LUNGARNO LA FIABA ANTI-TAB U CHE AC COMPAGNA I BAMBINI NELLA NOTTE DEGLI i ome parlare a un bambino della morte per aiutarC lo a superare il lutto e la perdita di un caro? Con una fiaba. Si può (ed. Carthusia) è una favola scritta da Beatrice Masini e illustrata da Arianna Papini, che racconta un tema difficile e spesso tabù attraverso il viaggio: il cammino inizia dopo la tempesta che investe una famiglia quando viene a mancare uno dei componenti, porta in un mondo dove c'è il «buco nero» del dolore, ma conduce a un nuovo modo di stare insieme. È un progetto di File, Fondazione Italiana Leniterapia, no profit attiva nelle cure palliative e nel supporto nell'elaborazione del lutto e «nasce dalla difficoltà degli adulti di parlare di certe cose ai bambini» spiega la presidente Donatella Carmi. Nel testo la parola «morte» non compare mai. «Vuole dare un messaggio di speranza e di vita» spiega. Quando c'è una perdita, spesso «d parenti, gli amici, la scuola sono impreparati a stare accanto a chi soffre, a dare nuovi significati all'esistenza, a dare voce ad emozioni che spaventano» racconta Flavia Buzzonetti, mamma e collaboratrice di File. Per questo il libro, oltre ad essere venduto nelle librerie, sarà portato nelle scuole. I.Z. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Si intitola «Si può» il libro firmato da Beatrice Masini e illustrato da Arianna Papini, pubblicato da Carthusia per File, fondazione italiana di leniterapia. Un viaggio di tre bambini dopo la perdita di una persona cara che li porterà ad affrontare il lutto. Dopo la presentazione, il 6 ottobre, alla biblioteca delle Oblate di Firenze e al teatro studio di Scandicci, sarà portato nelle scuole La tempesta Venivano da lontano. Perdute le cose che avevano, le cose che erano. Era successo tutto troppo in fretta. Lo sapevano, che il disastro stava per arrivare, ma avevano sperato fino alla fine che non succedesse, che qualcosa cambiasse. Invece no. Era venuto il vento, poi la pioggia, infine la tempesta. Buio dappertutto. Intorno e dentro. Dopo, il mondo di prima non c'era più. Non si riconosceva più. C'erano solo rovine. E così erano partiti. (...) Il viaggio era stato lungo e faticoso. (...) Avevano cuori pesanti e valigie piccole. Portavano con sé poche cose, ma preziose. Cose segrete della vita di prima quando insieme si stava bene e si era più interi. Ciascuna valigia era piena di segreti. Ciascuno la teneva per sé. Il buco nero «Qui non c'è niente delle cose che avevamo prima, delle cose @corriere firenze Attraverso il nostro profilo Twitter le notizie dalla Toscana in tempo reale. Inviateci foto e segnalazioni, considerazioni e critiche. Dialogate con il «Corriere Fiorentino» che conoscevamo. È pieno di ombre, e non si vede niente, e non si capisce niente.» «Per forza, è un posto nuovo» disse Bambina Piccola. Si alzò e fece qualche passo. Anche lei sembrava un'ombra. «Attenta!» gridò Bambino Medio. «Se non fai attenzione cadrai nel buco!» «Quale buco?» chiese Quello Grande. Si alzò anche lui e si avvicinò alla bambina. Erano tutti e due sull'orlo, sull'orlo del buco. Alla luce delle stelle si vedeva Le lettere firmate con nome, cognome ecittàvanno inviate a «Lungarno», Corriere Fiorentino lugarno delle Grazie, 22 50122, Firenze Fax:0552482510 corriere@ corrierefiorentino.it Il nome della curva Scegli il nome della curva per il futuro stadio della Fiorentina: il sondaggio su Corriere Fiorentino.it appena, ma c'era, ed era fondo e nero. (...) «Potremmo riempirlo» disse Bambino Medio, che aveva raggiunto gli altri due. «Con cosa?» disse Bambina Piccola. «Noi non abbiamo niente, e qui intorno non c'è niente.» «Non è vero che non abbiamo niente» disse Quello Grande. E indicò le valigie. «Sono piene di cose» disse. (...) «Ci mettiamo quello che avevamo e che non abbiamo più» disse Quello Grande. «Le cose che non tornano indietro.» «Ma se poi ce le dimentichiamo?» chiese Bambino Medio. «Sono tutto quello che abbiamo di prima. Io non voglio dimenticarle.» «Non ce le dimenticheremo» disse Quello Grande. «Le cose importanti restano con noi. E avremo sempre il buco da guardare, per ricordarci cosa c'è dentro.» (...) Piano piano, a turno, presero qualcosa dalle loro valigie e lo gettarono nel buco. (...) Il buco si riempì di cose piccole e grandi, cose preziose e cose semplici: Tutto Quello Che Avevano Perso. La casa Quello Grande disse: «Guardate com'è liscio il buco adesso. Non è più un buco. E un bel posto per costruirci una casa». «Ma come faremo a costruirci una casa se non abbiamo più niente?» chiese Bambino Medio. «Non è vero che non abbiamo niente» disse Quello Grande. «Io ho te, e te.» «E io ho te, e te» disse Bambina Piccola, indicando Quello Grande e Bambino Medio. Bambino Medio non indicò nessuno: aveva capito. (...) Fu li che cominciarono a costruire la loro nuova casa, fu lì che cominciarono la loro nuova vita. Brani dal libro «Si può» di Beatrice Masini illustrato da Arianna Papini
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