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FLUMENLAB
I LABORATORI DI FLUMEN NELL’ANTICA STAMPERIA
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da Venerdì 27 Febbraio a Venerdì 27 Marzo 2015 / Ore 18.15
IMPRESSIONISMO
LA SCANDALOSA NOVITÀ
in 5 lezioni
con Silvia De Angelis
Associazione Flumen presenta il V laboratorio di storia dell’arte all’interno degli spazi del centro culturale
dei Cantieri Rubattino, a Testaccio.
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In occasione dell’imminente mostra “Matisse.Arabesque” che si terrà alle Scuderie del Quirinale a partire
dal prossimo 4 marzo, Flumen presenta il nuovo laboratorio d’arte con un percorso pensato
sull’Impressionismo.
Cinque incontri per approfondire l’origine e le suggestioni della pittura impressionista, che grandissimo
successo ha avuto tra noi moderni, per seguirne e analizzarne gli sviluppi prendendo in esame i massimi
esponenti e considerando le tendenze comuni ma soprattutto le grandi controversie che hanno
caratterizzato ciò che di fatto non potrebbe neanche essere chiamato un vero proprio movimento.
Tutto nasce dall’invenzione, o meglio dalla derisione che il critico Leroy fece del dipinto di Monet
Impression, Soleil levant, da cui scaturì il celebre nome che di fatto accomunò artisti spesso diversi per
estrazione sociale, sensibilità e concezione stilistica. Questo decretò la fine abbastanza precoce
dell’Impressionismo e il sorgere di nuove correnti che, pur ribadendo l’autonomia dell’artista e lo scontro
con l’Accademia, rivolgono tutte la loro attenzione all’essere umano, alla sua fragile condizione esistenziale
e ai molteplici aspetti dell’anima.
Lo stile e la tecnica esecutiva assumerà le più varie forme ed espressioni fino a giungere alla pittura di
Matisse, vero inizio della modernità, a cui dobbiamo la nostra attualità.
Conduce il Laboratorio Silvia De Angelis: laureata a Roma La Sapienza in Iconografia e
Iconologia e specializzata nella stessa università in Storia dell’Arte Moderna. Ha
collaborato con le università di Venezia Ca’Foscari e di Parma, con il Getty Museum di
Los Angeles, a Roma con la Galleria Doria Pamphilj, la Pinacoteca Capitolina, Palazzo
Braschi, Palazzo Barberini e Palazzo Venezia. Ha condotto studi su Caravaggio, Bellini e i
Veneti, su Dosso Dossi e la pittura ferrarese, Guercino e Vanvitelli.
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IMPRESSIONISMO
LA SCANDALOSA NOVITÀ
in 5 lezioni
VENERDI 27 FEBBRAIO, ore 18.15
DELACROIX E COROT: ROMANTICA NATURA DEL PAESAGGIO
Dalla pennellata vibrante intrisa di luce e passione emotiva di Eugène
Delacroix deriva tutta la pittura impressionista, di cui Jean-Babtiste
Camille Corot sarà sperimentatore precoce partendo dall’esempio
degli artisti Barbizon che si riunivano nella foresta per dipingere dal
vero la sacralità della natura, finalmente elevata a dignità di genere
autonomo. Le loro tele tracimanti di colori accesi e di effetti
luministici straordinari sono l’inizio della nuova maniera:
rappresentare ciò che si vede come si percepisce a livello sensoriale.
Guardiamo e ci sembra di sognare a occhi aperti ascoltando la musica
della natura, mentre una lieve brezza ci accarezza il viso e le nuvole
sfiorano i tetti lontani, e i nostri pensieri …
VENERDI 06 MARZO, ore 18.15
MONET E RENOIR: POESIA DELL’ATTIMO
I grandi pionieri dell’Impressionismo a confronto, le due grandi anime
di un nuovo modo di vivere e rappresentare l’arte, amici fraterni nella
vita, uniti dalle disavventure del destino ma divisi da concezioni
pittoriche completamente diverse. Claude Monet è il pittore dell’aria,
dell’immediatezza del reale al suo apparire alla coscienza, forse l’unico
che veramente, per tutta la vita, sceglierà la natura come maestra e si
ostinerà a dipingere en plein air, sopportando le tempeste della
Bretagna e il vento gelido della Normandia. Pierre-Auguste Renoir è il
pittore della morbidezza delle forme, della leggerezza della vita, della
carnalità intesa come trionfo dei sensi e armonia spirituale. Monet
tutto rivolto al mondo esteriore, impegnato nell’inane tentativo di
fermare l’immutabile catturando un istante di luce e materia sulla tela.
Le sue opere sono squarci di eternità. Renoir guarda invece la sfera domestica, l’interiorità dei suoi affetti,
rappresenta ciò che nessuno aveva osato mostrare: la propria vita privata! Così i suoi bei visi femminili,
sono quelli di sua moglie Aline, i bambini al pianoforte sono i ritratti dei suoi figli, della sua casa, del suo
gatto, lieta quotidianità che sprigiona gioia di vivere. I suoi colori pastello, sfumati e vibranti sono carezze
dell’anima.
VENERDI 13 MARZO, ore 18.15
MANET E DEGAS: IL LATO NASCOSTO DEL REALE
I due artisti più sfuggenti di tutta la storia dell’arte contemporanea,
da sempre erroneamente considerati impressionisti. In realtà loro
stessi non si proclamarono mai tali e vollero mantenere le distanze
dai colleghi, spesso anche amici. Édouard Manet è il primo grande
rivoluzionario della pittura, il primo che si scaglia contro l’Accademia
e i suoi retorici modelli di riferimento. Tuttavia assieme a Edgar
Degas costituiscono la tendenza classica della nuova maniera: la loro
pittura guarda all’antico e ai grandi maestri rinascimentali di cui
rivendicano l’importanza e la necessità del disegno, la cura del
dettaglio e l’eleganza formale. Entrambi di elevata estrazione sociale,
colti, raffinati, a tratti persino snob, saranno sempre interessati alla
storia, alle tematiche sociali, sempre in cerca di elementi insoliti che
sfuggono alla maggioranza, e nello specifico a una società che comincia a correre sempre di più, alienata dal
processo di industrializzazione. Le loro tele guardano dal buco della serratura della vita: ballerine che si
vestono distrattamente, musici annoiati che aspettano le prove, cavalli nel prato che brucano in attesa
delle corse, borghesi sfaccendati che leggono un giornale e sorseggiano un tè, attrici fallite e prostitute
esauste annichilite dall’assenzio in uno squallido bar. L’altra faccia del positivismo.
GIOVEDI 19 MARZO, ore 18.15
VAN GOGH E GAUGUIN: L’IMPETO DEL PENNELLO E L’ESSENZA DEL SENTIRE
Mai artisti furono più diversi e più indissolubili di questi due grandi geni:
Vincent Van Gogh e Paul Gauguin sono di fatto l’inizio della pittura
contemporanea. Van Gogh impulsivo, impetuoso, passionale, indifeso,
bisognoso di affetto e comprensione, Gauguin cinico, freddo,
calcolatore, egoista, opportunista, concettuale. Il loro incontro fu in
verità uno scontro di due mine esplosive. Stettero insieme solo due
mesi, in quella casa gialla di Arles che doveva rappresentare nella mente
utopica di Vincent la nascita della nuova scuola pittorica del mondo. Fu
una convivenza serrata ed esasperante in cui i due artisti si
confrontarono rappresentando gli stessi soggetti, fino a logorarsi l’animo
e a guardarsi in cagnesco. Erano due modi di sentire troppo al limite e
totalmente opposti. L’avventura terminò in tragedia con il taglio dell’orecchio di Vincent. Da quel momento
Gauguin sarà Gauguin e Van Gogh sarà Van Gogh: Gauguin troverà la sua strada nei Mari del Sud, nella
bellezza abbacinante di quei paesaggi esotici e nel fascino enigmatico dei Tahitiani. Van Gogh, in quei pochi
mesi di vita che gli resteranno, esprimerà sulle tele tutto il suo genio come un ultimo urlo di disperata
esistenza. Gauguin con la sua sintesi di forme, piattezza di campiture coloristiche brillanti e annullamento
dello spazio prospettico porterà all’astrattismo e alla pittura informale segnica, Van Gogh con la sua
pennellata vigorosa, densa, carica di colore aprirà la strada all’espressionismo e alla pittura informale
gestuale di Pollock.
VENERDI 27 MARZO, ore 18.15
MATISSE E LA FABBRICA DEI SOGNI
L’artista che chiude la stagione impressionista e inaugura il nuovo stile assorbendo le innovazioni della
tecnica, del gusto, della moda di fine secolo e riuscendo a creare un linguaggio universale. Destinato alla
carriera di avvocato, si improvviserà artista a seguito di una grave appendicite. Influenzato dai simbolisti
presto tutto il suo interesse andrà verso l’Oriente. Non essendo cresciuto a bottega e vivendo in una piccola
città di provincia non si può avvalere di importanti e tradizionali modelli di
riferimento, così la sua scuola si riduce in maniera bizzarra a un baule. Lui la
chiamava la sua “biblioteca di lavoro”, ossia un fragile archivio di stoffa che
viaggiava sempre con lui. Lì vi erano i tessuti orientali ed esotici che aveva
acquistato nei mercati di Parigi e di Tangeri. Queste stoffe gli suggerivano
fluidità, aprivano la via all'arabesco, allo spazio musicale ed orfico, alle trame
non narrative, liberando quella vocazione «decorativa» contro la quale
tuonava Renoir. Matisse tende ad astrarre, a dematerializzare oggetti e
persone in cui le relazioni fra le forme contano più delle forme. Fra la forma
degli oggetti dipinti e le forme arabescate e fantastiche di scialli, tappeti, velari
si innesca un processo di contaminazione, un'ibridazione, un intreccio che
tende al superamento della rappresentazione naturalistica per esaltare solo
ritmo e colore. E nella sfida, durata una vita, a saldare gli inconciliabili estremi
che per lui erano «Cézanne e l' Oriente», la forma e il colore, la struttura e le
dissolvenze, inizia la contemporaneità.
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V FLUMENLAB / SCHEDA DI PRESENTAZIONE
TITOLO:
IMPRESSIONISMO. LA SCANDALOSA NOVITÀ
DOVE:
in via Rubattino 1 (a Testaccio, angolo Lungotevere), presso l’Antica Stamperia Rubattino
ORARIO:
18.15-20.15
COME RAGGIUNGERCI:
METRO B “Piramide”, autobus 121 e 83 fermata “Rubattino”
QUOTA COMPLESSIVA DI PARTECIPAZIONE ALL’INTERO LABORATORIO:
Eu 75 (+ eventuale quota di iscrizione a Flumen Eu 15)
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI:
06.45504424 / [email protected]
IL LABORATORIO VERRÀ CONFERMATO CON UN MINIMO DI 15 PARTECIPANTI