Caro Presidente, mi scuso per il ritardo con il

Caro Presidente,
mi scuso per il ritardo con il quale rispondo al tuo invito ad esprimere il mio parere sulle questioni da te
sottolineate che condivido sostanzialmente. Come ben sai si tratta di temi che mi stanno molto a cuore ma
ritenevo di non costringerti ad un’altra lettura di cose sostanzialmente contenute nei miei appunti sulla
legge elettorale, che tu conosci. Leggendo le cose scritte in proposito dai colleghi mi hanno indotto a
ribadire cose:
1) trasformare il nostro in un sistema presidenziale in un momento di gravissima crisi economica e
sociale sulla quale s’ingrossa la sfiducia verso la politica significherebbe consegnare l’Italia ad
oligarchie sempre pronte ad eliminare quelle, più volte considerate, “inutili perdite di tempo”
2) controcorrente ritengo la doppia lettura delle leggi una cosa utile ma sono del parere che la
seconda camera debba essere eletta indirettamente (Senato delle Autonomie?) attribuendogli il
potere di esprimere pareri che dovrebbero essere obbligatori ma non vincolanti. La Camera
approva una legge che passa al parere del Senato. Se il Senato non ha osservazioni o proposte
modificative da fare la legge è approvata altrimenti tornerà alla Camera che esaminerà quel parere
e provvederà alla sua definitiva approvazione
3) sui costi della politica è senz’altro giusto tagliare ma altrettanto giusto mantenere la quota di
risorse pubbliche da attribuire ad essa per evitare che se ne impossessino solo coloro che hanno i
mezzi per esercitarla o le lobbie che ne sponsorizzino altri disposti ad esercitarla. Va bene
ridimensionare il ruolo del Senato e ridurre i il numero dei parlamentari ma ho il sospetto che
insistere nel volerlo fare in questa sgangherata legislatura o è un argomento agitato per favorire
l’indizione di nuove elezioni subito o un modo per dimostrare che il sistema è irriformabile e che è
necessario abbatterlo
4) per la legge elettorale parlano i miei appunti pubblicati anche sul sito ma qui desidero esprimere la
mia contrarietà nei confronti dell’italicum che a mio parere sarebbe più corretto chiamarlo
“berlusconum”. Una legge che non elimina rischi d’incostituzionalità mantenendo la nomina di
parlamentari sui quali si può esercitare il comando, un premio di maggioranza ancora troppo
rilevante e la esclusione dal parlamento di minoranze non proprio inconsistenti considerate un
fastidio inutile.
Un abbraccio.
Rieti, 4 febbraio 2014
F. Proietti