TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHElezdieci

TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE
(PROF. PAOLO FACCIO – UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA)
A.A. 2013 - 2014
LEZIONE N. 10 : ANTONELLI E IL CAMBIO DI PARADIGMA
Progressiva rarefazione della superficie delle strutture portanti verticali : incidenza del
rapporto superficie utile/superficie delle strutture
L’IBRIDAZIONE DELLE COSTRUZIONI : METALLO, LEGNO E PIETRA
DELLA PIETRA E DEI LATERIZI
TRATTATO
TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE
ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO
SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Figura 1 - Apparecchio del frontespizio del tempio piccolo di Pæstum, Figura 2 - Incavi in
forma di canale, destinati a ricevere una catena rintracciati nel fregio del peristilio
esterno del tempio di Pæstum detto la Basilica,
Figura 3 - Impiombature rintracciate fra i tamburi delle colonne del tempio di Poseidone,
a Pæstum;
Figure 4 e 5 - Incavature praticate nel marmo per porvi i ramponi e piombature che
legavano insieme i pezzi dell'architrave e della cornice sopra il portico del tempio di
Antonino e Faustina Figure 6 e 7 - Concatenazione delle corsie dell'architrave, del
fregio, della cornice e delle pietre che coprono il peristilio del tempio di Vesta, a Tivoli;
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Figure da 1 a 7 - Armatura a ferri verticali e a tiranti orizzontali approntata da Claude
Perrault Figura 8 - Armatura a catene, tiranti e ramponi del frontone che termina
l'avancorpo centrale del colonnato del Louvre;
Figura 9 - Armatura impiegata negli architravi, costituiti da doppia piattabanda
aggrappata con staffe all'arco di sollievo gettato superiormente, del secondo ordine del
portico della Chiesa di Saint-Sulpice
Figure da 10 a 17 - Costruzione delle doppie piattabande armate costruite in diversi
peristilî costituenti i colonnati della piazza Louis XV a Parigi; Figura 18 - Sezione in
elevazione delle piattabande armate realizzate nel Palais-Royal
Figure 17 e 18 - Sezione in elevazione e profilo della piattabanda armata
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Figura 1 - Disposizione dell'apparecchio della trabeazione del portico e del frontone della chiesa
ideato da Rondelet
Figura 2 - Sezione e profilo della costruzione delle piattabande e del plafone del portico
Figure 3 e 4 - Piante dell'armatura e rappresentazione assonometrica della combinazione dei
conci e della relativa armatura di ferri operante nei punti di scarico sopra i capitelli
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Figure da 1 a 6 - Armature in forma di cavalletto composte da una barra curvata ad arco
e da una barra retta formante la corda,
Figure da 7 a 12 - Armature per un solaio in mattoni incavati e dettagli degli adattamenti
per la commessura dei pezzi di cui si compongono
Figure da 13 a 16 - Forme di mattoni incavati che si impiegano con tali armature
Figure 17, 19 e 21 - Armature per volte in laterizi vuoti, Figure 18, 20 e 22 - Armature
per volte in laterizi vuoti per volte
DEL LEGNO
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Pianta, sezione e dettagli dei legnami di un solaio composto di travi e travetti, commessi
con incavature e con l'uso di strisce di ferro al di sotto
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Solaio quadrato composto di travi disposti diagonalmente, e di ulteriori quadri minori
muniti di due ranghi di travetti sovrapposti incrociati, predisposto a ricevere un plafone al
di sotto e un mattonato al di sopra; pianta e dettagli della griglia e delle commessure dei
legnami
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Solai antichi con travi e travicelli apparenti; pianta e dettagli delle commessure
all'incontro dei travi con le traverse
Figure 3 e 6 - Solaio moderno con commessure risolte attraverso la posa, ai due lati dei
travi, di filarole fissate con cavicchie e staffe di ferro, per sostenere le traverse
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Sistema tirante
puntone
Lo scorrimento
tra gli elementi
lignei è impedito
dalla
realizzazione dei
giunti a dente di
sega e dalle
caviglie
metalliche
Figure da 1 a 9 - Modi di eseguire i sollievi sulle travi e conformazioni e sezioni di vari
tipi di puntoni e travi armate eseguite con l'ausilio di cavicchie e di barre di ferro
TRATTATO TEORICO E
PRATICO
DELL'ARTE DI
EDIFICARE
DI GIOVANNI
RONDELET
PRIMA TRADUZIONE ITALIANA
SULLA SESTA EDIZIONE
ORIGINALE
CON NOTE E GIUNTE
IMPORTANTISSIME
PER CURA DI BASILIO SORESINA
MANTOVA
A SPESE DELLA SOCIETA'
EDITRICE
COI TIPI DI L.CARANENTI
MDCCCXXXI
Figure 1 e A, B - Elevazione della capriata e particolari delle commessure a zig-zag della
catena e dei puntoni, del teatro Argentina
Figure 2 e 3 - Elevazione della capriata del teatro dell'Odéon, progettata da MarieJoseph Peyre e Charles De Wailly e modifica della sua combinazione proposta da J.-B.
Rondelet
La volontà e necessità di ridurre l’incidenza del materiale ligneo sia in termini di
elementi di grandi dimensioni – catene- e in termini d durabilità, in particolare dei
nodi, porta ad una progressiva introduzione di materiali moderni.
In particolare per strutture di grande luce – 12 – 15 m – si sviluppa un tipo di struttura
mista legno metallo denominato capriata Polonceau
La Polonceau
si basa sulla
riduzione della
luce del
puntone
mediante un
contraffisso,
mutuando la
logica della
trave armata,
risultando
composta da
due travi
armate
inclinate
congiunte da
una tirante
intermedio
C. Polonceau,
Notice sur
nouveau
systéme de
charpente en
boie e fer, in
Revue
Générale
l’Archtecture et
des traveaux
Publics. 1840
La capriata Polonceau, inventata da Camille Polonceau nel 1840 è uno dei tipi costruttivi che segna
il passaggio delle strutture storiche a quelle moderne, utilizzando i nuovi materiali e le metodologie
di calcolo. In particolare l’uso del legno a pressoflessione nel puntone, della ghisa nel caso degli
elementi compressi e acciaio per quelli tesi evidenzia in modo chiaro il cambio di orizzonte della
teoria e tecnica delle costruzioni
La soluzione delle connessioni e dei collegamenti metallo legno, costituisce una delle
principali problematiche legate alla durabilità e funzionalità degli elementi costruttivi, in
particolare i problemi di degrado legati al ricoprimento con cuffie metalliche dei nodi.
A sx uso della ghisa per le cuffie a dx uso di lamiera in acciaio
L’accoppiamento di metallo e legno, ha generato ulteriori modelli di coperture come
quello di Emy
I MANUALI
Giovanni Curioni, L’arte di
fabbricare
Augusto Federico Negro, Torino, 1865 –
1884
Incavallature tipo
Polonceau in legno e
metallo
Sistema di centine in
legno e ghisa, realizzate
con tavole di legno
assemblate
Schemi di solaio alla
Serlio secondo la
versione di Rondelet
e solai in metallo e
voltine in laterizio
Schemi di profili composti in metallo : il
ruolo delle unioni e giunzioni meccaniche
Giuseppe Musso e Giuseppe
Copperi, Particolari di costruzioni
murali e finimenti di fabbricati
Ditta Paravia e Comp., Milano 1885
Esempi di strutture in muratura con rinforzo dei
collegamenti in metallo
Sistemi di presidio di edifici pericolanti e/o danneggiati
Gustav Adolf Breymann, Trattato
generale di costruzioni civili
Vallardi editore, Milano 1845
Tecniche di apparecchiatura
muraria tradizionali , con blocchi
pieni
Tecniche di apparecchiatura
con blocchi alleggeriti
Impalcati in acciaio, laterizio calcestruzzo con articolazione che prevede un isolamento
termico e acustico
Schemi
trave
pilastro
solaio,
con
evidente
la
collabora
zione tra
legno e
ghisa
Particolari di
carpenteria metallica
con elementi in ghisa
Luigi Cattaneo, L’arte
muratoria
Vallardi editore, Milano 1889
Carlo Formenti, La pratica del
fabbricare
Hoepli editore, Milano 1893
Nel Formenti si possono
valutare per comparazioni
tra le varie tipologie di
solaio, dal legno con o
senza collaborazione con il
metallo, al calcestruzzo
armato, ben rappresentato
dal brevetto Hennebique
Dettagli costruttivi della capriata
Polonceau
L’arte di edificare consiste in
una felice applicazione delle
scienze esatte alle proprietà
della materia
J. Rondelet
Jean Rondelet ( ed. italiana 1832) – Trattato teorico e pratico
dell’arte di edificare : la ricerca di ottimizzazione delle dimensioni
delle strutture portanti in muratura, con una progressiva riduzione
del rapporto area coperta /area delle sezioni resistenti delle
strutture portanti verticali
Criterio di riduzione delle masse murarie : tentativo di evidenziare i canali statici e
concentrare i carichi su strutture portanti verticali puntiformi
Mole Antonelliana :
sezione con i telai metallici
di concatenazione delle
murature
Alessandro Antonelli . Primo progetto del
Collegio delle Provincie (1843). Il muro
continuo viene sostituito da un sistema di
supporti isolati, che vengono progettati con
passo regolare e distribuzione simmetrica
L’ottimizzazione delle costruzioni in
muratura : Antonelli identifica nel
reticolo/graticcio l’impianto base per una
identificazione del concetto di struttura
scheletrica.
Della muratura e del calcestruzzo armato
Nel 1712 De la Hire pubblica il primo lavoro basato
sull’analisi cinematica degli archi
Nel 1852 Poncelet pubblica «Examen critique et
historique des principales théories ou solutions
concernent l’équilibre des voutes» dove indica come
la teoria dell’elasticità poteva essere applicata agli
archi in muratura
Nel 1913 Sejournè pubblica «Grand voutes e dichiara
l’inapplicabilità della teoria dell’elasticità agli archi in
muratura
FINO AL 1966 CON
LE TEORIE DI
HEYMANN NON SI
STUDIANO ARCHI IN
MURATURA
Il calcestruzzo armato è considerato la tecnica in grado di risolvere le
inadeguatezze della costruzioni in muratura, scarsa resistenza a taglio e
bassissima a trazione – e di risolvere i problemi come scarse rigidezze e
difficoltà nella esecuzione dei nodi costruttivi con collegamenti rigidi, il
tutto potendo dissimulare il materiale in ambiti non visibili, lasciando
inalterata la leggibilità delle costruzioni storiche
Interventi ortopedici,
in grado di assolvere
la funzione
resistente suffragata
da calcoli e verifiche
analitiche
discendenti dalla
teoria dell’elasticità
applicate al
calcestruzzo armato
Gerusalemme, Basilica del Santo secondo l’intervento di consolidamento
proposto da Ferdinando Forlati ( Verona, 1º novembre 1882 – Venezia, 18 luglio 1975)
Alessandro Antonelli
Progetto per il teatro di Novara
Schema delle volte usate dall’Antonelli fortemente ribassate e
dotate di catene estradossali
Schema costruttivo della Mole
Antonelliana
Schemi delle armature delle murature
d’angolo della Mole Antonelliana
Vista della guglia della Mole Antonelliana
con le catene di collegamento tra le
colonne
Elementi di connessione
metallica.
Tratto da F. Rosso Alessandro
Antonelli 1798 – 1888, Electa
Milano 1989
Cupola di San Gaudenzio a Novara
Alta 123 metri con un peso di circa 5500 tonnellate e impostata su una
struttura realizzata duecento anni prima per ben altra architettura
Fasi della costruzione
Tratto da : F. Rosso Alessandro Antonelli 1798 -1888
Il progetto per la cupola di San Gaudenzio a Novara ( 1848 – 1864)
Prospetto del quinto progetto
Sesto progetto a sx e
settimo e ottavo progetto
a dx
Schizzo di studio della cupola
Centina in scala 1:1 per la realizzazione delle volte
Sezione della cupola di San Gaudenzio a Novara e
particolare del colonnato di sostegno della tazza.
Sezione della struttura
dell’imbuto e fotografia degli archi
sghembi di sostegno con la
chiave in pietra e l’incatenamento
Struttura portante dell’imbuto
antonelliano con gli archi di
alleggerimento della massa muraria
e i blocchi lapidei di irrigidimento e
regolarizzazione dei piani murari
per una corretta trasmissione degli
sforzi verticali
Particolare delle strutture verticali in
corrispondenza dell’imposta della
cupola esterna
Particolare delle nervature intradossali
della cupola esterna
Nel corso del nostro secolo, malintese
opere di consolidamento in calcestruzzo
armato, avviate sin dal 1931, a partire
dalla sommità del castello conico,
hanno sfigurato completamente, nel suo
interno, la lanterna. Il resto della cupola,
se si prescinde dagli innumerevoli tiranti
che ne cerchiano alle reni gli arconi , e
dall’anello di calcestruzzo che ne
deturpa la bocca , è rimasto
fortunatamente integro.
Tratto da F. Rosso Alessandro Antonelli,
Electa milano 1989
Arturo Danusso, intervento di rinforzo
della chiesa di San Gaudenzio a
Novara, nel quale le strutture in
calcestruzzo avvolgono o
sostituiscono le murature nella parte
terminale del manufatto
Tratto da : a cura di Simonetta Valtieri 8 dicembre 1908, Roma Clear
2008
Intervento di consolidamento del 1932 - 33
DALLA GHISA ALL’ACCIAIO
Tecniche di forgiatura e di
assemblaggio
alcuni temi e principi
I metalli
L’uso dei metalli nelle costruzioni storiche :
l’accoppiamento con altri materiali
( immagini tratte da : J.B. Rondelet trattato teorico e pratico dell’arte di
edificare. Mantova 1831
L’uso dei metalli nelle costruzioni storiche
J.B. Rondelet Trattato
teorico e pratico dell’arte di
edificare, Mantova 1831
Figure da 1 a 6 - Armature in forma di cavalletto composte da una barra curvata ad arco
e da una barra retta formante la corda, inventate dall'architetto Ango
Figure da 7 a 12 - Armature per un solaio in mattoni incavati e dettagli degli adattamenti
per la commessura dei pezzi di cui si compongono
Figure da 13 a 16 - Forme di mattoni incavati che si impiegano con tali armature
Figure 17, 19 e 21 - Armature per volte in laterizi vuoti, comprese fra due circonferenze
concentriche e combinata in segmenti
Figure 18, 20 e 22 - Armature per volte in laterizi vuoti per volte che debbono essere
estradossate orizzontalmente per formare un solaio.
Chiesa di S. Leopoldo a Follonica 1838.
Probabile primo esempio di architettura completamente in ghisa
Rapporto tra tecnica di forgiatura,
contenuto di carbonio e caratteristiche
meccaniche
Schemi di evoluzione delle tecniche di produzione dei metalli
tratto da AA. VV. Il manuale del restauro architettonico ed Mancosu Roma 2002
L’utilizzo della ghisa in prima fusione
era diffuso sin dal dal 700 attraverso il
cosidetto metodo catalano.
Successivamente si sviluppa a partire
dal 1783 il metodo di pudellatura che
consisteva nell’investire con una
massa d’aria in un forno a riverbero la
ghisa in presenza di ossidi di ferro e
scorie. Nella sua progressiva
depurazione diveniva sempre meno
fluida e acquisiva una consistenza
spugnosa.
La pudellatura
La pudellatura consisteva in
un rimestamemento con
appositi raffi della massa alla
temperatura del bianco
abbagliante, venivano
formate cinque o sei palle
della materia fusa che
rapidamente venivano
passate e battute al maglio
per l’espulsione delle scorie.
Si ottenevano così verghe in
ferro fibroso dalla qualità
comunque non costante e
poco utilizzabile nell’edilizia.
Il miglioramento della
produzione avvenne con
l’introduzione della
laminazione che consisteva
in una lavorazione a più
riprese che ridusse la fragilità
delle verghe e ne migliorò la
durabilità
Le caratteristiche della ghisa
• La ghisa è il prodotto primario d’altoforno, ad alto contenuto di
carbonio e percentuali di silicio, manganese, zolfo e fosforo.
• La ghisa è caratterizzata da una bassa temperatura di fusione
circa 1150 °C e da elevata fluidità
• La ghisa bianca è caratterizzata da un legame tra carbonio e
cementite; la ghisa grigia è caratterizzata dalla separazione del
carbonio in forma grafitica durante la solidificazione e il
raffreddamento, riducendo i fenomeni di ritiro. Per questo
motivo viene colata in stampi e la presenza di grafite dal potere
lubrificante consente le lavorazioni successive per la
realizzazione di elementi architettonici.
• La ghisa possiede ottime resistenze a compressione, cede per
bassi carichi di trazione per allungamento, buon
comportamento al fuoco e discreta resistenza alla corrosione
Le caratteristiche meccaniche
Tabelle di
resistenza di
alcuni metalli
tratti dal
Breymann
Le caratteristiche meccaniche 2
Confronto tra
caratteristiche
meccaniche della
ghisa e l’acciaio.
Colombo
Manuale
dell’ingegnere,
1874
Gli elementi portanti verticali
Ponte Coaldroockdale (1733-79) sul fiume Sewern, luce
32 metri, primo ponte in ferro fuso (ghisa)
Ponte di
Sunderland
sul Wear
(1793 – 1796
), di Burdon e
Wilson.
Tratto da :
J.B.
Rondelet
Trattato
teorico e
pratico
dell’arte di
edificare.
Ed. 1831,
Mantova
Figure 1 e 3 - Elevazione di metà di una delle sei armature ad arco con archivolto
composto da cunei in forma di telaio a giorno, realizzati in ghisa; e sezione
Figura 2 - Particolare assonometrico del legame trasversale tra i cunei degli archi
mediante ascialloni forati .
Passerella pedonale a Padova di Pio Chicchi
Ponte della Specola a Padova delle fonderie Rocchetti
Ponte della Specola, particolare
Ponte della Specola, particolare
Crystal Palace di Paxton (1851)
Assemblaggio e prime esperienze di strutture a tenuta e il rapporto con altri materiali
come il vetro
Modello costruttivo del Crystal Palace a Londra nel museo Cite de
l'architecture et du patrimoine a Parigi
Vista della realizzazione originale
Sezione tecnica del Crystal Palace di Joseph Paxton
La combinazione negli elementi costruttivi tra materiali
dell’edilizia storica e moderna
Trasformazione del profilo trasversale in ghisa
I manuali di
costruzione e
le nuove
tecnologie
I manuali di costruzione e nuove tecnologie
Rinforzo di trave lignea con corrente superiore in ghisa e inferiore
in ferro
I manuali di costruzione
e le nuove tecnologie
Edifici industriali a Venezia : l’ex cotonificio s. Marta e l’ex
tabacchificio
Collegamenti
tra elementi
verticali
Schemi di calcolo delle strutture verticali e orizzontali
Schemi di calcolo delle colonne
I collegamenti
A causa della fragilità della ghisa e della
non resistenza a trazione si potevano
realizzare solo connessioni monolatere
( appoggi) e sono da evitare bullonature
che possano tramettere trazioni,
flessioni o che inducano concentrazione
di tensioni
Unioni chiodate da Breymann
Collegamenti delle aste
Controllo e difetti delle chiodature
Gli edifici industriali e la rarefazione delle strutture portanti verticali
I nodi strutturali e le strutture antincendio
Solai con travi in metallo
Solai con travi in metallo
I manuali di costruzione e e nuove tecnologie
Travi in ghisa ad estradosso parabolico
Trave in ghisa ad anima alleggerita
La sezione ideale in ghisa
La fragilità e la scarsa attendibilità del comportamento
della ghisa
Travi da ponte in ghisa a profilo parabolico
L’accoppiamento del ferro alla ghisa : gli antenati della
precompressione
Accoppiamento ghisa e ferro
Nodi delle tirantature in ferro su strutture in ghisa
Trave per appoggio indiretto in ghisa
Il degrado dei metalli
I metalli in presenza di ossigeno atmosferico, umidità e altri agenti
aggressivi presentano quasi tutti una tendenza a ritornare alle
forme di combinazione chimica proprie dei minerali dai quali sono
stati estratti come ossidi, solfati, carbonati.
Questo processo prende il nome di corrosione e le sostanze che
si formano e eventualmente si accumulano prodotti di corrosione.
Oltre a quella chimica i metalli possono subire altre forme di
degrado quali :
Degrado meccanico, degrado in presenza di calore, degrado
dovuto all’aggressività degli ambienti
Degrado meccanico
Abrasione, usura per attrito e erosione
Degrado provocato dall’esposizione del metallo a particelle
che ad alta velocità investono la superficie. Ad esempio
polvere e sabbia, bolle gassose all’interno di un liquido
turbolento come l’acqua di una fontana sulla superficie
metallica.
L’attrito di due superfici in movimento a contatto con moto
ripetuto , ad esempio elementi metallici in prossimità di strade
ad alta percorrenza, superfici con durezza superiore
garantiscono una durabilità più elevata.
I danni superficiali descritti sembrano comportare una
velocizzazione dei fenomeni di ossidazione
Degrado meccanico
Cedimento immediato per eccesso di carico che avviene per il
superamento dei limiti di rottura del materiale.
E’ il caso di alcune strutture in ghisa dell’ottocento.
La rottura può avvenire per riduzione della sezione resistente per degrado
o danno
Rotture per fatica, derivanti da caricamenti ciclici anche di modesta entità
inferiore al limite di rottura e in campo elastico. Rappresenta la
propagazione delle microcricche o dei difetti congeniti al processo di
fusione. Il limite al di sotto del quale il metallo non presenta il fenomeno si
chiama limite di fatica. Il fenomeno della rottura per fatica può avvenire
anche in seguito alle dilatazioni termiche ripetute di lamine sottili, ad
esempio coperture e lattoneria varia.
Impatto di alta intensità avvenuto in breve tempo ( limite di resilienza)
Degrado in presenza di calore
•
•
Deformabilità dei materiali per valori di carico ionferiori a quelli limite
in presenza di alte temperature
Raffreddamenti e riscaldamenti veloci possono portare
all’infragilimento di pezzi metallici saldati.
Corrosione dei metalli
•
•
•
•
Per corrosione si intende ogni forma di degrado che preveda una
modificazione chimica ed elettrochimica della superficie di un metallo
Corrosione a secco in ambiente costituito da atmosfera gassosa,
normalmente a temperatura elevata
Corrosione a umido, normalmente la maggior responsabile del degrado dei
metalli nell’architettura che avviene quando vengono a contatto con il
materiale contemporaneamente ossigeno e umidità
Il comportamento dei metalli nei confronti dell’ossidazione in ambienti a ph
variabile possono essere tratti dai diagrammi di Pourbaix nei quali si
identificano per ogni temperatura i campi di immunità (ossidazione
impossibile), corrosione o passivazione ( naturale formazione di patine
superficiali di prodotti di corrosione – ossidi, idrossidi, sali – stabili e
compatti, capaci di proteggere il materiale sottostante dall’ulteriore
progresso della corrosione.
Diagramma di Pourbaix a 25 °C
Morfologia del degrado
Morfologia del degrado
Corrosione per contatto galvanico
Norma europea CEN 12500:1998 : Protezione dei materiali metallici
contro la corrosione – Probabilità di corrosione in atmosfera
ambiente – Classificazione, determinazione e stima della
corrosività degli ambienti atmosferici.
•
•
•
•
•
•
Corrosione atmosferica : presenza di acqua sotto varia forma a contatto con
la superficie metallica
Ambienti interni : temperatura e umidità controllata rischio minimo di
corrosione
Atmosfere rurali : corrosione lenta, può essere accelerata dalla presenza di
fertilizzanti che si depositano in film alcalini aggressivi
Climi aridi : in atmosfere secche, semidesertiche e desertiche, così come in
climi particolarmente rigidi la corrosione procede molto lentamente. Degrado
derivante da fenomeni di dilatazioni termiche. In presenza di vento e sabbia
l’erosione avviene per abrasione delle particelle. La presenza di
alveolizzazione e rugosità esalta i processi corrosivi.
Zone costiere : in strutture a diretto contatto con l’acqua l’acqua di mare o in
presenza di aerosol marino l’agente di maggior pericolosità è il sale. La
soluzione comporta gravi problemi di ossidazione localizzata e profonda a
crateri.
Atmosfere urbane e industriali : la principale fonte di corrosione è la
presenza di anidride solforosa che combinata genera anidride solforica e
parzialmente acido solforico fortemente corrosivo
Esempi di restauro di edifici con strutture in ghisa
Esempi di restauro di edifici con strutture in ghisa
Padiglione di Barcellona di Mies
Padiglione di Barcellona di Mies : pianta
Padiglione di Barcellona di Mies
Padiglione di Barcellona di Mies
COSTRUZIONE E TEMPO
Il cemento armato negli adeguamenti :
progetto di serbatoio in cemento sistema
Hennebique nel torrione sud del Castello
Sforzesco di Milano . (1902 – 1903)
Com. di Milano Archivio Divisione
Acquedotto
Arturo Danusso, intervento di rinforzo
della chiesa di San Gaudenzio a Novara,
nel quale le strutture in calcestruzzo
avvolgono o sostituiscono le murature
nella parte terminale del manufatto
Tratto da : a cura di Simonetta Valtieri 8 dicembre 1908, Roma
Clear 2008
La tecnica moderna trovò utile impiego anche nei
monumenti antichi specialmente nel dopoguerra
quando al lavoro di conservazione e rivalutazione si
aggiunse quello della ricostruzione. Citerò appena
qualche esempio non essendo mia intenzione
affrontare questo recente periodo enormemente ricco
di realizzazioni.
Tratto da : Carlo Ceschi, Teoria e storia del restauro, Bulzoni editore, Roma, 1970
Il Capitolium a Brescia
Per ciò che riguarda la parte
tecnica si useranno mezzi
moderni. La parte di
completamento delle
colonne avrà un anima di
cemento armato e
rivestimento in laterizio; i
blocchi antichi di botticino
verranno collegati mediante
spine metalliche. Il frontone
avrà l’armatura formata da
un traliccio triangolare in
cemento armato, al quale
verranno incastrate le lastre
di pietra e i conci antichi. La
cornice inclinata del timpano,
in gran parte formata da
conci massicci originali, verrà
semplicemente appoggiata al
suddetto traliccio
Tratto dall’articolo dell’arch
Ballerio pubblicato su
Palladio (Anno II, fasc. V,
1938)
Capitolium - Brescia :sagoma in legno per La restituzione parziale del pronao e veduta dopo
l’intervento degli architetti Laurenzi e Degrassi eseguito con alcune minime varianti.
Tratto da : Giorgio Grassi teatro romano di Brescia progetto di restituzione e riabilitazione, Electa, Milano
2003
Selinunte, restauro del tempio
E. Jole Bovio Marconi. 1960 – 1965
Ricostruzione
parziale con
l’utilizzo di
rocchi in
calcestruzzo
armato
Stato delle colonne prima e dopo l’intervento di
anastilosi
Il restauro dell’arco di Costantino
Dopo aver eseguito una serie di
incollaggi, imperniature e coli di
cemento liquido a saturare i vuoti
nella compagine muraria,
operazione applicata a molti
edifici romani, “…fu eseguita una
perforazione dall’alto lungo l’asse
delle colonne fino alla loro base e
venne quindi inserita una colonna
di acciaio del diametro di 8 cm,
lunga 14 metri, che praticamente
infilzò tutti gli elementi della
trabeazione, i capitelli e i vari
strati delle colonne rendendoli
solidali e monolitici….Alla minaccia
di rotazione verso l’esterno fu poi
ovviato congiungendo in sommità
le colonne di acciaio simmetriche
con una catena attraversante
l’attico e posta in giusto tiraggio
dell’interno.”
Tratto da C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Bulzoni
editore, Roma 1970
Interno della chiesa di S. Chiara a Napoli , ampiamente ricostruita dopo
l’incendio. Per ragioni statiche il tetto è stato realizzato in capriate di
calcestruzzo armato.
Anche la chiesa di S. Lorenzo Maggiore dopo il bombardamento fu
restaurata svuotando tutti i pilastri e inserendo un’anima in cemento
armato “capace di sostenere il peso delle strutture sovrastanti senza
che le antiche pietre ne fossero più gravate. Con un sistema di pilastri e
cordoli nelle murature si incatenarono le pareti laterali per poter
riaprire le antiche finestre gotiche e costituire un solido appoggio alle
coperturel
Chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli e
A.DeBaudot,P.Cottancin edificio residenziale in rue
Pomereu. 1892
Duomo di Messina : grafici e
immagini della parziale
ricostruzione e rinforzo delle
porzioni residue.
Tratto da : a cura di Simonetta Valtieri 8 dicembre 1908,
Roma Clear 2008
La Basilica Palladiana a Vicenza : disegni costruttivi della
struttura in cemento armato e sezione tecnica
Lo stato di conservazione dei costoloni
Doppio solaio nervato in c.a.
Gli adeguamenti strutturali : S.
Pietro ad Alba Fucense – Massa
d’Albe (AQ)
tratto da M.P.Sette Il Restauro in Architettura. Quadro storico UTET
Torino 2001
Aielli – Aq, particolare dell’adeguamento sismico
dell’edificato storico con traversi e pilastri in
calcestruzzo armato aventi fondazioni proprie il
tutto applicato alle pareti in muratura.
Tra tto da : a cura di Simonetta va ltieri 8 di cembre 1908, Roma Clear
2008
TECNICA E TEMPO
Progetto dell’ing. Fritz
von Emperger , che si
basa sulla realizzazione di
una gabbia strutturale
metallica
Tratto da :P. Faccio Brevetti, tra teoria e pratica nella
realizzazione della casa asismica
In AA.VV “8 dicembre 1908, Roma Clear 2008
Edmond Coignet Brevetto per la realizzazione della casa asismica con nodi di collegamento
sporgenti dalla facciata.
Tratto da :P. Faccio Brevetti, tra teoria e pratica nella realizzazione della casa asismica
In AA.VV “8 dicembre 1908, Roma Clear 2008
Progetto della casa asismica degli ingegneri
Gianfranceschi e Revere.
Tratto da :P. Faccio Brevetti, tra teoria e pratica nella realizzazione
della casa asismica
In AA.VV “8 di cembre 1908, Roma Cl ear 2008
Ingabbiature metalliche per case civili
Tratto da :P. Faccio Brevetti, tra teoria e pratica nella realizzazione della casa asismica
In AA.VV “8 dicembre 1908, Roma Clear 2008
Progetto di riparazione di un fabbricato a Messina dopo il terremoto del 1908 con travi
e pilastri inseriti nelle murature.
Tra tto da :F. Todesco Messina pratiche di riparazione e consolidamento delle sopravvi venze architettoniche dopo i l terremoto del 1908
In AA.VV “8 di cembre 1908, Roma Cl ear 2008
Sistema di consolidamento tramite
ingabbiatura
Monastero di S. Maria degli Angeli a Castroreale ,
Messina in blu le armature verticali (v) e orizzontali
(o)
Tratto da R. Filocamo Gli interventi di riparazione organica nella provincia di Messina
dopo il terremoto del 1908.
In AA.VV 8 dicembre 1908, Roma Clear 2008