ABSTRACT IL SISTEMA IMMUNITARIO DELLE DONNE Prof. Giovanni Rolla Allergologia e Immunologia Clinica Università di Torino AO Ordine Mauriziano Il funzionamento del Sistema immunitario presenta importanti differenze di genere, che condizionano una maggior prevalenza di malattie autoimmuni in quello femminile. La risposta immunologica verso gli antigeni del mondo microbico è generalmente più forte nel genere femminile rispetto a quello maschile, rendendo ragione però del maggior rischio per le donne di sviluppare complicanze immuno-‐mediate nel corso delle malattie infettive, inclusa la comune influenza, che causa insufficienza respiratoria da “tempesta citochinica” più frequentemente proprio nelle donne. Le cause delle differenze di genere nella risposta immunitaria sono da ricercare nel diverso assetto ormonale che contraddistingue i generi, in particolare negli estrogeni , che, legandosi a recettori intracellulari presenti nelle cellule del sistema immunitario (monociti, linfociti B e T), attivano i geni ormone-‐responsivi, modulando le risposte immunitarie sia innata che adattativa. In questo modo gli estrogeni stimolano la produzione di anticorpi e modulano i fenomeni apoptotici, aumentando l’espressione della proteina anti-‐apoptotica bcl-‐2, facilitando così la perdita della tolleranza verso il self . Mentre gli estrogeni sono associati all’infiammazione e possono stimolare la proliferazione e la differenziazione di linfociti e monociti, gli androgeni sopprimono l’attività delle cellule del sistema immunitario, aumentando la sintesi di citochine anti-‐infiammatorie. Recenti studi su modelli murini suggeriscono che le differenze di genere nella prevalenza di malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, potrebbero essere mediate da differenze nel microbiota intestinale. In particolare, gli androgeni medierebbero lo sviluppo di un microbiota protettivo nei confronti dello sviluppo del diabete di tipo 1. Deficit nutrizionali, come il deficit della vitamina D, dipendenti da fattori dietetici e ambientali, possono contribuire ad aggravare la risposta autoimmunitaria, come dimostrato nel lupus, malattia autoimmune nettamente più frequente nel genere femminile . Il bilanciamento degli ormoni sessuali potrebbe rappresentare un target della terapia delle malattie autoimmuni.
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