2 CORRI DIETRO AL TUO CUORE INDICE Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 3 La mia testimonianza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 5 A che punto è la comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 7 Suo Cristina che canta su RAI 2 - Quale vantaggio per l’annuncio del Vangelo? . . . . p. 10 Il gioco d’azzardo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 13 Nel cuore di Dio e della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 15 Un salto di qualità per raggiungere la sapienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 17 Premio oscar a Sorrentino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 18 Io, omosessuale vi spiego perchè la Chiesa Cattolica ha ragione . . . . . . . . . . . p. 19 Stiamo proprio diventando matti! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 21 I fedeli alla messa carismatica. Tagliate le gomme delle auto. . . . . . . . . . . . . . p. 22 Celebrazioni con don Beppino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 23 Stampato presso la Tipografia Artigianelli in Pontremoli 3 CORRI DIETRO AL TUO CUORE EDITORIALE don Beppino Ho l’impressione che per il mese di maggio, diversamente dagli altri mesi, si sprechino tanti proverbi e si sprechi anche molta retorica, sacra e profana. Si mette poi di mezzo anche un certa letteratura melensa costruita da poeti e scrittori che sembrano eternamente tristi e depressi. Ripensando a ciò che viene scritto sopra il “mese dei fiori” alla fine mi passa la voglia di parlarne. E’ un peccato perché a maggio i fiori ci sono per davvero: ve ne sono di tutti colori e di tutte le tinte, di tutti i profumi. Pensa alla rosa che, se la chiamano la “regina” dei fiori, ci sarà ben un motivo. “Maggio in fiore-si dice-riso nel cuore”. Questo è il primo di vari proverbi fin troppo ottimisti che perdona tutti i piccoli o grandi incidenti stagionali che neppure i migliori meteorologi riescono a spiegare. “Fango di maggio, spighe di agosto”. E va bene, ci puliremo le scarpe dal fango, purché maturino le spighe. “Maggio piovoso, anno copioso; maggio asciutto e soleggiato, molto grano a buon mercato”. Quindi che ci sia pioggia o sole va bene lo stesso. O che siano diverse teorie di due differenti scuole agrarie che in modo o in altro cercano di giustificare a tutti i costi questo mese tutto sommato simpatico? Insomma, si diceva che marzo e aprile, sia che piovesse sia che ci fosse il sole, questi mesi facevano sempre male, perché c’era quella “r” di mezzo. Maggio invece, che non ha la “r”, sia che ci infanghi o ci faccia girare la testa con i primi calori, ha sempre ragione. Così c’è un po’ di giustizia sociale anche nel calendario. Mi ricordo che quando ero piccolo, al calar della notte, a maggio si vedevano le lucciole. Adesso invece le lucciole le trovi anche in pieno giorno posteggiate in molti angoli delle nostre strade. Le lucciole! Le contemplavo estasiato andare a spasso come piccole lanterne nella notte sopra i campi di grano che incominciava a spigare e in quel momento i campi non mi sembravano più campi ma piste di atterraggio per una danza straordinaria di stelle. Maggio lo trovo uno dei mesi più suggestivi dell’anno e si merita davvero tutti i suoi 31 giorni. E’ il mese delle prime rondini “gira-campanili”; è il mese delle finestre spalancate e il mese del primo fieno che Leopardi definiva “odoroso”. Maggio è anche il mese di Maria e con lei tutto cambia. Quanti castelli di carta sono stati costruiti sulla Madonna che ci impediscono di 4 vederla e di capirla come veramente è. Maria non vive tra le rose, i gigli o nelle nicchie che noi le abbiamo costruito. Maria viveva e penso vorrebbe ancora vivere tra le case basse e i piccoli orti di Nazareth. Anche lei al mattino andava all’unico pozzo del villaggio con la brocca in testa aspettando il suo turno mentre il bambino Gesù si divertiva con i suoi compagni poco lontano. Tornata a casa preparava i cibi comuni ad una famiglia modesta: uova, latte, burro, ricotta, olive, cipolle, zucchini e fave con le CORRI DIETRO AL TUO CUORE immancabili erbe amare. Preparato il cibo lo metteva in un vassoio che deponeva al centro del tavolo e i commensali seduti su piccoli sgabelli o allungati su dei lettini, vi attingevano con le mani. Insomma, diciamolo chiaro, a Nazareth non erano gli angeli che impastavano la farina o accendevano il fuoco nel cortile. Per questo la Madonna piace molto anche a me perché ha tutto il sapore di casa nostra. Come si fa a non amarla? Come si fa a non aprirle la porta della nostra casa? CORRI DIETRO AL TUO CUORE 5 SE DOVESSI ATTRAVERSARE TERRA E MARE E ANCHE IL FUOCO, ADESSO IO NON HO PIÚ PAURA. LA MIA TESTIMONIANZA Nella mia vita qualche volta ho provato la paura del buio spirituale e mi sembrava di essere in un tunnel senza una via d’uscita. Ero angosciata e il mio cuore sembrava una ghiacciaia, mentre dimagrivo a vista d’occhio perché non riuscivo più a nutrirmi. Mi ero messa in testa di voler essere la più bella di tutte, convinta che se non mi nutrivo sarei diventata bellissima. Cercavo la pace ma non la trovavo, quindi per sentirmi meglio dormivo molto ma durante la notte mi svegliavo, spesso assalita dagli incubi e mi facevo prendere dal panico. Oggi, negli occhi di tanti giovani che incrocio sui mezzi di trasporto, per le strade e nei negozi, io rivedo i miei stessi occhi e in loro rileggo tutta la mia storia. Sono giovani rovinati e resi precocemente vecchi da modelli di vita sbagliata, eccitati da musiche strane, vestiti in maniera eccentrica e con uno sguardo che sa di rabbia e di violenza. Allora mi chiedo dove hanno nascosto la gioia del Risorto questi giovani e perché rifiutano la luce del sole, perché è morta la loro speranza? Voltandomi un po’ indietro nella mia vita, ricordo che Dio ha bussato tante volte alla porta del mio cuore ma io non mi decidevo ad aprire perché temevo di perdere la mia libertà, magari poi sentendomi obbligata ad osservare tante regole strane di cui ci parlavano i preti. Io volevo camminare con le mie gambe, volevo stare al passo della società in cui vivevo. Poi un giorno mi colpì questa riflessione che mi capitò di leggere non so più dove:”I mali del nostro secolo sono soprattutto due: l’indifferenza religiosa e la ricerca di un dio e di una religione a proprio uso e consumo”. L’occasione per aprire finalmente a Dio la porta del mio cuore mi fu offerta da una mia pro-zia, suora consacrata, che un giorno, chissà perché mi regalò una immaginetta che rappresentava la Madonna con queste parole che la Vergine aveva detto a Medjugorje:”Figli, pregate il Santo Rosario ogni giorno e avrete la pace”. Allora mi sono detta:”Bene, voglio provarci!”. Sono entrata nella stanza di mia sorella dove c’era un bel quadro che raffigurava la Madonna e ho incominciato a dire il Rosario. Arrivata alla seconda decina ho incominciato a sentire una strana sensazione di grande pace e di benessere, mentre la mia angoscia se ne andava. Da allora ogni giorno ho sempre pregato il Rosario sino a quando mia madre, visto il mio cambiamento, aveva messo quel quadro della Madonna 6 nella mia stanza al posto dello specchio. Sentivo che la Madonna mi diceva con dolcezza:”Tu hai fatto un passo verso di me e io non ti lascerò mai”. Lentamente Maria mi ha portato a Gesù, un amico che purtroppo conoscevo poco. Finalmente ho ripreso a nutrirmi, ho incominciato ad uscire e a sorridere. Ero molto felice e mi rendevo conto di tante cose belle che c’erano attorno a me e che avevo dimenticato per anni. La Madonna inoltre mi ha avvicinato alla Chiesa, facendomi gustare la gioia della celebrazione dell’Eucaristia con tanti altri fratelli e sorelle. Ho sperimen- CORRI DIETRO AL TUO CUORE tato la grazia del sacramento della penitenza e tutto è diventato molto diverso. Un viaggio a Medjugorje mi ha confermato in questo nuovo cammino e mi ha dato il gusto della Parola di Dio. Oggi soffro molto nel vedere alcuni giovani della mia stessa età che non fanno altro che inseguire il pallino del sesso a tutti i costi e non si rendono conto di ciò che svendono a poco prezzo. Credo però che, come Dio mi ha ricuperato, anche se ho ancora molta strada da percorrere, così Lui può recuperare tanti altri giovani che non lo conoscono o lo ignorano. Ora capisco meglio che la mia vita 7 CORRI DIETRO AL TUO CUORE non deve limitarsi soltanto alla preghiera, ma devo essere testimone di quello che Gesù ha fatto per me nella sua grande misericordia. Accetto questa sfida e sono felice di imbarcarmi in questa nuova avventura. Ogni giorno passato con Lui non conosce mai la monotonia o la noia, ma è sempre fresco e nuovo. Ho avuto anche la possibilità di fare un po’ di volontariato, anche se breve, in missione, prima in Ecuador e poi in Uganda: per me è stata un’esperienza che mi ha arricchito molto; in quei luoghi ho lasciato il mio cuore e me l’hanno rubato soprattutto i bambini. Un bel giorno nella mia vita è entrato anche don Beppino che ho conosciuto in occasione di qualche celebrazione e tante cose sono cambiate. Resto in ricerca e spero proprio che il don riesca ad aprire una comunità di preghiera, accoglienza e lavoro: io potrei anche essere una delle sue “pecorelle”. Sperimento giorno dopo giorno che “felicità e grazia” mi accompagnano come dice il salmo 22 perché sento che Gesù non mi abbandona mai. Io sono nel palmo della mano di Dio e Lui mi ripete che sono preziosa ai suoi occhi, come sono preziosi quanti incontro sulle strade della mia vita. Sento che dovrò camminare ancora molto là dove Dio mi vorrà condurre: avrò da attraversare terra e mare, forse anche il fuoco, e chissà mi troverò ancora bagnata dalle mie lacrime, ma che importa quando so che è Lui che mi conduce. Francesca, 24 anni. A CHE PUNTO È LA COMUNITÁ? E’ una domanda che mi viene rivolta spesso da alcuni amici. Chi ha fiducia nella nascita e nello sviluppo di questa comunità e anche coloro che nel tempo ci hanno aiutato finanziariamente aspettano una risposta. Sto aspettando anch’io una risposta da parte dell’autorità competente, dopo questo prolungato “anno sabbatico” che mi è stato concesso. Siamo quindi in molti ad aspettare! Non manchi comunque il sostegno della vostra pre- ghiera affinché lo Spirito Santo conceda con abbondanza il discernimento necessario. *** Al di là di uno Statuto di vita, necessario, di un regolamento e di principi di conduzione per questa comunità quando potrà iniziare, ecco qualche mia riflessione sulle piccole comunità di vita che ritengo importanti per l’avvenire della nostra Chiesa, come afferma anche Papa 8 Francesco. Vi sono comunità dove l’amore fraterno si esprime con cristallina limpidezza fra i componenti e diventa un amore contagioso anche all’esterno raggiungendo altre persone. Vi sono però anche altre comunità che sono come dei cerchi chiusi; comunità talvolta formate da persone che sono soltanto alla ricerca di un sostegno psicologico e cercano un clima di consenso e di rassicurazione. Sono comunità fatte di soggetti molto insicuri, spesso nevrotici, con notevoli carenze affettive e difficoltà di dialogo. Per queste persone la comunità diventa semplicemente una barriera protettiva. Questa è una comunità pericolosa. Io vorrei, pur con tutti i limiti, una comunità matura, che raccoglie e sa formare persone adulte, capaci di stare in piedi da sole. O almeno una comunità, pronta ad accogliere anche persone CORRI DIETRO AL TUO CUORE immature, ma per maturarle, per dare loro una spina dorsale e non semplicemente per offrire delle stampelle per riuscire a stare in piedi. Vorrei una comunità che offre spazio al silenzio perché le grandi opere sono nate dal silenzio mentre il rumore genera alienazioni e nevrosi. Un silenzio che non ha valore in se stesso ma è finalizzato all’incontro con se stesso, con gli uomini e con Dio. Un silenzio che può essere considerato come spazio di sosta riflessiva indispensabile per fare, della comunità, una comunione. Vorrei una comunità che, a questa società spesso disumana, fatta di tante direttive e di risultati tangibili da raggiungere in fretta, è capace di offrire accoglienza, un sorriso, fiori, sogni, preghiera, musica, calore. Questa comunità diventa la vera controcultura contro la massificazione dei rapporti tra noi. CORRI DIETRO AL TUO CUORE Vorrei una comunità che prega, non per ottenere favori dall’alto, ma per imparare a vivere di gratuità e di disinteresse verso tante cose che sono stimate necessarie e indispensabili, testimoniando che, ciò che è inutile secondo le categorie produttive, per noi invece è necessario, se vogliamo che l’uomo non si riduca a una macchina per “fare”. Sì, accetto anche una preghiera che chiede, ma lo fa non per ottenere delle grazie particolari, bensì per ottenere la grazia della povertà e della dipendenza totale da Dio. Una preghiera che ci insegna che dobbiamo essere noi stessi, con il nostro nome, con i nostri problemi, con le nostre gioie e dolori, pronti ad ascoltare Dio e a parlare con lui. Vorrei una comunità che è capace di trasformare il lavoro, anche il più duro, in un mistero gaudioso. Senza preoccuparmi troppo se l’erba del vicino mi sembra più verde, mentre è proprio il contrario: l’erba più verde è la mia, è proprio quella che cresce nel mio orto, è l’erba del mio “oggi” perché è quella che ho coltivato con Dio. E’ l’erba che mi può nutrire di rugiada quando fa troppo caldo e mi riempie gli occhi di colori e di vita quando il freddo cerca di entrare nel cuore. Vorrei una comunità che non ha fretta, perché come diceva Teresa d’Avila, la fretta è la nemica della contemplazione. Magari poter fare a meno di tante cose in comunità, per vivere più vita, nel senso della qualità della vita. Senza mai rim- 9 piangere quello che non ho fatto, imparando invece ad accontentarmi del vissuto che è molto più denso e profondo. Allora posso avvertire di aver fatto tutto perché tocco una dimensione di assoluto, trovando finalmente riposo nel caldo nido di Dio. Vorrei avere una comunità in cui regna la pace che è il frutto di molte virtù messe insieme: la frugalità, l’ascolto, la fede, la mancanza di pretese, la fiducia e un grande abbandono. Perché pace non significa apatia, indifferenza e quieto vivere per tutti senza tanti problemi. E’ una pessima pace quella che cerca sempre di aggirare gli spigoli, sempre condiscendente e arrendevole, pronta a transigere sui principi e disposta a concedere a tutti una cuccia ben calda. Una pace in pantofole è una morte anticipata perché lascia tutti tranquilli e chi si è visto si è visto. Quando Gesù durante l’ultima cena promette la pace ai suoi discepoli, precisa bene che è la sua pace, non la pace che dà il mondo. Perché la pace che dà il mondo, alla fine si riduce a una scaltra difesa delle ferite ricevute, un patteggiamento e magari anche un calcolo. La pace che Gesù ci offre è drammatica, qualche volta ferita, spesso dolorosa. Perché le radici di questa pace non sono in una vita facile, calcolata e protetta. Le radici di questa pace sono in quel Dio che ci è sempre vicino, ci ama e che anche noi possiamo amare. don Beppino. 10 CORRI DIETRO AL TUO CUORE SUOR CRISTINA CHE CANTA SU RAI 2. QUALE VANTAGGIO PER L’ANNUNCIO DEL VANGELO? Lo sa chi sono Piero Pelù e J AX che si compiacciono della sua esibizione canora? di Daniele Di Luciano Che strana sensazione quando ti rendi conto di essere più bigotto di una suora. Dato che non ho il televisore, non conoscevo il nuovo programma di Rai 2: ”The Voice”. Ho scoperto invece che le suore hanno il televisore e lo guardano pure. Altrimenti suor Cristina, 25 anni, non avrebbe potuto partecipare al programma, se non l’avesse conosciuto. Comunque la giovane suora si è esibita cantando “No one” di Alicia Keys. Di fronte a lei c’erano i quattro presentatori: J Ax, Piero Pelù, Raffaella Carrà e Noemi. Dopo la canzone la suora doveva scegliere di entrare in squadra con uno di questi personaggi. Quando Piero Pelù ha proposto alla suora di far parte del suo team, la suora, per scherzare, gli ha fatto un gesto un po’ equivoco. Ciò che mi ha colpito di più non è stata l’esibizione della suora ma la scena successiva. Dato che conosco tre dei quattro personaggi che hanno dialogato con la suora, mi chiedevo: ma la suora lo sa chi sono questi? Forse occorre un piccolo ripassino. Piero Pelù, ex cantante dei Litfiba, non è estraneo all’esoterismo. Forse non tutti avranno approfondito così tanto questo lato occulto del cantante, però tanti conosceranno uno dei più grandi successi dei Litfiba: El Diablo. Suor Cristina aveva un anno quando uscì quella canzone e quindi non può ricordare che centinaia di giovani, ed io ero tra quelli, cantavano che “il paradiso è un’astuta bugia”, come viene più volte ripetuto nel testo. Viene anche detto: ”Ah, sua santità el Diablo!”. Per non parlare della nuova versione, quando Pelù, invece di dire “666”, dice “Ra-tzin-ger”. Addirittura Pelù è lo stesso che, riferendosi all’attentato del 1981 a Giovanni Paolo II, disse:” In concerto, mettemmo in piedi una sceneggiata in cui ce la prendevamo con l’attentatore del Papa, ma solo perché aveva sbagliato mira”. J Ax, ex cantante degli Articoli 31, non diffonde valori esattamente cattolici. Uno dei suoi maggiori successi è stato “Ohi, Maria”, un inno alla marijuana. Nella canzone si invita anche ad andare a votare Pannella dei Radicali, il partito che si batte da decenni per la legalizzazione delle droghe, per l’aborto, per l’eutanasia e contro la Chiesa cattolica. Non solo. J Ax, in molte canzoni come “Tocca qui-Voglio una lurida-La fidanzata…” propaganda il sesso libero sotto ogni forma. Il compito della Chiesa è ancora CORRI DIETRO AL TUO CUORE quello di convertire il mondo senza farsi mondanizzare? O mi sono perso qualcosa, dato che non ho il televisore? (Da “BASTABUGIE” n. 342 del 28 marzo 2014) *** RISPOSTE DI QUALCHE LETTORE DI “BASTABUGIE” *Suor Cristina si illude di poter essere ricevuta personalmente da Papa Francesco e magari anche di essere incoraggiata da lui per continuare a cantare per evangelizzare. L’evangelizzazione è qualche cosa di ben diverso! Più che portare un annuncio che evangelizza, purtroppo la suora si è adattata anche lei alle regole della tv. Chi si è veramente convertito e ha cambiato il cuore con questa apparizione in tv? Se Gesù tornasse nuovamente ad evangelizzare, io dubito molto che prenderebbe in mano il microfono per cantare al karaoke, giusto per adattarsi ai tempi! don Beppino. *Premetto che concordo quasi sempre con gli articoli pubblicata da BastaBugie. Però questa volta sento il bisogno di scrivere per esprimere il mio disaccordo con l’articolo su suor Cristina. Certamente i giudici dello spettacolo non sono cristiani, anzi tutt’altro, ma è Gesù stesso che ha affermato che Lui non è venuto per i sani, ma per i malati, e anche che il pastore lascia le 99 pecorelle al sicuro nell’ovile, per andare a cercare quella smarrita. Secondo me la performance di suor Cristina, con quello che ha detto (Dio mi ha dato un dono e io ve lo dono e anche il 11 Papa ha detto di andare ad evangelizzare), detto in quel contesto, con quel linguaggio, a quel pubblico, può sortire qualcosa di buono. Non credo che sia un caso che il rapper J AX si sia commosso. In ogni caso anche i farisei si scandalizzavano quando Gesù pranzava con i pubblicani e le prostitute. Penso che per portare il messaggio del Signore nel mondo, si debba andare nel mondo, comprendere e parlare il linguaggio del mondo e anche rischiare di sporcarsi. Non è forse quello che va dicendo Papa Francesco dall’inizio del suo pontificato? O il pastore delle pecore deve rimanere nel recinto a “pettinare” l’unica pecorella rimasta, mentre ce ne sono 99 smarrite? Sauro. *Perplessa. Non saprei come altrimenti dire lo stato d’animo che suscita in me Suor Cristina. Sono una suora anch’io, anch’io ora come in passato non disdegno il mezzo televisivo che considero un ottimo strumento di evangelizzazione. Penso però che molti di noi, reli- 12 giosi, sacerdoti e religiose, non sappiamo usare questo strumento diventando di fatto, o l’agnello immolato in trasmissioni preparate ad arte, per far fare una brutta figura a uomini e donne di Chiesa, incapaci di dominare la comunicazione, o fenomeni da baraccone rincorrendo un modo di comunicare che bada più all’effetto che alla sostanza. Pochi di noi si sanno muovere bene in questo mondo della comunicazione. Della comunicazione televisiva io conosco i vantaggi e anche le insidie. Non demonizzo i media, li considero una chance per il Vangelo, credo però che vada messo a fuoco il perché e il come della nostra presenza di consacrati. Guardando suor Cristina, capisco che sono di fronte ad un nuovo fenomeno: carina, giovane, con una grande capacità comunicativa e con una voce strepitosa, ha carisma da vendere. Nello stesso tempo resto perplessa davanti alla sua esibizione e mi chiedo se veramente ce n’era bisogno. Quale vantaggio per il Vangelo? Certamente suor Cristina e le sue consorelle avranno pregato e fatto discernimento per non affrontare questa scelta con superficialità e a cuor leggero. Hanno le loro ragioni. Ma io non riesco a comprenderle. Molti sono stati raggiunti dalla gioia esplosiva di questa suora e questo è un bene. Tanti si saranno fatti delle domande che altrimenti non avrebbero mai avuto la possibilità di farsi. Eppure tutto questo non basta per farmi dire di sì. Non riesco a togliermi di dosso il disagio di una presenza fuori posto e non perché si tratta di televisione: i cristiani come sale e lievito devono essere CORRI DIETRO AL TUO CUORE ovunque. Ciascuno ha il proprio dono, per citare suor Cristina e fin qui sono d’accordo con lei, ma questo dono messo in circolo in questa maniera, lascia davvero trasparire il Donatore di ogni dono? Io non ho ancora una risposta. Tendenzialmente sarei tentata di prendere le distanze da questo modo di presentare la vita consacrata e lo dico da consacrata anch’io tante volte criticata per la presenza nei media, per uno stile forse troppo distante dai canoni tradizionali con i quali viene rappresentata la vita consacrata. Credo che ci sia davvero bisogno di una nuova presenza nel mondo di noi, uomini e donne che abbiamo scelto la via della verginità. Ma credo anche che la nostra presenza debba essere appropriata al proprio essere nel mondo ma non del mondo e che, un abito, volente o nolente, ti chiede di fare alcune cose e di rinunciare ad altre. Per il momento mi limito sinceramente ad augurare a questa giovane suora ogni bene e che Dio la conduca dove Lui vuole, anche fossero delle strade inconsuete. Prego per lei e per la sua consacrazione. Suor Roberta Vinerba. *La faccia è acqua e sapone, la battuta è spontanea e fanciullesca. Mi sono convinta della genuinità della suora. Ho visto il desiderio sincero di far emergere una immagine diversa dalla suora. Quello però che mi lascia molto perplessa e che mi porta a mettere in guardia suor Cristina e le sue consorelle è il mondo in cui sono piombate. Non mi sono piaciute le riprese della trasmissione “The Voice”, 13 CORRI DIETRO AL TUO CUORE volte molto più a tracciare il lato comico della faccenda piuttosto che la serietà dell’impegno di colei che stava cantando. Non mi fido del mondo dei media che, prima porta in alto le sue vittime e poi le lascia cadere nel baratro. Sarebbero troppi i nomi da elencare, fra coloro che, frati, suore o preti, hanno poi perso tutto, vocazione e talento. Non sono oscurantista e sono convinta che non si possa fare a meno di utilizzare i mezzi di comunicazione sociale. Attenzione però a non corteggiare mamma tv, pensando in questo modo di essere più appetibili alla gente e ai giovani. Gesù ci chiama ad un’autenticità di vita che ha poco a che fare con il piccolo schermo. Chi segue Cristo, segue sempre le orme di uno che va verso la croce. Suor Maria Gloria Riva. IL GIOCO D’AZZARDO: QUANDO LO STATO FAVORISCE IL VIZIO di Tommaso Scandroglio Nel mese di dicembre 2013 è stato redatto il PAN( Piano di azione nazionale 2013-2015), per delineare linee strategiche operative in merito al fenomeno del gioco d’azzardo patologico(GAP). Il progetto nasce su proposta e supervisione tecnico-scientifica del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. D’accordo che il gioco d’azzardo può diventare come una droga, ma qui la competenza del Dipartimento Antidroga non è pertinente. Questo dipartimento si occupa di una materia, la droga, che è considerata illecita secondo il nostro ordinamento giuridico. Il gioco d’azzardo invece è legale. Appare quindi paradossale che un’attività legale riceva l’attenzione di un organo che deve combattere attività illegali. Questo è accaduto perché un comportamento di per sé innocuo - giocare cinque euro al gratta e vinci – è diventato, con la benedizione di quello stesso Stato che ora cerca di tamponare le falle, un fenomeno di massa spesso con profili problematici sia sul piano della salute, provocando non di rado dipendenza, sia sul piano della sicurezza pubblica, il giocatore patologico entra in contatto spesso con usurai e il giro di soldi intorno all’azzardo interessa la malavita organizzata, sia sul piano sociale, sfasciando le famiglie. Da qui una domanda: non era più facile vietare il gioco d’azzardo in radice? Oppure, come accadeva una volta, limi- 14 tarlo ai pochi casinò presenti in Italia? Lasciamo per ora la domanda in sospeso. Nel PAN vengono previste una serie di strategie per aiutare le persone vulnerabili ad uscire dal tunnel del gioco, soprattutto tramite supporto psicologico. Ma il Piano di azione interessa anche i comuni cittadini che mai hanno giocato una schedina nella loro vita, dato che sono previste campagne di sensibilizzazione ed interventi nelle scuole. Tutte cose encomiabili, ben inteso, però ci sono alcune iniziative che odorano di bruciato e che svelano il vero volto del nostro ordinamento giuridico, un volto statalista che tutto vede e tutto vuole controllare. Una proposta è quella che per giocare alle slot machine e al Vlt (Video lottery terminal) ci vuole la tessera sanitaria. Così ti controllano e vedono se sei maggiorenne e quanto spendi. Una sorta di schedatura. Naturalmente – si badi bene – lo fanno per il tuo bene. Davvero il nostro Stato è “il Grande Fratello” che scruta in modo capillare ogni piega della tua esistenza: non solo ti segue in tabaccheria per vedere quanto spendi al superenalotto e che numero gio- CORRI DIETRO AL TUO CUORE chi, ma controlla per via amministrativa ogni tuo respiro quando vuoi aprire un’azienda, ti dice per bocca dell’Unione Europea in quali cantine invecchiare i salumi e quanto strette devono essere le maglie delle reti da pesca per il pesce azzurro, pianifica strategie nazionali di ogni tipo per contenere i danni del gioco d’azzardo, per contrastare l’omofobia…C’è dell’altro poi. Il recente disegno di legge sul gioco d’azzardo prevede l’inserimento nella cura dei ludopatici nei livelli essenziali di assistenza sanitaria nazionale (alla faccia delle priorità in sanità). Cioè, paghiamo noi per i vizi altrui. “Chi è causa del suo male pianga se stesso” non è più di moda dunque. Spendi e spandi alle slot machine, poi ti curiamo noi a spese di tutti. Illudendo la persona di essere libera di fare quello che vuole, in realtà lo Stato crea una dipendenza dallo Stato. Altro che dipendenza da gioco d’azzardo! Siamo come quei cani felici che escono per l’agognata passeggiatina e relativi bisognini, ma tenuti al guinzaglio dal proprio padrone. Da “BASTABUGIE” n.339 del 7 marzo 2014. CORRI DIETRO AL TUO CUORE 15 NEL CUORE DI DIO E DELLA CHIESA (PADRE RASCHI E GILIANA) Malgrado tutto, Dio continua a condurre la storia dell’umanità e vuole vederci felici ricordandoci ogni giorno il suo amore e la sua misericordia attraverso la voce dei suoi profeti. E’ stata singolare la chiamata di padre Bonaventura Maria Raschi di cui ricorre il 27° anniversario della sua entrata nella gloria di Dio. E pronta fu la sua risposta: per più di mezzo secolo si è messo a servizio di Dio e della Chiesa. Padre Raschi è stato un grande evangelizzatore, soprattutto con la forza e l’autorità della Parola, pane che spezzava ovunque. Ebbe anche l’intuizione e la realizzò, di organizzare una tipografia, come fece prima di lui il suo confratello, padre Massimiliano Kolbe, per poter raggiungere i più lontani. A padre Raschi accorrevano le folle per avere consolazione, consigli e benedizioni e lui era sempre disponibile ad accogliere tutti, sotto la protezione della Vergine Maria che amava tanto. Mise tutto il suo cuore e tutte le sue energie per realizzare la costruzione di un Santuario sulle falde del monte Fasce, dedicato a Maria “Fonte della misericordia”. In quel Santuario, purtroppo da anni praticamente quasi sempre chiuso, con la necessità che c’è oggi di chiese aperte, ogni particolare è ben studiato e tutto invita alla preghiera e alla meditazione. Chi allora entrava nel Santuario arrivava talvolta come un pellegrino disperato, preoccupato, malato, in cerca di pace e trovava sempre accoglienza, conforto, perdono e pace. Padre Raschi invitava tutti alla conversione del cuore, alla preghiera e a una grande devozione verso la Madonna di Fatima. Chiamava con molto affetto Papa Giovanni Paolo II “il grande martire del XX secolo” e alcuni anni prima degli avvenimenti, preoccupato per la sua incolumità, una volta scrisse nel suo mensile che “tutti dovevano pregare molto la Madonna per il Papa perché la Vergine lo salvasse da un pericoloso attentato”. I suoi “amici” erano Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, padre Pio e Madre Speranza. Padre Pio soleva dire ai pellegrini che venivano da lui dal nord Italia:” Perché venite fin quaggiù? Andate a Genova da padre Raschi che è come me”. Papa Giovanni XXIII quando era nunzio apostolico a Istanbul incontrò padre Raschi, divennero subito amici e l’aiutò per la costruzione del Santuario. Madre Spe- 16 ranza lo consigliò e lo sostenne nella sua opera. Sul monte Fasce, nel nascondimento viveva anche Giliana: un’anima bella che pregava, soffriva nel suo corpo malato e offriva tutto per la sal- CORRI DIETRO AL TUO CUORE vezza delle anime consacrate e per la Chiesa. Giliana offriva ogni sofferenza alla Madonna; è stata lei che ha contribuito molto, anche finanziariamente, per la costruzione del Santuario. I suoi consigli per coloro che venivano da lei carichi di problemi erano sempre un balsamo che liberava e sanava. Da 20 anni anche Giliana ha raggiunto padre Raschi nella gloria della Trinità e oggi, i nostri due protettori che hanno tanto sofferto, sperato e amato, intercedono per noi. Lucia. PS. Chi volesse conoscere meglio la figura straordinaria di padre Raschi e quella di Giliana trova molte indicazioni nel libro scritto da don Beppino Cò : “Chi farà tacere il vento? L’uomo di Dio: padre Bonaventura Maria Raschi”, edizioni Villadiseriane. CORRI DIETRO AL TUO CUORE 17 UN SALTO DI QUALITÁ PER RAGGIUNGERE LA SAPIENZA Il Ministero della Pubblica Istruzione provvede, attraverso i programmi delle varie discipline scolastiche che ci offre, a farci diventare dei cittadini validi che un giorno possano prendere in mano le redini della società. I genitori e gli insegnanti inoltre ci vogliono saggi e anche felici. La scelta dei contenuti delle materie che affinano intelligenza e arricchiscono la psiche viene sempre più aggiornata con nuovi metodi sperimentati ormai su scala mondiale. In qualità di insegnante vorrei lanciare un messaggio a qualche giovane che talvolta si sta adagiando troppo nella sua vita. Nella mia esperienza di insegnante ho capito che la vera maturità di un giovane viene raggiunta quando lui riesce a fare con decisione un salto di qualità. In questo salto di qualità può essere aiutato da un allenamento costante e perché no, anche dalla rinuncia a tante cose inutili, con il coraggio di scegliersi degli amici intelligenti e pratici. Secondo me, però tutto questo non è sufficiente. Un trampolino di lancio, per chi crede, potrebbe essere un altro amico, un certo Gesù di Nazaret che molti oggi fingono di ignorare. Gesù agisce e interviene ancora oggi con tutta la sua autorità. Un giorno sono andata a trovare Matteo, ero preoccupata perché sua mamma era venuta a prelevarlo a scuola improvvisamente avvertendolo che suo padre doveva essere ricoverato d’urgenza per subire un intervento chirurgico rischioso. Io l’avevo consigliato di andare a pregare in una celebrazione “carismatica” tenuta da don Beppino. Matteo accettò, ci andò e per suo padre tutto si risolse perfettamente. Da allora Matteo è diventato un evangelizzatore, accettando anche di svolgere il ruolo di catechista nella sua parrocchia e accompagnando altri giovani in alcuni campi vocazionali durante le vacanze estive. Con me, alcuni dei miei studenti sono riconoscenti per gli insegnamenti forti che hanno trovato nei libri scritti da don Beppino che invita, tra l’altro, di avere il coraggio per remare contro corrente quando è necessario. Avviandoci verso la conclusione dell’anno scolastico, approfitto dell’opportunità che mi è offerta attraverso il bimensile di don Beppino, per ringraziare i Presidi e anche i professori della scuola alla quale mi onoro di appartenere in qualità di insegnante. Lucia 18 CORRI DIETRO AL TUO CUORE PREMIO OSCAR A SORRENTINO: QUANDO NOI ITALIANI SIAMO FIERI DI PARLAR MALE DI NOI STESSI! di Rino Cammilleri A me, come a tutti i cittadini italiani medi, il fatto che il regista Sorrentino abbia preso l’Oscar, non porta in tasca nulla. Non aumenta il mio benessere nemmeno se vince la nazionale di calcio, o uno sciatore italiano d’anagrafe, ma dal nome invariabilmente tedesco, strappa un trofeo. Noi italiani siamo bravi a emigrare ( e solo all’estero un italiano capace può emergere) o a eccellere in cose che l’italiano medio può vedere solo con il binocolo: l’alta moda e la Ferrari. Gli stereotipi italici nella mente degli stranieri – rassegniamoci – sono questi: pizza & mafia. E ve lo dice uno che ha pubblicato un “Doveroso elogio degli italiani” (Rizzoli 2001), libro di cui più invecchia più si pente. E veniamo agli Oscar. Mentre facciamo notte per le strade esibendo bandiere dalle auto e strombazzando come matti ubriachi non solo di gioia per il premio vinto, vediamo che l’Oscar è un premio tutto americano che va ai film americani. Là l’industria cinematografica non campa di sovvenzioni. Là ogni milione di dollari (privati) speso per un film ne porta dieci dall’estero…Ora, poiché a qualcuno non è parso giusto che la vastissima periferia dell’impero stia solo a guardare gli scintillii di Los Angeles, ecco una briciola: un (1) film straniero può aggiudicarsi un cascame della Notte delle Stelle…Agli americani interessa solo vedere al cinema quanto sono superiori loro e quanto sono inferiori gli altri. Perciò non rimaneva che mostrare agli americani la solita Italietta che fa la solita pena, anche se aggiornata. Così il film “La grande bellezza” è quella di Roma, o meglio il suo passato monumentale, popolata purtroppo da italiani che stanno ai greci di oggi come questi stan- 19 CORRI DIETRO AL TUO CUORE no all’Atene di Pericle. Va bene, direte voi, un Oscar è sempre meglio di niente. Concordiamo e nulla intendiamo togliere al film di Sorrentino che, oltretutto, ha fatto incetta di altri premi internazionali. Ma non ci si parli, per cortesia, di orgoglio nazionale… Il film di Sorrentino dovrebbe essere mostrato non tanto agli americani, i quali sono già informati dai turisti, bensì nelle scuole italiane e con questo sottotitolo: “Grande passato, penoso presente, nessun futuro. Guagliò!, jatevènne”. Dalla Roma di Augusto a quella del sindaco Marino. Già: basta spostarsi nella confinante Svizzera per trovare un popolo che sa almeno scegliersi gli amministratori. Noi non sappiamo fare nemmeno quello e, a ogni tornata elettorale, ci ritroviamo invariabilmente peggio di prima. Da “BASTABUGIE” n. 340 del 14 marzo 2014. IO, OMOSESSUALE (RIMASTO TALE), VI SPIEGO PERCHÈ LA CHIESA CATTOLICA HA RAGIONE di Maddalena Boschetto. Che Philippe Arino sia un tipo decisamente controcorrente, è un dato di fatto. Francese, nato nel 1980 da una famiglia profondamente cattolica, professore di spagnolo, saggista, blogger, omosessuale dichiarato da quando aveva 17 anni: fin qui la sua biografia non sembrerebbe diversa da quella di altri suoi coetanei, se non fosse che, due anni fa, Philippe lascia il compagno con cui stava dal 2009. “ Da allora ho abbracciato la via della continenza che la Chiesa chiede alle persone omosessuali” racconta senza giri di parole in un mondo “sesso centrico” in cui i vocaboli “astinenza” e “castità” appaiono relitti di un passato morto e sepolto alla maggior parte delle persone, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale. Nel suo blog “il ragno del deserto” ci tiene a precisare di non voler essere etichettato come un ex gay, ma semplicemente come una persona che si è sentita pienamente accolta per quello che è. Un semplice “ragno”, potrebbe dire qualcuno, per tornare alla metafora del titolo, ma un ragno amato. Ecco le domande che sono state poste a Philippe, con le sue risposte. Domanda: In molti accusano la Chiesa di essere “omofoba”, mentre tu dici di esserti sentito accolto e di aver voluto addirittura intraprendere il cammino della continenza. Perché? Risposta: prima di iniziare il percorso che propone la Chiesa non ero felice e vedevo che non lo erano nemmeno molte 20 delle persone che mi stavano intorno e ho deciso, per la prima volta, di obbedire a quello che la Chiesa chiede alle persone omosessuali. Da quel momento ho scoperto non solo una grande unità che non avevo mai avuto prima, ma soprattutto mi sono sentito amato senza dover rinnegare quello che sono. Domanda: Quindi non hai dovuto cambiare sesso per essere accolto? Risposta: No, mi è bastato fidarmi della Chiesa e questo mi ha permesso di accettarmi come pienamente omosessuale; non ha cancellato quello che sono. Ho capito che la mia vera identità è quella di uomo e di figlio di Dio, e questo è l’essenziale, poi viene il mio desiderio affettivo che non nego, perché esiste, ma la Chiesa dividendolo dalla pratica, lo riconosce e non mi forza a rinnegarlo. Ma non è più il fulcro attorno al quale ruota la mia vita: per la prima volta mi sono sentito veramente felice e responsabile. Domanda: Quindi hai visto un cambiamento reale nella tua vita? Risposta: Sì, ho visto in me un’esplosione di vita: nelle amicizie, nei rapporti con gli altri e nella spiritualità, ma persino a livello artistico e professionale. Mi sono accorto che quando una persona si riduce a identificarsi nel suo desiderio omosessuale si annienta, allontanandosi da se stesso e dagli altri, mentre la continenza mi permette di essere pienamente me stesso, ma al contempo libero dalla violenza e dalla schiavitù della pratica fisica. Domanda: Perché dici che mettere in pratica l’omosessualità sia qualcosa di violento? CORRI DIETRO AL TUO CUORE Risposta: La pratica omosessuale è violenta perché annulla completamente la differenza oggettiva tra i sessi, che invece la Chiesa è l’unica a far notare. Tutto il dibattito in materia, da sempre, è incentrato sulla dicotomia omosessuale-eterosessuale, ma in questo modo si distoglie lo sguardo dal dato principale: prima deve esserci il fatto di essere uomo o donna, una diversità indiscutibile tra corpi, poi l’orientamento sessuale. Domanda: Cosa pensi della legge che equipara, come in Francia, i matrimoni tra uomo e donna a quelli tra persone delle stesso sesso? Risposta: E’ banalizzante perché banalizza la differenza tra i sessi mettendo tutte le copie allo stesso livello. Paradossalmente la legge contro l’omofobia è la più omofoba di tutte: è come se fosse un “contentino” per le coppie omosessuali che ora possono scimmiottare quello che loro, per natura, non potranno mai essere. E’ una sorta di presa in giro che aggiunge una lacerazione alla ferita di quanti vivono con coscienza la loro vita. Nell’ossessione di equiparare i diritti, si è cancellato con un colpo di spugna ciò che non potrà mai essere uguale. Il risultato sarà solo una grande confusione nella quale, l’unica visione corretta delle cose è quella fornita dalla Chiesa, che trascende il concetto di orientamento sessuale e va all’essenziale, cioè all’essere maschio o femmina. Da “BASTABUGIE” n. 308 del 2 agosto 2013. 21 CORRI DIETRO AL TUO CUORE STIAMO PROPRIO DIVENTANDO MATTI! Un camionista pungola una mucca destinata al macello e viene denunciato dalla Lav (Lega antivivisezione e condannato. Un autotrasportatore che caricava mucche a Pinerolo e le portava al macello in provincia di Lodi è finito in tribunale perché, siccome una delle mucche da lui trasportate si rifiutava di scendere dal camion, l’ha pungolata con un punteruolo. Da qui l’accusa di crudeltà rivolta a quell’uomo. Cosa avremmo fatto noi? Lasciare la mucca sul camion? Riportarla indietro? E se quella mucca impediva alle altre di scendere? Chiamare i pompieri con una gru? Quel povero camionista è stato denunciato dalla Lega antivivisezione che probabilmente ha degli informatori appostati davanti agli ingressi dei macelli pubblici. Strano che i macelli tenuti d’occhio dalla Lega siano solo quelli cristiani, perché se si azzarda con quelli ebraici diventa antisemita e se si azzarda con quelli musulmani rischia forte. Infatti la carne “cosher” (ebraica) e quella “halal” (islamica) prevede il dissanguamento della bestia senza alcuna anestesia. Il tribunale di Lodi ha assolto quel camionista in prima istanza non perché non fosse colpevole di maltrattamento di animale, ma perché non c’erano le prove. Naturalmente la Lav non si è data per vinta e la Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza, condannando il “crudele” a sei mesi di reclusione, seimila euro di multa, sospensione dell’attività di trasporto, pagamento delle spese processuali. Così forse impara a pungolare le mucche che non riescono a scendere dal camion e magari non hanno voglia di andare al macello. Ma come: prima non c’erano le prove e ora ci sono? Niente da fare, il camionista rischia di andare in galera e pure mezzo rovinato. Attenzione a quanti portano gli animali al macello. Se potete, cercate di evitare i tribunali, perché di questi tempi, Berlusconi insegna, non si sa mai come va a finire! 22 CORRI DIETRO AL TUO CUORE PONTREMOLI I fedeli alla messa carismatica. Tagliate le gomme delle auto. (LA NAZIONE- giovedì 27 marzo 2014) Vandali scatenati hanno tagliato le gomme alle auto dei fedeli riuniti in preghiera il 25 marzo nella chiesa della Santissima Annunziata, a Pontremoli (MS). C’erano oltre 300 persone a seguire la messa “carismatica”, celebrata da don Beppino Cò, missionario per 4 anni al Laos in Indocina e per 23 anni in Senegal. Dal 2000 don Beppino è stato parroco a Zeri e ora si è trasferito a Sarzana. Molti fedeli presenti provenivano dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Liguria e dalla Toscana, legati a questi incontri “mistici” del sacerdote che sono caratterizzati da canti, acclamazioni, testimo- nianze e anche da una forte gestualità. Il raid ha danneggiato 12 veicoli. “E’ sicuramente stata un’incursione vandalica su commissione – dice don Beppino – non si spiega altrimenti, perché le auto erano parcheggiate nell’area della chiesa e non davano fastidio a nessuno. Siamo molto dispiaciuti”. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri che stanno svolgendo indagini. Anche l’auto del parroco della Santissima Annunziata, don Lorenzo Piagneri, che ospita le celebrazioni di don Beppino una volta alla settimana, è stata danneggiata. N.B. L’unico mio commento:”Signore, perdona loro perché non sanno quello che fanno!”. don Beppino. CORRI DIETRO AL TUO CUORE 23 CELEBRAZIONI CON DON BEPPINO *DOMENICA 4 MAGGIO: CELEBRAZIONE NELLA PARROCCHIA DELLA BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA-BOLZANO-ORE 16 *DOMENICA 11 MAGGIO: TUTTA LA GIORNATA A CASA LEONORI-VIA G.BORSI-S. MARIA DEGLI ANGELI-ASSISI- PER PERNOTTARE INFO: O75-8044682 *SABATO 17-DOMENICA 18 MAGGIO: SANTUARIO DELLA DIVINA MISERICORDIA A GHERGHENZANO *DOMENICA 18 MAGGIO: DUOMO DI MONTEGROTTO TERME(PADOVA) VIA DEI FERROVIERI-ORE 15 *VENERDI 23 MAGGIO: PARROCCHIA DI BRODANO(MO) CON IL GRUPPO DI GIACINTO-ORE 20.30 *DOMENICA 25 MAGGIO: LUGAGNANO(VERONA) ORE 14 *SABATO 31: CELEBRAZIONE NELLA CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA A PONTREMOLI-ORE 20.30 CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIASEGUE LA CELEBRAZIONE. DOMENICA 8 GIUGNO: CHIESA DI S. PANCRAZIO-VIA NAZIONALE PER CARPI-PONTE ALTO(MODENA) ORE 14 *DOMENICA 15 GIUGNO: DUOMO DI MONTEGROTTO TERME(PD)-VIA DELLA FERROVIA-ORE 14*DOMENICA 22: CELEBRAZIONE A DESIO(MI) VIA DON STURZO-EX INCENERITORE-ORE 15 *VENERDI 27: FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU’. PARROCCHIA REGINA PACIS A REGGIO EMILIA-ORE 20.30 *DOMENICA 29: LUGAGNANO(VR) ORE 14 *** RITIRI SPIRITUALI *DAL 30 GIUGNO(SERA) A DOMENICA 6 LUGLIO: POCHI DI SALORNO(BZ) CON DON RENATO TISOT. INFO: 347-9416935 *SANTUARIO MARIANO DI PIETRALBA(BZ) DA DOMENICA 20 LUGLIO A SABATO 26 INFO:Gastaus Weissenstein [email protected] *CASA DELLA SAPIENZA A LOZIO(BRESCIA) VIA S. GREGORIO, FRAZIONE SOMMAPRADA-DA DOMENICA 24 AGOSTO A DOMENICA 31 INFO: CONCETTA 333-863288 *VILLA NAZARETH-VIA S. ALESSANDRO N. 3- FERMO-DA GIOVEDI 2 A DOMENICA 5 OTTOBRE SITO DI DON BEPPINO: www.donbeppino.it
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