Corriere Fiorentino - 3 ottobre 2014

LUNGARNO
LA FIABA ANTI-TAB U
CHE AC COMPAGNA I BAMBINI
NELLA NOTTE DEGLI i
ome parlare a un bambino della morte per aiutarC lo a superare il lutto e la
perdita di un caro? Con una
fiaba. Si può (ed. Carthusia) è
una favola scritta da Beatrice
Masini e illustrata da Arianna
Papini, che racconta un tema
difficile e spesso tabù attraverso il viaggio: il cammino inizia
dopo la tempesta che investe
una famiglia quando viene a
mancare uno dei componenti,
porta in un mondo dove c'è il
«buco nero» del dolore, ma
conduce a un nuovo modo di
stare insieme. È un progetto di
File, Fondazione Italiana Leniterapia, no profit attiva nelle
cure palliative e nel supporto
nell'elaborazione del lutto e
«nasce dalla difficoltà degli
adulti di parlare di certe cose ai
bambini» spiega la presidente
Donatella Carmi. Nel testo la
parola «morte» non compare
mai. «Vuole dare un messaggio
di speranza e di vita» spiega.
Quando c'è una perdita, spesso
«d parenti, gli amici, la scuola
sono impreparati a stare accanto a chi soffre, a dare nuovi
significati all'esistenza, a dare
voce ad emozioni che spaventano» racconta Flavia Buzzonetti,
mamma e collaboratrice di
File. Per questo il libro, oltre ad
essere venduto nelle librerie,
sarà portato nelle scuole.
I.Z.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Si intitola «Si
può» il libro
firmato da
Beatrice Masini
e illustrato da
Arianna Papini,
pubblicato da
Carthusia per
File, fondazione
italiana di
leniterapia. Un
viaggio di tre
bambini dopo
la perdita di una
persona cara
che li porterà
ad affrontare il
lutto. Dopo la
presentazione,
il 6 ottobre, alla
biblioteca delle
Oblate di
Firenze e al
teatro studio di
Scandicci, sarà
portato nelle
scuole
La tempesta
Venivano da lontano. Perdute le
cose che avevano, le cose che
erano. Era successo tutto troppo
in fretta. Lo sapevano, che il disastro stava per arrivare, ma avevano sperato fino alla fine che
non succedesse, che qualcosa
cambiasse. Invece no. Era venuto il vento, poi la pioggia, infine
la tempesta. Buio dappertutto.
Intorno e dentro. Dopo, il mondo di prima non c'era più. Non si
riconosceva più. C'erano solo
rovine. E così erano partiti. (...)
Il viaggio era stato lungo e faticoso. (...) Avevano cuori pesanti
e valigie piccole. Portavano con
sé poche cose, ma preziose. Cose segrete della vita di prima
quando insieme si stava bene e
si era più interi. Ciascuna valigia
era piena di segreti. Ciascuno la
teneva per sé.
Il buco nero
«Qui non c'è niente delle cose
che avevamo prima, delle cose
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Dialogate
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che conoscevamo. È pieno di
ombre, e non si vede niente, e
non si capisce niente.» «Per forza, è un posto nuovo» disse
Bambina Piccola. Si alzò e fece
qualche passo. Anche lei sembrava un'ombra. «Attenta!» gridò Bambino Medio. «Se non fai
attenzione cadrai nel buco!»
«Quale buco?» chiese Quello
Grande. Si alzò anche lui e si avvicinò alla bambina. Erano tutti
e due sull'orlo, sull'orlo del buco. Alla luce delle stelle si vedeva
Le lettere firmate
con nome, cognome
ecittàvanno
inviate a
«Lungarno»,
Corriere Fiorentino
lugarno
delle Grazie, 22
50122, Firenze
Fax:0552482510
corriere@
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appena, ma c'era, ed era fondo e
nero. (...) «Potremmo riempirlo» disse Bambino Medio, che
aveva raggiunto gli altri due.
«Con cosa?» disse Bambina Piccola. «Noi non abbiamo niente,
e qui intorno non c'è niente.»
«Non è vero che non abbiamo
niente» disse Quello Grande. E
indicò le valigie. «Sono piene di
cose» disse. (...) «Ci mettiamo
quello che avevamo e che non
abbiamo più» disse Quello
Grande. «Le cose che non tornano indietro.» «Ma se poi ce le
dimentichiamo?» chiese Bambino Medio. «Sono tutto quello
che abbiamo di prima. Io non
voglio dimenticarle.» «Non ce le
dimenticheremo» disse Quello
Grande. «Le cose importanti restano con noi. E avremo sempre
il buco da guardare, per ricordarci cosa c'è dentro.» (...) Piano piano, a turno, presero qualcosa dalle loro valigie e lo gettarono nel buco. (...) Il buco si
riempì di cose piccole e grandi,
cose preziose e cose semplici:
Tutto Quello Che Avevano Perso.
La casa
Quello Grande disse: «Guardate
com'è liscio il buco adesso. Non
è più un buco. E un bel posto per
costruirci una casa». «Ma come
faremo a costruirci una casa se
non abbiamo più niente?» chiese Bambino Medio. «Non è vero
che non abbiamo niente» disse
Quello Grande. «Io ho te, e te.»
«E io ho te, e te» disse Bambina
Piccola, indicando Quello Grande e Bambino Medio. Bambino
Medio non indicò nessuno: aveva capito. (...) Fu li che cominciarono a costruire la loro nuova
casa, fu lì che cominciarono la
loro nuova vita.
Brani dal libro «Si può»
di Beatrice Masini
illustrato da Arianna Papini