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L’Origine dei Carmina Burana (Il Codex Buranus)
I Carmina Burana sono una raccolta di poesie medioevali contenute nel codice latino 4660 della
Biblioteca Nazionale di Monaco, chiamato Codex Buranus perché conservato fin dagli inizi
dell’Ottocento nell’abbazia bavarese di Benediktbeuern l’antica Bura Sancti Benedicti.
Il manoscritto comprende 228 testi poetici scritti in latino, medio alto tedesco o in lingua mista, per lo
più nel corso del XII secolo e trascritti probabilmente nella terza decade del XIII secolo in un
territorio di lingua bavarese. La presenza di influssi italiani sulla scrittura fa pensare alla Carinzia
meridionale o alla Stiria o al Tirolo.
Rimane anonima o di difficile attribuzione la maggior parte dei testi, molti dei quali sono riconducibili
ad aree culturali non tedesche, e cioè alla Francia, all’Inghilterra e all’Italia.
Come la maggior parte delle poesie medioevali, anche i CB. erano destinati al canto e alla
rappresentazione. I CB. sono divisi in tre sezioni: nella prima (1-55) compaiono poesie morali e
satiriche; nella seconda (56 -186) poesie amorose; nella terza (187 - 228) trentadue canti sono ispirati al
vino, al gioco e alla taverna,
mentre tra gli altri si trovano temi morali e medici. Due sacre rappresentazioni concludono infine la
silloge .
I Carmina Burana di Carl Orff
La diffusione e la fama dei CB. in tutto il mondo, deve
moltissimo all’elaborazione scenica e musicale che di parte di
essi fece il musicista bavarese Carl Orff (Monaco 1895 1982). Orff ebbe nel 1934 l’occasione di leggere i CB.
nell’edizione pubblicata da Johann Andreas Schmeller nel
1847.
Folgorato dal ritmo, dalle immagini e dalla intensità
linguistica dei testi, ne fece una scelta con l’aiuto
dell’archivista Michael Hofmann e in poche settimane
musicò l’intera composizione, che venne rappresentata per la
prima volta l’8 giugno 1937 all’Opera di Francoforte con la
direzione di Bertil Wetzelsberger.
L’opera, intitolata Carmina Burana. Cantiones profanae
cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis
atque imaginibus magicis (Canti profani per cantori e cori da
eseguire col sussidio di strumenti e immagini magiche), si compone di
un prologo e di una serie di quadri divisi in tre parti a formare un oratorio o una cantata scenica. Le
Cantiones profanae tratte dai CB. sono state in alcuni casi ridotte e montate secondo un’ideazione
teatrale estranea al manoscritto medioevale. I testi conservano però le lingue d’origine, e cioè il latino, il
medio alto tedesco e il francese antico spesso fra loro mescolate. Nel prologo e in chiusura (ad imitare
la circolarità della ruota della Fortuna) il canto corale O Fortuna evoca con i suoni martellati delle
percussioni un Medioevo cupo drammatico, primitivo e ossessivo, mentre all’interno la prima parte (3 11) è dedicata alla Primavera, la seconda alla Taverna (12 - 15) e la terza (16 – 25) alla Corte d’Amore. I
CB. di Orff, interessante esempio di recensione moderna di un testo antico,si allineano accanto a opere
musicali come Le Sacre du Primtemps di Igor Stravinsky , intese a restituire al presente emozioni
primitive nascoste nelle stratificazioni del tempo.
C. Orff – Carmina Burana
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