nel cuore di dio e della chiesa

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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
INDICE
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 3
La mia testimonianza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 5
A che punto è la comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 7
Suo Cristina che canta su RAI 2 - Quale vantaggio per l’annuncio del Vangelo? . . . .
p. 10
Il gioco d’azzardo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 13
Nel cuore di Dio e della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 15
Un salto di qualità per raggiungere la sapienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 17
Premio oscar a Sorrentino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 18
Io, omosessuale vi spiego perchè la Chiesa Cattolica ha ragione . . . . . . . . . . .
p. 19
Stiamo proprio diventando matti! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 21
I fedeli alla messa carismatica. Tagliate le gomme delle auto. . . . . . . . . . . . . .
p. 22
Celebrazioni con don Beppino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. 23
Stampato presso
la Tipografia Artigianelli
in Pontremoli
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
EDITORIALE
don Beppino
Ho l’impressione che per il mese
di maggio, diversamente dagli altri
mesi, si sprechino tanti proverbi e si
sprechi anche molta retorica, sacra e
profana. Si mette poi di mezzo anche
un certa letteratura melensa costruita
da poeti e scrittori che sembrano eternamente tristi e depressi. Ripensando
a ciò che viene scritto sopra il “mese
dei fiori” alla fine mi passa la voglia
di parlarne. E’ un peccato perché a
maggio i fiori ci sono per davvero: ve
ne sono di tutti colori e di tutte le
tinte, di tutti i profumi. Pensa alla rosa
che, se la chiamano la “regina” dei
fiori, ci sarà ben un motivo.
“Maggio in fiore-si dice-riso nel
cuore”. Questo è il primo di vari proverbi fin troppo ottimisti che perdona
tutti i piccoli o grandi incidenti stagionali che neppure i migliori meteorologi riescono a spiegare.
“Fango di maggio, spighe di agosto”. E va bene, ci puliremo le scarpe
dal fango, purché maturino le spighe.
“Maggio piovoso, anno copioso;
maggio asciutto e soleggiato, molto
grano a buon mercato”. Quindi che ci
sia pioggia o sole va bene lo stesso. O
che siano diverse teorie di due differenti scuole agrarie che in modo o in
altro cercano di giustificare a tutti i
costi questo mese tutto sommato simpatico? Insomma, si diceva che marzo
e aprile, sia che piovesse sia che ci
fosse il sole, questi mesi facevano
sempre male, perché c’era quella “r”
di mezzo. Maggio invece, che non ha
la “r”, sia che ci infanghi o ci faccia
girare la testa con i primi calori, ha
sempre ragione. Così c’è un po’ di
giustizia sociale anche nel calendario.
Mi ricordo che quando ero piccolo, al calar della notte, a maggio si
vedevano le lucciole. Adesso invece
le lucciole le trovi anche in pieno
giorno posteggiate in molti angoli
delle nostre strade. Le lucciole! Le
contemplavo estasiato andare a spasso come piccole lanterne nella notte
sopra i campi di grano che incominciava a spigare e in quel momento i
campi non mi sembravano più campi
ma piste di atterraggio per una danza
straordinaria di stelle. Maggio lo
trovo uno dei mesi più suggestivi dell’anno e si merita davvero tutti i suoi
31 giorni. E’ il mese delle prime rondini “gira-campanili”; è il mese delle
finestre spalancate e il mese del primo
fieno che Leopardi definiva “odoroso”. Maggio è anche il mese di Maria
e con lei tutto cambia. Quanti castelli
di carta sono stati costruiti sulla
Madonna che ci impediscono di
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vederla e di capirla come veramente
è. Maria non vive tra le rose, i gigli o
nelle nicchie che noi le abbiamo
costruito. Maria viveva e penso vorrebbe ancora vivere tra le case basse e
i piccoli orti di Nazareth. Anche lei al
mattino andava all’unico pozzo del
villaggio con la brocca in testa aspettando il suo turno mentre il bambino
Gesù si divertiva con i suoi compagni
poco lontano. Tornata a casa preparava i cibi comuni ad una famiglia
modesta: uova, latte, burro, ricotta,
olive, cipolle, zucchini e fave con le
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
immancabili erbe amare. Preparato il
cibo lo metteva in un vassoio che
deponeva al centro del tavolo e i commensali seduti su piccoli sgabelli o
allungati su dei lettini, vi attingevano
con le mani. Insomma, diciamolo
chiaro, a Nazareth non erano gli angeli che impastavano la farina o accendevano il fuoco nel cortile. Per questo
la Madonna piace molto anche a me
perché ha tutto il sapore di casa
nostra. Come si fa a non amarla?
Come si fa a non aprirle la porta della
nostra casa?
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SE DOVESSI ATTRAVERSARE TERRA E MARE
E ANCHE IL FUOCO,
ADESSO IO NON HO PIÚ PAURA.
LA MIA TESTIMONIANZA
Nella mia vita qualche volta ho provato la paura del buio spirituale e mi sembrava di essere in un tunnel senza una via
d’uscita. Ero angosciata e il mio cuore
sembrava una ghiacciaia, mentre dimagrivo a vista d’occhio perché non riuscivo più a nutrirmi. Mi ero messa in testa di
voler essere la più bella di tutte, convinta
che se non mi nutrivo sarei diventata bellissima. Cercavo la pace ma non la trovavo, quindi per sentirmi meglio dormivo
molto ma durante la notte mi svegliavo,
spesso assalita dagli incubi e mi facevo
prendere dal panico.
Oggi, negli occhi di tanti giovani che
incrocio sui mezzi di trasporto, per le
strade e nei negozi, io rivedo i miei stessi occhi e in loro rileggo tutta la mia storia. Sono giovani rovinati e resi precocemente vecchi da modelli di vita sbagliata,
eccitati da musiche strane, vestiti in
maniera eccentrica e con uno sguardo che
sa di rabbia e di violenza. Allora mi chiedo dove hanno nascosto la gioia del
Risorto questi giovani e perché rifiutano
la luce del sole, perché è morta la loro
speranza?
Voltandomi un po’ indietro nella mia
vita, ricordo che Dio ha bussato tante
volte alla porta del mio cuore ma io non
mi decidevo ad aprire perché temevo di
perdere la mia libertà, magari poi sentendomi obbligata ad osservare tante regole
strane di cui ci parlavano i preti. Io volevo camminare con le mie gambe, volevo
stare al passo della società in cui vivevo.
Poi un giorno mi colpì questa riflessione
che mi capitò di leggere non so più
dove:”I mali del nostro secolo sono
soprattutto due: l’indifferenza religiosa e
la ricerca di un dio e di una religione a
proprio uso e consumo”.
L’occasione per aprire finalmente a
Dio la porta del mio cuore mi fu offerta
da una mia pro-zia, suora consacrata, che
un giorno, chissà perché mi regalò una
immaginetta che rappresentava la
Madonna con queste parole che la Vergine aveva detto a Medjugorje:”Figli, pregate il Santo Rosario ogni giorno e avrete la pace”. Allora mi sono detta:”Bene,
voglio provarci!”. Sono entrata nella
stanza di mia sorella dove c’era un bel
quadro che raffigurava la Madonna e ho
incominciato a dire il Rosario. Arrivata
alla seconda decina ho incominciato a
sentire una strana sensazione di grande
pace e di benessere, mentre la mia angoscia se ne andava. Da allora ogni giorno
ho sempre pregato il Rosario sino a quando mia madre, visto il mio cambiamento,
aveva messo quel quadro della Madonna
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nella mia stanza al posto dello specchio.
Sentivo che la Madonna mi diceva con
dolcezza:”Tu hai fatto un passo verso di
me e io non ti lascerò mai”. Lentamente
Maria mi ha portato a Gesù, un amico che
purtroppo conoscevo poco. Finalmente
ho ripreso a nutrirmi, ho incominciato ad
uscire e a sorridere. Ero molto felice e mi
rendevo conto di tante cose belle che c’erano attorno a me e che avevo dimenticato per anni.
La Madonna inoltre mi ha avvicinato
alla Chiesa, facendomi gustare la gioia
della celebrazione dell’Eucaristia con
tanti altri fratelli e sorelle. Ho sperimen-
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
tato la grazia del sacramento della penitenza e tutto è diventato molto diverso.
Un viaggio a Medjugorje mi ha confermato in questo nuovo cammino e mi
ha dato il gusto della Parola di Dio.
Oggi soffro molto nel vedere alcuni
giovani della mia stessa età che non
fanno altro che inseguire il pallino del
sesso a tutti i costi e non si rendono conto
di ciò che svendono a poco prezzo. Credo
però che, come Dio mi ha ricuperato,
anche se ho ancora molta strada da percorrere, così Lui può recuperare tanti altri
giovani che non lo conoscono o lo ignorano. Ora capisco meglio che la mia vita
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
non deve limitarsi soltanto alla preghiera,
ma devo essere testimone di quello che
Gesù ha fatto per me nella sua grande
misericordia. Accetto questa sfida e sono
felice di imbarcarmi in questa nuova
avventura. Ogni giorno passato con Lui
non conosce mai la monotonia o la noia,
ma è sempre fresco e nuovo.
Ho avuto anche la possibilità di fare
un po’ di volontariato, anche se breve, in
missione, prima in Ecuador e poi in
Uganda: per me è stata un’esperienza che
mi ha arricchito molto; in quei luoghi ho
lasciato il mio cuore e me l’hanno rubato
soprattutto i bambini.
Un bel giorno nella mia vita è entrato
anche don Beppino che ho conosciuto in
occasione di qualche celebrazione e tante
cose sono cambiate. Resto in ricerca e
spero proprio che il don riesca ad aprire
una comunità di preghiera, accoglienza e
lavoro: io potrei anche essere una delle
sue “pecorelle”.
Sperimento giorno dopo giorno che
“felicità e grazia” mi accompagnano
come dice il salmo 22 perché sento che
Gesù non mi abbandona mai. Io sono nel
palmo della mano di Dio e Lui mi ripete
che sono preziosa ai suoi occhi, come
sono preziosi quanti incontro sulle strade
della mia vita.
Sento che dovrò camminare ancora
molto là dove Dio mi vorrà condurre:
avrò da attraversare terra e mare, forse
anche il fuoco, e chissà mi troverò ancora bagnata dalle mie lacrime, ma che
importa quando so che è Lui che mi conduce. Francesca, 24 anni.
A CHE PUNTO È
LA COMUNITÁ?
E’ una domanda che mi viene rivolta
spesso da alcuni amici. Chi ha fiducia
nella nascita e nello sviluppo di questa
comunità e anche coloro che nel tempo ci
hanno aiutato finanziariamente aspettano
una risposta. Sto aspettando anch’io una
risposta da parte dell’autorità competente, dopo questo prolungato “anno sabbatico” che mi è stato concesso. Siamo
quindi in molti ad aspettare! Non manchi
comunque il sostegno della vostra pre-
ghiera affinché lo Spirito Santo conceda
con abbondanza il discernimento necessario.
***
Al di là di uno Statuto di vita, necessario, di un regolamento e di principi di
conduzione per questa comunità quando
potrà iniziare, ecco qualche mia riflessione sulle piccole comunità di vita che
ritengo importanti per l’avvenire della
nostra Chiesa, come afferma anche Papa
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Francesco.
Vi sono comunità dove l’amore fraterno si esprime con cristallina limpidezza fra i componenti e diventa un amore
contagioso anche all’esterno raggiungendo altre persone. Vi sono però anche altre
comunità che sono come dei cerchi chiusi; comunità talvolta formate da persone
che sono soltanto alla ricerca di un sostegno psicologico e cercano un clima di
consenso
e di rassicurazione. Sono
comunità fatte di soggetti molto insicuri,
spesso nevrotici, con notevoli carenze
affettive e difficoltà di dialogo. Per queste persone la comunità diventa semplicemente una barriera protettiva. Questa è
una comunità pericolosa.
Io vorrei, pur con tutti i limiti, una
comunità matura, che raccoglie e sa formare persone adulte, capaci di stare in
piedi da sole. O almeno una comunità,
pronta ad accogliere anche persone
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
immature, ma per maturarle, per dare
loro una spina dorsale e non semplicemente per offrire delle stampelle per riuscire a stare in piedi.
Vorrei una comunità che offre spazio
al silenzio perché le grandi opere sono
nate dal silenzio mentre il rumore genera
alienazioni e nevrosi. Un silenzio che
non ha valore in se stesso ma è finalizzato all’incontro con se stesso, con gli
uomini e con Dio. Un silenzio che può
essere considerato come spazio di sosta
riflessiva indispensabile per fare, della
comunità, una comunione.
Vorrei una comunità che, a questa
società spesso disumana, fatta di tante
direttive e di risultati tangibili da raggiungere in fretta, è capace di offrire
accoglienza, un sorriso, fiori, sogni, preghiera, musica, calore. Questa comunità
diventa la vera controcultura contro la
massificazione dei rapporti tra noi.
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
Vorrei una comunità che prega, non
per ottenere favori dall’alto, ma per
imparare a vivere di gratuità e di disinteresse verso tante cose che sono stimate
necessarie e indispensabili, testimoniando che, ciò che è inutile secondo le categorie produttive, per noi invece è necessario, se vogliamo che l’uomo non si
riduca a una macchina per “fare”. Sì,
accetto anche una preghiera che chiede,
ma lo fa non per ottenere delle grazie
particolari, bensì per ottenere la grazia
della povertà e della dipendenza totale da
Dio. Una preghiera che ci insegna che
dobbiamo essere noi stessi, con il nostro
nome, con i nostri problemi, con le
nostre gioie e dolori, pronti ad ascoltare
Dio e a parlare con lui.
Vorrei una comunità che è capace di
trasformare il lavoro, anche il più duro,
in un mistero gaudioso. Senza preoccuparmi troppo se l’erba del vicino mi sembra più verde, mentre è proprio il contrario: l’erba più verde è la mia, è proprio
quella che cresce nel mio orto, è l’erba
del mio “oggi” perché è quella che ho
coltivato con Dio. E’ l’erba che mi può
nutrire di rugiada quando fa troppo caldo
e mi riempie gli occhi di colori e di vita
quando il freddo cerca di entrare nel
cuore.
Vorrei una comunità che non ha fretta, perché come diceva Teresa d’Avila, la
fretta è la nemica della contemplazione.
Magari poter fare a meno di tante cose in
comunità, per vivere più vita, nel senso
della qualità della vita. Senza mai rim-
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piangere quello che non ho fatto, imparando invece ad accontentarmi del vissuto che è molto più denso e profondo.
Allora posso avvertire di aver fatto tutto
perché tocco una dimensione di assoluto,
trovando finalmente riposo nel caldo
nido di Dio.
Vorrei avere una comunità in cui
regna la pace che è il frutto di molte virtù
messe insieme: la frugalità, l’ascolto, la
fede, la mancanza di pretese, la fiducia e
un grande abbandono. Perché pace non
significa apatia, indifferenza e quieto
vivere per tutti senza tanti problemi. E’
una pessima pace quella che cerca sempre di aggirare gli spigoli, sempre condiscendente e arrendevole, pronta a transigere sui principi e disposta a concedere a
tutti una cuccia ben calda. Una pace in
pantofole è una morte anticipata perché
lascia tutti tranquilli e chi si è visto si è
visto. Quando Gesù durante l’ultima
cena promette la pace ai suoi discepoli,
precisa bene che è la sua pace, non la
pace che dà il mondo. Perché la pace che
dà il mondo, alla fine si riduce a una scaltra difesa delle ferite ricevute, un patteggiamento e magari anche un calcolo. La
pace che Gesù ci offre è drammatica,
qualche volta ferita, spesso dolorosa.
Perché le radici di questa pace non sono
in una vita facile, calcolata e protetta. Le
radici di questa pace sono in quel Dio che
ci è sempre vicino, ci ama e che anche
noi possiamo amare.
don Beppino.
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
SUOR CRISTINA CHE CANTA SU RAI 2.
QUALE VANTAGGIO PER
L’ANNUNCIO DEL VANGELO?
Lo sa chi sono Piero Pelù e J AX che si compiacciono
della sua esibizione canora?
di Daniele Di Luciano
Che strana sensazione quando ti rendi
conto di essere più bigotto di una suora.
Dato che non ho il televisore, non conoscevo il nuovo programma di Rai 2: ”The
Voice”. Ho scoperto invece che le suore
hanno il televisore e lo guardano pure.
Altrimenti suor Cristina, 25 anni, non
avrebbe potuto partecipare al programma, se non l’avesse conosciuto. Comunque la giovane suora si è esibita cantando
“No one” di Alicia Keys. Di fronte a lei
c’erano i quattro presentatori: J Ax, Piero
Pelù, Raffaella Carrà e Noemi.
Dopo la canzone la suora doveva scegliere di entrare in squadra con uno di
questi personaggi. Quando Piero Pelù ha
proposto alla suora di far parte del suo
team, la suora, per scherzare, gli ha fatto
un gesto un po’ equivoco. Ciò che mi ha
colpito di più non è stata l’esibizione
della suora ma la scena successiva. Dato
che conosco tre dei quattro personaggi
che hanno dialogato con la suora, mi
chiedevo: ma la suora lo sa chi sono questi? Forse occorre un piccolo ripassino.
Piero Pelù, ex cantante dei Litfiba, non è
estraneo all’esoterismo. Forse non tutti
avranno approfondito così tanto questo
lato occulto del cantante, però tanti conosceranno uno dei più grandi successi dei
Litfiba: El Diablo. Suor Cristina aveva un
anno quando uscì quella canzone e quindi non può ricordare che centinaia di giovani, ed io ero tra quelli, cantavano che
“il paradiso è un’astuta bugia”, come
viene più volte ripetuto nel testo. Viene
anche detto: ”Ah, sua santità el Diablo!”.
Per non parlare della nuova versione,
quando Pelù, invece di dire “666”, dice
“Ra-tzin-ger”. Addirittura Pelù è lo stesso che, riferendosi all’attentato del 1981
a Giovanni Paolo II, disse:” In concerto,
mettemmo in piedi una sceneggiata in cui
ce la prendevamo con l’attentatore del
Papa, ma solo perché aveva sbagliato
mira”.
J Ax, ex cantante degli Articoli 31,
non diffonde valori esattamente cattolici.
Uno dei suoi maggiori successi è stato
“Ohi, Maria”, un inno alla marijuana.
Nella canzone si invita anche ad andare a
votare Pannella dei Radicali, il partito
che si batte da decenni per la legalizzazione delle droghe, per l’aborto, per l’eutanasia e contro la Chiesa cattolica. Non
solo. J Ax, in molte canzoni come “Tocca
qui-Voglio una lurida-La fidanzata…”
propaganda il sesso libero sotto ogni
forma. Il compito della Chiesa è ancora
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
quello di convertire il mondo senza farsi
mondanizzare? O mi sono perso qualcosa, dato che non ho il televisore?
(Da “BASTABUGIE” n. 342 del 28
marzo 2014)
***
RISPOSTE DI QUALCHE
LETTORE DI “BASTABUGIE”
*Suor Cristina si illude di poter essere
ricevuta personalmente da Papa Francesco e magari anche di essere incoraggiata
da lui per continuare a cantare per evangelizzare. L’evangelizzazione è qualche
cosa di ben diverso! Più che portare un
annuncio che evangelizza, purtroppo la
suora si è adattata anche lei alle regole
della tv. Chi si è veramente convertito e
ha cambiato il cuore con questa apparizione in tv? Se Gesù tornasse nuovamente ad evangelizzare, io dubito molto
che prenderebbe in mano il microfono
per cantare al karaoke, giusto per adattarsi ai tempi!
don Beppino.
*Premetto che concordo quasi sempre
con gli articoli pubblicata da BastaBugie.
Però questa volta sento il bisogno di scrivere per esprimere il mio disaccordo con
l’articolo su suor Cristina. Certamente i
giudici dello spettacolo non sono cristiani, anzi tutt’altro, ma è Gesù stesso che
ha affermato che Lui non è venuto per i
sani, ma per i malati, e anche che il pastore lascia le 99 pecorelle al sicuro nell’ovile, per andare a cercare quella smarrita.
Secondo me la performance di suor Cristina, con quello che ha detto (Dio mi ha
dato un dono e io ve lo dono e anche il
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Papa ha detto di andare ad evangelizzare), detto in quel contesto, con quel linguaggio, a quel pubblico, può sortire
qualcosa di buono. Non credo che sia un
caso che il rapper J AX si sia commosso.
In ogni caso anche i farisei si scandalizzavano quando Gesù pranzava con i pubblicani e le prostitute. Penso che per portare il messaggio del Signore nel mondo,
si debba andare nel mondo, comprendere
e parlare il linguaggio del mondo e anche
rischiare di sporcarsi. Non è forse quello
che va dicendo Papa Francesco dall’inizio del suo pontificato? O il pastore delle
pecore deve rimanere nel recinto a “pettinare” l’unica pecorella rimasta, mentre ce
ne sono 99 smarrite?
Sauro.
*Perplessa. Non saprei come altrimenti dire lo stato d’animo che suscita in
me Suor Cristina. Sono una suora
anch’io, anch’io ora come in passato non
disdegno il mezzo televisivo che considero un ottimo strumento di evangelizzazione. Penso però che molti di noi, reli-
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giosi, sacerdoti e religiose, non sappiamo
usare questo strumento diventando di
fatto, o l’agnello immolato in trasmissioni preparate ad arte, per far fare una brutta figura a uomini e donne di Chiesa,
incapaci di dominare la comunicazione, o
fenomeni da baraccone rincorrendo un
modo di comunicare che bada più all’effetto che alla sostanza. Pochi di noi si
sanno muovere bene in questo mondo
della comunicazione. Della comunicazione televisiva io conosco i vantaggi e
anche le insidie. Non demonizzo i media,
li considero una chance per il Vangelo,
credo però che vada messo a fuoco il perché e il come della nostra presenza di
consacrati. Guardando suor Cristina,
capisco che sono di fronte ad un nuovo
fenomeno: carina, giovane, con una grande capacità comunicativa e con una voce
strepitosa, ha carisma da vendere. Nello
stesso tempo resto perplessa davanti alla
sua esibizione e mi chiedo se veramente
ce n’era bisogno. Quale vantaggio per il
Vangelo? Certamente suor Cristina e le
sue consorelle avranno pregato e fatto
discernimento per non affrontare questa
scelta con superficialità e a cuor leggero.
Hanno le loro ragioni. Ma io non riesco a
comprenderle. Molti sono stati raggiunti
dalla gioia esplosiva di questa suora e
questo è un bene. Tanti si saranno fatti
delle domande che altrimenti non avrebbero mai avuto la possibilità di farsi.
Eppure tutto questo non basta per farmi
dire di sì. Non riesco a togliermi di dosso
il disagio di una presenza fuori posto e
non perché si tratta di televisione: i cristiani come sale e lievito devono essere
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
ovunque. Ciascuno ha il proprio dono,
per citare suor Cristina e fin qui sono
d’accordo con lei, ma questo dono messo
in circolo in questa maniera, lascia davvero trasparire il Donatore di ogni dono?
Io non ho ancora una risposta. Tendenzialmente sarei tentata di prendere le
distanze da questo modo di presentare la
vita consacrata e lo dico da consacrata
anch’io tante volte criticata per la presenza nei media, per uno stile forse troppo
distante dai canoni tradizionali con i
quali viene rappresentata la vita consacrata. Credo che ci sia davvero bisogno di
una nuova presenza nel mondo di noi,
uomini e donne che abbiamo scelto la via
della verginità. Ma credo anche che la
nostra presenza debba essere appropriata
al proprio essere nel mondo ma non del
mondo e che, un abito, volente o nolente,
ti chiede di fare alcune cose e di rinunciare ad altre. Per il momento mi limito
sinceramente ad augurare a questa giovane suora ogni bene e che Dio la conduca
dove Lui vuole, anche fossero delle strade inconsuete. Prego per lei e per la sua
consacrazione.
Suor Roberta Vinerba.
*La faccia è acqua e sapone, la battuta è spontanea e fanciullesca. Mi sono
convinta della genuinità della suora. Ho
visto il desiderio sincero di far emergere
una immagine diversa dalla suora. Quello però che mi lascia molto perplessa e
che mi porta a mettere in guardia suor
Cristina e le sue consorelle è il mondo in
cui sono piombate. Non mi sono piaciute
le riprese della trasmissione “The Voice”,
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
volte molto più a tracciare il lato comico
della faccenda piuttosto che la serietà
dell’impegno di colei che stava cantando.
Non mi fido del mondo dei media che,
prima porta in alto le sue vittime e poi le
lascia cadere nel baratro. Sarebbero troppi i nomi da elencare, fra coloro che,
frati, suore o preti, hanno poi perso tutto,
vocazione e talento. Non sono oscurantista e sono convinta che non si possa fare
a meno di utilizzare i mezzi di comunicazione sociale. Attenzione però a non corteggiare mamma tv, pensando in questo
modo di essere più appetibili alla gente e
ai giovani. Gesù ci chiama ad un’autenticità di vita che ha poco a che fare con il
piccolo schermo. Chi segue Cristo, segue
sempre le orme di uno che va verso la
croce.
Suor Maria Gloria Riva.
IL GIOCO D’AZZARDO:
QUANDO LO STATO
FAVORISCE IL VIZIO
di Tommaso Scandroglio
Nel mese di dicembre 2013 è stato
redatto il PAN( Piano di azione nazionale
2013-2015), per delineare linee strategiche operative in merito al fenomeno del
gioco d’azzardo patologico(GAP). Il progetto nasce su proposta e supervisione
tecnico-scientifica del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. D’accordo che il
gioco d’azzardo può diventare come una
droga, ma qui la competenza del Dipartimento Antidroga non è pertinente. Questo dipartimento si occupa di una materia,
la droga, che è considerata illecita secondo il nostro ordinamento giuridico. Il
gioco d’azzardo invece è legale. Appare
quindi paradossale che un’attività legale
riceva l’attenzione di un organo che deve
combattere attività illegali. Questo è
accaduto perché un comportamento di
per sé innocuo - giocare cinque euro al
gratta e vinci – è diventato, con la benedizione di quello stesso Stato che ora
cerca di tamponare le falle, un fenomeno
di massa spesso con profili problematici
sia sul piano della salute, provocando non
di rado dipendenza, sia sul piano della
sicurezza pubblica, il giocatore patologico entra in contatto spesso con usurai e il
giro di soldi intorno all’azzardo interessa la malavita organizzata, sia sul piano
sociale, sfasciando le famiglie.
Da qui una domanda: non era più facile vietare il gioco d’azzardo in radice?
Oppure, come accadeva una volta, limi-
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tarlo ai pochi casinò presenti in Italia?
Lasciamo per ora la domanda in sospeso.
Nel PAN vengono previste una serie di
strategie per aiutare le persone vulnerabili ad uscire dal tunnel del gioco, soprattutto tramite supporto psicologico. Ma il
Piano di azione interessa anche i comuni
cittadini che mai hanno giocato una schedina nella loro vita, dato che sono previste campagne di sensibilizzazione ed
interventi nelle scuole. Tutte cose encomiabili, ben inteso, però ci sono alcune
iniziative che odorano di bruciato e che
svelano il vero volto del nostro ordinamento giuridico, un volto statalista che
tutto vede e tutto vuole controllare. Una
proposta è quella che per giocare alle slot
machine e al Vlt (Video lottery terminal)
ci vuole la tessera sanitaria. Così ti controllano e vedono se sei maggiorenne e
quanto spendi. Una sorta di schedatura.
Naturalmente – si badi bene – lo fanno
per il tuo bene.
Davvero il nostro Stato è “il Grande
Fratello” che scruta in modo capillare
ogni piega della tua esistenza: non solo ti
segue in tabaccheria per vedere quanto
spendi al superenalotto e che numero gio-
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
chi, ma controlla per via amministrativa
ogni tuo respiro quando vuoi aprire un’azienda, ti dice per bocca dell’Unione
Europea in quali cantine invecchiare i
salumi e quanto strette devono essere le
maglie delle reti da pesca per il pesce
azzurro, pianifica strategie nazionali di
ogni tipo per contenere i danni del gioco
d’azzardo, per contrastare l’omofobia…C’è dell’altro poi. Il recente disegno
di legge sul gioco d’azzardo prevede l’inserimento nella cura dei ludopatici nei
livelli essenziali di assistenza sanitaria
nazionale (alla faccia delle priorità in
sanità). Cioè, paghiamo noi per i vizi
altrui. “Chi è causa del suo male pianga
se stesso” non è più di moda dunque.
Spendi e spandi alle slot machine, poi ti
curiamo noi a spese di tutti. Illudendo la
persona di essere libera di fare quello che
vuole, in realtà lo Stato crea una dipendenza dallo Stato. Altro che dipendenza
da gioco d’azzardo! Siamo come quei
cani felici che escono per l’agognata passeggiatina e relativi bisognini, ma tenuti
al guinzaglio dal proprio padrone.
Da “BASTABUGIE” n.339
del 7 marzo 2014.
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NEL CUORE DI DIO
E DELLA CHIESA
(PADRE RASCHI E GILIANA)
Malgrado tutto, Dio continua a condurre la storia dell’umanità e vuole
vederci felici ricordandoci ogni giorno
il suo amore e la sua misericordia attraverso la voce dei suoi profeti. E’ stata
singolare la chiamata di padre Bonaventura Maria Raschi di cui ricorre il
27° anniversario della sua entrata nella
gloria di Dio. E pronta fu la sua risposta: per più di mezzo secolo si è messo
a servizio di Dio e della Chiesa. Padre
Raschi è stato un grande evangelizzatore, soprattutto con la forza e l’autorità della Parola, pane che spezzava
ovunque. Ebbe anche l’intuizione e la
realizzò, di organizzare una tipografia,
come fece prima di lui il suo confratello, padre Massimiliano Kolbe, per
poter raggiungere i più lontani. A padre
Raschi accorrevano le folle per avere
consolazione, consigli e benedizioni e
lui era sempre disponibile ad accogliere tutti, sotto la protezione della Vergine Maria che amava tanto.
Mise tutto il suo cuore e tutte le sue
energie per realizzare la costruzione di
un Santuario sulle falde del monte
Fasce, dedicato a Maria “Fonte della
misericordia”.
In quel Santuario, purtroppo da anni
praticamente quasi sempre chiuso, con
la necessità che c’è oggi di chiese aperte, ogni particolare è ben studiato e
tutto invita alla preghiera e alla meditazione. Chi allora entrava nel Santuario arrivava talvolta come un pellegrino disperato, preoccupato, malato, in
cerca di pace e trovava sempre accoglienza, conforto, perdono e pace.
Padre Raschi invitava tutti alla conversione del cuore, alla preghiera e a una
grande devozione verso la Madonna di
Fatima.
Chiamava con molto affetto Papa
Giovanni Paolo II “il grande martire
del XX secolo” e alcuni anni prima
degli avvenimenti, preoccupato per la
sua incolumità, una volta scrisse nel
suo mensile che “tutti dovevano pregare molto la Madonna per il Papa perché
la Vergine lo salvasse da un pericoloso
attentato”. I suoi “amici” erano Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, padre
Pio e Madre Speranza. Padre Pio soleva dire ai pellegrini che venivano da
lui dal nord Italia:” Perché venite fin
quaggiù? Andate a Genova da padre
Raschi che è come me”. Papa Giovanni XXIII quando era nunzio apostolico
a Istanbul incontrò padre Raschi,
divennero subito amici e l’aiutò per la
costruzione del Santuario. Madre Spe-
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ranza lo consigliò e lo sostenne nella
sua opera.
Sul monte Fasce, nel nascondimento viveva anche Giliana: un’anima
bella che pregava, soffriva nel suo
corpo malato e offriva tutto per la sal-
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
vezza delle anime
consacrate e per la
Chiesa.
Giliana
offriva ogni sofferenza alla Madonna; è stata lei che
ha
contribuito
molto, anche finanziariamente, per la
costruzione
del
Santuario. I suoi
consigli per coloro
che venivano da lei
carichi di problemi
erano sempre un
balsamo che liberava e sanava.
Da 20 anni
anche Giliana ha
raggiunto
padre
Raschi nella gloria
della Trinità e oggi,
i nostri due protettori che hanno
tanto sofferto, sperato e amato, intercedono per noi.
Lucia.
PS. Chi volesse
conoscere meglio
la figura straordinaria di padre Raschi e quella di Giliana trova molte indicazioni nel libro
scritto da don Beppino Cò : “Chi farà
tacere il vento?
L’uomo di Dio: padre Bonaventura
Maria Raschi”, edizioni Villadiseriane.
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
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UN SALTO DI QUALITÁ PER
RAGGIUNGERE LA SAPIENZA
Il Ministero della Pubblica Istruzione provvede, attraverso i programmi
delle varie discipline scolastiche che ci
offre, a farci diventare dei cittadini
validi che un giorno possano prendere
in mano le redini della società.
I genitori e gli insegnanti inoltre ci
vogliono saggi e anche felici.
La scelta dei contenuti delle materie
che affinano intelligenza e arricchiscono la psiche viene sempre più aggiornata con nuovi metodi sperimentati
ormai su scala mondiale. In qualità di
insegnante vorrei lanciare un messaggio a qualche giovane che talvolta si
sta adagiando troppo nella sua vita.
Nella mia esperienza di insegnante
ho capito che la vera maturità di un
giovane viene raggiunta quando lui
riesce a fare con decisione un salto di
qualità.
In questo salto di qualità può essere aiutato da un allenamento costante e
perché no, anche dalla rinuncia a tante
cose inutili, con il coraggio di scegliersi degli amici intelligenti e pratici.
Secondo me, però tutto questo non è
sufficiente.
Un trampolino di lancio, per chi
crede, potrebbe essere un altro amico,
un certo Gesù di Nazaret che molti
oggi fingono di ignorare. Gesù agisce e
interviene ancora oggi con tutta la sua
autorità.
Un giorno sono andata a trovare
Matteo, ero preoccupata perché sua
mamma era venuta a prelevarlo a scuola improvvisamente avvertendolo che
suo padre doveva essere ricoverato
d’urgenza per subire un intervento chirurgico rischioso. Io l’avevo consigliato di andare a pregare in una celebrazione “carismatica” tenuta da don Beppino. Matteo accettò, ci andò e per suo
padre tutto si risolse perfettamente. Da
allora Matteo è diventato un evangelizzatore, accettando anche di svolgere il
ruolo di catechista nella sua parrocchia
e accompagnando altri giovani in alcuni campi vocazionali durante le vacanze estive.
Con me, alcuni dei miei studenti
sono riconoscenti per gli insegnamenti
forti che hanno trovato nei libri scritti
da don Beppino che invita, tra l’altro,
di avere il coraggio per remare contro
corrente quando è necessario.
Avviandoci verso la conclusione
dell’anno scolastico, approfitto dell’opportunità che mi è offerta attraverso il bimensile di don Beppino, per ringraziare i Presidi e anche i professori
della scuola alla quale mi onoro di
appartenere in qualità di insegnante.
Lucia
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
PREMIO OSCAR A SORRENTINO:
QUANDO NOI ITALIANI SIAMO FIERI
DI PARLAR MALE DI NOI STESSI!
di Rino Cammilleri
A me, come a tutti i cittadini italiani
medi, il fatto che il regista Sorrentino
abbia preso l’Oscar, non porta in tasca
nulla. Non aumenta il mio benessere
nemmeno se vince la nazionale di calcio,
o uno sciatore italiano d’anagrafe, ma dal
nome invariabilmente tedesco, strappa un
trofeo. Noi italiani siamo bravi a emigrare ( e solo all’estero un italiano capace
può emergere) o a eccellere in cose che
l’italiano medio può vedere solo con il
binocolo: l’alta moda e la Ferrari. Gli stereotipi italici nella mente degli stranieri –
rassegniamoci – sono questi: pizza &
mafia. E ve lo dice uno che ha pubblicato un “Doveroso elogio degli italiani”
(Rizzoli 2001), libro di
cui più invecchia più si
pente.
E veniamo agli
Oscar. Mentre facciamo notte per le strade
esibendo
bandiere
dalle auto e strombazzando come matti
ubriachi non solo di
gioia per il premio
vinto, vediamo che
l’Oscar è un premio
tutto americano che va
ai film americani. Là l’industria cinematografica non campa di sovvenzioni. Là
ogni milione di dollari (privati) speso per
un film ne porta dieci dall’estero…Ora,
poiché a qualcuno non è parso giusto che
la vastissima periferia dell’impero stia
solo a guardare gli scintillii di Los Angeles, ecco una briciola: un (1) film straniero può aggiudicarsi un cascame della
Notte delle Stelle…Agli americani interessa solo vedere al cinema quanto sono
superiori loro e quanto sono inferiori gli
altri. Perciò non rimaneva che mostrare
agli americani la solita Italietta che fa la
solita pena, anche se aggiornata. Così il
film “La grande bellezza” è quella di
Roma, o meglio il suo passato monumentale, popolata purtroppo da italiani che
stanno ai greci di oggi come questi stan-
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
no all’Atene di Pericle. Va bene, direte
voi, un Oscar è sempre meglio di niente.
Concordiamo e nulla intendiamo togliere
al film di Sorrentino che, oltretutto, ha
fatto incetta di altri premi internazionali.
Ma non ci si parli, per cortesia, di orgoglio nazionale… Il film di Sorrentino
dovrebbe essere mostrato non tanto agli
americani, i quali sono già informati dai
turisti, bensì nelle scuole italiane e con
questo sottotitolo: “Grande passato,
penoso presente, nessun futuro. Guagliò!,
jatevènne”. Dalla Roma di Augusto a
quella del sindaco Marino. Già: basta
spostarsi nella confinante Svizzera per
trovare un popolo che sa almeno scegliersi gli amministratori. Noi non sappiamo fare nemmeno quello e, a ogni tornata elettorale, ci ritroviamo invariabilmente peggio di prima.
Da “BASTABUGIE” n. 340
del 14 marzo 2014.
IO, OMOSESSUALE (RIMASTO TALE),
VI SPIEGO PERCHÈ LA
CHIESA CATTOLICA HA RAGIONE
di Maddalena Boschetto.
Che Philippe Arino sia un tipo decisamente controcorrente, è un dato di fatto.
Francese, nato nel 1980 da una famiglia
profondamente cattolica, professore di spagnolo, saggista, blogger, omosessuale
dichiarato da quando aveva 17 anni: fin qui
la sua biografia non sembrerebbe diversa
da quella di altri suoi coetanei, se non fosse
che, due anni fa, Philippe lascia il compagno con cui stava dal 2009. “ Da allora ho
abbracciato la via della continenza che la
Chiesa chiede alle persone omosessuali”
racconta senza giri di parole in un mondo
“sesso centrico” in cui i vocaboli “astinenza” e “castità” appaiono relitti di un passato morto e sepolto alla maggior parte delle
persone, qualsiasi sia il loro orientamento
sessuale. Nel suo blog “il ragno del deserto” ci tiene a precisare di non voler essere
etichettato come un ex gay, ma semplicemente come una persona che si è sentita
pienamente accolta per quello che è. Un
semplice “ragno”, potrebbe dire qualcuno,
per tornare alla metafora del titolo, ma un
ragno amato.
Ecco le domande che sono state poste a
Philippe, con le sue risposte.
Domanda: In molti accusano la Chiesa
di essere “omofoba”, mentre tu dici di
esserti sentito accolto e di aver voluto addirittura intraprendere il cammino della continenza. Perché?
Risposta: prima di iniziare il percorso
che propone la Chiesa non ero felice e
vedevo che non lo erano nemmeno molte
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delle persone che mi stavano intorno e ho
deciso, per la prima volta, di obbedire a
quello che la Chiesa chiede alle persone
omosessuali. Da quel momento ho scoperto non solo una grande unità che non avevo
mai avuto prima, ma soprattutto mi sono
sentito amato senza dover rinnegare quello
che sono.
Domanda: Quindi non hai dovuto cambiare sesso per essere accolto?
Risposta: No, mi è bastato fidarmi della
Chiesa e questo mi ha permesso di accettarmi come pienamente omosessuale; non
ha cancellato quello che sono. Ho capito
che la mia vera identità è quella di uomo e
di figlio di Dio, e questo è l’essenziale, poi
viene il mio desiderio affettivo che non
nego, perché esiste, ma la Chiesa dividendolo dalla pratica, lo riconosce e non mi
forza a rinnegarlo. Ma non è più il fulcro
attorno al quale ruota la mia vita: per la
prima volta mi sono sentito veramente felice e responsabile.
Domanda: Quindi hai visto un cambiamento reale nella tua vita?
Risposta: Sì, ho visto in me un’esplosione di vita: nelle amicizie, nei rapporti
con gli altri e nella spiritualità, ma persino
a livello artistico e professionale. Mi sono
accorto che quando una persona si riduce a
identificarsi nel suo desiderio omosessuale
si annienta, allontanandosi da se stesso e
dagli altri, mentre la continenza mi permette di essere pienamente me stesso, ma
al contempo libero dalla violenza e dalla
schiavitù della pratica fisica.
Domanda: Perché dici che mettere in
pratica l’omosessualità sia qualcosa di violento?
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
Risposta: La pratica omosessuale è violenta perché annulla completamente la differenza oggettiva tra i sessi, che invece la
Chiesa è l’unica a far notare. Tutto il dibattito in materia, da sempre, è incentrato
sulla dicotomia omosessuale-eterosessuale, ma in questo modo si distoglie lo sguardo dal dato principale: prima deve esserci
il fatto di essere uomo o donna, una diversità indiscutibile tra corpi, poi l’orientamento sessuale.
Domanda: Cosa pensi della legge che
equipara, come in Francia, i matrimoni tra
uomo e donna a quelli tra persone delle
stesso sesso?
Risposta: E’ banalizzante perché banalizza la differenza tra i sessi mettendo tutte
le copie allo stesso livello. Paradossalmente la legge contro l’omofobia è la più
omofoba di tutte: è come se fosse un “contentino” per le coppie omosessuali che ora
possono scimmiottare quello che loro, per
natura, non potranno mai essere. E’ una
sorta di presa in giro che aggiunge una
lacerazione alla ferita di quanti vivono con
coscienza la loro vita. Nell’ossessione di
equiparare i diritti, si è cancellato con un
colpo di spugna ciò che non potrà mai
essere uguale.
Il risultato sarà solo una grande confusione nella quale, l’unica visione corretta
delle cose è quella fornita dalla Chiesa, che
trascende il concetto di orientamento sessuale e va all’essenziale, cioè all’essere
maschio o femmina.
Da “BASTABUGIE” n. 308
del 2 agosto 2013.
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
STIAMO PROPRIO
DIVENTANDO MATTI!
Un camionista pungola una mucca
destinata al macello e viene denunciato
dalla Lav (Lega antivivisezione e condannato.
Un autotrasportatore che caricava
mucche a Pinerolo e le portava al macello in provincia di Lodi è finito in tribunale perché, siccome una delle mucche da
lui trasportate si rifiutava di scendere dal
camion, l’ha pungolata con un punteruolo. Da qui l’accusa di crudeltà rivolta a
quell’uomo. Cosa avremmo fatto noi?
Lasciare la mucca sul camion? Riportarla
indietro? E se quella mucca impediva alle
altre di scendere? Chiamare i pompieri
con una gru? Quel povero camionista è
stato denunciato dalla Lega antivivisezione che probabilmente ha degli informatori appostati davanti agli ingressi dei
macelli pubblici. Strano che i macelli
tenuti d’occhio dalla Lega siano solo
quelli cristiani, perché se si azzarda con
quelli ebraici diventa antisemita e se si
azzarda con quelli
musulmani rischia
forte. Infatti la
carne
“cosher”
(ebraica) e quella
“halal” (islamica)
prevede il dissanguamento
della
bestia senza alcuna
anestesia.
Il tribunale di
Lodi ha assolto quel camionista in prima
istanza non perché non fosse colpevole di
maltrattamento di animale, ma perché
non c’erano le prove. Naturalmente la
Lav non si è data per vinta e la Corte
d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza, condannando il “crudele” a sei
mesi di reclusione, seimila euro di multa,
sospensione dell’attività di trasporto,
pagamento delle spese processuali. Così
forse impara a pungolare le mucche che
non riescono a scendere dal camion e
magari non hanno voglia di andare al
macello.
Ma come: prima non c’erano le prove
e ora ci sono? Niente da fare, il camionista rischia di andare in galera e pure
mezzo rovinato. Attenzione a quanti portano gli animali al macello. Se potete,
cercate di evitare i tribunali, perché di
questi tempi, Berlusconi insegna, non si
sa mai come va a finire!
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CORRI DIETRO AL TUO CUORE
PONTREMOLI
I fedeli alla messa carismatica.
Tagliate le gomme delle auto.
(LA NAZIONE- giovedì 27 marzo 2014)
Vandali scatenati hanno tagliato le
gomme alle auto dei fedeli riuniti in preghiera il 25 marzo nella chiesa della Santissima Annunziata, a Pontremoli (MS).
C’erano oltre 300 persone a seguire la
messa “carismatica”, celebrata da don
Beppino Cò, missionario per 4 anni al
Laos in Indocina e per 23 anni in Senegal. Dal 2000 don Beppino è stato parroco a Zeri e ora si è trasferito a Sarzana.
Molti fedeli presenti provenivano dal
Veneto, dalla Lombardia, dalla Liguria e
dalla Toscana, legati a questi incontri
“mistici” del sacerdote che sono caratterizzati da canti, acclamazioni, testimo-
nianze e anche da una forte gestualità. Il
raid ha danneggiato 12 veicoli. “E’ sicuramente stata un’incursione vandalica su
commissione – dice don Beppino – non si
spiega altrimenti, perché le auto erano
parcheggiate nell’area della chiesa e non
davano fastidio a nessuno. Siamo molto
dispiaciuti”. Sul posto sono arrivati
anche i carabinieri che stanno svolgendo
indagini. Anche l’auto del parroco della
Santissima Annunziata, don Lorenzo Piagneri, che ospita le celebrazioni di don
Beppino una volta alla settimana, è stata
danneggiata.
N.B.
L’unico mio commento:”Signore, perdona loro perché non sanno quello che
fanno!”.
don Beppino.
CORRI DIETRO AL TUO CUORE
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CELEBRAZIONI CON DON BEPPINO
*DOMENICA 4 MAGGIO: CELEBRAZIONE NELLA PARROCCHIA DELLA
BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA-BOLZANO-ORE 16
*DOMENICA 11 MAGGIO: TUTTA LA GIORNATA A CASA LEONORI-VIA
G.BORSI-S. MARIA DEGLI ANGELI-ASSISI- PER PERNOTTARE INFO:
O75-8044682
*SABATO 17-DOMENICA 18 MAGGIO: SANTUARIO DELLA DIVINA MISERICORDIA A GHERGHENZANO
*DOMENICA 18 MAGGIO: DUOMO DI MONTEGROTTO TERME(PADOVA)
VIA DEI FERROVIERI-ORE 15
*VENERDI 23 MAGGIO: PARROCCHIA DI BRODANO(MO) CON IL GRUPPO DI GIACINTO-ORE 20.30
*DOMENICA 25 MAGGIO: LUGAGNANO(VERONA) ORE 14
*SABATO 31: CELEBRAZIONE NELLA CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA A
PONTREMOLI-ORE 20.30 CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIASEGUE LA CELEBRAZIONE.
DOMENICA 8 GIUGNO: CHIESA DI S. PANCRAZIO-VIA NAZIONALE PER
CARPI-PONTE ALTO(MODENA) ORE 14
*DOMENICA 15 GIUGNO: DUOMO DI MONTEGROTTO TERME(PD)-VIA
DELLA FERROVIA-ORE 14*DOMENICA 22: CELEBRAZIONE A DESIO(MI) VIA DON STURZO-EX
INCENERITORE-ORE 15
*VENERDI 27: FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU’. PARROCCHIA REGINA PACIS A REGGIO EMILIA-ORE 20.30
*DOMENICA 29: LUGAGNANO(VR) ORE 14
***
RITIRI SPIRITUALI
*DAL 30 GIUGNO(SERA) A DOMENICA 6 LUGLIO: POCHI DI
SALORNO(BZ) CON DON RENATO TISOT. INFO: 347-9416935
*SANTUARIO MARIANO DI PIETRALBA(BZ) DA DOMENICA 20 LUGLIO A
SABATO 26 INFO:Gastaus Weissenstein [email protected]
*CASA DELLA SAPIENZA A LOZIO(BRESCIA) VIA S. GREGORIO, FRAZIONE SOMMAPRADA-DA DOMENICA 24 AGOSTO A DOMENICA 31 INFO:
CONCETTA 333-863288
*VILLA NAZARETH-VIA S. ALESSANDRO N. 3- FERMO-DA GIOVEDI 2 A
DOMENICA 5 OTTOBRE
SITO DI DON BEPPINO: www.donbeppino.it