INTRODUZIONE ALLA DIDATTICA DELLA CHIMICA ANALITICA 23/04/2014 1 CHIMICA ANALITICA: scienza prettamente SPERIMENTALE Fornisce risultati finali sotto forma di NUMERO (o come IDENTIFICAZIONE di una sostanza ben definita) correttezza dell’apprendimento facilmente VERIFICABILE - dall’insegnante - DALLO STUDENTE Come in tutti i corsi, per migliorare il risultato finale è necessario spostare l’attenzione dall’insegnamento all’APPRENDIMENTO Come si può ottenere un migliore apprendimento? cambiando il TIPO DI APPROCCIO spostando l’attenzione più dalla tecnica all’OGGETTO dell’analisi presentando esempi CONCRETI portando gli studenti a sviluppare la capacità di PROGETTARE l’analisi utilizzando il LABORATORIO 2 OBIETTIVI di un corso di chimica analitica 1) Apprendimento dei contenuti «CLASSICI» contenuti base che costituiscono lo «conoscenza della disciplina»: - tecniche e metodi - conoscenze di background: equilibri, statistica, fisica di base, elettronica - esperienze di laboratorio: saggi di identificazione, titolazioni, metodi strumentali modalità di ESECUZIONE di un saggio 2) Acquisizione di altre «skills» curiosità e spirito di iniziativa comunicazione orale e scritta capacità di lavoro in gruppo ADATTABILITA’ E FLESSIBILITA’ Entrambi gli obiettivi possono essere raggiunti affrontando PROBLEMI CONCRETI (che in aggiunta stimolano la curiosità) definizione del PROBLEMA conoscenza della TECNICA utilizzo del METODO: applicazione di una TECNICA ad un PROBLEMA 3 Tecniche analitiche e metodi analitici Tecniche analitiche Una TECNICA ANALITICA è un processo chimico o chimico-fisico che può essere usato per fornire informazioni analitiche. Esempi: le TECNICHE SPETTROMETRICHE che prevedono l’assorbimento o l’emissione di RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA possono fornire INFORMAZIONI QUALITATIVE, QUANTITATIVE e STRUTTURALI, le TECNICHE CROMATOGRAFICHE che sono usate per SEPARARE COMPONENTI DI UNA MISCELA in base alle loro PROPRIETA’ CHIMICHE e CHIMICO-FISICHE Metodi analitici Un METODO ANALITICO è un insieme dettagliato di istruzioni da seguire passo per passo nell’analisi qualitativa, quantitativa o strutturale di un campione usando una specifica tecnica. La descrizione comprende tutti gli aspetti che è necessario definire affinché si possano avere RISULTATI SIGNIFICATIVI, come ad esempio il tipo e la purezza dei reagenti usati, le caratteristiche richieste dallo strumento, la sequenza delle operazioni da effettuare, il tipo di analisi dei dati, ecc… Molti metodi sono pubblicati come METODI ANALITICI STANDARD e devono essere adottati affinché determinate analisi abbiano VALORE UFFICIALE UTILIZZO DEI METODI PER COMPRENDERE LE TECNICHE 4 5 Obiettivo: abituarsi a RISOLVERE PROBLEMI COMPLESSI 6 Come sviluppare le attività in classe? Approcci principali (1) Lezione «classica» - LECTURING (2) Discussione in gruppi – COOPERATIVE LEARNING (3) Apprendimento in laboratorio – LABORATORY ACTIVITIES (4) Apprendimento legato ad un contesto reale – CONTEXT-BASED LEARNING (5) Apprendimento mediante risoluzione di problemi – PROBLEM-BASED LEARNING Non tutti sono validi per tutti gli argomenti, i vari approcci possono coesistere 7 (1) LECTURING È l’approccio più classico Si basa sull’assunzione che il sapere può essere semplicemente TRASMESSO In realtà la trasmissione del sapere è solo il primo stadio di una reazione a due stadi… 8 Informazione «immagazzinata» dagli studenti Primi 15’ circa 100% 15’-30’ circa 40% 30’-45’ circa 25% Oltre i 45’ 20% o meno Ascoltare una lezione ~ STESSI RISULTATI !!!! Leggere materiale scritto Per migliorare: - Verifica del background delle conoscenze - introdurre attività di COLLABORAZIONE e discussione tra studenti 9 1983 QUALI ARGOMENTI TRATTARE? Titolazioni in fase umida 2013 Tecniche spettroscopiche - Spettroscopia UV-Visibile - Spettroscopia IR - Spettroscopia atomica - Spettroscopia NMR - Spettroscopia di massa - Fluorescenza X e microfluorescenza Tecniche elettroanalitiche Tecniche di separazione e cromatografia - Gas cromatografia - HPLC - Micro-estrazione in fase solida 2043 ?? Le tecniche possono variare nel tempo 10 Ciò che rimane valido nel tempo è il PROCESSO ANALITICO (process model) Definizione del problema Prelievo e preparazione del campione Definizione dell’informazione desiderata Scelta della tecnica e del metodo Campionamento Preparazione del campione Solido Liquido Gas L’apprendimento delle varie fasi del processo analitico è il CONTENUTO PRINCIPALE omogeneizzazione solubilizzazione vaporizzazione Eliminazione degli interferenti Analisi chimica -standard di calibrazione -campione Conversione datirisultati Calcolo del risultato Analisi statistica Soluzione del problema Interpretazione dati e risultati Presentazione risultati 11 La presentazione del processo analitico si presta a: - Introdurre le varie fasi che vanno OLTRE L’ESECUZIONE DEL SAGGIO ANALITICO - Introdurre esempi concreti attenzione sull’OGGETTO DELL’ANALISI - Sviluppare capacità di ASTRAZIONE - «approccio orizzontale» Passare dal caso particolare al caso generale Altri esempi di tematiche che si prestano ad un approccio «orizzontale» SCHEMA DI UNA STRUMENTAZIONE permette di generalizzare permette di fare similitudini e paragoni permette di affrontare problemi nuovi o sconosciuti permette di interpretare i fenomeni alle base dei processi analitici SENSIBILITA’ E SELETTIVITA’ CALIBRAZIONE 12 Le TECNICHE STRUMENTALI prevedono l’acquisizione di un SEGNALE ANALITICO di solito di natura elettrica o meccanica che è espressione di una INFORMAZIONE CHIMICA qualitativa (natura e composizione) e/o quantitativa SEPARAZIONI - DETERMINAZIONI QUALITATIVE DETERMINAZIONI QUANTITATIVE – INDAGINI STRUTTURALI – INDAGINI MORFOLOGICHE 13 SCHEMA DI UNA STRUMENTAZIONE Alimentazione Generatore di segnale segnale analitico segnale Detector elettrico o o meccanico Trasduttore Trattamento dati segnale in uscita Registratore Risultato Esempio: Assorbimento Atomico Fiamma + campione Luce Tubo fotomoltiplicatore corrente 1. 2. 3. Amplificatore Filtro Convertitore corrente voltaggio 1. Registratore su voltaggio carta DC 2. Integratore 3. PC Concentrazione 14 Generatore di Segnale E’ il campione da analizzare In generale è sempre accompagnato da un sistema che interagisce con il campione mettendolo nelle condizioni di fornire un segnale Ad esempio nella spettroscopia ottica è accompagnato da una sorgente di radiazione elettromagnetica che interagisce con il campione Errore comune: considerare una lampada come generatore di segnale IL SEGNALE ANALITICO E’ SEMPRE GENERATO DAL CAMPIONE 15 Segnali analitici Metodo Segnale osservato Strumento Spettroscopico Radiazione elettromagnetica – assorbimento – emissione – diffrazone Flame Atomic Absorption Spectrometer (FAAS) Graphite Furnace AAS (GFAAS) Atomic Emission Spectrometer (AES) Atomic Fluorescence Spectrometer (AFS) UV-visible Spectrometer X-Ray Difraction IR Spectrometer Radiochimico Decadimento radioattivo – alfa – beta – gamma – raggi X Scintillation counter Gamma ray spectroscopy Geiger counter Spettroscopia di massa Rapporto massa/carica dei frammenti Mass Spectrometer (MS) Microscopia elettronica Elettroni Scanning Electron Microscopy (SEM) Transmission Electron Microscopy (TEM) 16 Segnali analitici - II Metodo Segnale osservato Strumento Cromatografico • Conducibilità termica dei gas • Corrente ionica prodotta bruciando l’analita in una fiamma • Corrente prodotta dal gas ionizzato • Assorbimento di radiazione UV • Conducibilità Gas Chromatograph (GC) • Corrente elettrica (da una reazione redox) • Corrente elettrica (dagli ioni) in soluzione • Attività ionica Hanging Mercury Drop Electrode Dissolved Oxygen Sensor Elettroanalitico Voltammetrico Conduttometrico Potenziometrico High Performance Liquid Chromatography (HPLC) Ion Chromatography (IC) Conductivity Meter/CTD pH Meter and ion selective electrode 17 Esempi di componenti strumentali Strumento Generatore di Segnale Segnale analitico Trasduttore Segnale trasdotto Elaboratore del segnale Lettura finale Fotometro Lampada di W, filtro di vetro, campione Raggio luminoso attenuato Fotocellula Corrente elettrica Nessuno Misuratore di corrente Spettrometria di emissione atomica Fiamma, monocromatore, chopper, campione Radiazione UV o visibile Tubo fotomoltiplicatore Potenziale elettrico Amplificatore, demodulatore Registratore di diagrammi pHmetro Campione Attività degli ioni H+ Elettrodi a vetro Potenziale elettrico Amplificatore, convertitore analogicodigitale Display digitale Diffrattometro di raggi X Tubo di raggi X, campione Radiazione diffratta Film fotografico Immagine latente Processo di sviluppo Immagini di diffrazione Vista umana Luce, oggetti Colore Occhio Segnale elettrico per il nervo ottico Cervello Risposta in colori e forme 18 Nello spiegare perché e come funziona una tecnica o una strumentazione analitica possiamo usare tre livelli (comuni all’insegnamento di altri rami della chimica) 1) Livello descrittivo – MACRO generazione di un segnale da parte del campione. Es.: colore, potenziale, corrente … 2) Livello interpretativo – MICRO comprensione dei fenomeni alla base della generazione del segnale. Es.: interazione radiazione/materia, scambio di elettroni in processi redox … 3) Livello simbolico – RAPPRESENTAZIONE uso di simboli e schemi per descrivere i fenomeni. Es.: diagrammi dei livelli elettronici, schema di una cella elettrochimica ... 1) COSA SUCCEDE? 2) PERCHE’ SUCCEDE? 3) COME SI RAPPRESENTA? 19 Costruzione di una CURVA DI TARATURA (std esterni) Una curva di taratura misura la risposta di un metodo analitico a quantità note di analita Abbiamo bisogno di tre tipi di soluzione: Soluzione a concentrazione incognita: soluzione che contiene una quantità sconosciuta di un determinato analita campione da analizzare Soluzioni standard: soluzioni che contengono quantità note dell’analita in esame per costruire la curva di taratura Soluzioni del bianco: soluzioni che contengono tutti i reagenti e i solventi usati nell’analisi, ma non l’analita per misurare la risposta del metodo a impurezze o specie interferenti contenute nei reagenti Si opera quindi nel seguente modo: (es. per misure di ASSORBANZA di una proteina) 1) Misura del bianco risposta del procedimento in assenza di analita 2) Misura dell’assorbanza dei campioni a concentrazione nota 3) Sottrazione della risposta del bianco assorbanza corretta 4) Costruzione di un grafico dell’assorbanza corretta in funzione della quantità di analita; determinazione della best fit line (eventuale scarto di outliers) 5) Misura dell’assorbanza dei campioni a concentrazione incognita e lettura del risultato 20 come valore di x associato al punto sulla best fit line Alcune osservazioni: -Si preferiscono procedure la cui risposta sia di tipo lineare non è detto che la linearità sia mantenuta in tutto l’intervallo in esame -Si definisce quindi un INTERVALLO DI LINEARITA’: intervallo in cui la risposta del metodo è proporzionale alla concentrazione -Al di fuori di questo intervallo si può avere una risposta contenente termini in x di ordine superiore (ad es. parabola) y ax 2 bx c 21 Mostrare – o ancora meglio STIMOLARE la comprensione delle POSSIBILI FONTI DI ERRORE -EFFETTUANDO ESTRAPOLAZIONI AL DI FUORI DELL’INTERVALLO DI CONCENTRAZIONI DI STANDARD MISURATO per costruire la curva di taratura aumenta l’errore! 22 Introduzione di metodi alternativi PERCHE’ ??? QUALI DIFFERENZE ??? Metodo delle aggiunte standard Nel metodo delle aggiunte standard si costruisce una RETTA DI TARATURA TRASLATA: -La retta non passa più per l’origine degli assi cartesiani -L’asse delle ascisse riporta la CONCENTRAZIONE AGGIUNTA Questo metodo si applica quando non è possibile riprodurre la MATRICE: costituenti della soluzione da analizzare diversi dall’analita, che possono determinare interferenze nell’analisi In pratica: -La SOLUZIONE INCOGNITA in esame, tal quale, è utilizzata come “BIANCO” -Come “STANDARD” si utilizzano diverse porzioni della soluzione in esame alle quali sono aggiunte diverse aliquote note dell’analita in esame 23 METODO DELLE AGGIUNTE MULTIPLE (AGGIUNTE DI STANDARD) (a) si parte dalla soluzione a concentrazione incognita e si effettuano delle aggiunte IN QUANTITA’ NOTA della specie da analizzare Si ottengono quindi diverse soluzioni ognuna delle quali contiene un’aliquota incognita di sostanza (fissa) ed un’aliquota nota (variabile) (b) si misura l’assorbanza delle varie soluzioni (c) si risale alla concentrazione della sostanza incognita dall’intercetta (negativa) sull’asse delle concentrazioni della retta che si ottiene 24 Esempio -25 ml della soluzione a concentrazione incognita -aggiungo a 4 matracci da 25 ml della soluzione incognita rispettivamente 1, 2, 3, 4 ml della soluzione a concentrazione nota (10~100 volte più concentrata) Ad esempio, se la soluzione incognita contiene Fe2+ ~20ppm, uso come standard una soluzione 1000 ppm -si portano i matracci a volume (100 ml) usando sempre la soluzione incognita A questo punto il primo matraccio conterrà un’aggiunta di 1ml*1000mgl-1/100ml =10 mg/l Per il secondo matraccio l’aggiunta sarà 2ml*1000mgl-1/100ml=20 mg/l Per il terzo sarà 30 mg/l, per il quarto 40 mg/l Riportando in grafico le concentrazioni aggiunte C1…C4 vs le assorbanze lette A1…A4, si ottiene una retta per la quale: -l’intercetta sull’asse delle ordinate è l’assorbanza della soluzione a concentrazione incognita (Cagg.=0; A=Acampione) -l’intercetta sull’asse delle ascisse è la concentrazione incognita del campione (=decremento ΔCx che andrebbe effettuato sulla soluzione incognita per ottenere assorbanza zero) 25 Metodo dello standard interno Variazioni nelle condizioni sperimentali possono inficiare la precisione dei dati PERCHE’ SI UTILIZZA? È necessario utilizzare un metodo di calibrazione che non risenta della variazione, anche momentanea, delle condizioni sperimentali Una QUANTITA’ NOTA di una certa sostanza (lo STANDARD INTERNO) può essere AGGIUNTA AD OGNI CAMPIONE A CONCENTRAZIONE INCOGNITA e AD OGNI STANDARD ANALITICO La quantità misurata sarà il RAPPORTO TRA LA RISPOSTA DEL DETECTOR ALL’ANALITA IN OGNI CAMPIONE (INCOGNITO E STANDARD) E LA RISPOSTA ALLO STANDARD INTERNO (SEMPRE NOTO) AGGIUNTO Misurando dei rapporti tra quantità ottenute nelle stesse condizioni (analita e standard sono ogni volta all’interno dello stesso campione da analizzare), il metodo non risente di variazioni delle condizioni sperimentali ( es. fluttuazioni intensità fascio luminoso) REQUISITI PER LO STANDARD INTERNO: -assenza di reattività nei confronti del campione (analita e matrice), -risposta analitica simile, ma non interferente, rispetto all’analita -risposta simile all’analita nei confronti della variazione delle condizioni sperimentali -concentrazione dello stesso ordine di grandezza rispetto all’analita (per minimizzare l’errore nel 26 calcolo dei rapporti tra risposte) Il campione da determinare contiene l’analita A alla concentrazione sconsociuta Cx si costruisce una retta di taratura mantenendo fissa Conc. S e variando Conc. X. Gli n standard contengono l’analita A alle concentrazioni CA: C1,….,Cn Uno standard interno S a concentrazione fissa CS è aggiunto ogni campione contiene: analita + standard interno: CA + CS Si riporta il rapporto IA/IS tra I segnali derivanti da A da S in funzione del rapporto tra le concentrazioni CA/CS C1 CS Si ricava il rapporto C2 CS Cx CS C4 CS C5 CS CA CS CX che non risente delle variazioni momentanee CS condizioni sperimentali delle CS è noto CX può essere calcolato 27 (2) COOPERATIVE LEARNING Prevalentemente come INTEGRAZIONE ALLA LEZIONE ORALE - Formulazione di domande e problemi sugli argomenti oggetto della lezione - Discussione all’interno dei gruppi - Intervento del docente («facilitatore») all’interno dei gruppi per aiutare e chiarire - Composizione dei gruppi: omogenea o eterogenea? Vantaggi MIGLIORE APPRENDIMENTO dovuto a: - Condivisione della conoscenza - DISCUSSIONE TRA PARI Sviluppo della capacità di discutere e confrontare posizioni capacità CRITICA Gli alunni imparano ad argomentare le proprie posizioni Ambiente più favorevole al sorgere di domande e alla richiesta di chiarimenti Maggiore interazione docente/alunno 28 Esempio: discussione in gruppi sui vantaggi e gli svantaggi dei metodi di calibrazione AGGIUNTE STANDARD vs STANDARD ESTERNI AGGIUNTE STANDARD + correzione dell’effetto matrice - il punto analitico è al di fuori dell’intervallo di taratura siamo agli estremi delle iperboli di fiducia, dove l’errore sulla x è maggiore STANDARD ESTERNI + il punto analitico può essere centrato all’interno della retta di taratura lontani dai limiti in cui si rischia di perdere linearità (e dove si incontra un errore maggiore) - la matrice non sempre può essere riprodotta (spesso può essere incognita) 29 (3) ATTIVITÀ DI LABORATORIO Principale vantaggio dell’attività di laboratorio: Sviluppo della capacità di lavorare in gruppo Comunicazione Divisione dei ruoli Due approcci possibili: i) Introduzione al maggior numero di tecniche possibili ii) Trattazione approfondita di una tecnica QUAL E’ IL MIGLIORE? (discussione) 30 L’esecuzione di un saggio è a un livello più basso Quello che conta veramente, ed è un contenuto TRASVERSALE alle varie tecniche, è sviluppare la METODOLOGIA per risolvere problemi analitici acquisizione tramite ESPERIENZA e RISOLUZIONE DI PROBLEMI PROCESS MODEL: Fasi dell’attività di laboratorio che descrivono l’INTERO PROCESSO ANALITICO Definizione degli obiettivi dell’analisi Scelta della tecnica e del metodo Campionamento Esecuzione del saggio Valutazione dei risultati Stesura di un REPORT finale (individuale?) 31 PROCESS MODEL Definizione del problema Prelievo e preparazione del campione Definizione dell’informazione desiderata Scelta della tecnica e del metodo Campionamento Preparazione del campione Solido Liquido Gas omogeneizzazione solubilizzazione vaporizzazione Eliminazione degli interferenti Esecuzione del saggio analitico Analisi chimica -standard di calibrazione -campione Strumentazione Conversione datirisultati Calcolo del risultato Analisi statistica Soluzione del problema Interpretazione dati e risultati Presentazione risultati 32 Applicando ad un ESEMPIO PRATICO … ---- introduzione al CBL (context-based learning) Determinazione della caffeina e della teobromina nel cioccolato 1. Definizione del problema tipo di INFORMAZIONE richiesta livello di ACCURATEZZA e PRECISIONE richiesto problemi PRATICI: costo, tempo, personale, strumentazione, ecc. 33 2. Scelta della tecnica e del metodo Alcuni aspetti da tenere in considerazione: • normative vigenti • adeguatezza della tecnica (precisione ed accuratezza ottenibili) • sensibilità • selettività • velocità e costi • semplicità del metodo • disponibilità della strumentazione 34 3. Campionamento Processo di raccolta di un campione SIGNIFICATIVO per l’analisi omogeneo eterogeneo 35 4. Preparazione del campione - Conversione del campione in una forma adatta all’analisi - Separazione dagli altri componenti (MATRICE) -Macinazione -Estrazione dei grassi -Separazione dell’analita 36 5. Esecuzione del saggio analitico analisi QUALITATIVA: determinazione dell’IDENTITÀ di un campione o di una delle sue componenti - test sul campione - test su campioni di riferimento - confronto dei risultati - interpretazione dei risultati analisi QUANTITATIVA: determinazione della QUANTITÀ di una o più sostanze - preparazione di standard a composizione nota - CALIBRAZIONE della strumentazione - MISURA del campione - calcolo dei risultati ed eventuale analisi STATISTICA 37 38 Campione incognito Standard 39 6. Elaborazione e presentazione dei dati, valutazione del metodo Analisi statistica per - calcolare il risultato - calcolare l’indeterminazione - tabella - grafico 160 140 valore min valore MAX 120 mg /porzione Stesura di un report 100 80 60 40 20 0 1 2 3 4 5 6 7 8 40 APPLICAZIONE DEI DIVERSI APPROCCI AD ALCUNI ARGOMENTI Trasmettere i concetti fondamentali tramite LEZIONE TEORICA Verificare l’assimilazione dei concetti fondamentali tramite COOPERATIVE LEARNING Verificare la validità di quanto enunciato tramite ATTIVITA’ DI LABORATORIO Applicare la teoria, appresa e verificata, ad un PROBLEMA PRATICO CONTEXT-BASED o PROBLEM-BASED LEARNING 41 (A) STATISTICA – TEORIA DELL’ERRORE OGNI MISURA SPERIMENTALE PRESENTA UN GRADO DI INCERTEZZA è accompagnata da un ERRORE SPERIMENTALE L’errore sperimentale può essere: - sistematico - casuale -L’errore sistematico (determinato) deriva da un difetto nell’esecuzione di un esperimento (strumentazione difettosa, operatore inappropriato, ecc.). Può essere - riprodotto se è noto e non si modificano le condizioni es.: tara in una pesata - ridotto od eliminato se si riesce a modificare opportunamente le condizioni -L’errore casuale (indeterminato) deriva dall’effetto prodotto da variabili incontrollate nelle misure. Può essere positivo o negativo. Ha natura statistica ed è sempre presente. Es.: errore di lettura, rumore elettrico, ecc. NON PUO’ ESSERE ELIMINATO, MA PUO’ ESSERE VALUTATO MEDIANTE ANALISI STATISTICA 42 A livello MACROSCOPICO I risultati di una SERIE di misure si possono distribuire in diversi modi Low accuracy, low precision Low accuracy, high precision High accuracy, high precision High accuracy, low precision Introduzione dei concetti di ACCURATEZZA E PRECISIONE 43 Distance (cm) Distance (cm) DEFINIZIONE DI VALORE MEDIO E DEVIAZIONE STANDARD x i n xi xi i n 21 0.0 20 9.6 20 9.2 20 8.8 20 8.4 20 8.0 20 7.6 20 7.2 20 6.8 20 6.4 20 6.0 N = 500 20 5.6 21 0.0 20 9.6 20 9.2 20 8.8 20 8.4 20 8.0 20 7.6 20 7.2 20 6.8 20 6.4 20 6.0 20 5.6 20 5.2 20 4.8 20 4.4 20 4.0 20 3.6 20 3.2 20 2.8 20 2.4 20 2.0 20 1.6 20 1.2 20 0.8 20 0.4 N = 200 20 5.2 20 4.8 20 4.4 Distance (cm) 20 4.0 20 3.6 20 3.2 Distribution of distance measurements for projectile 20 2.8 0 20 0.0 Distribution of distance measurements for projectile 20 2.4 5 20 2.0 5 20 1.6 10 20 1.2 35 20 0.8 0 20 0.4 1 19 9.6 3 19 9.2 6 20 0.0 9 19 8.8 7 19 9.6 60 19 9.2 7 Frequency 14 19 8.4 8 19 8.0 65 19 8.8 Frequency 15 19 8.4 21 0.0 20 9.6 20 9.2 20 8.8 20 8.4 20 8.0 20 7.6 20 7.2 20 6.8 20 6.4 20 6.0 20 5.6 13 19 8.0 21 0.0 20 9.6 20 9.2 20 8.8 20 8.4 20 8.0 20 7.6 20 7.2 20 6.8 N = 100 20 6.4 20 5.2 20 4.8 20 4.4 20 4.0 20 3.6 20 3.2 20 2.8 20 2.4 N = 40 20 6.0 20 5.6 20 5.2 20 4.8 20 4.4 Distance (cm) 20 4.0 20 3.6 20 3.2 Distribution of distance measurements for projectile 20 2.8 20 2.0 20 1.6 20 1.2 20 0.8 20 0.4 20 0.0 19 9.6 19 9.2 Frequency Distribution of distance measurements for projectile 20 2.4 20 2.0 0 20 1.6 2 20 1.2 4 20 0.8 11 20 0.4 13 20 0.0 15 19 8.8 0 19 9.6 2 19 9.2 4 19 8.4 5 19 8.0 Frequency 6 19 8.8 7 Frequency 8 21 0.0 20 9.6 20 9.2 20 8.8 20 8.4 20 8.0 20 7.6 20 7.2 20 6.8 20 6.4 20 6.0 20 5.6 20 5.2 20 4.8 20 4.4 20 4.0 20 3.6 20 3.2 20 2.8 20 2.4 20 2.0 20 1.6 20 1.2 20 0.8 20 0.4 20 0.0 19 9.6 19 9.2 19 8.8 19 8.4 19 8.0 8 19 8.4 Frequency 10 19 8.0 21 0.0 20 9.6 20 9.2 20 8.8 20 8.4 20 8.0 20 7.6 20 7.2 20 6.8 20 6.4 20 6.0 20 5.6 20 5.2 20 4.8 20 4.4 20 4.0 20 3.6 20 3.2 20 2.8 20 2.4 20 2.0 20 1.6 20 1.2 20 0.8 20 0.4 20 0.0 19 9.6 19 9.2 19 8.8 19 8.4 19 8.0 VERIFICA SPERIMENTALE della distribuzione dei risultati mediante serie di misure ripetute. Es.: pesate tramite bilancia N = 1000 Distribution of distance measurements for projectile 9 12 55 11 10 50 45 40 35 30 5 25 4 3 20 1 2 15 10 5 0 Distance (cm) Distribution of distance measurements for projectile N = 5000 14 300 12 30 25 250 9 20 200 6 15 150 3 10 100 1 50 0 Distance (cm) 2 RAPPRESENTAZIONE (livello simbolico) Curva Gaussiana dell’errore Relazione tra livello MACROSCOPICO e quantità matematiche (RAPPRESENTAZIONE) ACCURATEZZA PRECISIONE vicinanza al valore vero dispersione dei risultati riscontro nel valore medio riscontro nella deviazione standard 45 (B) SPETTROFOTOMETRIA – LEGGE DI LAMBERT-BEER APPROCCIO TRAMITE LEZIONE TEORICA 1) Verifica o introduzione delle conoscenze di background - RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA: spettro E.M., dualismo onda/particella 46 Efotone = hν = hc n 47 - MATERIA: costituita di atomi protoni, neutroni ed ELETTRONI con energie ben definite ENUNCIAZIONE DELLA TEORIA Le tecniche spettrofotometriche si basano sull’interazione tra radiazione e materia (Cosa? Perché? Come si rappresenta?) 48 CORRISPONDENZA tra RADIAZIONE e TIPO DI TRANSIZIONE 49 Utilizzando un approccio SPERIMENTALE A livello MACROSCOPICO Soluzioni di diverse CONCENTRAZIONI hanno diversa INTENSITA’ di colore 50 Diversi SPESSORI di soluzione trasmettono diverse INTENSITA’ I0 = 10,000 -b- T It I0 5000 10000 0.5 A = -log T = -log (0.5) = 0.3010 0.25 A = -log T = -log (0.25) = 0.6021 I0 = 10,000 --2b-- T It I0 2500 10000 51 Deve esistere una RELAZIONE tra CONCENTRAZIONE, SPESSORE, INTENSITA’ TRASMESSA ESPERIMENTI per trovare la relazione Definendo A = -log It/Ii 1 3.5 0.8 3.0 0.6 2.5 Absorbance Transmittance 1.2 0.4 0.2 0 2.0 1.5 1.0 0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Thickness, multiples of b 0.0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Thickness, multiples of b A = bC 52 Passaggio dal livello MACROSCOPICO al livello MICROSCOPICO serve la teoria Si verifica una RIDUZIONE DELL’INTENSITA’ DEL RAGGIO in seguito al suo passaggio attraverso un mezzo La radiazione interagisce con le specie contenute nel mezzo (solido, liquido o gassoso) eccitandone le molecole a livelli a più alto contenuto energetico L’entità dell’assorbimento dipende da: -concentrazione delle specie attive -lunghezza del cammino ottico attraverso il campione I processi di assorbimento possono essere descritti a livello microscopico come URTI tra la radiazione (sotto forma di FOTONI) e la materia (sotto forma di ELETTRONI) Il NUMERO degli urti dipende dal numero di fotoni ed elettroni che interagiscono, quindi dalla concentrazione C e dal cammino ottico b A livello macroscopico: assorbimento, emissione o riflessione di un’intensità luminosa A livello microscopico: urti elastici o anelastici tra fotoni ed elettroni A livello simbolico ? 53 livello SIMBOLICO - RAPPRESENTAZIONE Descrizione dei processi di assorbimento (e di tutte le interazioni radiazione/materia) mediante DIAGRAMMI L’acquisizione di energia sotto forma di un fotone può portare ad uno stato eccitato Come consegue una diminuzione dell’intensità La radiazione acquisita dalla materia nel processo di ASSORBIMENTO sarà restituita tramite emissione di radiazione emissione di calore 54 SPUNTI PER COOPERATIVE LEARNING - Perché a diverse lunghezze d’onda si hanno assorbimenti diversi ? SPETTRI - Perché diverse molecole danno spettri diversi? - Cosa rappresenta il termine ε ? - Dove è contenuta la dipendenza di A dalla lunghezza d’onda? A = bC 55 A questo punto si può approfondire (con una lezione «classica») la TEORIA della Legge di Lambert-Beer: - Trattando l’interazione radiazione/materia come una cinetica del primo ordine rispetto alla concentrazione dei fotoni e alla concentrazione degli elettroni - Illustrando la dipendenza di ε da λ e dalla configurazione elettronica della molecola - DEVIAZIONI dalla legge di L.B. Ulteriori spunti per discussione (cooperative learning) - Perché la legge di L.B. non è rispettata a concentrazioni molto elevate? - Perché non è rispettata quando si fanno diluizioni del metilarancio (indicatore acido/base)? 56 GENERALIZZAZIONE mediante SCHEMA delle interazioni radiazione/materia usate per le tecniche spettroscopiche LIVELLO SIMBOLICO Diagrammi di Jablonski Linee continue verticali: transizioni RADIATIVE (assorbimento o emissione di radiazione) Linee ondulate orizzontali: transizioni NON RADIATIVE (tra stati alla stessa energia) Linee ondulate verticali: processi di rilassamento vibrazionale NON RADIATIVI (dissipazione di 57 energia tramite urti) A questo punto è facile il PASSAGGIO ALL’APPLICAZIONE CONCRETA: tecniche e METODI SPETTROMETRIA DI EMISSIONE Emission Flame Photometer Source Wavelength Selector Sample Detector Signal Processor Readout Il campione è nebulizzato in fiamma ed eccitato per mezzo di ENERGIA TERMICA ed emette radiazione tornando allo stato fondamentale; si misura l’intensità della radiazione emessa L’intensità di una riga spettrale è correlata a: -numero di specie che emettono -probabilità della transizione 58 SPETTROMETRIA DI ASSORBIMENTO Flame Atomic Absorption Spectrometer Wavelength Selector Source Sample Detector Signal Processor Readout Il campione è nebulizzato in fiamma (ad una temperatura inferiore) ed assorbe energia da una sorgente luminosa per passare ad uno stato eccitato; si misura l’assorbanza L’entità dell’assorbimento dal numero di interazioni tra radiazione e campioni 59 SPETTROMETRIA DI FLUORESCENZA Si misura la radiazione riemessa dopo assorbimento Fluorescence and/or Scattering Spectrometer Sample Wavelength Selector Detector Signal Processor Readout 0-90o Source Il campione assorbe energia da una sorgente luminosa per passare ad uno stato eccitato ed emette una radiazione di fluorescenza (a frequenza minore) la cui intensità è misurata dal detector; l’orientazione a 90 ° fa sì che il detector non raccolga la radiazione incidente 60 GENERALIZZAZIONE delle strumentazioni spettrofotometriche COME funzionano MACRO PERCHE’ si utilizzano le diverse configurazioni MICRO SPETTROFOTOMETRO A SINGOLO RAGGIO E’ utilizzato normalmente per effettuare analisi che prevedono misure ad una sola lunghezza d’onda e per soluzioni con un solo analita. Le misure sono paragonate con un riferimento che di solito è il solvente da solo rivelatore monocromatore cella porta campione fenditura di uscita elemento disperdente (prisma/reticolo) fenditura di ingresso sorgente 61 Sviluppo delle varie strumentazioni per risolvere problemi ESEMPIO 1) Come si possono compensare delle variazioni di potenza di una lampada dipendenti in maniera casuale dal tempo? 2) Come si possono registrare variazioni di concentrazione da parte di specie che partecipano ad equilibri molto veloci? 62 SPETTROFOTOMETRO A DOPPIO RAGGIO NEL TEMPO • Uno spettrofotometro a doppio raggio nel tempo utilizza un “chopper” (di solito uno specchio rotante) per inviare alternativamente la radiazione attraverso il campione ed attraverso il riferimento. • La radiazione alternativamente trasmessa da campione e riferimento viene poi misurata da un unico rivelatore. riferimento monocromatore fenditura di uscita elemento disperdente sorgente fenditura di ingresso chopper rivelatore campione 63 SPETTROFOTOMETRO A DOPPIO RAGGIO NELLO SPAZIO • In questo strumento il fascio di radiazione viene diviso in due parti mediante uno specchio fisso, ed i due fasci vengono inviati rispettivamente sul campione e sul riferimento. • Non esistono parti mobili, ed è possibile studiare anche processi molto veloci. • Sono però necessari due rivelatori distinti, che devono possedere caratteristiche simili e soprattutto fornire la stessa risposta in ogni istante monocromatore fenditura di uscita elemento disperdente sorgente fenditura di ingresso riferimento rivelatore campione rivelatore specchio divisore di fascio 64 (4) CONTEXT-BASED LEARNING Un corso «classico» di chimica di solito espone gli argomenti facendo riferimento ai livelli MICRO e SIMBOLICO: il secondo è utilizzato per descrivere il primo Il collegamento con la vita reale (livello MACRO) permette invece di fare ESPERIENZA della chimica Per CONTEXT-BASED LEARNING (CBL, apprendimento basato sul contesto) si intende quindi la presentazione degli argomenti attraverso ESEMPI CONCRETI legati alla vita reale l’alunno è in grado di collegare le NOZIONI che apprende con FATTI ed ESPERIENZE già note ed acquisite AUMENTO DELL’INTERESSE E DELLA FACILITA’ DI APPRENDIMENTO65 Alcuni esempi legati alla chimica analitica: SOLUBILITA’ Collegamenti con la vita reale: - problemi ambientali - sistemi viventi - nutrizione - intossicazioni - Perché il sangue contiene emoglobina e la utilizza per trasportare ossigeno? Perché AUMENTA LA SOLUBILITA’ DELL’OSSIGENO NEL SANGUE di circa 30 volte rispetto alla solubilità in acqua distillata - Effetti delle pressione sulla solubilità dei gas Bollicine da bevande gasate, narcosi da azoto LAGO NYOS (Nigeria) 1986 rilascio di CO2 in seguito a rimescolamenti e variazioni di pressione 66 Perché la birra? - Contesto che cattura l’interesse (conoscenza diretta) - Permette di introdurre ed approfondire diversi concetti legati alla chimica (es. solubilità, soluzioni, filtrazioni, pH, indicatori, equilibri, ecc…) - Permette di introdurre esperienze di laboratorio (analisi qualitativa e quantitativa) 67 Questo schema è la base della lezione. Può essere usato come MAPPA CONCETTUALE Alcune caselle possono essere lasciate vuote per essere riempite dagli studenti in base a quello che apprendono, così da usarlo come TEST DI VALUTAZIONE 68 Per coinvolgere subito gli studenti si inizia con un questionario che riguarda direttamente le loro CONOSCENZE ma soprattutto le loro ABITUDINI a) b) c) d) e) Pensi che i giovani dovrebbero bere birra? SI Hai mai provato la birra? SI Hai mai guardato programmi televisivi riguardanti la birra? SI Hai mai letto materiale riguardante la birra? SI A causa della procedura complessa di birrificazione (brewing) e della facile deteriorabilità, la birra non è stata prodotta fino al XIX secolo SI In quale stagione la birra può essere usata come bevanda rinfrescante? a) Primavera b) estate c) autunno d) Inverno NO NO NO NO NO e) sempre 69 Indicare il livello di accordo con le seguenti affermazioni Accordo totale Accordo parziale Disaccordo Consumare 0.5 L di birra o più ogni giorno è una dipendenza Dovrebbe essere proibito bere birra a scuola Si sceglie di bere birra a causa della pubblicità Eventi come Feste della Birra contribuiscono ad un consumo eccessivo di birra La birra può essere classificata come alimento 70 Si inizia a passare a conoscenze più tecniche Elenca alcune proprietà positive della birra Indica due sostanze che possono essere trovate sia nella birra che nei succhi di frutta Cosa ne pensi della frase «la birra è un alimento?» Pensi che sia pericoloso miscelare birra con altri alcolici? Perché? Quali pensi che sia la confezione migliore per la birra? Perché? Come pensi si possa riconoscere birra deteriorata? 71 Si può introdurre qualche domanda personale (abitudini) Quando hai provato birra per la prima volta? a) <13 b) 13-15 c) 15-17 d) 17-19 e) mai Ogni quanto bevi birra? a) Ogni giorno b) 2-3 volte a settimana c) una volta a settimana d) una volta al mese e) solo in occasioni particolari f) mai In quali occasioni bevi birra più spesso? a) Durante i pasti b) dopo i pasti c) quando esco d) davanti alla TV e) durante eventi sportivi f) durante feste g) quando sono annoiato h) ____________ i) mai Con chi bevi birra solitamente? a) Con la famiglia b) con gli amici b) d) con estranei e) da solo c) con i vicini f) ___ 72 Per finire, si possono fornire alcune informazioni sulla birra Beer is one of the world's oldest prepared beverages, possibly dating back to the early Neolithic or 9000 BC, and is recorded in the written history of ancient Egypt and Mesopotamia. The earliest known chemical evidence of beer dates to circa 3500– 3100 BC from the Zagros Mountains of western Iran. Beer wasn't sold in bottles until 1850. Beer lovers would visit their local tavern with a special bucket, have it filled and then begin the merry journey home. Five thousand people were tragically trampled to death in a rush for free beer at the Coronation of Czar Nicholas II of Russia in 1896. Hops create the characteristic beer flavor. The manufacture of beer utilizes 98% of the world's production of hop. Before the days of pasteurization, brewers used hop for its antibiotic properties as well as its flavor. The female "cone," which contains the small flowers and later the fruits, has resin glands which produce lupulin. Lupulin contains the essential oils and resins that give the hop its aroma and beer its bitter flavor. The alpha acids in the resin contribute to the bitter components and constitute 4.5 to 7% of the weight of the dried hop in most domestic varieties and 8 to 12% in some English varieties. One of the fastest ways to destroy a beer's flavor is to expose it to sunlight. In fact, even the light from a fluorescent lamp is highly damaging. After water and tea, beer is the third most popular (and consumed) beverage in the 73 world. Domande per introdurre il lavoro PERCHE’ LA BIRRA E’ COSI’ POPOLARE? - Per l’effetto rinfrescante o per il sapore? - Per il suo basso contenuto alcolico? - Per il suo valore nutrizionale? - Per la presenza di sostanze essenziali all’organismo? - Per la presenza di agenti protettori dai radicali liberi? 1) Analizzare gli ingredienti della birra che possono contribuire alle varie proprietà STRUMENTI PER RISPONDERE 2) Proporre esperimenti per verificare la presenza degli ingredienti CHIMICA ANALITICA 3) Trarre conclusioni 74 75 PERCHE’ LA BIRRA E’ COSI’ POPOLARE? - Per l’effetto rinfrescante o per il sapore? Dati di fatto - La birra è una miscela eterogenea con oltre 8000 ingredienti. Es.: acqua, alcoli, CO2, proteine, carboidrati, sali, vitamine, ecc. - Liquido chiaro dal giallo chiaro al marrone scuro - Il pH è di solito compreso tra 4 e 4.5 - Il gusto amaro è causato dai componenti aromatici dell’orzo - La birra forma una schiuma Esperimenti (verificare se alcuni sono suggeriti dagli studenti) Identificazione e/o determinazione quantitativa di diversi componenti. Es.: - identificazione e titolazione di ioni Ca2+ con ossalato C2O42- Identificazione e titolazione di Cl- con AgNO3 - Identificazione e titolazione di ioni SO42- con BaCl2 - Determinazione del pH (indicatore universale) - Cosa causa bolle e schiuma? Identificazione di CO2 con soluzione di Ca(OH)2 - Saggio della composizione della schiuma con ninidrina in soluzione alcalina 76 Spunti di riflessione - Perché la qualità dell’acqua è molto importante per la qualità della birra? cationi ed anioni (Sali minerali) presenti, possibile discussione sulla durezza dell’acqua e sui metodi per ridurla - Cosa causa l’acidità della birra? CO2 e sua reazione con H2O (contenuto medio 2.2-2.8 ml CO2 in 1 ml H2O), discussione sugli equilibri della CO2 e di H2CO3 - Perché la birra forma schiuma? Perché la schiuma è più densa e più stabile di quella di altre bevande gasate? CO2 viene dalla fermentazione o è un’aggiunta artificiale? L’interazione della CO2 con le proteine rende la schiuma stabile proteine alla base della schiuma densa - Perché la birra è rinfrescante? Discussione sugli effetti della temperatura, T ottimale intorno a 15 °C per mantenere il sapore, a T più basse si perde parte del gusto 77 PERCHE’ LA BIRRA E’ COSI’ POPOLARE? - Per il suo basso contenuto alcolico? Dati di fatto - Il contenuto in alcol può variate tra il 3% e il 14% (vol.). (in alcuni casi fino a 55%!) - L’alcol è un prodotto del metabolismo dei lieviti ed è TOSSICO per i lieviti - Metabolismo dell’alcol nella birra da parte del corpo umano: 200ml di birra in 1h, 330 ml in 2h, 500 ml in 3h Esperimenti (verificare se alcuni sono suggeriti dagli studenti) Identificazione e/o determinazione quantitativa di diversi componenti. Es.: - Etanolo per reazione con dicromato di potassio in presenza di acido solforico - Analisi gas-cromatografica per identificare etanolo (e altri alcoli) Spunti di riflessione - Effetti dell’etanolo sulla schiuma - Conseguenze del consumo eccessivo di birra - Perché l’alcol è pericoloso per la salute? 78 PERCHE’ LA BIRRA E’ COSI’ POPOLARE? - Per il suo valore nutrizionale? Dati di fatto - I carboidrati costituiscono il 75-80% della birra prima della fermentazione e sono la principale fonte di energia - Le comuni birre commerciali contengono circa 35g/l di carboidrati - La birra non contiene amido - Il contenuto di proteine è piuttosto basso (1.5-6 g/l), ma contiene tutti gli aminoacidi essenziali - Le proteine si trovano sia nella fase liquida che nella schiuma Esperimenti - Ricerca dell’amido e degli zuccheri riducenti - Ricerca di proteine con ninidrina in soluzione alcalina Spunti di riflessione - Fermentazione alcolica - Deterioramento della birra (intorbidimento per ossidazione dei polifenoli e legame con proteine) - Inibizione del deterioramento (pastorizzazione, conservazione, packaging) 79 PERCHE’ LA BIRRA E’ COSI’ POPOLARE? - Per la presenza di sostanze essenziali all’organismo? Dati di fatto - Circa 210 mg/l di vitamine e provitamine (B, H, E, D2) ……………………… - Per la presenza di agenti protettori dai radicali liberi? Dati di fatto - I polifenoli presenti (come nel vino rosso) agiscono da protettori dai radicali liberi ……………………… 80 RISULTATO FINALE: RELAZIONE PROPRIETA’ - INGREDIENTI Valore nutrizionale Effetto rinfrescante Contenuto alcolico Sapore Amaro dolce acido salato 81 (5) PROBLEM-BASED LEARNING (PBL) È una forma di context-based learning in cui il contesto è fornito da un PROBLEMA DA RISOLVERE Il problema è presentato PRIMA che siano forniti tutti gli strumenti per risolverlo: è un veicolo per nuovo apprendimento (tradizionalmente – TOPIC-BASED LEARNING- invece prima si forniscono gli strumenti, poi si pone il problema) 82 Principi del problem-based learning 1. L’apprendimento è centrato sullo studente 2. L’apprendimento avviene in piccoli gruppi TRA PARI 3. L’insegnante agisce da ‘facilitatore’ 4. I problemi forniscono lo stimolo per focalizzare e per apprendere 5. Si sviluppa abilità nel risolvere problemi preparazione al mondo del lavoro 6. Le nuove informazioni sono acquisite attraverso apprendimento guidato dagli studenti stessi Si sviluppano: capacità critica, abilità comunicative, capacità organizzative, responsabilità tramite l’assegnazione di ruoli all’interno dei gruppi Strumenti per la valutazione: - Risoluzione del problema - Report - Presentazioni orali 83 Come implementare PBL 1. Determinare gli obiettivi 2. Valutare le risorse a disposizione (studenti, aule, apparecchiature) 3. Sviluppare una serie di problemi per coprire i vari obiettivi Ruoli del docente 1. Delegare i ruoli 2. Favorire lo scambio di idee 3. Valutare e risolvere eventuali problemi nell’apprendimento 84 Riverside's Dilemma Written by Susan E. Groh Part 1. The town of Riverside has a decision to make. Historically a manufacturing center in upstate New York, Riverside has watched its many factories close down over the years, due to changing market interests and other economic factors. Now, because of improvements in the transportation infrastructure of the area, the town has caught the attention of Chemex, a multinational corporation; the company has offered to buy several of these factories, with the intention of starting up three new operations: a metal-refining center, a paper mill, and a fine chemicals synthesis unit. The problem is that the original design of the factories calls for the emission of waste streams directly into the nearby river; any major retrofitting of the factories looks, at first glance, to be prohibitively expensive. Chemex has offered the following projection for expected emissions from each plant: paper mill: synthesis unit: metal refinery: 2.5 g of NaOH produced per L of waste 1.1 g of aniline or 1.5 g of benzoic acid per L of waste (product depends on process being run) 2.0 g of H2SO4 produced per L of waste The town council has to decide whether to approve the sale of these factories for this intended use; while eager for the chance to revitalize Riverside, they are also very concerned about the potential environmental impact of these industries. 85 You have been hired to help prepare a report on the latter. Your first concern is with the effect of these waste streams on the health of the river. The town has mandated that each plant effluent have a pH within the range of 6.8 - 7.2 before the stream is allowed to be discharged into the river. Questions to be addressed in the report include: What will the pH of each waste stream be, based on the company's projected emission data? One way to reach the target pH is through dilution of the waste stream. What level of dilution will be required for each, in order to reach an acceptable pH value? Will dilution be able to deal with the problem at hand? paper mill: 2.5 g of NaOH produced per L of waste synthesis unit: 1.1 g of aniline or 1.5 g of benzoic acid per L of waste (product depends on process being run) metal refinery: 2.0 g of H2SO4 produced per L of waste 86 Part 2. In preparing your report to Chemex, you've concluded that dilution is not a reasonable solution to the problem because of the vast quantities of water that would be required. You've now looking into the feasibility of neutralizing the waste streams, in order to meet the target pH range of 6.8 - 7.2. Hydrogen chloride gas and sodium hydroxide are the cheapest neutralization agents available to you. Your task now is to decide how much of the appropriate agent it would require to neutralize each of the waste streams in question, and whether this pretreatment will, in fact, bring the pH of each waste stream into the range needed for compliance with the town council's mandate. In this report, you should address several issues for the readers: What is meant by the term "neutralization"? What equation describes this process for each case? Can you estimate an equilibrium constant for each? What quantity of HCl or NaOH is needed to carry out each reaction? What will the pH of the solution be after the reaction has been carried out? 87 Part 3. Back in Riverside, one of the town council members who's read your first two reports asks whether combining any of the waste streams before they're released into the river would be a feasible way to bring the pH into the allowed range. Write a reply that addresses the following points: Which of these wastes could, in principle, be combined to accomplish this goal? If this process is feasible, in what proportions would the waste streams need to be combined, in order to achieve the desired pH? What assumptions have you made in the course of this analysis? Are there any other factors or considerations that you feel should be mentioned? 88 www.JCE.DivCHED.org • Vol. 84 No. 4 April 2007 • Journal of Chemical Education 617 The Analysis of a Murder, a Case Study Frank J. Dinan,* Steven H. Szczepankiewicz, Melinda Carnahan, and Michael T. Colvin Department of Chemistry and Biochemistry, Canisius College, Buffalo, NY 14208; *[email protected] Risoluzione di un caso criminale mediante analisi della concentrazione dello Sr nelle ossa - Sviluppo delle abilità di laboratorio: preparazione del campione utilizzo di strumentazione ICP-AES - Sviluppo delle abilità di trattamento dei dati analitici Valutazione di dati sospetti Costruzione di rette di calibrazione Valutazione degli errori e delle incertezze OTTENIMENTO DI UN RISULTATO 89 Approcci principali (1) LECTURING (2) COOPERATIVE LEARNING (3) LABORATORY ACTIVITIES (4) CONTEXT-BASED LEARNING (5) PROBLEM-BASED LEARNING 90
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