Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page1 FB Facebook ha raggiunto la sua attuale capitalizzazione, USD 170 miliardi, in meno di dieci anni. Quali saranno le conseguenze sulla gestione di portafoglio? Pagina 3 +0,4% La crescita del PIL tedesco nel 4° trimestre 2013. In Italia è stata dello 0,1% e in Francia dello 0,3%. Pagina 5 +3,1% Performance dello Stoxx Europe 600, dividendi inclusi, dall'inizio del 2014. Pagina 6 +3,6% Performance dell'indice MSCI Emerging Markets in dollari a febbraio. Pagina 7 7a moneta più utilizzata nel mondo come mezzo di pagamento: lo yuan. Pagina 9 2,7% soglia sotto la quale è sceso il tasso d'interesse a 10 anni americano, 36 pb in meno rispetto al 3,03% raggiunto il 31 dicembre 2013. Pagina 10 +70% La progressione delle azioni sviluppate (Stati Uniti, Unione europea e Giappone) dal settembre 2011, dividendi reinvestiti, un rialzo annuo medio del 25%. Pagina 12 8,6% Il nuovo dato della crescita attesa dei profitti dell'indice S&P 500 per il 2014, contro una stima del 10% a gennaio. Pagina 13 L'incertezza del mondo emergente non frena i mercati sviluppati Marzo 2014 Prospettive Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page2 COMMENTO La «distruzione creatrice» in pieno svolgimento L'attuale ciclo economico è stato da noi descritto come trainato dal settore tecnologico e dall'innovazione. In questo, richiama alla memoria gli anni 1990, caratterizzati dall'adozione di Internet e della telefonia mobile. Oggi, l'innovazione si manifesta su diversi fronti. Possiamo citare in particolare la transizione dal PC verso i dispositivi mobili, le applicazioni (app), la robotizzazione, la convergenza delle scienze della vita e della tecnologia, il trattamento a costi abbordabili di grandi quantità di dati, o ancora i veicoli elettrici. L'elenco non è esaustivo ma illustra da quante angolazioni l'accelerazione della diffusione delle nuove tecnologie può avere un impatto su modelli di business finora ritenuti incrollabili. Nel settore della sanità, ad esempio, gli specialisti ritengono che le principali barriere al progresso siano ormai di ordine regolamentare ed etico, anziché scientifico. Nei servizi finanziari, i leader del settore bancario osservano con grande attenzione l'affermarsi di nuovi concorrenti come Google o Alibaba in Cina. Yves Bonzon Direttore degli investimenti Concretamente, quali sono le conseguenze di questi sviluppi sulla gestione di un portafoglio? Come si può trarne vantaggio o, al contrario, come ci si deve proteggere dagli effetti potenziali di questi cambiamenti? Bisogna aumentare la diversificazione o, all'opposto, concentrarsi su qualche titolo all'avanguardia del cambiamento come Amazon nel commercio al dettaglio? Sono altrettante domande cruciali in un momento in cui il fenomeno della «distruzione creatrice», come descritto dall'economista Joseph Schumpeter, sembra conoscere un'ampiezza senza precedenti. Mentre Amazon vedeva la sua capitalizzazione borsistica avvicinarsi a quella di Wal-Mart, Best Buy, uno dei leader del commercio di apparecchi elettronici, vedeva la propria ridursi ad un terzo. Facebook ha raggiunto la sua attuale capitalizzazione borsistica, più di 170 miliardi di dollari, in meno di dieci anni di esistenza, mentre a Wal-Mart erano serviti 36 anni per raggiungere, nel 1998, lo stesso livello di valore di borsa. Lo scorso mese, è stato toccato un nuovo record nell'acquisizione di una azienda finanziata tramite capitale di rischio, con l'acquisto di WhatsApp da parte di Facebook per un prezzo di 19 miliardi di dollari, considerando che la società è stata fondata nel 2009 e conta soltanto 55 dipendenti. Certamente, la creazione netta aggregata di ricchezza è senza alcun dubbio positiva, ma questa accelerazione della creazione di valore ha anche come contrappeso gli attori che escono perdenti da questi cambiamenti, vedendo annientato il loro vantaggio competitivo storico. Non si può dunque prevedere un aumento generalizzato del rendimento del mercato azionario risultante da tale fenomeno. |2| prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page3 EVOLUZIONE DELLA CAPITALIZZAZIONE BORSISTICA DI AMAZON, CONFRONTATA CON QUELLA DI BEST BUY, SU UN PERIODO DI 10 ANNI (USD MILIARDI) Capitalizzazione di borsa (USD miliardi) 200 180 Amazon Best Buy 160 140 120 100 80 60 40 20 0 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 Fonte: Pictet Wealth Management, Datastream Per muoversi in questo contesto di accelerazione dei cambiamenti tecnologici, gli investitori devono tenere a mente alcuni principi. Primo, dato che il futuro è per definizione molto difficile da prevedere, investire nelle società che sono all'avanguardia di questi cambiamenti, come Tesla nell'automobile elettrica, comporta rischi molto elevati. Per farlo, bisogna prestare particolare attenzione alla diversificazione. In alcuni settori, in particolare la sanità, la robotica o Internet in Cina, la strada di un fondo o di un ETF (exchange traded fund) sembra ineludibile, tanto l'individuazione dei veri vincitori a termine appare un'impresa difficile. Ma un'allocazione nelle azioni deve anche essere diversificata per stile. Le strategie value non devono essere trascurate, anche se i titoli compresi in questo genere di universo sono meno attraenti. In questo campo, si privilegeranno gli approcci quantitativi che diversificano bene il rischio specifico, al fine di attenuare l'effetto delle trappole di valore. Infine, nella parte principale (core) dei portafogli azionari, costituiti da blue chip di qualità, si guarderà con occhio critico ai cambiamenti strutturali che possono influenzare le industrie sottostanti. La sigaretta elettronica ne è un esempio d'attualità nell'industria del tabacco. «Prospettive» è disponibile anche online. Seguite quotidianamente e abbonatevi alle nostre opinioni sull’economia, i mercati e le tendenze secolari sul sito http://perspectives.pictet.com prospettive|marzo 2014 |3| Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page4 MACROECONOMIA L'economia americana in temporaneo rallentamento Il rigido inverno americano provoca un rallentamento nella dinamica delle statistiche economiche oltre Atlantico. I dati rimangono tuttavia ben orientati e dovrebbero progressivamente riflettere un'accelerazione dell'attività nei prossimi mesi. Christophe Donay*, Bernard Lambert e Jean-Pierre Durante * con la collaborazione di Wilhelm Sissener I recenti problemi in Crimea, con l'eventualità di un conflitto più esteso in Ucraina, hanno avuto finora solo un impatto molto limitato sull'economia mondiale. Questa resta ben orientata, principalmente grazie alla ripresa dell'attività americana. Essa è tuttavia ancora molto eterogenea ed è sempre meglio caratterizzata a nostro avviso dall'acronimo delle «3GD»: la Grande de-monetizzazione negli Stati Uniti, la Grande divergenza in Europa e la Grande dinamica nelle economie emergenti. Gli effetti dell'intervento in Crimea restano poco rilevanti Nel momento in cui scriviamo, gli effetti delle turbolenze in Crimea sui prezzi del petrolio e del gas si attenuano. Il rischio di un intervento più massiccio in Ucraina infatti diminuisce, con l'annuncio del ritiro delle truppe russe appostate alle frontiere del paese. Questi disordini geostrategici restano pertanto per ora sufficientemente poco significativi e non influiscono sulla crescita economica mondiale. Questa dovrebbe proseguire la sua graduale accelerazione, guidata dalla ripresa dell'attività americana. L'economia statunitense ha tuttavia attraversato un inverno molto rigido, che ha mascherato la sua vera dinamica in questo inizio anno. In Europa, gli indicatori congiunturali migliorano timidamente, mentre l'economia cinese dovrebbe evolvere secondo una dinamica simile a quella prevalente l'anno scorso, ossia un primo semestre in rallentamento, seguito da un rimbalzo nel secondo. Le politiche economiche e monetarie nelle tre grandi zone economiche - Stati Uniti, Europa e paesi emergenti restano peraltro molto eterogenee. Negli Stati Uniti, il tapering (riduzione progressiva degli acquisti di titoli) della Federal reserve è in primo piano, secondo una dinamica da noi denominata di Grande de-monetizzazione. In Europa, nonostante un leggero miglioramento dell'attività economica, le traiettorie della crescita economica e del livello del debito pubblico dovrebbero continuare a divergere, ragione per cui l'Europa resta, secondo noi, intrappolata nella Grande divergenza, che potrebbe concludersi con il default dei pagamenti di uno Stato. Infine, qualifichiamo la conduzione della transizione da un modello economico basato sulle esportazioni verso un nuovo modello basato sui consumi, nella maggior parte delle economie emergenti, come Grande dinamica, il cui corollario è un rallentamento strutturale della crescita economica. |4| Stati Uniti: crescita in temporaneo indebolimento nel 1° trimestre 2014 La grande maggioranza degli indicatori congiunturali pubblicati nelle ultime settimane punta a una sensibile flessione della crescita all'inizio di quest'anno. Condizioni metereologiche particolarmente rigide sembrano spiegare una buona parte del rallentamento, ma verosimilmente non la sua interezza. Bisogna dunque preoccuparsi per un'eventuale perdita di tono durevole della crescita americana? Noi crediamo di no. La progressione del PIL americano è stata infatti straordinariamente forte nel secondo trimestre 2013, e quindi una correzione ribassista non deve stupire eccessivamente. Al di là degli effetti legati alle condizioni del tempo, la dinamica del PIL dovrebbe rivelarsi incentrata su un aggiustamento non ricorrente del ritmo della ricostituzione delle scorte da parte delle imprese, che aveva raggiunto livelli storicamente elevati nello scorso trimestre. Noi restiamo complessivamente fiduciosi. Le condizioni monetarie e finanziarie sono molto allentate, il ciclo del credito resta portante e la politica di bilancio sta divenendo molto meno restrittiva. Continuiamo pertanto a prevedere una crescita robusta intorno al 3,0% tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2014. «Bisogna preoccuparsi per un'eventuale perdita di tono durevole della crescita americana? Noi crediamo di no» I recenti commenti dei membri del comitato di politica monetaria hanno confermato che servirebbe una dose importante di sorprese congiunturali negative supplementari per portare la Federal reserve a decidere una pausa nella riduzione progressiva del ritmo del suo programma di acquisto di titoli (QE3). Il tapering dovrebbe dunque continuare al ritmo di una riduzione degli acquisti di 10 miliardi in occasione di ciascuna riunione del comitato di politica monetaria. Inoltre, anche se la flessione del tasso di disoccupazione ha sorpreso per la sua rapidità e la sua ampiezza, le pressioni salariali rimangono molto moderate e l'inflazione è stabile, a un livello basso. In questo contesto, un rialzo dei tassi d'interesse di riferimento rimane in agenda per il futuro. Noi continuiamo comunque a pensare che esso non si verificherà prima della metà del 2015. prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page5 essere più al centro delle preoccupazioni dei mercati finanziari. A questo proposito, la recente crisi politica italiana offre un esempio significativo. Il cambiamento improvviso del governo non ha impedito al tasso d'interesse decennale dei titoli di Stato italiani di scendere al di sotto del 3,5%, un livello che non si vedeva dalla fine del 2005. Questi livelli di valutazioni non trovano giustificazioni nei fondamentali economici. Il clima di fiducia può sicuramente permanere e influenzare favorevolmente il prezzo delle attività. Ma in caso di sorprese negative a livello economico o politico, il risveglio potrebbe essere molto brusco. L'EUROPA RESTA INTRAPPOLATA NELLA GRANDE DIVERGENZA Le proiezioni del saldo primario per il 2014 degli Stati dell'eurozona rimangono troppo deboli per stabilizzare il livello del debito pubblico. 11 % PIL 9 Necessario per stabilizzare il debito pubblico 7 2014E 5 3 1 -1 -3 -5 BD: Germania, BG: Belgio, ES: Spagna, FN: Finlandia, FR: Francia, GR: Grecia, IR: Irlanda, IT: Italia, NL: Paesi Bassi, OE: Austria, PT: Portogallo -7 BD FN OE NL FR BG ES IR IT PT GR Fonte: Pictet WM – AA&MR, Datastream La fine delle recessioni nella periferia dell'eurozona alimenta un clima di ottimismo Nel corso del periodo, abbiamo avuto la conferma che la maggior parte delle economie dell'eurozona erano uscite dalla recessione. Nel quarto trimestre del 2013, l'economia italiana ha registrato una timida crescita dello 0,1% rispetto al terzo trimestre. Quanto all'economia spagnola, essa ha ottenuto un secondo trimestre di modesta espansione. Nel contempo, le due maggiori economie dell'area hanno sorpreso per il vigore della loro espansione a fine anno: 0,4% per la Germania e 0,3% per la Francia. Nell'intervallo, le notizie economiche hanno continuato a rassicurare, malgrado il peggioramento a febbraio dei sondaggi presso i direttori degli acquisti (PMI). Tutto porta così a credere che la cre-scita economica resterà positiva ma timida e traballante nei trimestri a venire. Ad esclusione della Germania e dei suoi partner più prossimi, la crescita rischia ancora di soffrire della mancanza di sostegno dei consumi privati e degli investimenti. Peraltro, le recenti svalutazioni delle monete emergenti minacciano di intaccare la domanda di oltre Atlantico, la stessa che aveva offerto un supporto apprezzabile alle esportazioni della periferia dell'eurozona. In queste condizioni, l'indebitamento pubblico con tutta probabilità continuerà ad aumentare. Tuttavia, il rischio di ristruttuazione dei debiti dei paesi periferici non sembra prospettive|marzo 2014 Cina: il rallentamento sembra prolungarsi all'inizio di quest'anno Nel 4° trimestre 2013, la crescita cinese alla fine è solo rallentata leggermente rispetto ad un 3° trimestre peraltro particolarmente vigoroso. La progressione del PIL ha subito una leggera flessione dal 7,8% del 3° trimestre al 7,7% nel 4° trimestre su base annuale e, secondo le nostre stime, essa era dello stesso ordine di grandezza su base trimestrale annualizzata. Tuttavia, un netto rallentamento sembra essersi profilato nel corso del trimestre. Le prime indicazioni per il 1° trimestre del 2014 sono in diminuzione e, come sempre in questo periodo, difficili da interpretare a causa del Nuovo anno cinese. Globalmente, esse puntano nondimeno verso una prosecuzione dell'indebolimento congiunturale. |5| Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page6 STRATEGIA La gestione del rischio passerà per i titoli di Stato I titoli di Stato, come ad esempio quelli statunitensi, sono poco interessanti in termini di rendimento atteso. Tuttavia, la prevista progressione dei tassi americani, sulla scia di un'affermazione della crescita e della normalizzazione della politica monetaria, giocherà sempre più a loro favore. Christophe Donay*, Chloé Koos Dunand e Jacques Henry *con la collaborazione di Wilhelm Sissener MERCATI FINANZIARI Performance in % degli indici finanziari in moneta locale. Dati al 28.02.2014 Indice Dal 31.12.2013 Mese precedente Azioni statunitensi* USD S&P 500 1.0% 4.6% Azioni europee* EUR STOXX Europe 600 3.3% 5.0% Azioni mercati emergenti* USD MSCI Emerging Markets -3.4% 3.3% US Treasury* USD ML Treasury Master 1.9% 0.3% Obbligazioni societarie investment grade statunitensi* USD ML Corp Master 2.9% 1.1% Obbligazioni societarie high yield statunitensi* USD ML US High Yield Master II Hedge fund Credit Suisse Tremont Index global** USD 2.8% 2.0% -0.3% -0.3% Commodity USD Reuters Commodities Index 7.9% 6.7% Oro USD Oncia troy oro 9.8% 6.7% * Dividendi/cedole reinvestiti ** fine gennaio 2014 Tra le classi di attività, le azioni delle economie sviluppate offrono quest'anno le migliori prospettive. Tuttavia, la diversificazione del rischio nell'ambito dei portafoglio dovrà sempre più passare tramite i titoli di Stato - principalmente americani -, man mano che i tassi d'interesse oltre Atlantico si stabilizzeranno. Secondo una regola empirica, un'obbligazione a 10 anni dovrebbe offrire una cedola corrispondente alla crescita economica nominale. Nel caso degli Stati Uniti, con una crescita economica reale vicina al 3% e un livello dell'inflazione del 2%, servirebbe un tasso d'interesse intorno al 5%, rispetto al 2,7% attuale. La normalizzazione in corso della politica monetaria della Federal reserve dovrebbe contribuire a questa dinamica nei prossimi trimestri. Le azioni sviluppate rimangono in primo piano La normalizzazione delle economie sviluppate continua a giocare a favore delle attività rischiose, come le azioni delle economie sviluppate. Il profilo di rischio/rendimento delle azioni delle economie emergenti è invece molto meno attraente su un orizzonte temporale strategico. Talune obbligazioni societarie del |6| segmento high yield nascondono ancora un potenziale di apprezzamento, mentre l’investment grade soffre a causa di un forte restringimento dei differenziali di rendimento (spread). I titoli di Stato principalmente gli US Treasury continuano da parte loro ad essere poco attraenti per in termini di rendimento atteso. Tuttavia, man mano che i tassi nominali saliranno gradualmente verso livelli che riflettono la crescita economica nominale, anche l'attrattiva in termini di diversificazione del rischio aumenterà. In un'ottica di gestione del rischio, converrà pertanto aumentare progressivamente la parte allocata nei titoli di Stato, principalmente statunitensi. Taluni titoli di Stato e obbligazioni societarie della periferia europea, selezionati con molta attenzione, continuano da parte loro a presentare un potenziale di apprezzamento non trascurabile. Quanto ai prezzi dei metalli preziosi, il loro recente rimbalzo dovrebbe rivelarsi solo temporaneo, dato che la loro qualità di bene rifugio diminuisce d'intensità con il rialzo previsto dei tassi d'interesse dei principali titoli di Stato. Ripresa dei mercati azionari sviluppati La correzione dei mercati azionari europei e americani a gennaio è stata più che compensata a febbraio. Non vi è stato dunque contagio dai mercati emergenti verso i mercati sviluppati. Dall'inizio dell'anno e includendo i dividendi, l'indice S&P 500 ha registrato un progresso dello 0,7% e lo Stoxx Europe 600 del 3,1%, superando quindi il livello raggiunto lo scorso 22 gennaio. Tra i mercati sviluppati, solo il Giappone resta indietro, con un significativo arretramento del 6,5%. In media, dall'inizio dell'anno e in dollari americani, i mercati azionari sviluppati hanno sovraperformato rispetto a quelli emergenti del 4,5%. Dopo una partenza molto negativa, i risultati pubblicati dalle società europee sono nettamente migliorati con il passare delle settimane. Più della metà delle società comprese nello Stoxx Europe 600 ha pubblicato i dati del quarto trimestre 2013. La metà ha superato le previsioni degli analisti in termini di risultati netti. La sorpresa media è bassa, ma positiva allo 0,9% per il fatturato e allo 0,2% per il risultato netto. Le sorprese positive sono state più marcate negli Stati Uniti, ma essenzialmente dovute al contributo dei settori finanziari. Escludendo questo gruppo, i risultati sono complessivamente in linea con le aspettative e non migliorano rispetto al trimestre precedente. In Giappone, le società del TOPIX continuano a registrare risultati netti superiori alle previsioni degli analisti mediamente dell'11%, mentre i dati del fatturato sono un po' deludenti. prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page7 I rischi che gravano sui mercati emergenti non sono venuti meno L'indice MSCI Emerging Markets in dollari ha riguadagnato il 3,6% rispetto a un mese fa, dopo la correzione verificatasi nel mese di gennaio, con la crisi del peso argentino. Le economie emergenti appaiono come un universo sempre più eterogeneo con, da un lato, i paesi che soffrono di un deficit delle partite correnti e, dall'altro, quellli che godono di un saldo eccedentario. Ciò si riflette nelle performance borsistiche da inizio anno: l'America latina e l'Europa orientale sono le regioni che hanno risentito maggiormente, con dei ribassi di quasi l'8%, mentre l'Asia (Giappone escluso) in dollari ha resistito molto meglio, con un ribasso dell'ordine del 2%. Il rischio che circonda le economie emergenti non è totalmente scomparso, con gli indicatori di rischio che non sono ancora tornati al loro livello di prima delle crisi sui mercati azionari. Anche se le valutazioni divengono interessanti, la crescita attesa dei profitti del 10% nel 2014 in Asia (Giappone escluso) non è molto superiore alle previsioni per i mercati sviluppati. Per contro, i profitti stimati per il 2014 e 2015 hanno continuato a subire forti revisioni al ribasso nel corso degli ultimi anni. prospettive|marzo 2014 Stabilizzazione delle monete emergenti A seguito degli aumenti dei tassi di riferimento in diversi paesi e in un ritorno della propensione per il rischio sui mercati internazionali, la maggior parte delle monete emergenti che si erano fortemente deprezzate a dicembre e gennaio hanno espresso un rimbalzo a febbraio. Anche il peso argentino sembra essersi per il momento stabilizzato, dopo la sua svalutazione di quasi il 20% registrata a gennaio. Ma si può dire che la calma sia stabilmente ritornata sui mercati emergenti? È legittimo dubitarne. Certamente, gli squilibri sono meno marcati che nel corso degli anni 1990 e la maggior parte delle divise più fragili si sono già abbastanza riposizionate (in particolare la rupia indiana e la rupia indonesiana). Tuttavia, molti paesi emergenti dovranno affrontare un doloroso rallentamento dell'attività economica. Così, se i rischi sembrano contenuti in Asia, lo stesso non si può dire né per l'America Latina né per l'Europa orientale. In questo contesto, il dollaro americano dovrebbe complessivamente continuare ad avere il vento in poppa. Tuttavia, nei confronti dell'euro, un vero rialzo del biglietto verde potrebbe continuare a farsi attendere, a causa indubbiamente delle misure addizionali di allentamento da parte della BCE. I prezzi delle commodity stanno rimbalzando Il ritorno dell'ottimismo è stato positivo per le commodity e il loro prezzo si è fortemente apprezzato nel corso del mese di febbraio. I metalli preziosi hanno fatto registrare i maggiori rialzi, ma anche i metalli di base hanno ottenuto performance positive rispetto al mese precedenti. A questa risalita dei corsi hanno contribuito le statistiche sul commercio cinese, senza dimenticare la lieve debolezza del dollaro. Anche se il ciclo industriale rimane precario, in particolare nei paesi emergenti che subiscono un rallentamento dell'attività economica, questo recente rimbalzo illustra il potenziale di apprezzamento delle commodity. Sembra tuttavia prematuro sperare che questo rialzo dei prezzi costituisca l'inizio di una nuova tendenza, poiché la situazione nei paesi emergenti rimane incerta e un apprezzamento del dollaro potrebbe intervenire a limitare automaticamente qualsiasi rialzo dei prezzi denominati in dollari. |7| Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page8 FATTI SALIENTI NEL MONDO Crescita leggermente inferiore alle attese Negli Stati Uniti, la stima della crescita economica per il quarto trimestre 2013 è stata leggermente rivista al ribasso. In Sud Africa l'espansione economica ha segnato il passo nel 2013, rispetto all'anno precedente. Il Brasile registra da parte sua il terzo anno consecutivo di rialzo moderato della sua attività economica. 2,4% La crescita del PIL americano per il 4° trimestre 2013 è stata rivista dal 3,2% al 2,4%. Gli investimenti fissi sono stati rivisti al rialzo, ma una revisione al ribasso delle altre componenti della domanda, e in particolare dei consumi e delle variazioni delle scorte, l'ha più che compensata. USD 3,2 miliardi Il Messico ha registrato a gennaio il suo più grande deficit della bilancia commerciale (3,2 miliardi di dollari USA) da ottobre 2008. Questo record è dovuto principalmente alla flessione delle esportazioni di petrolio. 2,3% L'economia brasiliana ha registrato una crescita del 2,3% nel 2013, ossia un terzo anno consecutivo di rialzo moderato, anche se il 4° trimestre (+0,7% rispetto al 3° trimestre) è stato migliore del previsto. Nel 2012 il PIL brasiliano era cresciuto dell'1%, e del 2,7% nel 2011, dopo un rimbalzo del 7,5% nel 2010. |8| prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page9 +0,1% 2,7% 7a Dopo 2 anni di recessione, la peggiore del dopoguerra, l’Italia torna gradualmente a crescere, con un PIL in leggerissimo rialzo nel 4° trimestre 2013 dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Questa ripresa si annuncia fragile mentre il paese è stato scosso da crisi politiche ripetute che potrebbero avere un impatto negativo sulla sua attività economica. La banca centrale ungherese ha annunciato un nuovo taglio dei suoi tassi di riferimento di 15 punti base. Il tasso di riferimento MNB a due settimane passa al 2,7%. Lo yuan è divenuto a gennaio la 7a moneta più utilizzata al mondo come mezzo di pagamento secondo SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication). Con una quota di mercato dell'1,39%, la divisa cinese soppianta il franco svizzero. 3,7% Il tasso di disoccupazione del Giappone è rimasto stabile al 3,7% a gennaio 2014. Si tratta del suo livello più basso in sei anni. Archipel recensisce 2,38 milioni di disoccupati, il 12,8% in meno rispetto a un anno precedente, per una popolazione attiva in aumento dello 0,5% a 62,62 milioni di persone. 1,9% Dopo un inizio anno negativo nel 2013, e un terzo trimestre segnato da lunghi scioperi, la crescita ha registrato un rimbalzo del 3,8% nel 4° trimestre Tuttavia, la progressione del PIL sudafricano ha rallentato all'1,9% nel 2013, dopo il 2,5% nel 2012. prospettive|marzo 2014 0,75% La Banca centrale d'Israele, ha annunciato con sorpresa generale la decisione di abbassare il suo tasso di riferimento di 25 punti base allo 0,75, livello mai raggiunto dal 2009. La politica monetaria della banca centrale israeliana è contenere il tasso d'inflazione nel range obiettivo 1-3% su un orizzonte a 12 mesi. |9| Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page10 PER CLASSI DI ATTIVITÀ: I timori relativi ai mercati emergenti si allontanano Le attività rischiose, mercati azionari in testa, tornano a suscitare l'interesse degli investitori con la progressiva attenuazione dei timori che pesano sui mercati emergenti. Dopo la controperformance del mese di gennaio, un effetto speculare si è verificato nel mese successivo. Azioni Obbligazioni Obbligazioni societarie Il bel tempo dopo la pioggia Periferia europea imperturbabile I titoli obbligazionari beneficiano dei dubbi di inizio anno I mercati azionari si sono ripresi a febbraio, annullando le perdite di inizio anno. Dall'inizio dell'anno, i mercati azionari europei e americani hanno mostrato un profilo a V, con una fase di correzione per i timori in merito ai mercati emergenti, seguita da una fase di rimbalzo che ha più che compensato le perdite precedenti. La correzione ha avuto un'ampiezza del 5,8% negli Stati Uniti del 5,3% in Europa e resta comparabile ai precedenti movimenti di questo tipo nei tre anni precedenti. Sebbene gli indicatori di rischio siano praticamente tornati ai loro livelli di prima della crisi, sui mercati rimangono ancora delle inquietudini. La principale preoccupazione riguarda la crescita degli utili. Da inizio anno, le stime sulla crescita degli utili per il 2014 a due cifre sono state decisamente riviste al ribasso: negli Stati Uniti e in Giappone, si situano rispettivamente all'8,5% e all'8,2%, contro il 10% al 1° gennaio. In Europa, si prevede ormai che la crescita nel 2014 sarà leggermente inferiore all'11%, contro il precedente 13,5%. Ma questo movimento dovrebbe attenuarsi leggermente. In effetti, gli ultimi risultati pubblicati in Europa per il quarto trimestre 2013 sono stati molto migliori del previsto. Peraltro, la classe di attività non ha ancora esaurito la sua attrattiva: i fondi azionari americani hanno ancora una raccolta dinamica, come se la crisi dei paesi emergenti non si fosse mai verificata. Lo scenario centrale per il 2013 rimane pertanto di una progressione di circa il 10% per le azioni delle economie sviluppate. |10| I mercati dei titoli di Stato hanno continuato ad essere ben orientati. Le notizie economiche americane deludenti e i timori relativi alla Cina hanno spinto gli investitori a trovare rifugio negli US Treasury o nei Bund tedeschi. Il tasso decennale americano è sceso sotto la soglia del 2,7%, 36 pb al di sotto del 3,03% raggiunto lo scorso 31 dicembre. I dati economici indeboliti dalle condizioni meteo o una Fed che ha proseguito sulla strada del tapering non hanno modificato questa tendenza favorevole. I movimenti sono stati simili a livello del Bund, con il tasso a 10 anni sceso sotto il 1,6%, livello che non era più stato raggiunto da luglio 2013. Le forze che spingono al rialzo i tassi d'interesse dovrebbero continuare ad essere più presenti negli Stati Uniti. In queste condizioni, il differenziale tra gli US Treasury e i Bund potrebbe allargarsi e la pendenza della curva del dollaro accentuarsi ulteriormente. Il movimento che fa più pensare si è tuttavia verificato nei paesi periferici dell'eurozona. Malgrado una crisi politica e un imprevisto cambiamento di governo in Italia, la tendenza ribassista dei tassi d'interessi del sud dell'Europa è continuata in modo pressoché ininterrotto. Sotto il 3,5%, il tasso decennale italiano o spagnolo appare ormai non giustificato dai fondamentali. La fiducia degli investitori nell'eurozona può ancora sostenere questa tendenza, ma qualsiasi sorpresa negativa sul fronte economico o politico potrebbe bruscamente ricordare la reale situazione di queste economie. I dubbi che pesano sul vigore della ripresa economica negli Stati Uniti e in Cina, combinati con le diverse incertezze che circondano il mondo emergente, giocano a favore delle obbligazioni societarie. Il contesto favorevole ai titoli di Stato ha beneficiato anche le obbligazioni societarie. Il segmento investment grade (IG) registra a febbraio una performance dell'1,1%, quello high yield (HY) dell'1,9%, battendo così gli US Treasury (0,4%), ma non l'indice S&P 500 (4,3%). Su base annua, il confronto gira a vantaggio delle obbligazioni societarie, con il 2,9% per l'IG e il 2,6% per l'HY, contro il 2,0% per gli US Treasury e l'1,1% per lo S&P 500. Tutti i settori hanno registrato una performance positiva a febbraio. La rotazione rispetto al 2013 continua ad essere la regola. I media (5% nel 2014), i servizi di pubblica utilità (3,9%) e i beni di consumo di base (3,3%) registrano buone performance, mentre erano stati i perdenti nel 2013. Nel contempo, i vincenti del 2013 restano indietro (bancari 1,8% nel 2014). In questo inizio d'anno, le obbligazioni societarie traggono chiaramente vantaggio dall'attuale contesto fatto di dubbi sul vigore della ripresa americana e da un ritorno dell'avversione al rischio legata alle incertezze che circondano il mondo emergente. Tuttavia, dato che le condizioni meteorologiche sono state ritenute l'unico colpevole del rallentamento economico americano di quest'inizio anno, i titoli comportanti rischio di credito saranno probabilmente penalizzati da una risalita dei tassi d'interesse sovrani e patirebbero in tal caso il confronto con il mercato azionario. prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page11 Hedge fund Metalli preziosi Cambi La stagione degli utili dà un vantaggio agli hedge fund I prezzi ripartono al rialzo Yuan ai minimi da sette mesi Il ritorno della propensione per il rischio provoca un nuovo interesse per le commodity, metalli preziosi in testa. Il mese di febbraio è stato caratterizzato da un netto rimbalzo della maggior parte delle monete emergenti e da un deprezzamento molto marcato del renmimbi. Mentre i mercati azionari sono stati penalizzati da una stagione degli utili deludente a gennaio, gli hedge fund in grado di gestire le esposizioni in modo attivo hanno sovraperformato Gli eventi macro, dall'impegno di Draghi nel 2012 in difesa dell'euro in poi, non sembrano più creare i regimi prolungati e intensi di correlazione e volatilità cui si era assistito al culmine della crisi del debito sovrano. I rendimenti delle strategie azionarie long/short a gennaio indicano che il contesto rimane favorevole allo stock picking, anche in un contesto di debolezza dei mercati azionari. Mentre le società pubblicavano i loro utili, i gestori azionari long/short che si basano sull'analisi fondamentale hanno attuato esposizioni opportune mettendo a segno rendimenti positivi. Molti hanno generato un alfa significativo sia sul lato long che su quello short, mentre le loro analisi trovavano conferma durante tutto il mese. In particolare i gestori focalizzati sulle opportunità europee sono stati ricompensati per la loro pazienza. Il tail risk in attenuazione in tutta la regione e lo spazio che si è creato per un allentamento della politica monetaria da parte della BCE rendono i gestori ottimisti sul fatto che le azioni europee potranno continuare a godere del favore degli investitori nei prossimi mesi. Grazie all'aiuto della ripresa del mercato azionario in corso a febbraio, le stime per i rendimenti azionari long/short indicano finora che i gestori degli hedge fund mantengono un vantaggio rispetto ai loro omologhi long only. prospettive|marzo 2014 Dall'inizio dell'anno, i mercati sono stati testimoni di uno spettacolare rimbalzo del prezzo dei metalli preziosi, soprattutto dell'argento. Il suo prezzo è aumentato del 10% e quello dell'oro del 9%, mentre il platino e il palladio chiudevano la fila con performance rispettivamente del 4% e del 3%. Per quanto riguarda l'argento, il suo rimbalzo è recente, essendosi verificato a febbraio. Fortemente indebolito dal rallentamento del boom delle materie prime dei due anni precedenti, il suo recente apprezzamento non è tuttavia sufficiente a coprire le perdite subite l'anno scorso: il suo prezzo rimane tuttora del 30% inferiore ai massimi del 2013. Solo il prezzo del palladio è riuscito a resistere dall'inizio del 2013, mentre i prezzi di tutti gli altri metalli preziosi hanno registrato una forte correzione. Il ritorno della propensione per il rischio ha spinto il prezzo della maggior parte delle materie prime al rialzo, in particolare grazie alle statistiche economiche migliori del previsto in Cina. Anche la modesta debolezza del dollaro ha contribuito a spingere il prezzo delle materie prime al rialzo. Malgrado il ritorno dell'ottimismo su questo mercato, l'attività industriale mondiale rimane debole e il prezzo delle materie prime è quindi ancora a rischio. Il palladio continua tuttavia a distinguersi dagli altri metalli preziosi grazie ai suoi fondamentali promettenti. In un contesto di importanti movimenti della maggior parte delle divise emergenti, colpisce la calma che ha circondato le cinque principali monete dei mercati sviluppati nel mese di febbraio. Questa situazione potrebbe proseguire nelle prossime settimane. Tuttavia, a medio termine, il dollaro americano e, in minor misura, la sterlina britannica, dovrebbero apprezzarsi nei confronti dello yen, dell'euro e del franco svizzero. Uno degli sviluppi più salienti delle ultime settimane è stato certamente il deprezzamento a sorpresa dello yuan cinese. A partire da metà gennaio, la tendenza rialzista si è in effetti invertita, con una forte accelerazione del movimento ribassista nelle ultime due settimane. Così, rispetto al suo massimo di metà gennaio, il renmimbi ha perso quasi l'1,7% nei confronti del dollaro statunitense, tornando ai suoi minimi da luglio 2013. Sembra che dopo i recenti massicci afflussi di capitali più o meno speculativi, le autorità monetarie cinesi abbiano voluto mostrare agli investitori che l'andamento dello yuan non deve essere considerato sempre rialzista. Ciò non significa tuttavia che l'attuale tendenza positiva debba invertirsi. Questo pilotaggio a breve termine al ribasso testimonia anche la volontà della banca centrale di amministrare in modo più flessibile il tasso di cambio dello yuan. |11| Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page12 TEMA DEL MESE: MERCATI AZIONARI SVILUPPATI E CICLO DEGLI PROFITTI Il proseguimento del rialzo dei mercati azionari necessita del sostegno dei profitti Dopo la pubblicazione di risultati societari leggermente deludenti per il quarto trimestre 2013, i profitti possono apparire come l'anello debole della ripresa dei mercati azionari, in particolare in Europa. Malgrado questa recente gelata, sorprese positive sono tuttavia ancora possibili nella seconda parte dell'anno. A partire da settembre 2011, i mercati azionari sviluppati (Stati Uniti, Europa e Giappone) hanno messo a segno rialzi spettacolari, dell'ordine del 70% (dividendi reinvestiti), ossia una progressione annua media di quasi il 25%. Con la progressiva normalizzazione della politica monetaria della Federal reserve nel 2014 e i timori per i mercati emergenti, sorgono interrogativi sulla sostenibilità dei rialzi dei mercati azionari. Profitti e mercati azionari: stessa tendenza a lungo termine I profitti restano il principale motore della performance di mercati azionari sul lungo periodo. Partendo dal 31 gennaio 2014 e osservando i 100 anni precedenti, si può constatare che la progressione media annua è stata del 5,5% per l'indice S&P 500 (dividendi esclusi), contro una progressione degli utili delle società comprese nello stesso indice del 5,3%. Nel corso degli ultimi 50 anni, i dati sono stati rispettivamente del 6,5% e del 6,4%, dimostrando nuovamente che questa relazione funziona bene a lungo termine. Nondimeno, pochi investitori Jacques Henry Senior Equity Strategist |12| possono permettersi di investire su orizzonti temporali così lunghi. Su orizzonti più brevi, le traiettorie degli andamenti dei profitti e delle performance borsistiche possono divergere. E ciò in modo più duraturo di quanto gli investitori sensibili alle evoluzioni a breve termine possano sopportare. Come esempio recente, dal gennaio 2013, l'indice S&P 500 è cresciuto ad un ritmo annuo di oltre il 20%, mentre i profitti stagnavano: questi sono saliti solo meno dell'1%, raggiungendo comunque un record storico. valutazioni. Per l'indice S&P 500 il rapporto prezzo/utili attesi a 12 mesi è passato da 10,5 volte il 22 settembre 2011 a 14,8 volte il 31 gennaio 2014. La tendenza è stata simile in Europa, con rapporti per lo Stoxx Europe 600 passati da 8,3 volte a 13,5 volte. Dato che la liquidità fornita dalle banche centrali rimane abbondante, il livello delle valutazioni non costituisce un aspetto allarmante. Per contro, sembra poco probabile che questo motore di performance sia altrettanto potente nel 2014 e nel 2015 quanto lo è stato nel 2013. I profitti: una forza di richiamo per le azioni I profitti rappresentano il valore fondamentale del mercato azionario. Se i mercati azionari se ne allontanano troppo, vi sarà un momento, magari lontano nel tempo, in cui le curve finiranno nuovamente per convergere. I profitti possono pertanto essere visti con una forza di richiamo per i mercati azionari. L'allontanamento rispetto a questa forza di richiamo è misurato dal livello delle valutazioni dei mercati. Il livello delle valutazioni funziona pertanto come un elastico Quando la tensione sull'elastico diventa troppo forte, si devono prevedere degli aggiustamenti. L'analisi dei rendimenti attesi delle azioni si basa pertanto su questi due livelli talvolta antagonisti: 1) la tendenza di fondo dei profitti e 2) il livello delle valutazioni di mercato. I profitti saranno cruciali nel 2014 e nel 2015 I livelli attuali delle valutazioni sono molto vicini ai massimi degli ultimi dieci anni. Questi livelli sono stati toccati l'ultima volta a settembre 2009. Con un forte rimbalzo dei profitti nel 2010, i mercati azionari e i profitti avevano effettuato una convergenza, e l'elastico aveva diminuito la sua tensione. Per analogia con questo periodo, sembra poco probabile che l'espansione dei multipli possa continuare in larga misura. Si potrebbe ipotizzare un solo caso estremo: quello dell'affermazione di una monomania degli investitori per le azioni, che potrebbe sfociare in un eccesso, se non una bolla. Questo scenario non sembra comunque il più probabile per il 2014, vista la politica monetaria della Fed. In effetti, i livelli delle valutazioni beneficiano dell'accelerazione degli stimoli monetari, una dinamica in affievolimento nel momento in cui la Fed riduce progressivamente i suoi programmi di acquisto di titoli. Senza espansione dei multipli, bisognerà contare sulla forza di richiamo a lungo termine, che orienterà i mercati azionari nel 2014 e nel 2015. Potenziale limitato per i livelli delle valutazioni A partire da settembre 2011, i mercati azionari sviluppati hanno espresso un forte rimbalzo. L'essenziale della performance è spiegato da un aumento dei quozienti delle prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:52 Page13 Effetto di base favorevole in Europa Negli ultimi anni le tendenze degli utili sono state contrastate a seconda delle zone economiche. Negli Stati Uniti, la crescita degli utili è stata volatile, e questo fenomeno è stato accentuato con lo scoppio della crisi finanziaria del 2007, che ha portato a perdite significative nel 2008, per l'insieme delle società che compongono l'indice S&P 500. Il rimbalzo dei profitti è stato poi rilevante tra il 2009 e il 2011, fino ad una normalizzazione del loro tasso di crescita nella fascia 6-7% nel 2012 e 2013. I profitti 2013 delle società di questo indice hanno ormai superato il precedente picco di prima della crisi finanziaria. La crisi del 2007 ha avuto un impatto leggermente meno marcato sugli utili delle società europee, ma il fenomeno è stato rinviato nel tempo con la crisi del debito dei Paesi periferici europei. I profitti delle società europee si sono pertanto stabilizzati nel 2011, prima di subire nuovamente una decrescita nel 2012 e 2013. Contrariamente a quanto avvenuto negli Stati Uniti, la base dei profitti delle società dello Stoxx Europe 600 è da allora in ritardo di circa il 30% rispetto al precedente picco del 2007. L'effetto di base sembra dunque più favorevole in Europa che negli Stati Uniti, ma vi sono diversi dubbi a breve termine. Gelata sui profitti in questo inizio d'anno Da gennaio i tassi di crescita attesi dei profitti per il 2014 sono stati rivisti al ribasso in misura significativa. Per l'indice S&P 500, sono passati dal 10% all'8,6%, e per lo Stoxx Europe 600 dal 13,5% al 10,9%. Questo movimento non è stato causato dai risultati pubblicati per il 2013, molto superiori prospettive|marzo 2014 rispetto alle previsioni, ma in particolare dalle revisioni al ribasso delle prospettive reddituali per il 2014. Le revisioni al ribasso hanno riguardato l'insieme dei settori europei e la maggior parte dei settori americani. La domanda è pertanto se ciò rimette in discussione le prospettive di crescita degli utili per il 2014. A tal fine, è interessante confrontare l'andamento dei profitti rispetto con quello del ciclo economico. L'analisi diretta dei profitti e del PIL non fornisce risultati particolarmente interessanti, a causa della forte variabilità dei profitti. La dipendenza tra i profitti e il ciclo economico è rilevabile più facilmente suddividendo i profitti in due componenti: da una parte il fatturato e dall'altra il margine. Dati di fatturato intimamente legati al ciclo economico Una osservazione sugli ultimi 15 anni mostra l'esistenza di una forte correlazione tra la crescita annua del fatturato e la crescita annua del PIL, due statistiche peraltro concomitanti, senza che una sia in anticipo o in ritardo rispetto all'altra. La stima di questa relazione permette di riconciliare le stime del fatturato degli analisti e le previsioni economiche per gli anni a venire. Per l'indice S&P 500, le previsioni di crescita del fatturato per il 2013, 2014 e 2015 sono rispettivamente dello 0,9%, |13| Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:53 Page14 TEMA DEL MESE: MERCATI AZIONARI SVILUPPATI E CICLO DEGLI PROFITTI del 3,7% e del 4,1%. Si tratta di previsioni compatibili, come tendenza e come livello, con l'accelerazione attesa della crescita del PIL nominale americano al 4,5% nel 2014 e al 5,0% nel 2015. I dati europei forniscono risultati simili a quelli ottenuti negli Stati Uniti, anche se l'errore di previsione è molto più grande. La ripresa anche modesta della crescita economica dovrebbe permettere un rimbalzo dei fatturati tra il 2% e il 3% nel 2013, dopo la flessione di quasi il 6% nel 2013. Il consenso degli analisti per lo Stoxx Europe 600, che si basa su una crescita del fatturato dell'1,2% nel 2014, seguita dal 3,7% nel 2015, non corrisponde a uno scenario troppo ottimista e può lasciare spazio a sorprese positive da qui a fine anno. La situazione europea è un po' diversa, essendo fortemente condizionata dall'eredità della crisi del debito europeo. Non vi è stato alcun rimbalzo dei margini: escludendo le società finanziarie, i margini nel migliore dei casi si sono stabilizzati da 6 mesi intorno al 7%, lontani dal picco del 2008 e del 2011, che era dell'8,5%. Una espansione dei margini in Europa potrebbe costituire la carta vincente per raggiungere o anche superare le previsioni di crescita degli utili nel 2014 e 2013, ossia il 10%. In un contesto economico 2014 gradualmente più favorevole, i profitti delle società europee dovrebbero potere mostrare una crescita a due cifre, grazie a un effetto di base favorevole e a potenziali sorprese positive a livello dei margini degli utili. I profitti delle società americane dovrebbero da parte loro beneficiare del continuo miglioramento dell'economia oltre Atlantico. In conclusione, anche escludendo una espansione dei livelli delle valutazioni, i mercati azionari sviluppati dovrebbero essere in grado di registrare sensibili progressi: se il rialzo a priori sarà sicuramente inferiore al 2013, una crescita del 10% resta ancora del tutto previdibile nel 2014. PROFITTI E PERFORMANCE DELL'INDICE S&P 500 SULL'ARCO DI UN SECOLO Margini degli utili: previsioni di stabilità negli Stati Uniti e potenziale di miglioramento in Europa I margini delle società americane sono ai loro massimi storici. Escludendo il settore finanziario, questa media è vicina al 10%. Per contro il costo unitario del lavoro negli Stati Uniti è aumentato ma mostra una tendenza alla stabilizzazione da un anno a questa parte. Il tasso di disoccupazione dovrà però continuare a diminuire in modo durevole perché ciò generi una inflazione salariale. Le imprese dovrebbero pertanto essere in grado di mantenere un margine elevato nel 2014 e 2015, che permetterà loro di convertire appieno la crescita del fatturato in crescita degli utili. Correlazione molto forte, su periodi lunghi, tra progressione dei profitti e performance delle azioni negli Stati Uniti. 3.5 2.1 S&P 500 (scala logaritmica a sinistra) Profitti dello S&P 500 (scala logaritmica a destra) 3.0 1.6 2.5 1.1 2.0 0.6 1.5 0.1 1.0 -0.4 0.5 1910 1935 1960 1985 2010 Fonte: Pictet Wealth Management, Datastream Contributori | Yves Bonzon, Christophe Donay, Jean-Pierre Durante, Chloé Koos Dunand, Bernard Lambert, Jacques Henry, Kalina Moore, Wilhelm Sissener, David Baglione | Redazione terminata il 28 febbraio 2014 Revisione editoriale | Sabine Jacot-Descombes, Francine Jacquemet Perez Traduzione| Mario Clapis Impaginazione | Production Multimédia Pictet Stampa | Stampa su carta certificata FSC Disclaimer | Il presente documento non è destinato alle persone aventi cittadinanza, residenza o domicilio o alle entità registrate in un paese o una giurisdizione in cui la sua distribuzione, pubblicazione, messa a disposizione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari in vigore. 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Il destinatario di questo documento si impegna a rispettare le norme di legge e regolamentari applicabili nelle giurisdizioni in cui potrebbe essere portato a utilizzare i dati riprodotti in questo documento. Il presente documento è emesso dal Gruppo Pictet. La presente pubblicazione e il suo contenuto possono essere citati, a condizione che venga indicata la fonte. Tutti i diritti riservati. Copyright 2014. prospettive|marzo 2014 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:53 Page15 DATI CHIAVE Malgrado il loro livello, i tassi d'interesse mantengono un loro ruolo Allocare una parte del portafoglio in titoli di Stato - principalmente statunitensi - presenta il vantaggio di ottenere una diversificazione del rischio, anche se la classe di attività offre rendimenti attesi relativamente poco attraenti. Dati al 28 febbraio 2014 PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI TASSI D’INTERESSE Stime Pictet - (consenso*) Tassi di crescita del PIL 2012 2013 Stati Uniti Eurozona Svizzera Regno Unito Giappone Cina Brasile Russia 2.8% -0.6% 1.0% 0.3% 1.4% 7.7% 1.0% 3.4% 1.9% -0.4% 2.0% 1.8% 1.6% 7.7% 2.3% 1.5% Inflazione (IPC) (media annuale, Brasile escluso, a fine anno) 2012 2013 Stati Uniti Eurozona Svizzera Regno Unito Giappone Cina Brasile Russia 2.1% 2.5% -0.7% 2.8% 0.0% 2.6% 5.8% 6.6% 1.5% 1.3% -0.2% 2.6% 0.4% 2.6% 5.9% 6.5% 2014E 3.0% 1.1% 2.0% 2.8% 1.3% 7.3% 1.9% 2.0% (2.9%) (1.0%) (2.1%) (2.7%) (1.6%) (7.5%) (2.0%) (2.0%) 2014E 1.8% 1.1% 0.3% 1.8% 2.6% 3.0% 6.0% 5.3% (1.6%) (1.0%) (0.4%) (2.2%) (2.4%) (3.1%) (5.9%) (5.4%) 2015E 3.0% 1.3% 2.2% 2.5% 1.0% 7.2% 2.4% 2.6% (3.0%) (1.4%) (2.3%) (2.4%) (1.3%) (7.3%) (2.3%) (2.6%) 2015E 2.2% 1.3% 0.7% 2.0% 1.8% 3.4% 5.5% 5.1% Breve termine (3 mesi) Lungo termine (10 anni) 0.1% 0.25% 0.0% 0.5% 0.1% 3.0% (1 anno) 10.8% 2.6% 1.6% 0.9% 2.7% 0.6% 4.8% (5 anni) 12.8% Stati Uniti Eurozona Svizzera Regno Unito Giappone Cina Brasile MERCATI OBBLIGAZIONARI (1.9%) (1.4%) (1.0%) (2.3%) (1.7%) (3.2%) (5.5%) (5.1%) Performance dal 31.12.2013 EUR High yield USD High yield EUR CHF *Fonte: Consensus Economics Inc USD VARIAZIONI DEI TASSI DI CAMBIO (DAL 31.12.2013) GBP JPY Rispetto all’EUR Rispetto all’USD Rispetto al CHF JPY — JPY — JPY — NZD — NZD — NZD — NOK — NOK — NOK — GBP — GBP — GBP — CHF — CHF — SEK — SEK — SEK — EUR — AUD — EUR — AUD — USD — AUD — USD — HKD — HKD — CAD — CAD — HKD — CAD — % -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 % -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 Debito emergente (in USD) Debito emergente (in moneta locale) % -3 Performance dal 31.12.2013 USD COMMODITY Baltic Freight -22.1 Agricoltura -39.6 Mais Energia In colore scuro: Performance dal 31.12.2013 Brent In colore chiaro: Performance del mese precedente WTI Cacao 13.6 -12 0 12 -13.6 -12 0 12 Metalli industriali -18.3 Metalli preziosi* Alluminio -27.3 Oro -34.9 Argento Platino Stagno Palladio Piombo 0 12 % prospettive|marzo 2014 3 1.2% 1.0% 3.2% -4.2% -1.7% 5.1% 3.2% -3.4% 1.7% EUR 1.0% 0.7% 3.0% -4.4% -1.9% 4.9% 2.9% -3.6% 1.4% CHF GBP 0.2% 0.0% 0.0% -0.2% 2.2% 2.0% -5.1% -5.3% -2.6% -2.8% 4.1% 3.9% 2.2% 1.9% -4.3% -4.5% 0.7% 0.5% * Dividendi reinvestiti SETTORI DI ATTIVITÀ -12 0 12 Stati Uniti Europa Mondo % Zinco -12 3 MSCI World* S&P 500* MSCI Europe* Tokyo SE (Topix)* MSCI Pacific ex. Japan* SPI* Nasdaq MSCI Em. Markets* Russell 2000 Performance dal 31.12.2013 Rame 1 Gas naturale Zucchero % 0 MERCATI AZIONARI % -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 4 -1 % * Indice Pictet Industria Tecnologia Materiali di base Telecomunicazioni Salute Energia Servizi pubblica utilità Finanza Consumi di base Consumi voluttuari -1.7% 1.9% 2.2% -5.1% 7.2% -1.5% 5.8% -0.8% -1.8% 0.3% 1.3% -1.1% 3.2% 1.4% 7.0% 0.8% 6.8% 3.5% -0.2% 2.1% -0.7% 1.7% 2.6% -2.1% 7.3% -0.8% 5.4% -0.7% -1.0% -0.1% |15| PERSP IT 0314 Perspectives_IT_MARS 2014_Perspective_IT_decembre_2013 12.03.14 10:53 Page16 «Prospettive» è disponibile anche online. Seguite quotidianamente e abbonatevi alle nostre opinioni sull’economia, i mercati e le tendenze secolari sul sito http://perspectives.pictet.com
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