AZIONE CATTOLICA ITALIANA ARCIDIOCESI DI FERMO PROGRAMMA ASSOCIATIVO RIMANERE IN GESÙ E CON GESÙ Da “Orientamenti per il triennio 2014-2017”: L’Azione Cattolica oggi vive la gioia e la bellezza di essere con la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa, di camminare insieme come popolo di Dio. Vogliamo continuare ad avere lo stesso sogno della Chiesa, lo stesso progetto, la stessa missione, riscoprendone insieme i tempi, ripercorrendone le scelte, rinnovandone le motivazioni più profonde e significative. L’Assemblea nazionale si richiamava fin dal titolo, Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere, a queste direzioni di impegno. E ci ha impegnati, innanzitutto, a vivere e far vivere la novità del Vangelo attraverso la corresponsabilità nella gioia. Proprio per questo l’impegno triennale che si apre davanti a noi è ben raffigurato dall’immagine evangelica del «Seminatore» che «uscì a seminare». Un’immagine che riprende in modo sintetico i tre verbi che ci sono stati consegnati da papa Francesco il 3 maggio: «rimanere con Gesù», «andare per le strade», «gioire ed esultare sempre nel Signore». Tre verbi che non vanno considerati come tre passaggi distinti tra loro in sequenza, ma come tre chiamate a cui rispondere simultaneamente, come tre aspetti di un unico cammino, capace di portarci ad essere sempre più «discepoli-missionari» (Evangelii gaudium, 121). Proprio per questo, il percorso associativo triennale sarà sì scandito ogni anno dall’accentuazione e dall’attenzione ad un aspetto dell’immagine evangelica prescelta (il Seminatore, l’uscire, il seminare), ma sempre attraverso una chiave unitaria dei tre momenti: il restare con Gesù, l’andare per le strade incontro alle persone, il gioire per la salvezza che viene dal Signore. Per essere annunciatori autentici e testimoni credibili di Cristo occorre, infatti, rimanere innanzitutto vicini a Lui e vicini alla vita della gente, fino a scoprire che ciò diventa fonte di una gioia indicibile. È essere davvero suoi amici e imparare da Lui a dare la vita per i fratelli. «Restare» diventa così occasione preziosa per conoscere il Signore, per conoscere noi stessi fino in fondo, per conoscere e amare il prossimo. È solo dall’incontro vivo e vero con Colui che è sempre con noi e ci dona gioia che la nostra vita acquista ogni giorno un senso rinnovato e un significato nuovo. Il cammino triennale I tre orizzonti delineati (rimanere, andare, gioire) sono strettamente correlati tra loro. Per assumere l’impegno missionario che ne consegue, gli Orientamenti programmatici sono articolati accentuando per ogni anno un aspetto, mantenendo l’attenzione costante alle consegne di papa Francesco e al documento assembleare nel suo insieme. L’articolazione richiama l’orizzonte di ciascun anno, espresso in particolare attraverso uno dei verbi indicati da papa Francesco, che va concretizzato in modo prioritario in un ambito specifico «per parlare alla vita». Il riferimento alla «Chiesa bella del Concilio» costituisce infine il filo conduttore del percorso triennale, che ci porta a rileggere e ad attualizzare il Decreto conciliare, Apostolicam Actuositatem, alla luce delle due Costituzioni Lumen Gentium e Gaudium et Spes. I ANNO Il primo anno si proietta, in particolare, sul rimanere in Gesù e con Gesù. “La salvezza che Dio ci offre è opera della sua misericordia. Non esiste azione umana, per buona che possa essere, che ci faccia meritare un dono così grande. Dio, per pura grazia, ci attrae per unirci a Sé. Egli invia il suo Spirito nei nostri cuori per farci suoi figli, per trasformarci e per renderci capaci di rispondere con la nostra vita al suo amore” (EG 112). Vogliamo raccontare la bellezza di essere figli amati da Dio e la gioia di godere della sua compagnia. In particolare, queste sono condivise nella famiglia e nella comunità parrocchiale, dove facciamo esperienza di legami autentici e di cammino comunitario, provando a sostenerci nelle gioie e nelle fatiche di ogni giorno. L’esperienza vissuta in AC ci accompagna a rafforzare la nostra appartenenza a Cristo e alla Sua Chiesa, alimentata da una spiritualità laicale che ci aiuti a coniugare tutte le dimensioni della persona per maturare scelte autentiche di missionarietà. In compagnia della Parola L’associazione, anche per il triennio 2014-2017, sostiene il cammino ordinario di formazione attraverso il Vangelo dell’anno liturgico. Per ogni anno, in particolare, propone un brano evangelico che orienta, in modo unitario, l’intera proposta formativa. I anno “Coraggio sono io” Dopo aver mandato i discepoli avanti nella missione, accorgendosi delle difficoltà e della fatica del “vento contrario”, Gesù va loro incontro. Nelle situazioni più complicate e pesanti della missione, Gesù non lascia mai soli i suoi discepoli e interviene incoraggiandoli. Tuttavia, la durezza di cuore, impedisce il riconoscimento di Gesù e di vivere da discepoli in modo coerente. “Rimanere” con Lui significa permettergli di cambiare il nostro cuore e di pronunciare ancora sulla nostra vita parole di fiducia e di speranza. VANGELO DI MARCO 6, 45-52 Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma», e cominciarono a gridare, perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: «Coraggio, sono io, non temete!». Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito. COMMENTO DI S. ECC. MONS. MANSUETO BIANCHI, ASSISTENTE ECCLESIASTICO GENERALE DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA1 Il brano è evidentemente collegato con «il fatto dei pani» che Gesù aveva moltiplicato per la grande folla che lo aveva cercato e raggiunto e che a lui era apparsa come «pecore che non hanno pastore ». Gesù «ebbe compassione di loro»: ha sentito profondamente dentro di sé, facendolo proprio, il loro disorientamento insieme con le loro sofferenze e il profondo bisogno di luce, di conforto, di ristoro. Per questo si era messo a «insegnare loro molte cose» e aveva poi moltiplicato pani e pesci fino a sazietà, donando così luce, nutrimento, speranza (cfr. Mc 6,30-41). 1 Azione Cattolica Italiana, Vita d’Autore. Percorso formativo per gruppi adulti, Editrice AVE, Roma 2014 Dopo questi fatti, i personaggi del racconto che segue, restano Gesù che ha congedato la gente, e i discepoli che vengono costretti da lui a prendere la via del mare. Gesù, solo, si ritira sul monte a pregare (cfr. Mc 1,35). Così, fra Gesù e i discepoli si crea una notevole distanza: lui, sul monte, con il Padre; essi, da soli, sul mare di Galilea, alle prese con un vento contrario che rende difficoltosa la traversata. Ma Gesù non li ha abbandonati, non può non prendersi cura di loro: vede la loro fatica e va loro incontro. È bello richiamare qui altri racconti biblici, dove si narra di Dio che vede, presta attenzione, si prende cura, e interviene nelle situazioni umane più complicate e pesanti; perciò, mosso dal suo amore misericordioso, decide di «scendere» per offrire soccorso: «Ho osservato la miseria del mio popolo; ho udito il suo grido; conosco le sue sofferenze; sono sceso per liberarlo» (Es 3,7-8). L’intervento di Dio ha sempre un effetto liberatorio e una efficacia salvifica, tali da rendere possibile ciò che umanamente appare e spesso è realmente impossibile. Ed ecco che Gesù decide di andare verso i discepoli, camminando sulle acque del mare, manifestando in questo modo la sua sovranità sugli elementi della natura e, in particolare, sul mare che nella Sacra Scrittura è simbolo delle forze che si oppongono alla signoria di Dio. Il proposito di Gesù di precedere i discepoli o, più precisamente, di passare loro accanto, evoca alcuni passi dell’Antico Testamento, che narrano di particolari manifestazioni di Dio: come a Mosè (cfr. Es 33,19; 34,6) e al profeta Elia (cfr. 1Re 19,11). Dio si fa vicino, si fa “vedere”, anche se solo di spalle, perché Dio non può essere visto direttamente dall’uomo senza che questi muoia, e sempre si pone accanto per offrire soccorso, ridare energia, rendere possibile il cammino interrotto o smarrito. Il camminare sulle acque e poi le parole «Coraggio, sono io, non abbiate paura» esprimono la volontà di Gesù di svelare ai discepoli qualche cosa di più della sua identità umana e, nello stesso tempo, di offrire loro l’aiuto di cui in quella precisa circostanza hanno bisogno. Possiamo anche notare che in quel momento si erano invertiti i ruoli: normalmente è il Maestro che va avanti, i discepoli seguono. Ora invece sono i discepoli che sono stati mandati avanti, ma, da soli, senza il loro Maestro non ce la fanno! Allora Gesù riprende il suo posto: di nuovo vuole precederli, perché non può essere il contrario. La presunzione di «farla da maestro» sarà rimproverata da Gesù a Pietro, quando gli dirà: «Va’ dietro a me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33). Ora sono i discepoli a vedere Gesù, senza riconoscerlo: la loro vista è come annebbiata; si spaventano e gridano, atterriti dalla presenza di un fantasma. Luca ci narrerà che una esperienza simile i discepoli la faranno di nuovo, dopo la risurrezione di Gesù, quando il Risorto apparirà loro ed essi, increduli, saranno «sconvolti e pieni di paura», credendo «di vedere un fantasma» (24,37). Riconoscere Gesù è una questione di fede, spiegano gli evangelisti, di una fede che ha bisogno di maturare e di consolidarsi. È questo il compito educativo di Gesù che anche di fronte alla mancanza di fede dei suoi, benevolo e paziente, dona conforto: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Con lui ritorna la calma. Il vento cessa. La traversata si fa tranquilla. Ma i discepoli restano perplessi: se di fronte alla tempesta sedata, presi da grande timore, si erano interrogati sulla identità di Gesù (cfr. Mc 4,41), ora, colti da grande meraviglia, restano sconcertati e increduli, perché «non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito». Pur affascinati da Gesù, continuano a opporre una tenace resistenza di fronte al suo svelarsi come Messia mite, buono, generoso, pacifico. La durezza di cuore impedisce di riconoscere Gesù, perciò di accoglierlo come realmente è e di vivere la sequela in modo coerente. L’evangelista Marco tornerà su questa durezza di cuore altre volte, come nel capitolo ottavo, ancora nel contesto di una moltiplicazione dei pani (la seconda), per cui Gesù resterà profondamente amareggiato: «Non comprendete ancora?» (8,21); e poi alla fine del Vangelo, quando «li rimproverò per la loro incredulità, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto» (16,14). La durezza di cuore impedisce, dunque, l’esercizio e lo sviluppo della fede. Nonostante tutto, Gesù garantisce la sua presenza e la sua premura; anzi, proprio perché siamo duri di cuore, lui resta accanto a noi per dirci parole di fiducia e di speranza, capaci di cambiare il nostro cuore di pietra in cuore di carne (cfr. Ez 36,26). Il testo evangelico ci avverte così che non esistono situazioni umane irrecuperabili, perché lui, Gesù, è il Signore, capace di dominare tutte le forze che gli si oppongono e che contrastano il vero bene dell’uomo. Ci sono momenti, anche prolungati e dolorosi, di crisi, di dure prove, di offuscamento della fede, di smarrimento; si può avere la sensazione che il Signore abbia preso le distanze da noi, dalla nostra vita, dai nostri problemi, dai nostri dolori, dalle nostre difficoltà. Gesù dice anche a noi oggi e continua a ripetere con amorevolezza, senza stancarsi: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Lui c’è e c’è sempre, perché questo, Dio con noi, è il suo nome! ****** CALENDARIO ASSOCIATIVO 2014/2015 domenica 5 ottobre 2014 convocazione diocesana dei nuovi membri degli organismi di partecipazione da sabato 11 a domenica 12 ottobre 2014 weekend formativo per educatori ACR weekend formativo per educatori GIOVANI e GIOVANISSIMI sabato 18 ottobre 2014 (Montegiorgio) incontro di formazione per responsabili associativi ed educativi del settore adulti domenica 19 ottobre 2014 incontro diocesano per giovani-adulti/adulti-giovani (25-35 anni) sabato 25 ottobre 2014 (Morrovalle) incontro di formazione per responsabili associativi ed educativi del settore adulti martedì 11 novembre 2014 incontro assistenti parrocchiali sabato 22 novembre 2014 consiglio diocesano e comitato presidenti domenica 30 novembre 2014 ritiro di Avvento per giovani ritiro di Avvento per adulti lunedì 8 dicembre 2014 giornata dell’adesione domenica 14 dicembre 2014 ritiro di Avvento per giovanissimi (a livello di zona) domenica 21 dicembre 2014 momento conviviale per gli studenti universitari fuori sede da venerdì 2 a domenica 4 gennaio 2015 esercizi spirituali per giovani da venerdì 16 a domenica 18 gennaio 2015 esercizi spirituali per adulti domenica 25 gennaio 2015 convegno pubblico a conclusione del mese della pace (con la presenza di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica) venerdì 6 febbraio 2015 incontro diocesano giovani sul tema del lavoro domenica 22 febbraio 2015 ritiro di Quaresima per giovani e adulti martedì 10 marzo 2015 incontro assistenti parrocchiali domenica 15 marzo 2015 ritiro per ragazzi III secondaria di I grado e per i loro genitori ritiro per giovanissimi sabato 21 marzo 2015 consiglio diocesano e comitato presidenti domenica 19 aprile 2015 incontro diocesano per giovani-adulti/adulti-giovani (25-35 anni) da sabato 2 a domenica 3 maggio 2015 esercizi formativi laicali per tutti i responsabili educativi e associativi a livello unitario, di settore giovani e adulti e dell’ACR (con la presenza di S. Ecc. mons. Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica) domenica 10 maggio 2015 incontro dell’Arcivescovo con tutti gli appartenenti a gruppi, associazioni, movimenti, aggregazioni laicali e nuove comunità venerdì 15 maggio 2015 incontro diocesano giovani sul tema del lavoro sabato 23 maggio 2015 festa/giornata degli incontri a Morrovalle martedì 16 giugno 2015 incontro assistenti parrocchiali sabato 18 luglio 2015 consiglio diocesano e comitato presidenti … e nell’estate 2015: campo scuola diocesano; … e nel settembre/ottobre 2015: festa diocesana del CIAO per tutta l’ACR; … e nel corso del 2016: incontro diocesano dei giovanissimi.
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