LA RACCOLTA DEI DATI (cap 3, 4, e 5) Metodi e strumenti di raccolta dati => leggere = analisi del contenuto osservare = metodi osservativi chiedere = intervista non direttiva, colloquio clinico, storie di vita, intervista (da aperta a questionario), test o reattivi psicologici, focus group misurare = misure fisiologiche, strumenti delle neuropsicologia e delle neuroscienze Leggere => analisi del contenuto Approccio quantitativo a materiale testuale. Estrarre le informazioni da un corpus di materiale scritto(non solo verbale, in questo caso e detta ANALISI NARRATIVA), identificandone in modo sistematico e oggettivo determinate caratteristiche. Unita di testo (corpus di materiale più ampio) Unita di codifica (sezione del testo cui si applicano le codifiche, ad esempio singole parole) Unita di contesto (corpo di materiale più ampio da considerare per prendere decisioni di codifica, come ad esempio la frase in cui la PAROLA e inserita). Osservare => i metodi osservativi Osservare, registrare, descrivere, trascrivere, codificare il comportamento umano o l’interazione che si realizza tra le persone. Consente di osservare anche i processi spontanei, comportamento non verbale. Non e osservazione INGENUA (carattere intenzionale e precauzioni di metodo). Osservazione “naturalistica” o osservazione “controllata” (standardizzata). Osservazione live o differita (videoregistrazioni) Strumento della rilevazione: OSSERVATORE La registrazione di quanto osservato può essere realizzata seguendo un approccio QUALITATIVO (prosa) o QUANTITIVO (codifiche). o o CODIFICA o OSSERVAZIONE SISTEMATICA (coding) = Frequenza con cui un comportamento si manifesta OSSERVAZIONE VALUTATIVA o METRICA (rating) = Intensita di un fenomeno Chiedere => test o reattivi psicologici Il test deve possedere caratteristiche di: oggettività, attendibilità (stabilita, precisione, accuratezza), validità (misurare quel che dice di misurare), sensibilità (discriminare tra i soggetti). I test pongono i soggetti in una situazione standardizzata allo scopo di elicitare una risposta che costituisce un campione del comportamento individuale ed e interpretabile come indicatore del costrutto psicologico misurato dal test medesimo. Situazione standardizzata relativamente a: gli stimoli sottoposti ai soggetti; le condizioni di somministrazione; le procedure di calcolo dei punteggi individuali (scoring). A seconda del costrutto che si vuole misurare, si distingue tra: Test cognitivi (o di massima performance):valutano abilita raggiunte o potenziali (intelligenza, attitudini, profitto) Test non cognitivi (o di performance tipica): valutano le preferenze e i comportamenti abituali (inventari di personalità, test proiettivi, atteggiamenti) Chiedere => l’intervista Si differenziano secondo il livello di strutturazione :Non strutturate o libere, Semi strutturate, Strutturate Secondo il target: testimoni privilegiati, piccoli gruppi, campioni Secondo il metodo di somministrazione: per posta o verbale auto compilato o in compresenza o somministrato (Paper and Pencil Interviewing), verbale faccia a faccia con pc (Computer Assisted Personal Interviewing), autosomministrato con pc (Computer Assisted Serf administr Interviewing), al telefono con intervistatore (Computer Assisted Telephonic Interviewing), CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) L’intervista con il questionario come processo di interazione E’ comune pensare alla somministrazione (o all’autocompilazione) di un questionario come ad un momento esclusivamente informativo, in cui l’intervistato reagisce in modo automatico alle domande elencate nello strumento di raccolta (Modello stimolo => risposta) Questo modo di pensare e alquanto riduttivo perche: ignora i processi mentali che sottostanno alla produzione delle risposte; sottovaluta gli aspetti relazionali, che viceversa giocano un ruolo essenziale nella determinazione della qualità dei dati raccolti. Conviene dunque considerare la situazione di intervista con questionario come una interazione, uno scambio comunicativo. Anche in assenza di un intervistatore, l’intervistato reagisce alle domande in modo attivo e, a sua volta, può essere influenzato dalla formulazione dei quesiti stessi E’ utile avere presenti quali sono le operazioni mentali che un soggetto tipicamente effettua per rispondere ad una domanda del questionario. Per rispondere alla domanda, il soggetto deve: 1) comprendere i singoli termini che compongono il quesito; 2) attribuire un significato complessivo al quesito, ossia comprendere l’oggetto e il compito richiesto 3) rievocare le informazioni pertinenti alla domanda 4) formulare una risposta e adattarla alle alternative previste dal questionario; 5) comunicare la risposta: verbalmente all’intervistatore (se presente) o riportandola correttamente nel questionario, seguendo le specifiche modalità di compilazione. Le distorsioni delle risposte possono dipendere: dalle caratteristiche dello strumento: effetti ordine, reazioni all’oggetto, effetti memoria sulle alternative di risposta, disattenzione per noia o stanchezza, response set dall’interazione intervistatore/intervistato o strumento/intervistato: desiderabilità sociale, prestigio (forma amplificata di des. soc.), acquiescenza/deferenza/desiderio di compiacere, minaccia psicologica, committente noto Alcune distorsioni legate al metodo di somministrazione o o Errori NON legati alla misurazione: Errore di copertura (> nelle telefoniche), Propensione a partecipare all’indagine (> nelle telefoniche), Mancate risposte (> nelle postali e autosomministrate) Errori di misurazione: Influenza del setting (> nelle faccia a faccia), Desiderabilità sociale (> nelle faccia a faccia), Acquiescenza (> nelle faccia a faccia), Effetti di Primacy (> nelle P&P, CAWI) e di Recency (>nelle telefoniche), Informazioni sensibili (> telefoniche e in compresenza) Le domande: numero, formulazione e ordine Numero => E’ difficile stabilire a priori la lunghezza di un questionario. La lunghezza varia in modo significativo in relazione alle caratteristiche: degli intervistati (ad es. eta, livello di istruzione);dell’indagine (semplicità delle richieste, interesse per l’argomento, modalità eluogo di somministrazione del questionario). Formulazione => Le domande devono essere chiare e precise per i soggetti a cui sono destinate. E bene evitare: termini tecnici, parole importate da altre lingue , doppie negazioni, termini generici, forme eccessivamente dirette e imbarazzanti Ordine => Le domande devono avere un ordine logico. E’ opportuno iniziare con domande semplici (sia come argomento, sia come compito), che consentano agli intervistati di rilassarsi e prendere familiarità con lo strumento. Talvolta sono necessarie più versioni del questionario, in cui viene variato solo l’ordine delle domande. Alcuni tipi di domande Risposte semanticamente autonome =>Ogni risposta ha un significato compiuto, Non e necessario conoscere il significato di tutte le alternative di risposta, L’intervistato sceglie la risposta per il suo contenuto, indipendentemente dalla sua posizione rispetto alle alternative proposte. Risposte a parziale autonomia semantica => Il significato di ogni categoria e parzialmente autonomo rispetto alle altre. Non si può affermare che le modalità di risposta siano equidistanti Scale auto ancoranti =>Solo le categorie estreme sono dotate di significato, Il soggetto colloca la propria posizione all’interno di un continuum. L’unita di misura della scala e soggettiva Misurare => le scale di misura degli atteggiamenti Scala = insieme coerente di elementi (item) che sono considerati indicatori di un costrutto più generale. L’applicazione più frequente delle scale e la misura degli atteggiamenti (proprietà degli individui) ma possono essere usate anche per attribuire un punteggio a degli stimoli sulla base delle risposte degli individui). “Insieme di affermazioni o item che riguardano l’atteggiamento di un soggetto verso un oggetto o la sua opinione” (Pedon Gnisci) Problema della misurazione in psicologia => Difficoltà nell’applicare una unità di misura agli atteggiamenti umani Ricordiamo che misurare significa costruire un sistema numerico in modo tale che vi sia una relazione di omomorfismo con il sistema empirico. Lo “scaling” e una procedura con la quale e possibile assegnare dei numeri a un insieme di affermazioni riferite a un atteggiamento (assegnazione di oggetti a numeri in base a regole STEVENS). L'atteggiamento può essere definito come un modo di rispondere a certi stimoli esterni, espresso in modo verbale o non verbale. Si tratta di "un tipo particolare di stato disposizionale" (Jervis, 1992, p. 402) in genere abbastanza stabile nel tempo. Rosenberg e Hovland (1960) hanno definito l’atteggiamento come una predisposizione a rispondere a certe classi di stimoli con certe classi di risposte, distinte in: affettiva (sentimenti e preferenze valutative), cognitiva (credenze, opinioni e idee sull'oggetto di atteggiamento) e conativa o comportamentale (intenzioni comportamentali e azioni manifeste). Altri autori hanno elaborato un modello monodimensionale, in cui l'aspetto dominante e di tipo affettivovalutativo. Alcune tecniche per misurare gli atteggiamenti, come le scale di Thurstone, Likert e Guttman, sono basate sull'utilizzo della risposta affettivo-valutativa. Altri adottano invece un modello multidimensionale. Tra le scale più rilevanti: o o o o la scala di Thurstone (1929); la scala di Likert (1932); lo scalogramma di Guttman (1950); il differenziale semantico di Osgood, Suci e Tannembaum (1957). La scala di Thurstone (1929) (Anche detta scala degli intervalli giudicati equivalenti, Ciascun item gode di totale autonomia semantica) 1- Formulare affermazioni (concise, rilevanti e non ambigue) relative all’oggetto dell’atteggiamento (circa 100); 2- Far valutare a un gruppo di giudici (circa 100) su una scala a 11 passi quanto ciascun item indichi un atteggiamento favorevole o sfavorevole verso l’oggetto (“metodo degli intervalli apparentemente uguali”) 3- Calcolare i valori di scala di ciascun item utilizzando (media, mediana, deviazione standard) 4- Selezionare 20/30 item per la scala finale in modo da coprire tutti i valori di scala (a ciascun item e associato un valore di scala che indica quanto quell’item esprime un atteggiamento positivo o negativo) e scegliere gli item in cui la deviazione standard e minore 5- Somministrare la scala al campione e calcolare il punteggio. La scala di Likert (1932) Esempio di scaling additivo. Assunzione: relazione monotona crescente tra ogni item e atteggiamento: più si è d’accordo con un item, più si è d’accordo con l’atteggiamento. Gli item devono essere concisi e non ambigui. E ammessa una relazione non solo logica (stretta pertinenza) ma anche psico-logica tra item e atteggiamento. Gli item devono riferirsi a credenze, valutazioni, sentimenti, disposizioni comportamentali e non a fatti (sui quali gli intervistati con atteggiamenti diversi possono concordare). Costruzione: 1- generare affermazioni alle quali gli intervistati possano esprimersi in termini di accordo o disaccordo; 2- sottoporre gli item a un gruppo di giudici che li giudicano pertinenti o meno all’oggetto dell’atteggiamento; 3- selezionare gli item; 4- somministrare gli item al campione. Scala di risposta a 5 o 7 passi. Attenzione alla polarità degli item nel calcolo del punteggio sommato e anche per il calcolo dell’alpha di Cronbach. Problemi con la scala Likert: ogni elemento e una variabile ordinale che viene trattata come se fosse cardinale la scala non e riproducibile il punteggio finale della scala non e una variabile cardinale reazione all’oggetto response set utilizzo di risposte chiuse obbligo del soggetto di collocarsi lungo il continuum proposto (stili di risposta, deflazione dei dati) problemi di curvilinearità Lo scalogramma di Guttman (1950) Esempio di scaling cumulativo. La scala è una successione di elementi aventi difficoltà crescente. L’individuo che ha risposto affermativamente a una domanda, DEVE aver risposto affermativamente anche a tutte quelle che la precedono. Un individuo che risponde negativamente, risponderà negativamente anche a tutte le domande successive (determinismo). 1234- formulare una serie di affermazioni riguardanti l’oggetto dell’atteggiamento; far valutare a un gruppo di giudici se l’affermazione e contraria o a favore; costruire una matrice con i giudici in riga, gli item in colonna e nelle celle le risposte dei giudici; ordinare giudici e affermazioni; 56- selezionare gli item che mostrano di essere cumulativi; somministrare la scala al campione. Il differenziale semantico di Osgood et al. (1957) Esempio di Scaling multidimensionale. Atteggiamenti complessi, costituiti da più dimensioni: lo strumento consente di coglierne anche al dimensione affettiva. Il significato di un termine o di un concetto può essere espresso mediante tre dimensioni, che rappresentano modi diversi di reagire emotivamente agli stimoli ambientali (Osgood et Al.): Attivita (continuum attivo-passivo) – espressione del grado di attivazione suscitato nel soggetto dalla percezione dello stimolo; Valutazione (continuum positivo-negativo) – esplicitazione di un giudizio di valore che ha la funzione di distinguere ciò che e apprezzato da ciò che non lo e, ciò che viene accettato da ciò che viene rifiutato; Potenza (continuum potenza-impotenza) – esprime la forza dei concetti giudicati, intesa come la resistenza che essi possono opporre all’azione del soggetto. Accorgimenti: Utilizzare aggettivi apparentemente estranei al tema in esame, Intervistato deve rispondere di istinto, Proporre in modo casuale la polarità
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