Le scelte di Victor INTRODUZIONE Siamo dei ragazzi di 12 anni, frequentiamo la seconda media e siamo in una età in cui ci sorgono molte domande riguardanti la nostra vita. Ad esse non siamo sempre in grado di dare risposta, perché le riteniamo ancora troppo difficili da comprendere e risolvere. Dalla lettura in classe del romanzo Frankenstein di Mary Shelley, sono sorte delle problematiche in cui ci immedesimiamo ogni giorno. Abbiamo deciso di rifletterci, per paragonarci con esse e per risolvere gli ostacoli che sorgono lungo il nostro cammino. SVOLGIMENTO Abbiamo iniziato il lavoro sicuri che il colpevole delle tragedie del romanzo fosse Victor, ma discutendo tra di noi, abbiamo deciso di provare a comprendere le sue scelte. Abbiamo concluso che: prima che la Creatura prendesse vita, Victor è esaltato dalla sua passione per la scienza e di conseguenza sceglie di isolarsi dal mondo che lo circonda e interrompere i suoi legami affettivi, ma quando la sua Creatura si rivela essere per lui una complicazione, agisce timoroso delle conseguenze e della verità. Pur essendo consapevole della sua responsabilità nasconde tutto ciò dentro di sé, lasciando spazio nella sua mente e nel suo cuore a una malinconia perpetua che completerà la parabola tragica della propria vita. Ci siamo fatti una domanda: noi saremmo in grado di controllare le nostre passioni e le nostre preoccupazioni? Abbiamo capito che in fondo non ne siamo capaci. Ci capita spesso di trovarci nel panico e non riuscire a cavarcela da soli. Uno di noi, quand’era piccolo, era da solo sulla pista da sci ed è caduto. Non sapeva come fare, ma subito dopo è arrivato il papà a soccorrerlo e si è sentito subito al sicuro. Questo episodio dimostra che quando abbiamo accanto una persona a noi cara che ci aiuta, tutto diventa più facile e non abbiamo più timori. Anche Victor potrebbe fare lo stesso, ma sceglie la solitudine. Ha un amico, Clerval, che gli dimostra sempre tanta comprensione e generosità, conosce dei professori che si dimostrano molto disponibili, ma nonostante tutto egli sceglie di non parlarne. “Era come se si fosse alzata tra me e i miei simili una barriera insormontabile, una barriera macchiata del sangue di William e Justine.” Con questo si giustifica, ma in verità fa le sue scelte in 1 solitudine, dominato dalla sua mente impazzita, senza rendere partecipi le persone che, attorno a lui, sono pronte ad aiutarlo. Se avesse confidato i suoi segreti, magari, queste ultime lo avrebbero aiutato. Ma Victor è bloccato dal fatto che pensa che essi non lo capirebbero, reputandolo un pazzo in delirio. Sceglie di imporre la solitudine anche alla sua Creatura, negandogli la possibilità di una compagna, perché pensa che sarebbe potuto diventare un ulteriore pericolo per sé e la sua famiglia. In questa scelta Victor si dimostra egoista, proprio al contrario di quello che lui dice: “Avevo riflettuto a lungo, ed ero giunto alla conclusione, che creare un altro demone come quello che avevo già fatto, sarebbe stato un atto del più vile e cinico egoismo, ogni pensiero che potesse condurmi ad una conclusione diversa era per sempre bandito dalla mia mente.” Con questa frase, Victor si consacra nel ruolo della vittima: si descrive come quello che soffre di più, non accorgendosi che i danni che lui provoca agli altri innocenti, ignoranti della tragedia, sono maggiori di quelli che lui provoca a se stesso. “La povera vittima, che di lì a poche ore avrebbe dovuto attraversare lo spaventoso confine tra la vita e la morte, non provava il mio stesso strazio.” Anche il demone è costretto, o meglio, sceglie, dopo aver perso tutte le speranze di trovare un significato alla propria vita, di far provare del male al suo creatore come ne ha provato lui, uccidendo a Victor tutti i suoi affetti più cari. In questo modo vuole togliergli tutta la compagnia che ha, e ridurlo alla solitudine più totale, come lui stesso è. Il mostro impara e acquisisce, come un figlio che impara dal padre, quello che gli dà il suo creatore: l’odio. Però in classe abbiamo capito che in realtà il demone è libero di scegliere il proprio destino tra il bene e il male, perché quella di uccidere i familiari di Frankenstein è una sua spontanea scelta. Victor e la sua creatura si somigliano e si differenziano. Soffrono tutti e due di solitudine, ma quella di Frankenstein è scelta e quella della creatura è imposta dal suo creatore che gli nega la possibilità di compagnia. Di conseguenza anche la sofferenza creata dalle loro condizioni di vita, nel creatore è scelta e nel demone è imposta. Tutti e due nutrono sentimenti dettati dall’isolamento e dall’esclusione dal mondo esterno che sono di vendetta dettata dall’odio. La creatura sa di essere diversa esternamente, ma è consapevole di avere un cuore che non smette mai di sperare di essere accolto. Cerca di essere ospitato, ma gli uomini guardano in lui solo le apparenze. Fanno sentire il demone indegno della terra. La storia 2 narrata da Mary Shelley è un insieme di amore, odio, passione. Infatti alla fine, la creatura, quando Victor muore, si sente piena di colpe, perché a quel punto non esiste più nessuno che lo possa perdonare per quello che ha fatto, perciò decide di raggiungerlo nell’aldilà. Sente che una parte di sé non c’è più, come se suo padre lo avesse abbandonato per sempre. Vuole riconciliarsi con lui per farsi perdonare e togliersi il peso della colpa, in un certo senso fa quello che Victor ha tentato di fare per tutta la vita, condizionando le persone e raccontandogli la sua tragica storia in modo soggettivo, mettendo in evidenza solo gli sbagli degli altri ed evitando informazioni che potessero far pensare il contrario. I tre personaggi più importanti della storia sono Walton, Frankenstein e la Creatura. Tutti e tre sono soli e Mary Shelley sceglie di farli incontrare in un posto altrettanto isolato: l’immenso ghiaccio. Li ha posti in un luogo senza via d’uscita, come se volesse rappresentare la loro vita, ormai insensata. CONCLUSIONI Nella vita abbiamo bisogno di una persona che ci faccia sentire noi stessi, che ci apprezzi per ciò che siamo, che ci ami con i nostri difetti, che ci aiuti a crescere. La Creatura non ne ha avuta una, perciò ha provocato la tragedia. 3
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