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Numero 280 - Marzo 2014
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IL FARO
Bollettino informativo della Parrocchia dei Santi Vito e Modesto - Civate -
Foto di Romina e Stefano Zalaffi
IL FARO - ANNO XXVII - Numero 280 - Marzo 2014 - POSTE ITALIANE S.p.A - Spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Lecco
La casa è quel luogo o spazio dove possiamo lasciar cadere le nostre difese e sentirci liberi… Casa è dove possiamo
ridere e piangere, abbracciarci e danzare, dormire a lungo e sognare beatamente, mangiare, leggere, giocare, sedere
accanto al camino, ascoltare musica e stare con un amico. Casa è dove possiamo riposarci ed essere accuditi…
Henri J.M. Nouwen, Nella casa della vita
Curt di Bacul
In questo numero:
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Calendario
Editoriale
Verbale del Consiglio Pastorale
La “due giorni catechisti”
Gruppo famiglie
Centri di ascolto
Lettera di Papa Francesco
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Il Faretto
Perché mi percuoti? - Il bisogno di salute...
Villa Sacro Cuore
Casa del Cieco
Cibo e non solo
Azione Cattolica - Vivicivate
Le mimose di Marzo
Proposte di lettura
Anagrafe - Appuntamenti vari
Calendario di Marzo
Il Faro
Sabato 1
Domenica 2
Lunedì 3
Martedì 4
Mercoledì 5
Giovedì 6
Venerdì 7
Sabato 8
Domenica 9
Lunedì 10
Martedì
Mercoledì
Giovedì
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Marzo 2014
ore 18.00 santa messa prefestiva // ore 15.00 incontro gruppi vocazionali
sante messe festive (8/10/18 a Fatima) // ore 14.30 dalle scuole sfilata di CARNEVALE e festa in oratorio // ore 14.00 partenza per la Sinagoga della 4 elem
ore 6.30 e ore 8.30 santa Messa // Adorazione Eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00
ore 8.30 santa Messa
LE CENERI ore 8.30 santa Messa e imposizione delle Ceneri // ore 14.00 ritrovo in San Calocero e cammino penitenziale verso san Pietro al Monte // ore 20.30 celebrazione penitenziale in chiesa parrocchiale e imposizione delle ceneri, al termine confessioni per adulti e giovani
ore 8.30 santa Messa // ore 15.00 confessioni 4-5 elementare // ore 21.00 incontro formativo volontari Oasi David
ore 8.30 santa Messa // ore 15 via Crucis e confessioni per la 1 media // ore 16.00 confessioni 2 media //
ore 17.00 confessioni 3 media // ore 19.00 INCONTRO GRUPPO FAMIGLIA // ore 21.00 Via Crucis in parrocchia
ore 18.00 santa messa prefestiva
sante messe festive (8/10/18 a Fatima) PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
ore 15.00 Battesimi comunitari // ore 15.00 per la 3 elementare Gioco dell’Esodo in oratorio
ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI (dal 10 al 14 marzo)
ore 6.15 meditazione per adulti // ore 7.50 preghiera per elementari e medie alla palestra // ore
8.30 santa Messa con catechesi //ore 15.00 meditazione per anziani //ore 18.00 preghiera per adolescenti e giovani // Adorazione Eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00
Esercizi
Esercizi // ore 21.00 incontro formativo area omogenea sui temi educativi (Civate)
Esercizi
Esercizi // ore 15.00 Via Crucis in parrocchia e ore 20.30 Via Crucis nei cortili
ore 18.00 santa messa prefestiva
sante messe festive (8/10/18 a Fatima) SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA
ore 6.30 e ore 8.30 santa Messa // Adorazione Eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00
ore 8.30 santa Messa
FESTA DEL PAPÀ // ore 8.30 santa Messa // ore 20.30 santa Messa per tutti i PAPÀ e festa (sobria)
in oratorio!!!
ore 8.30 santa Messa // ore 21.00 CENTRI DI ASCOLTO nelle zone
ore 8.30 santa Messa // ore 15.00 Via Crucis in chiesa e ore 20.30 Via Crucis nei cortili
ore 18.00 santa messa prefestiva
sante messe festive (8/10/18 a Fatima) TERZA DOMENICA DI QUARESIMA //
Domenica insieme per ragazzi e genitori di terza, quarta e quinta elementare
GIORNATA MARTIRI MISSIONARI // ore 6.30 e ore 8.30 santa Messa // Adorazione Eucaristica dalle
15-18 // ore 20.30 VEGLIA e adorazione per i martiri missionari
ore 8.30 santa Messa // festa dell’Annunciazione del Signore
ore 8.30 santa Messa // ore 21.00 incontro formativo area omogenea sui temi educativi (Valmadrera)
ore 8.30 santa Messa
ore 8.30 santa Messa // ore 15.00 Via Crucis in chiesa e ore 20.30 Via Crucis nei cortili
ore 18.00 santa messa prefestiva
sante messe festive (8/10/18 a Fatima) QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA
ore 6.30 e ore 8.30 santa Messa // Adorazione Eucaristica dalle 15-18 e 20.30-22.00
Editore Parrocchia SS.Vito e Modesto - P.zza della Chiesa,7 - 23862 Civate (Lc)
Direttore responsabile Dr. Filippo BURASCHI
Tipografia Tipolitografica Mauri s.n.c. - Via delle Industrie, 3 - 23862 Civate (Lc)
Registrazione Tribunale di Lecco n. 9/88 del 5/7/1988
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Il Faro
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Marzo 2014
“Pasqua di Cristo, Pasqua del cristiano”
u riapri alla Chiesa la strada dell’esodo quaresimale, perché ai piedi della sacra montagna, con il cuore contrito e umiliato, prenda coscienza della sua vocazione di popolo dell’alleanza, convocato per la tua lode nell’ascolto della Tua Parola e nell’esperienza
gioiosa dei Tuoi prodigi” (dal V prefazio di quaresima).
La quaresima non è un tempo che “capita” ma un DONO che la liturgia ogni anno ci ripropone per prendere coscienza di questo
straordinario “TU” di Dio che ci prende per mano e ci conduce nell’esodo quotidiano dei nostri giorni!
“Tu riapri”… i nostri progetti dove spesso ci infiliamo noi e solo noi! “Tu riapri” i nostri cammini che si ostinano a cercare mete
che sono solo nostre soddisfazioni ma non hanno nulla a che fare col Tuo progetto di vita! “Tu riapri” alla speranza le nostre vite che
sanno di morte perché non sanno più cos’è la relazione, la giustizia, la misericordia, l’amore, la gratuità, la pace….
Ostinatamente la Chiesa nel suo percorso liturgico ci riporta all’essenziale: l’incontro di fede col Signore della nostra esistenza, col
Padre delle nostre vite, con il Cristo Salvatore perché noi possiamo prendere coscienza della nostra “chiamata”, della nostra vocazione ad essere “popolo dell’Alleanza”!
La quaresima, come altri tempi liturgici legati al Mistero di Cristo come l’avvento ed il tempo dello Spirito, ci chiede di rimettere
“fermamente” al centro dei nostri interessi, dei nostri progetti di cammino e di vita: Gesù!
Si può crescere solo se si ricorda chi siamo! La quaresima è questo percorso di riscoperta continua della propria identità che ogni
costruttore ed ogni saggio progettista conosce bene: non si può edificare senza avere basi stabili! Questo tempo liturgico ci porta tutti
gli anni a fare quel controllo “strutturale” perché l’edificio della nostra vita sia “stabile”, tanto più se abitato da una molteplicità di
relazioni, impegni, responsabilità, carichi, fatiche…. e logorato da sconfitte, errori, fragilità e peccati!
Siamo “popolo dell’Alleanza convocato per l’ASCOLTO della Parola e l’ESPERIENZA gioiosa dei prodigi”. Queste sono le direttrici del nostro “esercizio” quaresimale: allenare l’ascolto della Parola di Dio nella nostra vita e fare esperienza dei prodigi di Dio!
Mettiamoci in testa che dobbiamo esercitare la VITA SPIRITUALE per cui dobbiamo fare delle cose per mettere in movimento il
nostro spirito, la nostra anima, che deve dare gusto alle cose che facciamo nella vita. Il Papa incontrando nel settembre scorso i catechisti ha detto loro che la vita cristiana è come il nostro cuore, organo straordinario, che vive continuamente di un movimento sistolico ed uno diastolico: assorbe e richiama e poi rimanda in circolo! Così la nostra vita Spirituale, ha bisogno di un richiamo a stare
con Gesù per assorbire la Sua Grazia, in intimità con Lui, e poi di un andare con l’energia dello Spirito verso i fratelli!
Viviamo questo duplice movimento nella quaresima:
Allenare lo “stare con Gesù” nell’Ascolto
• Facciamoci un regalo in questa quaresima LEGGIAMO IL NUOVO TESTAMENTO! Sarebbe bello leggere tutta la Bibbia, ma può
bastare anche solo questo contatto personale con la Parola di Dio che Gesù ci ha consegnato ed ha ispirato. Facciamolo personalmente,
oppure in famiglia, basta un pezzetto al giorno! Riprendiamo però “contatto” con questa stupenda Parola che è Parola di Dio PER NOI.
Certo non si riesce a leggere tutto in quaranta giorni, però è un buon inizio per proseguire nel tempo pasquale e nella vita soprattutto.
• Alleniamo l’Ascolto comunitario nella CELEBRAZIONE DOMENICALE dando spazio per approfondire i gesti della celebrazione ed il linguaggio della liturgia. Ci aiuteranno i ragazzi della catechesi che nella Messa delle 10 sottolineerano volta per volte i vari
gesti della liturgia per approfondirli e farli propri nella settimana, in famiglia, nei luoghi di lavoro e con gli amici. Riceveremo per
questo un “segnalibro” che aiuterà la famiglia nella preghiera, nel lavoro, nelle relazioni con tutti.
• Alleniamo lo Spirito nella prima settimana di quaresima con gli ESERCIZI SPIRITUALI alle 6.15 per adulti lavoratori; alle 8.30
con la Messa; alle 15.00 per anziani; alle 18 per adolescenti e giovani; alle 7.50 per elementari e medie.
• Alleniamo lo Spirito con le tre riflessioni proposte dalla commissione culturale delle tre parrocchie (Civate-Malgrate-Valmadrera)
nei primi tre mercoledì di quaresima: 12 marzo a Civate; 26 marzo a Valmadrera; 2 aprile a Malgrate. Quest’anno saranno affrontati temi “educativi”.
Alleniamo l’esperienza gioiosa dei prodigi di Dio
Dio è all’opera nella nostra vita ogni volta che siamo capaci di aprire il nostro IO alla relazione vera e gratuita col fratello, nella carità sincera che favorisce la speranza. Cerchiamo allora gesti di SPERANZA e di CARITA’ che ci facciano entrare davvero IN RELAZIONE col fratello più debole:
• Alleniamo la speranza con l’ASCOLTO e l’INFORMAZIONE sulle situazioni di povertà e fragilità, solitudine e fatica di tanti fratelli in particolare i piccoli e le donne che subiscono violenza e sono lasciati soli. Ascoltiamo senza pettegolezzi ed informiamoci
senza curiosità morbosa ma per capire e far sentire vicinanza e sostegno. Da questo mese a pagina 13 del faro un inserto per “far pensare” a tutte le situazioni di “violenza” che ci stanno attorno
• Alleniamo la carità come RELAZIONE PERSONALE e non solo come un gesto fatto o dato senza pensarci troppo: la carità deve
esprimere il desiderio di relazione solidale con l’altro.
Carissimi, il tempo della quaresima è una “grazia” che ci chiede di leggere la vera “sete” dell’anima, una sete di pienezza e di eterno che se accolta e educata ci rende davvero coscienti di ciò che san Paolo diceva: “non sono più io che vivo ma Cristo vive in me”.
Vi auguro di arrivare colmi di questa “presenza” a Pasqua!
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Il Faro
Marzo 2014
Verbale del Consiglio Pastorale
di riconoscere gli altri e di volere il loro bene, avendo la certezza
che non siamo soli in questa nostra missione, ma che Dio ci precede e ci accompagna. Non è un compito eroico quello che ci
viene chiesto, perché se è vero che Dio ci chiede tutto, Lui è anche
il primo che ci dona tutto, a partire da Suo figlio Gesù.
Nelle varie riflessioni che emergono si sottolinea come gli adolescenti e i giovani si interroghino oggi se riusciranno a diventare
ciò che sperano di essere, spesso chiedono ai genitori e agli educatori di testimoniare la gioia del Vangelo e di portare loro speranza. A noi adulti è chiesto di recuperare la freschezza del Vangelo,
di riconoscere la bellezza della nostra comunità, superando l’individualismo e di rafforzare la nostra vita donandola. Dobbiamo
contaminare gli altri con le esperienze che viviamo quotidianamente ed essere testimoni della gioia evengelizzatrice.
L’importante è avere la consapevolezza che ciò che produce evangelizzazione è lo Spirito di Dio, non dobbiamo cadere nel peccato d’orgoglio che ci fa credere che dipende tutto da noi, perché nel
Vangelo Gesù dice “attirerò tutti a me”. Noi dobbiamo dare l’annuncio, ma poi è l’annuncio in sé che attrae.
Don Gianni conclude ribadendo come Papa Francesco intenda il
Vangelo come una buona notizia, è l’incontro gioioso della nostra
vita con Cristo. Vivere il Vangelo è spalancare la porta a Qualcuno
di straordinario ed è questo quello che dobbiamo comunicare.
Nella seconda parte della riunione il parroco legge con i consiglieri il messaggio del santo Padre per la Quaresima. Gesù si è fatto
povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9).
Gesù è ricco del suo essere figlio di Dio, la salvezza viene dalla
spogliazione di Cristo. A noi è chiesto di spogliarci delle nostre
sicurezze, di abbattere i nostri muri, di andare incontro all’altro,
imparando ad accettare con tenerezza e compassione la persona.
L’amore di compassione che ci ha insegnato Gesù è la vera salvezza e ci obbliga a fare un passo indietro.
Nel messaggio si parla della miseria materiale, morale e spirituale che colpisce l’uomo quando si allontana da Dio. La
Riconciliazione è la “corda” che ci ricongiunge al Padre e il Papa
ricorda che è il Vangelo l’antidoto contro la miseria spirituale.
Don Gianni domanda ai consiglieri come poter tradurre questo
messaggio per la nostra comunità, che deve conformarsi a Cristo ed
è chiamata a vivere la Quaresima come tempo della spogliazione.
E’ necessario domandarsi di cosa la nostra parrocchia debba spogliarsi per poter far brillare di più la luce del Vangelo. In particolare il parroco propone delle direttive sulle quali riflettere:
- chiedere perdono della mormorazione: è necessario da parte di
tutti noi un esercizio di sobrietà e di discernimento sul proprio linguaggio;
- chiedere perdono della divisione: occorre riuscire ad attuare una
collaborazione sana tra le varie relatà della nostra comunità;
- chiedere perdono dell’omissione della comunione educativa: si
fatica a trovare una sinergia educativa tra i vari enti educativi quali
famiglia, scuola e parrocchia… E’ necessario creare una comunità educante.
Don Gianni chiede ai consiglieri di riflettere su questi punti e
segnalare eventuali suggerimenti.
Il consiglio pastorale si è concluso alle ore 23,15. La prossima
riunione sarà giovedì 3/04/2014 e si rifletterà sul primo capitolo
dell’Evangelii Gaudium.
Mercoledì 5 febbraio 2014 alle ore 21 presso l’aula dell’Oasi
David si è tenuta la riunione del Consiglio Pastorale presieduta da
don Gianni.
Assenti giustificati: Brizzolari Marco, Castagna Mariarosa, De
Capitani Fabio, Isella Giovanni, Lavelli Elisabetta, Sozzi Enrica e
Sozzi Piero.
Don Gianni apre la seduta con una preghiera e viene illustrato il
seguente o.d.g.:
- condivisione delle riflessioni emerse dalla lettura
dell’Evangelii Gaudium
- lettura del messaggio del Santo Padre per la Quaresima
- varie ed eventuali.
Il parroco chiede ai consiglieri di condividere le riflessioni che
sono emerse dalla lettura dell’esortazione apostolica Evangelii
Gaudium del Santo Padre Francesco ai vescovi, ai presbiteri e ai
diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici sull’annuncio del
Vangelo nel mondo attuale.
Don Gianni aveva chiesto ai membri del consiglio pastorale di
leggere l’introduzione di questo testo che non è dogmatico come
può essere un’enciclica, ma che presenta i temi che stanno più a
cuore a Papa Francesco. In particolare emerge dal testo che il
Santo Padre è appassionato del Vangelo, che è uno strumento quotidiano di relazioni interpersonali. Ciò che il Papa chiede è di stare
accanto al Vangelo in modo gioioso e di lasciarsi stupire dalla
realtà del lieto annunzio della Parola di Dio.
Il parroco sottolinea che anche i catechisti si confronteranno con
la lettura dell’Evangelii Gaudium.
I consiglieri a turno riportano le proprie riflessioni a partire dall’introduzione del testo.
Si sottolinea il passo in cui si dice che la Chiesa cresce per attrazione e non per proselitismo e ci si domanda che cosa significhi
oggi essere “attraenti”, cosa si debba fare per essere credibili con
il proprio modo di fare. Si riflette se nella nostra vita di credenti
in Cristo portiamo agli altri la gioia della Risurrezione e riflettiamo nella nostra vita il sorriso del Vangelo.
Alcuni consiglieri condividono il fatto che spesso si resta chiusi
nell’ambito egoistico e che in noi manca la gioia dell’Alleluia che
è proprio del Cristo risorto. A volte all’inizio delle nuove esperienze mettiamo entusiasmo in ciò che facciamo, poi però con il
passare del tempo l’euforia cala e il nostro sorriso si spegne; sembra che si viva in una perenne attesa della Risurrezione.
Viene detto che la nostra comunità ha vissuto la grazia della
Missione che ha fatto percepire a grandi e piccoli la gioia del
Vangelo; i frati e i centri di ascolto hanno seminato gioia che ora
deve dare i suoi frutti.
Si sottolinea poi anche il passo in cui si scrive che si deve cercare la gioia delle piccole cose della vita quotidiana e che molto
spesso le persone che hanno poco sanno gioire spontaneamente di
quello che hanno e delle relazioni che vivono. Analogamente però
Papa Francesco ribadisce come anche molte persone che ricoprono alte cariche o svolgono mansioni importanti conservano un
cuore credente, generoso e semplice. Questo è ciò che il Vangelo
chiede a tutti i cristiani, di comunicare cioè la gioia della felice
amicizia che viviamo con Dio.
A tal proposito altri consiglieri mettono in evidenza il punto del
testo in cui si dice che il bene tende sempre a comunicarsi, inteso
sia come necessità di alimentare il nostro bene con l’Eucaristia sia
come bisogno di comunicare agli altri la nostra gioia dell’ essere
figli di Dio. Dovremmo perciò essere in grado di seminare il bene,
Il Presidente
(don Gianni De Micheli)
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La segretaria
(Claudia Sozzi)
Il Faro
Marzo 2014
La “due giorni catechisti”
“Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario,
anche con le parole”.
Così parlava Papa Francesco ai catechisti durante il
congresso internazionale sulla catechesi, con questa
frase che, insieme a molte altre, mi porto nel cuore dalla
“due giorni catechisti” avvenuta sabato 15 e domenica
16 febbraio in oratorio. Guidati nella riflessione da
Giuseppe Tondelli e affiancati da alcuni catechisti di
Gonzaga abbiamo cercato di pensare al vero ruolo del
catechista-educatore, prendendo come riferimento i discorsi del Santo Padre e alcuni brani del Vangelo.
Al giorno d’oggi il ruolo del catechista è assai difficile
perché, spesso, l’interesse dei ragazzi nei confronti dell’educazione cristiana è debole: hanno infatti altre priorità e andare a catechismo o ricevere i sacramenti diventano azioni meccaniche e poco sentite dettate dal
“così fan tutti”!
Come trasmettere quindi ai ragazzi l’importanza di Dio? Come renderli capaci di notare la Sua presenza in
qualsiasi cosa essi facciano, nella loro giornata,
nello sport e nell’incontro con l’altro? Il papa ci
suggerisce la risposta: con la nostra vita.
“Catechista è una vocazione: essere catechista,
questa è la vocazione, non lavorare da catechista.
Badate bene, non ho detto fare i catechisti, ma
ESSERLO, perché coinvolge la vita.” Il ruolo del
catechista diventa quindi quello del testimone che
cerca di trasmettere ai ragazzi l’enorme gioia che
ha trovato e che prova nell’incontro con Dio.
Durante l’incontro abbiamo cercato di ribadire i
punti della nostra fede su cui siamo sicuri e sui
quali sappiamo di poter contare, ma abbiamo anche
messo in evidenza alcuni dubbi e perplessità che
insieme abbiamo cercato di superare. La condivisione è stata protagonista di questa “due giorni” perché grazie agli amici catechisti di Gonzaga siamo riusciti a fare un lavoro di confronto e paragone cercando di
scambiarci i criteri educativi e azzardando qualche soluzione a problemi inizialmente insormontabili per
entrambi i gruppi!
Prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare. Sono queste le cinque tappe che
il catechista deve affrontare sapendo osare un po’ di più, mettendosi in gioco e usando molta pazienza e,
come ci suggerisce Papa Francesco, tenendo ben saldi cuore e mente su Dio, che ci sostiene in ogni azione.
“Rimaniamo con Cristo – rimanete in Cristo – cerchiamo di essere sempre più una cosa sola con Lui; seguiamolo, imitiamolo nel suo movimento d’amore, nel suo
andare incontro all’uomo; e usciamo, apriamo le porte,
abbiamo l’audacia di tracciare strade nuove per l’annuncio del Vangelo.”
È stato un bel momento di crescita sia individuale che
come gruppo di catechisti. Un grazie a don Gianni per
averci proposto questa esperienza, a Giuseppe Tondelli
per averci accompagnato e agli amici di Gonzaga per aver
condiviso con noi questi due giorni.
Davide
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Il Faro
Marzo 2014
Gli incontri del gruppo famiglie
Incontrarsi è un dono che si fa a sé e agli altri
Nella vita ci è dato di cogliere la nostra identità a partire dal volto dell'altro. E questo volto assume il sembiante
innanzitutto del nostro coniuge, ma in ultima istanza il volto del Padre. Possiamo interpretare la vita come irruzione dell'Altro nella nostra esistenza. Tutta la storia della salvezza è espressione di questa irruzione. In principio
è l'Altro (chi mi ha desiderato nella carne e nello Spirito). In un umanesimo che oggi mette al centro il soggetto,
l’io psicologico, a volte si perde di vista questa prospettiva di alterità. Ma se pongo l'Altro come origine, io dipendo dalla risposta che gli do; e questa può essere duplice: “Eccomi!” o “Non ho nulla a che fare con te!”.
Incontrarsi permette di scoprirci in questa nostra Alterità, nel nostro “Eccoci” che ci fa crescere. Aiutare le persone e i nuclei famigliari a percepirsi risorsa di fronte ai propri problemi diventa più facile con la mediazione di un
piccolo gruppo, in cui sia possibile leggere le sfide quotidiane da diversi punti di vista, superare il senso di inadeguatezza e aprirsi a un dialogo costruttivo. La nascita di un luogo di aggregazione per famiglie avvia una reazione a catena che arricchisce la vita di una comunità territoriale.
Vi aspettiamo al prossimo incontro il venerdì 7 Marzo alle ore 19,00 presso l’oratorio
Il quarto incontro del gruppo famiglie
Avere cura delle infermità del coniuge, stare nei suoi “carceri” e seppellire le “sue morti”.
È un tema non facile quello che ancora una volta ci viene proposto; perché non siamo adusi a prenderci cura dei nostri
problemi di carattere relazionale, morale e spirituale. Siamo subito pronti ad inventarci infermieri quando una parte
del corpo del coniuge viene colpita da una malattia, mentre proviamo riluttanza a prenderci cura del suo spirito o della
sua dimensione interiore. Eppure capita a volte che nostro marito o nostra moglie si sia ficcato/a in qualche “carcere” o precipitato/a in una situazione da cui a lui/lei sembra non riuscire ad emergere. Cosa siamo chiamati a comprendere e poi fare, noi che ci diciamo cristiani? Ce lo suggerisce s. Paolo in una sua lettera, la seconda ai Corinzi. “Mi
sento un fragile vaso, ma con un contenuto che è un tesoro!” Essere uomini di fede non ci esclude dall’avere prove
dolorose, anche nell’animo; ma appunto in esse s. Paolo vede l’annuncio più convincente del vangelo, perché è nella
debolezza e nella sofferenza che emerge e si scopre la potenza di Dio; è nel riconoscimento di questa nostra debolezza che si rende possibile la salvezza. La morte di Cristo nella sua pasqua permette a ciascuno di noi di riuscire a stare
davanti a tutto ciò che ci fa morire, perché ci accorgiamo che questa situazione di infermità di carcere e di morte, non
è semplicemente un momento di sconfitta o di paura, ma come dice s Paolo, è l’occasione in cui io mi accorgo che
lo Spirito ha ragionamenti diversi dai miei. E io non sono solo un “uomo carnale”, ma sono abitato da qualcosa in
più, quello che fa la stupenda apertura al mistero. Su questo dobbiamo far leva, altrimenti il rischio è quello di stare
accanto all’altra persona semplicemente confidando sul fatto che c’è una speranza che mi abita: che io non sia solo,
e lui non sia solo, ciò che si vede, ma ci sia qualche altra cosa in più, ma che io non so dargli un nome. Noi invece
questo nome lo conosciamo bene: è il nome della grazia che ci è stata elargita come un dono per la resurrezione di
Cristo. Di questo dono dobbiamo essere reciprocamente benefattori. Allora l’accoglierci, il riconoscerci e il nome che
ci diamo è davvero un nome di speranza, perché la passione di Cristo, la sua morte e resurrezione, la forza dello
Spirito che lo ha richiamato alla vita, non è una cosa che Dio ha rivolto solo a quell’uomo Gesù; ma è qualcosa che,
in nome di quell’uomo li, chiamato Gesù di Nazaret, il Signore riversa su ciascuno di noi. Per questo su ogni cosa
che è esperienza viva del nostro limite, e anche del nostro peccato, noi siamo riscattati, su ogni cosa siamo richiamati alla vita, su ogni cosa siamo chiamati a risorgere. Questa è la cosa bella che consegniamo al nostro coniuge o a
qualsiasi persona, quando stiamo in intimità o in un abbraccio accogliente, quando c’è una parola che consola. Questo
vuol dire credere che ogni aspetto della nostra vita è stato salvato. In questo desiderio di essere sopravestiti della
Grazia, nella consapevolezza di sentirci amati e di stimarci degni di questo suo amore, che ci guarisce proprio quando siamo nei nostri “carceri”, noi viviamo ogni giorno per essere a Lui graditi. Aver cura del nostro uomo interiore
non significa altro che questo.
Nel lavoro di gruppo ci siamo fatti questa domanda: come i coniugi possano prendersi cura di questo uomo interiore? Ci è venuto in soccorso il discorso che papa Francesco ha fatto ai fidanzati proprio il giorno di s. Valentino, parlando appunto dello stile della vita matrimoniale dei cristiani: Vivere insieme è un arte un cammino paziente e questo cammino di ogni giorno ha delle regole che si riassumono in queste tre parole: posso? –grazie! – scusami amore.
E ogni giorno chiedere nella preghiera del Padre nostro: “dacci oggi il nostro amore quotidiano!”
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Il Faro
Marzo 2014
L’esperienza dei centri di ascolto
Tra parabole ed interiorità, in compagnia dell’Evangelista Matteo
Uno dei rilanci della Missione parrocchiale dello scorso anno era quello di costituire dei gruppi d’ascolto, per continuare l’esperienza di confronto nella fede iniziato sul tema delle virtù e difetti.
Grazie alla buona volontà di molti (da Don Gianni a quelli che mettevano a disposizione la loro casa, agli animatori, ai partecipanti) è stato possibile avviare questa esperienza. Si è appena svolto il secondo incontro, e già si delinea qualche caratteristica che possiamo riprendere in questo scritto.
Innanzitutto il tema: Le parabole di Matteo. Attraverso in sapiente mix operato da don Gianni, per ogni parabola si trovano
brevi interventi di Silvano Fausti e di Bruno Maggioni che ne scavano le trame ed aiutano l’approfondimento fra noi.
La prima parabola, “la zizzania nel campo di grano” (Mt.13, 24-30), ci ha aiutato a comprendere che il bene ed il male coesistono non solo nel mondo, ma anche nella comunità e dentro di noi e a cercare di comprenderne le ragioni. Spesso ci mettiamo di fronte al male (la zizzania) in un atteggiamento di giudizio, come fosse qualcosa di lontano e di alieno da noi. Averne
parlato in termini personali ci ha aiutato a lasciare da parte i discorsi generali e generici, per entrare nella nostra interiorità.
La seconda, “i due servi” (Mt.18,21-35), ci ha aiutato a focalizzare il tema della misericordia ricevuta da Dio e della fratellanza e perdono fra noi, ma anche dei grandi doni di cui siamo destinatari senza averne alcun diritto, gratuitamente. Abbiamo
quindi potuto riflettere e renderci conto di quanto Dio, il padrone della parabola, abbia prestato al servo (noi) una cifra tale da
superare ogni aspettativa mortale, tanto più che il servo non riceve reddito e quindi non è nemmeno in grado di restituire un
qualcosa. Siamo trattati come dei Re (Dio ci ha fatti suoi figli nel battesimo) senza che ne fossimo degni. E questo è il trattamento riservato a tutti…. E cosa ci chiede? Che riconosciamo, in quanto tutti figli di Dio, che cerchiamo di assomigliargli e
di comportarci da fratelli.
In questo lavoro “interiore” di condivisione, ci ha guidato la consegna della Missione: non ci troviamo per parlare dei grandi
sistemi mondiali, di ciò che dicono i giornali o che abbiamo sentito dire, di ciò che pensiamo, ma di ciò che questa parabola
dice a me, di come mi comporto io, di cosa provo dentro.
E’ un esercizio nuovo, forse faticoso, ma gratificante: si ha la sensazione di aver scavato alla ricerca di un tesoro e di averlo
trovato. E questo tesoro è la fede dei fratelli, la mia, la tua, la nostra.
Forse è sotto qualche metro di terra, c’è da lavorare di pala e piccone,
vanno portate via diverse carriolate di materiale, ma alla fine risplende
di fronte a noi il frutto del nostro lavoro.
Per questo attendiamo per i prossimi incontri quanti non hanno potuto
per diversi motivi partecipare finora. I prossimi incontri saranno:
- 20 marzo - Gli operai della vigna (Mt.20,1-16)
- 9 aprile - I due figli (Mt. 21,28-32)
- 7 maggio - Le dieci ragazze (Mt. 25,1-13)
- 4 giugno - I talenti (Mt. 25,14-30)
Roberto De Capitani
Lettera di Papa Francesco
Cari fratelli e sorelle,
in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione.
Prendo lo spunto dall’espressione di san Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste
parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico?
La grazia di Cristo
Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi…». Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre,
si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi (cfr
Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha lavorato con
mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine,
egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22).
Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua
povertà». Non si tratta di un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! E’ invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la
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Il Faro
Marzo 2014
logica dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio
superfluo con pietismo filantropico. Non è questo l’amore di Cristo! Quando Gesù scende nelle acque del Giordano e si fa battezzare da
Giovanni il Battista, non lo fa perché ha bisogno di penitenza, di conversione; lo fa per mettersi in mezzo alla gente, bisognosa di perdono, in mezzo a noi peccatori, e caricarsi del peso dei nostri peccati. E’ questa la via che ha scelto per consolarci, salvarci, liberarci dalla
nostra miseria. Ci colpisce che l’Apostolo dica che siamo stati liberati non per mezzo della ricchezza di Cristo, ma per mezzo della sua
povertà. Eppure san Paolo conosce bene le «impenetrabili ricchezze di Cristo» (Ef 3,8), «erede di tutte le cose» (Eb 1,2).
Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come
il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr Lc 10,25ss). Ciò che ci dà vera libertà,
vera salvezza e vera felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo
farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo
è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e
solo la sua volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro
amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di
questo Messia povero. Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “povera ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito
(cfr Rm 8,29).
È stato detto che la sola vera tristezza è non essere santi (L. Bloy); potremmo anche dire che vi è una sola vera miseria: non vivere da figli
di Dio e da fratelli di Cristo.
La nostra testimonianza
Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata quella di Gesù, mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo
con adeguati mezzi umani. Non è così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di
Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo.
Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza.
Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella che
comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di
fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità. Nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo. Il
nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che,
in tanti casi, sono all’origine della miseria. Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una
equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla
condivisione.
Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia
perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno
smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di
uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente. Questa
forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo
da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi
stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera.
Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste
il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a
tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la
pecora perduta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione
umana.
Cari fratelli e sorelle, questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria
materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad
abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con
la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di
aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza
questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole.
Lo Spirito Santo, grazie al quale «[siamo] come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo
tutto» (2 Cor 6,10), sostenga questi nostri propositi e rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per diventare
misericordiosi e operatori di misericordia. Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.
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Il Faro
Marzo 2014
I L FA R E T T O
dell’Oratorio
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La frazione del POZZO
Tutti noi sappiamo che il Pozzo a Civate, è una frazione che s’incontra per andare sui sentieri di
montagna e per raggiungere San Pietro ma nel passato non era solo questo. Attraverso Carmela,
Anna e Marisa abbiamo scoperto questa parte del paese, in una posizione panoramica invidiabile e la bellezza
della natura che ancora lo circonda.
Come si viveva in questa località?
Dai racconti dei nonni, in passato (fino agli anni ’30), questa zona è stata una località prevalentemente agricola. Si viveva dei doni della terra che i nostri genitori coltivavano con tanto amore: uva, patate, ortaggi e piante da frutta che avevano un sapore buonissimo (intenso e profumato). Si coltivava anche il grano: la vista di quei campi color oro con i
papaveri e i fiordalisi non si possono dimenticare! Con il granoturco si ricavava la farina per la polenta. Noi ragazzi,
aiutavamo a raccogliere le pannocchie e poi facevamo i mazzi per appenderli sotto i porticati.
Quali famiglie abitavano al Pozzo?
? Le famiglie native del Pozzo erano: i Santinei (Valsecchi), Pusian e Filipon (Castagna), i Bacul (Castelnuovo) che avevano le stalle con il bestiame, i pollai con galline e conigli. Si viveva abbastanza bene perché sulla tavola c’era sempre
qualcosa da mangiare, anche in tempo di guerra. Nei primi anni del ‘900 i genitori già anziani vivevano in famiglia con
i figli già sposati e con i nipoti. Il regiuu e la regiura avevano autorità sull’intera gestione delle cose di casa, come i
nostri nonni. Noi abbiamo vissuto insieme a loro fino a quando ci hanno lasciato. Non esistevano i ricoveri e non c’era
una pensione per tutti. Per esempio la signora Rosa, viveva sola ma spesso era invitata alla nostra tavola. Si sosteneva
cucendo i guanti per il signor Marelli. Era un lavoro di precisione e le occorreva molta luce. D’inverno, questo lavoro
diventava molto difficoltoso, anche perché avanzava con gli anni.
Cosa ricordate particolarmente, oggi, quando pensate alla vostra famiglia d’origine?
Certamente i ricordi più felici riguardano il periodo di spensieratezza della gioventù. Eravamo più di 20 ragazzi e ragazze che abitavano al Pozzo (un’allegra brigata) e il nostro passatempo
preferito erano i giochi in cortile, utilizzando cose semplici si giocava
a palla, a buca con le biglie, con le prime lattine di alimenti e la corda
da saltare. Alla domenica si andava alla Messa e i nonni andavano a
dottrina (catechesi) e poi si fermano da Ofer o da Ghita a bere un calice di vino. Noi ragazzi, invece, passavamo dalla sciura Vittoria, (una
donna che ha dedicato la sua vita per i ragazzi) a prendere Famiglia
Cristiana da distribuire dal Noveredo alla frazione Oro, dove abitavano altre famiglie. Si faceva questa la strada sempre a piedi; per andare
a scuola andata e ritorno, anche tre volte al giorno, ma ci si aspettava
tutti per stare in compagnia.
Carmela racconta tanti pezzi della sua infanzia con nostalgia.
Quando si vendemmiava il nonno sceglieva i tralci con i grappoli più
belli e confezionava un mazzetto per ogni nipote che poi appendeva al
soffitto. Così, a Natale, ognuno di noi aveva il suo dono. Ricordo molti
momenti legati alla vita contadina come la Festa di San Giuseppe (il 19
marzo), quando si faceva il falò negli orti. Si portavano la legna e i malgasc a bruciare e, a tarda ora, si accendeva il fuoco. Ci radunavamo,
poi tutti intorno e osservavamo i falò dei paesi vicini con l’entusiasmo
e con la gioia della primavera che si stava avvicinando.
In conclusione, appare molto chiaro l’attaccamento al proprio
paese e alla famiglia. I nonni hanno avuto un ruolo importante nel
trasmettere l’amore verso la casa e la comunità; sono stati dei
grandi affetti e una parte fondamentale della vita.
Anna
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Gennaio 2014
Il Faro
LA VITA E’ BELLA
I nostri piccoli di terza elementare hanno terminato la loro prima tappa di
catechesi leggendo il libro “L'albero della memoria. La shoah raccontata ai
bambini”. Per approfondire il tema della shoah il giorno 7 febbraio, insieme ai loro catechisti e genitori, si sono trovati nel salone dell'oratorio per
vedere il film “La vita è bella” di Roberto Benigni, che narra la storia di
Guido Orefice che, a causa delle leggi razziali viene deportato con il figlio
Giosuè e la moglie. Nel campo di concentramento, per tenere il figlio al
riparo dai crimini che vengono perpetrati, Guido gli fa credere che loro
fanno parte di un gioco a punti, in cui bisogna superare delle prove per vincere un carro armato. Così va avanti, fino al giorno in cui Guido viene
allontanato ed eliminato. Ma, la guerra nel frattempo è finita, Giosuè esce,
incontra la madre e le va incontro contento, dicendo "abbiamo vinto".
Durante il film i bambini si sono dimostrati molto interessati e attenti; al termine della proiezione durante una discussione guidata dal don Gianni incuriositi hanno posto molti interrogativi. Questa esperienza è stata per loro molto
utile per comprendere meglio il vero significato della shoah e dell'importanza del ricordare affinché questi bimbi che
saranno gli adulti del futuro non ripetano questi orrori.
Elisabetta
L’ANIMAZIONE DELLE DOMENICHE DI QUARESIMA
Questo mese abbiamo deciso di intervistare le catechiste Mirella e Valeria per
saperne di più su come si svolgerà l’animazione delle domeniche durante il periodo di Quaresima…
Come verranno organizzate le domeniche di Quaresima quest'anno?
Per il cammino di Quaresima di quest’anno, noi catechisti insieme a Don Gianni,
abbiamo pensato a un nuovo modo di pregare in famiglia per sottolineare questo
tempo liturgico così importante.
Ogni domenica di quaresima, a partire dal 9 MARZO, durante la celebrazione delle
ore 10, a turno ogni classe di catechismo consegnerà a tutti i ragazzi un foglio per
la preghiera in famiglia. La preghiera sarà resa visibile la domenica successiva da
un gesto che saremo chiamati a fare tutti insieme.
Quali saranno le tematiche affrontate?
I momenti della messa che verranno animati saranno: l’atto penitenziale, le preghiere dei fedeli, l’offertorio, lo scambio della pace, il momento conclusivo della celebrazione con la “missione” che
Gesù ci affida, per finire con la cura nella preparazione della celebrazione della Pasqua.
Perché avete scelto questa modalità?
Perché sentiamo forte l’esigenza di “riscoprire” il valore della S. Messa domenicale, soprattutto quella delle ore 10,
pensata proprio per bambini e ragazzi.
Al centro di questo percorso di quaresima, rimane fondamentale la preghiera, che ogni famiglia sarà chiamata a fare
durante la settimana per poi compiere il gesto la domenica successiva.
Qual è stato lo spunto per quest'idea?
Pensando a quelle famiglie che per diversi motivi non riescono a seguire un orario preciso, è data così la possibilità di
pregare in un momento a scelta in cui sono tutti riuniti, perché la cosa più importante è non tralasciare questo appuntamento.
Potrebbe essere un segno che rimane impresso nella memoria, soprattutto dei bambini?
Noi come catechisti ci auguriamo che tutti i bambini e i ragazzi con le loro famiglie, possano partecipare attivamente
a questo piccolo percorso, dove ogni settimana impareremo a conoscere meglio alcuni gesti della Messa per capirne
l'importanza e fare insieme un tratto di cammino che ci porterà a celebrare con gioia la Pasqua di nostro Signore.
Alessandra
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Il Faro
Marzo 2014
Lettera ai cresimandi 2014
IL CAMMINO DEI 100 GIORNI DEI CRESIMANDI
Come ogni anno ai cresimandi della nostra diocesi, nell’ultimo tratto di cammino
in preparazione alla Cresima, viene proposta una traccia uguale per tutti in vista
della celebrazione del sacramento della Confermazione e dell’incontro con
l’Arcivescovo Scola, previsto il 2 giugno a San Siro.
Il cammino si inserisce nella proposta dell’anno Oratoriano “A tutto campo” che ci riporta all’ambientazione della
parabola del buon grano e della zizzania, utilizzato dall’Arcivescovo come icona evangelica della lettera pastorale “Il
campo è il mondo”.
La metafora utilizzata è quella dell’azienda agricola, una moderna fattoria, che simpaticamente progetteremo e avvieremo alla produzione insieme ai nostri ragazzi.
Per l’occasione l’Arcivescovo ha scritto una lettera, dal titolo Vi darà un consolatore, per tutti i ragazzi dove li invita
a vivere al meglio questo appuntamento.
Con l’inizio della Quaresima i ragazzi partiranno dalla progettazione sulla carta e poi con la costruzione in cartone dei
vari edifici. Ogni edificio ci racconterà le caratteristiche di uno o più doni dello Spirito Santo, che già in questi mesi
abbiamo iniziato a conoscere, ci accompagneranno nella riflessione alcuni brani evangelici.
La settimana santa ci vedrà impegnati in modo particolare nella partecipazione ai riti del Triduo Pasquale, vivendo pienamente e da vicino la consegna degli oli, la Messa del giovedì Santo, l’adorazione del venerdì e la Pasqua di
Risurrezione, per arrivare al rinnovo delle promesse battesimali.
Subito dopo Pasqua, i cresimandi affronteranno la sfida della coltivazione del grano. La metafora ci aiuterà ad affrontare i temi della Chiesa nei suoi diversi modi: la chiesa domestica, l’oratorio, la vocazione, il sacramento della
Confermazione e il cammino dopo la Cresima.
Sarà un percorso ricco di spunti e di idee per una catechesi che cerca di essere sempre più adeguata ai tempi, per condurre i ragazzi verso l’appartenenza alla comunità, a cui è chiesto di accompagnarli nel loro cammino di fede.
Mirella
Domenica 8 giugno 2014 Santa Cresima
Celebrata da Mons. Luigi Manganini Arciprete del Duomo di Milano
L’oratorio, comunità educante
Si è aperto l’Anno centenario della Fom (Fondazione
Oratori Milanesi) che, con il
su slogan “ricordare, celebrare e sognare” ci invita a
riflettere sul ruolo dell’oratorio come spazio formativo integrale da vivere con generosità, gratuità e semplicità.
Il Centenario della FOM, (1913-2013) non rappresenta semplicemente l’anniversario di un’organizzazione, ma l’occasione propizia
per rimetterci insieme, sostenuti dalla memoria e dalla gratitudine, e
sognare l’oratorio di domani.
«Abbiamo mille oratori, una tesoro unico: apriamo le strutture a
diverse realtà ed esperienze, movimenti e associazioni», dice il
Cardinale benedicendo le sette fiaccole, una per ogni Zona pastorale
della diocesi, simbolo della FOM come presenza di comunione.
Piccole torce che verranno portate nei Decanati e, da qui, nelle parrocchie in questi mesi per riunirsi Milano, in piazza Duomo, il 23
maggio nel grande incontro degli animatori.
Su Facebook si trova il sito ufficiale della Pastorale Giovanile e della FOM
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Venerdì 14 febbraio, la torcia è arrivata davanti
all'altare della nostra parrocchia
Il Faro
Marzo 2014
San Vito
Giunti al giro di boa della stagione ci pare il momento di fare un
primo riassunto delle situazioni
di classifica delle nostre compagini, iniziando dai campionati
zonali di calcio. Si è concluso il
campionato autunnale dei piccoli
Under 12: un inizio difficile ha
compromesso il proseguo della
stagione e, complici alcuni episodi, i nostri hanno concluso in ultima posizione. Il morale è comunque alto e la seconda parte della
stagione si preannuncia piena di
soddisfazione! Salendo di categoria incontriamo la compagine
Under 14, impegnata nel campionato a girone unico della zona
Lecco. I nostri sono in ottima
posizione per poter competere
con i primi in vista dello sprint
finale. Per ultimi ecco i grandi
delle Open a 7 zonali. Abbiamo
schierato al via in questa stagione
due squadre nel girone
Eccellenza: una è ai vertici, mentre l'altra per il momento non è
ancora riuscita a ingranare la
marcia giusta. E' solo questione
di tempo per vederle entrambe
insieme nei primi posti!
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Il Faro
Marzo 2014
Perché mi percuoti?
(Gv. 18,23)
• I recenti casi di Bollate del 7 Febbraio 2014 in cui un’adolescente è stata aggredita da una coetanea, sotto gli occhi
di una quindicina di ragazzi, compagni di classe e amici delle due giovani, e quello dello scorso 17 Gennaio 2014
alla stazione delle corriere di Pavia dove una ragazza è stata picchiata da una coetanea davanti a decine di compagne e compagni, entrambi ripresi con il telefonino, hanno portato a reazioni preoccupate da parte del contesto e dell’opinione pubblica.
• Una giovanissima di 14 anni ha utilizzato Facebook per creare una pagina appositamente per offendere e screditare pesantemente una sua coetanea, senza alcuna motivazione; a Roma due ragazze liceali hanno picchiato e preso
a schiaffi una loro compagna di scuola, mentre altre sei le lanciavano uova addosso. Il motivo? Era considerata
troppo bella.
I casi delle due ragazzine che hanno aggredito delle coetanee rivali di amore sono stati considerati episodi di bullismo.
Quel che forse stupisce è che siano state due ragazze a mettere in atto tali comportamenti. Queste ragazze sembrano
aver dimenticato dolcezza e riservatezza, proprie del codice affettivo femminile, e mostrano quella che apparentemente è una mascolizzazione, ma in realtà cela una femminilità enfatizzata, un esasperato bisogno di essere attraenti come
modo per essere riconosciute.
Difendersi da un aggressione non è mai facile, e le scene riprese dai presenti con gli smartphone e ritrasmesse sui social
network (YouTube e poi di rimbalzo sulle bacheche di moltissimi utenti Facebook) possono certamente portare a vissuti di umiliazione nelle vittime, ma più che ad una dinamica di bullismo sembra di essere di fronte a due episodi di
agiti trasgressivi o più propriamente antisociali. Non esiste una presa di coscienza da parte di chi compie gli atti di
bullismo e la visione del video ha effetti diversi a seconda delle generazioni.
Per affrontare questi episodi occorre che tutti siano quindi coinvolti, dai ragazzi che agiscono, a chi sta a guardare, ai
genitori che sentono di non avere fatto abbastanza.
Alla fine bullo e vittima e spettatori, hanno la stessa radice, l’insicurezza e la solitudine…..
IL BISOGNO DI SALUTE E IL DESIDERIO DI SALVEZZA
Incontro presso il Cenacolo Francescano, martedì 11 Febbraio 2014
Il Centro Culturale San Nicolò, in occasione della Giornata del Malato, martedì 11 febbraio, organizza un incontro al
Cenacolo Francescano. Coordinati dal medico e scrittore Paolo Gulisano, interverranno la Sig.ra Maria Ancilla
Beretta, Presidente dell’Associazione Mutilati e Invalidi civili, il dottor Pierfranco Ravizza, in rappresentanza
dell’Ordine dei Medici della Provincia di Lecco, e infine il Professor don Michele Aramini, docente dell’Università
Cattolica di Milano.
Il tema dell’incontro, “il bisogno di salute e il desiderio di salvezza”, riassume la domanda di senso che l’esperienza della malattia, del dolore, pone alla medicina.
La medicina è una delle scienze più antiche, che nasce insieme all’uomo stesso: nasce quando l’uomo elabora una
capacità di venire in aiuto, di porre rimedio ad uno stato patologico. L’etimologia stessa dei termini medico e medicina
deriva dal verbo latino medeor, “curare, apportare cure”. La medicina è quindi “darsi pensiero”sul problema di chi
soffre, riflessione e azione.
Si può dunque affermare che l'origine di questa scienza coincida con l'origine stessa dell'uomo e che sia strettamente legata alla riflessione sul mistero dell’esistenza.
La professione medica, il lavoro di prendersi cura del prossimo, può essere un modo di realizzare maggiormente il
nostro essere a immagine di Dio, poiché Dio si prende cura dell’uomo, come dice il Salmo 8: “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?” ribadito nel Salmo 143: “Signore, che cos’è l’uomo perché te ne
curi? un figlio d’uomo perché te ne dia pensiero?”
Dalle radici profonde della Medicina intesa come prendersi cura emerge con chiarezza quello che è stato per duemila anni il compito autentico della Medicina: farsi carico, con piena consapevolezza, della sofferenza che incontra,
della malattia e della morte, in tutte le circostanze del suo lavoro. Il compito del curare ha avuto e ancora oggi ogni giorno ha a che fare con il singolo segnato dalla malattia nel suo corpo e nel suo spirito.
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Il Faro
Marzo 2014
VILLA SACRO CUORE
INFORMA.....
“CIVATE AI TEMPI…DE CHI INDRÈ”: Via Broggi
Continua il nostro viaggio fra le vie e le corti di Civate. Sull’angolo tra Via Broggi e Via Dott. Coppola ricordiamo che c’era
BERTULEN, il macellaio; poi la LATTERIA DA CALOGERO: veniva soprannominato “il sindac di zocul”, perché aveva la carica
di sindaco e portava sempre gli zoccoli. Così diceva: “Sopra di me comanda Dio, in latteria comando io!” Sopra la latteria c’era
RUDULFA: abitava con sua sorella Fiora e le donne del paese andavano da lei a farsi pettinare. A destra c’erano i MASCIÀDER,
i Brizzolari che vendevano le stoffe e facevano i mercati. Poi ancora gli UPETT: erano contadini; la moglie ha fatto anche da
balia. Una volta la figura della Balia aveva una grande considerazione, era una risorsa perché dava il latte ai bambini quando le
mamme non ne avevano; i neonati vivevano proprio in famiglia e venivano chiamati “fratelli di latte”, ricevevano tanto affetto.
La famiglia del neonato in cambio offriva alla Balia quello che poteva, di solito generi alimentari. Poi il PURTON DEL CURATT,
i FERRÈ ovvero i fabbri e i CARLOTT: il papà faceva il CAPOMASTRO, il capo dei muratori.
Ricordiamo anche i GIPUNETT: nel cortile c’era il CANATORIO dove preparavano la seta in matasse, che faceva capo allo stabilimento di BARZEGUTTA, situato alla fine della strada. Poi c’è stata la Smalteria lombarda. Infine la CASA DE GHITA, padrone dell’osteria, PEDON Costante e la moglie Rosetta. Solo negli anni ’50 è arrivata la STAR trasferita da Via privata la Volta.
Continua…
I ragazzi di Dolzago in visita agli ospiti nell’ambito del loro programma di catechismo.
Dopo una buona merenda insieme, tante
domande per scoprire come gli anziani trascorrono la loro vita in Casa di Riposo.
Ringraziamo il Gruppo “Ezio e compagni”
che con continuità ogni anno viene a portare
la sua musica, allegria e tanta simpatia!
♣ Martedì 4 marzo ore 15.30, “LA CORRIDA: giovani e vecchi allo sbaraglio!”
♣ Lunedì 24 marzo ore 16.00: MUSICA per festeggiare l’arrivo della primavera con il gruppo “Federazione
♣
♣
Nazionale Pensionati” della Cisl.
Per il mese di marzo facciamo gli auguri di COMPLEANNO a Santina lunedì 10 (101 anni!) e a Elvira venerdì 14.
Tutti i venerdì di Quaresima a partire dal 7 MARZO, alle ore 16.00 potrete pregare con la VIA CRUCIS
nella nostra cappella.
Ricetta: I BACI DEGLI INNAMORATI
300 gr. biscotti secchi, 200 gr. cioccolato fondente, 100 gr. burro, 3
uova (2 rossi, 2 bianchi), 3 cucchiai zucchero, 2 cucchiai di cacao
amaro, 1 bicchierino di marsala, frutta secca a piacere, farina di cocco,
granella di nocciole.
PROCEDIMENTO:
Far sciogliere a bagno-maria il cioccolato con il burro. Sbriciolare
grossolanamente i biscotti. Sbattere i rossi con lo zucchero. Nella
ciotola dei biscotti aggiungere: i rossi con lo zucchero, il cioccolato
sciolto, il cacao, frutta secca e da ultimi i bianchi montati a neve.
Formare delle palline della grandezza di una noce e passarle nella
farina di cocco o granella di nocciole. E poi basta gustarli!
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Il Faro
Marzo 2014
Notizie dalla
Casa del Cieco
Tutti gli operatori che lavorano all’interno di Case di Riposo si confrontano costantemente con il tema
della morte. E’ fondamentale quindi sostenere l’anziano non solo durante il suo cammino ma ricordare in
sua assenza l’amore che ha donato.
Un pensiero solo per te…
Non è facile descrivere a parole i sentimenti che si provano quando una persona a
te cara viene a mancare, quando un amico, un famigliare o anche solo un conoscente, che faceva parte della tua quotidianità, ad un certo punto non ci sarà più.
Volevo dedicare due righe e un pensiero speciale ad un ospite che nella mia vita ha
occupato un posto rilevante, che è stato presente nei miei primi giorni di lavoro
alla Casa del Cieco, che ha trascorso insieme a me momenti belli e meno e del
quale ho un ricordo speciale ed unico. Se penso a Beppe ripercorro i giorni fino
ad arrivare al mio ingresso in Casa di Riposo; era una persona colta, curiosa, amichevole con tutti, disponibile ma, soprattutto, un uomo che ti faceva sentire importante solamente per il fatto che ti cercava tutte le mattine appena entravo in palestra. Non posso non ricordare il legame che lo univa alla Sig.ra Mara, l’affetto che
provavano uno per l’altra, i piccoli gesti che si scambiavano e le belle parole che si
dicevano. Ancora adesso tutto questo mi fa sorridere perché penso che, dietro ad
una malattia o ad una situazione di sofferenza, può esserci molto di più, il bene che una persona può dimostrare ad un’altra. E penso che Beppe abbia dimostrato a tutti la persona speciale che era e l’affetto incondizionato che ha provato per la maggior parte di noi. Il ricordo della sua persona rimarrà impresso nel mio cuore e ogni
giorno che entrerò nella palestra della Casa il mio pensiero sarà rivolto a lui e alle sue semplici parole che ogni
mattina mi accoglievano:” Ciao Virginia!!! Come va? “. Così io ti lascio con un… … “CIAO BEPPE!!!”
L’animatrice Virginia
Avete mai conosciuto una Bambina di 103 anni?
Noi sì, il ricordo più bello è per la Sig.ra Passoni Bambina, una cara ospite del reparto protetto che di recente
è venuta a mancare.
Portava occhiali grandi che le coprivano parte del suo bel viso, aveva un fisico gracile e nonostante l’età, una
discreta memoria.
Quando raccontava dei suoi figli, Albino e Alberto, i suoi occhi si illuminavano come se si accendesse una luce
sul suo viso. Le piaceva parlare della sua famiglia e del suo lavoro: per trent’anni aveva lavorato in un circolino
di Vimercate, ma una volta sposata aveva aperto un bar- trattoria a Malgrate, che gestiva insieme al marito.
Nonostante avesse un corpo mingherlino e un viso dolce, la Sig.ra Bambina nascondeva un carattere forte e
determinato. Gradiva conversare con le animatrici e si aspettava ogni giorno un complimento, un apprezzamento da parte loro, era un modo per darle la carica e affrontare in modo più sereno la giornata.
Con queste parole volevamo esprimere il nostro affetto e la nostra gratitudine verso la Sig.ra Bambina che attraverso il suo sorriso ci ha trasmesso la gioia di vivere.
Le animatrici
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Il Faro
Marzo 2014
“Cibo e non solo…“
“Street Food all’Italiana” - 20 febbraio 2014 - Valmadrera
La Biblioteca Civica di Valmadrera, in collaborazione con la Consulta dell’Alimentazione, presenta l’incontro con
l'autore “Street Food all’italiana” con Clara e Gigi Padovani, che si terrà il 20 febbraio 2014.
Il “Cibo di strada” è uno dei fenomeni sociali e culinari più attuali e interessanti del momento, e con il loro libro gli
autori percorrono la nostra penisola raccontando non solo tradizioni e ricette, ma anche storie e protagonisti di un
mondo ricco di umanità.
Un viaggio dall’Alto Adige alla Sicilia alla scoperta dei veri “food maker” italiani, donne e uomini che ogni giorno
friggono, impastano, infornano, bollono e arrostiscono, lontano dai riflettori della Tv; artigiani della cucina ma anche
imprenditori moderni che vedono nello street food il business del futuro, economico e di qualità.
Lungo la strada ci si immerge nei sapori e negli odori delle piazzette napoletane, dei carruggi della vecchia Genova,
dei mercati palermitani, veri e propri palcoscenici di questi artisti del cibo; cibo semplice e veloce, da gustare in strada, in piedi, con le mani unte o colanti di crema.
Clara Vada Padovani è autrice di libri di cucina, esperta di storia della gastronomia, ex docente di matematica, collabora con Leggo e altri giornali. Per Giunti ha pubblicato Gianduiotto mania (con Gigi, 2007), Niko, semplicità reale
(con Niko Romito, Giunti, 2009), Passione Nutella (Giunti, 2006) e Pane e Nutella (con Piergiorgio Giorilli, 2012).
Gigi Padovani, per molti anni giornalista de La Stampa, collabora a Leggo e L’Espresso, è critico gastronomico e ha
pubblicato una decina di libri, alcuni tradotti all’estero. Tra le sue opere: Nutella. Un mito italiano (Rizzoli 2004),
Slow Food Revolution (Rizzoli 2005) e Italia Buon Paese (con Clara, Blu Edizioni 2011).
L'incontro si terrà giovedì 20 febbraio 2014 alle ore 21.00, presso la Sala Auditorium del Centro Culturale
Fatebenefratelli.
CENE TIPICHE - VALMADRERA 13 marzo - CIVATE 3 aprile
Gli Assessorati alla Cultura di Civate e Valmadrera in collaborazione con le rispettive Parrocchie e il CFP Aldo Moro
di Valmadrera e con il contributo di Fondazione Cariplo e del Progetto Scuola 21, organizzano due cene tipiche ispirate alla grande varietà della tradizione culinaria del Bel Paese: "Benvenuti al Nord" e "Benvenuti al Sud".
La prima, dedicata alle ricette dell'Italia settentrionale, si terrà giovedì 13 Marzo presso l'oratorio maschile di
Valmadrera. La seconda esplorerà invece profumi e sapori del meridione, e avrà luogo giovedì 3 Aprile presso l'oratorio di Civate. Entrambe le cene si svolgeranno alle ore 19.45.
Si tratta di un'occasione unica non solo per gustare ottimi piatti in buona compagnia, ma anche per riscoprire una
volta di più la ricchezza e varietà culturale che la nostra penisola esprime anche attraverso la sua cucina.
Il costo di ogni cena per gli adulti è di 15 euro, per i bambini fino ai 10 anni è di 10 euro.
Le iscrizioni sono aperte a partire dal 17 febbraio; per info e prenotazioni contattare il CFP Aldo Moro al
0341580359.
Spettacolo “Bella da morire – per una nuvola” - venerdì 7 marzo 2014
Le Biblioteche di Valmadrera e Civate in collaborazione con “D.C.A.molo – Associazione Disturbi della Condotta
Alimentare” in occasione della Giornata Internazionale della Donna presentano lo spettacolo “Bella da morire – Per
una nuvola” di Ylenia Santo e Valentina Papis.
Una donna senza nome, stanca. Intrappolata tra i ricordi di un passato dai colori sbiaditi ma ancora troppo vivi.
Una donna incastrata tra gli angoli della memoria, che inciampa tra radici che soffocano, fino a togliere il fiato. Ad
ogni respiro, un ricordo. Ciò che è accaduto ha lasciato un'impronta e ogni sua traccia è segno di una femminilità
che cambia. Il presente? Sembra non esistere. Il futuro? In bilico, tra andare e restare, tra tentare e rinunciare.
Dopo l’ottimo riscontro di pubblico e le positive ricadute in termini di sensibilizzazione ottenuti l’anno scorso con lo
spettacolo “In Bilico”, si rinnova la collaborazione dei due Comuni con l’Associazione D.C.A.molo, che si occupa
di forme di disagio tipiche della nostra società come l’anoressia e la bulimia. Si tratta di problemi che colpiscono una
parte sorprendentemente grande della popolazione, soprattutto nella sua componente femminile; l’abitudine di parlare pubblicamente – ma con responsabilità - di questi temi può costituire un forte contributo alla loro conoscenza, ma
anche essere un modo per abbattere la barriera di silenzio in cui spesso si rinchiude chi ne soffre.
Lo spettacolo si terrà venerdì 7 marzo 2014 alle ore 21.00 presso la Sala Auditorium del Centro Culturale
Fatebenefratelli. Ingresso libero.
L'Assessore alla Cultura di Civate
Angelo Isella
L'Assessore alla Cultura di Valmadrera
Raffaella Brioni
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Il Faro
Marzo 2014
Quaresima 2014 - Tre comunità educanti
Quaresima sociale per le tre parrocchie della nostra unità pastorale Civate, Malgrate e Valmadrera. Tre mercoledì per aprirci alle realtà e ai fenomeni del nostro tempo, dandone una visione cristiana.
Si inizierà mercoledì 12 marzo a Civate, parlando dei ragazzi e dei giovani. Vogliamo rinnovare il nostro impegno ad essere comunità educante, come ci chiede il nostro Cardinale, riflettendo sui fenomeni spesso inquietanti nell’ambito educativo: trasgressioni, rifiuto della scuola, precoci esperienze anche nel campo affettivo...tanto
da parlare di emergenza educativa
Indispensabile andare oltre la denuncia, l’indignazione o addirittura il tirarsi fuori rifugiandosi nel privato. Ci
aiuteranno due allenatori civatesi, un capo scout (Enrico Viganò, di Valmadrera), e una persona impegnata nella
scuola (Francesco Betti, già dirigente alle Leopardi di Valmadrera).
Snodo fondamentale per ogni discorso educativo è la famiglia. Incontreremo i coniugi Edo e Renata Faini a cui
si devono nella nostra zona pastorale i gruppi di aiuto e incontro per divorziati e separati. In questo caso ormai
non si parla più d’indignazione vista la diffusione del fenomeno, ma ciò non deve significare indifferenza. Come
le nostre comunità possono essere di supporto in queste dolorose vicende e far sentire queste persone accolte e
non giudicate? Appuntamento a Valmadrera per mercoledì 26 marzo.
La conclusione sarà affidata ad una riflessione più ampia su come suscitare interesse per l’impegno sociale e
politico, nei giovani, ma forse anche negli adulti. Come andare oltre la protesta, il disinteresse o il qualunquismo? L’incontro si svolgerà a Malgrate mercoledì 9 aprile e rifletterà lo stile di tutti gli incontri: filmati-provocazione, testimonianze, ma soprattutto l’apporto e il confronto tra chi interverrà agli incontri, proprio per essere comunità educante.
Commissione interparrocchiale per l’impegno sociale Azione cattolica
Assemblea di ViviCivate
Giovedi 20 febbraio si è svolta l'assemblea annuale della Associazione Vivicivate. Oltre
l'approvazione del rendiconto finanziario c'è stata l'elezione del nuovo consiglio direttivo. Come presidente è stata confermata Galimberti Mariagrazia, vice presidente è stato eletto Daniele Deltredici e altri
11 consiglieri: Briacca Serena, Calamusa Antonella, Crippa Renato, Delogu Rosalia, Galimberti Romilda, Maggi
Carlo, Monti Giuseppe, Tintori Daniela, Valsecchi Giacomo, Valsecchi Michele, Valsecchi Paola. Il consiglio rimmarrà in carica per i prossimi tre anni e la programmazione sarà veramente intesa. Infatti nel 2015 verrà riproposto, in un
format completamente rinnovato, Adalgiso a Civate che anche in occasione dell'expo vuole essere un modo per far
conoscere la nostra storia. Hanno già preso il via i laboratori per preparare tutto il materiale teatrale occorrente e chi
volesse dar una mano può venire in sede il mercoledi dalle 14.30 alle 16. Giovedi 13 marzo alle ore 21 in sede di
Vivicivate ci sarà un incontro per iniziare ad organizzare tutta la macchina creativa. Tutti coloro che volessero collaborare sono i benvenuti! A breve scadenza abbiamo in programma una bellissima serata di balli che si terrà presso la
palestra di via Baselone sabato 12 aprile 2014. Una festa veramente di gala , sarà presente la scuola International dance
di Lipomo che ci intratterrà con esibizioni di tutti i generi di balli ,dagli adulti ai bambini per poi lasciare spazio per
le danze al pubblico presente.
Grazia
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Il Faro
Marzo 2014
LE MIMOSE DI MARZO
8 Marzo. E' la Festa della donna. Puntualmente come ogni anno compariranno le nuvole gialle delle mimose insieme a fiumi di parole per celebrare e commentare la condizione femminile.
Io sono già in piedi dalle sei del mattino: devo riordinare casa e preparare
colazione e cena per marito e figli prima di andare al
lavoro, anche oggi che è sabato. La famiglia mi saluta con un grugnito, ancora troppo annebbiati dal sonno per ricordare che festa sia oggi. Ci penseranno per strada gli extracomunitari che da venditori di accendini si trasformano
in fiorai ambulanti, a farglielo ricordare, e compreranno mio marito un mazzetto per la madre e i miei figli un rametto per le amichette e le prof.
Entro in ufficio e il capo mi schiaffa un gran mazzo di mimose sulla
scrivania, insieme a una pila di pratiche da sbrigare: - “Buona festa della
donna”. - E io penso che la festa me la fa lui che sa che il mio lavoro vale
quanto e più di quello dei colleghi maschi, ma molto meno pagato, che ha
ostacolato il mio desiderio di maternità e ha storto il naso di fronte alle mie
richieste di agevolazioni per occuparmi della famiglia.
Buona festa della donna!
Mi piacerebbe lasciare il lavoro non fosse per quella donna al Governo che tra le lacrime ha spostato in là di un
decennio la mia data di fine lavoro.
Di licenziarmi non se ne parla: il mutuo da pagare, la scuola dei figli, le bollette esagerate, il marito esodato
(altro regalo della suddetta donna ministro) mi impediscono di farlo.
I giornali dicono che saremo noi donne a portarci fuori dalla crisi perchè attente al bilancio familiare, forza di
coesione per la famiglia e sostegno alle fragilità dell'uomo contemporaneo.
Il Parlamento europeo su proposta delle organizzazioni famigliari, ha approvato la designazione del 2014 quale
“Anno della Conciliazione tra vita professionale e vita familiare” e si richiederanno “politiche adeguate negli
ambiti familiare, sociale, economico, di innovazione e di pari opportunità”, rivolte soprattutto alle donne.
Vedremo se queste proposte non rimarranno solo sulla carta.
Esco dall'ufficio. Di corsa la spesa al supermercato e poi da mia madre: 90 anni , la mente ormai rivolta al passato. La badante vorrebbe la serata libera: “Sa, esco con le amiche a festeggiare”.
Permesso accordato, anche lei una donna dalla vita priva di diritti ma piena di doveri.
Mando un sms a marito e figli: -Torno tardi, la cena è in frigo VVTB.
Da mia madre la televisione, sempre accesa, tra le solite banalità ci sbatte la cruda cronaca di donne uccise da
chi diceva di amarle, di ragazzine cresciute troppo in fretta, vendute e comprate da uomini rispettabili, di bambine cui in qualche parte del mondo è stato impedito di andare a scuola o addirittura di venire al mondo.
Una donna su tre, quindi circa un miliardo di donne, ha subito violenza almeno una volta nella vita.
Buona festa della donna a tutte!
Torno a casa: “Mamma hai festeggiato oggi?” mi dicono i miei figli dandomi un rametto di mimosa ormai avvizzito. Questo fiore al mattino così bello, la sera ha perso tutta la sua leggerezza e il suo bel colore. Sono stanca
ma i miei figli hanno tante cose da raccontarmi, per fortuna hanno ancora bisogno che io li ascolti.
Sistemo la cucina, riassetto casa, un bacio al marito che dorme alla Tv.
A letto, lo sguardo va ad un piccolo quadretto di Maria e penso che a Marzo , il 25, c'è un'altra festa per una
Donna. Anche Lei una donna che non ha avuto una vita facile. Un annuncio improvviso l'ha scaraventata dal
mondo di bambina a una realtà di donna che ha dovuto soffrire povertà, sospetto, disagi. Ha lasciato la sua casa
e la sua terra per cercare un luogo più sicuro dove crescere il figlio. Ha provato la gioia immensa della maternità e insieme la premonizione di una tragedia ancora più immensa. Consapevole di avere un figlio dal grande
destino, ha sopportato il dolore incolmabile della sua morte ma insieme ha avuto la consolazione di diventare
madre e salvezza per tutta l'umanità.
Buona festa della donna anche a Te, Maria!
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Il Faro
Marzo 2014
CAMMINARE, CORRERE, VOLARE
per... ragazze
Autore Sabrina Rondinell
Edizioni EL
Asja ha quattordici anni, l'aria spavalda e gli occhi inquieti. Vive in un quartiere popolare con una madre sempre depressa e va male a scuola. Ruba nei negozi e chatta con ragazzi più grandi. Esce di nascosto e si accanisce
contro la sua compagna di classe Maria, troppo remissiva, troppo studiosa, troppo per bene. Asja è una ragazza
difficile, cammina con fatica e non si separa mai dalle amiche del cuore. Poi un giorno si mette nei guai e tutto
cambia. Inizia così una corsa alta ricerca della vera se stessa. Un romanzo sul bullismo al femminile raccontato
dal punto di vista della "ragazza cattiva". Sul significato dell'amicizia, della luce che accende dentro il primo
amore e del valore del perdono.
L’UOMO VENUTO DAL NULLA
per... ragazzi
Autore Milo Milani
Edizioni Fabbri
Il rosso tese la destra, fece schioccare pollice e medio, ordinò: "Sgancia quello che hai in tasca." Silenzio. Luca si
domandò: "Ho capito bene?" "Quello che ho in tasca?" chiese stupefatto. "Sì. Ma non il fazzoletto. Dì, scemo"
e la voce del rosso s'era fatta bassa e minacciosa. "Guarda che tempo da perdere non ne abbiamo. Tira fuori la
grana. E poi corri a scuola. E non fare il furbo. Mai piaciuti, i furbi."
IO NON HO PAURA – 1
per... adulti
Autore Adriana Battaglia
Edizioni Franco Angeli
Si può morire di bullismo? Sembra incredibile ma è così. Francesco, Alessandra, Monica, Nicholas, Martina,
Jonathan, ecc., tutti ragazzi normali, studiosi, educati e corretti, finiscono vittime loro malgrado di un gioco crudele. Dai ricatti quotidiani subiti da parte di ragazzi e ragazze più prepotenti, ai furti, alle minacce, alle percosse, alla crudeltà gratuita, alla propria vita che, a soli 15 anni, finisce tra i binari e le ruote di un treno: è la triste
storia di Francesco, ucciso in modo premeditato da Fabio, che durante l'anno scolastico lo aveva sottoposto alle
peggiori angherie. Non è un romanzo o una fiction: è la realtà, la realtà che molti dei nostri ragazzi vivono a
scuola tutti i giorni. Il presente testo intende narrare queste storie, per portarle fuori dalle pareti scolastiche o
dalle pagine di una sentenza di tribunale e sensibilizzare genitori ed insegnanti su un problema di cui spesso non
si colgono i segnali o si preferisce non vedere. Obiettivo di questo libro è proprio quello di gettare uno spiraglio
di luce su ciò che succede nel mondo dei ragazzi quando gli adulti "non guardano".
Luigia Valsecchi
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Il Faro
Marzo 2014
Anagrafe parrocchiale
Morti nel Signore
3) Danilo Brusadelli di anni 61
Si è fatto povero per arricchirci
con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9)
Quaresima 2014
Mercoledì delle Ceneri 5 marzo
giorno di magro e digiuno
Ingresso penitenziale di Quaresima e
imposizione delle Ceneri
8.30 santa messa
14.00 ritrovo a San Calocero e cammino
penitenziale a San Pietro
20.30 liturgia penitenziale in parrocchia
Lunedì eucaristico
6.30 santa messa
7.45 recita santo rosario e lodi
8.30 santa messa
15.00 / 18.00 - 20.30 / 22.00 adorazione
eucaristica con la possibilità di accostarsi al
sacramento della riconciliazione e direzione
spirituale
“il campo è il mondo”
lettera pastorale del nostro
Cardinale, sarà il tema della
settimana degli esercizi spirituali
parrocchiali che inzieranno
Lunedì 10 marzo 2014
6.15
7.50
8.30
15.00
18.00
meditazione
preghiera presso le scuole
santa messa e catechesi
ora media e meditazione
preghiera e catechesi per
giovani e adolescenti
Ogni venerdì Via Crucis
alle ore 15.00 in parrocchia,
ore 20.30 presso i vari cortili
dei rioni del paese
9 marzo in parrocchia,
14 marzo Villa Sacro Cuore,
21 marzo Scarenna,
28 marzo Tozio,
4 aprile in centro paese,
11 aprile Isella.
La chiesa parrocchiale, ogni venerdì
di Quaresima rimarrà aperta
Da martedì 18 marzo
Sarà possibile seguire su Telenova
o attraverso la nostra radio
parrocchiale il quaresimale del nostro
Arcivescovo nel Duomo di Milano.
19 marzo
festa di san Giuseppe
Ore 20.30 santa messa
per tutti i papà, seguirà un
momento di festa in oratorio
Giovedì 20 marzo
centro d’ascolto presso le varie
famiglie della comunità
Lunedì 24 marzo
preghiera e digiuno nella
giornata dei missionari martiri.
Veglia di preghiera durante
l’adorazione eucaristica serale
Martedì 25 marzo
Festa dell'Annunciazione
alla messa delle 8.30
benedizione delle mamme in attesa