MONTEPREMI del concorso BARI CAGLIARI

ORIENTAMENTI E STRATEGIE
nel campo della prevenzione
2 approcci concettuali:
• quello che persegue l´astinenza dalle sostanze
psicoattive
• proibizionismo a livello sociale e nel campo personale
evitando di drogarsi.
• quello che ipotizza invece un uso consapevole e
responsabile
• una posizione più realista che consiste nell’imparare a
convivere con le droghe cercando di prevenire e di
ridurre le conseguenze negative.
interventi di prevenzione primaria (universale):
• la maggior parte indirizzata agli adolescenti:
• cercar di ritardare il più possibile il primo contatto con la droga.
• Vengono usati gli interventi di carattere persuasivo...
• o incentrati sulla paura,
• inteventi informativi.
• Inteventi basati sul modello dell´impegno
• Modelli volti a incrementare le risorse personali
• Interventi centrati sull´influenza positiva dei pari.
• Inteventi rivolti ai genitori.
interventi di carattere secondario (selettivo)
• Su persone che sono già a contatto con la droga
I consumatori non sono necessariamente...
• immaturi, immorali, irresponsabili, ribelli[...];
L´uso di droghe non é necessariamente eccessivo;
• Molti le usano con equilibrio e smettono di loro
spontanea volontà
Le persone non interrompono o limitano l´uso
• finché non risolvono i loro problemi,
• non soddisfano i bisogni che l´hanno motivato
• o trovano qualcosa di meglio (Montagne e Scott)
Interventi di prevenzione secondaria e terziaria
PERCORSO DI USCITA DALLA
DIPENDENZA
Voler superare la condizione di tossico-dipendenza
richiede un lungo e complesso CAMBIAMENTO
PERSONALE...
Nei servizi di tossico-dipendenza ci sono due
orientamenti di fondo a proposito della presa in carico:
1.
obiettivo principale sono la diagnosi e verifica
dell´intensita della motivazione di cambiamento,
2.
creare una relazione con il Td che gli renda possibile
definire gli scopi a cui collegare le motivazioni che ha
elaborato e attivato.
• L´impegno sucessivo é a favore di una maggior
definizione degli scopi affinche il Td percepisca come
attraente l´idea che puó modificare la sua condizione.
 Non si tratta solo di aiutare il soggetto a smettere di usare droga... ma di
interventi di aiuto e riduzione del danno i quei casi che il superamento non sia
praticabile o il soggetto abbia avuto dei fallimenti.
 Nella scelta del tipo di trattamento bisogna tenere conto che i td non sono uma
categoria omogenea di persone con una cosa in comune oltre alla condizione
di td della droga.
 Ognuno ha una storia diversa come diverse sono le motivazioni per voler
uscire.
 Nella scelta del tipo di trattamento occore essere consapevoli che un tipo di
trattamento utile a un td di 35 anni con una storia di eroina che dura da 15 anni,
non puo essere applicato a un 15enne scoperto daí genitori o insegnanti a
fumare marijuana.
 Allo stesso modo una donna di 50 anni dipendente dalle benzodiazepine
richiede un trattamento diverso ... di un 25enne che assume cocaina in modo
compulsivo.
.
Il tipo di trattamento deve
considerare ogni persona in
modo specifico...
E ogni caso va valutato per
identificare la natura del
problema ed obiettivi appropriati
e raggiungibili di trattamento.
Gli obiettivi possono essere progressivamente:
I.
II.
III.
IV.
V.
Riduzione di problemi psicologici e sociali
direttamente collegati e non collegati al
consumo.
Riduzione comportamenti dannosi, o rischi
associati alla droga
Raggiungimento di uno stile di consumo
controllato, non dipendente e non problematico.
Raggiungimento dell´astinenza dalla droga che
ha determinato l´addiction.
Raggiungimento dell´astineza da tutte le
droghe.
1. Decisione di Smettere
Perchè uno decide di smettere?
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
Processi maturativi
Stati emozionali disfunzionali
L´esperienza del toccare il fondo
Elaborazione di motivazioni positive (desiderio di
cambiare e avere una vita come tutti, pensare al
futuro)
Una scelta razionale (soggetti con alle spalle
storie di carcerazioni, poi vogliono vivere in libertà
per il resto degli anni)
Lasciarsi andare fuori della droga (drift out) e
coinvolgersi in altre attività
Integrazione di piu elementi.
Processi implicati nella remissione:
Due modelli: 1. Stall e Biernacki
2. Prochaska e Di Clemente
si situano nella prospettiva dell´apprendimento sociale.
1. Il modello della remissione spontanea di Stall e Biernacki:
La rinegoziazione dell´identità viene realizzata in tre fasi:
a. Motivazioni in rapporto a fattori economici generali.
b. Caratterizzata dal fatto che il consumatore annuncia
pubblicamente la decisione di interrompere com la droga
c. Redifinire l´immagine di sé, una persona che puo vivere senza
la droga.
2. Il modello di Prochaska e Di Clemente
Il processo di remissione si svolge attraverso 5 stadi in cui
operano forze psicologiche diversificate:
a. Fase precontemplativa: per forti pressioni esterne a
lasciare, ma non convinto internamente...
b. Motivazione interna: per modificazioni che si verificano
nell´ambiente di vita del tossicodipendente e cambiamenti evolutivi... ( esperienze di lavoro o amorose)
c. Fase di preparazione: quella nella quale la persona ha
deciso di cambiare e inizia a predisporre alcuni
cambiamenti nella sua vita.
d. Fase dell´azione: inizia in modo concreto a modificare il
comportamento ( inizia a lasciare progressivamente la
droga).
e. Fase del mantenimento: gli ex consumatori proseguono
nel loro impegno a liberarsi della droga continuando
l´autocontrollo e a vigilare per evitare possibili ricadute.
2. Interventi farmacologici
Questi possono essere di due tipi:
a. disassuefazione, b. di mantenimento.
A. La
implica graduale riduzione in
um periodo limitato. Il metadone per esempio
consente di raggiungere l´astensione nelle migliori
condizioni psicologiche possibili.
Pur se molti consumatori riescono a raggiungere
condizioni drug free senza ricorrere ai farmaci, ci
sono dei casi dove é opportuno usarli. Si ricorre a
fenotiazine per disturbi d´ansia, insonia,
irrequietezza e altri...
b. Di mantenimento:
-viene applicato nel caso di Td
 stabilizzati giá sottopposti a
precedenti interventi e senza
successo.
-o nel caso di soggetti dipendenti
con infezione HIV con situazione
immunitaria compromessa o con
AIDS conclamato
3. Principali tipi di trattamento
in ambito piscologico
a. Psicoterapie classiche: interpretano la tossico-dipendenza
come rivelatrice di soggiacenti disturbi della personalità...
 Cura inefficace nel caso dei tossico-dipendenti, come
anche nel caso delle anoressiche o di soggetti psicotici.
 Utile però nel caso la tossicodipendenza sia occasionata da
un trauma
b. Interventi psicoterapeutici associati ad altri interventi.
- con altre strategie di intervento (farmacologico, medico,
sociale, di comunità).
c. Terapie piscofamiliari:
 approccio di tipo strutturale che vede la familgia come
un sistema organizzato...
 approccio strategico che pressupone che la
tossicodipendenza sai dovuta a una difficoltà di
emancipazione da una famiglia mal funzionante
 modello integrato: (Todd e Selekman ) propongono
stabilire un set positivo in famiglia mediante l´uso di
complimenti, del linguaggio e delle metafore del cliente; é
la ricerca di una soluzione sviluppando cambiamenti
tra i membri della famiglia.
d. approci comportamentali
- Tecniche motivazionali che hanno come come
obiettivo:
+ aiutare al soggetto a fare un inventario dei problemi
più consistenti
+ rimuovere le possibili barriere che possono ostacolare
il trattamento
+ diminuire il desiderio di mantere la situazione
esistente.
+ fornire um feedback che lo metta in rapporto con le
conseguenze in futuro
+ delineare motivi realistici e raggiunggibili
4. Interventi Socioriabilitativi
Le comunità da definire come “una struttura
sociale di convivenza volta alla riabilitazione
ed al reinserimento sociale delle persone che
a essa si rivolgono”....
La comunità deve essere un’alternativa al
mondo della droga.
 Alcuni obiettivi pratici ...nelle comunità:
-rispetto della persona
-contatto piu completo con la realtà
-conoscenza di sé
-rinforzo di sé
-capacità e disponibilità a stabilire rapporti con gli
altri.
-revisione dei rapporti con la famiglia.
-revisione dei rapporti di coppia.
-ridefinizione del sistema dei valori di riferimento
-arricchimento culturale e degli interessi.
5. Interventi a bassa soglia
Ser.T e sistema dei servizi sanitari e socio-assistenziali
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necessità di adeguare ed ampliare il proprio ventaglio di offerte terapeutiche
centrale è la persona,
Ma i servizi non possono selezionare l’utenza
disomogeneità degli utenti
impensabile un unico tipo di percorso
impossibilità temporanea di perseguire un risultato ideale (drug free),
Obiettivo concreto: raggiungimento di un equilibrio della persona e la
riduzione dei rischi sanitari e sociali
• Passo preliminare verso percorsi successivi al trattamento vero e proprio
• Strategia dei piccoli passi possibili (a volte impercettibili).
Riduzione del danno: obiettivi
 Ridurre la mortalità e la morbosità sia da overdose sia da malattie
infettive, ridurre l’uso endovenoso di sostanze, migliorare lo
stato di salute generale
 Migliorare la qualità della vita, in particolare interrompendo il
circolo tossicodipendenza-comportamenti illegali, facilitare i
processi di cambiamento anche in relazione al consumo di
sostanze, aumentare la possibilità di contatto con il servizio.
 Prevenire l’uso problematico di sostanze, aumentando le
conoscenze e soprattutto la consapevolezza dei rischi, favorire
comportamenti più sani
 Sensibilizzare la comunità rispetto ai problemi legati all’uso di
sostanze, in particolare lavorare per prevenire la
marginalizzazione, modificare la rappresentazione del
tossicodipendente, favorire la consapevolezza dell’utilità dei
servizi di prevenzione e trattamento.
RdD: Obiettivi specifici
 Presa in carico precoce, diminuzione della fase di latenza tra la prima assunzione di droga ed il
contatto con i servizi
 Superare la logica di “struttura” e favorire una conoscenza del territorio basata sulla conoscenza
dei luoghi, delle abitudini di consumo.
 Offrire un punto di sostegno costante e credibile, anche in termini di opportunità reali e
concrete, quali risposte a situazioni di difficoltà abitative o lavorative
 Favorire la ritenzione in trattamento, evitando l’espulsione dal trattamento o peggio ancora dal
servizio (gestione delle ricadute come momento di riformulazione della proposta terapeutica).
 Lavorare nell’ottica dell’integrazione delle proposte terapeutiche con modalità adeguate alle
caratteristiche ed alla sua storia personale dell’utente
 Svincolare l’utente da una vita centrata sulla ricerca della sostanza e quindi da un circuito di
illegalità, sostituirla con farmaci agonisti (metadone, buprenorfina): anche se non eliminano
completamente il consumo di eroina, permettono la conquista di spazi di autonomia
RdD: Obiettivi specifici (continua)
 Adeguare la proposta terapeutica alle varie fasi di motivazione al cambiamento
 Progettare gli interventi con e non per le persone, evitare generalizzazioni di
interventi effettuati in altri contesti, prestare continua attenzione alla variazione di
sostanze, di modalità
 Predisporre interventi educativi ed informativi mirati sui consumatori, con
informazioni/formazioni sulla prevenzione ed il trattamento delle overdose, sulle
modalità di assunzione meno rischiose, sulla concentrazione del principio attivo
presente sul mercato.
 Valutare i risultati degli interventi precisando gli obiettivi intermedi e finali degli
interventi ed i relativi indicatori.
6. I centri diurni
Il Centro Diurno è un servizio semi-residenziale che consente
di svolgere un programma di trattamento terapeutico dei
soggetti assistiti dal servizio dipendenze.
Il modello operativo del servizio consente:
 l’avvio del programma terapeutico individuale nell’ambito
del contesto territoriale di appartenenza, con la possibilità
coltivare e rielaborare le relazioni significative
 la partecipazione ed il volontariato delle famiglie nella
modalità dei “Gruppi di auto- aiuto”;
 l’apertura al territorio, realizzata attraverso anche l’attività
formativa.
I centri diurni (continua)
 Il Centro Diurno offre un ambiente alternativo alla famiglia, ma con




dinamiche di tipo familiare
L’équipe lavora sulla base di progetti personalizzati, costruiti (dopo
un primo periodo di osservazione e di valutazione dei limiti e delle
potenzialità), con la partecipazione attiva dell’utente e il confronto con
i servizi invianti.
Gli obiettivi vengono pertanto calibrati sulle singole situazioni e
sono volti al miglioramento di qualità della vita e al raggiungimento del
reinserimento sociale e/o lavorativo "possibile”
La dimensione della quotidianità permette alle persone accolte nel
Centro di sperimentarsi all'interno di un contenitore protettivo che
potrà aiutarle a capire, gestire, valorizzare quanto accade e ad orientarsi
nel proprio percorso di cambiamento.
In tal modo la ricerca di una differente visione del mondo e di un nuovo
modo di "essere nel mondo", non rimane un'ipotesi astratta o un fatto
privato, ma diviene una sperimentazione reale