Rifornimento, raccolta punti e... si parte!

IL CAFFÈ
23 novembre 2014
53
L’educazione. Maam è un progetto che
dimostra quanto le madri siano abili nel negoziare.
E allenano competenze degne dei migliori manager
Lo studio
Quali capacità materne possono
essere un valore aggiunto
nel mondo del lavoro?
La ricerca Maam ne ha fatte
emergere moltissime.
Ecco quelle più importanti
Master mamma
ESSERE PRESENTI
La cosa su cui ci si
concentra è quella che si
realizza. I figli hanno
bisogno di attenzione (in
azienda si direbbe
performance): perché non
trasferire sul lavoro anche il
conquistare il “qui e ora”?
Allevare un figlio affina la leadership
D
ella maternità abbiamo sentito dire
di tutto. Che è un
intralcio per il lavoro, che crea problemi alla coppia, che arricchisce
spiritualmente, ma impoverisce
economicamente. Che è meglio
rinviarla per fare carriera. Che è
meglio godersela, che è meglio
metterla tra parentesi. Ma una
ricerca pubblicata da Inside Women’s Power ribalta i termini
della questione: la maternità è
una metafora della leadership,
una ginnastica quotidiana che
allena alcune competenze e le
porta a livello agonistico. Esagerazioni? Non proprio. Andrea Vitullo (executive coach di Inspire)
e Riccarda Zezza (Fondatrice di
“Piano C: il lavoro incontra le
donne”) ci hanno costruito sopra
il progetto Maam (Maternity as a
master). Ovvero: dieci negoziazioni con un figlio ti preparano a
qualsiasi tipo di trattativa.
La pazienza, l’ascolto, la capacità di intuire quello che un
adolescente non dice, di prendere decisioni e di governare i
cambiamenti (nessuno si trasforma più rapidamente di un
bambino) producono il giusto
mix di flessibilità e fermezza e
un’attitudine che le neuroscienze definiscono di “revisione interpretativa”. Tanto per smentire lo stereotipo della mammastanca, il 90% delle donne che
ha risposto al sondaggio Maam
lanciato sul Corriere della Sera
dichiara, non senza sorpresa:
“La maternità ha aumentato la
quantità di energia che mettiamo nelle cose.” Secondo Kelly
Lambert, studiosa del Randolph-Macon College in Virginia, “i potenziamenti a livello
cerebrale come la super-percezione sono di lunga durata o addirittura permanenti.”
Vitullo e Zezza spiegano i risultati della loro indagine in un
libro appena uscito per Bur Rizzoli: “Maam La maternità è un
master”. C’è un’idea nuova: i
collegamenti lavoro-famiglia
possono funzionare come ponti
che aiutano la gente a muoversi
tra l’uno e l’altra. Questa capacità si chiama “transilienza”, termine rubato alla fantascienza,
molto più ricco del multitasking.
Vista così, la nascita di un figlio
è una start-up. Le competenze
acquisite (gestione del no, tolleranza, comprensione, empatia)
diventano spendibili anche in
azienda. E il rapporto con il potere? Le mamme del sondaggio
Maam lo raccontano senza particolari ansie: “Mi sento rilassata,
faccio meno fatica a sentirmi alla pari. Penso che sia perché sono madre, prima che figlia: l’autorità non è lì a insegnarmi quel
che devo fare, ma è diventata
un’alleata nella gestione delle
responsabilità individuali e sociali”; “Sono più paziente, a vol-
Lavoro e famiglia
I collegamenti lavorofamiglia possono
funzionare come ponti,
permetteno di muoversi
tra l’uno e l’altra
te perdono il mio capo perché si
comporta da bambino”; “Sono
più concentrata sui risultati che
sulla presenza fine a se stessa in
azienda, anche se alcuni capi
continuano a richiederla, mi
sento libera e forte nel negoziarla.” Nell’accumulo dei ruoli non
c’è uno svantaggio, c’è una potenza nascosta.
Elisabetta Gualmini, professore ordinario di Scienza dell’amministrazione e Politiche del
Lavoro all’Università di Bologna,
nella sua quasi-autobiografia
“Le mamme ce la fanno” (Mon-
dadori) conferma la teoria Maam: tra recite, compleanni, gite,
tesi di laurea e sessioni d’esame,
“le acrobazie e i salti mortali si
compongono in una storia che
alla fine un senso ce l’ha”. In
pratica Wonder Woman esiste,
ed è una mamma.
r.s.
RIDURRE L’EGO
Un ego più piccolo
ha bisogno di meno
nutrimento per
sopravvivere, così l’energia
verrà dirottata sulla
possibilità di vedere
soluzioni, connessioni,
opportunità al di fuori di noi.
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SINTONIZZARSI
SUL PIANO EMOTIVO
Più attenzione
al “come” rispetto al “che
cosa”. Un figlio di qualsiasi
età è un concentrato
di emozioni: perché
abbassare l’intensità umana
quando si è in ufficio?
ACCETTARE GLI ERRORI
Le madri (per fortuna)
diventano più indulgenti
con se stesse e con gli altri:
i continui cambiamenti
rendono impraticabile
la perfezione.
SCEGLIERE LE PRIORITÀ
Non c’è tempo per i
dettagli poco rilevanti di
fronte ai rapidi cambiamenti
di un figlio. Lo stesso
in azienda: non hai tempo
per approfondire, si impara
a selezionare le priorità.
SAPER IMPROVVISARE
Le madri sono in grado
di trovare soluzioni sempre
nuove, adatte alle
circostanze impreviste.
Questa attitudine si chiama
“consapevolezza
trasformatrice”.
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FARE GRUPPO
L’arrivo di un bambino
risolve molte domande
identitarie che le donne si
pongono, collocandole in
modo immediato nel
contesto sociale. Le
agevola nello stabilire
alleanze e fare rete.
CONVINCERE,
NON OBBLIGARE
Il vero capo perfetto delle
moderne organizzazioni
aziendali è senza galloni,
come una madre. Team
che si creano su obiettivi e
con ruoli trasversali
richiedono una guida
basata su personalità e
persuasione.
SAPER NEGOZIARE
L’ascolto, l’accettazione
dell’altro, il più ampio
margine di tolleranza e
spazio di delega, ma anche
il nuovo e più piccolo ego
della neomamma la
rendono una negoziatrice
più che affidabile.