01_Proteinuria_relazione Cozzani

Il pediatra di
famiglia
incontra la
Nefrologia
Pediatrica
Padova 18 ottobre 2014
La proteinuria
Caso clinico 1
Giulia 5 anni «occhi gonfi»
Contatto telefonico con il pediatra.
Da circa una settimana Giulia presenta
Occhi gonfi
Naso chiuso.
Nel sospetto di una iniziale rinosinusite, il pediatra
consiglia lavaggi nasali e aerosol con soluzione
fisiologica.
Dopo 4 giorni : il naso chiuso è migliorato
ma gli occhi sono sempre un po’ gonfi
La visita ambulatoriale
Giulia si presenta un po’ pallida, ha un discreto
edema palpebrale bilaterale.
Esame urine:
PS 1010, ph 6.5 Proteine ++++, resto nella
norma
Anamnesi
Anamnesi familiare:
E’ sostanzialmente negativa in particolare per
malattie cardiache, renali, diabete e malattie
autoimmuni.
Anamnesi patologica remota:
VI malattia a sei mesi, dai 2 anni frequenti
infezioni delle alte vie, rinosinusiti, ipertrofia
adenoidea lieve.
Anamnesi patologica prossima
Cosa chiedere:
Tempo di comparsa e caratteristiche dell’edema
Sintomi associati
Episodi infettivi
Crescita ponderale
Somministrazione di farmaci
Contrazione della diuresi
Viaggi all’estero
Giulia: ha edema da circa 12 giorni è presente sia al
risveglio che durante il giorno. Per il resto tutto
negativo
La visita ambulatoriale
Esame Obiettivo:
FC 90 PAO 95/50 sat O2 98%
Peso 25 KG alt 110 cm ( aumento ponderale recente ? )
edema palpebrale importante
lieve edema pretibiale
Cute pallida, cuore e torace nella norma addome trattabile non
dolente non organomegalia OF e MT indenni.
Esame obiettivo
Cosa valutare:
Parametri vitali e peso corporeo
Entità degli edemi
Presenza di segni e sintomi di ipovolemia (dolore addominale,
estremità fredde, ipotensione, tachicardia)
Presenza e segni di infezioni sistemiche o altre patologie
sistemiche
(febbre, rash, artrite, porpora)
Sondaggio d’aula: ipotesi
Glomerulonefrite
Sindrome nefrosica
Scompenso cardiaco
Sondaggio d’aula: ipotesi
Sindrome nefrosica
Ipotesi
Sindrome nefrosica
è la più probabile per le manifestazioni cliniche,
età del paziente e modalità di insorgenza
Glomerulonefrite acuta
(post streptococcica) sindrome nefritica acuta,
macroematuria, ipertensione riduzione della
diuresi, anamnesi positiva per pregressa infezione
da SBEGA
Altre glomerulopatie croniche
ipotesi meno probabili; gli accertamenti eseguiti
potranno indirizzare la diagnosi
Sondaggio d’aula
Che fare?
Il pediatra prescrive esami ematochimici,
esame urine completo e proteinuria
quantitativa
Contatta l’ospedale per un ricovero
Programma ripetizione di esame urine dopo 48
ore
Sondaggio d’aula
Contatta l’ospedale per un
ricovero
Il ricovero
Giulia viene ricoverata e inizia gli
accertamenti
Sondaggio d’aula: gli esami
›  Emocromo,
glicemia, urea , creatinina AST, ALT
Na, K, Cl, Ca totale, P, protidemia, albuminemia,
colesterolo, trigliceridi PCR, VES. Es urine,
proteinuria quantitativa
›  Come
sopra + autoimmunità e studio coagulativo
complemento e immunoglobuline sierologia
›  Emocromo,
urea, creatinina, protidemia,
colesterolo, trigliceridi, VES PCR, esame urine
proteinuria quantitativa, programmo biopsia.
Sondaggio d’aula: gli esami
Emocromo, glicemia, urea , creatinina AST,
ALT Na, K, Cl, Ca totale, P, protidemia,
albuminemia, colesterolo, trigliceridi PCR,
VES. Es urine, proteinuria quantitativa
autoimmunità e studio coagulativo
complemento e immunoglobuline sierologia
Gli esami ematochimici
Primo livello
Ematici:
emocromo, glicemia, urea , creatinina AST,
ALT Na, K, Cl, Ca totale, P, protidemia
albuminemia, colesterolo, trigliceridi PCR,
VES.
Urinari:
Esame urine standard, proteinuria quantitativa
su raccolta urine 24 ore ( o rapporto
proteinuria/creatininuria)
Gli esami ematochimici
Secondo livello
Complemento
Profilo lipidico
Funzionalità tiroidea
Sierologia per HBV, HCV, HIV, salmonella e sifilide,
pneumoccoco, parvovirus B19,CMV,EBV, Mycoplasma
Immunoglobuline
Autoimmunità (ANA, antiDNAds, LAC, antiPL…)
Studio coagulativo
Giulia: gli esami ematochimici
Stick urine ++++ proteine
Proteinuria quantitativa 105 mg/kg/die
Protidemia 45 g/l
Albuminemia 12 g/l
Colesterolemia 350 mg/dl Trigliceridi 220 mg/dl
La diagnosi: sindrome nefrosica
Entità clinica caratterizzata da:
F  Proteinuria >50 mg/kg/die
F  Ipoprotidemia <6O g/L
F  Ipoalbuminemia <25 g/L
¬ 
¬ 
¬ 
¬ 
(Giulia 105)
(Giulia 45)
(Giulia 12)
Edema palpebrale, pretibiale, perineale, ascite, vers. pleurico,
anasarca ⇒ edema polmonare
Dolore addominale
Estremità fredde
Contrazione della diuresi
Segni di ipovolemia!!
Sondaggio d’aula: la terapia
Oltre alla terapia con prednisone: terapia antiedemigena, correzione
equilibrio elettrolitico, protettore gastrico
› 
› 
› 
Prednisone 2 mg/kg die in unica somministrazione
per 4 settimane
Prednisone 2mg/kg/die in due somministrazioni fino
a negativizzazione della proteinuria per almeno 3
giorni, poi a scalare
Prednisone 2 mg/kg/die in due somm. Per 4
settimane
Sondaggio d’aula: la terapia
›  Prednisone
settimane
2 mg/kg/die in due somm. Per 4
La terapia dell’esordio
Giulia: ha iniziato la terapia steroidea, il protettore gastrico,
ha iniziato diuretico protratto per 4 giorni
Terapia cortisonica:
prednisone 2 mg/kg/die in due somministrazioni giornaliere
per 4 settimane
Terapia antiedemigena:
Restrizione liquidi
Dieta normocalorica iposodica
Diuretici
Correzione squilibri elettrolitici
Protezione gastrica
Sindrome nefrosica 1 -11 anni
›  Forme
primitive:
›  Forme secondarie:
85 – 90%
5%
›  Durante
il ricovero vengono effettuati
esami di secondo livello per escludere le
forme secondarie.
›  Giulia:
gli esami non depongono per una
forma secondaria
Evoluzione
›  Giulia:
viene dimessa in 12 giornata con una
proteinuria di 20 mg/kg/die.
›  Deve eseguire stick urinari due volte alla
settimana per tutta la durata della terapia
cortisonica a dose piena.
›  La proteinuria si negativizza dopo 14 giorni.
›  Dopo le 4 settimane di prednisone a dose piena
si inizia a scalare la terapia.
›  Giulia ha potuto fare una vita normale dopo il
ricovero
›  Ha frequentato la scuola
Recidiva?
Dopo circa 1 mese dalla sospensione del
trattamento steroideo, la mamma telefona al
pediatra per un episodio di faringodinia e
febbre e riferisce che da due giorni gli stick
sono positivi. ( 2 +)
Sondaggio d’aula: la recidiva
›  Stick
positivo 2+ per tre giorni consecutivi
›  Stick
positivo ≥ 3+ per almeno tre giorni
consecutivi o proteinuria quantitativa >
50mg/Kg/die
›  Stick
positivo
Sondaggio d’aula: la recidiva
Stick positivo > = 3+ per almeno tre
giorni consecutivi o proteinuria
quantitativa > 50mg/Kg/die
Recidiva?
›  Giulia
viene portata dal pediatra che
riscontra faringotonsillite virale . Prescrive
terapia sintomatica. Raccomanda di ripetere
nei giorni successivi gli stick e di
comunicare l’esito giornalmente.
›  Lo
stick è negativo dal giorno successivo
Non è una recidiva
Recidiva ?
› 
Giulia viene condotta nuovamente dal pediatra per
febbre e segni di flogosi delle alte vie respiratorie.
› 
I genitori riferiscono che presenta stick positivi ( 3
– 4+) da tre gg.
› 
All’esame obiettivo Giulia è in discrete condizioni
generali ma presenta lieve edema palpebrale.
› 
Il pediatra prende contatto con il centro di
rifermento per le cure del caso.
Recidiva
Proteinuria quantitativa ed esame urine vanno
eseguiti sempre in caso di recidiva
›  Esami di laboratorio e strumentali su indicazione
clinica
› 
› 
Terapia steroidea: Prednisone
› 
› 
› 
› 
› 
2 mg/kg/die (max 60 mg/mq/die) in due somministrazioni fino a
7 giorni dalla negativizzazione dello stcik
1,5 mg/kg/die (max 40/mq/die) in dose unica al mattino a gg
alterni per 4 – 6 settimane
1 mg/kg/die (max 30/mq/die) a gg alterni per 4 settimane
0,75 mg/kg/die (max 20/mq/die) a gg alterni per 4 settimane
0,5 mg/kg/die (max 10/mq/die) a gg alterni per 4 settimane
Qual è il ruolo del pediatra di
famiglia?
Il sospetto diagnostico
edema, dolore addominale, contrazione della diuresi possono essere
segni di proteinuria e sindrome nefrosica all’esordio
Stick urine
Qual è il ruolo del pediatra di famiglia?
L’anamnesi
Familiare, patologica remota
Patologica prossima:
modalità, tempi e caratteristiche dell’edema
contrazione della diuresi
rash
artralgie
febbre
dolore addominale,
farmaci
viaggi all’estero
L’esame obiettivo: edemi, ascite,
versamento pleurico, segni di ipovolemia: dolore addominale
estremità fredde, tachicardia, ipertensione, segni di infezione.
Qual è il ruolo del pediatra di
famiglia?
Il follow up
Il bambino, dopo la dimissione, deve eseguire a domicilio
periodicamente esami urine e talvolta esami ematochimici di
controllo.
Si può fare:
Controlli clinici intermedi
Sostegno nella terapia
Tempestiva valutazione se segni o sintomi
Si devono conoscere:
Schemi terapeutici
Segni e sintomi di allarme per recidiva
Gli effetti collaterali dei farmaci
Qual è il ruolo di internet?
Ricerca per «occhi gonfi bambino»
Oltre alle note infiammazioni e irritazioni oculari che interessano prevalentemente la
zona della congiuntiva, l’occhio è esposto a svariate problematiche, molto spesso
coinvolgenti le palpebre e il contorno occhi. Una di queste è il gonfiore (o edema)
palpebrale, che si manifesta con accumulo di liquidi, congestione e iperemia delle
palpebre, superiori e/o inferiori.
Il disturbo può essere determinato da vari fattori: può trattarsi di una reazione
allergica (stagionale, da farmaci, da cosmetici, alimentare, da punture d’insetti, ecc.),
oppure conseguente ad infezione microbica (congiuntivite, blefarite, orzaiolo). In
tutti questi casi il gonfiore palpebrale è di tipo acuto, caratterizzato pertanto da
una sintomatologia molto intensa che, in alcuni casi, può portare addirittura alla
chiusura totale o parziale dell’occhio stesso.
Il gonfiore palpebrale può però manifestarsi anche in forma cronica; in tal caso è
spesso legato ad uno stato infiammatorio generalizzato dell’organismo e alla
difficoltà di drenaggio delle tossine, conseguenti a problematiche metaboliche quali
tiroiditi, diabete, ecc. oppure anche alla presenza di intolleranze alimentari (www
inerboristeria.com)
I bambini hanno spesso gli occhi gonfi e le cause più comuni di una palpebra
gonfia includono traumi, infezioni e allergie.(www prodecopharma.com)
Seguono altri siti simili, uno di dermatologia …e poi un sito in cui
si parla di sindrome nefrosica e poi due pagine di colliri…
Conclusioni
La diagnosi di sindrome nefrosica deve essere
sospettata in caso di edema palpebrale bilaterale, o
pretibiale.
«ha gli occhi gonfi, anche un po’ le gambette…»
Il pediatra di famiglia è punto di riferimento per la
salute del bambino.
I dati anamnestici contenuti nei nostri data base
possono essere preziosi
Conclusioni
›  La
collaborazione attiva, la condivisione di
protocolli fra PLS e Ospedale offrono al
bambino la migliore assistenza possibile.
›  Aumentano
la adesione terapeutica
›  Riducono gli spostamenti per le famiglie
›  Razionalizzano l’assistenza dell’ospedale.
Il Pediatra di Famiglia incontra la
Nefrologia Pediatrica
Padova 18 ottobre 2014
La visita medico sportiva
Caso clinico 2
Federico 13 anni
Visita medica sportiva:
stick urine ++ proteine
Il medico sportivo rimanda il ragazzo al pediatra per le
indagini del caso
Che fare?
Sondaggio d’aula
Ripetere lo stick entro una due settimane e
se positivo esegue una proteinuria
quantitativa
Invia in nefrologia pediatrica
Esegue esame urine mensile per tre mesi
Sondaggio d’aula:
Ripetere lo stick entro una due
settimane e se positivo esegue una
proteinuria quantitativa
Anamnesi
Anamnesi familiare: Non patologie renali nel gentilizio
Anamnesi fisiologica: nella norma
Anamnesi patologica remota:
varicella a 5 anni. Broncopolmonite
da mycoplasma a 11 anni. Acne moderata
Anamnesi patologica prossima:
Federico sta bene, gioca a Basket dall’età di 5 anni, ha buon appetito. Da
circa 15 giorni segue terapia topica con acido azelaico per l’acne (già
eseguita in precedenza). Non viene riferito aumento ponderale recente né
presenza di edemi.
Federico è preoccupato perché non ha avuto ancora il certificato per lo
sport
Il pediatra esegue uno stick in ambulatoro che conferma la proteinuria 2+
Sondaggio d’aula
›  Patologia
renale > proteinuria ortostatica >
proteinuria occasionale
›  Proteinuria
occasionale > patologia renale >
proteinuria ortostatica
›  Proteinuria
occasionale > proteinuria
ortostatica > patologia renale
Sondaggio d’aula
Proteinuria occasionale > proteinuria
ortostatica > patologia renale
Che fare?
Quante proteine?
In quali condizioni vengono escrete?
A cosa devo pensare?
Proteinuria transitoria: frequente, legata a stress,
infezioni, esercizio fisico intenso, scompare alle
successive valutazioni
Proteinuria ortostatica: 2-5% degli adolescenti, le
proteine vengono escrete quando l’individuo è in piedi,
si risolvono verso i 30 anni e sono benigne.
Proteinuria persistente: patologia generale:
renale, cardiaca, diabete…
Federico
Adolescente
Proteinuria rilevata due volte allo stick
Il pediatra prescrive
Esame completo da laboratorio una volta a settimana
per tre settimane e proteinuria quantitativa
Gli esami evidenziano sempre presenza di proteine e la
proteinuria quantitativa è di 15mg/kg /die
Federico
Proteinuria in clino e ortostatismo
Entrambi gli esami evidenziano proteinuria
Federico
- Adolescente
- Proteinuria presente in diversi campioni urine
compreso in clino ed ortostatismo
Si è esclusa la forma transitoria postinfettiva o da
sforzo fisico
Si è esclusa la forma ortostatica
Sondaggio d’aula
Il pediatra contatta il centro di riferimento
di nefrologia pediatrica.
Ripete una proteinuria quantitativa
Esegue esami ematochimici e urinari
Sondaggio d’aula
Esegue esami ematochimici e urinari
Gli esami
Federico
Ematici:
emocromo, glicemia, urea , creatinina AST, ALT Na, K, Cl, Ca totale, P,
protidemia albuminemia, colesterolo, trigliceridi PCR, VES.
Urinari:
Esame urine standard, proteinuria quantitativa su raccolta urine 24 ore
( o rapporto proteinuria/creatininuria)
Risultati:
Stick urine ++ proteine
Proteinuria quantitativa 25 mg/kg/die
Protidemia 70 g/l
Albuminemia Colesterolemia Trigliceridi e altri esami
nella norma
Federico
- 
- 
- 
Adolescente
Proteinuria persistente non ortostatica
Esami ematochimici nella norma
Che fare?
Biopsia
Federico
Esegue biopsia renale
Glomerulonefrite membrano proliferativa
Qual è il ruolo del pediatra di
famiglia?
Iniziare l’ iter diagnostico in caso di proteinuria (non
sindrome nefrosica)
Saper rassicurare e guidare i genitori durante il periodo
di definizione della diagnosi.
Conoscere e condividere i percorsi diagnostici,
terapeutici, di follow up.
Essere sostegno dei genitori nella gestione della terapia,
delle malattie intercorrenti, nella gestione delle ricadute
e degli effetti collaterali dei farmaci
Qual è il ruolo del pediatra di
famiglia?
Il sospetto diagnostico
Lo stick urine ci permette di verificare
immediatamente una proteinuria riscontrata
occasionalmente
Applicazione di protocolli diagnostici condivisi
permette di non perdere tempo, di sostenere la
famiglia e il ragazzo
Qual è il ruolo del pediatra di
famiglia?
Il corretto invio
Il pediatra deve sapere quando inviare il paziente al
pediatra nefrologo.
Presa in carico da parte dello specialista viene
condivisa e precisamente definita.
Pediatra di famiglia e nefrologo dovrebbero
condividere informazioni
Gli strumenti
A) protocolli o linee giuda condivise
nefrologiche.
su alcune patologie
B) Algoritmi, schemi terapeutici, comportamenti da
tenere in caso di effetti collaterali, ricadute ecc.,
C) Schemi che facilitino il pediatra di famiglia nel gestire
le varie problematiche
D) Materiali che illustrino, per le varie patologie, le
modalità di frequenza scolastica o la pratica di attività
sportiva.
Qualche esempio
Durante la terapia con ciclofosfamide (SN
corticosensibile a frequenti recidive o
corticodipendente), l’emocromo va controllato per un
mese ogni 15 giorni e poi mensilmente per due tre mesi.
Il pediatra deve conoscere lo schema
terapeutico, prescrivere nei tempi corretti
l’emocromo, conoscere i livelli di allarme e i
comportamenti conseguenti
Qualche esempio
› 
La terapia steroidea a lungo termine (> 3 mesi) può
dare effetti collaterali su accrescimento, cataratta,
ipertensione osteoporosi ecc.). Alcuni parametri
devono essere controllati ogni 6 - 12 mesi.
Il pediatra di famiglia deve conoscere il
timing degli accertamenti, controllare il diario
pressorio, valutare la compliance alla terapia
Conclusioni
› 
› 
› 
L’obiettivo principale della collaborazione e della
condivisione di protocolli e linee guida, è quella di
dare al paziente la migliore assistenza possibile
Per la famiglia, avere intorno figure mediche
collaboranti attivamente, è di grande sostegno. La
famiglia si muove all’interno di un circuito…
Il pediatra di famiglia deve «entrare nel team delle
figure mediche e non che seguono il bambino»
Grazie per
l’attenzione!