La respirazione cellulare (prima parte) LA LEZIONE Introduzione Gli organismi viventi traggono l’energia necessaria ai propri processi vitali da reazioni di ossidoriduzione, ossia reazioni in cui gli elettroni sono trasferiti da un agente riducente (donatore di elettroni) a un agente ossidante (accettore di elettroni). Nel caso degli organismi aerobi la maggior parte di questa energia è ottenuta tramite la respirazione cellulare (nota anche come respirazione dei tessuti), nella quale il materiale di partenza (ovvero le molecole organiche derivate dalla degradazione enzimatica delle sostanze nutritive) è ossidato dall’ossigeno molecolare, che quindi funziona da accettore finale di elettroni. In questo modo, al termine delle reazioni che avvengono durante la respirazione cellulare, si hanno il rilascio di acqua e anidride carbonica e la produzione di molecole di adenosintrifosfato (ATP), che conservano l’energia contenuta nei legami chimici dei prodotti demoliti. Meccanismo generale della respirazione cellulare La respirazione cellulare è costituita da tre fasi principali, che in questo paragrafo verranno esaminate in modo generale, mentre nei paragrafi successivi più approfonditamente. Nella prima fase, entro il citoplasma cellulare, avviene la degradazione delle molecole organiche ottenute dalle sostanze nutritive, fino a ottenere come prodotto finale, all'interno dei mitocondri, l’acetil-coenzima A (acetilCoA), costituito da un gruppo acetile legato al coenzima A. Nella seconda tappa (sempre interna ai mitocondri), attraverso una serie di reazioni enzimatiche note come ciclo degli acidi tricarbossilici o di Krebs o dell'acido citrico (fig.1), l’acetilCoA viene ossidato fino a ottenere atomi di idrogeno, i quali si legano a un coenzima (NAD, nicotinammideadenindinucleotide in forma ossidata), e anidride carbonica. fig.1 Il ciclo degli acidi tricarbossilici Nella terza fase, che si svolge sulle membrane interne dei mitocondri, gli atomi di idrogeno sono trasportati da coenzimi in forma ridotta, sia nicotinici (NADH, nicotinammideadenindinucleotide) sia flavinici (FADH2, flavinadenindinucleotide). Il trasporto avviene secondo una sequenza ordinata di reazioni enzimatiche di ossidoriduzione, che determinano un trasferimento di elettroni grazie all’intervento di una serie di molecole accettrici, l’ultima delle quali è rappresentata dall’ossigeno molecolare che viene ridotto ad acqua. Questa sequenza di reazioni è nota come catena respiratoria o catena di trasporto degli elettroni. Il flusso di elettroni è associato al rilascio di energia che viene utilizzata per formare molecole di ATP nel corso di un processo di fosforilazione ossidativa. Una parte dell’energia prodotta durante i processi di respirazione cellulare è dissipata sotto forma di calore. Grazie a questo complesso insieme di reazioni, la cellula ottiene in piccoli quantitativi l'energia necessaria ai processi vitali. In questo modo l'ambiente cellulare (inteso come pH e temperatura) non subisce alterazioni nel suo equilibrio. L’ossigeno non agisce direttamente nell’ossidazione dei substrati che si verifica nelle varie fasi della respirazione cellulare: tali substrati, infatti, sono ossidati in tappe enzimatiche successive, nelle quali spesso vengono coinvolti enzimi del gruppo delle deidrogenasi. Un ruolo fondamentale è svolto anche dalle molecole trasportatrici di elettroni della catena respiratoria, il cui componente finale, l’emoproteina enzimatica citocromoossidasi, è responsabile della reazione terminale della respirazione cellulare che provoca la riduzione dell’ossigeno molecolare ad acqua. Prima fase: produzione dell’acetilCoA Le molecole che costituiscono il materiale di partenza della respirazione cellulare sono gli elementi principali dei composti organici, ossia gli aminoacidi (per le proteine), gli acidi grassi e il glicerolo (per i lipidi), gli esosi e i pentosi (per i carboidrati). Tali molecole sono convertite in molecole sempre più piccole e semplici, fino ad arrivare a un composto a due atomi di carbonio, l’acetilCoA, il quale rappresenta la molecola con la quale può cominciare il ciclo di Krebs. Le vie di reazione coinvolte in questo processo di conversione sono catalizzate da enzimi e sono specifiche per le diverse composizioni delle molecole organiche di partenza. Nel caso degli acidi grassi liberi, si ha un’iniziale attivazione mediante esterificazione con CoA, che porta alla formazione di tioesteri acilCoA. Questi composti, opportunamente modificati, possono entrare nel mitocondrio, nella cui matrice avviene la rimozione ossidativa di unità di acetilCoA dagli acilCoA saturi a lunga catena, processo noto con il nome di β-ossidazione. Nel corso di tale processo può essere prodotto anche propionilCoA, immesso poi nella gluconeogenesi epatica per generare glucosio. Per quanto riguarda il glicerolo, negli organismi superiori entra nella glicolisi a livello epatico oppure può essere trasformato in glucosio (gluconeogenesi). La degradazione ossidativa dei 20 diversi aminoacidi presenti nelle proteine prevede 20 diverse reazioni multienzimatiche, i cui prodotti finali possono essere così raggruppati: acido piruvico (che viene successivamente degradato ad acetilCoA); acetilCoA; intermedi del ciclo degli acidi tricarbossilici (che entrano direttamente nel ciclo). Per quanto riguarda i carboidrati, la respirazione cellulare è preceduta dalla glicolisi, un processo catabolico che non richiede necessariamente la presenza di ossigeno: in ambiente anaerobio la glicolisi porta alla conversione di una molecola di zucchero a sei atomi di carbonio (soprattutto glucosio) in due molecole di acido lattico (a tre atomi di carbonio), mentre in ambiente aerobio l’ultimo prodotto di reazione è costituito da due molecole di acido piruvico (anch'esso dotato di tre atomi di carbonio), che successivamente forma acetilCoA. In termini di energia, la glicolisi permette di recuperare una frazione molto ridotta di quella potenzialmente disponibile nella molecola di glucosio, mentre con la respirazione cellulare, grazie al fatto che la degradazione del glucosio è completa (come detto, fino ad anidride carbonica e acqua), viene rilasciata una quantità di energia molto più elevata. L’acido piruvico viene trasformato in acetilCoA secondo la seguente reazione di decarbossilazione ossidativa: acido piruvico + NAD+ + CoA → acetilCoA + NADH + H+ + CO2 ΔG0 = -33,4 kJ/mole La reazione (fig.2) nelle cellule animali è fortemente esoergonica e quindi irreversibile. Essa è catalizzata dal complesso enzimatico della piruvico deidrogenasi, che si trova entro la matrice mitocondriale. L'attività di questo gruppo di enzimi è regolata soprattutto dalla concentrazione di ATP e Ca2+. Infatti, quando l'ATP si accumula, la piruvico deidrogenasi viene bloccata, in modo da rallentare la produzione di acetilCoA e quindi di ulteriore ATP; quando è elevata la concentrazione di ADP (adenosindifosfato) e vi è ampia disponibilità di acido piruvico, il complesso enzimatico viene attivato, grazie a una reazione facilitata dal Ca2+. fig.2 Reazione di formazione di acetilCoA a partire da acido piruvico Seconda fase: ciclo degli acidi tricarbossilici o di Krebs Questa fase della respirazione cellulare inizia con la trasformazione dell'acetilCoA in acido citrico, secondo la reazione, anch'essa irreversibile, acetilCoA + acido ossalacetico + H2O → acido citrico + CoA ΔG0 = -32,2 kJ/mole fig.3 Reazione di formazione di acido citrico a partire da acido ossalacetico e acetilCoA L'enzima catalizzatore è l'acido citrico sintetasi, che permette la condensazione tra il gruppo metilico dell'acetilCoA e il gruppo carbonilico dell'acido ossalacetico (fig.3). Il legame tra le due molecole determina l'idrolisi del gruppo tioestere, con formazione di acido citrico e rilascio di CoA libero. Questa reazione ha il ruolo principale nel regolare la velocità del ciclo degli acidi tricarbossilici. L'effetto di modulazione è dovuto soprattutto alla concentrazione dei reagenti (la cui presenza promuove la reazione) e del succinilCoA, composto chimico che compete con l'acetilCoA per legarsi all'acido citrico sintetasi, bloccandola, e che quindi ha un effetto negativo sulla reazione. L'acido citrico è successivamente convertito in acido isocitrico, secondo una reazione catalizzata dall'enzima aconitico idratasi: acido citrico ↔ [cis-aconitico] ↔ acido isocitrico ΔG0 = 13,3 kJ/mole dove il composto intermedio, in seguito all'addizione di acqua, è modificato in isocitrato (fig.4). fig.4 Reazione di formazione di acido isocitrico a partire da acido citrico (intermedio di reazione è l'acido cis-aconitico) Sebbene la reazione nel suo complesso sia reversibile, in condizioni normali la concentrazione di acido citrico è talmente elevata e quelle del prodotto intermedio e del prodotto finale talmente basse che la reazione progredisce naturalmente nella direzione indicata. Per quanto riguarda l'aconitico idratasi, nel suo sito attivo è presente un cluster ferro-zolfo che, insieme ad alcuni aminoacidi, permette il legame con l'acido citrico. Nel passaggio seguente l'acido isocitrico è ossidato ad acido αchetoglutarico: acido isocitrico + NAD+(NADP+) → acido α-chetoglutarico + CO2+ NADH(NADPH) + H+ ΔG0 = -20,9 kJ/mole La reazione (fig.5) presenta una fase intermedia, con la produzione di acido ossalsuccinico. L'enzima catalizzatore è l'isocitrico deidrogenasi, che esiste in due forme, una NAD dipendente, presente nei mitocondri, l'altra NADP (nicotinammideadenindinuleotide fosfato) dipendente, localizzata sia nei mitocondri sia nel citoplasma cellulare. fig.5 Reazione di formazione di acido α-chetoglutarico a partire da acido isocitrico La forma NAD dipendente è quella in particolar modo coinvolta in questa reazione di ossidazione. La sua attività è modulata in vari modi: il Mg2+ è necessario per avviare la reazione; l'aumento nella concentrazione di ADP (adenosindifosfato) stimola l'attività dell'enzima; un'elevata disponibilità di NADH o ATP ha un effetto negativo. Il ciclo di Krebs prosegue con l'ossidazione dell'acido α-chetoglutarico a succinilCoA, reazione irreversibile nelle cellule animali: acido α-chetoglutarico + CoA + NAD+ → succinilCoA + CO2 + NADH + H+ ΔG0 = -33,5 kJ/mole Questa reazione (fig.6) è catalizzata dal complesso dell'α-chetoglutarico deidrogenasi (o ossoglutarico deidrogenasi), formato da tre enzimi e molto simile al complesso della piruvico deidrogenasi. L'α-chetoglutarico deidrogenasi rappresenta un punto determinante nel controllo della velocità del ciclo di Krebs e richiede la presenza dei coenzimi NAD+, FAD, CoA, pirofosfato e acido lipoico. fig.6 Reazione di formazione di succinilCoA a partire da acido α-chetoglutarico Successivamente il succinilCoA è privato del gruppo acile in una reazione catalizzata dalla succinilCoA sintetasi, ossia: succinilCoA + Pi + GDP ↔ acido succinico + GTP + CoA ΔG0 = -2,9 kJ/mole nella quale la rottura del legame tioestere ad alta energia del succinilCoA (fig.7) permette la fosforilazione del GDP (guanidindifosfato) a GTP (guanidintrifosfato). Questo processo è chiamato fosforilazione a livello del substrato (diversa dalle fosforilazioni che avvengono lungo la catena di trasporto degli elettroni). fig.7 Reazione di formazione di acido succinico a partire da succinilCoA Il GTP, importante soprattutto nei processi di trasduzione del segnale, nel ciclo di Krebs funziona come deposito di energia. Questa è poi ceduta all'ADP, nella reazione: GTP + ADP ↔ GDP + ATP catalizzata dalla nucleoside difosfato chinasi. L'acido succinico è a sua volta ossidato ad acido fumarico secondo la reazione: acido succinico + FAD ↔ acido fumarico + FADH2 ΔG0 = 0 kJ/mole In questa reazione (fig.8) il catalizzatore è la succinico deidrogenasi, una flavoproteina unita con legame covalente al coenzima FAD. La reazione è attivata dalla presenza di acido succinico, fosfato, ATP e coenzima Q in forma ridotta, mentre l'acido ossalacetico a bassissima concentrazione ha un effetto negativo in quanto inibisce la reazione. fig.8 Reazione di formazione di acido fumarico a partire da acido succinico L'acido fumarico è quindi idratato ad acido L-malico, in una reazione catalizzata dalla fumarico idratasi: acido fumarico + H2O ↔ acido L-malico ΔG0 = -3,8 kJ/mole In fig.9 è riportata la modificazione chimica che avviene nella reazione. fig.9 Reazione di formazione di acido L-malico a partire da acido fumarico L'acido L-malico viene poi ossidato ad acido ossalacetico: acido L-malico + NAD+ ↔ acido ossalacetico + NADH + H+ ΔG0 = 29,7 kJ/mole La reazione (fig.10) è catalizzata dalla L-malico deidrogenasi NAD dipendente e rappresenta il punto finale del percorso del ciclo degli acidi tricarbossilici: l'acetilCoA è stato del tutto degradato e si è formato nuovamente il reagente con il quale il ciclo inizia. fig.10 Reazione di formazione di acido ossalacetico da acido L-malico Il rendimento netto dell'intero processo può essere così definito: acetilCoA + 3NAD+ + FAD + GDP + Pi + 2H2O → CoA + 3NADH + FADH2 + GTP + 2CO2 + 3H+ I coenzimi ridotti e la molecola di GTP, attraverso il processo condotto dalla catena di trasporto degli elettroni, rilasceranno l'energia contenuta per formare ATP. Regolazione del ciclo degli acidi tricarbossilici Tutte le reazioni coinvolte nelle varie tappe della respirazione cellulare sono catalizzate da enzimi specifici, alcuni dei quali, attraverso la modulazione dell’attività catalitica da parte di piccole molecole effettrici, regolano la velocità della fase in cui agiscono. Questo significa che la respirazione cellulare, essendo accoppiata alla produzione di substrati ad alta energia sotto forma di ATP, è regolata dalle richieste energetiche della cellula stessa, del tessuto al quale la cellula appartiene o, in ultimo, dell’intero organismo. Stimoli ormonali, concentrazione cellulare di ATP, richiesta di lavoro muscolare, concentrazione di substrati metabolizzabili, sono tra i principali fattori responsabili della regolazione della respirazione cellulare. Per quanto riguarda il ciclo di Krebs, la sua velocità viene regolata in modo continuo, perché possa essere adeguata con precisione alle necessità energetiche della cellula. La prima tappa di questa modulazione è esterna al ciclo e riguarda la produzione di acetilCoA: infatti, la fosforilazione ATP-dipendente di una subunità del complesso della piruvico deidrogenasi, così come alte concentrazioni di acetilCoA e NADH, hanno un effetto inibitorio sull'enzima, mentre sia la defosforilazione (reazione stimolata da Ca2+) sia l'abbondanza di NAD+, CoA e AMP lo attivano. In questo modo, la quantità di molecole ad alta energia (ATP) regola la sintesi e quindi la disponibilità del precursore (acetilCoA) necessario al ciclo di Krebs. Il principale punto di controllo del ciclo degli acidi tricarbossilici, come già detto, è rappresentato dall'attività dell'acido citrico sintetasi: elevate concentrazioni dei reagenti di partenza (acetilCoA e acido ossalacetico), ADP e NAD + favoriscono la reazione, mentre elevate quantità di succinilCoA, ATP e NADH hanno un effetto inibitorio. Altri importanti punti di controllo riguardano l'attività dell'isocitrico deidrogenasi e dell'α-chetoglutarico deidrogenasi. Come già detto, l'isocitrico deidrogenasi è stimolata dalla presenza di ADP, che aumenta l'affinità dell'enzima per il substrato. Un effetto positivo è dovuto anche a acido isocitrico e Mg2+, mentre NADH e ATP hanno un effetto inibitorio. L'α-chetoglutarico deidrogenasi è invece inibita sia dal succinilCoA e dal NADH sia da alti livelli di ATP; in questo modo la cellula è in grado di ridurre la produzione di energia, quando questa è immagazzinata in abbondanza. Infine, alcuni intermedi del processo ciclico hanno la possibilità di essere deviati verso altre vie metaboliche (vedi paragrafo successivo), a seconda delle esigenze cellulari. Anche questa proprietà rappresenta un punto di modulazione, in quanto la concentrazione delle molecole fondamentali interagisce con il funzionamento del ciclo. In molti batteri è presente un controllo anche all'inizio del ciclo degli acidi tricarbossilici: infatti, la sintesi di acido citrico da acido ossalacetico e acetilCoA è regolata dalla presenza di ATP, che agisce come inibitore allosterico dell'acido citrico sintetasi. Interazioni con altre vie metaboliche Il ciclo degli acidi tricarbossilici è noto per essere un processo anfibolico, ovvero un processo cellulare che partecipa sia al catabolismo (ossidando molecole) sia all'anabolismo (fornendo precursori per la sintesi di composti organici come aminoacidi, glucosio, porfirine). Infatti, gli intermedi del ciclo sono coinvolti in numerose altre vie metaboliche, che di seguito sono indicate: acetilCoA: o biosintesi degli acidi grassi; o β-ossidazione degli acidi grassi; o degradazione di lisina, valina e isoleucina; o metabolismo di fenilalanina, leucina e arginina; acido citrico: o biosintesi di colesterolo e acidi grassi; acido α-chetoglutarico: o biosintesi della lisina; o metabolismo di acido ascorbico e acido glutamico (e indirettamente di glutamina, prolina, acido aspartico); succinilCoA: o metabolismo dell'acido propanoico; o biosintesi delle porfirine; o degradazione di leucina e isoleucina; o metabolismo della fenilalanina; acido succinico: o metabolismo dell'acido n-butanoico; o metabolismo della tirosina; acido fumarico: o ciclo dell'urea; o metabolismo di arginina, fenilalanina, tirosina e acido aspartico; acido L-malico: o gluconeogenesi; acido ossalacetico: o metabolismo del gliossilato; o metabolismo dell'acido glutamico e dell'acido aspartico; o gluconeogenesi. Bibliografia Berg J., Tymoczko J. L. e Stryer L. "Biochimica", 2008, Zanichelli, Bologna Garrett R. H., Grisham C. M. "Principi di biochimica", 2004, Ed. Piccin, Padova Nelson D. L. e Cox M. M., "Principi di biochimica di Lehninger", 2006, Zanichelli, Bologna Voet D., Voet J. G. e Pratt C. W., "Fondamenti di biochimica", 2001, Zanichelli, Bologna
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