolare,
da un lato, al lavoro dei suoi contemporanei (Bramantino, Lorenzo
Lotto, Andrea Solario, Giovanni
Francesco Caroto,
Cesare da Sesto e
molti altri); dall’altro, alla traiettoria artistica dei
figli di Luini, e in
particolare del più
piccolo Aurelio.
Un intero secolo
di arte lombarda attraverso tele, tavole, disegni, affreschi staccati,
arazzi, sculture in legno e in marmo, codici miniati, volumi a stampa. Una selezione di duecento opere provenienti soprattutto dalle raccolte milanesi - dalla Madonna del
roseto (fig. 1) della Pinacoteca di
Brera al Gesù Bambino dell’Ambrosiana, dal Sant’Antonio del Poldi Pezzoli al ciclo con i ritratti
sforzeschi del Castello - integrate
da significativi prestiti di musei europei (di Parigi, Vienna, Budapest)
e americani (di Houston e Washington).
Il percorso espositivo
Bernardino de Scapis, detto Bernardino Luini, nasce a Dumenza
intorno al 1481-82, quando il padre Giovanni si era portato, da Milano, al paesino presso Luino per
occuparsi dei poderi di famiglia, da
cui ricavava i prodotti della terra
venduti poi nel capoluogo del Du-
cato. Da qui la prima sezione della
mostra di Bernardino: “Da ragazzo, a Milano”; ovvero il contesto
in cui Luini si è formato in relazione all’evolversi dell’arte in quest’area, che ha visto il passaggio
dal gotico internazionale ai nuovi
linguaggi sotto impulsi fiorentini,
padovani, ferraresi e nordici, a cominciare dalla lezione del più importante Vincenzo Foppa a quella
dei successivi Zenale, Butinone e
Bergognone. Una situazione che
muta poi profondamente con l’arrivo di Bramante (1479) e di Leonardo (1482) a Milano, dove per
circa un ventennio saranno i diffusori delle epocali innovazioni rinascimentali.
Agli inizi del ’500 Luini lascia Milano e i suoi linguaggi figurativi
(da Bergognone a Leonardo), per
recarsi verso Est, e verificare altre
scelte espressive, in parallelo al
crescere di Lorenzo Lotto. Sono
“Gli anni di vagabondaggio nel
STORIA E TRADIZIONI
E
milanese Bernardino Luini e i suoi figli
Veneto” e dei primi lavori a confronto con l’esperienza dei pittori
veneti dell’entroterra, alla ricerca
di nuove esperienze figurative.
Il “Ritorno a Milano” avviene prima del 1512 negli anni del dominio francese, quando il linguaggio
pittorico sarà caratterizzato dalle
astrazioni di Bramantino e dalla
sensibilità di Andrea Solario. Bartolomeo Suardi detto il Bramantino si era fortemente affermato a
Milano tra il 1503 e il 1508, periodo in cui Leonardo risulta assente
da questa città (a parte viaggi precedenti, il suo secondo soggiorno
va dal 1508 al 1513). Forte fu l’influenza su Luini di Bramantino,
che con lui condivideva la frequentazione di ambienti intellettuali,
come quello riformista che ruotava
intorno all’abbazia di Chiaravalle,
dove il Nostro lascia la sua prima
monumentale opera ad affresco nel
1512 (v. fig. 2 Madonna col Bam-
Aprile 2014
21
avrà quattro
figli: Tobia,
Evangelista,
Giovan Pietro
e Aurelio.
Il prototipo di
una nuova decorazione di
interni dai temi sacri e profani è visibile
negli affreschi
della villa di
Gerolamo Rabia, “La Pelucca” (quarta
sezione della
mostra), eseguiti tra il
1521 e il
1523, conservati nella porzione più consistente nella
Pinacoteca di
Bernardino Luini,
“Presentazione di
Gesù al Tempio”,
affresco Saronno,
Santuario della
Beata Vergine
dei Miracoli©
della generazione precedente: Bernardo Zenale. Nuovi documenti
fanno emergere i rapporti di amicizia e di consuetudine del Luini con
il pittore trevigliese e gettano nuova luce sulle sue frequentazioni
milanesi tra il primo e il secondo
decennio del Cinquecento. La vicinanza a Zenale è attestate alla metà
del secondo decennio dalle opere
eseguite dal Luini in questi anni.
“L’invenzione di una formula”,
ovvero la messa a punto di uno stile “definitivo”: «Luini è stato il
rappresentante di un classicismo
moderato e comunicabile - osservano i curatori - alla ricerca di una
nuova leggibilità e in sintonia con
istanze di rinnovamento della
continua a pag. 23
bino) e per i cui monaci lavora, di
lì a due anni, anche il Bramantino.
Con tale opera il Luini pone le premesse dello stile che sarà suo per
l’intera esistenza. Sul piano degli
affetti, Luini risulta sposato nel secondo decennio del ’500 con Margherita di Lomazzo dalla quale
Brera (fig. 3): scene bibliche dell’esodo degli ebrei e storie di Apollo e Dafne, allusive alla vita agreste della villa intesa come terra
promessa.
Tra “Le occasioni di Bernardino”, vi sono anche le relazioni personali e lavorative con un maestro
Bernardino Luini,
“Crocifissione”,
1529, Lugano,
Santa Maria degli
Angeli, tramezzo©
Bernardino Luini,
“Sante Agnese,
Scolastica
e Caterina
d’Alessandria
con una devota”,
1525-1530 circa,
Milano,
San Maurizio
al Monastero
Maggiore©
STORIA E TRADIZIONI
continua da pag. 21
Chiesa. In una manciata d’anni all’alba del Cinquecento, l’artista ha
messo a punto, semplificando le
inquietudini e le ambiguità sentimentali di Leonardo, una formula
espressiva di enorme successo devozionale, che sarà tra l’altro graditissima al cardinale Federico
Borromeo. Quante generazioni
hanno pregato di fronte alle Madonne di Bernardino Luini; quanti
santini sono stati tratti dalle sue
creazioni». Nelle opere del “Raf-
faello di Lombardia”
si coglie una vena narrativa sottile e suadente unita a un’espressività che, anche nei temi drammatici, si rivela contenuta e smorzata, ricondotta a un’intima contemplazione.
Uno stile che si evidenzia pienamente nel
polittico di San Magno, di elevata qualità
e dai colori brillanti,
restituiti all’opera grazie al restauro del
2001-2002. La storica
dell’arte Paola Barbara Picconi Conti osserva in una recente presentazione della pala:
«Bernardino Luini…,
ormai quarantenne era il pittore più
in vista del capoluogo lombardo.
Poco prima della chiamata a Legnano, aveva dipinto a Milano la
cappella Tonsi in Santa Maria di
Brera (1521) e l’Incoronazione di
spine per il Pio Luogo di Santa Corona (1521-1522); di lì a poco sarebbe stato chiamato a Saronno,
nel santuario della Beata Vergine
dei Miracoli (pagamenti 15211529) (fig. 4), a Lugano, in Santa
Maria degli Angeli (1529) (fig. 5) e
di nuovo a Milano, in San Maurizio, nella cappella della famiglia
Besozzi (1530) (fig. 6).
Stava attraversando un
periodo denso di incarichi importanti, una fase
matura, classica, che
molti critici collocano
dopo un viaggio a Roma, avvenuto forse tra il
1518 e il 1520. Lui che
si era formato sui pittori
lombardi del secondo
Quattrocento, che aveva
subito l’ineluttabile influenza di Leonardo da
Vinci… ora rivela suggestioni tratte da Raffaello e da Michelangelo…».
Un “Dopo Roma” che,
tuttavia, nella mostra
milanese significa andare nell’Urbe troppo tardi e scoprire che non ti
cambia la vita. L’abilità
di Luini ritrattista tra i
Aprile 2014
suoi contemporanei si scopre nello
spazio dedicato ai “Volti” (figg. 7
e 8).
Le ultime tre sezioni del percorso
espositivo riguardano i temi: “Invecchiare con successo”: le grandi commissioni pubbliche e la riproducibilità delle invenzioni leonardesche; la “Casa degli Atellani”, che viene ricostruita in una sala di Palazzo Reale da Piero Lissoni, in cui è esposta una rassegna di
effigi dei duchi di Milano e delle
loro consorti; infine “Una complicata eredità”: nella Sala delle Cariatidi, dove la mostra trova il suo
epilogo nell’ultimo scorcio del
Bernardino
Luini,“Ritratto
di signora”,
tavola,
cm 77 x 57,5,
Washington,
National Gallery
of Art,
Andrew
W. Mellon
Collection©
Cinquecento, va in scena la carriera di Aurelio Luini, il figlio più dotato di Bernardino, esponente dell’ultimo manierismo lombardo,
che operò tra gli stimoli e le resistenze della Milano precocemente
spagnola (fig.9).
Fabrizio Rovesti
Bernardino
Luini, “Ritratto
di un membro
di casa Porro”,
tavola,
cm 70 x 53,
Milano,
coll. privata©
“Bernardino Luini e i suoi figli” a
Palazzo Reale di Milano dal 10
aprile al 13 luglio. Orari: lunedì
14.30-19.30; da martedì a domenica 9.30-19.30 (giov. e sab. sino a
22.30). Biglietti+audioguida €
11/9,50/5,50. Cat. Off. Libraria e
24 OreCultura. Prenotaz.: Ad Artem 02 6597728.
Aurelio Luini,
“Compianto su
Cristo”, tela,
cm 235 x 149
Milano,
San Barnaba©
23