I NUCLEOTIDI • I nucleotidi sono implicati in quasi tutti gli aspetti della vita cellulare. Essi partecipano alle reazioni di ossidoriduzione, al trasferimento di energia, alle vie di segnalazione intracellulare e alle reazioni di biosintesi. • I loro polimeri, gli acidi nucleici DNA e RNA, sono direttamente coinvolti nei processi di immagazzinamento e decodificazione delle informazioni genetiche FUNZIONI METABOLICHE DEI NUCLEOTIDI Trasportatori di energia chimica nelle cellule L’idrolisi dei legami anidridici dei nucleosidi trifosfato produce circa 30 kJ/mole , in condizioni standard. Quando è accoppiata a una reazione con una variazione di energia libera positiva, l’idrolisi dell’ATP sposta l’equilibrio complessivo del sistema verso al formazione del prodotto. I nucleotidi adenilici fanno parte di molti cofattori Nucleotidi adenilici, legati a vitamine, entrano a far parte della struttura di alcuni cofattori enzimatici: il Coenzima A (Co-SH), utilizzato nel metabolismo dei lipidi; il NAD(P) e il FAD che partecipano alle reazioni di ossidoriduzione. Alcuni nucleotidi sono molecole regolatrici Questi nucleotidi (secondi messaggeri) permettono ad un segnale esterno alla cellula di poter essere trasferito all’interno, in modo da indurre una risposta biologica (es: AMP ciclico). STRUTTURA DEI NUCLEOTIDI LE PRINCIPALI BASI PURINICHE E PIRIMIDINICHE Disposizione dei legami idrogeno nelle coppie di basi definite da Watson e Crick La geometria del DNA 1. I due filamenti polinucleotidici antiparalleli si avvolgono con andamento destrorso intorno ad un asse comune per dare origine a una doppia elica dal diametro approssimativo di 20 °A 2. I piani delle basi nucleotidiche sono quasi perpen dicolari all’asse dell’elica 3. Ogni coppia di basi presenta approssimativamente la stessa ampiezza. Le coppie di basi A-T e G-C sono intercambiabili 4. L’elica “ideale” di DNA B possiede 10 coppie di basi per giro e, dal momento che le basi aromatiche hanno uno spessore di van der Waals di 3,4 °A e in parte sono impilate l’una sull’altra, l’elica mostra un passo di 34 °A Replicazione del DNA suggerita da Watson e Crick La molecola dell’RNA (acido ribonucleico) è un polimero di nucleotidi uniti da legami fosfodiesterici (U) A U G C TIPI PRINCIPALI DI RNA • RNA messaggero (mRNA) è il veicolo con cui l’informazione genetica contenuta nel DNA viene trasferita ai ribosomi (sede della sintesi proteica) • RNA di trasporto (transfer, tRNA) lega gli aminoacidi e li trasporta ai ribosomi • RNA ribosomiale (rRNA) è presente nei ribosomi, organelli responsabili della sintesi proteica La TRADUZIONE è il processo di trasformazione di un “linguaggio a 4 nucleotidi” sull’mRNA in un “linguaggio a 20 amminoacidi” di un polipeptide. Il codice genetico è a triplette: una sequenza di tre basi consecutive, chiamata codone, specifica per un determinato amminoacido. PROTEINE Le proteine sono macromolecole costituite da aminoacidi (subunità monomeriche) ISOMERI L E D DEGLI AMINOACIDI Le proteine sono molecole estremamente eterogenee sia per quanto riguarda la forma che per le dimensioni. Hanno anche funzioni biologiche molto diverse e sono i prodotti finali delle vie dell’informazione Nelle proteine sono presenti 20 aminoacidi standard (codificati dal codice genetico) uniti da legami peptidici. Gli aminoacidi presenti nelle proteine sono nella configurazione L. Dopo essere stati incorporati in un polipeptide, gli aminoacidi possono essere chimicamente modificati. Formazione di un legame peptidico: il legame che si forma tra il gruppo carbossilico di un aminoacido e il gruppo aminico dell’aminoacido successivo è accompagnato dall’eliminazione di una molecola d’acqua. Una serie di aminoacidi uniti da legami peptidici forma una catena polipeptidica con una estremità con un gruppo aminico libero (N-terminale) ed una estremità con il gruppo carbossilico libero (C-terminale). La maggior parte dei peptidi naturali contengono da 50 a 2000 residui aminoacidici e vengono chiamati proteine. LEGAME PEPTIDICO L-encefalina: pentapeptide oppioide che modula la percezione del dolore Le catene polipeptidiche sono ripiegate per formare una macromolecola con una specifica conformazione tridimensionale (fibrosa, globulare). Stretta correlazione tra la conformazione di una proteina e la sua funzione. 4 livelli di organizzazione: STRUTTURA PRIMARIA STRUTTURA SECONDARIA STRUTTURA TERZIARIA STRUTTURA QUATERNARIA Le catene polipeptidiche possono contenere da pochi a centinaia di amminoacidi disposti in una sequenza ben precisa e caratteristica. Tale sequenza costituisce la STRUTTURA PRIMARIA STRUTTURA SECONDARIA: interessa tratti più o meno lunghi della catena polipeptidica. La catena polipeptidica assume nello spazio una disposizione una a-elica è una regione in regolare e ripetitiva. Questa disposizione regolare e ripetitiva è stabilizzata da cui una catena polipeptidica legami idrogeno tra il gruppo –NH- di un legame peptidico e il gruppo –CO- di un forma una spirale uniforme altro. Un polipeptide può comprendere sia regioni ad a-elica che regioni con conformazione a foglietto b. un foglietto b ha una conformazione generale pieghettata (struttura a zigzag) STRUTTURA TERZIARIA: è la forma assunta tridimensionalmente da ciascuna catena polipeptidica. E’ data dalla combinazione di più regioni ad alfaelica e/o beta-foglietto collegate tra loro da segmenti che formano delle anse. La struttura è determinata da interazioni tra i gruppi R dei vari amminoacidi che includono legami deboli (legami a idrogeno, legami ionici, interazioni idrofobiche) e da legami covalenti (ponti disolfuro —S—S— che legano gli atomi di zolfo di due unità di cisteina). Molte proteine sono costituite da due o più catene polipeptidiche che interagiscono in modo specifico per dare una molecola proteica biologicamente attiva. La struttura quaternaria deriva dalla disposizione spaziale delle catene polipeptidiche (ciascuna delle quali ha una sua struttura primaria, secondaria e terziaria). La struttura è determinata da interazioni tra i gruppi R dei vari amminoacidi che includono legami a idrogeno, legami ionici, interazioni idrofobiche e ponti disolfuro. LIVELLI DELLA STRUTTURA DELLE PROTEINE. (a) Struttura primaria, (b) struttura secondaria, (c) struttura terziaria, e (d) struttura quaternaria Esempi di proteine fibrose Struttura della seta. La fibroina è costituita da strati di foglietti b antiparalleli ricchi di residui di Ala e di Gly Struttura del collageno. (c) tre eliche si arrotolano insieme con andamento destrorso. (d) rappresentazione della superelica a tre catene del collageno vista da una delle estremità. Esempi di proteine globulari Struttura terziara della mioglobina. (a) Lo scheletro del polipeptide è mostrato nella forma a nastro. Sono evidenti le regioni ad alfa-elica. (e) Un modello spaziale con tutte le catene laterali. I residui idrofobici sono in blu; la maggior parte non è visibile in quanto si trova all’interno della proteina. Struttura quaternaria della deossiemoglob La proteina è costituita da quattro subunità co struttura tridimensionale molto simile a quella della mioglobina unite da legami non covalen (a) Rappresentazione a nastro (b) Modello spaziale LA SEQUENZA DEGLI AMINOACIDI DI UNA PROTEINA DETERMINA LA SUA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE PROTEINE DI TRASPORTO Struttura quaternaria dell’emoglobina L’emoglobina è composta da due catene a e due catene b Variazioni nella posizione dello ione ferroso in seguito al legame con l’ossigeno Lo ione ferroso è situato leggermente all’esterno del piano della porfirina dell’eme nella deossiemoglobina, ma si sposta sul piano dell’eme a seguito del legame con l’ossigeno L’EMOGLOBINA PRESENTA UN COMPORTAMENTO COOPERATIVO Il legame dell’O2 alla emoglobina mostra un andamento sigmoide, caratteristico del meccanismo cooperativo tra le subunità. Nei polmoni l’emoglobina presenta il 98% dei siti di legame con l’O2 occupati. Quando l’emoglobina raggiunge i tessuti e rilascia l’O2, il livello di saturazione scende fino al 32 %. Nelle stesse condizioni la mioglobina rilascia solo il 7% del suo O2 rispetto all’emoglobina che ne rilascia il 66% REGOLAZIONE ALLOSTERICA DELL’AFFINITA’ DELL’EMOGLOBINA CON L’O2 La capacità dell’emoglobina di legare l’ossigeno è influenzata dalla presenza di molecole regolatorie. Es: 2,3-BPG. Il 2,3-BPG è un metabolita presente nei Globuli rossi il cui legame all’emoglobina Favorisce il rilascio di ossigeno. Il 2,3-difosfoglicerato (2,3-BPG) si lega al centro del tetramero, in una tasca che è presente solo nella forma desossi dell’emoglobina. Così il 2,3-BPG stabilizzando questa forma della proteina ne riduce l’affinità per l’O2 Curve di ossigenazione dell’emoglobina purificata e dell’emoglobina nei globuli rossi. L’emoglobina purificata lega più saldamente l’ossigeno H+ E CO2 PROMUOVONO IL RILASCIO DI OSSIGENO I tessuti metabolicamente attivi (es: tessuto muscolare) rilasciano H+ e CO2, effettori allosterisci dell’emoglobina, che aumentano il rilascio di O 2 [effetto Bohr] . L’affinità dell’emoglobina per l’O2 diminuisce al diminuire del pH. Anche la CO2 fa diminuire l’affinità dell’emoglobina per l’O2; in questo modo viene facilitato il rilascio di O2 proprio in quei tessuti metabolicamente molto attivi che ne hanno più bisogno La CO2 diffonde dai tessuti agli eritrociti,all’interno dei quali, tramite l’anidrasi carbonica, reagisce con l’H2O per formare acido carbonico. L’acido carbonico si dissocia con conseguente abbassamento del pH degli eritrociti TRASPORTO DI CO2 DAI TESSUTI AI POLMONI La maggior parte di CO2 viene trasportata ai polmoni sotto forma di HCO3prodotto negli eritrociti e quindi rilasciato nel plasma. Una minore quantità viene trasportata direttamente dall’emoglobina sotto forma di carbammato
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