ortec-1-2014 - iDENTItalia group

Or
ganoUf
f
i
c
i
al
eOr
t
ec
As
s
oc
i
az
i
oneT
ec
ni
c
iOr
t
odont
i
s
t
iI
t
al
i
ani
www.
or
t
ec
.
i
t
Emai
lor
t
ec
@or
t
ec
.
i
t
I
SSN 22822763
Per
i
odi
c
oQuadr
i
mes
t
r
al
e
AnnoXXI
I-Numer
o1/2014
Or
t
odonzi
aTecni
ca
Sommario
OR todonzia
TEC nica
EDITORIALE
“2014” di Patrizio Evangelista................................................................................................................pag 4
ORTEC INFORMA
Costruzione e prescrizione clinica del regolatore di funzione Frankel: Chris Koebel.........................pag 6
Tutti a Rimini 2014: programma ventunesimo convegno OR-TEC.......................................................pag 27
Il Bio bite corrector (BBC) con ancoraggio scheletrico: un nuovo dispositivo per il
trattamento efficace delle Classi II senza collaborazione : Odt E. Paoletto, G. Maino........................pag 30
REPORT
Congresso GK.....................................................................................................................................................pag 38
Congresso Ortec 2013 Roma..........................................................................................................................pag 39
Expo d’Autunno Milano....................................................................................................................................pag 44
Corso Liberty Bielle...........................................................................................................................................pag 46
HISTORY
Metodo combinato di terapia ortodontica funzionale e fissa
per il trattamento della II classe 11 divisione di Angle...............................................................................pag 56
Valutazione della dinamica e degli effetti della placca “Bassani”
per il trattamento della seconda classe seconda divisione di Angle.........................................................pag 59
Una suggestiva ipotesi nel determinismo dell’ Overbyte.......................................................................... pag 61
SAVE THE DATE
Percorso Formativo in tecnica ortodontica di laboratorio. Principi di funzionamento e
costruzione pratica dei dispositivi..................................................................................................................pag 67
XLVI Congresso Ortec Firenze.......................................................................................................................pag 67
3
Editoriale
“2014”
OR todonzia
TEC nica
Patrizio Evangelista
Come nelle piu classiche delle regate , viriamo alla prima boa e facciamo rotta verso la linea d'arrivo.
Sicuramente sapete che il mio mandato alla presidenza or-tec si concluderà alla fine del 2014 , credo
sia giusto quindi approfittare di questo spazio per fare un piccolo bilancio sull'anno appena trascorso
, e presentare per sommi capi gli impegni futuri di or-tec , prima di passare il timone a Stefano Negrini
a cui và un grandissimo in bocca al lupo , per questa esperienza che sono certo svolgerà nel migliore
dei modi.
Abbiamo iniziato a marzo 2012 con un evento formativo in ortodonzia funzionale , tenuto presso
l'istituto odontotecnico De Amicis in Roma , in soluzione di continuità con il nostro percorso
formativo di base in tecnica ortodontica di laboratorio . Ci teniamo particolarmente a questo progetto
in quanto a mio modo di vedere esalta al massimo la sinergia tra la parte formativa della filiera
odontotecnica/ odontoiatrica e quella produttiva. L’estate è arrivata con il convegno di giugno che
senza falsa modestia ci ha inorgoglito particolarmente per l’esito che ha avuto. A settembre di nuovo
a scuola , Udine nella fattispecie per un ulteriore passo verso la formazione d’eccellenza.
Dopo settembre Novembre ci ha visto impegnati nel nostro quaranticinquesimo congresso ,in
parallelo con quello s.i.d.o. in nome di quella sinergia collaborativa tecnico clinica di cui siamo
fermamente convinti.
I progetti futuri sono tanti e corposi come potete trà l’altro verificare nella sezione save the date di
questo magazine digitale che state sfogliando, e che possiamo considerare un altro obiettivo raggiunto
da questo direttivo.
Questo è quanto con il duro lavoro cerchiamo di mettere a disposizione dei nostri associati , vi invito
pertanto per quanto vi è possibile a partecipare attivamente alla vita associativa , con vostri feedback
e lavori da presentare . Considerate che i canali per la divulgazione delle nostre applicazioni in tecnica
ortodontica sono molti : relazioni in convegni e/o congressi , poster divulgativi e articoli su questa
stesso house organ.
Ricordandovi che la libertà è partecipazione .
Vi aspetto a Rimini!
4
Regolatore di funzione Fraenkel tipo 3
Filosofia, management clinico e indicazioni
per la costruzione.
OR todonzia
Dr Chris Koebel
TEC nica
ORTEC INFORMA
Professore presso la Poliklinik fuer Kieferorthopaedie, Università di Heidelberg.
Responsabile laboratorio Ortodontico, Zwickau.
1. Introduzione
Questo articolo intende esporre lo stato attuale nello
sviluppo del regolatore di funzione Fraenkel tipo 3 .
Esattamente 45 anni dopo la prima descrizione
dell’apparecchio vale la pena ripercorrere le modifiche che
nel frattempo sono state effettuate e chiarire il ruolo del
regolatore di funzione nell’ortodonzia moderna. In
particolare secondo Fraenkel, il successo del trattamento
ortodontico dipende da una corretta procedura sia clinica
che tecnica.Questo articolo descrive gli effetti, le indicazioni
e i tempi di trattamento del regolatore di funzione Fraenkel
3.
Verranno esaminate dettagliatamente: la preparazione
clinica, con particolare considerazione per la presa delle
impronte dei due mascellari e la preparazione del morso di
costruzione. Si procederà poi ad esaminare i singoli passi
della realizzazione dell’apparecchio in laboratorio. In fine si
spiegherà quali attenzioni occorre avere nella consegna al
paziente dell’apparecchio, nelle istruzioni al paziente e nei
controlli clinici periodici.
considerazione è lecito limitare a solo “tre tipi base di
regolatori di funzione”.
Negli ultimi anni non è più consueto ricorrere ad una
divisione in sottotipi, i quali prima si designavano con lettere
minuscole. Tuttavia singole modifiche dei tipi base possono
essere indicate in certi casi e verranno specificate caso per
caso tra clinico e tecnico.
2.2 Effetti generali del Regolatore di Funzione
Il regolatore di funzione (indifferentemente FR1, FR2 o
FR3) è un apparecchio ortodontico di trattamento col quale
il concetto di una “Ortopedia Funzionale” secondo Roux
viene realizzato in campo orofacciale. Il nostro obiettivo sarà
rimuovere quei difetti posturali e quello scorretto
funzionamento tonico della muscolatura che potranno
essere messi in stretta relazione con la disgnazia in questione.
Il regolatore di funzione segue in questo il principio della
“Ginnastica forzata”, cioè si tratta di un apparecchio di
esercizio, il quale, dopo l’inserimento in bocca, deve
costringere all’apprendimento di nuovi comportamenti
2. Basi - istruzioni fondamentali
masticatori (nuovo Pattern Funzionale). Questo innesca un
effetto fisioterapeutico che induce cambiamenti strutturali
2.1 Tipi base del Regolatore di Funzione
della porzione molle della capsula suscitando un
Originariamente secondo Frankel i tipi base del regolatore prolungamento e un’espansione .
di funzione erano quattro. Il tipo viene specificato con la Mascellare superiore e mandibola non si allungano tramite
numerazione araba mentre nel passato in vecchi testi si un aumento dello spazio intertiziale ma tramite
usavano i numeri romani, il che talvolta ha indotto in errore “Displacement e Remodelling”. Uno sviluppo scorretto nella
gli operatori nel caso di prescrizioni compilate a mano. zona della capsula circum-orale si risolve secondo Fraenkel
L’acronimo FR è l’abbreviazione di “Functional Regulator” durante la modificazione della stessa. Siccome la porzione
e NON “apparecchio di Fraenkel”. E solo un caso che anche molle della capsula è costituita principalmente da muscoli,
il suo tono influenza la posizione sia dei denti sia dei
il nome Fraenkel cominci per Fr.
I regolatori di funzione FR-1 e FR-2 vengono usati nella cura mascellari, poichè una porzione molle rimpicciolita può, per
dell’arretramento mandibolare con Overjet aumentato esempio, diventare limitante. Lo spazio tra le strutture
(Classe II/1). L’FR3 viene adoperato nella casistica di circostanti, in particolare tra gli scudi vestibolari dovranno
progenismo, in particolare nello sviluppo insufficiente del rimuovere queste restrizioni strutturali e funzionali creando
mascellare. Il campo d’azione dell’FR4, cioè il trattamento le condizioni per lo spostamento e di conseguenza per la
del paziente che presenta valori di iperdivergenza scheletrica crescita fisiologica dei mascellari.
associata a un open bite frontale, viene sostituito con
l’utilizzo di un FR-1 modificato. A seguito di questa
6
ORTEC INFORMA
3. Regolatore di Funzione tipo 3
3.4 Fase di Contenzione
3.1 Indicazioni e momento di intervento
In generale uno spostamento ortodontico dei denti
comporta un cambiamento di un equilibrio pre-esistente.
Perciò a un cambiamento meccanico di posizione dei denti
o delle arcate, in particolare quando si tratta di una misura
espansiva, deve seguire una variazione dello stato di questo
equilibrio nel senso di una profilassi nel controllo della
recidiva. Il regolatore di funzione risulta utile come
apparecchio di contenzione del trattamento, sostiene il
risultato, perchè rimuove comportamenti funzionali negativi
e così previene la recidiva. E’ particolarmente valido in
seguito a un buon trattamento combinato chirurgicomeccanico poichè in questo caso ,l’intervento chirurgico
genera una forte alterazione nel posizionamento delle
arcate, che a sua volta interferisce pesantemente nel preestistente equilibrio delle porzioni molli. Ma anche con un
inizio precoce del trattamento si può per esempio stabilizzare
molto bene una protrusione mascellare superiore, la quale è
stata raggiunta tramite una maschera Delaire. Nel caso di
sviluppo trasversale del mascellare superiore ottenuto con
apparecchi ortodontici attivi (per esempio placca trasversale
ecc.) l’FR3 rappresenta ugualmente un apparecchio di
contenzione indicato per l’influsso favorevole sulla base
apicale.
L’FR3 viene adoperato nella casistica di progenismo, in
particolare nel caso di uno sviluppo insufficiente del
mascellare superiore. Nella letteratura nazionale ed
internazionale un discreto numero di ricerche dimostra
che si può ottenere uno sviluppo tardivo sia trasversale
che sagittale, con un influsso positivo sulle strutture molli
del mascellare superiore. Al contrario gli effetti terapeutici
sulla mandibola si possono considerare modesti. Un vero
e proprio arresto e controllo della crescita mandibolare è
improbabile. Si può piuttosto ottenere una certa crescita
guidata in senso orizzontale della mandibola.
3.2 Trattamento Precoce
Come apparecchio nel trattamento precoce, in dentizione
mista ,il FR3 diventa utile nel caso di disallineamento di
ambedue i mascellari durante la crescita, cioè con uno
sviluppo insufficiente (micro- /retrognazia) del
mascellare superiore e/o un sovrasviluppo (macro/prognazia) della mandibola.. Puo essere inolotre
utilizzato in vari casi di alterato sviluppo verticale; in
presenza quindi di iperdivergenza scheletrica e
protrusione mandibolare (crescita in avanti ed in basso)
o di una post-rotazione mandibolare.
L’effetto terapeutico ottenuto con FR3 viene attribuito,
sia all’aumento dello spazio funzionale nella zona orale
del mascellare superiore che genera uno sviluppo
posteriore , trasversale e sagittale, della base apicale dello
stesso mascellare con conseguente riposizionamento,sia
ad un’inibizione della traslazione mandibolare o una
deviazione nella crescita dorsale.
Per quanto riguarda il timing terapeutico dobbiamo tener
presente che con disfunzioni/disgnazie di Classe III i
migliori risultati terapeutici-scheletrici si ottengono con
un inizio precoce del trattamento. Così si dovrà procedere
a una compensazione terapeutica dello sviluppo abnorme
della mandibola precocemente cioè durante il periodo dei
denti da latte o nel primo periodo della dentizione
permanente. Il trattamento con FR3 dovrebbe idealmente
iniziare dopo l’eruzione completa dei molari permanenti.
4. Preparazione Clinica
4.1 Presa delle impronte.
Profitt divide gli apparecchi funzionali in “toothborne”
(ancoraggio dentale) e “tissue borne”( ancoraggio sui
tessuti). Nel caso del regolatore di funzione Fraenkel si tratta
di un apparecchio principalmente tissue borne. Questo
significa che il regolatore di funzione utilizza, contrariamente
agli apparecchi toothborne, il vestibolo come base di
ancoraggio. Questo principio non è rilevante solo nell’
utilizzo clinico ma deve già essere tenuto presente nella
fabbricazione del regolatore di funzione. Perciò insieme alle
arcate dentali e alle superfici alveolari occorre prendere
l’impronta completa delle pieghe del fornice. FIG.2
3.3 Trattamento Tardivo
In età avanzata il grado di riposizionamento mascellare è
fortemente ridotto. Si può comunque esercitare un
influsso positivo sul posizionamento osseo periostale e
sulla porzione molle.
Fig.2 a) Impronta in alginato del mascellare superiore. Il
vestibolo deve essere fedelmente riprodotto,
evidenzianto i l frenulo anteriore e quelli laterali.
7
ORTEC INFORMA
del portaimpronte abbiamo a disposizione materiale
sufficiente per un’impronta estesa ed esatta del vestibolo.
FIG.5
Fig.2 b) Impronta in alginato della mandibola. Insieme
al vestibolo è molto importante l’esatta riproduzione
delle superfici vestibolari dei processi alveolari.
Per l’impronta sono indicati portimpronte anatomici
perforati dell’altezza di 15mm. FIG.3
Fig.5 a) e b): Posizionamento
conformazione dello stesso.
dell’alginato
e
4.2 Morso di costruzione
Siccome, per la costruzione del regolatore di funzione, i
modelli vengono montati su un vertiocclusore, è necessario
Fig.3 a) e b): Portaimpronte anatomico forato. Altezza un morso di costruzione per la registrazione occlusale. Il
morso deve essere bloccato solo fino al punto che un
dei bordi di 15 mm
eventuale crossbite anteriore può essere compensato. FIG.
Si consiglia nella preparazione dell’alginato di variare la 6
proporzione di miscelazione dei componenti in favore della
polvere. Suggeriamo di utilizzare solo i tre quarti della
quantità di acqua suggerita dal produttore. FIG.4
Fig.4: Per ottenere l’ideale consistenza del materiale da
impronta. Impastare quattro misurini di polvere di
alginato con tre unità di acqua.
In questo modo la pasta alginica acquisisce una consistenza
pastosa. Adesso la miscela malleabile può essere applicata
meglio al portimpronte. Con un dito inumidito si deve
effettuare un solco di forma circolare . Questo ha il vantaggio
che, quando si introduce l’impronta in bocca, vengono in
contatto con il materiale da impronta, contemporaneamente
le superfici occlusali dei denti, il processo alveolare e la zona
del fornice. Preparando in questo modo l’alginato all’interno
Fig.6 a) e b): Occlusione abituale. Visione frontale e
laterale.
8
ORTEC INFORMA
Fig.7 b): Si misura la distanza dal fornice al bordo
cervicale degli incisivi laterali. La misura viene annotata
sulla scheda tecnica
Con uno strumento di misurazione adeguato si può calcolare
lo spessore delle pieghe del fornice. Questo valore rilevato
clinicamente serve all’odontotecnico per regolarsi su quanto
deve essere scartato il modello in gesso nella regione dei
fornici anteriori, per poter i garantire il corretto
posizionamento delle pelotte.
Fig.6 c) e d): Modelli posizionati sul morso di
costruzione. Correzione del cross-bite.
4.4 Effetti del Regolatore di Funzione FR3
Se nessun crossbite frontale è presente, è sufficiente uno
spazio intraocclusale di circa 1.5mm nella zona dei molari
per il posizionamento dei fili. In ogni caso occorre evitare
un eccessivo rialzo del morso nella regione dei denti
anteriori. Bisogna evitare un eccessivo aumento della
dimensione verticale anteriore perchè questo renderebbe
difficile o addirittura impossibile chiudere le labbra. Tale
situazione pregiudicherebbe il confort e la relativa
compliance del paziente. Col FR3 (a differenza dal FR1o
FR2) una eventuale deviazione laterale della mandibola può
NON essere corretta, per cui nel posizionamento dei
modelli nel verto-occlusore le linee mediane possono anche
non essere coincidenti.
Il Regolatore di Funzione tipo FR3 “FIG.1” consiste in due
scudi buccali, delle pelote labiali superiori, arco vestibolare
inferiore, arco palatale, un arco di protrusione nel mascellare
superiore retroincisale e anche fili supporto (di stop) dei
molari sia superiori che inferiori.
4.3 Misurazione della profondità del vestibolo.
Fig.1 Regolatore di Funzione Fraenkel tipo FR-3 AScudi buccali B- Pelotte superiori C- arco vestibolare
inferiore D- Arco palatale E- Arco di protrusione F Fili
molari mandibolari G Rest molari del mascellare
superiore.
Le pelote del labbro superiore devono essere inserite
profondamente (in alto) nel vestibolo per ottenere, dopo
l’inserimento del Regolatore di Funzione, una trazione
adeguata sui tessuti. FIG.7
4.5 Scudi buccali e pelotte labiali
La parte inferiore degli scudi buccali poggia strettamente sul
processo alveolare e sulla superficie vestibolare dei denti
laterali della mandibola. In questo modo si controlla uno
sviluppo eccessivo della mandibola. FIG. 8 A.B. Inoltre si
ha una tenuta stabile dell’apparecchio sulla mandibola anche
con la collaborazione dell’arco vestibolare e dei rest dei
molari inferiori. FIG. 8C
Nel mascellare superiore gli scudi sono distaccati dalla
superficie esterna dei processi alveolari. FIG. 8D
Fig.7 a): Strumento di misura per la misurazione della
profondità del vestibolo.
9
ORTEC INFORMA
Fig.9 a): Inadeguato sviluppo della capsula circum
orale
Fig.8 a) e b): Distanza degli scudi labiali dal modello. La
misura corretta è tra 2.0 e 3.0 mm. Nella mandibola gli
scudi sono a stretto contatto.
Fig.8 c): Pelotte vestibolari. Sono staccate dal processo
alveolare del mascellare di 2.5-3.0 mm
Fig.9
b): Dopo inserimento del FR-3
correttamente trazionati e squlibrio sanato.
tessuti
Inoltre si crea una tensione attraverso il posizionamento
delle pelotte superiori nella piega del fornice. FIG. 10
Fig.8 d): Grazie agli scudi della guancia e alle pelotte la
pressione dei tessuti molli viene modificata. In tal modo
si favorisce lo sviluppo trasversale e saggittale del
mascellare.
Hanno il compito, insieme alle pelotte labiali ugualmente
distaccate, di distanziare le porzioni molli dei tessuti della
capsula in modo da creare spazio per lo sviluppo successivo
sia trasversale che sagittale del mascellare superiore.
Contemporaneamente risulta un effetto di espansione e di
Fig.10 a) e b): Le pelotte sono posizionate in alto nel
allungamento delle porzioni molli della capsula. FIG.9
fornice. La posizione crea la trazione del tessuto
periostale a labbra chiuse.
10
ORTEC INFORMA
Così viene esercitata una trazione in avanti della muscolatura
che poggia sulla base alveolare. Secondo Delaire la trazione
dell’inserzione dei tessuti molli, in particolare quella della
muscolatura della zona, è molto importante per lo sviluppo
sagittale del mascellare superiore. La porzione molle della
capsula così stesa e tirata esercita una pressione in direzione
posteriore sulle pelotte labiali e di conseguenza sull’intero
regolatore di funzione. Tramite l’arco vestibolare e le parti
degli scudi laterali a contatto con l’arcata inferiore, questa
spinta in direzione dorsale viene trasferita direttamente alla
mandibola. FIG. 11
Fig.12 a): Incisivi da latte, gemme denti permanenti. età
5-6 anni.
van der Linden FPGM, Duterloo HS: Die Entwicklung des
menschlichen Gebisses. Ein Atlas. Quintessenz 1980
Fig.11) La fluttazione dinamica permette uno sviluppo
saggittale del mascellare ed un contemporaneo
controllo della posizione mandibolare. L’arco di
protrusione deve essere modellato, nella sua porzione
occlusale, discosto dai denti.
Ora, la controforza produce un effetto contrario a questa
forza dorsale e la tensione viene applicata al mascellare
superiore. Il risultato è un “floating effect” (doppio effetto)
che si esprime con l’accelerazione dello sviluppo del
mascellare superiore e con il rallentamento dello sviluppo
di quello inferiore.
Se il trattamento con FR3 viene utilizzato direttamente in
seguito alla nascita dei molari dei sei anni, le pelotte labiali,
oltre all’effetto fisioterapeutico, il quale viene conseguito
tramite l’espansione e l’allungamento della porzione molle
della capsula e la “ginnastica forzata”, hanno un ulteriore
effetto. Al momento dell’eruzione dei primi molari
permanenti, gli incisivi superiori generalmente erompono
successivamente. Nel momento dello sviluppo fisiologico
del cambio degli incisivi superiori si accompagna un
incremento nella lunghezza dell’arco dentale. Poiché i
margini delle corone degli incisivi permanenti si posizionano
su un arco (circonferenza) e chiaramente di forma maggiore
rispetto a quella degli incisivi da latte. Le pelotte labiali,
distanti dal processo alveolare, hanno un effetto benefico e
fondamentale in questa fase eruttiva in quanto trattengono
la porzione molle della capsula e creano spazio per
un’eruzione degli incisiv icon un orientamento decisamente
in senso anteriore-sagittale. FIG.12 A.B.C.D.
11
Fig.12 b-d: Tragitto di eruzione.
Bilder aus: Farbatlanten der Zahnmedizin Bd. 17,
Kinderzahnmedizin, van Waes HJM, Stöckli WP, 2000)
5 Produzione del Regolatore di Funzione FR3
5.1 Preparazione dei Modelli
Per la realizzazione dei modelli da lavoro si deve utilizzare
gesso duro (classe III). Si sconsiglia l’uso del gesso extraduro
poiché i modelli debbono poi essere lavorati con strumenti
ORTEC INFORMA
a mano. I modelli quando verranno preparati (fase di In particolare nella zona frontale dei fornici superiori si
trimming) occorrerà prestare molta attenzione affinché il dovrà scartare abbondantemente. Qui il tessuto è molto
vestibolo sia completamente evidenziato. FIG. 13
molle. E’ necessario inoltre eliminare nei fornici laterali e sul
tuber retromascellare. I frenuli labiali e delle guance debbono
essere conservati e non debbono essere alterati. FIG. 15
Fig.13: Modello di lavoro dopo il trimming il vestibolo
deve essere largo circa 4-6 mm.
Fig.15: sinistra: modello originale; destra: il vestibolo è
stato aumentato in direzione verticale. Il processo
alveolare non deve essere ridotto in senso trasversale.
I modelli dei due mascellari verranno bloccati nel fissatore
con l’ausilio del morso di costruzione. Una verifica
dell’altezza del morso di costruzione è essenziale.
(COMPARARE FIG. 6C E 6D) Se risultasse un morso
troppo ampio sarà necessario riferire al clinico questa E’ importantissimo badare che il gesso venga tolto solo in
caratteristica. In questo caso sarà necessario eseguire un direzione verticale. Le superficie esterne dei processi
nuovo morso di costruzione.
alveolari non devono essere modificate. Il gesso giudicato
in eccesso deve essere preliminarmente rimosso con il
5.2 Scartatura/preparazione dei modelli di lavoro.
trapano FIG.16 e poi rifinito e correttamente definito con
gli strumenti a mano per ottenere la forma esatta del fornice.
Il regolatore di funzione utilizza il vestibolo come FIG.17
componente fondamentale per l’apparecchio ortodontico
cosìdetto “tissue borne”. Le pelotte labiali come anche i
bordi superiori degli scudi laterali debbono essere
posizionati strettamente e profondamente nei fornici. Per
ottenere l’effetto di trazione desiderato, dopo l’applicazione
del regolatore di funzione in bocca, il tecnico dovrà
perfezionare i modelli, scartando in modo sapiente.
Utilizzando i valori della profondità del fornice rilevati dal
clinico, FIG.7B viene segnato sul mascellare superiore la
quantità da scartare. FIG.14
Fig.14: Disegno del corretto trimming sul modello
superiore. Disegno della posizione dell’arco labiale
mandibolare.
12
Fig.16: Asportazione del gesso in modo graduale e
attento.
ORTEC INFORMA
Fig.17: Strumenti manuali (Le Cron, Wachsmesser, etc…
) Fasi di rifinitura.
Fig.19) Spessore della ceratura definisce la successiva
distanza degli scudi buccali e delle pelotte del
mascellare superiore.
Nella zona dei denti laterali lo strato di cera arriva fino al
punto più alto della gibbosità e qui forma un deciso angolo
La forma del fornice del modello inferiore non viene retto verso il piano occlusale. Così può verificarsi lo
modificata. Nel modello inferiore viene riprodotto un spostamento laterale dei denti senza impedimenti. FIG.20
leggero solco a carico degli incisivi, FIG. 14 e FIG. 18 il
quale facilita il posizionamento dell’arco vestibolare e
garantisce che esso più tardi aderisca strettamente ai denti
frontali inferiori.
Fig.20) La ceratura deve presentare un angolo retto a
livello del piano occlusale. Le corone dei diatorici
devono potersi espandere liberamente.
Lo spessore dello strato di cera deve essere rispettato
rigorosamente. FIG.21
Fig.18 a): con il bisturi si praticano delle incisioni a V
all’altezza delle papille.
b): posizione corretta dell’arco vestibolare
5.3 Ceratura del modello
Per permettere lo sviluppo del mascellare superiore in senso
sia trasversale che sagittale le pelotte labiali e gli scudi
buccali sul mascellare superiore debbono essere distaccati
dal processo alveolare. Lo strato di cera ha la funzione di Fig.. 21a) Ceratura laterale il maggiore spessore è di
riempire questo spazio FIG.19 a b durante la costruzione circa 2.5-3.0 mm, mentre nella zona del fornice è di 1.52.0 mm
dell’apparecchio.
13
ORTEC INFORMA
Tuttavia uno strato troppo spesso di cera avrebbe più tardi
delle conseguenze sulla pelotte labiale superiore, questo
impedirebbe la chiusura delle labbra e favorirebbe una nonfisiologica respirazione con la bocca.
Sulla mandibola non c’è uno strato standard da applicare
come distanziatore. Certamente, per evitare eventuali
pressioni, i sulci frenuli e la regione delle papille nelle zone
laterali debbono essere leggermente protetti. FIG.24
Fig.21 b) visuale dopo la preparazione.
Se gli scudi sono troppo distanti viene pregiudicato il confort
del portatore e la compliance viene ridotta. Al contrario se
gli scudi in acrilico fossero troppo aderenti, l’effetto sarebbe
presto raggiunto, avendo un contatto eccessivo sulle arcate.
Anteriormente lo strato di cera avrà uno spessore di 2mm
vicino alle pieghe del fornice. Siccome all’apertura della
bocca il regolatore di funzione scende in basso insieme alla
mandibola, le pelotte labiali debbono stare a una distanza
sufficiente dal tessuto. Sul bordo inferiore vicino alla gengiva
lo spessore della cera sarà di 3mm. FIG. 22
Fig.24) Scaricare le papille con la cera, massimo un
millimetro. Se superfici dei denti non vengono cerate.
5.4 Fili per il mascellare superiore
Il regolatore di funzione tipo FR3 sul mascellare superiore
FIG.25 ab possiede un arco di protrusione, un arco palatale
(nei vecchi testi viene denominato “D-Feder”), fili su
entrambi gli ultimi molari e anche tre fili di legamento per le
pelotte labiali.
L’arco di protrusione FIG. 25 FIG. 26 è l’unico elemento di
unione (federativo) dell’ FR3.
Fig.22) Misurazione dello spessore della cera con una
sonda paradontale millimetrata.
Se le pelotte sono troppo aderenti ai processi alveolari
sfregano contro la gengiva nella zona del sulci ogni qualvolta
il paziente apre la bocca. Questo potrebbe causare irritazioni
o addirittura lesioni al tessuto. FIG. 23
Fig.23) Posizione pelotte labiali, devono essere
parallele al processo alveolare
Fig.25 a) e b): Visione globale dei fili del mascellare
FR-3
A – Arco di Protrusione (Ø 0.7mm)
B – Arco Palatale (Ø 1.0mm (1.1mm))
C – Rest occlusali (Ø 0.8mm)
E – filo di collegamento centrale (Ø 0.9mm)
F – fili di collegamento laterali (Ø 0.9mm)
14
ORTEC INFORMA
In presenza di un crossbite frontale, il morso deve essere
salvaguardato con fili (rest) sull’ultimo molari superiori FIG.
25c FIG. 26c presente in arcata fino al punto che gli incisivi
non entrino in conttatto reciproco. I fili che vengono piegati
a U avranno lo spessore del diametro di 0.8mm. I rest
assicurano l’altezza verticale che è stato definito con il morso
di costruzione. Una volta realizzato un Overjet sicuro si
possono togliere i fili dai molari superiori. I rest poggiano
sulla superficie occlusale delle gibbosità vestibolari FIG.28,
in questo modo i molari superiori non vengono trattenuti nel
loro movimento laterale. Questo movimento laterale mirato
può essere perfino sostenuto.
Fig.26: Visione occlusale. A –Arco di protrusione B –
Arco palatale, C – Rest molari superiori, D – Rest molari I bracci di ritenzione corrono paralleli alla ceratura a una
distanza di circa 0.75 - 1.0mm. I fili debbono essere fissati
inferiori.
molto bene sulla superficie occlusale in modo che non si
distacchino durante la resinatura dell’acrilico.
Con esso nel caso di un crossbite frontale si riesce a
effettuare un’inclinazione labiale degli incisivi superiori ed
avere in questo modo la correzione del Overjet degli incisivi.
Il clinico potrà attivare la porzione orizzontale della zona
delle anse ad U per indurre tale movimento. FIG. 27a
Fig.28) Rest del mascellare superiore del 16, visione
posteriore. I fili del rest sono modellati paralleli. Le
ritenzioni sono verticali e paralleli alla ceratura.
Fig.27 a) Posizione iniziale della sezione orizzontale
Una volta risolto il crossbite frontale l’arco di protrusione A questo punto si può cominciare con la modellazione
dovrà rimanere passivo in modo da consolidare la posizione dell’arco palatale. FIG.25 FIG.26 FIG.29b
conquistata dagli incisivi. L’arco di protrusione deve essere
realizzato con filo duro-elastico dello spessore di 0.7mm. La
parte orizzontale deve poggiare sul terzo cervicale della
superfice palatale degli incisivi superiori Siccome
l’allungamento non deve impedire l’eruzione degli incisivi,
l’arco di protrusione non deve poggiare sulla
Tuberkula/osso(?). La modellazione della ritenzione non
deve entrare in contatto con le arcate dentali e non deve
essere fatto passare fra dente e dente. FIG.27b
Fig.29: Regolatore FR-3 A.arco di protrusione b. Arco
palatale C- rest per i molari superiori D- rest per molari
inferiori.
Fig.27 b) Leggera piega (freccia gialla) segna il
passaggio dall’omega, alla porzione intra-occlusale
passando distalmente al canino a 1.0 - 1.5 poi si modella
in direzione distale (freccia azzurra)
15
Siccome questo si incrocia distalmente FIG.30a con i rest,
questi devono essere bloccati prima.
ORTEC INFORMA
Esaminando sul piano orizzontale la forma dell’arco palatale
non deve essere modellata troppo in avanti per non
disturbare il corretto posizionamento della lingua sul palato.
FIG.31
Fig.30 a) Arco palatale passa a distale del molare
(freccia azzurra) ed incrocia ambedue i bracci dei rest.
(freccia gialla)
L’arco palatale è un elemento passivo. Serve a rafforzare
l’apparecchio trasversalmente e non viene mai attivato.
Manipolazioni o attivazioni effettuate dopo la costruzione
dell’apparecchio hanno effetti negativi sulla precisione dello
stesso. In particolare sarebbe erroneamente alterata la
posizione corretta degli scudi vestibolari nella zona del
processo alveolare della mandibola, il che pregiudicherebbe
le funzioni dell’ FR3 e potrebbe causare delle indesiderate
pressioni. L’arco palatale in genere viene preparato con filo
elastico del diametro di 1.0mm. Ma siccome conferisce al
regolatore di funzione la corretta resistenza/stabilità nella
zona degli scudi laterali (trasversalmente), si può anche
utilizzare un filo più spesso del diametro di 1.1mm. Questo
è particolarmente consigliabile quando è necessario aver più
stabilità a causa di scudi laterali molto estesi e/o una forte
muscolatura delle guance. L’arco palatale viene inserito
momentariamente dietro l’ultimo molare, FIG.30a
generalmente quello dei 6 anni. A seconda della fase di
eruzione dei denti, l’arco palatale può essere modellato
distalmente al secondo molare da latte o il secondo molare
permanente. Per non intralciare il libero movimento
dell’FR3 in direzione dorsale l’arco palatale non deve essere
fissato in nessun caso davanti a un dente nello spazio
interdentale. Le ritenzioni corrono parallele alla ceratura
FIG. 30b su ambedue i lati a una distanza di massimo
1,0mm.
Fig.30 b) Ritenzione dei rest (grigio) e quelli dell’arco
palatale arancio, si trovano su un piano verticale.
Fig.31) La porzione anteriore dell’arco palatale è
tangente alla linea tracciata dalle mesiali dei sesti
supeirori.
Sul mascellare superiore l’FR3 ha vestibolarmente tre
porzioni di filo di collegamento FIG.25e.f. . Per ottenere una
certa stabilità anche anteriormente del Regolatore di
Funzione e per garantire un buon posizionamento delle
pelotte questi fili devono essere dello spessore di 0.9mm. Il
filo centrale (FIG. 25 e) lega insieme le due pelotte. Gli si
dà una forma a V e conseguentemente circonda il frenulo
labiale FIG.32a.
Fig.32 a) Il filo di collegamento centrale. L’apice della
forma a V non deve sporgere oltre la cera.
Le estremità distali del connettore appena citato devono
terminare non oltre gli apici degli incisivi laterali. La piega
di ritenzione deve essere piegata a una distanza soddisfacente
dal bordo superiore del vestibolo FIG.32b. Così, nel caso di
una eccessiva pressione sul bordo superiore, le pelotte labiali
possono essere un pò accorciate dal clinico senza scoprire il
filo.
Fig.32 b) La proiezione delle pelotte sul modello,
rispecchia la proiezione finale.
16
ORTEC INFORMA
I fili laterali FIG.25F uniscono le pelotte labiali agli scudi
buccali. Il componente, che più tardi sarà inglobato
dall’acrilico degli scudi laterali, non dovrà essere piegato
FIG.33a, altrimenti non sarebbe possibile introdurre le
pelotte labiali in una fase successiva del trattamento. Siccome
i fili di collegamento si trovano quasi completamente
inglobati nell’acrilico, offrono poche possibilità di essere
fissati con precisione e saldamente al modello. Solamente
una piccola parte di filo tra pelotte e scudo buccale a
Regolatore di Funzione terminato rimane libera FIG.33a. A
causa della lunghezza dei fili laterali di collegamento, esiste
il pericolo che i fili si muovano al momento della resinature
dell’acrilico. Per questo motivo viene modellata all’estremità
distale una piccola piega a 90° che aiuterà la stabilizzazione
del componente.
Fig.33 a) i fili di collegamento laterali di dx, importante
la sua collocazione il suo fissaggio. Sarà fissato tra
pelotte e scudo laterale. (freccia )
Fig.34) La parte del filo che era nella cera ora sporge.
b) taglio c) rifinitura e lucidatura
La porzione di filo dopo la piega ad angolo retto viene
alloggiato nel buco creato con una fresa nello spessore in cera Tutti i fili sul mascellare superiore hanno una distanza di 0.75
FIG.33b.
- 1.0mm dalla ceratura FIG.35 abc. Bisogna avere spazio
sufficiente perché l’acrilico possa avvolgere il filo. Se questa
distanza viene inopinatamente aumentata, aumenta anche
lo spessore definitivo degli scudi in acrilic, per cui
l’apparecchio diventa più pesante e, come nel caso di una
ceratura troppo spessa, diventa troppo grosso e il confort del
portatore diminuisce.
Fig.33 b) Estremità distale del filo di collegamento
laterale sinistro. Piega verso l’alto della ritenzione
(freccia gialla) piega nella cera (freccia azzurra) da
stabilità al filo durante la resinatura.
Dopo la polimerizzazione del regolatore di funzione
l’estremità del filo viene eliminata. FIG.34abc
17
ORTEC INFORMA
L’arco labiale viene confezionato con filo dello spessore di
1.0mm. in questo modo rappresenta un collegamento stabile
e adeguato degli scudi laterali sulla mandibola. L’arco labiale
non deve causare nessuna inclinazione degli incisivi inferiori.
Per questo è importante che sia modellato all’altezza delle
papille FIG.37.
Fig.35 a) e b) La distanza dei fili di collegamento dalla
ceratura sarà di 0.75- 1.0 mm c) Le ritenzioni del dei fili
posteriori scorrono paralleli alla cera ad una distanza di
0.75- 1.0 mm
5.5 Fili mandibolari
Fig.37) L’arco labiale ha una forma ad arco ideale, è a
contatto con gli incisivi e canini ed è posizionato
all’altezza delle papille.
Siccome durante l’eruzione dei canini inferiori spesso
bisogna fare i conti con una protrusione (bozza
canina)FIG.38ab, le anse di attivazione devono essere
modellate con sufficiente spazio dal tessuto vestibolare.
FIG.39
Il regolatore di funzione tipo FR3 presenta sulla mandibola
un arco vestibolare ed anche dei rest sui primi molari
permanenti FIG.36. L’arco vestibolare sulla mandibola
FIG.36a è un elemento passivo. L’arco vestibolare insieme
alle parti inferiori degli scudi laterali circonda
completamente la mandibola. Così l’arco vestibolare dà il
suo contributo per evitare un ulteriore sovrasviluppo della
mandibola.
Fig.36: Visione d’insieme dei fili del Regolarore FR-3
sulla mandibola
A – Arco Labiale (Ø 1.0mm)
B – Rest (Ø 1.0mm)
Fig.38 a) Posizione delle gemme dei canini inferiori, nella
fase di eruzione. b) Fenestrazione della corticale
mandibolare all’inizio della seconda fase, si riscontra in
caso di affollamento. Illustrazioni da: van der Linden
FPGM, Duterloo HS: Die Entwicklung des menschlichen
Gebisses. Ein Atlas. Quintessenz 1980
18
ORTEC INFORMA
Fig.40 Rest del 46 a) La porzione occlusale viene
modellata da mesiale a distale nel solco principale. b)
Particolare della ritenzione distale che non deve essere
troppo profonda nel fornice.
5.6 Resinature dell’acrilico e rifinitura.
Prima della resinatura in acrilico dell’apparecchio occorre
chiudere lo spazio esistente occlusalmente fra mascellare
Fig.39 a) A distale del canino si forma una morbida
piega verticale a forma di baionetta rientra verso mesiale superiore e mandibola FIG.41abcde.
(freccia gialla) si modella una piega più stretta per
inserirlo nello scudo. b) La piega inferiore deve essere
distante dal processo alveolare almeno 1.5-2.0 mm
I fili di supporto sui molari inferiori sono obbligatori e non
possono essere rimossi nel corso del trattamento, a
differenza dei rest superiori. Questi componenti assicurano
la tenuta del regolatore alla mandibola e impediscono
l’abbassamento dell’apparecchiatura in direzione caudale
FIG.36b. Siccome è questione di stabilità verticale anche
qui si utilizza filo dello spessore 1.0mm. La parte orizzontale
giace nella solco mesio distale dei molari FIG.40a. I bracci
di ritenzione debbono avere una distanza da 1.0 a 1.5mm
dalla cera FIG.40b. Il posizionamento delle ritenzioni
dovrebbe d’altronde facilitare la rifinitura del bordo della
resina.
Fig.41 a) e b) Le superfici occlusali non devono essere
invase dall’acrilico, vengono protette da uno spessore
di cera.
19
ORTEC INFORMA
Fig.41 c) il margine inferiore della ceratura deve
essere a 90° d) La cera arriva fino alle punte delle
cuspidi degli elementi inferiori.
Fig.43: Si applica il polimero con una spatola in modo
accurato senza abbondare con la quantità.
Se sufficiente spesso l’acrilico che è stato applicato, potrà
essere modellato con una leggera pressione delle dita
FIG.44.
Fig.41 e) Fr-3 su modello inferiore. Lo scudo laterale è
a stretto contatto.
Durante la resinatura del regolatore, viene curata di
modellazione dell’acrilico. Per cui, in un contenitore idoneo,
vengono miscelati monomero e polimero, si attende il giusto
tempo per ottenere una consistenza cremosa dell’impasto
FIG.42
Fig.44: Si conforma l’acrilico per facilitare la successiva
rifinitura.
Dopo la polerimerizzazione, la cera viene rimossa e
l’apparecchio grezzo viene staccato dal modello (comparare
FIG.34). Ora si dovrebbe smussare/eliminare la punta in
eccesso del filo nella connessione laterale delle pelotte , che
Ora l’acrilico di tale consistenza può essere applicato con era servito da supporto durante il fissaggio delle stesse. A
questo punto si inizia la fase di rifinitura FIG.45 ab.
grande cautela nella zona della ceratura FIG.43.
Fig.42: preparazione dell’acrilico.
20
ORTEC INFORMA
Fig.47 a) b) verifica dei bordi, a volte bisogna ribasare
(freccie) Segnare le estensioni degli scudi e pelotte.
Durante questa fase occorre fare attenzione in modo tale che
le due pelotte labiali e gli scudi laterali che lo spazio che li
separi sia minimo FIG.48ab.
Fig.45 a) Sgrossatura
b) Rifinitura delle superfici laterali degli scudi. Lo
spessore finale dell’acrilico sarà di circa 2.0-3.0 mm
Bisogna dedicare particolare attenzione nel conformare le
pelotte labiali. Occorre tener presente già durante la
lucidatura delle superfici la forma e la posizione finale delle
pelotte (FIG.46 e comparare FIG.23).
Fig.46) Rifinitura e lucidatura delle pelotte.
Dopo la prima sgrossatura si verifica l’apparecchio sul Fig.48 a) b) Con un bisturi viene perfezionata la forma
modello. Se l’inclinazione dell’acrilico corrisponde delle pelotte e degli scudi.
all’andamento del vestibolo, si possono segnare i contorni
delle pelotte labiali e degli scudi vestibolari FIG.47ab.
Un errore molto comune è una rifinitura errata degli scudi
laterali. Se la porzione mesiale dello scudo laterale termina
all’altezza del frenulo laterale esso non sarà correttamente
rifinito perchè ci sarebbe troppo spazio tra pelotte e lo scudo
stesso FIG.49ab.
21
ORTEC INFORMA
Fig.50 b) Bordo superiore dello scudo di destra.
6 Management clinico
6.1 Inserimento dell’apparecchio
E’ meglio esercitarsi con il paziente davanti a uno specchio
nell’inserimento della porzione distale del primo scudo. Poi
il paziente, con la bocca aperta e rilassata spinge il regolatore
Fig.49 a) Linea gialla è corretta!! La linea rossa è errata.
di funzione in senso laterale e in seguito terrà scostata la
I punti di repere per una corretta rifinitura sono le distali
guancia contro-laterale col dito, in modo che si possa
dei canini sia sup che inf.
b) Estensione dello scudo laterale anteriormente al introdurre lo scudo buccale anche da questa lato.
frenulo laterale (cerchio giallo). il bordo anteriore
mandibolare dello scudo è in prossimità della piega
dell’arco labiale.
Durante la lucidatura finale i bordi che si sono estesi nel
vestibolo verranno arrotondati in modo deciso. FIG.50ab
Il paziente viene invitato a chiudere la bocca ed a mordere.
E’ importante controllare la posizione del regolatore di
Funzione a bocca chiusa. Se il paziente non riesce a chiudere
secondo il morso di costruzione, per cui abbiamo
un’aumentata dimensione verticale, la causa potrebbe essere
che gli scudi buccali sono troppo lunghi, particolarmente
nella zona distale. Il clinico deve verificare con il dito il bordo
superiore dello scudo per localizzare i punti responsabili. Il
bordo superiore dovrà poi essere accorciato con grande
cautela. Le zone ritoccate dovranno indubbiamente essere
nuovamente ben arrotondate e lucidate.
Si indicherà al paziente, che a causa dell’altezza delle pelotte
e degli scudi buccali, è desiderabile avere una certa tensione
nella zona delle pieghe del fornice superiore e che questo è
un obbiettivo della terapia FIG.51.
Fig.50 a) FR-3 lucidato
Fig.51) La posizione alta e corretta delle pelotte, ma non
deve creare una eccessiva pressione.
22
ORTEC INFORMA
Se il paziente avverte dolore da pressione, i bordi debbono
essere un pò accorciati. Il controllo da effettuare è quello
della verifica dell’esatta posizione l’arco di protrusione, esso
si dovrà trovare in riferimento degli incisivi superiori
FIG.52.
6.2 Tempi di trattamento e istruzioni al paziente.
Al paziente occorrerà del tempo per abituarsi all’apparecchio.
Durante le prime quattro - sei settimane dopo l’inserimento
dell’FR3 (se fosse il primo apparecchio) il regolatore
dovrebbe essere portato esclusivamente il pomeriggio per
circa 4 - 6 ore. Ad apparecchio inserito, sin dall’inizio, si
dovrebbero praticare esercizi di chiusura delle labbra.
Occorre spiegare al paziente e sopratutto ai genitori
l’importanza di una corretta chiusura delle labbra e un
corretto posizionamento della lingua a riposo. Per una buona
riuscita del trattamento, questi movimenti, sono
l’indispensabile ginnastica labiale. Un diario dove il paziente
Fig.52) Arco di protrusione nello spazio intra-occlusale stesso annota l’andamento giornaliero del training può avere
(freccia gialla) Filo labiale in posizione delle papille è effetti positivi ed è d’aiuto al professionista durante i
posizionato in modo corretto. Posizionamento stabile controlli. Dopo sei - sette settimane il paziente viene
dell’FR-3 sulla mandibola
chiamato al primo controllo per provare il suo adattamento
all’apparecchio. Gli si chiede se avverte punti di pressione, si
Con il paziente a bocca aperta il Regolatore di Funzione esamina il vestibolo e anche le superfici vestibolari del
viene spinto contro il mascellare superiore. A questo punto processo alveolare mandibolare per la verifica di eventuali
l’arco di protrusione dovrebbe trovarsi in riferimento degli lesioni. Occorre fare particolare attenzione nella zona del
incisivi, ma non deve impedirne l’estrusione. FIG.53
fornice superiore mesiale. Nel caso di forte arrossamento o
decubito gli scudi o le pelotte debbono essere accorciati e
ben arrotondati.
Fig.53) Posizione dell’FR-3 sul mascellare superiore,
l’arco di protrusione di si trova ad una distanza di circa
1.5 mm dal bordo incisale.
In ultimo si prova il posizionamento definitivo dell’FR3 sulla
mandibola, questa verifica la si fà a bocca aperta. Qui è
particolarmente importante la corretta posizione dell’arco
labiale. Se tale componente è correttamente modellato e
posizionato non sarà possibile spostare il Regolatore di
Funzione sulla mandibola. FIG.54
Per ottenere una buona compliance del paziente occorre
maneggiare l’apparecchio in modo disinvolto senza problemi
quando lo si toglie o inserisce. Siccome il regolatore di
Funzione essendo buon apparecchio “tissue-borne” i suoi
componenti acrilici giacciono nel vestibolo, sia lo spazio sia
la funzione della lingua sono minimamente litimati. In
paragone ad altri apparecchi bimascellari rimovibili il
regolatore di funzione offre il minore impedimento nel
parlare e la più alta accettazione iniziale. A Regolatore di
Funzione inserito, dopo la fase di adattamento, dovrebbe
essere possibile una normale locuzione. Se tale risultato non
è raggiunto, la compliance è stata inadeguata. Una eccessiva
salivazione ad apparecchio inserito indica che il paziente
l’abbia portato troppo poco o che l’adattamento è fallito. Se
il paziente si è ben abituato all’apparecchio si possono
aumentare i tempi di collaborazione. Siccome si mira a
portarlo giornalmente per 18 - 20 ore, l’FR3 sarà portato
tutto il giorno e anche di notte.
6.3 Adattamento alla crescita
Ai controlli periodici occorre esaminare sempre la distanza
delle pelotte dal processo alveolare superiore. All’inizio
questa distanza creata dalla ceratura sarà di circa 1.5 - 3.0mm.
Se questa distanza come segno del successo del trattamento
Fig.54) Posizione del FR-3 sulla mandibola a. i rest nella si è ridotta ed esiste il pericolo che le pelotte all’apertura della
fessura dei molari, contemporaneamente l’arco labiale bocca striscino sopra il bordo della gengiva degli incisivi
deve essere a contatto con i denti anteriori. Gli scudi
superiori, si può procedere ad avanzare le pelotte.
laterali a stretto contatto con le vestibolari dei denti
Attivazione in direzione sagittale. Per far avanzare le pelotte,
laterali.
23
ORTEC INFORMA
si asporta l’acrilico della piega di ritenzione del filo di
collegamento laterale FIG.55 ab.
L’attivazione delle pelotte nella direzione postero-anteriore
dovrà essere al massimo 1.5mm . Infine i due scudi vengono
nuovamente bloccati con l’acrilico. Trasversalmente l’FR3
non deve essere né adattato né attivato. Non si debbono
praticare piegamenti all’arco palatale nel senso di una
attivazione trasversale. Una tale manipolazione avrebbe degli
immediati effetti negativi sul corretto funzionamento del
dispositivo venendo a mancare un corretto contatto degli
scudi inferiori con il processo alveolare mandibolare. Se la
distanza fra gli scudi buccali e il processo alveolare superiore
viene a mancare, sarà necessario procedere alla costruzione
di una nuova apparecchiatura.
6.4 Riparazioni
Fig.55 a) Particolare della ritenzione del filo laterale delle
pelotte (freccia azzurra) b) Rimozione dell’acrilico.
Per eventuali riparazioni si consiglia di conservare sia i
modelli, che il relativo morso di costruzione. Per la maggior
parte delle riparzioni all’FR3 si suggerisce di ricorrere ad una
nuova articolazione nel fissatore. Per questo debbono essere
utilizzati i modelli sui quali è stato realizzato. Nuove
impronte dei mascellari non sono assolutamente
utili/necessari poiché il regolatore di Funzione non è
conforme al modello non preparato del mascellare superiore.
(fase di trimming).
Bibliografia
Con l’ausilio di una pinza si stacca il filo di sostegno dalla
resina degli scudi buccali FIG.55cd.
1 - Delaire J. The potential role of facial muscles in monitoring maxillary
growth and morphogenesis. In Muscle Adaptation in the Craniofacial
Region, Carlson DS and McNamara JA. Craniofacial Growth series.
1978
2 - Enlow DH, Hans MG. Essentials of Facial Growth. Second Edition.
Ann Arbor: Needham Press, Inc. 2008
3 - Falck F, Zimmermann-Menzel K. Cephalometric changes in the
treatment of Class III using the Fränkel appliance. J Orofac Orthop
2008;69: 99-109
4 - Franci L, Baccetti T, McNamara JA. Postpubertal assessment of
treatment timing for maxillary expansion and protraction therapy
followed by fixed appliences. Am J Orthod Dentofacial Orthop.
2004;126(5):555-568
5 - Fränkel C, Fränkel R. Der Funktionsregler in der orofazialen
Orthopädie. Heidelberg: Hüthig 1992
6 - Fränkel R, Fränkel C. Die klinische Bedeutung des Roux`schen
Konzepts in der orofazialen Orthopädie. J Orofac Orthop 2001; 62: 121
7 - Fränkel R. Funktionskieferorthopädie und der Mundvorhof als
apparative Basis. Volk und Gesundheit. Berlin 1969
Fig.. 55 c) attivazione con dei movimenti attenti ed
oscillanti della pinza d.rappresentazione schematica
dell’attivazione
8 - Fränkel R. Technik und Handhabung der Funktionsregler. Berlin:
VEB Verlag Volk und Gesundheit 1973
9 - Fränkel R. Technik und Handhabung der Funktionsregler. Berlin:
24
ORTEC INFORMA
VEB Verlag Volk und Gesundheit 1976
10 - Fränkel R. Technik und Handhabung der Funktionsregler. Berlin:
VEB Verlag Volk und Gesundheit 1984
11 - Fränkel R. The treatment of Class II, Division 1 malocclusion with
functional correctors. Amer J Orthodont 1969; 55: 265
12 - Kalavritinos M, Papadopoulos MA, Nasiopoulos A. dental Arch and
Cephalometric Changes Following Treatment for Class III Malokklusion
by Means of the Function Regulator (FR-3) Appliance. J Orofac Orthop
2005;2: 135-147
13 - Lang M, Droschl H. Progenie – Frühbehandlung oder
Spätbehandlung? Eine vergleichende Studie. Inf Orthod Kieferorthop
2001; 33: 329-342
14 - Levin AS, McNamara JA, Franchi L, Baccetti T, Fränkel C. Shortterm and long-term treatment outcomes with the FR-3 appliance of
Fränkel. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2008; 513-524
15 - Miethke RR, Lindenau S, Dietrich K. The effect of Fränkel's function
regulator type III on the apical base. Eur J Orthod 2003;25: 311-318
16 - Morreess CA. The Dentition oft the Growing Child. Harvard
University Press, Cambridge, Mass. 1959
17 - Morreess CA, Gron AM, Lebret LM, Yen PK, Fröhlich FJ. Growth
studies of the dentition: A review. Am J Orthod 55: 600-616, 1969
18 - Proffit WR, Fields HW, Sarver DM. Contemporary Orthodontics.
Fourth Edition. St. Louis: Mosby Elsevier, Inc. 2007
19 - Roux W. Gesammelte Abhandlungen über Entwicklungsmechanik
der Organismen. Leipzig: W. Engelmann 1895
20 - Saadia M, Torres E. Sagittal changes after maxillary protraktion with
expansion in class III patients in the primary, mixed, and late mixed
dentitions: a longitudinal retrospective study. Am J Orthod Dentofacial
Orthop. 2000 Jun; 117(6):669-680
21 - Schroeder HE: Orale Strukturbiologie. 4.Aufl., Stuttgart: Thieme
1992
22 - Sergl HG, Zentner A: A comparative assessment of acceptance of
different types of functional appliances. Eur J Orthod 1998; 20: 517-524
23 - V. Pangrazio-Kulbersh, J. Berger, G. Kersten: Effects of protraction
mechanics on the midface Am J Orthod Dentofacial Orthop 1998;114:
484-491
25
Cosa aspetti?
FMA
Avanzatore
mandibolare
su fusione
o bande rinforzate
Dispositivo di
avanzamento
mandibolare con
regolazione alla
poltrona
ORTEC INFORMA
Tutti a
Rimini!
XXL Convegno Nazionale Or-tec
La gestione tecnico clinica dei pazienti disfunzionali
Rimini 19-21 Giugno 2014
éridien 3
M
e
L
l
e
1
Hot
A. Murri
e
r
a
m
o
Lung
Giovedi 19 Giugno
Titolo: “Disturbi dei muscoli e delle articolazioni temporo-mandibolari. Protocolli contemporanei interdisciplinari
odontoiatrici di trattamento”.
Relatore: Gregor Slaviceck
Gregor Slaviceck
Venerdi 20 Giugno
Titolo: " Utilizzo delle apparecchiature ortopedico funzionali , nelle patologie disfunzionale delle a.t.m. "
Relatore: Edoardo Zaffuto, Pietro Paolo Chiechi
Pietro Paolo Chiechi
Edoardo Zaffuto
Titolo: “Ortodonzia ed a.t.m.: Protocolli operativi”
Relatore: Marco Pironi
Marco Pironi
27
ORTEC INFORMA
Titolo: “La gestione ortodontica del paziente disfunzionale”
Relatori:Gabriele Galassini
Gabriele Galassini
Titolo: “ Le Asimmetrie craniche , le a.t.m. e i m.a.f.o. (modelli analitici della funzione occlusale). "
Relatori: Giorgio Borin, Daniele Del Mestre
Giorgio Borin
Daniele Del Mestre
Titolo: “Il perchè di un indagine strumentale , per conoscere il percorso condilare”
Relatori: Giuseppe Cuman
Giuseppe Cuman
Titolo: “Approccio semplificato alle problematiche disfunzionali”
Relatori: Manuela Tromba, Roberto Pietro Stefano
Titolo: “Il ruolo dell'indicatore di posizione condilare , nella valutazione dell'occlusione del paziente ortodontico.”
Relatore: Alessandro Carboni
Alessandro Carboni
28
ORTEC INFORMA
Sabato 21 Giugno
Titolo: “La gestione del paziente disfunzionale pre terapia ortodontica”
Relatore: Piero Biavati Silvestrini
Piero Biavati Silvestrini
Titolo: “I dispositivi per le disfunzioni temporomandibolari: materiali e tecniche di costruzione”.
Relatore: Paul Mallet
Paul Mallet
Titolo: “Trattamento gnatologico e posturale del paziente con disfunzione cranio-cervico-mandibolare”
Relatore: Jacopo Scarozza, Vittorio D'Ermes
Jacopo Scarozza
Vittorio D'Ermes
Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad [email protected].
La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073.
29
Il Bio bite corrector (BBC) con
ancoraggio scheletrico: un nuovo
dispositivo per il trattamento
efficace delle Classi II senza
collaborazione
ORTEC INFORMA
OR todonzia
TEC nica
Dr.ssa G. Maino
Odt E. Paoletto
Specialista in ortognatodonzia
inferiori riscontrabile più frequentemente con i dispositivi
di tipo flessibile (6).
Introduzione
Negli ultimi anni si è assistito all‘introduzione di numerosi
dispositivi indicati per la correzione delle malocclusioni di E’ composto da un sistema multitelescopico munito di stop
che impedisce al pistone di sfilarsi durante la massima
classe II senza collaborazione.
In base al tipo di ancoraggio e al meccanismo di azione apertura della bocca (Fig.1a,b).
generalmente questi sono classificati in intermascellari e
intramascellari.
I dispositivi intermascellari sono stati classificati e suddivisi
in tre gruppi: (1)
rigidi
flessibili
ibridi
Recentemente, con lo scopo di prevenire la perdita di
ancoraggio anteriore, frequentemente riscontrabile con
l’utilizzo di queste apparecchiature, è stato proposto il loro
impiego in associazione agli ancoraggi scheletrici (2).
Questo articolo descrive la combinazione del BBC (Bio Bite
Corrector), un nuovo sistema per l’avanzamento
mandibolare, con l’ausilio di TAD’s per una maggiore
efficienza nel trattamento delle Classi II scheletriche.
Il Bio Bite Corrector(BBC)
E’ un dispositivo intermascellare,rigido e di tipo fisso, che
non richiede la collaborazione del paziente (3,4).
Il meccanismo di azione e i principi funzionali sono analoghi
a quelli che caratterizzano il dispositivo di Herbst, (5)
rispetto al quale risulta più evoluto. Il meccanismo
telescopico di tipo rigido consente il mantenimento di una
posizione mandibolare avanzata stabile e costante.Nello
stesso tempo riduce la possibile proclinazione degli incisivi
30
Fig.1a, b
Alle estremità dei telescopi due snodi sferici consentono il
fissaggio degli stessi agli attacchi puntati sulle bande, o
direttamente all’arco di lavoro qualora il dispositivo sia usato
in abbinamento all’apparecchiatura multibrackets (Fig.2).
ORTEC INFORMA
Fig.2
Gli snodi sferici permettono una rotazione a 360° che
consente una massima libertà di movimento laterale e
anteriore della mandibola; questo assicura un maggior
confort per il paziente e riduce gli inconvenienti
frequentemente riscontabili con altri sistemi, quali
decementazioni e fratture dei componenti propulsivi e/o
delle bande.
Fig. 4a, b
INDICAZIONI
IL BBC è indicato per la correzione delle Classi II dentali e
scheletriche.
Può essere utilizzato sia nei pazienti in crescita, come
dispositivo ortopedico-funzionale di tipo fisso abbinato a
una struttura di supporto saldata su bande, che nei pazienti
adulti, direttamente collegato alla apparecchiatura fissa
multibrackets. (fig.3)
In base alle esigenze cliniche, sull’arcata superiore, possiamo
aggiungere un arco transpalatino di ancoraggio per
controllare la posizione molare o, qualora necessario, un
dispositivo di espansione.
Un’ulteriore modifica rispetto al disegno originale e’
costituita dall’aggiunta di due uncini saldati alle bande dei
primi premolari inferiori che verranno collegati agli
ancoraggi scheletrici attraverso delle legature metalliche (Fig
4c).
Fig.3
Fig.4c
COSTRUZIONE
Per la corretta esecuzione del dispositivo e’ preferibile il
rilevamento delle impronte superiore e inferiore con le
bande in posizione.
Sull’arcata superiore generalmente le bande sono
posizionate solo nei primi molari (facoltativamente anche
sui primi premolari) mentre, nell’inferiore, le bande vanno
inserite sui primi premolari e sui primi molari.
Sulle bande dei sesti superiori e su quelle dei quarti inferiori
vengono puntati degli attacchi specifici sui quali verrà poi
fissato il sistema telescopico (Fig.4 a,b).
ABBINAMENTO CON GLI ANCORAGGI
SCHELETRICI
Un punto cruciale da sempre al centro d’interesse e’ la
valutazione dell’efficacia e dell’efficienza dei propulsori
mandibolari. L’efficacia della terapia ortopedico funzionale
puo’ dipendere da fattori quali:
1. il timing ideale: nei soggetti in crescita e’ collegato alla
maturazione scheletrica (picco di crescita CS3) (7)
2. il pattern scheletrico (8, 9, 10, 11)
31
ORTEC INFORMA
L’efficienza si misura invece considerando i risultati della
terapia e il tempo necessario per raggiungere l’obiettivo.
Questa puo’ essere tuttavia compromessa sia da una scarsa
collaborazione del paziente, che dagli effetti indesiderati
spesso associati all’utilizzo di questi dispositivi come la
proclinazione degli incisivi inferiori.
Essendo il BBC un’apparecchiatura fissa, il problema della
compliance viene facilmante superato, mentre permane la
difficolta’ di ottenere un controllo assoluto della posizione
degli incisivi inferiori. A tal proposito, nei casi clinici di
seguito riportati, abbiamo utilizzato gli ancoarggi scheletrici
in abbinamento al BBC. Questo ci permette di ottenere un
massimo effetto ortopedico, e un minimo movimento
dentale a vantaggio di un miglior risultato estetico,
funzionale e di salute parodontale.
CASO CLINICO 1
Un paziente maschio di 12 anni che presenta una
malocclusione di II Classe scheletrica con retrusione
mandibolare. Dal punto di vista dentale si osserva un
rapporto di II Classe completa bilaterale con retroclinazione
degli incisivi superiori e morso profondo. (Fig. 5
a,b,c,d,e,f,g)
Fig. 5a, b, c, d, e, f, g.
L’analisi cefalometrica indica una II Classe scheletrica con
retrusione mandibolare, una notevole retroclinazione degli
incisive superiori, mentre gli inferiori si presentano in
posizione pressoche’ ideale.
Il piano di trattamento prevedeva l’applicazione di brakets
in entrambe le arcate per proclinare gli incisivi superiori ,
livellare e arretrare quelli inferiori creando cosi’ le condizioni
ideali per ottimizzare l’effetto ortopedico attraverso
32
ORTEC INFORMA
l’avanzamento mandibolare. (Fig 6 a,b c).
DISEGNO DEL DISPOSITIVO
Il diametro trasversale dell’arcata superiore in massima
intercuspidazione, appariva corretto, ma risultava
notevolmente ridotto in previsione dell’avanzamento
mandibolare programmato (Fig. 6,a,b,c). E’ stato quindi
progettato il dispositivo con l’aggiunta di una vite di
espansione saldata alle bande molari. (Fig.8a)
Fig. 8a
La presenza di diastemi a carico dell’arcata inferiore, ci ha
suggerito un leggero arretramento degli incisivi per
incrementare ulteriormnte l’overjet, massimizzando quindi
l’effetto ortopedico di avanzamento. L’arco linguale di
ancoraggio e’ stato pertanto modellato ad una distanza di
circa 1,5 mm dai colletti degli incisivi. (Fig.8b)
Fig. 6a, b, c
Dopo 5 mesi di terapia fissa di preparazione, sono state
rilevate le impronte di precision per la costruzione in
laboratorio del BBC ancorato su bande (fig 7 a,b)
Fig. 8b
Dopo l’applicazione del BBC, sono state inserite due miniviti
Spyder Screw K1 (10 mm lunghezza, 1,5 mm diametro)
(fig.9) in anestesia locale nella corticale vestibolare tra le
radici dei canini e primi premolari da entrambe i lati. E’ stato
prescritto l’utilizzo di gel di clorexidina al 2% nella settimana
successiva all’applicazione.
Fig. 7a, b
Fig. 9
33
ORTEC INFORMA
Le miniviti sono state quindi saldamente collegate agli uncini
aggiunti al disegno orginale attraverso delle legature
metalliche di .014 di spessore.
Questa connessione serve a creare un ancoraggio indiretto
all’osso basale mandibolare con lo scopo di eliminare
qualsiasi compensazione dento-alveolare a carico dell’arcata
inferiore durante il periodo di avanzamento. (Fig. 10 a,b,c)
Fig. 11a, b, c e d
CASO CLINICO 2
Una paziente femmina di 12 anni presenta un rapporto di II
Classe completa bilaterale , mento retruso, overjet
aumentato, morso profondo. (Fig. 12 a,b,c,d,e)
Fig. 10a, b, c
Il paziente e’ stato controllato mensilmente per verificare la
tenuta delle legature metalliche e, dopo 6 mesi di terapia
ortopedica, e’ stata raggiunta una completa correzione dei
rapporti intermascellari da entrambe i lati e un notevole
miglioramento del profilo. Il trattamento proseguira’ per il
tempo necessario a consolidare la correzione e finalizzare il
caso. (Fig. 11a,b,c e d)
34
ORTEC INFORMA
Fig. 12 a, b, c, d,e
L’analisi cefalometrica indica una II Classe scheletrica con
retrusione mandibolare, una notevole proclinzione degli
incisive superiori e un valore pressoche’ ideale di quelli
inferiori.
Inizialmente la paziente ha effettuato una fase di espansione
rapida palatale attraverso un RPE. Il BBC pertanto e’ stato
abbinato ad un arco transpalatino che oltre a fornire
l’ancoraggio dei primi molari superiori manteneva invariati
i diametri trasversali (Fig. 13 a)
Il disegno della componente inferiore del dispositivo e’ di
tipo classico ,con l’aggiunta, anche in questo caso, degli
uncini a livello dei primi premolari inferiori a cui sono stati
collegati gli ancoraggi scheletrici (Fig. 13 b)
Fig. 14a, b, c, d
Fig. 13a, b
Dopo 6 mesi di trattamento i rapporti antero-posteriori sono
stati corretti e il dispositivo verra’ mantenuto attivo ancora
per qualche mese per consolidare i risultati ottenuti. Alla fine
della fase ortopedica, si procedera’ alla finalizzazione del
caso attraverso apparecchiatura fissa multibraket (Fig. 14
a,b,c d)
35
Odt E. Paoletto: [email protected]
Dr.ssa G. Maino: [email protected]
BIBLIOGRAFIA
1. Moschos A. Papadopoulos.: Orthodontic Treatment of the Class II
non compliant Patient. Current principles and techniques. MOSBY,
2006
2. Luzi C., Luzi V., Carletti P., Melsen B., The miniscrew anchored
Herbst. J.Clin. Ortho. 399-405, vol 46, 2012
3. Pasin E. Therapie von Klasse II-Fällen mit dem BioBiteCorrector ,
KN Kieferorthopädie Nachrichten Jahr 2011, Ausgabe 11, Seite 14
4. Pasin E. Fixed functional-BBC mit und ohne Multiband, KN
Kieferorthopädie Nachrichten Jahr 2012, Ausgabe 07_08, Seite 4,
5. Herbst Appliance : Pancherz H. Ruf. S. Quintessence Publishing 2008.
6. Pancherz, H. : Treatmnet of Class II malocclusion by Jumping the bite
with the herbst appliance , Am J Orthod. 79:423-442, 1979
7. Baccetti T, Franchi L, McNamara JA Jr.: The Cervical Vertebral
Maturation (CVM). Method for the assessment of optimal treatment
timing in dentofacial orthopedics. Seminars in orthodontics
2005;11:119-129.
8. Franchi L, Baccetti T.: Prediction of individual mandibular changes
induced by functional jaw orthopedics followed by fixed appliances in
Class II patients. Angle Orthod. 2006 Nov;76(6):950-4.
9. Lavergne J, Petrovic A.: Discontinuities in occlusal relationship and
the regulation of facial growth. A cybernetic view. Eur J Orthod. 1983
Nov;5(4):269-78.
10. Björk A.: Prediction of mandibular growth rotation. Am J Orthod.
1969 Jun;55(6):585-99.
11. Björk A.: The use of metallic implants in the study of facial growth
in children: method and application. Am J Phys Anthropol. 1968
Sep;29(2):243-54.
12. Maino BG, Maino G, Mura P. Spider Screw: skeletal anchorage
system. Prog Orthod. 2005;6(1):70-81.
13. B. Giuliano Maino, John Bednar, Paolo Pagin, Paola Mura The Spider
Screw for Skeletal Anchorage J.Clin.Ortho.90-97,vol 37,2003.
36
OR todonzia
TEC nica
’
t
r
o
p
e
‘R
’
o
t
a
s
s
a
p
l
e
d
c
e
t
r
O
i
t
n
e
v
e
‘Gli
Congresso GK
REPORT
Nel weekend del 18-20 ottobre 2013 a Nurtingen si è svolto il 23 Congresso del GK. In rappresentanza della nostra
associazione il Presidente ed il segretario hanno preso parte alla manifestazione che per antonomasia rappresenta lo spirito
e la cultura tecnico ortodontica europea.
Nella caratteristica cittadina tedesca di Nurtingen, situata nelle vicinanze di Stoccarda, alla presenza di circa 120 colleghi
provenienti da varie nazioni europee sono state presentate interessanti relazioni sulle tecniche e materiali riguardanti la
tecnica ortodontica. Come tradizione lo spazio espositivo è stato presenziato dalle aziende produttrici tedesche che sono
indubbiamente leader nel nostro settore, proponendo alcune novità e i loro prodotti di largo consumo.
Durante la nostra permanenza siamo stati accolti con moltissima attenzione e disponibilità da parte di tutto il Consiglio
del GK in particolare dalla Segretaria Sig.ra Heike Pietack e dal nostro amico Roberto Grassi che incessantemente ha
tradotto egregiamente per noi. Al Congresso GK siamo stati partecipi di un programma culturale ben strutturato, ma
abbiamo avuto la conferma che tali eventi sono punto di aggregazione e festa della categoria.
La rinomata organizzazione e puntualità congressuale si è estesa per tutti i partecipanti anche per gli eventi collaterali, tipo
la visita culturale della città e le cene conviviali ed i festosi ritrovi con dei boccali in mano.
A seguito di questa visita, al nostro XLV Congresso di Roma sono stati presenti la Sig.ra Pietack ed il socio Guido Pedroli,
ci auguriamo che abbattendo le frontiere nazionali la tecnica ortodontica dei vari paesi possa amalgamarsi e produrre una
grande famiglia europea.
Roberto Giammarini
Berit Junghanns
Nurtingen
Nurtingen
Congresso GK
Il presidente Berit Junghanns e il segretario Heike Pietack
39
OR
XLV Congresso
TEC
Nazionale OR-TEC
REPORT
todonzia
nica
La voglia di chiudere il 2013 alla grande c’era tutta nelle intenzioni del consiglio perché il successo del Convegno di Rimini
ha confermato la capacità organizzativa e aggregante dell’ Or-Tec insieme ad una competenza nella scelta di argomenti di
grande interesse così da investire tutti noi del Consiglio del peso di questa responsabilità.
Quindi anche in questa occasione, l’impegno è stato profuso al fine di
organizzare un evento di livello culturale in linea con il nostro standard
qualitativo in grado di soddisfare le aspettative dei soci e dei partecipanti.
Nella sua” ROMA” venerdì 8 novembre il presidente Patrizio Evangelista
ha dato inizio ai lavori del XLV Congresso Nazionale Or-Tec che, grazie
ad un format ormai consolidato negli anni, si è svolto nell’ambito del
Congresso SIDO (Società Italiana di Ortodonzia) con cui si è consolidata
un’ ottima sinergia.
A. Galeotti P. Festa S. Fiorelli G. Di Baise
La prima sessione di lavori è stata presieduta dal Dott.
G.Fiorillo e dal socio Nicola Lambini i quali hanno introdotto
la prima presentazione, che ha visto protagonisti il Dott. S.
Sambataro , e alla sua prima relazione, il socio straordinario
Daniele Incardona, uno dei validissimi colleghi siciliani che in
questi anni stanno emergendo. I relatori hanno focalizzato la
loro attenzione sui pazienti affetti da problemi disfunzionali
illustrando in maniera chiara e ben articolata tutte le
indicazioni tecniche di costruzione del Biotemplate, un
ortotico utilizzato per queste patologie.
Camillo Viotti
E’ stata poi la volta del socio Enzo Ciocci di Ancona che nella sua presentazione, frutto dell’esperienza formativa acquisita,
ha illustrato quelle che possono essere le prospettive di una nuova figura professionale: il Tecnico di Posturometria.
Ultima della mattinata con la interessante dissertazione del socio esperto Marco Melegari di Parma e del Dott. A Di Blasio,
che hanno illustrato scrupolosamente grazie anche ad immagini eccellenti un dispositivo funzionale utilizzato nei pazienti
affetti da microsomia emifacciale.
Finita la prima sessione, abbiamo approfittato della pausa caffè per
un giro nello spazio espositivo magari alla ricerca di qualche buona
offerta commerciale che fa sempre piacere!!!!!!
D. Lanzani
Ai soci Giuseppe Grimaldi e Marco Pardini il compito di presiedere
la seconda sessione mattutina, iniziata con il Dott.T.Gallo, Dott
F.Meneghini, e il Dott F. Sartorato con un argomento che fino a
qualche anno fa sarebbe apparso “ futuristico” : la programmazione
tecnico clinica in 3D nelle osteotomie.
Le tecniche progrediscono e bisogna stare al passo e per crescere non bisogna mai dimenticare la nostra storia, il nostro
passato e da dove siamo partiti. Ecco quindi che ad un certo punto, quando i presidenti di seduta hanno presentato il relatore,
tutti si sono alzati in piedi tributando allo stesso un caloroso applauso!!!!
Cari amici non potrebbe non essere così annunciando la presenza del socio onorario nonché Past President, Dott.Nerio
40
REPORT
Pantaleoni, un uomo che ha fatto la storia della ortodonzia tecnica ma
che ha ancora la voglia di insegnare a tutti noi. La sua “LEZIONE
MAGISTRALE”
su
Antropometria,
Ortognatodonzia,
Ortodontotecnica, è stata accolta con entusiasmo grazie sempre alla sua
spiccata eloquenza. Questo magistrale tuffo nel passato della nostra
storia si è concluso con un applauso. GRAZIE NERIO!!!!!!!
Di Blasio, Melegari
Si è ritornati al “futuro” (che è poi il nostro presente!) con la
comunicazione del “dinamico”socio Fabio Fantozzi che ha illustrato le
potenzialità di un suo progetto “Tecnica Ortodontica” che prevede
l’utilizzo del web per la comunicazione scientifica.
Tra presente e futuro alle 13,00 si è conclusa la sessione mattutina del venerdì. tutti ci siamo ritrovati tra i tavoli del ricco
buffet approfittando dell’occasione per chiacchierare con i colleghi e magari incontrare i propri clienti presenti al Congresso
SIDO.
Dopo un immancabile caffè alle 14,15 è cominciata la sessione pomeridiana presieduta dal Dott. Roberto Uomo e dal socio
Massimo Cicatiello , l’argomento della prima presentazione ha riguardato l’approccio ortodontico in età pediatrica alla
“Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno” (OSAS) con un nuovo dispositivo, frutto del lavoro svolto tra la collaborazione
dell’ ospedale Bambino Gesù di Roma e la Università FEDERICO II°di Napoli.
I Relatori: Prof.ssa A. Michelotti ,Prof.ssa A Galeotti,dott.ssa P: Festa,i
colleghi G. Di Biase e il socio Stefano Fiorelli
durante
l’interessantissima lezione hanno evidenziato gli aspetti clinici relativi
ai piccoli pazienti affetti da OSAS,focalizzando poi l’attenzione dei
presenti sulla parte tecnica relativa ad un dispositivo ideato dallo stesso
gruppo di lavoro.
E’ evidente che l’aggiornamento professionale aiuta ad approfondire e
migliorare la gestione e l’organizzazione dei nostri laboratori,che sono
piccole aziende, ed è in questa prospettiva che il Dott. Di Marco, un
esperto del settore commerciale ed il socio Daniele Benatti, hanno
illustrato nuove possibilità imprenditoriali: Cooperazione e Rete.
Enzo Ciocci
Dopo una breve pausa caffè, i presidenti di seduta,i soci Giuseppe Grimaldi e Riccardo Palla, hanno introdotto il secondo
debuttante, il socio straordinario Giovanni Taglialatela di Napoli,che grazie alla sua esperienza ventennale con il reparto di
Chirurgia Maxillo Facciale della SUN (seconda Università di Napoli) ha illustrato la tecnica di costruzione degli Splint
Ortognatici.
Conclusa la giornata congressuale, alle ore 18,00 si è svolta l’assemblea dei soci,che è stata interessante per i vari argomenti
trattati,ed ancora una volta ha dimostrato la costruttiva vivacità dei partecipanti permettendo come sempre un interessante
scambio di idee.
Il punto dell’ordine del giorno più atteso era chiaramente l’elezione del
nuovo Consiglio. L’assemblea all’unanimità ha deliberato la
proclamazione del socio Stefano Negrini di Ferrara come presidente per
il biennio 2015/2016, altra novità è stato l’intervento del rappresentante
dei soci straordinari Ugolini, che ci ha illustrato l’interesse di quest’ultimi
ad un maggiore coinvolgimento.
Fabio Fantozzi
La giornata si è conclusa con una cena dove abbiamo potute gustare le
varie specialità che la cucina romana sa offrire e per finire un giro per le
strade di una Roma che come città eterna non finisce mai di stupire per
le sue bellezze e la sua immensità.
41
REPORT
Siamo giunti alla seconda giornata congressuale del sabato che
inizia con un riconoscimento alla carriera a due prestigiosi soci
storici Or-Tec, Camillo Viotti,e Fulvio Tonesi presente per lui il
figlio ,ai quali il presidente Patrizio Evangelista ha attribuito il
titolo di “Socio Onorario”.Hanno presenziato a questo
cerimoniale i past president: Della Vecchia , Lanzani, Graziani ,
Benatti ,e Pantaleoni. In un clima di grande partecipazione e
commozione la sala ha ascoltato le bellissime parole che Camillo
Viotti ha speso per l'ortec , e le parole di grande umanità di un
Dario Lanzani , con gli occhi lucidi ,al momento di consegnare la
targa per l'amico Fulvio nelle mani del figlio .
Fiorillo, Lambini, Incardona, Sambataro
E’ toccato ai presidenti di seduta, il Dott.C. Lanteri e il socio Alessandra Viotti dare il via ai lavori introducendo i due
relatori,il Dott. S Corti e Dott. M.Reali. Entrambi hanno saputo catturare l’attenzione della sala con una interessante
esposizione sulla riprogrammazione motoria. Il Dott.Corti ne ha approfondito il protocollo terapeutico in un trattamento
intercettivo, illustrando i dispositivi da utilizzare,mentre il Dott. Reali ci ha illustrato aspetti clinici e tecnici relativi al byTe Reali presidio terapeutico molto valido nei pazienti disfunzionali.
L’ultima dissertazione ha visto protagonista un ospite
d’eccezione,un amico della Or-Tec , il collega
Guido.Pedroli da anni stretto collaboratore del Prof.
Teuscher, che con la sua consolidata professionalità da
relatore ha evidenziato pregi e difetti dei dispositivi di
contenzione sia fissi che mobili,con particolare
riferimento a quelli realizzati su impianti palatali.
Alle 13,00 il presidente Patrizio Evangelista,coadiuvato
dal consiglio tutto ha salutato e ringraziato tutti i
presenti dichiarando concluso il XLV Congresso OrTEC.
Lanzani, Pianesi, Benatti
Il congresso si è concluso, ed essendo quasi fine
anno,mentre si sono spente le luci, ci si interroga su quanto si è fatto, sugli obbiettivi raggiunti,su quello da fare e sul da
farsi.
Non sarebbe giusto esprimere giudizi e valutazioni sul lavoro svolto in
questo anno ma si possono serenamente analizzare i dati:
partecipazione di circa 330 iscritti tra il convegno e il congresso;
3 incontro del percorso formativo di notevole interesse;
Nuovo Format digitale della Rivista;
patrocinio ORTEC del progetto SDT (Specialist Dental-Technician).
Tutto ciò conferma che la strada che si sta percorrendo è quella giusta,
ma nello stesso tempo la crescente voglia di partecipazione e di
associazionismo che riscontriamo agli eventi Or-Tec dà a tutti noi la spinta per lavorare sempre con maggior impegno e
serietà affinchè la Nostra Storia vada Avanti.
Maurizio Reali
Buon anno a tutti!!!
MASSIMO CICATIELLO
42
REPORT
Pardini, Grimaldi ,Gallo, Meneghini
Nerio Pantaleoni
Guido Pedroli
Past President per Pianesi
G. Pedroli, P. Evangelista, A. Viotti, P. Ugolini
Past President per Viotti
Prossimo Consiglio Or-tec
43
REPORT
N. Pantaleoni, C. Viotti
Heike Pietack, R. Giammarini
R. Uomo, D. Benatti, P. Di Marco
Stefano Corti
G. Taglialatela, G. Grimaldi, R. Palla
La sala
Corti, Reali, Caria
44
7 Expo D’Autunno
22-23 Novembre Milano
REPORT
OR todonzia
TEC nica
Si è svolto presso ATA Hotel Milano con la collaborazione dell’Università del Nord di Milano il 7 Expo D’autunno del
Collegio dei Docenti, un appuntamento importante nel panorama culturale universitario Italiano, che ha visto la
partecipazione di docenti, e studenti da ogni parte d’Italia.
Diviso in varie sezioni un programma culturale molto ricco con relatori d’importanza nazionale ed internazionale ha dato
vita ad una due giorni veramente intensi.
Dopo l’inaugurazione in seduta plenaria dei lavori da parte della Dirigenza del Consiglio dei Docenti che ha sotto lineato
l’importanza della collaborazione e della comunicazione tra la filiera Odontoiatrica in questo momento economicamente
molto incerto del nostro paese, ed un ricordo molto toccante del Prof. Giorgio Vogel, sono cominciate le sezioni specifiche.
Per quello che ci riguarda più da vicino sia la sezione Odontotecnici che Tecnici Ortodontici era focalizzata sulle nuove
tecnologia digitali (che poi tanto nuove non sono più), ma che sono entrate con prepotenza nel nostro settore.
Per quello che ci riguarda direttamente le
giornata relativa alle relazioni ortodontiche
è cominciata con il saluto del coordinatore
dell’evento ortodontico Prof. Giampietro
Farronato seguito dalla Prof. Ersilia Barbato
dopo di che la presidente di seduta Prof.
Piancino a dato il via hai lavori congressuali.
La Dott. Antonella Costa ha delle
misurazioni fatte in presentato una bella e
completa relazione “Acquisizione e
gestione dei file DICOM” facendo un
excursus storico fino ad oggi sulla evoluzione
di questo tipo di indagine e dei vantaggi che
ha portato nel nostro settore.
Successivamente è intervenuto Sdt Stefano
Negrini con la relazione “Ready for the
digital workflow” relazione sulla gestione
ed elaborazione dei file ricevuti in laboratorio
della scansioni intraorali, di seguito una
splendida relazione della Dr. Bellincioni
Francesca sulla “Cefalometria 3D”, una
carellata molto dettagliata sulla cefalometria
3D con una ricerca fatta dall’Università di
Milano sulla precisione delle misurazioni
cefalometriche fatte sul 2D e le stesse fatte in
3D evidenziando come queste ultime siano
più precise.
Il tecnico di Ortodonzia Gionni Duranti ha
presentato “ Ortodonzia digitale e
strumenti per diagnosi e terapia”, tema
della relazione l’utilizzo del programma
digitale Cadental per l’approccio digitale nel
45
laboratorio.
Dopo la pausa pranzo il Prof. Aldo Macchi ha relazionato sul tema “ Dal reale al virtuale e dal virtuale al reale” ,
focalizzando tutta la sua relazione sulle nuove sistematiche di acquisizione digitale, scanner intraorali, foto 3D facciali, file
Dicom e la loro integrazione sottolineando come questi nuovi scanner intraorali utilizzando sistemi HD sostituiranno le
foto intraorali fatte fino ad oggi e come questi sistemi ci permetteranno di entrare definitivamente nel digitale a tutto tondo.
Il Dr. Giuliano Maino e Odt. Emanuele Paoletto relazione “Dal virtuale al reale con tecnologia laser applicata” La
presentazione ha evidenziato come, negli ultimi anni, la tecnologia digitale stia rivoluzionando il mondo dell’odontoiatria.
I sistemi di acquisizione delle immagini nonché di elaborazione ed esecuzione dei dati sono sempre più efficaci e completi,
consentendo un’applicazione clinica sempre più diffusa.
I relatori hanno presentato una nuova tecnologia laser per la costruzione di dime chirurgiche che semplificano e rendono
estremamente sicura l’applicazione di ancoraggi scheletrici sulla volta palatina.
Hanno concluso la giornata congressuale, Marco Tramolanti e Gabriele Rossini con la relazione “ Ortodonzia for a 3D
Word”, Massimiliano Ciravolo e Pisano Ciro con la relazione “S.A.D System: il nuovo allineatore ibrido” , Luca
Manbretti con la relazione “ Evoluzione del bracket dalla produzione industriale della tecnica di laboratorio”, Giovanni
Maver con la relazione “Occlusione e postura: riprogrammazione nell’era del 3D” e Dario Donataci con la relazione
“Programmazione ortodontica mediante splint virtuali”.
46
REPORT
Corso Udine
Liberty Bielle
OR todonzia
TEC nica
E' sempre complicato nel panorama tecnico ortodontico reperire interessanti novità da proporre agli associati , tuttavia
quando abbiamo visto per la prima volta questa cerniera di avanzamento mandibolare ideata dal collega Francese F. M.
Chaterine ci siamo subito interessati con l'intento di proporre l'opportunità di apprendere le modalità di costruzione dei
dispositivi ad essa correlati.
Come è nostra consuetudine da un pò di tempo lavoriamo per generare formazione tecnica ortodontica , cercando di
coinvolgere gli elementi cruciali della filiera dentale: associazione , istituzione, industria.
Assiociazione
L'ortec dispone di un patrimonio umano fatto da soci storici dislocati su quasi tutto il territorio nazionale.
Abbiamo pensato di realizzare questo corso a Udine per riportare un po di attività targata or-tec in questo territorio di
cruciale importanza per la genesi e lo sviluppo della or-tec stessa.
Udine uguale Pietro Driussi amico e storico associato, che appena consultato per una collaborazione organizzativa , si è
immediatamente e generosamente messo a disposizone dell'associazione, con quello spirito tipico di chi con orgoglio
rappresenta l' or-tec. Grazie davvero Pietro.
Istituzione
La sede è stata individuata nell’istituto professionale IPSIA "G. CECONI" che a sua volta nella persona della Prof.ssa Elena
Dalino ci ha ospitato con una accoglienza ed un entusiamo a dir poco commovente.
Industria
La novaxa orto nella persona del Sig Harari ci ha supportato nella gestione del Relatore , oltre che nell'approviggionamento
del materiale di fornitura.
Con questi ingredienti nei giorni 21 e 22 settembre 2013 abbiamo svolto il nostro corso, con la presenza di quindici colleghi
provenienti da tutta italia , tenuto magistralmente dal relatore Franck Marie Chaterine e tradotto altrettanto magistralmente
dall'amico Roberto Giammarini.
A conferma del clima di amicizia , il venerdi sera si è svolta una cena conviviale esaltata dalle eccelenze enogastronomiche
della terra friulana.
Meglio di mille parole segue una fotogallery dell'evento.
Patrizio Evangelista
47
REPORT
Bellisima Udine
Udine
P. Evangelista, R. Giammarino, F. M. Chaterine, P. Driussi
Foto di gruppo
Partecipanti
48
REPORT
Durante il corso
Coffee break
Franck Marie Chaterine, Patrizio Evangelista
49
REPORT
Foto di gruppo
Il relatore e il presidente Or-tec
Le mani sanno
50
REPORT
Relatore e traduttore
Al lavoro
51
REPORT
Partecipanti alla teoria
Relatore e partecipanti
I partecipanti
52
REPORT
Brindisi
A cena con il team Novaxaortho e il Sig. Harari
53
OR todonzia
TEC nica
y
r
o
t
His
HISTORY
Dott. Professor
Sergio Bassani
Curriculum Vitae
OR todonzia
TEC nica
Nato a Brisighella (Ra) il 22 marzo 1930
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna il 15 marzo 1958.
Iscritto all’Ordine dei Medici di Ravenna.
Ha conseguito:
Diploma in Stomatologia (malattie della bocca e protesi dentarie) il 28 luglio 1959.
Libera docenza in Clinica Odontoiatrica il 7 novembre 1972 e confermata il 10 marzo 1979 dalla Università degli Studi di
Bari.
Specializzazione in Ortognatodonzia il 22 settembre 1977 a Cagliari.
Idoneità al Primariato di Odontoiatria e Stomatologia il 12 marzo 1980.
Assistente volontario nel reparto di Chirurgia Stomatologica dell’ Istituto per le Malattie della Bocca “A. Beretta” in Bologna
(Primario Prof. Natale Calabò) nel triennio 1957-1960.
Assistente volontario, poi effettivo, del reparto di Ortognatodonzia dell’Istituto per le Malattie della Bocca “A. Beretta” in
Bologna, dal 1960 in poi (Primario Prof. Giorgio May).
Aiuto, poi primario (facente funzione), nello stesso reparto fino all’anno 1997.
Docente di Ortognatodonzia alla Università degli Studi di Bari.
Primario (per molti anni) del reparto di Ortognatodonzia alla Scuola di Odontoiatria e Stomatologia della Università di
Bari.
Ha partecipato a numerosi corsi di diagnosi e tecnica ortodontica fissa e mobile, in varie sedi europee e americane: Biork,
Begg, Broussard, Tweed, Ricketts, Andrews, Activateur.
Membro della Società Europea d’Ortopedia dento-facciale dal 1975 e delle società italiane di Stomatologia e
Ortognatodonzia.
Ha svolto numerosi corsi teorici e pratici di Ortognatodonzia.
Ha pubblicato molti lavori scientifici di ortognatodonzia e interdisciplinari sia in Italia che all’estero (Spagna, Olanda,
Grecia, Germania).
Ha pubblicato assieme al Prof. Giorgio May il testo “Tattamento ortodontico con estrazioni sistematiche”, ed assieme al
Prof. G. May e P. Lucchese, nel 1985, il Il volume: “Manuale di Ortodonzia”.
Ha partecipato spesso attivamente a numerosissimi congressi nazionali ed internazionali.
Svolge tuttora libera attività a Bologna, Faenza e Bari esclusivamente di ortognatodonzia, utilizzando apparecchiature fisse
e mobili, molte delle quali di propria deduzione ed intuizione riferendosi costantemente anche all’influenza che l’apparato
stomatognatico esercita su molte parti muscolo-scheletriche del paziente, specialmente se adulto.
56
Metodo combinato di terapia
ortodontica funzionale e fissa per il
trattamento della II classe 11
divisione di Angle
HISTORY
S. Bassani, N. Bolognesi, M. C. Santarisiero.
Istituto “A. Beretta”: Reparto di Ortognatodonzia, Bologna
Le caratteristiche facciali del paziente affetto da
malocclusione diii classe Il divisione di Angle, sono così
tipiche da permettere spesso la diagnosi anche senza esame
endorale (Fig. l A e Fig. 1B): il terzo inferiore del viso
appare notevolmente accorciato, il labbro inferiore
estrofiesso, il mento sporgente quasi a sembrare una
mensolina (anche perché esiste un ipertono del muscolo
mentoniero) oltre ad una marcata orizzontalità del bordo
inferiore della mandibola: naturalmente queste
caratteristiche si ripercuotono sul profilo causandone
notevole disarmonia tra i tre segmenti verticali.
Fig. 1A Caratteristiche facciali tipiche per i pazienti
portatori di malocclusione di 11 divisione
Appare evidente che, nell’instaurarsi ditale anomalia giocano
un forte ruolo le relazioni reciproche tra le due arcate,
inferiore e superiore: nel caso in questione l’arcata inferiore
viene inscatolata dalla superiore e in tal modo ostacolata nel
suo sviluppo in senso antero-posteriore. Rimane così frenato
il suo accrescimento in lunghezza, pur conservandosi,
almeno fino ad una certa età, il potenziale di accrescimento
a livello condilare.
Fig. 2A Disposizione endorale tipica de/i ‘anomalia di il
e Il
Fig. 2B
Fig. 1B
L’esame endorale (Fig. 2A e Fig. 2B) completa la diagnosi
evidenziando:
I) marcato overbyte
II) inclinazione linguale degli incisivi superiori specie
centrali
III) rapporti dei denti latero-posteriori di seconda classe
IV) apparente iperespansione dell’ arcata superiore.
Date queste premesse è logico per prima cosa mirare a
svincolare l’arcata inferiore, affinchè possano essere raggiunti
quelli che sono gli obbiettivi terapeutici cioè:
1) vestibolarizzare o correggere l’anormale inclinazione degli
incisivi superiori (ed
eventualmente inferiori),
2) raggiungere un normale overbyte,
3) favorire uno sviluppo mandibolare oil suo
riposizionamento in avanti per ottenere rapporti di
57
HISTORY
normocclusione a livello denti dei settori laterali,
4) allo stesso scopo agire in senso distale su denti laterali
superiori,
5) adeguare i rapporti trasversali tra le due arcate qualora
l’arcata superiore si dimostri
trasversalmente scarsa,
6) correggere la disarmonia del profilo la quale è
conseguente alla disarmonia occlusale.
latente.
Questo apparecchio deve essere utilizzato costantemente dal
paziente fino ad ottenere ipercorrezione dei rapporti mesiodistali dei denti latero-posteriori (Fig. 4A e Fig. 4B) con
rapporti molari di terza classe.
Per raggiungere tali obiettivi utilizziamo apparecchiature
mobili, funzionali e fisse.
Come prima fase terapeutica applichiamo una placca
superiore (placca Bassani) stabilizzata con ali vestibolari in
resina (Fig. 3A e Fig. 3B) fornita di piano inclinato anteriore
inferiore modellato, in corrispondenza dei denti frontali, in Fig. 4A Ipercorrezione dei rapporti mesio-distali dei denti
combaciamento corretto verso l’avanti di circa 2mm rispetto latero-posteriori
alla posizione di riposo della mandibola. Tale placca è fornita
inoltre di un leggero piano di rialzo anteriore riguardante i
soli incisivi e di una vite bidirezionale: sagittale e trasversale.
Fig. 4B
A questo punto sospendiamo l’uso della placca e, come
seconda fase, se necessario, completiamo il trattamento
ortodontico mediante apparecchi fissi per ottenere il
livellamento delle arcate utilizzando archi opportunamente
modellati, in filo tondo di diametro crescente (O,14-O,16O,lSfllm) con eventuale aggiunta di forze svolte da elastici,
applicati in attività correttiva dell’occlusione (Fig. 5A e Fig.
5B).
Fig. 3A e 3B
La vite sagittale ha funzione di spinta sulle corone degli
incisivi, superiori e inferiori e facendo leva su di esse e sul Fig. 5B
settore anteriore della volta palatina, produce una spinta in
direzione distale sui settori laterali dell’arcata superiore ai
quali la placca è stabilizzata; il piano inclinato inferiore, che
fa parte del settore anteriore della placca, in quanto
modellato in combaciamento modificato, determina ad ogni
occlusione una notevole sollecitazione distale della placca,
quindi dei denti laterali superiori e contemporaneamente
svincola la mandibola che, liberata dall’occlusione abituale,
può completare il suo potenziale di crescita eventualmente Fig. 5A Archi con trazione di Il classe
58
HISTORY
Se presente discrepanza dento-alveolare, si effettuano,
durante la fase di livellamento, eventuali estrazioni di denti
permanenti e chiusura guidata degli spazi residui.
E’ essenziale inoltre la correzione dei rapporti di angolazione
reciproca tra incisivi inferiori e superiori, applicando su archi
modellati in anti-spee e con tip-baek distale, dispositivi per
torque degli incisivi superiori (Fig. 6A e Fig. 6B) oltre,
eventualmente, a trazione diii classe e dispositivo di forza
extraorale sui molari superiori per impedire la recidiva.
Fig. 7B Profilo del volto di una paziente trattata col
metodo ortodontico descritto.
Fig. 6A Archi dei quali il superiore e fornito di dispositivo
per torque linguo-radicolare degli incisivi
Fig. 6B
Visione frontale del volto e dei denti (Fig. 8A e Fig. 8B)
della stessa paziente.
Una volta raggiunti con tale terapia ortodontica gli obbiettivi
desiderati (Fig. 7A e 7B - Fig. 8A e 8B) può essere valutato
opportuno, come fase di contenzione, l’utilizzo di un
apparecchio mobile (placca Bassani), fornito delle stesse
caratteristiche di quello precedentemente descritto, ma con
rapporti di contenzione, sia sagittale che trasversale e
verticale lasciando al contatto interincisale il compito a loro
richiesto.
Fig. 7A Arcata di una paziente trattata col metodo
ortodontico descritto.
59
HISTORY
Valutazione della dinamica e degli
effetti della placca “Bassani” per il
trattamento della seconda classe
seconda divisione di Angle
S. Bassani, S. Sticconi
Istituto “A. Beretta”: Reparto di Ortognatodonzia, Bologna
L’apparecchio mobile che utilizziamo per il trattamento della Nella porzione anteriore della placca dobbiamo inoltre
11 classe 11 divisione di Angle si compone schematicamente distinguere fondamentalmente quattro settori (Fig. 2).
di due porzioni, anteriore e posteriore (Fig. 1): la porzione
posteriore a sua volta è suddivisa sagittalmente al centro in
due parti.
Le tre porzioni descritte sono collegate tra loro da viti
bidirezionali, una agisce in senso sagittale tra porzione
anteriore e posteriore determinando l’allungamento totale
dell’apparecchio, l’altra agisce in senso trasversale
determinando l’espansione vestibolare della porzione latero
posteriore. Il dispositivo in toto viene stabilizzato ai denti
superiori latero-posteriori, premolari e molari, mediante ali Fig. 2 Schema delle superfici di lavoro del settore
anteriore della placca “Bassani”
vestibolari in resina; diamo la preferenza a questo sistema di
stabilizzazione perché più idoneo, rispetto ai ganci metallici,
a determinare spostamenti bodily degli elementi dentali.
I settori i e 2, quando viene azionata la vite sagittale,
determinano pressione sulla mucosa palatina e sulle faccie
I denti latero-posteriori durante la terapia verranno palatine degli incisivi superiori. In considerazione del fatto
sollecitati non solo in senso distale, dalla azione della vite che la superficie di appoggio, mucosa palatina più faccia
sagittale, per il raggiungimento dei rapporti di prima classe palatina degli incisivi superiori, è assimilabile
di Angle, ma anche in senso vestibolare, mediante l’azione grossolanamente ad un piano inclinato diretto dall’alto in
della vite trasversale, per ottenere se necessario o mantenere basso e dal palato al vestibolo, la scomposizione delle forze
rapporti trasversali corretti tra arcata superiore ed inferiore. ci dice che detta pressione agisce sulle superfici su specificate
sia in senso vestibolare sia in senso verticale, per cui i settori
i e 2 della placca riceveranno sollecitazioni in addietro e in
basso.
La sollecitazione in addietro viene trasmessa alla porzione
posteriore della placca tramite la vite sagittale, la
sollecitazione in basso invece verrà scaricata sui denti frontali
inferiori dai settori 3 e 4.
Fig. 1) Schema della placca ‘Bassani” fonnato dalla
porzione anteriore collegata con la vite sagittale (i) e le
due porzioni posteriori collegate dalla vite trasversale
(2). A colori le porzioni di placca che esplicano le forze
nelle direzioni specifica te.
Il settore 3 funge da arresto verticale agli incisivi inferiori ed
è assimilabile ad un piano rialzato anteriore (byte). Il settore
4 è modellato in modo che, quando il paziente voglia
chiudere i denti, gli incisivi inferiori siano costretti a spostarsi
scivolando in avanti di 1,5 mm circa, a mano a mano che
scivolano dalla punta del settore 4 verso il settore 3 sul quale
60
HISTORY
si arrestano.
Queste propulsioni che servono a correggere l’anomalia
vengono mantenute immutate nel tempo dalla periodica
attivazione della vite sagittale. La spinta in addietro sul
settore 4 è conseguente allo scivolamento obbligato degli
incisivi inferiori e avviene ogni qual volta, per motivi
fisiologici, ci sarà una escursione verticale della mandibola
verso la connessione delle arcate (circa 5 o 6 mila volte nelle
24 ore).
In funzione dello scorrimento degli incisivi inferiori sul
piano inclinato del settore 4 che cosa determina
scomponendo la forza?
1) I denti frontali inferiori ricevono sollecitazioni in senso
linguale (A), come nel combaciamento incisale classico della
anomalia della li classe li divisione di Angle, determinando
un aumento del tono dei muscoli deputati alla retrusione
mandibolare: se questo si protrae nel tempo si ha dapprima
la coincidenza della posizione i e 2 del diagramma di Posselt
poi lo scivolamento in alto e in avanti dei menischi condilari:
ciò si verifica per liberare la mandibola dalla morsa che si
forma in senso anteroposteriore tra cavità glenoide da una
parte, e incisivi superiori dall’ altra e questo peggiora
notevolmente la sintomatologia.
2) Se gli stessi denti ricevono dal piano inclinato
1) Una spinta in senso distale sul settore anteriore della sollecitazioni in senso vestibolare ma non verticale (B),
placca che a sua volta si somma alle pressioni in egual senso come avviene con la placca da noi utilizzata per il
ricevute nei settori i e 2 e inoltre, dallo stesso scivolamento trattamento della li classe Il divisione di Angle, nessun
sul piano inclinato parte una spinta in senso verticale verso impulso nervoso parte da essi per influenzare verticalmente
l’alto.
la muscolatura mandibolare e questa situazione anatomofisiologica trova sfruttamento fondamentale nel metodo
2) Una controspinta in senso vestibolare sugli incisivi terapeutico che noi utilizziamo.
inferiori che si traduce in uno stiramento in avanti della
mandibola e dei condili, stiramento utile per favorire 3) Se infine gli incisivi inferiori ricevono prevalenti
l’eventuale sviluppo mandibolare residuo.
sollecitazioni in senso verticale (C), appena queste
sollecitazioni raggiungono una determinata intensità, fanno
Non dobbiamo assolutamente sottovalutare, tra le forze partire, tramite il sistema propriocettivo insito nel
considerate, la componente verticale ver il basso che i denti periodonto sempre degli incisivi inferiori, impulsi che
frontali inferiori ricevono: infatti se il piano inclinato non è inibiscono tono e attività dei muscoli elevatori della
ben levigato oppure troppo orizzontale, l’attrito e la mandibola per cui questa, non esercita più spinta in addietro
scomposizione delle forze favoriscono la componente sulla placca, quindi sui denti laterali superiori, alla quale la
verticale di ritorno sugli incisivi inferiori anzichè la spinta in placca è stabilizzata: questa spinta è invece fondamentale ed
senso distale della placca.
essenziale per distalizzare i denti laterali superiori e passare
dai supporti diii a quelli dii classe di Angle.
Se in seguito a questa forza verticale rivolta verso il basso
scatta il meccanismo di inibizione sui muscoli elevatori della
mandibola, gli incisivi non scivoleranno più lungo il piano
inclinato che spinge in addietro la placca e il settore 4 diviene
allora completamente inutile e ingombrante: viene meno
cioè una notevole quantità della spinta in senso distale
richiesta al dispositivo ortodontico per correggere
l’anomalia.
Dalle osservazioni della anomalia di classe 11 divisione e del
dispositivo mobile descritto, sono utili le seguenti
osservazioni riguardanti gli incisivi inferiori (Fig. 3):
Fig. 3 Direzione delle forze fondamentali che possono
subire gli incisivi inferiori: A, in senso linguale; B, in
senso vestibolare; C, in senso verticale
61
Una suggestiva ipotesi nel
determinismo dell’ Overbyte
HISTORY
S. Bassani
Istituto “A. Beretta”: Reparto di Ortognatodonzia, Bologna
Uno dei problemi che assillano costantemente l’ortodontista
nell’impostazione del piano terapeutico, durante lo
svolgimento della terapia e ancora di più dopo il termine
della fase attiva, è il mantenimento dell’overbyte, cioè del
rapporto di verticalità e angolazione corretta (normal byte)
tra i denti frontali, considerati in condizioni di presunta
idealità funzionale (Fig. 1).
Fig. 1 Schema della monocclusione
L’occlusione cui dobbiamo tendere deve infatti permettere
alla mandibola ed ai condili in particolare il loro gioco di
equilibrio statico e dinamico entro quella complicatissima
cavità che è la cavità glenoidea (Fig. 2).
deve seguire e salvaguardare il condilo anche durante i suoi
spostamenti funzionali per proteggerlo da eventuali traumi
contro le pareti del suo excursus fisiologico.
Ma chi, se non i vari muscoli collegati alla mandibola,
mantiene in questa posizione di equilibrio verticale, anteroposteriore e trasversale, il condilo entro la cavità glenoide e
chi se non ligamenti e fasci muscolari, mantengono il
menisco in costante posizione utile per svolgere la sua
attività anche durante le escursioni del condilo entro la
cavità?
Dato per noto questo meccanismo anatomo-funzionale
ritorniamo ad esaminare l’importanza dell’overbyte e
l’overjet nel movimento di chiusura o serramento dei denti:
il rapporto interdipendente di overbyte e overjet (Fig. 3),
cioè la ben nota guida incisiva, regola la mandibola quindi i
condili nella fase iniziale e finale dei suoi movimenti quando
si discosta o ritorna nella posizione di riposo con
spostamenti di protrusione e retrusione. Ricordiamo anche
che per i movimenti di lateralità la guida è fornita dalla
particolare formazione coronale dei canini e dal sistema
propriocettivo, il quale traendo informazioni a livello
periodontale dei canini inferiori, invia impulsi nervosi alla
regolazione dei muscoli preposti.
Fig. 2 Schema dei condili nella cavità glenoidea
Entro la cavità glenoidea trovano alloggio il condilo ed il
menisco: il condilo, rivestito della sua membrana
cartilaginea, non dovrebbe avere rapporti diretti con la cavità
nella quale è alloggiato né in fase di inerzia né in fase di
attività della mandibola ed il menisco, in condizioni
fisiologiche, funge da casco protettivo al condilo sia in Fig. 3 Guida incisiva
condizioni statiche che dinamiche, vale a dire il menisco
62
HISTORY
Premessa quindi l’importanza delle cosiddette guida incisiva
e canina per i movimenti mandibolari, ho cercato di studiare
il meccanismo attraverso il quale questi denti agiscono.
Esaminando gli effetti che conseguivano dall’uso della mia
placca nella terapia delle II II, come focalizzato nei lavori
precedenti presentati assieme ai colleghi Santarsiero,
Bolognesi e Sticconi, ho potuto dedurre con prove e
controprove escogitate di volta in volta (piano liscio o
ruvido, piano inclinato in misura maggiore o minore, ecc.
ecc.), che dagli incisivi inferiori (Fig. 4), quando sollecitati
in senso intrusivo e in quanto forniti di un sofisticato sistema
propriocettivo a livello periodontale, partono gli impulsi
nervosi che governano il tono posturale dei muscoli agonisti
e antagonisti deputati al determinismo della posizione
verticale mandibolare, mentre a livello dei canini inferiori
(Fig. 5) partono gli impulsi che, tramite i muscoli, regolano
la mandibola quindi i condili nella posizione di lateralità.
congruenza (Fig. 7). A questo punto rimuovendo il byte
(Fig. 8) notiamo essersi instaurato un mordex apertus
anteriore ed un aumento della divergenza dei mascellari:
questa situazione non è stabile e regredisce fino al punto in
cui gli incisivi inferiori non potranno essere nuovamente
sollecitati in senso verticale dalla battuta contro gli
antagonisti, con una intensità sufficiente per fare partire
quegli impulsi che regoleranno, come prima della
applicazione del byte anteriore, il tono degli elevatori
mandibolare nella posizione posturale o abituale
(Fig. 9).
Fig. 6 Dentizione con byte anteriore
Fig. 4 Battuta sui bordi incisali dei 1|1 e collegamenti
nervosi pericondilari
Fig. 7 Occlusione dopo uso del byte anteriore
Fig. 5 Battuta sui canini inferiori dai quali partono gli
impulsi per la cavità glenoidea
Dal punto di vista anatomo-fisiologico la giustificazione
viene fornita dalla considerazione del comportamento di un
piccolo fascio di fibre nervose. E’ noto a tutti che l’uso
prolungato di un byte anteriore (Fig. 6), che impedisca la
usuale occlusione, determina una beanza bilaterale che, se
non ostacolata dalla interposizione della lingua, favorisce
l’estruzione dei denti di settori laterali fino alla loro
63
Fig. 8 Rimozione del byte anteriore
HISTORY
Fig. 11B Occlusione con beanza laterale e contatto
incisale. Rimuovendo il byte, si evidenzia la beanza
laterale e il contatto incisale
Fig. 9 Ritorno alla occlusione normale
Se al contrario applichiamo un byte limitato ai settori laterali
e lo manteniamo a lungo in situ: (Fig. 10), non
determiniamo una inibizione degli elevatori perché i
propriocettori di quei denti (lateroposteriori) sono
scarsamente deputati a tale scopo quindi i denti laterali,
sottoposti a continua pressione, si intruderanno fintantoché
gli incisivi inferiori non saranno arrivati nella condizione di
battuta tale e sufficiente a fare partire, per la muscolatura
deputata all’innalzamento mandibolare, il segnale
opportuno di arresto (Fig. 11A- Fig. 11B).
La posizione nella quale gli inferiori ricevono la pressione
verticale sufficiente alla stimolazione dei propriocettori che
inibiscono la ulteriore contrazione degli elevatori (Fig. 12),
ho ritenuto opportuno definirla “POSIZIONE DI STOP
INCISALE” e la forza utile “forza di stop”.
Fig. 12 Contatto interincisale
Quando si esercita sugli incisivi inferiori tale situazione di
stop?: tutte le volte che avvengono fenomeni fisiologici che
comportano movimento verticale mandibolare e cioè
deglutizione, fonazione, masticazione, etc.
Quale è la forza verticale o “forza di stop incisale” necessaria
per fare partire dal periodonto degli incisivi inferiori gli
impulsi nervosi utili per l’arresto verticale della mandibola?
Fig. 10 Byte laterale (gli incisivi non si toccano!!!)
Fig. 11A Occlusione con l’uso del byte laterale e contatto
incisale. Col byte latero posteriore, gli incisivi
torneranno in contatto dopo la intrusione dei laterali
Questa forza di stop ritengo non sia standardizzabile e
facilmente quantificabile in quanto condizionata da troppe
variabili: prima da soggetto a soggetto, seconda nello stesso
soggetto in funzione dell’età, terza nella stessa età in funzione
delle modificazioni dello stato psichico ed emotivo
responsabili del livello di eccitabilità dei neuroni afferenti,
quarta condizionata alle variazioni angolari intercisali e tra
incisivi e le loro basi ecc.
Quali sono i fattori od elementi in grado di determinare sul
bordo incisale dei denti frontali inferiori la forza o spinta di
64
HISTORY
“S T O P INCISALE”? (Fig. 13) in comportamenti anomali
come la suzione del dito o del succhiotto, è sufficiente la
pressione che gli incisivi inferiori ricevono verticalmente dal
dito o dal succhiotto durante il succhiamento prolungato nel
tempo, oppure, nei casi di deglutizìone atipica o di postura
linguale errata, la forza di spinta è data dalla pressione svolta
sulla faccia inferiore della lingua, oppure dalla pressione sulla
mucosa palatina nei casi di mordex profundus.
Nei casi invece con comportamento normale delle parti
molli, la pressione di “stop incisale” agli incisivi inferiori, è
data dall’urto che si verifica tra essi e la faccia palatina degli Fig. 15 Angolo interincisale
incisivi superiori (Fig. 14) durante i fisiologici movimenti
mandìbolari.
Come primo elemento cioè quello riguardante la forma della
faccia palatina degli incisivi superiori (Fig. 16) è chiaro che
quando il contatto pressorio avviene su un punto compreso
nel tratto a) la pressione verticale di rimbalzo sull’incisivo
inferiore è minore di quella che lo stesso dente riceverebbe
dal medesimo contatto pressorio su un punto compreso nel
tratto di superficie b): sappiamo però che le forze applicate
ai denti, tendono nel tempo a spostare i denti per cui,
partendo da una certa angolarità di contatto gli incisivi
superiori si inclinerebbero vestibolarmente e gli inferiori
lingualmente.
Fig. 13 Incisivi inferiori con lo schema della battuta
verticale
Fig. 16 Figura dell’incisivo superiore con i tratti a e b
Fig. 14 Superfi ce palatina 1|1
A questo punto è opportuno prendere in esame almeno
quattro elementi fondamentali e cioè: la forma della faccia
palatina degli incisivi superiori, le forze che le parti molli
esercitano sugli incisivi superiori ed inferiori sul piano
orizzontale ed in direzione opposta, l’angolo intercisale (Fig.
15) cioè l’angolo col quale entrano in contatto incisivi
superiori ed inferiori durante i normali movimenti fisiologici
e la quantità di carico sull’incisivo inferiore indispensabile
per fare partire gli impulsi nervosi afferenti deputati alla
regolazione del tono e dell’intensità di forza dei muscoli
elevatori della mandibola.
Entra in causa a questo punto un secondo elemento e cioè
le forze svolte sugli incisivi dalle parti molli labbra e lingua
(Fig. 17); tali forze quanto più sono contrastanti tra loro
tanto più neutralizzano il vettore di, spinta che tenderebbe a
spostare vestibolo-lingualmente i denti mantenendo
costante il vettore verticale di forza sugli incisivi inferiori che
a sua volta è il solo responsabile dello “stop incisale”. Se infatti
esaminiamo come il cingolo labbra e lingua può agire sulla
schematizzazione del contatto interincisale, si evidenzia
facilmente che se labbra e lingua fossero inattive, l’unica
maniera costante nel tempo pe svolgere sugli incisivi inferiori
una pressione verticale di stop sarebbe determinabile da un
impatto novanta gradi contro la faccia palatina degli incisivi
superiori (Fig. 18), diversamente la inclinazione dei denti
65
HISTORY
inferiori cambierebbe nel tempo, come conseguenza
dell’angolo di battuta interincisale.
Fig. 19 Cunei verticali contrapposti
Fig. 17 Incisivi con la spinta vestibolare e linguale delle
parti molli
L’entità della sovrapposizione verticale dei cunei è quindi
chiaramente condizionata dalla fascia elastica che li pressa
orizzontalmente, cioè labbra e lingua (Fig. 20).
Fig. 20 Cunei con la fascia elastica orizzontali e incisivi
di riferimento
Fig. 18 Angolo a 90° tra gli incisivi
Si deduce quindi che quanto più si stringe la fascia elastica
sui cunei, tanto minore sarà la loro sovrapposizione verticale
quindi, trascurando per comodità gli altri elementi, quanto
In condizioni fisiologiche però gli incisivi superiori sono maggiore è la spinta sui denti svolta da labbra e lingua tanto
sospinti palatalmente dalla pressione centripeta delle labbra minore sarà l’overbyte (Fig. 21).
mentre gli incisivi inferiori sono sospinti vestibolarmente
dalla pressione posturale e funzionale della lingua: queste
due pressioni orizzontali contrapposte possono essere
considerate come una fascia elastica che li avvolge.
Il comportamento fi siologico degli incisivi superiori e
inferiori è paragonabile allo scivolamento verticale di due
cunei a contatto e opposti tra loro, pressati orizzontalmente
l’uno contro l’altro da una fascia elastica (Fig. 19),
supponiamo anche che il peso del cuneo superiore sia eguale
alla spinta o forza indispensabile al cuneo inferiore per fare
scattare il dispositivo di stop. Il cuneo superiore, trascurando
per comodità il fattore attrito, si abbasserà fintantoché la
fascia elastica, svolta dalla opposta pressione orizzontale di
labbra e lingua sarà disposta ad allungarsi, dopo di che si
fermerà trasferendo tutto il suo peso sul cuneo sottostante,
il quale solo allora sarà probabilmente in grado di fare
scattare il meccanismo di stop.
Fig. 21 Forze antero-posteriori svolte sugli incisivi
(maggiore o minore) sul piano orizzontale e loro effetti
Terzo elemento da considerare, sempre per il determinismo
delle spinte di stop verticale sugli incisi inferiori, è l’angolo
di battuta interineisale o di impatto (Fig. 22) la cui maggiore
o minore ampie condiziona, a parità di forza di urto, le
componenti di scomposizione delle forze che agiscono sul
bor incisale inferiore. Dì queste interessa essenzialmente la
forza di ritorno Fr cioè quella diretta lun l’asse interincisale
66
HISTORY
inferiore in senso apicale. Tale angolo interincisale a sua volta
è condizionato d inclinazione degli incisivi superiori con la
base mascellare, dalla inclinazione degli incisivi inferiori c la
mandibola e dell’ angolo tra mascellare e mandibola.
Tale pressione inoltre, dalla osservazione di un numero
immenso di pazienti e dalla osservazione di molti pazienti
per lunghi periodi di tempo, ho dedotto essere molto
variabile da soggetto a soggetto, nelle diverse età dello stesso
soggetto e condizionato inoltre dallo stato psichico o
emotivo dello stesso soggetto nella stessa età e corrisponde
alla soglia di eccitabilità dei neuroni afferenti.
Tutte le considerazioni brevemente esposte concorrono,
secondo il mio parere, a determinare il meccanismo di
“STOP INCISALE” verticale: questo stop sembra a sua volta
il massimo responsabile dell’instaurarsi e del mantenimento
dell’overbyte consequenzialmente dell’overjet per la guida
incisale la quale assieme ad altri elementi concorre a
mantenere i condili nel loro olimpico equilibrio di
sospensione. Quando questi equilibri vengono a mancare
avviene il crollo progressivo di tutto il castello oeclusale.
Fig. 22 Angolo interincisale
Con questo meccanismo di regolazione dell’overbyte, che
esula anzi respinge qualsiasi predeterminabilità angolare sia
La variazione anche di uno solo di questi elementi angolari intercisale sia degli incisivi con le rispettive basi ossee, in
è in grado di modificare la modalità di battuta interincisale: quanto frutto di un elaborato estetico ma non funzionale,
ne consegue variazione della pressione utile agli incisivi credo avere dato una spiegazione al fatto che tanti validissimi
inferiori per lo “stop verticale” (Fig. 23).
tori della materia abbiano fornito ciascuno indicazioni
diverse per la soluzione del problema; la legge beregola il
meccanismo dell’overbyte è una legge squisitamente
funzionale, che risente delle diversità he esistono da
individuo a individuo e inoltre delle variazioni che si
verificano, nello stesso individuo, funzione delle diverse
tensioni psichiche che si possono instaurare nel medesimo
periodo della vita (adolescenza, età adulta, senescenza) ed
in funzione del susseguirsi cronologico delle varie fasi della
vita nello stesso individuo.
Questo meccanismo quindi si dimostra delicato e
influenzabile da svariati fattori e ciononostante costituisce
una legge che pretende di essere rispettata da chi interferisce
per modificare o ripristinare una occlusione: non rispettarla
significa provare in tempi più o meno lunghi il crollo
dell’equilibrio occ1usale a livello di uno qualsiasi dei suoi
elementi chiave: muscoli, tessuti di sostegno degli elementi
dentali, articolazione temporomandibolare.
Il crollo dell’equilibrio occlusale a sua volta influisce,
alterandolo, sull’equilibrio naturale statico dinamico degli
altri distretti somatici vicini e lontani ai quali il sistema
stomatognatico funge da vertice e contemporaneamente da
ago della bilancia algico-funzionale.
Fig. 23 Scomposizione dell’angolo X con la forza 2 (Fr)
Quarto elemento da considerare è la quantità di pressione
necessaria per fare partire dalle terminazioni nervose
dislocate nel periodonto degli incisivi inferiori gli impulsi
afferenti che regolano il tono e le forze dei muscoli deputati
al sollevamento della mandibola (impulso di “stop ineisale”).
67
SAVE THE DATE
4
1
0
2
e
t
a
D
e
h
T
e
v
a
S
“Percorso formativo in tecnica
ortodontica di laboratorio”
7/8 Marzo 2014
PALERMO
XLVI Congresso Nazionale Ortec
9-11 Ottobre 2014
Firenze
68
Seguici su:
www.ortec.it
Facebook