download - Diocesi di Prato

Schema dei capitoli del Catechismo Vi ho chiamato amici
CAPITOLO TITOLO
TEMA
LINEE
TESTO
BIBLICO
1
2
3
C’è
speranza
nel mondo
Il progetto di Dio sulla storia
dell’uomo:
alla scoperta di Dio come
Padre.
La domanda religiosa.
Esperienziale-culturale:
i grandi interrogativi religiosi che
l’uomo si pone e le religioni
tematizzano.
Biblica:
le grandi tappe della storia della
salvezza.
Venite e
Gesù di Nazareth, morto e
Esperienziale:
vedete
risorto.
domanda su Gesù.
“Chi è costui?”
Biblica:
Gesù Cristo, Figlio di Dio.
il Vangelo dei catecumeni.
Liturgica:
Farò nuove Lo Spirito Santo e la vita
tutte le cose nuova che egli introduce.
la veglia pasquale, la Messa, la
I sacramenti e i santi.
domenica.
La Pasqua, la Pentecoste, la
Ecclesiale:
Messa domenicale, il servizio i testimoni della santità.
fraterno.
Esperienziale:
la Pasqua, “freschezza della vita”,
metafora dell’età “primaverile” dei
ragazzi.
Biblica:
testi di portata sacramentale.
Libri della
storia della
salvezza.
Marco
Giovanni
Libri della
storia della
salvezza.
4
Protagonisti L’amore di Dio in Gesù
e
Cristo.
responsabili Segni di questo amore:
- la vita, da vivere come
dono;
- l’essere uomo e donna,
la corporeità, la
relazione della
sessualità;
- l’essere creature nuove.
Esperienziale:
la vita, essere uomo e donna, il
corpo, il sesso.
Liturgica:
il battesimo e la confermazione.
Biblica:
la storia della salvezza dalle origini
a Cristo.
5
Non più
servi, ma
amici
La condotta di chi ha
incontrato Gesù.
La legge morale: vivere la
vita come discepoli di Gesù,
cioè come amici.
6
Voi siete il
mio popolo
La Chiesa, ieri e oggi.
Prospettiva storica, i santi,
Maria.
Esperienziale:
Luca
l’amicizia.
Biblica:
la vita di Gesù come esempio di vita
morale.
Liturgica:
il sacramento della Riconciliazione.
Atti degli
Esperienziale:
Apostoli
la condizione del ragazzo nella
comunità.
Biblica:
il cammino della Chiesa negli Atti.
Ecclesiale:
la realtà storica e missionaria della
Chiesa.
ARTICOLAZIONI DELLA PROGRAMMAZIONE – PRIMA UNITÀ
C’è speranza nel mondo
1. La situazione reale dei nostri ragazzi
L’età dei ragazzi è una stagione nuova e imprevedibile. Essi cercano di affermare la propria personalità con nuove amicizie ed hanno sete di
valori veri e di contatti profondi.
- Tutte queste novità di vita sono coscienti nei nostri ragazzi oppure hanno bisogno di essere rese più evidenti alla loro mente e al
loro cuore?
- Che cosa cerano i ragazzi nelle nuove amicizie?
- A quali veri valori aspira la loro vita attuale?
- Come sono i loro contatti attuali con le persone?
- Che cosa cercano in concreto nella comunità cristiana?
- Hanno coscienza che il Dio della vita è già presente in questa loro vita in crescita, ricca d’entusiasmo e speranze, ma anche segnata
da trepidazioni e paure?
2. La meta da raggiungere
I ragazzi saranno guidati a comprendere come l’esperienza della loro vita attuale, la ricerca religiosa degli uomini, la storia della salvezza
rivelano che il Dio di Gesù cristo è dalla parte dell’uomo, vuole il suo bene fino in fondo e viene incontro a lui.
3. Gli obiettivi della programmazione
CONOSCENZE:
- scoprire che la vita è un dono gratuito di Dio a tutti gli uomini; dono che il credente accetta, rispetta e fa crescere, insieme agli
altri, con responsabilità;
- imparare che il significato più vero della ricerca di Dio, presente in ogni religione, è la scoperta di una risposta alle proprie
domande più profonde: che senso ha la vita?
- Apprendere che la vita, secondo il piano di Dio, è il luogo dove egli rivela il suo amore di Padre verso i figli, perché li crea
(Creatore), li tiene per mano (Provvidenza), li libera (Salvatore), li raduna come popolo.
ATTEGGIAMENTI DA FORMARSI:
- formarsi convinzioni di rispetto verso la vita in tutte le sue forme, come la capacità di discernere in essa ciò che rivela il Dio della
vita;
- assumere gli atteggiamenti dell’ammirazione e della lode per il semplice ma anche profondo mistero della vita;
- condannare le ambivalenze umane nei confronti di questo dono di Dio.
ATTEGGIAMENTI DA ASSUMERE:
- manifestare ammirazione e lode davanti al mistero della vita, perché essa “non finisce dove arriva il nostro sguardo”;
- esprimere gratitudine e riconoscenza a Dio, perché al dono della vita sono legati tutti gli altri suoi doni.
4. I contenuti dell’unità
Le enucleazioni dell’itinerario hanno lo scopo di proporre l’annuncio fondamentale della speranza cristiana, che sostiene il cammino
ambivalente della nostra vita: Dio è amante della vita.
5. Il metodo
I ragazzi devono essere messi in grado di percorrere un cammino di scoperta, attraverso una serie di passaggi:
- mettere in relazione la ricerca psicologica dell’età con la ricerca propria dell’uomo di tutti i tempi, sul significato della vita;
- evidenziare come in questa ricerca acquistino dei particolari significati alcuni “segni” come la testimonianza sul valore della vita di
persone e comunità, la ricerca religiosa dell’uomo sul senso della vita, l’offerta della vita di Dio che viene incontro ad ogni uomo…;
- favorire l’atteggiamento della riflessione e dell’ascolto sulle piste con cui il catechismo descrive il mistero della vita.
6. La verifica
Verificare il cammino fatto attraverso strumenti che descrivano il raggiungimento degli obiettivi prefissati, risulta importante per non
procedere senza efficacia.
La verifica deve essere fatta anche attraverso l’osservazione sistematica dei comportamenti e regolarsi di conseguenza.
7. Nota metodologica
Ogni incontro comprende senz’altro il parlare del catechista, l’ascolto dei ragazzi, la lettura e la spiegazione, le attività, ma si deve andare
oltre per una rinnovata esperienza di fede che fa assumere alcuni atteggiamenti che portano a cambiare condotta di vita…
L’incontro è un incontro-dialogo tra il catechista e i ragazzi che si articola in tre momenti:
a. OSSERVARE
Deve risultare evidente che in questa prima parte dell’incontro gli attori dell’incontro sono i ragazzi stimolati dal catechista.
b. ORGANIZZARE
In questa seconda parte l’attore principale è il catechista che dà una struttura al materiale raccolto dai ragazzi, che per questo sono
interessati e coinvolti.
c. RI-VIVERE
In questa terza parte gli attori sono i ragazzi con il catechista, perché insieme si coinvolgono in una nuova esperienza di fede.
8. Le scelte educative e pastorali della comunità
Il catechismo chiede alla comunità parrocchiale di non lasciare soli i ragazzi, ma interessarsi della loro situazione umana attuale e offrire
loro, con la catechesi, anche occasioni e momenti di incontro, suscitare iniziative di servizio, incoraggiare il dialogo e l’incontro paziente nei
loro ambienti di vita (famiglia, scuola, associazioni), per evitare che in questa loro età di crescita si accentui il pericolo del distacco dalla vita
parrocchiale ed offrire proposte che aiutino a superare il pericolo della crisi della pratica religiosa…
Alcune domande per la Comunità.
• Quali risposte danno le nostre comunità parrocchiali ai ragazzi che sono alla ricerca di un senso autentico che faccia vivere in pieno
la loro esistenza?
• Mettersi in ascolto delle loro reali esigenze di crescita ed accoglierli così come sono.
• Trattarli non come semplici “oggetti di cura”, ma soggetti attivi, valorizzandone speranze e realizzazioni.
• Mettere a loro disposizione mezzi, ambienti, spazi operativi, tempo e disponibilità amorevole. E soprattutto riservare al loro
cammino di fede operatori preparati.
PRIMA UNITÀ
C’è speranza nel mondo
Pedagogicamente orientato, il
catechismo, dopo aver
focalizzata l’attenzione del
ragazzo sulla realtà
“interessante” della vita in
1
Il più grande tesoro: la vita
SOTTOSEZIONE
2
Vivere è crescere
I
IL MISTERO DELLA VITA
Crescere è un’avventura. È aprire gli occhi su un mondo che cambia, in
sviluppo vertiginoso, non privo di ambiguità e paure. È scoprire il
proprio mondo interiore, ricco di desideri e di attese sorprendenti.
SEZIONE
OSSERVARE
Un’attenzione
antropologica.
In sintonia con la vita
attuale dei ragazzi, il
primo nucleo si apre
con un’ampia
descrizione creaturale
sulla vita letta in
un’ottica
antropologica.
La vita è un tesoro
misterioso.
ORGANIZZARE
Un’avventura
possibile.
La vita è misteriosa:
nonostante quello che
esteriormente mostra
non esaurisce tutta la
realtà, molte cose ci
sfuggono, non
riusciamo a
comprenderle nel loro
evolversi.
Questa catechesi
comporta una
riflessione sul vivere.
L’ambivalenza del
mistero.
La vita del ragazzo è
inserita in questo
contesto di libertà,
tanto che la libertà
diventerà
connotazione
peculiare del suo
vivere.
Un mestiere rischioso.
RI-VIVERE
Quale strada
percorrere?
Ambivalenza della
vita.
Come i ragazzi
possono difendersi da
questi attacchi alla
vita operati dagli
uomini del nostro
tempo, senza perdere
la speranza?
Il catechismo orienta a
superare il rischio.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
1
Un’unica avventura
II
ALLA RICERCA DI DIO
Nessun uomo è mai riuscito a decifrare
tutto il mistero della vita. La ricerca di
Dio, come una luce, attraversa la storia
dell’uomo e indica la via per penetrare il
significato dell’esistenza umana.
3
Vivere è crescere insieme
La storia dell’uomo insegna, anche in maniera
contrastante, che la crescita della persona non avviene
nell’isolamento, ma comporta il superamento di ogni
forma di individualismo perché la vita è un germe
comune ed esige che si tenga conto degli altri.
SEZIONE
OSSERVARE
I ragazzi sono
sollecitati a rendersi
conto che questa
valenza collettiva della
vita costituisce una
grande possibilità
umana, perché
ognuno scopre di
ricevere dagli altri
un’immensa ricchezza.
I ragazzi vanno aiutati
a scoprire la realtà
profonda delle cose,
perché
ordinariamente
sfugge loro.
Dentro ogni
avvenimento, in tutte
le cose importanti che
ci toccano c’è una
realtà misteriosa che
ci sfugge, di cui non
riusciamo a cogliere
tutti i messaggi.
ORGANIZZARE
Assoluta priorità dei
rapporti umani, che
esprimono esigenze di
personalizzazione:
bisogno di incontro e
di amicizia; esigenza
degli amici;
gratificazione nel
rapporto cordiale e
sincero; soddisfazione
nella ricerca di
cooperazione;
scoperta della
simpatia che avvicina
ragazzi e ragazze…
Imparare ad
impostare buoni
rapporti per il
superamento
dell’egocentrismo.
Davanti a questa
realtà misteriosa della
vita siamo invitati con
i ragazzi a “imparare a
leggere negli
avvenimenti con
sapienza e amore”.
Possiamo conoscere
Dio e comunicare con
Lui?
La religiosità di un
popolo viene vissuta
ed espressa sempre
con riti, feste, sacrifici
alla divinità.
RI-VIVERE
Costruire ponti.
Riconoscere e
rispettare i diritti degli
altri.
Inchiesta sull’uomo,
aprendo la Bibbia:
- l’uomo immagine
di Dio (Gen 1,26-31);
- l’uomo custode
della vita
dell’universo (Gen
2,4-25)
- l’uomo libero di
amare Dio (Giobbe
28)
I ragazzi saranno
quindi invitati ad
evocare qualche
personale esperienza
religiosa.
Salmo 63.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
2
Tu ci hai fatti per te
II
ALLA RICERCA DI DIO
Nessun uomo è mai riuscito a decifrare tutto il mistero della vita. La ricerca di
Dio, come una luce, attraversa la storia dell’uomo e indica la via per penetrare il
significato dell’esistenza umana.
SEZIONE
OSSERVARE
Analizzando le varie
espressioni della
religiosità umana, ci
rendiamo conto che
“la storia delle
religioni è la storia
degli uomini che in
ogni tempo si
mettono alla ricerca di
Dio”.
Fermiamoci
brevemente ad
analizzare anche i
desideri del nostro
cuore.
ORGANIZZARE
Ogni uomo avverte
dentro di sé questa
forza misteriosa che lo
spinge a cercare il
senso misterioso della
vita. Sant’Agostino: Tu
ci hai fatti per Te,
Signore, e il nostro
cuore è inquieto finché
non riposa in te.
Il segreto della vita,
dunque, è legato a
Dio.
Per quanti sforzi
l’uomo possa
compiere, per tentare
di arrivare all’origine
del mistero, per
quanti impegni la
ricerca scientifica
possa profondere
nello scandagliare il
mistero profondo
della vita, noi
sappiamo che non
potrà mai rispondere
alla domanda del
“perché la vita”.
RI-VIVERE
Se i ragazzi hanno
compiuto bene
l’analisi sulla pista
tracciata, e se il
catechista ha
organizzato
adeguatamente le fasi
della ricerca religiosa
sul senso della vita,
sarà più facile
rinsaldare alcuni
atteggiamenti nei
confronti della
“nostalgia” di Dio.
La nostra vita può
invecchiare in questa
ricerca.
Una testimonianza:
una preghiera della
religione di Zoroastro.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
3
Il nostro cuore è inquieto
II
ALLA RICERCA DI DIO
Nessun uomo è mai riuscito a decifrare tutto il mistero della vita. La ricerca di Dio, come una
luce, attraversa la storia dell’uomo e indica la via per penetrare il significato dell’esistenza
umana.
SEZIONE
OSSERVARE
La testimonianza di
Sant’Agostino è
emblematica ed
esprime in qualche
modo la situazione di
vita di ogni persona.
Uno dei modi per
soffocare questa
ricerca è di sostituirla,
nella vita quotidiana,
con un attaccamento
smodato al denaro e
al potere.
Un altro modo per
offuscare in pratica il
senso della ricerca di
verità è il concedere
un credito assoluto al
potere smisurato che
oggi ha conseguito la
scienza e la tecnica…
E c’è ancora un altro
modo di sostituire
Dio: credere che
alcuni traguardi come
la “giustizia sociale” e
la “pace” sono valori
da poter realizzare
senza Dio,
semplicemente
attraverso l’azione e la
lotta politica.
ORGANIZZARE
L’esperienza dimostra
che esiste una realtà
incontrastabile: Dio
parla nella coscienza
di ogni uomo.
Il male può essere una
delle cause
dell’ateismo e della
indifferenza religiosa.
Un’altra interferenza è
quella di attribuire
indebitamente i
caratteri propri di Dio
a qualche valore
umano, così che
questo prende il posto
di Dio.
Anche il
comportamento
negativo dei cristiani
può provocare le
suddette interferenze.
RI-VIVERE
La fede in Dio dà
senso pieno alla vita
ed è fondamento della
giustizia e della pace.
La Chiesa crede che il
riconoscimento di Dio
non si oppone alla
dignità dell’uomo.
Una riflessione
specifica sulla
dimensione sociale
della pace e della
guerra, con
un’attenzione anche
al loro vissuto
quotidiano.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
1
Il Dio che si rivela
III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO
Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di
Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello
(“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per
primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati
nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa
terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti.
SEZIONE
OSSERVARE
L’uomo non può
vivere senza
l’appassionata ricerca
di una piena felicità
che solo Dio può dare.
La ricerca religiosa sul
senso della vita, in
fondo, non è che
ricerca di qualcosa che
possa soddisfare il suo
cuore.
I ragazzi sono invitati a
identificarsi nella
storia del popolo
eletto soprattutto in
alcune dimensioni
parallele alla propria
vita in crescita.
ORGANIZZARE
Secondo
l’insegnamento
biblico, il popolo
d’Israele ritiene che la
storia della sua fede
religiosa abbia inizio
con Abramo. A lui si
attribuisce la prima
scoperta del Dio
Unico: Abramo cioè è
il primo uomo a cui
dio si è fatto
conoscere nel suo
vero aspetto.
Queste narrazioni che
hanno inizio con Gen
12, presentano il
rapporto Dio-uomo
secondo uno schema
vocazionale: Dio parla
e l’uomo risponde
(Gen 22).
Dio, rivelandosi
all’uomo nella sua
identità di un Dio
unico e trascendente,
lo spinge in avanti, a
cercare la sua vera
finalità.
Con l’intervento di Dio
nella sua storia,
dunque, Israele vuol
far sapere a tutta
l’umanità a quale
incontro definitivo
porti il cammino
religioso dell’uomo.
RI-VIVERE
Il testo di
Deuteronomio 26,510 fa conoscere ai
ragazzi ciò che fece
Dio per il popolo
schiavo.
Anche il ragazzo è un
po’ come Abramo, che
deve lasciare la
sicurezza della
dipendenza infantile
ed assumere la
responsabilità delle
scelte che lo
porteranno ad essere
un cristiano adulto…
STRUMENTI
NOTE
I membri del popolo ebraico amano chiamarsi “figli di Israele” (forse altro nome di Giacobbe, discendente
di Abramo), dal nome del patriarca che sarebbe disceso in Egitto con la sua tribù, in occasione di una
carestia.
Israele perciò è un popolo che concepisce ed interpreta l’uscita dall’Egitto come la sua liberazione dalla
schiavitù del Re-Faraone, resa possibile dalla protezione tutta particolare del suo Dio.
SOTTOSEZIONE
2
Tu sei il Liberatore
III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO
Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di
Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello
(“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per
primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati
nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in
questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti.
SEZIONE
OSSERVARE
L’esperienza di quella
“liberazione” è stata
determinante per un
popolo che in essa
trova in seguito la sua
specifica identità
politica e religiosa.
Attraverso la
celebrazione della
festa il popolo ricorda
i grandi fatti
straordinari con cui
Dio si è fatto
presente.
L’esperienza storica e
religiosa del popolo
eletto ha trasformato
le tradizionali
celebrazioni
primaverili della
natura rinata, in festa
di liberazione del
popolo da parte di
Dio.
ORGANIZZARE
Dio svela i lineamenti
del suo volto man
mano che i fatti della
storia consentono
l’accoglimento
positivo di queste
nuove rivelazioni.
L’uscita dalla terra
d’Egitto ed i prodigi
che l’accompagnarono
rimangono, per la
memoria ebraica,
l’epopea fondatrice
del popolo di Israele.
Tanto nelle sue
relazioni con Abramo,
che nella impresa
della liberazione
dall’Egitto, è Dio a
prendere l’iniziativa.
RI-VIVERE
Dio vuole liberare il
suo popolo dalla
schiavitù guidandolo
verso la libertà,
perché Dio è il
creatore amante della
vita, liberatore, Padre
di tutti gli uomini.
Libertà, secondo la
legge di Dio, significa
scelta della vita. Il
racconto dell’alleanza
di Deuteronomio
30,19-20 come
obbligo a scegliere la
via della vita.
Dio è il Dio della vita
che libera l’uomo da
ogni oppressione,
compresa quella finale
della morte.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
3
Tu sei il Dio fedele
III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO
Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del
Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo
a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla
ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi
interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la
storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in
sintesi i nuclei più salienti.
SEZIONE
OSSERVARE
I fatti dell’esodo
dimostrano che nel
rapporto di amicizia
tra Dio ed il suo
popolo la fedeltà
appartiene a Dio, il
tradimento spesso al
popolo.
Che significa fedeltà
oggi?
ORGANIZZARE
Il catechismo afferma:
Mai Dio abbandonò il
suo popolo: un patto
d’amore, un’alleanza
lo legava a lui per
sempre. La Bibbia usa
molte immagini per
esprimere questo
rapporto di Dio con il
popolo d’Israele: il
Signore è il suo
alleato, l’amico, lo
sposo, il padre…
L’alleanza significa
sempre un dono di
Dio, il quale
benevolmente prende
su di sé la parte
dell’uomo.
La Bibbia conosce e
descrive diverse
alleanze: con Abramo,
Genesi 15-17; con
Mosè, Esodo 19-24.
Questo vincolo tra Dio
e l’uomo viene
celebrato
liturgicamente, e in
diversi modi vengono
codificati per iscritto,
anche in brevi formule
liturgiche (Esodo 20,117).
RI-VIVERE
Dio è l’amico fedele,
che mi conosce e mi
ama e vuole essere
riconosciuto da me. Il
suo amore non viene
mai meno.
Caratteristiche
principali della
fedeltà: Esodo 19,3-6.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
4
Tu ci tieni per mano
III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO
Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di
Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello
(“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per
primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati
nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa
terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti.
SEZIONE
OSSERVARE
È caratteristica la
storia dell’alleanza
raccontata dalla
Bibbia attraverso la
vita del popolo eletto.
La storia dell’alleanza
descrive anche la
reazione di Dio al
tradimento del popolo
eletto.
ORGANIZZARE
La Bibbia testimonia
da un lato la fedeltà di
Dio e dall’altro il
comportamento
ambivalente del
popolo, che spesso
dimentica il patto.
Ribellione: Numeri 11.
Idolatria:
Deuteronomio 4.
Invito alla fedeltà:
Deuteronomio 5-7.
Dio educa il suo
popolo,
accompagnandolo
verso la terra
promessa. Nei secoli
successivi Israele
raggiunge una
stabilità civile ed una
potenza politica con i
Regni di Giuda e di
Samaria .
In questa situazione di
precarietà risuona la
predicazione dei
grandi profeti, che si
dimostrano prima di
tutto uomini di
intensa vita spirituale
e fedeli all’alleanza,
prima che educatori
del popolo.
Amos 5,11-12
Amos 6,3-8
Osea 1-2
Osea 11,8-9
RI-VIVERE
Dio è grande per la
sua misericordia.
Osea: Dio visto come
un Padre benevolo,
paziente e
misericordioso verso il
figlio che si allontana
da lui.
La parabola del figliol
prodigo.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
5
Tu ci raduni da tutti i popoli
III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO
Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con
l’uomo del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio
all’uomo, parallelo a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio
non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I
cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il
tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo
capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti.
SEZIONE
OSSERVARE
Questo incontro rivela
un altro aspetto della
fedeltà di Dio che
emerge dal patto di
alleanza: nelle vicende
storiche d’Israele si
può cogliere il valore
universale del suo
piano; cioè la sua
alleanza vale per tutti
gli uomini.
Il ragazzo è proteso,
nella sua esperienza
attuale, a scoprire gli
elementi di un
progetto di vita da
realizzare, nonostante
limiti e difficoltà.
ORGANIZZARE
Dio non si lascia
scoraggiare né dai
peccati degli uomini,
né dai tradimenti dei
popoli.
Gli uomini del mondo
intero, insieme ad
Israele, renderanno il
vero culto al Dio
dell’universo:
Isaia 55-56.
La voce di speranza e
di consolazione dei
profeti nei momenti di
angoscia:
Ezechiele 33,11.
Chi pratica la sapienza
biblica agisce secondo
la giustizia ed acquista
la salvezza in vista
della sua fedeltà a
Dio.
Dio mantiene le sue
promesse: manderà il
suo Messia ad
inaugurare per tutti gli
uomini una alleanza
eterna.
RI-VIVERE
Il regno di Dio
comporta
l’inserimento nel suo
popolo.
Il pastore dell’unico
gregge: Salmo 22.
Il pastore che mira a
radunare gli uomini in
un solo ovile, che si
cura soprattutto di
quelle bisognose:
Ezechiele 33,1113.15-16.
La parabola della
pecorella smarrita
(Matteo 18,12-14) e
del buon pastore
(Giovanni 10,11-18).
STRUMENTI
NOTE
Il capitolo è iniziato con il lancio ottimistico di un messaggio: c’è speranza nel mondo. termina con una
certezza: la speranza poggia sul fatto che Dio è con noi.
Tutto l’itinerario si svolge tra questi due poli e ai ragazzi deve apparire evidente.
In realtà, tutta la storia della salvezza, come la vita di ogni credente, si realizza tra questa promessa e
questa certezza.
SOTTOSEZIONE
6
Tu sei il Dio con noi
SEZIONE
OSSERVARE
Analizzando la storia
del popolo eletto,
scopriamo che
dall’epoca dell’esilio
perde la sua
indipendenza, e non la
riacquista più. Questa
situazione induce a
pensare che Dio non è
più fedele alle
promesse
dell’alleanza.
Sappiamo che anche
la vita dei ragazzi
attualmente si realizza
in una fase di
transizione tra una
speranza su cui si
poggiano le loro
promesse della
crescita verso la
maturità cristiana e le
inquietudini della
preadolescenza che
provoca reazioni,
soste, disagi,
scommesse!
ORGANIZZARE
La situazione di
dipendenza straniera, per
gli sconvolgimenti che
provoca nel popolo, non
favorisce molto la
riflessione dei sapienti
d’Israele in patria.
Si sviluppa una letteratura
“apocalittica”, che
attraverso immagini di
lotte tra Dio e il male,
proietta la speranza verso
il cielo, non più verso la
terra.
Daniele
Isaia 24-27
Zaccaria 9-11
Scopo è quello di
consolare il popolo
perseguitato, ad avere
fiducia.
L’Apocalisse di Giovanni.
Dal tempo di Abramo, fino
al tempo apocalittico,
passando dall’esodo e i
profeti, Dio si rivela
sempre come colui che
viene a salvare.
Gesù realizzerà
pienamente questo
progetto di Dio:
Marco 11,9.; tutta la
storia della salvezza ha
uno sbocco naturale nel
Messia.
RI-VIVERE
Un mistero così
grandioso si realizza
in una situazione di
umiltà straordinaria.
Non è in potere
dell’uomo conoscere
Dio, se non è lui
stesso che lo rivela.
Matteo 1,18-21: la
realizzazione di
questa grande
promessa.
STRUMENTI
NOTE
ARTICOLAZIONI DELLA PROGRAMMAZIONE – SECONDA UNITÀ
Venite e vedete
9. La situazione reale dei nostri ragazzi
Ai ragazzi tante esperienze di vita cristiana della loro fanciullezza possono apparire come mode del passato, o un abito troppo stretto da
rifiutare. Vi sono stagioni della vita in cui è più forte la tentazione di rinchiudersi in se stessi e scegliere da soli…
- I nostri ragazzi che grado di conoscenza hanno di Gesù Cristo, che tipo di confidenza hanno con lui?
- La loro esperienza cristiana è ancora “infantile” oppure hanno fatto un cammino di personalizzazione nella scoperta di Gesù?
- Sono aperti all’incontro con gli altri e sono disponibili ad un incontro più intimo di amicizia con Cristo?
- Hanno confidenza negli adulti loro attuali educatori; oppure hanno già tagliato i ponti e si comportano come se fossero da soli a
scegliere il futuro della loro vita di fede?
10. La meta da raggiungere
Attraverso l’accostamento al Vangelo secondo Marco, i ragazzi saranno guidati a fare un’esperienza più personale di Gesù di Nazareth, che
appare come la buona notizia che dà senso alle nostre giornate e ai nostri perchè.
11. Gli obiettivi della programmazione
CONOSCENZE:
- conoscere la figura di Gesù con i tratti più caratteristici della sua personalità così come appaiono dal Vangelo secondo Marco;
- saper accostare il Vangelo usandolo per la ricerca con abilità personale;
- imparare il significato delle sue parole più importanti, dei suoi gesti più significativi, della sua morte e risurrezione.
ATTEGGIAMENTI DA FORMARSI:
- entrare in dialogo con Cristo per favorire l’incontro personale con lui e il suo Vangelo;
- cogliere il fascino della sua parola e della sua umanità;
ATTEGGIAMENTI DA ASSUMERE:
- riconoscere nella fede Gesù come Figlio di Dio;
- identificare nella vita il Risorto, che è pienezza di vita;
- plasmare i tratti della propria identità attraverso una rinnovata scoperta della persona e del mistero di Gesù: il fascino della sua
parola e della sua umanità.
12. I contenuti dell’unità
Nel Vangelo secondo Marco, aperto in comunità, si rivela che Gesù è per tutti lieta notizia: colui che ha qualcosa da dire anche all’uomo del
nostro tempo; colui che dà senso alle loro giornate e risposta ai loro perché più profondi.
13. Il metodo
Il catechismo afferma l’importanza della “traditio evangelii” ai ragazzi, cioè la comunità consegna loro il Vangelo di Gesù che suscita
adesione, e spinge alla riespressione della fede, attraverso questi passaggi:
- abilitare i ragazzi all’uso del Vangelo, per facilitare il compito della ricerca;
- suscitare assenso e riespressione della fede leggendo il testo senza ricette prefabbricate;
- è necessario creare il clima dell’ascolto interiore;
- stimolare il dialogo con prese di posizione sui punti qualificanti che stabiliscono il rapporto discepoli-maestro, per coglierne
disponibilità e risonanze spirituali.
14. La verifica
Verificare gli atteggiamenti fondamentali che i ragazzi assumeranno, immedesimandosi nell’itinerario di ricerca dei discepoli nei
confronti del maestro. L’osservazione deve mirare a verificare gli atteggiamenti della fede dei discepoli: incontro; sequela; scoperta;
domanda; accettazione; dono e adesione.
15. Nota metodologica
Ogni incontro comprende senz’altro il parlare del catechista, l’ascolto dei ragazzi, la lettura e la spiegazione, le attività, ma si deve andare
oltre per una rinnovata esperienza di fede che fa assumere alcuni atteggiamenti che portano a cambiare condotta di vita…
L’incontro è un incontro-dialogo tra il catechista e i ragazzi che si articola in tre momenti:
d. OSSERVARE
Deve risultare evidente che in questa prima parte dell’incontro gli attori dell’incontro sono i ragazzi stimolati dal catechista.
e. ORGANIZZARE
In questa seconda parte l’attore principale è il catechista che dà una struttura al materiale raccolto dai ragazzi, che per questo sono
interessati e coinvolti.
f. RI-VIVERE
In questa terza parte gli attori sono i ragazzi con il catechista, perché insieme si coinvolgono in una nuova esperienza di fede.
16. Le scelte educative e pastorali della comunità
La comunità cristiana deve essere attenta ad accogliere le difficoltà e le nuove esigenze dei ragazzi. I catechisti e gli educatori hanno il
compito di diventare vangelo vivo ed aprire la strada a chi ha paura di traguardi più alti.
Nella vita della comunità i ragazzi devono trovare la possibilità di realizzare la propria vocazione cristiana sentendosi come a casa propria,
in un gruppo di amici. Il gruppo di catechismo perciò si dovrà trasformare in gruppo di amicizia. Qui però non è sufficiente fermarsi
all’amicizia. L’amicizia di Cristo si fonda su una dedizione totale: amore che non conosce limiti ed impegno per tutta la vita.
Proposte pastorali per la Comunità.
• La comunità cristiana offra ai ragazzi molte possibilità di aggregazione in parrocchia, perché possano fare amicizia attorno a
interessi vari, oltre alla catechesi.
• La vita di gruppo coinvolga i ragazzi nelle diverse esperienze della pastorale ecclesiale: diaconia, liturgia, missione...
• La comunità cristiana diventi luogo di comunione dei ragazzi, attraverso l’esperienza qualitativa di rapporti riusciti con adulti
significativi...
• Si offra ai ragazzi possibilità di crescita attraverso attività ricreative, culturali, caritative, missionarie, liturgiche...
NOTA DIDATTICA SUL VANGELO SECONDO MARCO (vedi pp. 67-68 della Guida)
SECONDA UNITÀ - Venite e vedete
2
Maestro, dove abiti?
Il catechismo presenta l’episodio narrato dal Vangelo
secondo Giovanni che fonda il significato del
discepolato: alla chiamata di Gesù segue la risposta
del discepolo.
1
Incontrare
oggi Gesù
SOTTOSEZIONE
3
In ascolto di testimoni
Il testimone è colui che avverte
il bisogno di comunicare agli
altri l’esperienza dell’amicizia
con Gesù, perché sa che è un
bene che devono avere tutti gli
uomini, se vogliono trovare la
risposta alle loro domande sulla
vita.
I
L’INCONTRO CON GESÙ DI NAZARETH
Come incontrare oggi Gesù? Come conoscerlo?
Comunità vive, testimoni che lo hanno incontrato parlano di Gesù di Nazareth. Possiamo incontrarlo anche
oggi, stupirci di lui? Lasciamoci condurre per mano leggendo il Vangelo secondo Marco.
SEZIONE
OSSERVARE
ORGANIZZARE
RI-VIVERE
Il primo incontro con una persona può suscitare
curiosità e interesse.
Per realizzare un incontro vero non sono
sufficienti questi atteggiamenti.
La vera amicizia comporta l’accettazione totale
dell’amico, il condividere le stesse esperienze, il
vivere su una stessa lunghezza d’onda, il farvi
riferimento nei momenti di difficoltà.
Gv 1,35-51.
Che cosa cercate, che cosa
volete?
Il brano citato narra la storia
della vocazione dei discepoli.
Testimonianze: Giovanni il
Battista e Natanaele.
I ragazzi saranno guidati ad evocare i loro
primi incontri con il Signore.
Una buona notizia non siamo capaci di tenerla
nascosta.
Così gli apostoli: l’incontro con Cristo li ha
trasformati dentro ed hanno bisogno di
“testimoniarlo”.
L’inizio della testimonianza di fede di Gesù non
rimane circoscritta.
Gli Atti degli Apostoli attestano che sorgono
nuove comunità che si estendono e si
moltiplicano.
Si possono evocare le città ricordate dalle lettere
di Paolo.
Le testimonianze della
diffusione del Vangelo.
At 10,34-43: Pietro in casa di
Cornelio.
1 Gv 1,1-4: Giovanni ai fedeli
dell’Asia.
At 9,1-18: testimonianza di
Saulo che incontra Gesù.
In che senso anche noi che abbiamo ricevuto
questa lieta notizia, possiamo fare di nuovo
questa esperienza di incontro con il Signore
Gesù?
La buona notizia dell’incontro con Cristo ha
origine nella notte di Natale.
Piccola ricerca che conferma il significato
dell’incontro nei testimoni, e come l’incontro
cambia radicalmente il loro cuore.
Che significa incontrare Gesù oggi? Come, dove
incontrarlo?
Che cosa conosciamo di Cristo?
Possiamo rinnovare l’esperienza vissuta dai
primi discepoli.
Imparare a conoscerlo: i volti del Cristo.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
4
La buona notizia a più voci
I quattro Vangeli sono come le voci di un
solo coro
che canta la vicenda di Gesù.
Con voci diverse essi presentano
l’immagine
di un solo volto, di una sola persona..
SEZIONE
OSSERVARE
Di nessun altro personaggio storico mai è stato
scritto tanto e con voci pressoché unanimi.
Perché?
I Vangeli nascono da una storia.
Sappiamo dire le caratteristiche più importanti
degli scritti dei quattro evangelisti?
ORGANIZZARE
Sarà bene predisporre una
scheda di ogni evangelista con le
notizie della persona e del
tempo in cui ha scritto il
Vangelo.
RI-VIVERE
Visione di sintesi dei messaggi scoperti nei
quattro Vangeli.
Dei Verbum.
STRUMENTI
NOTE
1
Solidale con noi fino in fondo
II
CHI È COSTUI?
CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri
ne suscitano: Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste
provocatorie domande, il catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla
scoperta dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo secondo Marco.
Per quale motivo la Chiesa ci ha consegnato il
Vangelo?
Precisiamo poi il termine “solidarietà” e
chiediamo ai ragazzi di individuare in che cosa
Gesù è stato solidale con l’uomo, egli , uomo
immerso nella nostra storia.
Invitiamo i ragazzi ad immedesimarsi
nell’esperienza d’incontro di quei discepoli che
seguono Gesù dal momento del suo battesimo
nel fiume Giordano, fino al giorno dell’arresto in
Gerusalemme, alla morte e alla risurrezione.
Marco indica una condizione preliminare: è
necessario preparare la strada.
Ecco come Marco presenta
Gesù:
Mc 1,9-13: Gesù si avvicina a
Giovanni al fiume Giordano e gli
riconosce apertamente le
credenziali profetiche; si mette
anzi nella fila dei suoi seguaci e
riceve il battesimo dalle sue
mani.
Gesù mostra di condividere la
condizione dei peccatori ed egli
stesso “si fa peccato”, ma subito
scende dal cielo una voce divina
che lo dichiara innocente.
L’evangelista presenta Gesù nel
deserto, subito dopo il
battesimo, dove viene
sottoposto alla prova delle
tentazioni: viene invitato a
percorrere una strada diversa
da quella indicata da Dio Padre.
Per l’evangelista Marco, il
“deserto” è un luogo simbolico,
denso di significati, nel quale
nulla separa Gesù da Dio. Il
deserto è anche il luogo della
tentazione.
Il clima che avvolgeva la predicazione
penitenziale di Giovanni il Battista era quello
di un’attesa spasmodica del Messia promesso.
Come collocare questa attesa nel clima del
nostro tempo: quali sono le attese della
nostra gente e dei nostri ragazzi? Quale
Messia anche noi aspettiamo oggi?
Una piccola ricerca in due direzioni:
- sulla figura dell’evangelista Marco;
- sulla figura del Messia.
A proposito della figura del Messia Liberatore,
è necessario orientare i ragazzi a capire i
motivi per cui Gesù non vuole apparire subito
quello che la gente aspettava e fa di tutto per
nasconderlo.
SOTTOSEZIONE
2
Una giornata con Gesù
II
CHI È COSTUI?
CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne
suscitano: Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste
provocatorie domande, il catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta
dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo secondo Marco.
SEZIONE
OSSERVARE
Andiamo ora alla scoperta del rapporto che Gesù
instaura con la gente del suo popolo, del modo
come si immedesima nei suoi problemi e nelle
sue preoccupazioni quotidiane, del suo desiderio
di venire incontro a tutti, aiutandoli nella ricerca
delle soluzioni ai loro problemi di vita…
Gesù sa stare in mezzo alla gente.
Le cose che dice e le azioni che compie sono
inaudite per la loro straordinarietà. La gente
rimane sbalordita e si chiede che cosa
significhino e da dove provengano e il suo
messaggio affascinante e le sue potenti azioni
liberatorie…
ORGANIZZARE
Una giornata-tipo di Gesù,
secondo lo schema del Vangelo:
Mc 1,21-39
Reazioni della gente alle parole
e alle opere di Gesù.
Aspettano un Messia e si
trovano davanti uno che opera
come di certo farà il Messia.
Non sarà per caso proprio lui,
l’inviato di Dio? Nessuno
davanti a lui rimane
indifferente; bisogna schierarsi
e prendere posizione, perché la
sua è una profonda
provocazione. Questa reazione
davanti a Gesù si è sempre
verificata nella storia.
Atteggiamento di Gesù: egli
viene a liberare l’uomo dal
peccato ma anche da male
fisico. Dio vuole il benessere
totale dell’uomo. Gesù fugge e
va nel deserto a pregare. Oggi il
Cristo non è solo della Chiesa e
questa non è tutto il regno di
Dio. Figura di qualche
personaggio attuale che, pur
non essendo cristiano, realizza
nella vita alcuni valori proposti
dal Signore.
RI-VIVERE
Aiutiamo i ragazzi a rivivere,
immedesimandosi in esse, queste numerose e
concrete occasioni di incontro della giornata
di Gesù nella città di Cafarnao, mettendone in
evidenza reazioni e interpretazioni.
Rapporti tra cristiani e Parola di Dio: come
può crescere la fede del cristiano senza un
riferimento costante e approfondito con le
varie espressioni della Parola di Dio che gli
viene rivolta?
Come si comportano i ragazzi durante
l’omelia?
Quale sensibilità hanno a proposito del
catechismo?
Quale reazioni hanno verso l’insegnamento
della religione nella scuola?
Piccola esercitazione di fede durante
l’incontro di catechismo: far leggere un brano
del Vangelo e lasciare un tempo per la
meditazione e la risposta personale con
reazioni, riflessioni, eventuali intenzioni
spontanee di preghiera…
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
3
Chi ha mai parlato come lui?
La prima cosa che Gesù annuncia con la sua parola è la realtà del regno di Dio, una realtà nuova e
misteriosa; usa anche un linguaggio nuovo perché possano comprenderne il messaggio.
II
CHI È COSTUI?
CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne suscitano:
Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste provocatorie domande, il
catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta dell’identità del maestro,
seguendo il Vangelo secondo Marco.
SEZIONE
OSSERVARE
Si annuncia il regno ma non si dice che cosa è. Si
afferma perciò che il regno è prima di tutto
proclamato con la parola. Parlare è sempre
comunicare un messaggio, ma non è sempre
facile riuscire a far comprendere il messaggio
che si vuol comunicare.
Gesù vuole entrare in sintonia con i suoi
ascoltatori, perché gli preme comunicare il
messaggio del regno; inventa perciò un
linguaggio nuovo, apparentemente semplice e
comunicativo, quello delle parabole.
La proclamazione del regno non avviene in una
forma trionfalistica, ma nel pieno rispetto della
libertà umana e senza tutta quella battaglia
propagandistica che sognavano molti dei
contemporanei di Gesù, a proposito del Messia.
ORGANIZZARE
Tutta la predicazione di Gesù,
dall’inizio alla fine, è stata
centrata sulla buona novella del
regno.
Il Vangelo parla un linguaggio
popolare.
Il regno è di tutti, e riguarda la
speranza umana perché deve
ancora venire. Ma non sarà
un’attesa inutile, perché lo
possiamo scorgere giù presente,
come in anticipo. È alla nostra
portata e alle nostre porte. È in
mezzo a noi e si esprime con
molteplici segni.
Diventa urgente però decidersi
per esso. È una decisione che
dipende dall’interiorità di
ciascuno, implica un nuovo
atteggiamento, una conversione
radicale.
Tuttavia la predicazione di Gesù
non indica il regno come un
luogo, ma come un’azione a
favore degli uomini.
La comunità cristiana può
consolarsi nella speranza di
crescita del seme gettato da
Gesù. È tuttavia solo un inizio.
Le altre fasi si succederanno
lungo la storia umana; ma il suo
atto finale è rigorosamente
escatologico e si realizzerà alla
fine dei tempi, alla seconda
venuta di Gesù Cristo.
Parabole del Regno.
RI-VIVERE
La parola di Gesù non lascia indifferenti i suoi
ascoltatori. La sua provocazione costringe a
domandarsi: che cosa significa per me questo
messaggio?
I ragazzi possono immedesimarsi in una delle
categorie seguenti:
- gli ascoltatori entusiasti;
- quelli che hanno risposto;
quelli che sono rimasti indifferenti;
- quelli che non hanno accettato l’inizio del
regno e addirittura hanno combattuto Gesù.
STRUMENTI
NOTE
4
Mai visto nulla di simile
Come reazione a ciò che dice e fa Gesù, la gente si
esprime acclamandolo entusiasticamente “profeta
potente in parole ed in opere”
Di chi si è potuto dire altrettanto?
SOTTOSEZIONE
5
È venuto per tutti
Gli Ebrei si ritenevano l’unico popolo erede della
promessa salvifica e non comprendevano la
portata universale della missione del Messia.
II
CHI È COSTUI?
CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne suscitano: Chi è
costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste provocatorie domande, il catechismo
invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo
secondo Marco.
SEZIONE
OSSERVARE
La gente scopre che le parole di Gesù non sono
solo nuove e sorprendenti, ma conquistano
profondamente il cuore perché “realizzano ciò
che significano”.
La personalità di Gesù però era difficile da
interpretare nella sua vera luce; ecco perché
divide l’opinione. I discepoli stessi sono
sconcertati.
Gesù manifesta una costante sollecitazione in
ogni sua azione.
La guarigione dei malati si colloca tra i segni
immediati e più evidenti dell’avvento del regno
messianico a favore dell’uomo.
L’evangelista descrive alcuni comportamenti di
Gesù, contrari alle tradizioni ebraiche.
Clima politico dei “gruppi e partiti” di quel
tempo.
Anche in seno alle comunità cristiane ci possono
essere tante visioni diverse…
Eppure il progetto di Dio, pur rivolgendosi a tutta
l’umanità, attraverso la scelta di un popolo, non
ammette preferenze, perché se Egli è un padre
non può considerare gli uomini se non bisognosi
tutti del suo amore.
ORGANIZZARE
Le opere di Gesù sono a favore
dell’uomo e rivelano che egli è
più forte del male.
Le potenti opere di Cristo
richiamano la Parola di Dio che
ha creato il mondo, e quindi
mettono Gesù sullo stesso piano
di Dio.
Le guarigioni narrate da Marco
dimostrano il potere diretto di
Gesù su ogni esperienza di
malattia, senza ricorrere a riti
magici o a forme di esorcismo…
Racconti di guarigioni e loro
significato:
Mc 1,23-27
Mc 1,40-41
Mc 2,11-12
Mc 4,39-41
Mc 5,21-24.35-43
L’atteggiamento di Gesù rivela
che pur rivolgendosi a tutti gli
uomini portando l’amore di Dio,
esprime delle preferenze, non
come pensavano gli Ebrei, ma
nella dimensione di un amore
che è rivolto prima di tutto
verso chi ne ha più bisogn.
Chiamata di Levi-Matteo e
controversia che ne segue.
Gesù non fa preferenza di
persone; anzi capovolge la
preferenza degli scribi-farisei. La
sua chiamata opera la
trasformazione profonda del
cuore.
Che cosa è il regno di Dio
annunciato?
RI-VIVERE
Davanti a queste opere raccontate dal
Vangelo i nostri ragazzi potranno domandarsi
perché certi miracoli oggi non si ripetono!
Per quale motivo le nostre opere di credenti
sono così fragili?
Per comprendere la modalità di rapporto di
Gesù verso di noi:
non siamo anche noi “poveri”, “prigionieri”,
“afflitti”?
I gruppi e i partiti ai tempi di Gesù: verifica
delle divisioni presenti nella nostra comunità
Episodio della Maddalena che lava i piedi di
Gesù con le lacrime.
STRUMENTI
NOTE
1
Pareri contrastanti
SOTTOSEZIONE
III
GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO
Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di
resurrezione. Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il
Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli,
ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi
anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede.
Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita.
SEZIONE
OSSERVARE
La nostra esperienza umana ci dice che su ogni
aspetto della vita ci possono essere pareri diversi
e spesso anche contrastanti tra di loro. Così
anche le parole e le opere di Gesù non venivano
lette tutte allo stesso modo. Proprio perché
sembravano parole e opere molto diverse da
quelle di altri profeti, quelle di Gesù creavano
reazioni molto contrastanti.
Le reazioni sono perciò diverse.
L’evangelista Marco mette in evidenza che
l’opposizione degli avversari registra episodi che
si fanno sempre più gravi, man mano che la vita
di Gesù si avvicina alla rivelazione piena della sua
identità di Figlio di Dio.
ORGANIZZARE
Gli episodi che descrivono le
reazioni alle parole e alle opere
di Gesù:
- Mc 2,1-3,6: contrasto sulla
Legge;
- Mc 3,21-22: contrasto con
l’autorità religiosa;
- Mc 5,1-20: contrasto con il
popolo;
- Mc 6,14-16: contrasto con
l’autorità politica;
- Mc 6,1-6: contrasto con i suoi!
RI-VIVERE
Anche oggi su Gesù Cristo si danno pareri
contrastanti. Che ne pensa la gente? E noi,
che posizione prendiamo davanti a Gesù?
STRUMENTI
NOTE
2
Parole sconvolgenti
La fede in Gesù richiede un rapporto personale.
Gesù provoca i suoi discepoli ad una precisa presa di posizione in
questo dialogo a due. Il discepolo deve rispondere con chiarezza alla
domanda: Chi è per me Gesù di Nazareth?
Davanti alle attese ebraiche del Messia, la gente
ha opinioni personali in base alle quali reagisce
alle provocazioni di Gesù. Il Vangelo secondo
Marco riporta le diverse reazioni alla
predicazione di Gesù; reazioni che vanno
dall’adesione più piena all’inimicizia più
aggressiva.
Si sottolinea l’entusiastica confessione
dell’apostolo Pietro, ma Gesù vuole evitare ogni
possibile inganno e si avvia a Gerusalemme
facendo comprendere che la sua è una
messianicità che si realizza con l’accettazione
della croce: questo sarà lo spartiacque per la
sequela di Gesù.
La visione di Gesù è del tutto contraria alla
visione di oggi, tutta centrata sul potere che
offre prospettive di dominio.
Mc 8,27-30: è il testo principale
nella teologia dell’evangelista. È
la vera cristologia, ovvero la
comprensione piena
dell’identità di Gesù contro ogni
equivoco, contro interpretazioni
divergenti quali quelle
spiritualistiche e quelle
politiche.
La risposta di Pietro è
estremamente decisa.
Gesù vuole scandagliare in
profondità la confessione di
Pietro per evitare una sua
interpretazione trionfalistica del
Messia. Per questo parla di
accettazione della croce. La vita
di Gesù assume da questo
momento una direzione precisa.
Chi potrà veramente
comprendere il mistero della
persona di Gesù? Che significa
perdere la propria vita per
guadagnarla?
Prendere la croce; perdere la vita: che cosa
significa?
I ragazzi potranno confrontare le loro risposte
con quelle di Pietro e di Gesù.
A quale vita aspirano?
Se la croce è stata per Gesù un misero
fallimento del suo progetto, perché ancora
oggi noi ci interroghiamo sulla sua identità?
Gesù è un amico esigente!
SOTTOSEZIONE
3
Per noi, verso la croce
Il tempo della condanna a morte di Gesù è quello relativo alle grandi celebrazioni annuali della festa di
Pasqua, quando il popolo ebraico ricordava la liberazione dalla schiavitù d’Egitto e l’alleanza con il
Signore.
III
GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO
Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la fede della
Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i
fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita
professione di fede.
Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita.
SEZIONE
OSSERVARE
La città di Gerusalemme è tutta immersa nel
clima della rituale festa di pasqua.
I ragazzi possono evocare il clima della festa di
loro esperienze particolari e descriverne le
implicanze; sia quelle che rivelano i grandi valori
umani, che quelle di valore religioso.
La pasqua ebraica.
In ogni comunità cristiana, Pasqua è la festa più
solenne perché in essa si ricorda e si rende
attuale il mistero della morte e della risurrezione
di Cristo, attraverso cui Dio ha stabilito con
l’umanità l’ultima e definitiva alleanza.
I ragazzi possono evocare tutte le tradizioni
familiari e sociali legate all’evento pasquale e
celebrate con tante espressive modalità in ogni
comunità ecclesiale e civile.
ORGANIZZARE
Anche Gesù, arrivato a
Gerusalemme per portare a
compimento la sua missione di
Messia, come ogni pio israelita,
vuole consumare la cena
pasquale con i suoi amici, gli
apostoli. L’ultima cena. È
evidente, dalla descrizione del
rito, che la cena pasquale
celebrata da Gesù con gli
apostoli è del tutto particolare.
Proprio nel momento più duro
del tradimento, quando ad
opera di un “amico” sta per
essere consegnato nelle mani
dei nemici, Gesù si offre
spontaneamente come agnello
mansueto, che assume su di sé il
peccato di tutti gli uomini per
distruggerlo. Con il rito
eucaristico, che è memoriale
rinnovato nel tempo dell’ultima
cena del Signore, la nostra vita
umana, individuale e collettiva,
si accosta molto vicino a Cristo,
perfezionando ciò che siamo,
molto oltre a ciò che possiamo
immaginare. Questo gesto di
dono totale, di cui i discepoli
faranno memoria privilegiata
dopo la sua resurrezione, si
trova al punto d’incontro della
missione di Gesù e della nascita
della Chiesa, di cui scopriremo
in seguito il mistero.
RI-VIVERE
Con i ragazzi possiamo riflettere ed
individuare modalità nuove per partecipare
all’Eucaristia, se abbiamo scoperto che essa
esprime tutto il valore della pasqua ebraica e
dell’ultima Cena del Signore.
Che confronto possiamo istituire con la nostra
messa domenicale?
Aiutiamo i ragazzi ad entrare nel racconto
dell’ultima Cena rievocando anche il rito della
lavanda dei piedi.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
4
L’ora della verità
Inizia il racconto della passione. Dopo la Cena si susseguono gli eventi: la preghiera
di Gesù nell’orto degli ulivi, il tradimento di Guida, l’arresto di Gesù, la fuga degli
amici discepoli, il processo, la condanna, l’esecuzione.
III
GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO
Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione.
Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al
sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto
per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede.
Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita.
SEZIONE
OSSERVARE
Il racconto della passione del Signore secondo le
caratteristiche degli evangelisti.
Davanti alla passione del Signore, ogni uomo che
vi assista senza pregiudizi ha sentimenti di
ammirazione per la serenità, di pena per le
sofferenze, di sdegno per la cattiva fede dei
nemici; ma quasi sempre non si va al di là di
buoni sentimenti…
Per cogliere nella condanna a morte il fallimento
di una visione umana del Messia è necessario
accettare, per il dono della fede, la croce come
unico mezzo di salvezza. E questo è contrario ad
ogni logica umana!
Gesù aveva preparato progressivamente i suoi
amici; ma i suoi amici lo abbandonano subito e la
gente segue distaccata. Solo in pochi lo seguono.
ORGANIZZARE
Quando Gesù si avvicina alla
fine del suo destino, si trova a
vivere una solitudine da
“tristezza mortale”. Nell’orto del
Getsemani (Mc14,32-42) la sua
preghiera durò a lungo, in un
primo momento insieme ai tre
discepoli che condivisero con lui
l’angosciosa realtà. L’arresto di
Gesù avviene quasi in sordina
(Mc 14,43-52). I discepoli tutti lo
abbandonano ed impauriti
fuggono. Non si dice, forse, che i
veri amici si riconoscono nella
prova?
Lo svolgimento del processo va
contro ogni norma giuridica del
tempo; porta a esprimere un
giudizio di condanna da parte
del Sinedrio (Mc 14,53-65)
ampiamente predeterminato.
Quella stessa mattina i capi
religiosi consegnano per iscritto
la loro requisitoria e il loro
verdetto. Pilato si accorge
subito del motivo principale
della condanna: Gesù è accusato
di essersi auto-proclamato re
dei giudei (Mc 15,1-4).
RI-VIVERE
Quanti tribunali umani giudicano anche a
disprezzo della verità e spesso addirittura la
combattono.
Gesù invece è venuto per rendere
testimonianza alla verità.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
5
È veramente il Figlio di Dio
La ragione di stato muove il governatore romano. Pilato interroga Gesù perché
vuole conversi di persona del suo ruolo e non si fida del giudizio dei capi religiosi.
III
GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO
Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione.
Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al
sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto
per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede.
Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita.
SEZIONE
OSSERVARE
Una ragione di stato può spingere un
governatore a commettere una grossa
ingiustizia. Questo vuol dire strumentalizzare per
il proprio tornaconto.
Il racconto della passione fa chiaramente vedere
l’amore fedele di Dio e l’ingiustizia degli uomini
che si accaniscono contro Gesù, l’innocente che
deve “pagare per tutti”.
Il triste corteo lungo il percorso del calvario, fra
due ali di folla, annovera solo poche persone che
mostrano un po’ di compassione verso il Cristo
sotto il peso della croce; soprattutto solo il
centurione pagano dice al momento della morte:
veramente questi era il Figlio di Dio.
ORGANIZZARE
La decisione di Pilato viene
condannata da Marco, così
come era stato condannato il
giudizio coordinato delle
autorità religiose, che
speravano nella liberazione
politica. Il racconto delle burle
attorno al crocifisso è
estremamente efficace. Gesù
non vuole abbagliare la gente
con dei miracoli spettacolari,
neppure quando questi si
riferiscono alla sua persona. La
sobrietà del racconto di Marco
(15,33-39) su questa morte in
croce di Gesù, ci obbliga a
prendere sul serio i fatti, senza
dare eccessivo valore ai
fenomeni esterni, che fanno
parte di una certa letteratura
apocalittica. Il fatto che il velo
del tempio si squarci significa
che con la morte di Gesù, il
santuario è diventato accessibile
a tutti, non solo agli ebrei. Così
in Gesù Dio diventa
direttamente il Dio di tutti. La
confessione del centurione
romano.
RI-VIVERE
La catechesi deve portare il ragazzo credente
non solo a conoscere-celebrare le verità
rivelate, ma anche all’esplicita professione di
fede.
Sulla croce di Cristo c’è una rivelazione
trinitaria?
Credere in Cristo significa anche credere in
Dio e nello Spirito Santo?
Lo affermano i Vangeli, ma lo credono anche i
cristiani.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
6
Gesù Cristo il vivente
La sepoltura di Cristo comporta un importante epilogo. La morte non è fine a se stessa ma è
per la vita.
Infatti Gesù Cristo risorge, lasciando vuoto il sepolcro in cui era stato deposto.
La sua tomba non custodisce, come in un mausoleo, le sue spoglie!
III
GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO
Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la
fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi
discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro
fianco, esplodono in una esplicita professione di fede.
Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita.
SEZIONE
OSSERVARE
Dopo la tragedia del calvario, gli amici di Gesù
piombano in un profondo silenzio, pieno di
paura e di delusione. Si consuma tutto il loro
sbigottimento e prende corpo lo
scoraggiamento, per la perdita delle loro
speranze umane.
Al mattino di Pasqua si leva una voce che fa
rinascere un tenue filo di speranza. Le donne che
vanno alla tomba per ungere il corpo del Signore
hanno “strane visioni di angeli” che dicono che
non si può trovare tra i morti colui che è vivo.
Non ci sono prove storiche della risurrezione di
Cristo ma solo la testimonianza di chi “incontra,
ricorda” e collegando con il presente, finalmente
“crede”.
Ed ecco la corsa al sepolcro “vuoto” per
convincersi di queste voci. Gli apostoli pensano:
non serve misurare subito i risultati, o
pretendere di avere subito successo.
ORGANIZZARE
La prova della risurrezione non
dipende dal fatto che le donne e
gli apostoli trovano la tomba
vuota, come dicono con modi
diversi gli evangelisti. Le prime
testimonianze parlano di questo
incontro. La tomba vuota dice
che Gesù non è più lì. La Chiesa
primitiva ha stentato ad entrare
in questa logica di fede, perché
la risurrezione di Cristo è un
evento che ci supera in ogni più
ardua aspettativa. Nella luce del
risorto i credenti ricordano e
comprendono gli eventi della
vita di Gesù di cui i Vangeli
fisseranno il racconto. Che
significa risurrezione, alla luce di
Cristo il vivente? La risurrezione
di Gesù non sarebbe stata
conosciuta dai suoi discepoli se
non fosse manifestata da segni
terreni. La sofferenza e la morte
di Gesù acquistano il loro senso
pieno nella risurrezione. Il
linguaggio cristiano rende
ragione di questo percorso in
realtà misterioso, parlando
appunto di “mistero pasquale”.
Sì, la risurrezione di Gesù è
veramente il punto decisivo,
centro unico della fede cristiana.
RI-VIVERE
Il catechismo invita a partecipare con le
dovute disposizioni ai misteri celebrati dalla
Chiesa nella settimana santa.
Una ricerca sui Vangeli alla scoperta delle
testimonianze dirette di coloro che hanno
incontrato il Signore dopo la sua risurrezione.
STRUMENTI
NOTE
ARTICOLAZIONI DELLA PROGRAMMAZIONE – TERZA UNITÀ
Farò nuove tutte le cose
17. La situazione reale dei nostri ragazzi
La vita dei ragazzi è segnata da impulsi di crescita e da intenso desiderio di novità. Quindi i catechisti sono impegnati prima di tutto a scoprire questi
“impulsi” di crescita e i loro desideri di novità.
- In quali dimensioni (fisiche, morali, sociali, culturali…) si sviluppano gli impulsi di crescita dei ragazzi?
- Di tali impulsi fino a che punto essi sono coscienti oppure ne subiscono le conseguenze senza rendersene conto?
- Quali sono le novità (personali, culturali, sociali, religiose) di cui mostrano un intenso desiderio?
- A che cosa sembra più orientata la loro vita attuale (scelte, esperienze, fatti, avvenimenti…)?
- Intuiscono il rapporto tra dinamiche di crescita e momenti significativi di fede?
- Sanno correlare nei significati le energie della crescita e la forza dello Spirito Santo che santifica il credente?
18. La meta da raggiungere
L’itinerario catechistico aiuta i ragazzi a scoprire la sorgente della novità della vita cristiana, attraverso la celebrazione della Pasqua.
19. Gli obiettivi della programmazione
CONOSCENZE:
- ritenere che la fede professata dalla Chiesa è il dono dello Spirito Santo che, attraverso i sacramenti, rende efficaci i nostri progetti di vita;
- conoscere i significati umani, biblici e dottrinali dei tre sacramenti dell’iniziazione: Battesimo, Cresima, Eucaristia;
- saper porre a grandi linee i tratti biografici dei testimoni della santità cristiana descritti dal catechismo, precisandone valori e caratteristiche.
ATTEGGIAMENTI DA FORMARSI:
- saper rispondere in prima persona alla proposta di Gesù, con i mezzi e modi sintonizzati alla sensibilità del gruppo;
- voler recuperare l’esperienza religiosa del giorno del Signore, come Pasqua settimanale, nella quale siamo chiamati alla mensa della parola e
del Pane eucaristico;
- sintonizzarsi con il dono dello Spirito che rende testimoni della risurrezione e lievito di speranza nel mondo, attraverso i campioni della
santità.
ATTEGGIAMENTI DA ASSUMERE:
- partecipare con impegno alla vita della comunità cristiana;
- essere presenti ai momenti celebrativi dei misteri pasquali;
- mettere a servizio altrui i propri talenti.
20. I contenuti dell’unità
La Chiesa ha ricevuto da Cristo risorto la forza di portare a tutti la grazia della Pasqua attraverso la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana
e di abilitare tutti i suoi membri a vivere secondo la novità dello Spirito di Gesù. I santi, veri testimoni della fede.
21. Il metodo
È importante che questa unità sia proposta ai ragazzi nella sua progressività catechistica ed in continuità con quella precedente, perché dalla Pasqua ha
inizio la vita della comunità radunata dallo Spirito; e da essa nasce la domenica per far “memoria” di Gesù.
È metodologicamente importante favorire alcune scelte catechistiche:
i.
la dimensione esperienziale che invita a partecipare alla vita comunitaria con gli atteggiamenti della festa;
ii.
la dimensione simbolica, come ricerca e scoperta, che porta alla comprensione dei segni della risurrezione nel proprio ambiente e
nella propria vita;
iii.
la dimensione dialogica per valorizzare tutti gli elementi che mettono il mistero pasquale in relazione alla comunità cristiana e alla
vita umana;
iv.
la dimensione storica che fa ricercare il significato della domenica nella vita della comunità cristiana;
v.
la dimensione testimoniale nella pedagogia dei modelli di santità più vicini alla sensibilità moderna.
22. La verifica
Un anno di esperienza più o meno esaltante, con tanti aspetti positivi ma anche con molti limiti. Dunque la verifica dovrebbe rilevare:
- le scoperte e i valori positivi vissuti dal gruppo;
- le realtà della crescita cristiana più evidenti;
- i limiti e le difficoltà che hanno potuto ostacolare il cammino comune verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati;
- le possibilità offerte ai ragazzi dalla comunità ma non sempre accolte e sfruttate per la propria crescita;
- i possibili progetti per il proprio futuro…
23. Nota metodologica
Ogni incontro comprende senz’altro il parlare del catechista, l’ascolto dei ragazzi, la lettura e la spiegazione, le attività, ma si deve andare oltre per una
rinnovata esperienza di fede che fa assumere alcuni atteggiamenti che portano a cambiare condotta di vita…
L’incontro è un incontro-dialogo tra il catechista e i ragazzi che si articola in tre momenti:
g. OSSERVARE
Deve risultare evidente che in questa prima parte dell’incontro gli attori dell’incontro sono i ragazzi stimolati dal catechista.
h. ORGANIZZARE
In questa seconda parte l’attore principale è il catechista che dà una struttura al materiale raccolto dai ragazzi, che per questo sono interessati e
coinvolti.
i. RI-VIVERE
In questa terza parte gli attori sono i ragazzi con il catechista, perché insieme si coinvolgono in una nuova esperienza di fede.
24. Le scelte educative e pastorali della comunità
I doni dello Spirito vengono ai ragazzi attraverso la partecipazione impegnata alla vita attiva della propria comunità di appartenenza.
La Chiesa crede che la catechesi non può fare a meno di una pastorale dei ragazzi concreta ed efficace; i pastori non diano per scontata la
partecipazione comunitaria “ubbidiente e sottomessa” di questa porzione di gregge che è la preadolescenza con le sue esigenze e i suoi problemi di vita.
La comunità deve favorire questa partecipazione attraverso l’elaborazione di un “progetto di educazione alla fede, per promuovere nei ragazzi un vivo
senso di responsabilità e renderli partecipi e protagonisti gioiosi della varie esperienze della loro Chiesa.
Piste pastorali di questo progetto:
• creare luoghi e centri di interessi per gruppi di ragazzi;
• prevedere momenti per la preghiera, le attività ricreative, la celebrazione;
• sviluppare il dialogo, in tutte le sue forme, con un cordiale rapporto educativo (e ci vogliono animatori preparati!);
• confrontarsi con loro per le scelte che li riguardano.
2
Il grido della Pasqua
1
La primavera della vita
SOTTOSEZIONE
3
Risorti con Cristo
I
LA VITA È NUOVA
Al centro dell’anno liturgico la Pasqua irradia il dono di Gesù Cristo risorto,
lo Spirito Santo che fa dell’uomo una creatura nuova.
Come possiamo scoprire la presenza dello Spirito di Gesù operante nella nostra vita?
SEZIONE
TERZA UNITÀ - Farò nuove tutte le cose
OSSERVARE
ORGANIZZARE
Una buona notizia non può rimanere
segreta per molto tempo: la grande
notizia della resurrezione di Gesù.
Festa che fonda la nostra fede. E
come gli avvenimenti più importanti,
viene celebrata con una solenne
veglia nella notte.
Conseguenze popolari della festa.
Annuncio augurale correlato con le
novità della vita dei ragazzi.
Il grido della Pasqua parte da quelle
persone che si sono trovate deluse di
fronte alla tomba vuota.
I sentimenti di gioia e di speranza nel
rivedere il Signore.
Con la pace, Gesù dona lo Spirito Santo,
il dono della vita che Dio comunica agli
uomini all’origine (Gn 2,7). Siamo
all’inizio di una nuova umanità…
I discepoli non si rendono conto di
questa nuova realtà.
Principi fondamentali della fede
cristiana.
La festa di Pasqua è preparata dalla
Quaresima.
I credenti sono invitati a professare la
fede e a rinnovare le promesse
battesimali durante la veglia.
Il cammino dell’iniziazione cristiana: i
sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Come nella veglia, ogni anno, ogni
giorno siamo invitati a vivere con
pienezza la fede.
2 Cor 3,18
Il corpo cresce: che valore ha la vita
fisica?
L’intelligenza matura: rapporto tra
scoperta e autonomia.
Aumentano le competenze: la
presenza.
Relazioni: stare con gli altri.
Prime delusioni…
Gesù è venuto per raccogliere ogni
desiderio di vita.
Indifferenza e violenza vs attenzione.
Morte e guerra vs pace e vita.
Disfunzioni, ingiustizie, malversazioni,
scandali vs onestà ed impegno.
Tensioni vs parlare.
RI-VIVERE
Gv 10,10: Io sono venuto perché
abbiano la vita e l’abbiano in
abbondanza.
Correlazione tra vita primaverile e
le novità della propria vita in
crescita.
Le tradizioni popolari della Pasqua:
espressioni della forza della fede
che salva la vita.
Esperienza comunitaria della fede.
I ragazzi possono narrare le
tradizioni più tipiche del proprio
ambiente.
Simboli legati alla solenne liturgia
della festa: luce, acqua, vento,
fuoco.
Durante la veglia pasquale i fedeli
sono invitati ad accendere la luce
della fede (la candela) al simbolo
della luce vera (il cero).
La sequenza della liturgia pasquale
esprime tutta l’esultanza del
credente che assiste al duello che
in Cristo si è realizzato tra morte e
vita. Un duello che ogni credente è
chiamato a realizzare.
STRUMENTI
NOTE
SOTTOSEZIONE
4
Iniziazione cristiana
SEZIONE
SOTTOSEZIONE
1
Il giorno del Signore
II
VENITE ALLA FESTA
La domenica è il giorno del Signore risorto,
giorno di gioia, di riposo dal lavoro e di fraternità, giorno
santificato dall’Eucaristia.
SEZIONE
OSSERVARE
ORGANIZZARE
RI-VIVERE
STRUMENTI
NOTE
OSSERVARE
ORGANIZZARE
RI-VIVERE
STRUMENTI
NOTE
Al fonte battesimale è iniziato il
cammino della vita cristiana. Una
decisione che viene accolta e
confermata: la Cresima.
La vita della fede ha il culmine
nell’Eucaristia, che ci fa diventare
dono di amore, soprattutto
nell’esperienza dell’amicizia.
Il senso della domenica nella vita
dell’uomo del nostro tempo.
Il Battesimo: inizio ed esordio della vita
cristiana che tende ad acquistare la sua
pienezza in Cristo.
La vita del battezzato è una chiamata
alla crescita verso la maturità, e questo
dinamismo vitale può essere raggiunto
attraverso la Confermazione.
La crescita in Cristo trova il suo
momento culminante nella
partecipazione all’Eucaristia.
BATTESIMO: principio.
CRESIMA: prolungamento.
EUCARISTIA: culmine.
Una catechesi unitaria…
Secondo la tradizione apostolica, che
trae origine dal giorno stesso della
Risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il
Mistero pasquale ogni otto giorni, in
quello che si chiama giustamente Giorno
del Signore o domenica.
(Sacrosanctum Concilium, 106)
Aspetti storici del Giorno del Signore:
Atti 20,7: l’uso dei cristiani di radunarsi
la sera del sabato.
Didaché: Ogni domenica, giorno del
Signore…
Giustino: descrive come si svolgeva la
celebrazione eucaristica.
La Chiesa, oggi, tende a recuperare la
domenica come “giorno dell’uomo”.
Il cristiano è invitato a compiere le opere
che sono in sintonia con l’”ottavo
giorno”.
Riscoprire il valore biblico
dell’acqua che rigenera.
Ricerca biblica sui segni
sacramentali del battesimo e della
cresima.
Prendere in esame la propria
esperienza umana domenicale per
confrontarla con le autentiche
esigenze di fede: quante cose da
modificare nelle nostre abitudini!
Quante esigenze nuove da
soddisfare per la nostra fede!
Analisi di una domenica-tipo della
propria comunità parrocchiale:
come vengono realizzate le opere
della fraternità?
le opere della carità sono affidate
solo alla buona volontà?
come ci possiamo impegnare per
realizzare l’”ottavo giorno”?
Caratteristiche descrittive del
sabato ebraico:
elencare le richieste della legge
mosaica del sabato;
confrontare le richieste con il
significato religioso biblico;
evidenziare ciò che ha continuità
nella domenica cristiana.
2
La festa cristiana
SOTTOSEZIONE
3
Invitati alla cena del Signore
II
VENITE ALLA FESTA
La domenica è il giorno del Signore risorto,
giorno di gioia, di riposo dal lavoro e di fraternità, giorno santificato dall’Eucaristia.
SEZIONE
OSSERVARE
ORGANIZZARE
RI-VIVERE
Non c’è festa senza comunicazione
gioiosa di valori.
La nostra domenica cristiana
contempla la partecipazione comune
alla cena del Signore.
Qual è l’esperienza della
partecipazione alla Messa domenicale
dei nostri ragazzi?
Conosciamo i motivi sottostanti
all’esigenza della Messa da celebrare
in memoria di Gesù?
La fede cristiana non si esaurisce in un
rapporto privato tra il credente e Dio,
ma è un invito a unirsi ai fratelli di fede
per far crescere il popolo di Dio, la
Chiesa (Gv 15,1-11).
Gesù vuole che i suoi amici formino
anche la comunità visibile, riunita nel
suo nome (Mt 18,20).
Il Vangelo di Gesù può giungere agli
uomini solo come annuncio da parte di
comunità vive.
Partecipazione alla Messa domenicale:
rapporto tra valori umani e pienezza del
significato salvifico offerto da Gesù.
I ragazzi hanno l’esperienza che la
partecipazione alla Messa in
parrocchia rafforza la loro
fraternità? Oppure pensano di
“trovarsi insieme” solo perché
altrove non ci possono andare, o
perché non hanno nulla di
importante da fare, ed è sempre
meglio condividere alcuni momenti
di amicizia?
La Messa festiva comunque non è
l’unico impegno di fede. Quali sono
gli altri momenti celebrativi che di
domenica ci impegnano? In quale
direzione la nostra fede deve
esprimersi, perché la cena del
Signore non rimanga solo
un’esperienza rituale, o peggio un
obbligo di precetto che sembri
limitare la libertà?
I momenti di festa della nostra
comunità parrocchiale e la
domenica…
Confronto tra le feste religiose e le
occasioni di festa.
Per i cristiani la festa religiosa
aggiunge un di più a quella della vita.
La domenica è la festa della vita.
La festa cristiana va letta nella
continuità dei valori della vita.
Senza fede non c’è vera festa.
Attenzione sulla domenica che non è
riducibile alla sola celebrazione della
Messa.
La festa ha un significato fondamentale
dell’esistenza umana, in particolare per
quanto riguarda la sua dimensione
religiosa.
Il riposo non è solo un fatto materiale di
distacco dal lavoro settimanale ma
proclama il primato dell’uomo sull’opera
delle sue mani e della sua mente, e
progetta ed anticipa la liberazione
definitiva del mondo nuovo, anticipa la
liberazione finale del Regno.
Saper cogliere nel quotidiano i
segni della festa…
Acquistare consapevolezza che la
festa è dono di Dio a tutti.
Tutta la nostra vita può diventare
una vera liturgia.
STRUMENTI
NOTE
4
In ascolto della parola
La celebrazione della Cena
comprende una parte fondamentale
che è la proclamazione della Parola di
Dio, che suppone l’ascolto.
Qual è la situazione dei credenti
durante la proclamazione della parola
durante la Messa?
Se il Cristo quale Parola viene a noi
attraverso la proclamazione e la
meditazione della Scrittura, si manifesta
pure ai suoi amici nella predicazione e
nel magistero ecclesiale.
La Parola di Dio è viva ed efficace.
La Parola proclamata dalla Chiesa esorta
con forza e insistenza tutti i fedeli.
Sulla Parola la comunità costruisce la sua
storia.
Parola: comunicazione e ascolto.
Che cosa è messo in dialogo in
questo circolo?
Che cosa è per noi la Parola di Dio?
Perché non è sempre facile
ascoltare la Parola di Dio?
Che cosa comporta
l’atteggiamento psicologico
dell’ascolto?
Impegno: collegare la Parola
proclamata nella liturgia con il
mistero in essa celebrato.
5
Fate questo in memoria di me
SOTTOSEZIONE
6
Un solo pane, un solo corpo
II
VENITE ALLA FESTA
La domenica è il giorno del Signore risorto,
giorno di gioia, di riposo dal lavoro e di fraternità, giorno santificato dall’Eucaristia.
SEZIONE
OSSERVARE
ORGANIZZARE
Immagine della vite e dei tralci per
indicare il legame profondo che
unisce noi credenti a Cristo.
La Messa è il dono dello Spirito di
Gesù che infonde in noi il suo amore;
è la sua Parola che ci converte e
fortifica i nostri propositi; è il suo
corpo e il suo sangue, vero cibo di vita
eterna, che ci nutre lungo il
cammino…
Ma, non sempre accogliamo,
ascoltiamo, ci nutriamo…
In parrocchia ci troviamo ad essere in
tanti, tutti diversi e ciascuno con le sue
idee e le sue visioni ma, almeno in
partenza, tutti uniti dalla stessa visione
di fede.
Nel Battesimo siamo chiamati a
realizzare l’unico corpo della Chiesa e
l’Eucaristia porta a compimento questa
chiamata.
Il tempo occupato dalla Messa non è
inutile perché c’è molto da fare!
La comunione con gli uomini si realizza
se si è in comunione con Dio.
La Chiesa nell’Eucaristia si raccoglie per
disperdersi.
La seconda parte della Messa celebra
il sacrificio di Gesù.
La Messa non descrive degli
avvenimenti lontani ri-vissuti con una
certa emozione.
Gesù ordina di ripetere quel gesto in
sua memoria.
Un’antica testimonianza di Paolo (1 Cor
11,23-25), precisa che i fedeli si
riunivano in assemblea per celebrare il
rito dell’Eucaristia.
I primi cristiani designeranno le loro
assemblee eucaristiche con
l’espressione “spezzare il pane”, gesto
con il quale viene riconosciuto Gesù (Lc
24,13-35).
RI-VIVERE
Il rapporto tra il sacrificio di Gesù e
la partecipazione personale va
tradotto nella fede e nelle opere in
un legame oggettivo. L’Eucaristia e
la croce come pietre di inciampo:
anche voi volete andarvene? (Gv
6,60)
Quando Gesù comanda di ripetere
i suoi gesti e le sue parole finché
venga (1 Cor 11,26), non chiede
soltanto che ci si ricordi di lui e di
ciò che ha fatto.
Sintetizzare per la nostra
esperienza di fede il senso del
testamento di Gesù: invito a
celebrare l’Eucaristia; invito ad
essere innestati alla vite che è
Cristo; invito a realizzare il popolo
della nuova alleanza.
Celebrare l’Eucaristia è il segno più
grande di partecipazione all’amore
di Cristo; senza questa
partecipazione ogni nostro segno
di amore per l’uomo è una
illusione! L’amore non si impone!
Nella storia della Chiesa, solo a
partire dall’Eucaristia è stato
possibile realizzare le forme del
servizio all’uomo bisognoso. Anche
oggi esse hanno vitalità e durata se
sono sostenute da una fede che
affonda le sue radici nell’amore di
Cristo attinto alla sorgente
dell’Eucaristia.
STRUMENTI
NOTE
2
Lievito di speranza nel mondo
1
La Pasqua nella vita
SOTTOSEZIONE
3
Modelli di santità nella storia
della Chiesa
III
TESTIMONI DI RISURREZIONE
Lo Spirito Santo fa crescere in noi la vita nuova di Cristo e ci rende testimoni della sua risurrezione e del suo amore.
SEZIONE
OSSERVARE
ORGANIZZARE
RI-VIVERE
Ambivalenza della vita attuale: fare,
sapere, gioire insieme, paura, dubbio;
tentazione di chiusura in se stessi, o
all’isolamento. La vita umana può
sembrare agli uomini esattamente
contraria a quella indicata dal
comandamento dell’amore vicendevole.
Quali speranze si aprono agli occhi
dell’umanità, in un tempo in cui stanno
crollando tanti valori?
Di quale speranza dobbiamo essere
portatori noi cristiani?
Dobbiamo imparare a sperimentare
progressivamente il nuovo modo di vivere
esigito dall’amore fraterno, come legge
fondamentale della nostra vita di fede.
Col 3,9-15: atteggiamenti spirituali del
cristiano.
Misericordia, umiltà, pazienza, perdono.
Il credente può diventare nel mondo
lievito che fa fermentare la pasta che è
l’umanità, che aiuta a costruire la trama
del tessuto della storia.
Siamo chiamati a vivere la novità
della Pasqua insieme. Così ci
dobbiamo esercitare!
Come è possibile ogni giorno fare
attenzione alle cose minute?
Fino a quando potremo avere la
forza di impegnarci in un mondo
disimpegnato senza pretendere
che altri facciano altrettanto?
Come possiamo impegnarci non a
rifare il mondo ma ad amarlo?
Non c’è impegno se non nella forza
dell’amore, la sola energia che
veramente può cambiare il mondo!
Ricerca di nomi più familiari
possibile, magari più recenti, senza
dimenticare i santi “classici”.
I santi ufficialmente canonizzati
non sono tutti i santi della Chiesa.
Vocazione comune alla santità
come battezzati.
Non basta, per essere buono cristiani,
celebrare la Pasqua nei giorni solenni.
Il cristiano deve celebrare la Pasqua
nella vita di ogni giorno.
Che significa “fare pasqua nel
quotidiano2?
L’imitazione di Gesù nella carità ha
guidato la vita dei santi.
La Chiesa ne esalta le virtù per far
comprendere a tutti che la chiamata
alla santità non è una occasione per
qualcuno, ma deve essere un
impegno per tutti e singoli i credenti.
La vita dei santi. La storia della Chiesa
presenta un santorale che offre
esempi di luminosità cristiana non
solo nel passato, ma anche nel
presente.
La lavanda dei piedi: Gv 13,1-15.
Vi ho dato l’esempio che voi dovete
imitare. Nessuno ha un amore più
grande di questo, dare la vita per i propri
amici (Gv 15,15). Il primo e più grande
comandamento, il comandamento che
racchiude tutti gli altri. L’amore verso gli
altri ci fa passare da morte a vita (1 Gv
3,14.16).
Il termometro dell’amore è la capacità di
donarsi, in un dono efficace in sé, per
venire incontro alle necessità altrui,
senza tornaconto personale.
La riflessione catechistica deve portare i
ragazzi a cogliere i tratti più salienti di
alcuni santi (si faccia una scelta molto
diversificata per condizione).
Si arrivi a considerare lo stimolo comune
che unisce i diversi santi nell’unica
esperienza di fede e di carità, pur nella
diversità applicativa.
Nell’esperienza della carità
fraterna non raggiungiamo mai il
massimo. L’egoismo ci dice che alla
fine c’è sempre un angolo che ci
appartiene e che conserviamo solo
per noi.
Verifica della nostra vita di carità:
valori e non-valori relativi al
comandamento nuovo di Gesù.
STRUMENTI
NOTE