2014.11.03 LIBERO DI LEGGERE PDF

lunedì 3 novembre 2014
Libero di leggere
17
di Orazio Dotta e Velia Chiesa
L’incipit
Si sveglia all’improvviso nella notte africana e ha la sensazione che il suo corpo sia scoppiato,
le viscere esplose, e che il sangue gli coli sul viso e sul torace. Nell’oscurità, terrorizzato, cerca a tentoni
l’interruttore della luce, ma quando lo gira non succede niente, e allora pensa all’ennesimo blackout.
Fa scivolare la mano sotto il letto e alla fine trova la torcia elettrica, ma le batterie sono scariche e lui
rimane disteso al buio.
Svezia-Africa e ritorno
‘L’occhio del leopardo’, di Henning
Mankell, Marsilio, 333 p.
Di Henning Mankell, scrittore
svedese dall’indubbio talento, si
contano, tradotti in italiano, una
trentina di titoli di cui 12 sono dedicati alla figura di Kurt Wallander: il commissario antieroe di
Ystad che gli ha regalato la notorietà. ‘Assassino senza volto’, il romanzo che diede inizio alla saga,
fu pubblicato nel 1990 con l’intento di denunciare il crescente
sentimento di razzismo nella società svedese. In contemporanea
uscì ‘L’occhio del leopardo’, in
questi giorni in libreria per la traduzione di Giorgio Puleo. Un libro ambientato tra Svezia e Africa, continente che Mankell conosce alla perfezione.
Come in ‘Assassino senza volto’
anche in quest’ultima pubblicazione il tema razziale occupa uno
spazio preponderante nell’intreccio narrativo; intreccio portato avanti da Hans Olofson, il protagonista del romanzo. Con ‘L’occhio del leopardo’ il lettore fa un
balzo all’indietro nel tempo, in un
arco che va dalla metà degli anni
Cinquanta alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. I capitoli
scorrono come in una partita di
tennis: un colpo ci si trova in Svezia, un colpo in Africa. Ed è pro-
prio da questo continente che
prende avvio il racconto. Troviamo Olofson ormai quarantatreenne in uno stato di salute precario. Afflitto dalla malaria, l’uomo
è preda dei suoi incubi più neri e
da uno stato fisico critico: capelli
bianchi, tre denti mancanti,
l’anulare della mano destra mutilato e con forti dolori alle reni.
Come sia capitato lì e come si sia
ridotto in questo stato, il lettore lo
scoprirà per gradi nel corso della
narrazione.
Il giovane Olofson cresce nel
Nord della Svezia in una precaria
baracca di legno. Non ha mai conosciuto la madre, che ha abbandonato marito e figlio da tempo.
Il padre è un ex marinaio costretto a fare il boscaiolo: un uomo
preda di aspirazioni infrante e
dedito all’alcol. Una figura che
non sarà mai un vero e proprio riferimento per il figlio adolescente, costretto a cercare solidarietà
al di fuori della famiglia. La trova
nel coetaneo Sture e in Janine:
una giovane donna menomata.
Una bizzarra relazione a tre, che
permetterà a Olofson di confrontarsi con la vita e con i sogni africani della ragazza. Ed è proprio
seguendo questi sogni che, ormai
adulto, deciderà di partire per lo
Zambia sulle tracce di un missionario morto.
Qui troverà una realtà diversa dal
suo mondo d’origine. Farà la conoscenza di una società che esce
da anni di colonialismo, retta da
leggi indecifrabili e perennemente in bilico tra razionalità e superstizione. Incontrerà altri bianchi,
PER I PIÙ GRANDI
già attivi nel Paese, e dovrà interagire con il malfunzionamento
delle istituzioni, una burocrazia
asfissiante, la corruzione e i costumi di vita lontani anni luce dai
suoi. In Africa Hans giungerà con
l’idea di restarci il tempo neces-
sario per soddisfare il sogno di
Janine ma, senza sapere nemmeno perché, rimarrà invischiato in
questo continente per ben diciotto anni. A Lusaka rileverà una fattoria, con duecento braccianti,
che produce e vende uova. In que-
sto contesto conoscerà la paura,
il sospetto, la malattia, si scontrerà con l’odio razziale e il disprezzo dei bianchi, a tratti cinici e cattivi. Lui cercherà d’innovare e di
aiutare la popolazione ma dovrà
affrontare la cruda realtà. La riconoscenza non esiste, esiste
solo, covato sotto le braci della
sottomissione cui i neri sono abituati sin dai tempi dei colonizzatori, un sentimento di rivalsa alimentato dalla scarsa propensione dei bianchi a capire a fondo il
sentimento di un popolo in subbuglio.
L’avventura africana gli offrirà
nuove consapevolezze e lo renderà un uomo profondamente diverso: “Un uomo bianco non potrà mai aiutare gli africani a sviluppare il proprio Paese partendo da una posizione di superiorità, pensa. Da sotto, dall’interno è
sicuramente possibile contribuire a creare nuove conoscenze e
modelli di lavoro. Ma non da bwana. Mai come uno che detiene il
potere. (…) Ho sempre agito partendo dalle mie idee, dal mio personale punto di vista, mai da
quello degli africani o dell’Africa”.
Un libro duro, scritto con passione e grande abilità narrativa che
mette a nudo le contraddizioni di
due culture lontane.
ORAZIO DOTTA
PER I PIÙ PICCOLI
Fra catastrofe
e speranza
Vivere
con l’autismo
J.K. Rowling
in incognito
Il gioco
dei numeri
Perché difficili, L’Orlando
a piccoli passi
risposte facili
‘Argéman’, di Fabio Pusterla, Marcos y
Marcos, 228 p.
‘Il bambino che parlava con la luce’, di
Maurizio Arduino, Einaudi, 287 p.
‘Il baco da seta’, di Robert Galbraith,
Salani, 555 p.
‘La matematica della buona notte’, Laura
Overdeck, Vallardi, per tutta la famiglia
‘Perché il cielo è azzurro?’, Gemma Elwin
Harris, Bur, dai 9 anni e adulti in difficoltà
‘Orlando furioso e innamorato’, Idalberto
Fei, La Nuova Frontiera Junior, dai 10 anni
Argéman, il titolo della nuova
raccolta di poesie di Pusterla, è
una vocabolo dialettale che descrive le lingue di neve perenni.
L’argéman, spiega Pusterla, “indica, è vero, una lingua di neve, con
tutto ciò che questa immagine
porta con sé (luce, candore, parola, speranza di un oltre, per esempio); ma indica anche il movimento che l’ha condotta a valle,
frana o slavina, distruzione, catastrofe. E in questa ambivalenza
credo di ritrovare il mio stato
d’animo di questi anni”. Uno stato
d’animo che guarda ai margini,
alle zone di contatto e di disagio,
agli attriti e alla difesa dei valori.
L’autismo modifica la sfera della
comunicazione, dell’interazione
sociale e dell’immaginazione rispetto alla normalità che noi conosciamo. È un disturbo che colpisce circa una persona su mille e
lo fa in maniera sempre diversa,
come appare in questi quattro
racconti proposti dallo psicoterapeuta Maurizio Arduino. Sono le
storie di quattro pazienti, delle
loro difficoltà e di quelle delle famiglie che ogni giorno li seguono.
Sempre sull’argomento è uscito
anche ‘La mia voce arriva dalle
stelle’ (Piemme); libro in cui Hugo
Horiot racconta della sua battaglia per dominare la malattia.
Robert Galbraith, pseudonimo di
J.K. Rowling, ripropone la figura
del detective privato Cormoran
Strike e della sua assistente Robin
Ellacott (‘Il richiamo del cuculo’).
In questa nuova avventura i due
sono sulle tracce dello scrittore
londinese Owen Quine, scomparso da casa da qualche tempo. Strike si accorge ben presto che assieme a Quine è sparito anche il manoscritto del suo ultimo romanzo. Un testo che contiene una serie di descrizioni spietate su alcune persone vicine all’eccentrico
scrittore; persone che potrebbero
venir seriamente danneggiate da
un’eventuale pubblicazione.
Storielle ‘matematiche’ a tre livelli di difficoltà: principianti, apprendisti e provetti. Basta scegliere il più adatto al proprio bambino; l’obiettivo è fare una chiacchierata divertente per arrivare
alla soluzione, non vedere se i
bimbi riescono a risolvere il problema in fretta. Lo scopo ultimo è
rendere la matematica un gioco
facile e divertente, i numeri hanno un effetto calmante e i problemini offrono l’occasione per tranquillizzarsi e concentrarsi. La
matematica come momento divertente della vita quotidiana e
non solo qualcosa che si trova nei
compiti a scuola.
Le domande che ci fanno i bambini sono spesso sconcertanti. Forse una volta avremmo potuto rispondere, quantomeno in modo
parziale. Senza la partecipazione
dei bambini di dieci scuole questo
libro non esisterebbe e non ci sarebbero state domande a cui rispondere; immaginiamoci quindi
di poterci rivolgere a un esperto
che possa rispondere a portata di
bambino. Ecco l’idea da cui è nato
il libro. Ora non sarà più complicato rispondere a domande come:
“Come si fabbrica l’elettricità?” o,
“Da dove nasce il bene?”. Un’antologia di pareri e opinioni personali fortemente autorevoli.
Ludovico Ariosto (1474-1533) lavorò per tutta la vita al lunghissimo poema che intitolò ‘Orlando
Furioso’. L’opera è qui riproposta
nella riduzione di Idalberto Fei,
con l’ausilio delle splendide illustrazioni di Rita Petruccioli. L’intrigante vicenda vede in scena cavalieri, creature fantastiche e luoghi magici che danno vita a un
mondo immaginario. Le avventure di Orlando e Rinaldo, innamorati di Angelica, si muovono sullo
sfondo della guerra tra Carlo Magno e i Mori intrecciandosi a molte altre. Una buona occasione per
scoprire a piccoli passi un grande
testo della letteratura italiana.
Dall’atollo
il thriller
L’amore
ai margini
Eredità con
Verso
La poesia
caccia al tesoro da immaginare l’Antartide
Un cane
per la vita
‘Lo svedese’, di Robert Karjel, Rizzoli,
316 p.
‘Quella vita che ci manca’, di Valentina
D’Urbano, Longanesi, 332 p.
‘La felicità delle piccole cose’, di Caroline
Vermalle, Feltrinelli, 218 p.
‘Senti senti che scuola!’, V.Lamarque /
G.Quarzo / R.Piumini / 254 poeti bambini,
Mondadori, per bambini e insegnanti
‘L’incredibile viaggio di Shakleton’,
William Grill, ISBN, dai 10 anni
‘Zorro nella neve’, Paola Zannoner, Il
Castoro, dai 13 anni
Spionaggio, terrorismo, furti di
opere d’arte, politica internazionale sono tra gli ingredienti di
questo affascinante thriller ricco
di colpi di scena. L’agente svedese
Ernst Grip è condotto dall’FBI in
uno sperduto atollo; deve interrogare un detenuto, che si presume
svedese, coinvolto in un attacco
terroristico di matrice islamica
avvenuto in Kansas. Grip trova
l’uomo profondamente provato
dalle torture subite e lentamente
riesce a comunicare con lui. Ciò
che scoprirà lo porterà a indagare
su un’intricata vicenda che prende avvio dopo lo tsunami avvenuto in Thailandia nel 2004.
La Fortezza è un quartiere romano a rischio, abitato da abusivi.
Qui vivono quattro fratelli figli di
padri diversi: Anna è disillusa
dalla vita, Vadim è un ventenne
immaturo, Alan, il più grande,
cerca in ogni modo di tenere unita la famiglia in un contesto di
grandi difficoltà sociali. L’equilibrio di questo nucleo subisce un
colpo dalla storia d’amore tra Valentino, il più giovane dei quattro,
e una ragazza bellissima estranea a questo quartiere ai margini.
Un vero problema, per una coinvolgente doppia storia d’amore:
quella tra i due giovani e quella
che lega la disastrata famiglia.
Frédéric Solis è un affascinante
avvocato parigino collezionista
d’arte. Negli anni si è costruito
una vita fatta di agi ma ora si trova afflitto dai debiti. L’annuncio
di un’inaspettata eredità sembra
la via d’uscita dai suoi problemi. Il
notaio, però, gli consegna una
scatola contenente un disegno e
quattro biglietti: per un viaggio in
treno, per una gita in barca, per
entrare al Museo d’Orsay e al giardino di Givency. Convinto che il
tutto lo possa portare sulle tracce
di un quadro di Monet, l’uomo intraprende un’appassionante caccia al tesoro che lo immergerà in
una nuova realtà.
Vista in questo modo la poesia diventa interessante, ma ci si deve
avvicinare per guardarla meglio,
bisogna osservarla come si fa con
un fiore o con una pietra preziosa. E forse anche i bambini se ne
accorgerebbero a sentire queste
rime; magari facendo saltare la
voce, facendo danzare le frasi sul
filo invisibile che le tiene legate. A
pensarci bene la poesia segue i
ritmi e i tempi della natura, e in
natura è il piccolo che genera il
grande! È un mondo inaspettato
la poesia di questo libro, dove il
poeta è affiancato dai bambini
che la poesia la giocano come la
immaginano.
Nel 1874 nasce Shakleton, futuro
grande esploratore intenzionato
a viaggiare fino al cuore dell’Antartide. Nella costruzione del vascello di legno più resistente al
mondo, furono usati materiali di
prim’ordine e impegnati esperti
marinai e abili carpentieri. La vita
sul ghiaccio non era malvagia.
L’equipaggio trascorreva il tempo
cacciando, leggendo, prendendo
appunti sul tempo e le rotte e gustando cibo variato per salvaguardare l’umore. Malgrado il fallimento della traversata dell’Antartide, la maggior parte degli uomini sopravvisse grazie a coraggio, forza di carattere e resistenza.
Luca – ultimo anno di liceo, amici
monotoni, pomeriggi vuoti – travolto da una valanga, viene salvato dal volontario Bruno e dal suo
cane Zorro. Quando si risveglia,
ha un sogno nuovo da coltivare:
prendere un cane e diventare anche lui un volontario. Per cambiare la vita di Mary, invece – studentessa di veterinaria, una famiglia
ingombrante – di cani ce ne vogliono sei: sono cuccioli appena
arrivati al canile, che cercherà in
ogni modo di fare adottare. Si può
trovare se stessi mentre ci si
prende cura degli altri? Luca e
Mary lo scopriranno, attraverso
l’amore per i cani.