Le analisi del sangue (da albanesi.it)

Le analisi del sangue
(da albanesi.it)
Ultimi aggiornamenti: 2014
Le analisi del sangue sono uno strumento di basilare importanza per
monitorare le proprie condizioni di salute; la dicitura “analisi del sangue” include
un ventaglio molto ampio di test ematici; con essa, infatti, si fa riferimento a
una numerosa serie di esami di laboratorio che possono fornire informazioni
preziose, seppure spesso generiche e superficiali, in grado di aiutare il medico a
valutare la necessità di ricorrere a indagini più approfondite.
Le analisi del sangue sono un esame veloce e indolore di cui è bene approfittare
per ottenere il meglio dal proprio corpo; in quest’ottica, in assenza di altre
indicazioni, dovrebbero essere eseguite almeno una o due volte all’anno.
Per effettuarle è necessario sottoporsi al prelievo di un campione di sangue,
campione che di norma viene prelevato dalla vena di un braccio tramite una
siringa sterilizzata. La quantità del sangue prelevato varia a seconda di diversi
fattori, in particolar modo dipende dal numero e dal tipo di esami richiesti.
Le analisi del sangue sono spesso il primo passo da compiere quando si è alla
ricerca di una diagnosi; in alcuni casi rappresentano uno strumento irrinunciabile
per seguire l’andamento di una terapia e sono una procedura essenziale prima
dell’esecuzione di un intervento chirurgico.
Una volta che i campioni di sangue sono stati prelevati, vengono inviati al
laboratorio che provvede, tramite sofisticati macchinari, alle necessarie analisi
chimiche.
Interpretazione dei risultati
È opportuno ricordare che la lettura delle analisi del sangue va fatta un medico;
l’interpretazione dei risultati non è banale e molti valori dei test ematici sono
spesso poco significativi se vengono considerati singolarmente; è fondamentale,
infatti, per la maggior parte dei valori, una lettura d’insieme, così com’è
fondamentale interpretare i risultati anche in base alle caratteristiche della
singola persona. Troppo spesso, per esempio, il soggetto si allarma per un valore
fuori norma senza che vi sia un reale serio problema (il tipico caso è quello di
alcuni marker tumorali che possono risultare alterati anche da condizioni molto
banali e innocue).
Lo scopo di questo articolo quindi non è quello di stimolare una banale lettura
“fai da te” quanto, piuttosto, quello di fornire un minimo di base culturale sia per
comprendere meglio quello che il medico ci sta spiegando sia per aiutarci a porgli
domande appropriate.
Analisi del sangue: come prepararsi
Una corretta preparazione alle analisi del sangue è importantissima per
l’accuratezza diagnostica dell’esame; il non rispettare alcune semplici regole,
infatti, può essere causa di alterazioni, anche significative, dei risultati, cosa che
rende praticamente inutile tutta la procedura.
Qual è dunque il modo giusto di prepararsi all’esecuzione di un esame del
sangue? Le principali indicazioni riguardano di solito la dieta e l’attività fisica.
Per quanto concerne il regime alimentare, è oltremodo importante, salvo diversa
indicazione medica, che la sera prima del prelievo ematico non si facciano
variazioni al nostro modo di alimentarsi; in altri termini, bisogna mangiare come
sempre.
La mattina del prelievo non si deve assumere alcunché (per l’esecuzione delle
analisi del sangue sono richieste di norma dalle 8 alle 12 ore di digiuno;
assumere una bevanda zuccherata, tanto per fare un esempio, potrebbe alterare
significativamente il valore della glicemia).
Per quanto riguarda l’attività fisica, è consigliabile non eseguire le analisi il giorno
dopo un impegno fisico impegnativo perché molti valori potrebbero essere falsati
(a meno che non si voglia valutare il recupero controllando la CPK, ovvero la
creatinfosfochinasi).
Prima di un esame del sangue il soggetto dovrebbe chiedere al medico che ha
ordinato le analisi se è necessario sospendere, per un determinato periodo di
tempo, l’eventuale assunzione di farmaci; di norma ciò sarebbe preferibile, ma
non sempre è possibile farlo (i classici casi sono quelli relativi ai farmaci salvavita
e quelli che si devono assumere giornalmente per trattare patologie croniche);
si deve poi tenere conto che l’assunzione di determinati integratori alimentari
può interferire con i risultati dell’esame. In ogni caso, il nostro medico deve
essere sempre informato sulle sostanze, medicinali e no, che assumiamo.
Analisi del sangue: l’emocromo
L’emocromo (anche esame emocitometrico o come emmogramma) è un esame
basilare. Di seguito una breve descrizione dei suoi valori più significativi.
Globuli rossi (RBC) – Sono cellule del sangue (detti anche eritrociti o emazie)
a forma di disco appiattito, prive di nucleo, che trasportano l’ossigeno, fissato
tramite l’emoglobina in esse contenuta, fino alle cellule dei tessuti e riportano ai
polmoni parte dell’anidride carbonica prodotta. Il valore normale nell’uomo è di
4,5-6 milioni/mm3, nella donna 4-5,5 milioni/mm3; anche in questo caso per gli
atleti di discipline di resistenza si devono diminuire tali valori di circa 0,5
milioni/mm3. Il loro numero influenza i valori di emoglobina e di ematocrito.
Globuli bianchi (WBC) – Sono cellule del sangue (detti anche leucociti) che
hanno il compito di difendere l’organismo da attacchi esterni. Si suddividono in
granulociti, linfociti e monociti. I granulociti si suddividono a loro volta in
neutrofili (che attaccano i batteri), eosinofili (attivi contro le allergie e le infezioni
causate da parassiti) e basofili (che agiscono come filtri fra intestino e altri
organi). I globuli bianchi sono un’ottima spia contro le infezioni. Nel caso di
aumento dei granulociti si è molto probabilmente di fronte a un’infezione
provocata da batteri, mentre se aumentano i linfociti, l’infezione dovrebbe
dipendere da un virus. Valori normali sono: da 4.000 a 7.000 per mm 3 nella
donna e da 5.000 a 8.000 per mm3 nell’uomo. I neutrofili costituiscono il 4075%, gli eosinofili lo 0-7%, i basofili lo 0-2%, i linfociti il 18-50% e i monociti il
2-9%. I globuli bianchi possono aumentare anche per la somministrazione di
alcune sostanze (arginina) o in determinati periodi (gravidanza, mestruazioni).
Una loro diminuzione è generalmente relazionabile a una diminuzione delle
difese immunitarie.
Ematocrito (Hct) – È la percentuale di parte corpuscolata del sangue (globuli
rossi, piastrine e globuli bianchi). I suoi valori vanno da 37 a 46 nella donna,
mentre nell’uomo variano da 42 a 50. Per gli atleti di discipline di resistenza i
valori più probabili sono da 40 a 45 per l’uomo e da 36 a 41 per la donna.
Emoglobina (Hgb) – È la proteina che trasporta l’ossigeno ed è presente nei
globuli rossi. I valori normali sono da a 14 a 18 (g/l) per l’uomo e da 12 a 16
per la donna. Per gli atleti di discipline di resistenza tali intervalli possono essere
diminuiti di un’unità.
Volume corpuscolare medio (MCV) – Indica la grandezza dei globuli rossi ed
è importante perché serve nella diagnosi delle anemie: i globuli rossi possono
essere più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia
macrocitica). Si ricava da (ematocrito*10/numero di globuli rossi) e i valori
normali vanno da 80 a 100 femtolitri (indicati con fl). Negli sport di resistenza
l’allenamento aumenta il valore dell’MCV (alcuni atleti keniani arrivano anche a
valori di 110).
Contenuto emoglobinico corpuscolare medio (MCH) – È la quantità di
emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. Si ricava da
(emoglobina*10/numero di globuli rossi in milioni/ml) e i valori normali vanno
da 27 a 34 picogrammi.
Concentrazione emoglobinica corpuscolare media (MCHC) – Indica se i
globuli rossi a seconda della loro grandezza contengono poca o molta
emoglobina. Si ricava da (emoglobina*10/ematocrito) e i valori normali espressi
in percentuale vanno da 31 a 37. Valori inferiori si riscontrano nelle anemie
ipocromiche, valori superiori negli stati emolitici (configurazione sferocitica dei
globuli).
Red-cell Distribution Width (RDW) – Misurato in percentuale (da 11 a 16) o
in assoluto (da 39 a 50 fl), indica una misura dell’ampiezza della curva dei volumi
dei globuli rossi, permettendo di riconoscere i casi di anisocitosi (RDW elevato).
Piastrine (PLT) – Dette anche trombociti, sono corpi del sangue senza nucleo,
di forma discoidale, che giocano un ruolo essenziale nei processi di coagulazione.
Valori normali vanno da 150 a 440 migliaia/microlitro. I valori sono alterati in
caso di forti emorragie, circolazione rallentata del sangue, problemi alla milza,
leucemie o lesioni del midollo osseo. Molti farmaci (fra cui pillola anticoncezionale
e aspirina) influiscono sui valori.
Per le altre analisi principali si veda il paragrafo Gli esami del sangue presenti
nel sito.
Analisi del sangue: le due domandi più frequenti
Sono due le domande più frequenti relative alle analisi del sangue.
1) Il mio esame è fuori norma?
L’intervallo di normalità – Accanto al valore dell’esame, ogni laboratorio di
analisi indica un intervallo di normalità. Di massima tali intervalli (che sono
desunti da medie sulla popolazione) sono simili, ma non perfettamente uguali.
Pertanto uno scostamento minimo dagli estremi dell’intervallo può essere del
tutto normale.
La variazione percentuale – Una conseguenza del punto precedente è che non
conta la variazione assoluta del parametro, quanto quella percentuale. Un
parametro doppio rispetto al normale può essere preoccupante, mentre di solito
non lo è una variazione di qualche unità. Un conto è avere il colesterolo totale
fuori norma a 242 (se la normalità è indicata a 220, lo scostamento è del 10%)
e un conto averlo a 330 (aumento del 50%).
I valori composti – Alcuni valori dipendono da altri. È il caso del colesterolo
totale, somma di quello cattivo e di quello buono. Indicare un massimo di
colesterolo totale (per esempio 220) è fuorviante perché ciò che conta è avere
un valore nella norma di colesterolo cattivo (tant’è che ci si riferisce più
correttamente all’indice di rischio cardiovascolare definito come colesterolo
totale / colesterolo buono). È meglio avere il colesterolo totale fuori norma per
esempio a 240 e avere un colesterolo buono a 75, piuttosto che avere un
colesterolo totale nella norma a 220, ma un colesterolo buono a 30.
L’assunzione di farmaci – L’assunzione di farmaci (anche quelli più banali)
può alterare ovviamente l’esame, proprio come l’effettuarlo a digiuno o meno.
Anche se l’effetto di alcuni farmaci è protratto nel tempo, cercate almeno di non
assumere farmaci non indispensabili 24 ore prima dell’esame.
La gravidanza – Anche la gravidanza altera i valori di riferimento. È per
esempio il caso del fibrinogeno che può aumentare notevolmente.
L’attività sportiva – Emocromo, CPK, transaminasi, uremia ecc. sono tutti
parametri che possono essere alterati da un’intensa attività sportiva (anche
occasionale come una sporadica partita a tennis o una massacrante gita in
montagna). Gli esami dovrebbero perciò essere eseguiti in condizioni di riposo
(almeno 24 ore).
2) Questo valore è sballato. Che malattia ho?
Da un singolo esame quasi mai si riesce a risalire alla patologia del soggetto.
Deve essere valutato insieme a tutti gli altri, anche quelli normali. Per cui è
inutile esaminare il solo dato al di fuori dei valori di riferimento. Inoltre è
necessario inquadrarlo con il vissuto del paziente, cosa che solo il medico curante
con una visita diretta può fare. Per cui, se volete informazioni, scrivete, ma se
volete una diagnosi è opportuno che mostriate gli esami a un medico che possa
giudicarli dopo avervi visitato.