CONVEGNO INTERNAZIONALE TERMINOLOGIA E SOCIETÀ Padova, 10-11 aprile 2014 Aula CAL1 – ore 15.00 Palazzo Maldura - Via Beato Pellegrino, 1 Giovedì 10 aprile 2014 15.00 Saluto delle Autorità 15.15 Tavola Rotonda «Lingua speciale e terminologia per la società» Coordina MARIE-CHRISTINE JULLION (Università di Milano) Intervengono: MICHELE CORTELAZZO (Università di Padova), Tecnicismi e pseudotecnicismi. Cosa si può modificare e cosa no nella semplificazione e nella divulgazione MARIA TERESA MUSACCHIO (Università di Padova), Divulgare o tradurre? Terminologia e comunicazione pubblica delle scienze LUCIANA T. SOLIMAN (Università di Padova), Termini e plausibilità sociale 16.45 Pausa 17.00 Sessione cognitiva Coordina GENEVIÈVE HENROT (Università di Padova) Rita Temmerman (Vrije Universiteit Brussel), Researching the dynamics of understanding in more than one language Khurshid Ahmad (Trinity College, Dublin), Metaphors of understanding and terms as metaphors Micaela Rossi (Università di Genova), Métaphores et termes nomades: le rôle de l’analogie dans la création de terminologies Venerdì 11 aprile 2014 9.00 Sessione sociale Coordina LUCIANA T. SOLIMAN (Università di Padova) FRANÇOIS GAUDIN – CRISTINA NICOLAE (Université de Rouen), La référenciation en socioterminologie: réflexions à partir de l’astronomie JOOST BUYSSCHAERT (Ghent University), Standardization or flexibility: how to deal with synonymy in the medical field CHIARA PREITE (Università di Modena e Reggio Emilia), La vulgarisation du discours économique autour du shutdown dans le discours médiatique radiophonique ROSA CETRO (Università di Catania), Il vaut mieux calculer son empreinte écologique, si l’on ne veut pas payer une écotaxe salée, ou mieux: comment un terme forgé par des spécialistes commence à intéresser tout le monde 11.00 Pausa 11.15 Sessione comparativotraduttiva Coordina MARIA TERESA MUSACCHIO (Università di Padova) ELŻBIETA JAMROZIK (Uniwersytet Warszawski), La terminologia della crisi economica nella stampa italiana e polacca: strategie a confronto CARINE ABI-GHANEM CHADARÉVIAN (CRTT, Université Lumière – Lyon 2; American University of Dubai), Analyse de textes de vulgarisation scientifique sur un domaine de spécialité arabe: l’exemple du génie génétique STEFANO VICARI (Università di Genova), Développement durable/sviluppo sostenibile dans les discours terminologiques ordinaires sur les forums Internet: enjeux sociaux et terminologiques GIUSEPPE PALUMBO (Università di Trieste), Student mobility vs term mobility: translating higher education terminology 13.15 Chiusura dei lavori CONVEGNO INTERNAZIONALE Terminologia e società Padova, 10-11 aprile 2014 *** Si parla più volte di verticalità della lingua speciale distinguendo tra forma ristretta e forma elaborata. Ogni gruppo sociale produce il proprio codice di comunicazione stabilendo le condizioni di emissione e di ricezione del significato, gestendo l’organizzazione dei termini e dei concetti che questi veicolano. La comunicazione di stampo ristretto, tipica degli specialisti, è condivisibile soltanto da chi ha conoscenze ed esperienze simili, mentre nella comunicazione di tipo elaborato il mancato allineamento nozionale ed esperienziale tra il produttore del messaggio e il suo destinatario impone scelte più accurate: la natura del messaggio, l’articolazione delle informazioni, il canale comunicativo. L’ambito disciplinare non è più quindi un campo delimitato, riservato a pochi; si configura piuttosto come uno spazio interculturale. Individuare le tracce delle strutture sociali nei fatti linguistici, esaminare le differenze terminologiche che contraddistinguono le strategie adottate può permettere di capire i comportamenti degli scriventi o dei locutori in determinate circostanze discorsive in cui c’è la volontà di aprire il messaggio specialistico ai non addetti ai lavori. Tale approccio spiana la via alla creazione di nuove unità terminologiche che possono a volte ridefinire le categorie stesse. La terminologia assume la complessa fisionomia di un processo e non di uno stato, per quanto apparente, imposto da una cerchia di esperti. Si può assistere addirittura a una sorta di «indeterminazione strategica» che lascia al lettore/interlocutore un piccolo margine interpretativo, generando una latente complicità neologica. Ne consegue la circolazione di termini specialistici e di termini «semi-specialistici». Nonostante la volontà di eliminare la «sinonimia patologica», questi ultimi, che sono spesso portatori di nuovi concetti non ancora stabilizzati, meritano di essere recensiti per dar conto di un’evoluzione socioculturale che spiega l’attività di categorizzazione e la sua rappresentazione terminologica. Le banche dati terminologiche possono allora diventare vere e proprie banche di conoscenza terminologica. La testualità scritta e gli scambi conversazionali rivestono in tal senso un ruolo centrale in quanto consentono di identificare i termini e di analizzarli opportunamente nel loro contesto: è importante studiare come costruire un corpus che tenga conto anche di testi/interazioni non prettamente specialistici; è utile forse stabilire le correlazioni semantiche tra corpus, testo, paragrafo e termine. Il Convegno si pone pertanto diversi obiettivi: intende esaminare la terminologia, da un canto, secondo la prospettiva sociale (politica, istituzionale ed economica) che affonda le proprie radici nella pianificazione linguistica − contrastata da un’autoregolamentazione sempre più evidente che ridà potere al locutore −, dall’altro secondo la prospettiva cognitiva, che classifica le unità terminologiche rispetto alla realtà secondo diverse modalità. Il primo aspetto metterà in luce le criticità dei rapporti tra attori sociali, mentre il secondo cercherà di capire come concetti e termini assimilino (e superino) nozioni appartenenti a campi limitrofi, come essi si trasformino e si rinnovino in considerazione delle pratiche sociali. Sul versante terminografico, sarà interessante valutare come vadano selezionati e trattati i dati terminologici provenienti da fonti divulgative. Infine, l’aspetto comparativo-traduttivo consentirà di esplorare le linee d’azione di due codici e di due culture, mettendone in rilievo le divergenze e sottolineando il processo di rielaborazione semplificata che la traduzione può rappresentare nel passaggio interculturale di diffusione delle informazioni. COLLOQUE INTERNATIONAL Terminologie et société Padoue, 10-11 avril 2014 *** Il est assez commun de parler de verticalité de la langue spécialisée en différenciant sa forme restreinte de sa forme élaborée. Chaque groupe social produit son propre code de communication, établit les conditions d’émission et de réception du sens, gère l’organisation des termes et des notions que ceux-ci véhiculent. La communication d’ordre restreint, typique des spécialistes, ne peut être partagée que par ceux qui ont des connaissances et des expériences similaires, alors que dans la communication élaborée le manque d’alignement notionnel et expérientiel entre le producteur du message et son destinataire impose des choix plus délicats: la nature du message, l’agencement des informations, le canal de communication. Le domaine disciplinaire n’est donc plus un champ borné, réservé à un nombre restreint d’usagers, car il se configure comme un espace interculturel. Le repérage des traces des structures sociales dans les faits de langue et l’analyse des différences terminologiques qui s’inscrivent dans les stratégies adoptées peuvent permettre d’appréhender les comportements des scripteurs ou des locuteurs dans certaines situations discursives où l’on veut ouvrir le message spécialisé aux profanes. Cette approche favorise la création de nouvelles unités terminologiques qui peuvent aller jusqu’à redéfinir les catégories mêmes. La terminologie prend ainsi la physionomie complexe d’un processus et non pas d’un état, quoique apparent, imposé par un groupe d’experts. On peut même détecter une sorte d’«indétermination stratégique» qui laisse au lecteur/interlocuteur une marge d’interprétation limitée et qui engendre une complicité néologique larvée. Il en découle une circulation de termes spécialisés et de termes «semi-spécialisés». Malgré l’intention de supprimer la «synonymie pathologique», ce dernier type de termes, qui se veut souvent porteur de nouvelles notions non encore stabilisées, mérite d’être recensé afin de rendre compte d’une évolution socioculturelle expliquant l’activité de catégorisation et sa représentation terminologique. Les banques de données terminologiques peuvent devenir ainsi de véritables banques de connaissances terminologiques. La textualité écrite et les échanges conversationnels jouent en ce sens un rôle capital, puisqu’ils permettent d’identifier les termes et de les analyser de manière adéquate dans leur contexte: il est essentiel d’étudier comment il faut former un corpus englobant également des textes/interactions non strictement spécialisés; sans doute serait-il utile d’établir les liens sémantiques entre corpus, texte, paragraphe et terme. Ce Colloque se donne différents objectifs corollaires. Le premier vise à examiner la terminologie dans la perspective sociale (politique, institutionnelle, économique), qui se fonde sur la planification linguistique, bridée par une autoréglementation de plus en plus manifeste conférant un nouveau pouvoir au locuteur. Le deuxième entend par ailleurs ausculter la terminologie dans la perspective cognitive, qui classifie les unités terminologiques par rapport à la réalité selon différentes modalités. Le premier volet éclaircira les éléments critiques des rapports instaurés entre les acteurs sociaux, tandis que le deuxième essaiera de comprendre la manière dont les concepts et les termes assimilent (et dépassent) les notions appartenant à des domaines voisins, la façon dont ils se transforment et se renouvellent en raison des pratiques sociales. Sur le plan terminographique, il sera intéressant d’évaluer le choix et le traitement des données terminologiques tirées de sources de vulgarisation. Enfin, l’aspect traductionnel-comparatif permettra d’explorer les lignes d’action de deux codes et de deux cultures, en mettant en exergue leurs divergences et en soulignant le processus de reformulation simplifiée que la traduction peut représenter lors du passage interculturel de diffusion des informations. INTERNATIONAL CONFERENCE Terminology and society Padua, 10-11 April 2014 *** Reference is often made to the vertical dimension of special languages where a distinction is made between different forms meant for different types of public. All social groups create their own code(s) of communication by laying down the conditions of production and reception of meaning, managing the organization of terms and of the concepts/cognitive models they express. Communication between specialists is typically restricted as it is only shared by those who have similar knowledge and experience. Communication between experts and the lay public requires careful choice concerning the type of message, the way information is presented and the channel selected, since the encoder and the receiver of the message do not share the same knowledge and experience. A subject area is not the exclusive preserve of few experts but is rather an intercultural space. Identifying traces of social structures in linguistics facts, examining the differences in terminology that characterize the underlying strategies can help to understand what writers or speakers do in discourse events where special language communication addresses the lay public. This approach paves the way for the creation of new terminology that can sometimes re-define categories. Terminology derives from a process of co-construction of knowledge. Cases of «strategic indeterminacy» can also be found where the public has a little room for manoeuvre in the interpretation process and can thus participate in or contribute to creating new terms − at least to an extent. As a consequence, specialized and «semi-specialized» terms spread. Even if synonymy may be regarded by some experts as a kind of pathology and instinctively avoided, synonyms often carry new concepts/cognitive models that are not yet fully established. Written texts and conversational exchanges play a central role in this respect as they allow the public to identify and analyze the terms appropriately in context. It is therefore important to study how to build a corpus that also includes texts and interactions that are not strictly specialized. It is perhaps useful to establish the semantic connections existing between corpus, text, paragraph and word. This Conference intends to examine on the one hand terminology from a social − political, institutional and economic − perspective with its roots in language planning countered by increasing self-regulation, which restores power to the speaker. On the other hand, it aims to investigate terminology from a cognitive perspective, which classifies terminological units compared to reality in different ways. The former perspective will highlight the critical nature of the relations between social actors, while the latter will try to figure out how concepts/cognitive models and terms assimilate and then broaden notions belonging to neighbouring fields and how they change in response to social practices. With reference to terminography, it will be interesting to evaluate how terminological data are selected from popular science sources and treated. Finally, a comparative/translational perspective will explore the lines of action of two codes and two cultures by highlighting differences and emphasizing the role of processes of − simplified? − re-writing in the intercultural dissemination of information. ABSTRACTS/RÉSUMÉS *** TAVOLA ROTONDA/TABLE RONDE/ROUNDTABLE «Lingua speciale e terminologia per la società»/«Langue spécialisée et terminologie pour la société»/«Society-oriented language for specific purposes and terminology» Michele CORTELAZZO (Università di Padova) Tecnicismi e pseudotecnicismi. Cosa si può modificare e cosa no nella semplificazione e nella divulgazione [email protected] «Gli pseudotecnicismi sono parole o locuzioni dall’apparenza specialistica, ma in realtà prive di un’autentica necessità concettuale. Esse vengono utilizzate per pigrizia, per conformismo, e per conferire ai testi una parvenza di formalità se non, addirittura, di sacralità. Diversamente dallo pseudotecnicismo, il termine tecnico è indispensabile per indicare un concetto o una categoria esistente solo in un determinato settore del sapere.» (Gianrico Carofiglio). Saper distinguere i tecnicismi dagli pseudotecnicismi è fondamentale nei processi di semplificazione e di divulgazione. Il loro trattamento, nei processi di riformulazione di testi tecnici, è infatti profondamente diverso: i primi vanno spiegati, illustrati, i loro referenti esemplificati, gli altri vanno senz’altro sostituiti. La distinzione tra queste due categorie non può avvenire sulla base di valutazioni soggettive; deve fondarsi su parametri chiaramente definiti. Michele Cortelazzo è professore ordinario di Linguistica italiana nel Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Università di Padova, Direttore dello stesso Dipartimento, Socio corrispondente dell’Accademia della Crusca. È autore di oltre 200 contributi scientifici, i più importanti dei quali sono stati riuniti in tre raccolte: Lingue speciali. La dimensione verticale (Padova, Unipress, 1990), Italiano d’oggi (Padova, Esedra, 2000), I sentieri della lingua. Saggi sugli usi dell’italiano tra passato e presente (a cura di C. Di Benedetto, S. Ondelli, A. Pezzin, S. Tonellotto, V. Ujcich, M. Viale, Padova, Esedra, 2012). Il nucleo fondamentale delle sue ricerche riguarda l’italiano contemporaneo e le lingue speciali e settoriali (linguaggio medico, linguaggio scientifico, linguaggio giuridico, linguaggio politico). Si è occupato anche dei processi di semplificazione del linguaggio amministrativo. TAVOLA ROTONDA/TABLE RONDE/ROUNDTABLE «Lingua speciale e terminologia per la società»/«Langue spécialisée et terminologie pour la société»/«Society-oriented language for specific purposes and terminology» Maria Teresa MUSACCHIO (Università di Padova) Divulgare o tradurre? Terminologia e comunicazione pubblica delle scienze [email protected] La divulgazione scientifica è stata considerata per lungo tempo una forma di «traduzione» in un linguaggio più semplice di contenuti originariamente in ambito specialistico. Oggi questo paradigma è stato superato, tanto che si parla di processi di co-costruzione del discorso nella comunicazione pubblica delle scienze. L’evoluzione dei metodi della divulgazione scientifica è stata accompagnata da una progressiva internazionalizzazione delle scienze che ha comportato l’adozione dell’inglese come lingua franca. Per la comunicazione a un pubblico di non addetti ai lavori in lingue quali l’italiano, questi due fenomeni hanno avuto una serie di conseguenze, tra cui appare particolarmente rilevante il ricorso alla formazione secondaria o derivata di termini, soprattutto dall’inglese, rispetto alla creazione sulla scorta delle risorse esistenti. «Tradurre» nell’ambito della divulgazione scientifica assume nuovi significati e pone interrogativi sull’effettiva accessibilità, trasparenza e fruibilità dei termini. Questi temi verranno dibattuti in prospettiva diacronica sulla scorta di una serie di casi tratti dalla comunicazione pubblica della fisica e dell’economia destinata a non addetti ai lavori dai diversi profili. Maria Teresa Musacchio è professore associato di Lingua e Traduzione – Lingua Inglese presso l’Università di Padova, dove insegna inglese per scopi speciali, traduzione e terminologia in corsi di laurea triennali e magistrali e a livello di dottorato. Dall’ottobre 2006 a metà aprile 2011 è stata direttore del Centro Linguistico di Ateneo dell’Università di Padova. La sua attività di ricerca verte sulla traduzione specialistica, con particolare riguardo alle lingue speciali, la linguistica dei corpora, l’analisi contrastiva tra le lingue speciali dell’inglese e dell’italiano e la terminologia. Ha pubblicato vari saggi in tutti questi ambiti. Attualmente i suoi studi riguardano la complessità, la lettura/interpretazione e la traduzione dei testi specialistici, oltre alle indagini sul linguaggio della divulgazione scientifica e sull’uso dei marcatori di discorso nei testi tradotti. È membro dell’IoL, EST, AIA, AITI, IITF, AssiTerm, MLT e AET. TAVOLA ROTONDA/TABLE RONDE/ROUNDTABLE «Lingua speciale e terminologia per la società»/«Langue spécialisée et terminologie pour la société»/«Society-oriented language for specific purposes and terminology» Luciana T. SOLIMAN (Università di Padova) Termini e plausibilità sociale [email protected] In terminologia l’approccio sociolinguistico, che studia il discorso specialistico di tipo divulgativo, spesso osteggiato per la sua transitorietà e per la proliferazione sinonimica che gli è propria, impone in realtà di esaminare con più attenzione i tratti semantico-lessicali delle unità terminologiche e la conseguente stabilità di alcune unità rispetto ad altre. Non va omesso il passaggio dal piano descrittivo (che abbandona quello prescrittivo tradizionale della terminologia wüsteriana) a quello critico. L’attività linguistica è per sua natura dialogica e un termine, soprattutto se neonimico, non attecchisce se non viene confermato da un gruppo di esperti, il quale diffonde le conoscenze nel corpo sociale concedendo un certo potere al grande pubblico, che poco sembra contribuire alla dimensione intellettuale della propria disciplina. È il giornalista, colui che si fa tramite tra lo specialista e il profano, a condizionare le pratiche terminologiche dei lettori, i quali si orientano a seconda dei suoi obiettivi e delle sue strategie. La «plausibilità» sociale di un termine e la sua felice diffusione sono pertanto connessi alla testualità (testo e paratesto) tessuta dal giornalista stesso, ma anche da quella forma di libertà selettiva del locutore che si fonda su criteri di semplicità e di rappresentatività concettuale. Luciana T. Soliman è ricercatrice di Lingua e Traduzione – Lingua Francese presso l’Università di Padova. Si occupa di linguistica contrastiva italiano-francese con particolare attenzione alla temporalità, ma si interessa anche di terminologia nella prospettiva della pratica testuale orientando i propri studi verso la problematica del contesto per l’estrazione e il trattamento delle unità terminologiche rappresentative. Coordina il gruppo di ricerca Do.Ri.F. «Socioterminologie et textualité». SESSIONE COGNITIVA/SESSION COGNITIVE/COGNITIVE SESSION Rita TEMMERMAN (Vrije Universiteit Brussel) Researching the dynamics of understanding in more than one language [email protected] In cognitive linguistics language’s creative potential has been extensively studied and the role of diversity, variation, polysemy, vagueness and indeterminacy in human understanding have been demonstrated. Within terminology studies an interest in both the dynamics of cognition and the creative potential of language resulted in studies on the creation of neologisms in domainspecific languages as well as the study of variation, ambiguity, synonymy, metaphor, phraseology, etc. Understanding and knowledge development can be considered a dynamic and negotiable process in which term creation is essential. Traditionally, primary term creation was defined as part of a process of more and better understanding within the confines of one language, in a specific domain. In secondary term creation an equivalent is created in language B for a unit of understanding that was primarily part of a process of understanding in language A. In legally established situational contexts where more than one language is at stake, multilingual primary term creation occurs. The specific nature of negotiation of understanding in multilingual and intercultural settings deserves further investigation. Do the creative potentials of two or more languages interact in specific cognitive, societal and communicative settings? How can this be studied? In our contribution we will discuss methodologies to study the creation, understanding and development of legal terminology. The corpus for our case study consists of white papers and preparatory documents challenging the classical legal definition of «mother» (as a consequence of scientific and societal developments). We examined dynamicity of legal units of understanding both from a category-specific and a denominative angle by studying a corpus of Belgian bills and white papers, written by policy makers in collaboration with legal specialists of the Dutch and French language communities. We found evidence that culture-specific understanding may persist throughout categorization within the same legal space and that denominative variation may be linguistically and culturally inspired. Rita Temmerman is professor in translation and terminology studies at the Department of Applied Linguistics of Vrije Universiteit Brussel. In 1998 she initiated the Centre for special language studies and communication (CVC). She obtained her Master in Linguistics from the University of Antwerp, her Translator’s Certificate from State University of New York, and her PhD from Leuven University where she worked under the supervision of Dirk Geeraerts on terminology creation and innovation in the life sciences. This research contributed to the sociocognitive approach in terminology studies. Her main research interests pertain to: terminology theory and terminology management, cognition and semantics, translation theory, metaphor studies, dynamic systems in language, variation, primary and secondary term creation, multilingual term creation, intercultural and multilingual communication. SESSIONE COGNITIVA/SESSION COGNITIVE/COGNITIVE SESSION Khurshid AHMAD (Trinity College, Dublin) Metaphors of understanding and terms as metaphors [email protected] Terminology has been presented as a key component of a special language designed for exchanging information unambiguously and efficiently. The focus of this standardised terminology has been in the domains of science and professional subjects like accountancy, law, medicine, engineering and computing. The metaphorical basis of this enterprise can be traced back to the rationalist theorists of the 19th/20th century, especially the Vienna Circle; this Circle has Eugene Wüster as an active member. However, the regression here is that terminologies, and the encompassing conceptual framework, called (formal) ontology in our times, are borrowed in part from other disciplines - metaphors of health are used in economics and finance, metaphors of astronomy are used in the description of sub-atomic world, and metaphors of computing used in discussing languages. My talk will explain what computer scientists think of ontology and I will illustrate my talk with the metaphors of blood that dominate modern finance theory and practice. And, I will not forget to mention that it is the wider specialist community that finally shapes some terms and kills off others. Khurshid Ahmad is professor of Computer Science at Trinity College, University of Dublin, since December 2005. He has held a Personal Chair in Artificial Intelligence at the University of Surrey (1999-2006) and was a Visiting Chair at the Copenhagen Business School (1996). He has worked on computer-assisted language learning, particularly corpus-based language teaching (1970’s), corpus-based terminology (since the 1980’s) and latterly on ontology and philosophy of science (c.1990’s); he has followed the work of key scientists who published in their second language including Niels Bohr, Enrico Fermi and Ludwick Fleck. He is currently working on how affect is articulated in text and how aesthetic images are described using language. He lectures on Fuzzy Logic, Computational Neuroscience, Research Methods in Computing, Behavioural Finance, Cell Image Analysis, and Engineering Design. He was trained in Theoretical Physics and wrote his doctoral dissertation on the understanding of the structure of nuclei using nuclear reactions. SESSIONE COGNITIVA/SESSION COGNITIVE/COGNITIVE SESSION Micaela ROSSI (Università di Genova) Métaphores et termes nomades: le rôle de l’analogie dans la création de terminologies [email protected] Notre communication se propose d’approfondir l’étude des dynamiques cognitives et discursives qui président à la création de nouvelles terminologies par métaphore, ainsi qu’à leur diffusion au sein des communautés de spécialistes et auprès du grand public. Plus spécifiquement, nous analyserons les différents statuts sémiotiques des métaphores terminologiques (de la catachrèse par analogie formelle, aux «essaims métaphoriques» générés par des analogies socialement partagées, jusqu’aux métaphores conflictuelles générant de nouvelles théories ou paradigmes épistémologiques – voir à ce propos, Prandi - Rossi 2012) et les évolutions qui permettent dans des cas particuliers de parler d’une «carrière» de la métaphore au sein d’une langue de spécialité. Enfin, nous nous pencherons sur les facteurs culturels qui peuvent décider de l’adoption d’une métaphore terminologique dans une certaine langue-culture et des problèmes qui peuvent se présenter lors du transfert de cette terminologie dans une autre langue-culture, prenant donc en compte la dimension interlinguistique de la traduction de ce type de terminologie. Les domaines privilégiés pour l’analyse interlinguistique (en italien, anglais et français) permettront d’analyser un continuum de disciplines, des sciences dures (médecine, biologie, sciences de l’ingénieur) aux domaines socioprofessionnels non scientifiques (la gastronomie et la cuisine). Micaela Rossi est «professore associato» auprès du Département de Langues et Cultures Modernes de l’Université de Gênes, membre du Ce.R.Te.M. (Centre de Recherche en Terminologie Multilingue – Université de Gênes) et du groupe de recherche Do.Ri.F. «Socioterminologie et textualité». Ses intérêts de recherche sont essentiellement focalisés sur l’analyse des terminologies spécialisées, sur le rôle de l’analogie et de la métaphore dans la création de néologismes techniques et sur la didactique de la terminologie dans la formation à distance via Internet. SESSIONE SOCIALE/SESSION SOCIALE/SOCIAL SESSION François GAUDIN - Cristina NICOLAE (Université de Rouen) La référenciation en socioterminologie: réflexions à partir de l’astronomie [email protected] Les réflexions en terminologie sont souvent demeurées accrochées à l’idée de références liées aux termes. D’une part, le lien référentiel est conçu comme interne au signe et, d’autre part, les termes sont censés dire le vrai. Or, des études détaillées montrent que, souvent, la référenciation nécessite l’établissement d’un consensus qui peut être difficile à obtenir et qui se trouve sujet à révisions. Et ce consensus s’établit parmi des experts qui possèdent le rôle sociolinguistique de garants de la référence. Nos exemples seront empruntés principalement à l’astronomie dans son état actuel qui nous servira à illustrer ces deux phénomènes. D’une part, la communauté des astronomes se trouve contrainte d’adopter des définitions de ses objets qui ne sont ni fondées en raison ni objet de consensus. Ce qui pose question. Et ses membres éprouvent des difficultés à assumer leur rôle de garant, n’étant plus sûrs eux-mêmes de ce à quoi renvoient leurs propres mots: planète, exoplanète, naine brune, etc. Cette situation singulière nous permettra de réfléchir aux phénomènes de la division linguistique de travail, à l’importance de la confiance épistémique et aux mécanismes de la déférence. Ces notions permettent de considérer de façon peut-être plus fine et réaliste la façon dont le linguiste peut aborder le fonctionnement sociolinguistique des termes. François Gaudin est professeur à l’Université de Rouen, membre du Laboratoire du CNRS «Lexiques, Dictionnaires, Informatique». Il a travaillé plus de dix ans sur la socioterminologie et ensuite plus de dix ans sur l’histoire culturelle des dictionnaires. Cristina Nicolae est responsable de formation pour adultes, autrice d’une thèse soutenue en 2013 intitulée Qu’est-ce qu’une planète? Sens et référence dans les discours scientifiques et de vulgarisation scientifique, dirigée par François Gaudin. SESSIONE SOCIALE/SESSION SOCIALE/SOCIAL SESSION Joost BUYSSCHAERT (Ghent University) Standardization or flexibility: how to deal with synonymy in the medical field [email protected] The Wüsterian ideal of «one concept, one term» is definitely not reflected in the terminology of the biomedical field. There are very many medical concepts that are designated by two terms, and often by more than two terms. There have been several attempts to normalize usage, but these have only led to rivalling nomenclatures (MeSH, Snomed-CT, IDC 10, ICPC …). Full standardization would have advantages but appears difficult to achieve. It may also be in conflict with the fact that in the long term it is the language user (and not an institution) that determines usage. In addition, some of the synonyms may well be very appropriate in patient communication and it would be wrong to discard them as invalid variants. Interlinking of synonymous terms is the answer to the problems created by the diversity in medical terminology. For document retrieval, the use of federated searching in which different nomenclatures are linked may offer a solution. For the editing of texts intended for patients, the use of lists that link technical and lay terms is beneficial. In termbases, rival terms should ideally all be documented but it will be important to add usage information in each case, thus giving guidance to the translator or other user. Joost Buysschaert is professor of English and Head of the Terminology Centre in the Department of Translation, Interpreting and Communication of Ghent University (until 30 Sep 2013 the Faculty of Applied Language Studies, University College Ghent). He trained as a linguist at the Universities of Ghent and Reading and teaches English, medical translation and computer-aided translation tools. Within the Terminology Centre (www.cvt.ugent.be) he has been in charge of a bilingual medical project since 1987 and of a multilingual project on the language of communication since 1990. He regularly organizes terminology workshops for translators and has lectured on terminology in Brussels, Luxembourg, Bruges, Riga and Utrecht. SESSIONE SOCIALE/SESSION SOCIALE/SOCIAL SESSION Chiara PREITE (Università di Modena e Reggio Emilia) La vulgarisation du discours économique autour du shutdown dans le discours médiatique radiophonique [email protected] Notre contribution se propose d’analyser la transmission de connaissances et la vulgarisation conceptuelle et terminologique (Jacobi 1987; Jacobi - Schiele 1988) de discours de domaine économique autour de la notion de shutdown et des concepts corrélés à la notion de crise financière (Zanola 2009), lors du shutdown américain de l’année passée (qui a conduit les ÉtatsUnis au shutdown du 1er octobre-16 octobre 2013). En particulier, nous analyserons une situation discursive de vulgarisation radiophonique – le débat-interview (Nel 1990; Burger 2008) – où des spécialistes guidés par un animateur discutent le sujet, s’adressant pourtant au grand public. Les émissions retenues sont tirées des Décodeurs de l’éco de BFM Business et de L’économie en questions de France Culture, les deux s’adressant à des profanes intéressés au sujet en question. Il s’agit donc d’interactions conversationnelles radiophoniques non libres, où les termes de l’économie, nécessaires au traitement des questions débattues, sont introduits, reformulés, définis, expliqués de différentes manières (cf. entre autres: Fuchs 1982; Le Bot - Schuwer - Richard 2008; Rossari 1997; Steuckardt - Niklas-Salminen 2003, 2005; Schuwer - Le Bot - Richard 2008). Il paraît donc intéressant d’examiner, d’un côté, la part faite aux données terminologiques dans de telles sources de vulgarisation orale et, de l’autre, le traitement définitoire et de reformulation réservé aux concepts introduits afin de permettre aux destinataires la construction cognitive des concepts (Gaudin 2003), passant par la compétence linguistique et terminologique. Références bibliographiques Burger, M. (éd.) (2008): L’ analyse linguistique des discours médiatiques: entre sciences du langage et sciences de la communication, Québec, Nota bene. Fuchs, C. (1982): La paraphrase, Paris, PUF. Gaudin, F. (2003): Socioterminologie. Une approche sociolinguistique de la terminologie, Bruxelles, De Boeck. Jacobi, D., Schiele, B. (1988): Vulgariser la science. Le procès de l’ignorance, Seyssel, Champ Vallon. Jacobi, D. (1987): Textes et images de la vulgarisation scientifique, Bern, Peter Lang. Le Bot, C., Schuwer, M., Richard, E. (éds.) (2008): La Reformulation. Marqueurs linguistiques – Stratégies énonciatives, Rennes, PUR. Nel, N. (1990): Le débat télévisé, Paris, Colin. Rossari, C. (1997): Les opérations de reformulation: analyse du processus et des marques dans une perspective contrastive français-italien, Bern, Peter Lang. Steuckardt, A., Niklas-Salminen, A. (éds.) (2003): Le mot et sa glose, Aix-en-Provence, PUP. Steuckardt, A., Niklas-Salminen, A. (éds.) (2005), Les marqueurs de glose, Aix-en-Provence, PUP. Schuwer, M., Le Bot, C., Richard, E. (éds.) (2008), Pragmatique de la reformulation: types de discours interactions didactiques, Rennes, PUR. Zanola, M.T. (2009): «Lessico della crisi finanziaria», in Atti dell’ottava giornata REI, Le parole per dirlo: terminologie e normalizzazione linguistica, Roma, 30 novembre 2009, p. 45-60. Chiara Preite docteur en Linguistique Française (Université de Brescia) est titulaire d’un master en Traduction juridique (Université de Gênes). Elle est depuis 2006 chercheuse de Langue et Traduction – Langue Française auprès de l’Université de Modène et Reggio Emilia. Ses intérêts linguistiques concernent les questions liées au langage juridique qu’elle examine dans ses divers aspects et ses multiples réalisations, la lexicographie spécialisée et la terminologie. Sans compter les éditions et les articles publiés en Italie et à l’étranger, elle est l’auteure du volume Langage du droit et linguistique. Étude de l’organisation textuelle, énonciative et argumentative des arrêts de la Cour (et du Tribunal) de Justice des Communautés européennes (2005). Elle fait partie du groupe de recherche Do.Ri.F. «Socioterminologie et textualité». SESSIONE SOCIALE/SESSION SOCIALE/SOCIAL SESSION Rosa CETRO (Università di Catania) Il vaut mieux calculer son empreinte écologique, si l’on ne veut pas payer une écotaxe salée ou mieux: comment un terme forgé par des spécialistes commence à intéresser tout le monde. [email protected] Les années 1990 ont marqué un tournant pour la théorie de la terminologie. De nouveaux modèles théoriques, comme la Socioterminologie de l’École de Rouen (Gambier 1991; Gaudin 1993), ont insisté sur la nécessité de considérer la dimension sociale des termes, qui ne seraient plus l’apanage des spécialistes d’un domaine donné, mais «circuleraient» librement grâce aux échanges d’informations. Le concept même de «domaine» a été très contesté pour diverses raisons. D’après ces auteurs, l’idée wüstérienne d’appartenance à un domaine ne rendrait pas compte de la circulation des connaissances et de la possibilité, pour un même terme-concept, d’être employé dans plusieurs secteurs d’activité. La vulgarisation scientifique confirme la nécessité d’appliquer une approche sociolinguistique à la terminologie. Chaque jour, de nombreux termes – des spécialités les plus diverses – passent dans la langue commune par le biais des médias. Les locuteurs non-spécialistes se trouvent donc souvent à manipuler des termes qui autrement ne seraient utilisés que par des économistes, des médecins, des biologistes… Parmi les secteurs spécialisés les plus représentés dans les médias, compte certainement l’écologie. Depuis quelques décennies, les problématiques liées à l’environnement occupent une place importante dans le débat politique, non seulement dans le cadre d’un État en particulier, mais désormais au niveau planétaire. Les participants à ce débat sont, d’un côté, les organismes institutionnels et, d’un autre, la communauté scientifique des biologistes et les organisations engagées dans la protection de l’environnement, telles que Greenpeace ou le WWF. Ces dernières contribuent à la diffusion de termes appartenant au secteur de l’écologie/environnement – parfois même très techniques – dans le débat politique et surtout dans les médias. Cette communication veut analyser l’histoire récente de quelques-uns de ces termes, par exemple bilan carbone, empreinte écologique ou écotaxe. Cette analyse s’appuiera, entre autres, sur le traitement des termes dans des ressources terminologiques générales et spécialisées. Références bibliographiques Gambier, Y. (1991): «Présupposés de la terminologie. Vers une remise en cause», Cahiers de linguistique sociale, 18, p. 31-58. Gaudin, F. (1993): Pour une socioterminologie, Rouen, Presses Universitaires de Rouen. Métaillé, J.-P., Bertrand, G. (2006): Les mots de l’environnement, Toulouse, Presses Universitaires du Mirail. Petiot, G. (1994): «Les mots de l’écologie», Mots, 39, p. 69-78. Rosa Cetro est docteur de recherche en Linguistique Française avec une thèse en cotutelle entre l’Université de Brescia et l’Université Paris-Est, intitulée Lexique-grammaire et Unitex: quels apports pour une description terminologique bilingue de qualité? Analyse sur deux corpus comparables de médecine thermale. Après l’expérience de post-doctorat auprès du Consortium Ifris de l’Université Paris-Est Marne-la-Vallée, elle a travaillé comme linguiste-terminologue auprès de la société Weborama de Paris. Actuellement, elle est professeur sous contrat de langue française auprès de l’Université de Catane, Faculté de Langues et Littératures Étrangères de Raguse. Elle s’intéresse à la terminologie, à la phraséologie, à la sociolinguistique et à la didactique du FLE (Français Langue Étrangère). SESSIONE COMPARATIVO-TRADUTTIVA/SESSION COMPARATIVE ET TRADUCTIVE/COMPARATIVE ANALYSIS AND TRANSLATION SESSION Elżbieta JAMROZIK (Uniwersytet Warszawski) La terminologia della crisi economica nella stampa italiana e polacca: strategie a confronto [email protected] Lo studio qui presentato si propone di mettere a confronto i mezzi lessicali e le strategie utilizzate negli articoli di stampa italiana e polacca dedicati alla problematica della crisi economica. Vorremmo focalizzare gli aspetti seguenti: i mezzi lessicali sostitutivi della terminologia o complementari rispetto ad essa; le strategie testuali che mirano a facilitare il lettore comune nella comprensione della problematica specialistica (metafora, paragone). Dato che la lingua della stampa è generalmente propensa a ricorrere a espressioni fisse o semi-fisse, per un traduttore è utile costituirsi una banca dati comprendente non solo i termini nel senso stretto, ma anche le espressioni usate con maggiore frequenza in testi con scopo divulgativo, dalle collocazioni ai fraseologismi. Lo studio contrastivo svolto su due corpora paralleli, visto che non disponiamo di traduzioni polacche ufficiali degli articoli italiani, fa emergere sia le corrispondenze che le divergenze tra le due lingue nell’ambito lessicale e testuale. Esso rivela anche alcune dissimilitudini tra la stampa italiana e polacca per quanto riguarda l’approccio al lettore. Riferimenti bibliografici Barkema, H. (1996): «Idiomaticity and terminology: a multi-dimensional descriptive model», Studia Linguistica, 50, 2, p. 125-160. Chlebda, W. (1991): Elementy Frazematyki. Wprowadzenie do frazeologii nadawcy, Opole, Wyższa Szkoła Pedagogiczna. Hejwowski, K. (2004): Translation: a cognitive-communicative approach, Olecko, Wydawnictwo Wszechnicy Mazurskiej. Lewicki, A.M. (2003): Studia z teorii frazeologii, Łask, Oficyna Wydawnicza Lexem. Rejakowa , B. (1994): Mechanizmy językowe w przekładzie związków frazeologicznych, Lublin, UMCS. Scarpa, F. (2008): La traduzione specializzata. Un approccio didattico professionale, Milano, Hoepli. Scavuzzo, C. (1992): «Il linguaggio delle pagine economiche», in M. Medici, D. Proietti (a cura di), Il linguaggio del giornalismo, Milano, Montblanc, p. 173-189. Elżbieta Jamrozik è linguista e lessicografa. Autrice del Grande Dizionario italiano-polacco elaborato in cooperazione con l’Accademia della Crusca di cui è socia corrispondente straniera, ha insegnato la grammatica, la storia della lingua italiana ed altre materie linguistiche nel Dipartimento di Italianistica dell’Università di Varsavia di cui è stata direttrice negli anni 20002009. Ha diretto corsi monografici e seminari di laurea e di dottorato dedicati alla sintassi, semantica e pragmatica dell’italiano, alle varietà della lingua e ai contatti linguistici italo-polacchi. È relatrice di oltre 130 tesi di laurea e cinque tesi di dottorato di ricerca in linguistica italiana. Dal 2010 lavora presso la Facoltà di Linguistica Applicata dell’Università di Varsavia, dove si occupa di lingue speciali in prospettiva contrastiva tra l’italiano e il polacco, di lessicografia e storia dell’insegnamento dell’italiano in Polonia. SESSIONE COMPARATIVO-TRADUTTIVA/SESSION COMPARATIVE ET TRADUCTIVE/COMPARATIVE ANALYSIS AND TRANSLATION SESSION Carine ABI-GHANEM CHADAREVIAN (CRTT, Université Lumière – Lyon 2; American University of Dubai) Analyse de textes de vulgarisation scientifique sur un domaine de spécialité arabe: l’exemple du génie génétique [email protected] Notre communication traite de la vulgarisation scientifique dans les ouvrages de vulgarisation en arabe. Nous nous intéresserons, dans un premier temps, à l’analyse des reformulations et des paraphrases, aspect spécifique d’un texte de vulgarisation, qui met en lumière un bon nombre de données linguistiques au sein de la représentation du discours et de sa construction. En effet, la paraphrase est intéressante à trois niveaux: 1) la façon dont les termes sont reformulés et repris (formes réduites ou équivalentes destinées au grand public), 2) l’aspect phraséologique, indice important observable dans la reformulation et la réécriture; 3) les indications qui portent sur l’unité référentielle dénommée, sur certains traits de substance de la définition et qui montrent la relation de cette unité référentielle avec d’autres tout en avançant des informations sur l’aspect cognitif. Ces informations sont de grande importance dans un travail terminologique puisqu’elles éclairent la correction et l’incorrection des dénominations, ou la justification d’un tel terme au lieu d’un autre. Dans un deuxième temps, nous relèverons les formules de reformulation des ouvrages de vulgarisation de notre domaine afin de voir si elles sont spécifiques au domaine du génie génétique ou si elles appartiennent à tous les domaines technoscientifiques. Il faut dire que l’ensemble des informations contenues dans les contextes reformulés constitue un matériel discursif nécessaire pour la création des textes pédagogiques, pour les travaux de traductions spécialisées et pour la rédaction de documents techniques. Notre objectif est de mettre en relief les apports terminologiques de la reformulation dans les ouvrages de vulgarisation: d’une part, l’intérêt socioterminologique de la reformulation dans un travail linguistique ne se limite pas à ce cadre seulement, mais se trouve élargi, d’autre part, à d’autres finalités qui relèvent particulièrement de la rédaction technoscientifique, de la rhétorique de ce genre particulier de textes, voire en termes plus scientifiques, de la terminodidactique ou de la didactique des langues de spécialités. Références bibliographiques Abi-Ghanem Chadarévian, C. (2007): La terminologie arabe du génie génétique: création et diffusion dans le Monde arabe, 3 vol., Thèse de Doctorat soutenue le 16 novembre 2007, Université Lumière Lyon 2. Cette thèse a obtenu le Prix de Terminologie et de Traduction discerné par l’Association Européenne de Traduction (l’AET) et le Bureau de la Traduction du Canada (2008) (Voir http://www.eaft-aet.net/en/terminology-awards/terminology-awards2008/ et http://www.eaft-aet.net/fr/prix-de-terminologie/prix-de-terminologie-2008/). Conceição, M. C. (2005): «Terminologie textuelle: reformulation et accès aux concepts», in H. Béjoint, F. Maniez (éds.), De la mesure des termes, p. 296-305. Delavigne, V. (2001): Les mots du nucléaire – Contribution socioterminologique à une analyse des discours de vulgarisation, dir. F. Gaudin, Thèse de Doctorat, Université de Rouen. Jacobi, D. (1986): Diffusion et vulgarisation - itinéraires du texte scientifique, Annales Littéraires de l’Université de Besançon, Série linguistique et Sémiotique, 5. Jacobi, D. (1987): Textes et images de la vulgarisation scientifique, Exploration, Recherches en Sciences de l’Education, Berne, Peter Lang. Maingueneau, D. (1996): Les termes clés de l’analyse du discours, Mémo Lettres, Paris, Seuil. Mortureux, M.-F. (1988): «La vulgarisation scientifique – Parole médiane ou dédoublée», in D. Jacobi, B. Schiele (éds.), Vulgariser la science. Le procès de l’ignorance, Seyssel, Champ Vallon, p. 118-148. Pétroff, A. J. (1984): «Sémiologie de la reformulation dans le discours scientifique et technique», Langue Française, 64, p. 53-67. Thoiron, Ph., Bejoint, H. (1991): «La place des reformulations dans les textes scientifiques», Meta, XXXVI, p. 101-110. Carine Abi-Ghanem Chadarévian est titulaire d’une maîtrise de Traduction et de Langues Vivantes de l’Université Saint-Esprit de Kaslik (Liban) et titulaire d’un Doctorat en Lexicologie et Terminologie Multilingues, Traduction de l’Université Lumière Lyon 2 (France). Sa thèse de Doctorat soutenue en 2007 a obtenu le Prix de Terminologie et de Traduction discerné par l’Association Européenne de Traduction (l’AET) et le Bureau de la Traduction du Canada (2008). L’auteure s’intéresse à la terminologie et notamment à la socioterminologie, la lexicologie et la terminographie, la traduction et la didactique des langues. Elle est actuellement enseignante de FLE et d’ALE à l’Université Américaine de Dubai (Émirats Arabes Unis) et chercheuse au CRTT à l’Université Lumière - Lyon 2 (France). SESSIONE COMPARATIVO-TRADUTTIVA/SESSION COMPARATIVE ET TRADUCTIVE/COMPARATIVE ANALYSIS AND TRANSLATION SESSION Stefano VICARI (Università di Genova) Développement durable/sviluppo sostenibile dans les discours terminologiques ordinaires sur les forums Internet: enjeux sociaux et terminologiques [email protected] Ces dernières décennies, l’intérêt des terminologues s’est progressivement orienté vers des questions liées à la diffusion sociale de la terminologie scientifique. Il en est ainsi pour les études portant sur la circulation sociale des termes (Gaudin 2003) et les enjeux liés à la vulgarisation scientifique (Jacobi 1999), et pour les recherches montrant tant les procédés de reformulation dans des visées didactiques (Conceição 2005) que les variations terminologiques dans différents genres textuels (Desmet 2006). Dans la mouvance de ces travaux, nous voudrions rendre compte dans notre étude de l’existence de pratiques terminologiques «profanes» qui ne rentrent ni dans la catégorie de textes scientifiques ou techniques, ni dans celle des textes de vulgarisation, mais qui pourtant sont largement diffusées du moins sur le réseau. À partir d’un corpus constitué d’à peu près 1300 commentaires métalinguistiques ordinaires traitant d’énergies renouvelables et publiés entre 2004 et 2011 sur trois sites français (Econologie.com, Chaleurterre.com, Forums.futura-sciences.com) et trois sites italiens grand public (Energeticambiente.it, Energiaalternativa.forumcommunity.net, Alternativenergetiche.forumcommunity.net), nous nous proposons de montrer d’abord en quoi les forums pris en compte offrent la possibilité d’observer une évolution des pratiques terminologiques où s’estompe la distinction entre terminologue professionnel et locuteur profane, en ce qu’ils témoignent d’une présence simultanée de locuteurs professionnels et ordinaires engagés dans des mécanismes de co-construction des connaissances terminologiques. L’intérêt du corpus apparaîtra dans un sous-corpus de conversations portant sur le terme développement durable (sviluppo sostenibile pour les sites italiens): de par sa nature liée à des enjeux socio-économiques de plus en plus importants, non seulement ce terme a connu le long des années de nombreux glissements sémantiques (Krieg-Planque 2010, Paissa 2008), mais il suscite aussi l’intérêt croissant des folk terminologues. En particulier, les scripteurs mettent en lumière des lacunes terminologiques ou des emplois abusifs du terme qu’ils tentent de combler par l’inscription en discours de définitions plus ou moins spontanées ainsi que de commentaires métalinguistiques et métadiscursifs portant sur ce même terme. Ces procédés apparaissent d’autant plus intéressants en ce qu’ils rendent compte de la présence de pratiques terminologiques désormais enracinées dans la société où les enjeux socio-économiques sont difficilement séparables des enjeux terminologiques et linguistiques. Références bibliographiques Conceição, M. C. (2005): Concepts, termes et reformulations, Presses Universitaires de Lyon, Lyon. Desmet, I. (2006): «Variabilité et variation en terminologie et langues spécialisées: discours, textes et contextes», in D. Blampain, Ph. Thoiron, M. Van Campenhoudt (éds.), Mots, termes et contextes, Septièmes Journées Scientifiques du Réseau Lexicologie, Terminologie, Traduction (LTT) de l’Agence Universitaire de la Francophonie (AUF), Paris, Éditions des archives contemporaines, p. 235-247. Gaudin, F. (2003): Socioterminologie: une approche sociolinguistique de la terminologie, Bruxelles, Duculot De Boeck. Jacobi, D. (1999): La communication scientifique; discours, figures, modale, Collection Médias & Sociétés, Grenoble, Presses Universitaires de Grenoble. Krieg-Planque, A. (2010): «La formule développement durable: un opérateur de neutralisation de la conflictualité», Langage et société, 134, p. 5-29. Paissa, P. (2008): «Parasynonymes et euphémismes dans la médiatisation de quelques notions de l’économie de l’environnement. Le cas de développement durable/soutenable», in S. Cigada, M. Verna (éds.), La sinonimia tra langue e parole nei codici francese e italiano, Atti del Convegno dell’Università Cattolica di Milano (24-27 ottobre 2007), Milano, Vita e pensiero, p. 551-572. Stefano Vicari est docteur de recherche en Sciences du Langage (Université de Paris XIII) et en Linguistique Française (Université de Brescia) avec une thèse en analyse du discours et «folk linguistics» soutenue en juillet 2011. Ses champs de recherche privilégiés portent sur la socioterminologie et l’analyse du discours appliquée à des productions écrites authentiques (forums, presse, correspondances). Le projet de son post-doctorat à l’Université de Gênes (depuis 2011) concerne notamment l’analyse des discours terminologiques ordinaires dans le domaine des énergies renouvelables. Il fait partie du groupe de recherche Do.Ri.F. «Socioterminologie et textualité». SESSIONE COMPARATIVO-TRADUTTIVA/SESSION COMPARATIVE ET TRADUCTIVE/COMPARATIVE ANALYSIS AND TRANSLATION SESSION Giuseppe PALUMBO (Università di Trieste) Student mobility vs term mobility: translating higher education terminology [email protected] The increased international mobility of students and researchers can be said to have «terminological effects» at both national and supranational level. At local, national level, many universities and higher education institutions routinely need to write administrative documents and informative and marketing texts in more than one language. The translation of such materials is a sort of «reverse localization» in which national realities are presented to an international audience. At an international level, mobility programmes such as those sponsored by the EU are discussed, set up and regulated by documentation in English, which has given rise to a conceptual and terminological domain of an essentially supranational character. Because of these two processes, term creation in the field of higher education is a process where «local» and «international» act as mutually affecting, and sometimes conflicting, dimensions. The paper discusses a few examples of this interaction and tries to draw some conclusions as regards the formation of «lingua franca terminologies» in areas different from science and technology. Giuseppe Palumbo is lecturer at the University of Trieste, where he is in charge of the Translation Technology modules at the School for Interpreters and Translators. He has carried out research on text difficulty in specialist translation and is currently working on corpus-based analyses of the use of discourse markers in translated texts. He has published on terminology, the creation of online translation teaching materials and computer-assisted translation, and is also the author of Key Terms in Translation Studies (Continuum, 2009). Co-coordinator of MLT Research Group. Con il patrocinio di Università degli Studi di Padova Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari Do.Ri.F. Università Comitato scientifico Anna Giaufret Geneviève Henrot Maria Teresa Musacchio Adriana Orlandi Mirella Piacentini Chiara Preite Micaela Rossi Luciana T. Soliman Stefano Vicari Comitato organizzativo Geneviève Henrot Maria Teresa Musacchio Luciana T. Soliman Per maggiori informazioni: [email protected] ELABORAZIONE GRAFICA — NADIA RADOVICH
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