Schema dei capitoli del Catechismo Vi ho chiamato amici CAPITOLO TITOLO TEMA LINEE TESTO BIBLICO 1 2 3 C’è speranza nel mondo Il progetto di Dio sulla storia dell’uomo: alla scoperta di Dio come Padre. La domanda religiosa. Esperienziale-culturale: i grandi interrogativi religiosi che l’uomo si pone e le religioni tematizzano. Biblica: le grandi tappe della storia della salvezza. Venite e Gesù di Nazareth, morto e Esperienziale: vedete risorto. domanda su Gesù. “Chi è costui?” Biblica: Gesù Cristo, Figlio di Dio. il Vangelo dei catecumeni. Liturgica: Farò nuove Lo Spirito Santo e la vita tutte le cose nuova che egli introduce. la veglia pasquale, la Messa, la I sacramenti e i santi. domenica. La Pasqua, la Pentecoste, la Ecclesiale: Messa domenicale, il servizio i testimoni della santità. fraterno. Esperienziale: la Pasqua, “freschezza della vita”, metafora dell’età “primaverile” dei ragazzi. Biblica: testi di portata sacramentale. Libri della storia della salvezza. Marco Giovanni Libri della storia della salvezza. 4 Protagonisti L’amore di Dio in Gesù e Cristo. responsabili Segni di questo amore: - la vita, da vivere come dono; - l’essere uomo e donna, la corporeità, la relazione della sessualità; - l’essere creature nuove. Esperienziale: la vita, essere uomo e donna, il corpo, il sesso. Liturgica: il battesimo e la confermazione. Biblica: la storia della salvezza dalle origini a Cristo. 5 Non più servi, ma amici La condotta di chi ha incontrato Gesù. La legge morale: vivere la vita come discepoli di Gesù, cioè come amici. 6 Voi siete il mio popolo La Chiesa, ieri e oggi. Prospettiva storica, i santi, Maria. Esperienziale: Luca l’amicizia. Biblica: la vita di Gesù come esempio di vita morale. Liturgica: il sacramento della Riconciliazione. Atti degli Esperienziale: Apostoli la condizione del ragazzo nella comunità. Biblica: il cammino della Chiesa negli Atti. Ecclesiale: la realtà storica e missionaria della Chiesa. ARTICOLAZIONI DELLA PROGRAMMAZIONE – PRIMA UNITÀ C’è speranza nel mondo 1. La situazione reale dei nostri ragazzi L’età dei ragazzi è una stagione nuova e imprevedibile. Essi cercano di affermare la propria personalità con nuove amicizie ed hanno sete di valori veri e di contatti profondi. - Tutte queste novità di vita sono coscienti nei nostri ragazzi oppure hanno bisogno di essere rese più evidenti alla loro mente e al loro cuore? - Che cosa cerano i ragazzi nelle nuove amicizie? - A quali veri valori aspira la loro vita attuale? - Come sono i loro contatti attuali con le persone? - Che cosa cercano in concreto nella comunità cristiana? - Hanno coscienza che il Dio della vita è già presente in questa loro vita in crescita, ricca d’entusiasmo e speranze, ma anche segnata da trepidazioni e paure? 2. La meta da raggiungere I ragazzi saranno guidati a comprendere come l’esperienza della loro vita attuale, la ricerca religiosa degli uomini, la storia della salvezza rivelano che il Dio di Gesù cristo è dalla parte dell’uomo, vuole il suo bene fino in fondo e viene incontro a lui. 3. Gli obiettivi della programmazione CONOSCENZE: - scoprire che la vita è un dono gratuito di Dio a tutti gli uomini; dono che il credente accetta, rispetta e fa crescere, insieme agli altri, con responsabilità; - imparare che il significato più vero della ricerca di Dio, presente in ogni religione, è la scoperta di una risposta alle proprie domande più profonde: che senso ha la vita? - Apprendere che la vita, secondo il piano di Dio, è il luogo dove egli rivela il suo amore di Padre verso i figli, perché li crea (Creatore), li tiene per mano (Provvidenza), li libera (Salvatore), li raduna come popolo. ATTEGGIAMENTI DA FORMARSI: - formarsi convinzioni di rispetto verso la vita in tutte le sue forme, come la capacità di discernere in essa ciò che rivela il Dio della vita; - assumere gli atteggiamenti dell’ammirazione e della lode per il semplice ma anche profondo mistero della vita; - condannare le ambivalenze umane nei confronti di questo dono di Dio. ATTEGGIAMENTI DA ASSUMERE: - manifestare ammirazione e lode davanti al mistero della vita, perché essa “non finisce dove arriva il nostro sguardo”; - esprimere gratitudine e riconoscenza a Dio, perché al dono della vita sono legati tutti gli altri suoi doni. 4. I contenuti dell’unità Le enucleazioni dell’itinerario hanno lo scopo di proporre l’annuncio fondamentale della speranza cristiana, che sostiene il cammino ambivalente della nostra vita: Dio è amante della vita. 5. Il metodo I ragazzi devono essere messi in grado di percorrere un cammino di scoperta, attraverso una serie di passaggi: - mettere in relazione la ricerca psicologica dell’età con la ricerca propria dell’uomo di tutti i tempi, sul significato della vita; - evidenziare come in questa ricerca acquistino dei particolari significati alcuni “segni” come la testimonianza sul valore della vita di persone e comunità, la ricerca religiosa dell’uomo sul senso della vita, l’offerta della vita di Dio che viene incontro ad ogni uomo…; - favorire l’atteggiamento della riflessione e dell’ascolto sulle piste con cui il catechismo descrive il mistero della vita. 6. La verifica Verificare il cammino fatto attraverso strumenti che descrivano il raggiungimento degli obiettivi prefissati, risulta importante per non procedere senza efficacia. La verifica deve essere fatta anche attraverso l’osservazione sistematica dei comportamenti e regolarsi di conseguenza. 7. Nota metodologica Ogni incontro comprende senz’altro il parlare del catechista, l’ascolto dei ragazzi, la lettura e la spiegazione, le attività, ma si deve andare oltre per una rinnovata esperienza di fede che fa assumere alcuni atteggiamenti che portano a cambiare condotta di vita… L’incontro è un incontro-dialogo tra il catechista e i ragazzi che si articola in tre momenti: a. OSSERVARE Deve risultare evidente che in questa prima parte dell’incontro gli attori dell’incontro sono i ragazzi stimolati dal catechista. b. ORGANIZZARE In questa seconda parte l’attore principale è il catechista che dà una struttura al materiale raccolto dai ragazzi, che per questo sono interessati e coinvolti. c. RI-VIVERE In questa terza parte gli attori sono i ragazzi con il catechista, perché insieme si coinvolgono in una nuova esperienza di fede. 8. Le scelte educative e pastorali della comunità Il catechismo chiede alla comunità parrocchiale di non lasciare soli i ragazzi, ma interessarsi della loro situazione umana attuale e offrire loro, con la catechesi, anche occasioni e momenti di incontro, suscitare iniziative di servizio, incoraggiare il dialogo e l’incontro paziente nei loro ambienti di vita (famiglia, scuola, associazioni), per evitare che in questa loro età di crescita si accentui il pericolo del distacco dalla vita parrocchiale ed offrire proposte che aiutino a superare il pericolo della crisi della pratica religiosa… Alcune domande per la Comunità. • Quali risposte danno le nostre comunità parrocchiali ai ragazzi che sono alla ricerca di un senso autentico che faccia vivere in pieno la loro esistenza? • Mettersi in ascolto delle loro reali esigenze di crescita ed accoglierli così come sono. • Trattarli non come semplici “oggetti di cura”, ma soggetti attivi, valorizzandone speranze e realizzazioni. • Mettere a loro disposizione mezzi, ambienti, spazi operativi, tempo e disponibilità amorevole. E soprattutto riservare al loro cammino di fede operatori preparati. PRIMA UNITÀ C’è speranza nel mondo Pedagogicamente orientato, il catechismo, dopo aver focalizzata l’attenzione del ragazzo sulla realtà “interessante” della vita in 1 Il più grande tesoro: la vita SOTTOSEZIONE 2 Vivere è crescere I IL MISTERO DELLA VITA Crescere è un’avventura. È aprire gli occhi su un mondo che cambia, in sviluppo vertiginoso, non privo di ambiguità e paure. È scoprire il proprio mondo interiore, ricco di desideri e di attese sorprendenti. SEZIONE OSSERVARE Un’attenzione antropologica. In sintonia con la vita attuale dei ragazzi, il primo nucleo si apre con un’ampia descrizione creaturale sulla vita letta in un’ottica antropologica. La vita è un tesoro misterioso. ORGANIZZARE Un’avventura possibile. La vita è misteriosa: nonostante quello che esteriormente mostra non esaurisce tutta la realtà, molte cose ci sfuggono, non riusciamo a comprenderle nel loro evolversi. Questa catechesi comporta una riflessione sul vivere. L’ambivalenza del mistero. La vita del ragazzo è inserita in questo contesto di libertà, tanto che la libertà diventerà connotazione peculiare del suo vivere. Un mestiere rischioso. RI-VIVERE Quale strada percorrere? Ambivalenza della vita. Come i ragazzi possono difendersi da questi attacchi alla vita operati dagli uomini del nostro tempo, senza perdere la speranza? Il catechismo orienta a superare il rischio. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 1 Un’unica avventura II ALLA RICERCA DI DIO Nessun uomo è mai riuscito a decifrare tutto il mistero della vita. La ricerca di Dio, come una luce, attraversa la storia dell’uomo e indica la via per penetrare il significato dell’esistenza umana. 3 Vivere è crescere insieme La storia dell’uomo insegna, anche in maniera contrastante, che la crescita della persona non avviene nell’isolamento, ma comporta il superamento di ogni forma di individualismo perché la vita è un germe comune ed esige che si tenga conto degli altri. SEZIONE OSSERVARE I ragazzi sono sollecitati a rendersi conto che questa valenza collettiva della vita costituisce una grande possibilità umana, perché ognuno scopre di ricevere dagli altri un’immensa ricchezza. I ragazzi vanno aiutati a scoprire la realtà profonda delle cose, perché ordinariamente sfugge loro. Dentro ogni avvenimento, in tutte le cose importanti che ci toccano c’è una realtà misteriosa che ci sfugge, di cui non riusciamo a cogliere tutti i messaggi. ORGANIZZARE Assoluta priorità dei rapporti umani, che esprimono esigenze di personalizzazione: bisogno di incontro e di amicizia; esigenza degli amici; gratificazione nel rapporto cordiale e sincero; soddisfazione nella ricerca di cooperazione; scoperta della simpatia che avvicina ragazzi e ragazze… Imparare ad impostare buoni rapporti per il superamento dell’egocentrismo. Davanti a questa realtà misteriosa della vita siamo invitati con i ragazzi a “imparare a leggere negli avvenimenti con sapienza e amore”. Possiamo conoscere Dio e comunicare con Lui? La religiosità di un popolo viene vissuta ed espressa sempre con riti, feste, sacrifici alla divinità. RI-VIVERE Costruire ponti. Riconoscere e rispettare i diritti degli altri. Inchiesta sull’uomo, aprendo la Bibbia: - l’uomo immagine di Dio (Gen 1,26-31); - l’uomo custode della vita dell’universo (Gen 2,4-25) - l’uomo libero di amare Dio (Giobbe 28) I ragazzi saranno quindi invitati ad evocare qualche personale esperienza religiosa. Salmo 63. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 2 Tu ci hai fatti per te II ALLA RICERCA DI DIO Nessun uomo è mai riuscito a decifrare tutto il mistero della vita. La ricerca di Dio, come una luce, attraversa la storia dell’uomo e indica la via per penetrare il significato dell’esistenza umana. SEZIONE OSSERVARE Analizzando le varie espressioni della religiosità umana, ci rendiamo conto che “la storia delle religioni è la storia degli uomini che in ogni tempo si mettono alla ricerca di Dio”. Fermiamoci brevemente ad analizzare anche i desideri del nostro cuore. ORGANIZZARE Ogni uomo avverte dentro di sé questa forza misteriosa che lo spinge a cercare il senso misterioso della vita. Sant’Agostino: Tu ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te. Il segreto della vita, dunque, è legato a Dio. Per quanti sforzi l’uomo possa compiere, per tentare di arrivare all’origine del mistero, per quanti impegni la ricerca scientifica possa profondere nello scandagliare il mistero profondo della vita, noi sappiamo che non potrà mai rispondere alla domanda del “perché la vita”. RI-VIVERE Se i ragazzi hanno compiuto bene l’analisi sulla pista tracciata, e se il catechista ha organizzato adeguatamente le fasi della ricerca religiosa sul senso della vita, sarà più facile rinsaldare alcuni atteggiamenti nei confronti della “nostalgia” di Dio. La nostra vita può invecchiare in questa ricerca. Una testimonianza: una preghiera della religione di Zoroastro. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 3 Il nostro cuore è inquieto II ALLA RICERCA DI DIO Nessun uomo è mai riuscito a decifrare tutto il mistero della vita. La ricerca di Dio, come una luce, attraversa la storia dell’uomo e indica la via per penetrare il significato dell’esistenza umana. SEZIONE OSSERVARE La testimonianza di Sant’Agostino è emblematica ed esprime in qualche modo la situazione di vita di ogni persona. Uno dei modi per soffocare questa ricerca è di sostituirla, nella vita quotidiana, con un attaccamento smodato al denaro e al potere. Un altro modo per offuscare in pratica il senso della ricerca di verità è il concedere un credito assoluto al potere smisurato che oggi ha conseguito la scienza e la tecnica… E c’è ancora un altro modo di sostituire Dio: credere che alcuni traguardi come la “giustizia sociale” e la “pace” sono valori da poter realizzare senza Dio, semplicemente attraverso l’azione e la lotta politica. ORGANIZZARE L’esperienza dimostra che esiste una realtà incontrastabile: Dio parla nella coscienza di ogni uomo. Il male può essere una delle cause dell’ateismo e della indifferenza religiosa. Un’altra interferenza è quella di attribuire indebitamente i caratteri propri di Dio a qualche valore umano, così che questo prende il posto di Dio. Anche il comportamento negativo dei cristiani può provocare le suddette interferenze. RI-VIVERE La fede in Dio dà senso pieno alla vita ed è fondamento della giustizia e della pace. La Chiesa crede che il riconoscimento di Dio non si oppone alla dignità dell’uomo. Una riflessione specifica sulla dimensione sociale della pace e della guerra, con un’attenzione anche al loro vissuto quotidiano. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 1 Il Dio che si rivela III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti. SEZIONE OSSERVARE L’uomo non può vivere senza l’appassionata ricerca di una piena felicità che solo Dio può dare. La ricerca religiosa sul senso della vita, in fondo, non è che ricerca di qualcosa che possa soddisfare il suo cuore. I ragazzi sono invitati a identificarsi nella storia del popolo eletto soprattutto in alcune dimensioni parallele alla propria vita in crescita. ORGANIZZARE Secondo l’insegnamento biblico, il popolo d’Israele ritiene che la storia della sua fede religiosa abbia inizio con Abramo. A lui si attribuisce la prima scoperta del Dio Unico: Abramo cioè è il primo uomo a cui dio si è fatto conoscere nel suo vero aspetto. Queste narrazioni che hanno inizio con Gen 12, presentano il rapporto Dio-uomo secondo uno schema vocazionale: Dio parla e l’uomo risponde (Gen 22). Dio, rivelandosi all’uomo nella sua identità di un Dio unico e trascendente, lo spinge in avanti, a cercare la sua vera finalità. Con l’intervento di Dio nella sua storia, dunque, Israele vuol far sapere a tutta l’umanità a quale incontro definitivo porti il cammino religioso dell’uomo. RI-VIVERE Il testo di Deuteronomio 26,510 fa conoscere ai ragazzi ciò che fece Dio per il popolo schiavo. Anche il ragazzo è un po’ come Abramo, che deve lasciare la sicurezza della dipendenza infantile ed assumere la responsabilità delle scelte che lo porteranno ad essere un cristiano adulto… STRUMENTI NOTE I membri del popolo ebraico amano chiamarsi “figli di Israele” (forse altro nome di Giacobbe, discendente di Abramo), dal nome del patriarca che sarebbe disceso in Egitto con la sua tribù, in occasione di una carestia. Israele perciò è un popolo che concepisce ed interpreta l’uscita dall’Egitto come la sua liberazione dalla schiavitù del Re-Faraone, resa possibile dalla protezione tutta particolare del suo Dio. SOTTOSEZIONE 2 Tu sei il Liberatore III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti. SEZIONE OSSERVARE L’esperienza di quella “liberazione” è stata determinante per un popolo che in essa trova in seguito la sua specifica identità politica e religiosa. Attraverso la celebrazione della festa il popolo ricorda i grandi fatti straordinari con cui Dio si è fatto presente. L’esperienza storica e religiosa del popolo eletto ha trasformato le tradizionali celebrazioni primaverili della natura rinata, in festa di liberazione del popolo da parte di Dio. ORGANIZZARE Dio svela i lineamenti del suo volto man mano che i fatti della storia consentono l’accoglimento positivo di queste nuove rivelazioni. L’uscita dalla terra d’Egitto ed i prodigi che l’accompagnarono rimangono, per la memoria ebraica, l’epopea fondatrice del popolo di Israele. Tanto nelle sue relazioni con Abramo, che nella impresa della liberazione dall’Egitto, è Dio a prendere l’iniziativa. RI-VIVERE Dio vuole liberare il suo popolo dalla schiavitù guidandolo verso la libertà, perché Dio è il creatore amante della vita, liberatore, Padre di tutti gli uomini. Libertà, secondo la legge di Dio, significa scelta della vita. Il racconto dell’alleanza di Deuteronomio 30,19-20 come obbligo a scegliere la via della vita. Dio è il Dio della vita che libera l’uomo da ogni oppressione, compresa quella finale della morte. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 3 Tu sei il Dio fedele III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti. SEZIONE OSSERVARE I fatti dell’esodo dimostrano che nel rapporto di amicizia tra Dio ed il suo popolo la fedeltà appartiene a Dio, il tradimento spesso al popolo. Che significa fedeltà oggi? ORGANIZZARE Il catechismo afferma: Mai Dio abbandonò il suo popolo: un patto d’amore, un’alleanza lo legava a lui per sempre. La Bibbia usa molte immagini per esprimere questo rapporto di Dio con il popolo d’Israele: il Signore è il suo alleato, l’amico, lo sposo, il padre… L’alleanza significa sempre un dono di Dio, il quale benevolmente prende su di sé la parte dell’uomo. La Bibbia conosce e descrive diverse alleanze: con Abramo, Genesi 15-17; con Mosè, Esodo 19-24. Questo vincolo tra Dio e l’uomo viene celebrato liturgicamente, e in diversi modi vengono codificati per iscritto, anche in brevi formule liturgiche (Esodo 20,117). RI-VIVERE Dio è l’amico fedele, che mi conosce e mi ama e vuole essere riconosciuto da me. Il suo amore non viene mai meno. Caratteristiche principali della fedeltà: Esodo 19,3-6. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 4 Tu ci tieni per mano III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti. SEZIONE OSSERVARE È caratteristica la storia dell’alleanza raccontata dalla Bibbia attraverso la vita del popolo eletto. La storia dell’alleanza descrive anche la reazione di Dio al tradimento del popolo eletto. ORGANIZZARE La Bibbia testimonia da un lato la fedeltà di Dio e dall’altro il comportamento ambivalente del popolo, che spesso dimentica il patto. Ribellione: Numeri 11. Idolatria: Deuteronomio 4. Invito alla fedeltà: Deuteronomio 5-7. Dio educa il suo popolo, accompagnandolo verso la terra promessa. Nei secoli successivi Israele raggiunge una stabilità civile ed una potenza politica con i Regni di Giuda e di Samaria . In questa situazione di precarietà risuona la predicazione dei grandi profeti, che si dimostrano prima di tutto uomini di intensa vita spirituale e fedeli all’alleanza, prima che educatori del popolo. Amos 5,11-12 Amos 6,3-8 Osea 1-2 Osea 11,8-9 RI-VIVERE Dio è grande per la sua misericordia. Osea: Dio visto come un Padre benevolo, paziente e misericordioso verso il figlio che si allontana da lui. La parabola del figliol prodigo. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 5 Tu ci raduni da tutti i popoli III - A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO Inizia un breve racconto biblico a tappe sintetiche che offre le modalità storiche dell’incontro con l’uomo del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Un racconto (“discendente”) della rivelazione di Dio all’uomo, parallelo a quello (“ascendente”) della storia religiosa dell’umanità. Vuole dimostrare che Dio non è estraneo alla ricerca dell’uomo. Per primo gli viene incontro e a tutti offre un futuro di libertà. I cristiani sanno che questi interventi concreti di Dio narrati nella storia del popolo eletto sono anche il tipo di interpretazione di tutta la storia dell’umanità. Il catechismo, in questa terza sezione del primo capitolo, riprende dalla Bibbia e offre in sintesi i nuclei più salienti. SEZIONE OSSERVARE Questo incontro rivela un altro aspetto della fedeltà di Dio che emerge dal patto di alleanza: nelle vicende storiche d’Israele si può cogliere il valore universale del suo piano; cioè la sua alleanza vale per tutti gli uomini. Il ragazzo è proteso, nella sua esperienza attuale, a scoprire gli elementi di un progetto di vita da realizzare, nonostante limiti e difficoltà. ORGANIZZARE Dio non si lascia scoraggiare né dai peccati degli uomini, né dai tradimenti dei popoli. Gli uomini del mondo intero, insieme ad Israele, renderanno il vero culto al Dio dell’universo: Isaia 55-56. La voce di speranza e di consolazione dei profeti nei momenti di angoscia: Ezechiele 33,11. Chi pratica la sapienza biblica agisce secondo la giustizia ed acquista la salvezza in vista della sua fedeltà a Dio. Dio mantiene le sue promesse: manderà il suo Messia ad inaugurare per tutti gli uomini una alleanza eterna. RI-VIVERE Il regno di Dio comporta l’inserimento nel suo popolo. Il pastore dell’unico gregge: Salmo 22. Il pastore che mira a radunare gli uomini in un solo ovile, che si cura soprattutto di quelle bisognose: Ezechiele 33,1113.15-16. La parabola della pecorella smarrita (Matteo 18,12-14) e del buon pastore (Giovanni 10,11-18). STRUMENTI NOTE Il capitolo è iniziato con il lancio ottimistico di un messaggio: c’è speranza nel mondo. termina con una certezza: la speranza poggia sul fatto che Dio è con noi. Tutto l’itinerario si svolge tra questi due poli e ai ragazzi deve apparire evidente. In realtà, tutta la storia della salvezza, come la vita di ogni credente, si realizza tra questa promessa e questa certezza. SOTTOSEZIONE 6 Tu sei il Dio con noi SEZIONE OSSERVARE Analizzando la storia del popolo eletto, scopriamo che dall’epoca dell’esilio perde la sua indipendenza, e non la riacquista più. Questa situazione induce a pensare che Dio non è più fedele alle promesse dell’alleanza. Sappiamo che anche la vita dei ragazzi attualmente si realizza in una fase di transizione tra una speranza su cui si poggiano le loro promesse della crescita verso la maturità cristiana e le inquietudini della preadolescenza che provoca reazioni, soste, disagi, scommesse! ORGANIZZARE La situazione di dipendenza straniera, per gli sconvolgimenti che provoca nel popolo, non favorisce molto la riflessione dei sapienti d’Israele in patria. Si sviluppa una letteratura “apocalittica”, che attraverso immagini di lotte tra Dio e il male, proietta la speranza verso il cielo, non più verso la terra. Daniele Isaia 24-27 Zaccaria 9-11 Scopo è quello di consolare il popolo perseguitato, ad avere fiducia. L’Apocalisse di Giovanni. Dal tempo di Abramo, fino al tempo apocalittico, passando dall’esodo e i profeti, Dio si rivela sempre come colui che viene a salvare. Gesù realizzerà pienamente questo progetto di Dio: Marco 11,9.; tutta la storia della salvezza ha uno sbocco naturale nel Messia. RI-VIVERE Un mistero così grandioso si realizza in una situazione di umiltà straordinaria. Non è in potere dell’uomo conoscere Dio, se non è lui stesso che lo rivela. Matteo 1,18-21: la realizzazione di questa grande promessa. STRUMENTI NOTE ARTICOLAZIONI DELLA PROGRAMMAZIONE – SECONDA UNITÀ Venite e vedete 9. La situazione reale dei nostri ragazzi Ai ragazzi tante esperienze di vita cristiana della loro fanciullezza possono apparire come mode del passato, o un abito troppo stretto da rifiutare. Vi sono stagioni della vita in cui è più forte la tentazione di rinchiudersi in se stessi e scegliere da soli… - I nostri ragazzi che grado di conoscenza hanno di Gesù Cristo, che tipo di confidenza hanno con lui? - La loro esperienza cristiana è ancora “infantile” oppure hanno fatto un cammino di personalizzazione nella scoperta di Gesù? - Sono aperti all’incontro con gli altri e sono disponibili ad un incontro più intimo di amicizia con Cristo? - Hanno confidenza negli adulti loro attuali educatori; oppure hanno già tagliato i ponti e si comportano come se fossero da soli a scegliere il futuro della loro vita di fede? 10. La meta da raggiungere Attraverso l’accostamento al Vangelo secondo Marco, i ragazzi saranno guidati a fare un’esperienza più personale di Gesù di Nazareth, che appare come la buona notizia che dà senso alle nostre giornate e ai nostri perchè. 11. Gli obiettivi della programmazione CONOSCENZE: - conoscere la figura di Gesù con i tratti più caratteristici della sua personalità così come appaiono dal Vangelo secondo Marco; - saper accostare il Vangelo usandolo per la ricerca con abilità personale; - imparare il significato delle sue parole più importanti, dei suoi gesti più significativi, della sua morte e risurrezione. ATTEGGIAMENTI DA FORMARSI: - entrare in dialogo con Cristo per favorire l’incontro personale con lui e il suo Vangelo; - cogliere il fascino della sua parola e della sua umanità; ATTEGGIAMENTI DA ASSUMERE: - riconoscere nella fede Gesù come Figlio di Dio; - identificare nella vita il Risorto, che è pienezza di vita; - plasmare i tratti della propria identità attraverso una rinnovata scoperta della persona e del mistero di Gesù: il fascino della sua parola e della sua umanità. 12. I contenuti dell’unità Nel Vangelo secondo Marco, aperto in comunità, si rivela che Gesù è per tutti lieta notizia: colui che ha qualcosa da dire anche all’uomo del nostro tempo; colui che dà senso alle loro giornate e risposta ai loro perché più profondi. 13. Il metodo Il catechismo afferma l’importanza della “traditio evangelii” ai ragazzi, cioè la comunità consegna loro il Vangelo di Gesù che suscita adesione, e spinge alla riespressione della fede, attraverso questi passaggi: - abilitare i ragazzi all’uso del Vangelo, per facilitare il compito della ricerca; - suscitare assenso e riespressione della fede leggendo il testo senza ricette prefabbricate; - è necessario creare il clima dell’ascolto interiore; - stimolare il dialogo con prese di posizione sui punti qualificanti che stabiliscono il rapporto discepoli-maestro, per coglierne disponibilità e risonanze spirituali. 14. La verifica Verificare gli atteggiamenti fondamentali che i ragazzi assumeranno, immedesimandosi nell’itinerario di ricerca dei discepoli nei confronti del maestro. L’osservazione deve mirare a verificare gli atteggiamenti della fede dei discepoli: incontro; sequela; scoperta; domanda; accettazione; dono e adesione. 15. Nota metodologica Ogni incontro comprende senz’altro il parlare del catechista, l’ascolto dei ragazzi, la lettura e la spiegazione, le attività, ma si deve andare oltre per una rinnovata esperienza di fede che fa assumere alcuni atteggiamenti che portano a cambiare condotta di vita… L’incontro è un incontro-dialogo tra il catechista e i ragazzi che si articola in tre momenti: d. OSSERVARE Deve risultare evidente che in questa prima parte dell’incontro gli attori dell’incontro sono i ragazzi stimolati dal catechista. e. ORGANIZZARE In questa seconda parte l’attore principale è il catechista che dà una struttura al materiale raccolto dai ragazzi, che per questo sono interessati e coinvolti. f. RI-VIVERE In questa terza parte gli attori sono i ragazzi con il catechista, perché insieme si coinvolgono in una nuova esperienza di fede. 16. Le scelte educative e pastorali della comunità La comunità cristiana deve essere attenta ad accogliere le difficoltà e le nuove esigenze dei ragazzi. I catechisti e gli educatori hanno il compito di diventare vangelo vivo ed aprire la strada a chi ha paura di traguardi più alti. Nella vita della comunità i ragazzi devono trovare la possibilità di realizzare la propria vocazione cristiana sentendosi come a casa propria, in un gruppo di amici. Il gruppo di catechismo perciò si dovrà trasformare in gruppo di amicizia. Qui però non è sufficiente fermarsi all’amicizia. L’amicizia di Cristo si fonda su una dedizione totale: amore che non conosce limiti ed impegno per tutta la vita. Proposte pastorali per la Comunità. • La comunità cristiana offra ai ragazzi molte possibilità di aggregazione in parrocchia, perché possano fare amicizia attorno a interessi vari, oltre alla catechesi. • La vita di gruppo coinvolga i ragazzi nelle diverse esperienze della pastorale ecclesiale: diaconia, liturgia, missione... • La comunità cristiana diventi luogo di comunione dei ragazzi, attraverso l’esperienza qualitativa di rapporti riusciti con adulti significativi... • Si offra ai ragazzi possibilità di crescita attraverso attività ricreative, culturali, caritative, missionarie, liturgiche... NOTA DIDATTICA SUL VANGELO SECONDO MARCO (vedi pp. 67-68 della Guida) SECONDA UNITÀ - Venite e vedete 2 Maestro, dove abiti? Il catechismo presenta l’episodio narrato dal Vangelo secondo Giovanni che fonda il significato del discepolato: alla chiamata di Gesù segue la risposta del discepolo. 1 Incontrare oggi Gesù SOTTOSEZIONE 3 In ascolto di testimoni Il testimone è colui che avverte il bisogno di comunicare agli altri l’esperienza dell’amicizia con Gesù, perché sa che è un bene che devono avere tutti gli uomini, se vogliono trovare la risposta alle loro domande sulla vita. I L’INCONTRO CON GESÙ DI NAZARETH Come incontrare oggi Gesù? Come conoscerlo? Comunità vive, testimoni che lo hanno incontrato parlano di Gesù di Nazareth. Possiamo incontrarlo anche oggi, stupirci di lui? Lasciamoci condurre per mano leggendo il Vangelo secondo Marco. SEZIONE OSSERVARE ORGANIZZARE RI-VIVERE Il primo incontro con una persona può suscitare curiosità e interesse. Per realizzare un incontro vero non sono sufficienti questi atteggiamenti. La vera amicizia comporta l’accettazione totale dell’amico, il condividere le stesse esperienze, il vivere su una stessa lunghezza d’onda, il farvi riferimento nei momenti di difficoltà. Gv 1,35-51. Che cosa cercate, che cosa volete? Il brano citato narra la storia della vocazione dei discepoli. Testimonianze: Giovanni il Battista e Natanaele. I ragazzi saranno guidati ad evocare i loro primi incontri con il Signore. Una buona notizia non siamo capaci di tenerla nascosta. Così gli apostoli: l’incontro con Cristo li ha trasformati dentro ed hanno bisogno di “testimoniarlo”. L’inizio della testimonianza di fede di Gesù non rimane circoscritta. Gli Atti degli Apostoli attestano che sorgono nuove comunità che si estendono e si moltiplicano. Si possono evocare le città ricordate dalle lettere di Paolo. Le testimonianze della diffusione del Vangelo. At 10,34-43: Pietro in casa di Cornelio. 1 Gv 1,1-4: Giovanni ai fedeli dell’Asia. At 9,1-18: testimonianza di Saulo che incontra Gesù. In che senso anche noi che abbiamo ricevuto questa lieta notizia, possiamo fare di nuovo questa esperienza di incontro con il Signore Gesù? La buona notizia dell’incontro con Cristo ha origine nella notte di Natale. Piccola ricerca che conferma il significato dell’incontro nei testimoni, e come l’incontro cambia radicalmente il loro cuore. Che significa incontrare Gesù oggi? Come, dove incontrarlo? Che cosa conosciamo di Cristo? Possiamo rinnovare l’esperienza vissuta dai primi discepoli. Imparare a conoscerlo: i volti del Cristo. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 4 La buona notizia a più voci I quattro Vangeli sono come le voci di un solo coro che canta la vicenda di Gesù. Con voci diverse essi presentano l’immagine di un solo volto, di una sola persona.. SEZIONE OSSERVARE Di nessun altro personaggio storico mai è stato scritto tanto e con voci pressoché unanimi. Perché? I Vangeli nascono da una storia. Sappiamo dire le caratteristiche più importanti degli scritti dei quattro evangelisti? ORGANIZZARE Sarà bene predisporre una scheda di ogni evangelista con le notizie della persona e del tempo in cui ha scritto il Vangelo. RI-VIVERE Visione di sintesi dei messaggi scoperti nei quattro Vangeli. Dei Verbum. STRUMENTI NOTE 1 Solidale con noi fino in fondo II CHI È COSTUI? CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne suscitano: Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste provocatorie domande, il catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo secondo Marco. Per quale motivo la Chiesa ci ha consegnato il Vangelo? Precisiamo poi il termine “solidarietà” e chiediamo ai ragazzi di individuare in che cosa Gesù è stato solidale con l’uomo, egli , uomo immerso nella nostra storia. Invitiamo i ragazzi ad immedesimarsi nell’esperienza d’incontro di quei discepoli che seguono Gesù dal momento del suo battesimo nel fiume Giordano, fino al giorno dell’arresto in Gerusalemme, alla morte e alla risurrezione. Marco indica una condizione preliminare: è necessario preparare la strada. Ecco come Marco presenta Gesù: Mc 1,9-13: Gesù si avvicina a Giovanni al fiume Giordano e gli riconosce apertamente le credenziali profetiche; si mette anzi nella fila dei suoi seguaci e riceve il battesimo dalle sue mani. Gesù mostra di condividere la condizione dei peccatori ed egli stesso “si fa peccato”, ma subito scende dal cielo una voce divina che lo dichiara innocente. L’evangelista presenta Gesù nel deserto, subito dopo il battesimo, dove viene sottoposto alla prova delle tentazioni: viene invitato a percorrere una strada diversa da quella indicata da Dio Padre. Per l’evangelista Marco, il “deserto” è un luogo simbolico, denso di significati, nel quale nulla separa Gesù da Dio. Il deserto è anche il luogo della tentazione. Il clima che avvolgeva la predicazione penitenziale di Giovanni il Battista era quello di un’attesa spasmodica del Messia promesso. Come collocare questa attesa nel clima del nostro tempo: quali sono le attese della nostra gente e dei nostri ragazzi? Quale Messia anche noi aspettiamo oggi? Una piccola ricerca in due direzioni: - sulla figura dell’evangelista Marco; - sulla figura del Messia. A proposito della figura del Messia Liberatore, è necessario orientare i ragazzi a capire i motivi per cui Gesù non vuole apparire subito quello che la gente aspettava e fa di tutto per nasconderlo. SOTTOSEZIONE 2 Una giornata con Gesù II CHI È COSTUI? CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne suscitano: Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste provocatorie domande, il catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo secondo Marco. SEZIONE OSSERVARE Andiamo ora alla scoperta del rapporto che Gesù instaura con la gente del suo popolo, del modo come si immedesima nei suoi problemi e nelle sue preoccupazioni quotidiane, del suo desiderio di venire incontro a tutti, aiutandoli nella ricerca delle soluzioni ai loro problemi di vita… Gesù sa stare in mezzo alla gente. Le cose che dice e le azioni che compie sono inaudite per la loro straordinarietà. La gente rimane sbalordita e si chiede che cosa significhino e da dove provengano e il suo messaggio affascinante e le sue potenti azioni liberatorie… ORGANIZZARE Una giornata-tipo di Gesù, secondo lo schema del Vangelo: Mc 1,21-39 Reazioni della gente alle parole e alle opere di Gesù. Aspettano un Messia e si trovano davanti uno che opera come di certo farà il Messia. Non sarà per caso proprio lui, l’inviato di Dio? Nessuno davanti a lui rimane indifferente; bisogna schierarsi e prendere posizione, perché la sua è una profonda provocazione. Questa reazione davanti a Gesù si è sempre verificata nella storia. Atteggiamento di Gesù: egli viene a liberare l’uomo dal peccato ma anche da male fisico. Dio vuole il benessere totale dell’uomo. Gesù fugge e va nel deserto a pregare. Oggi il Cristo non è solo della Chiesa e questa non è tutto il regno di Dio. Figura di qualche personaggio attuale che, pur non essendo cristiano, realizza nella vita alcuni valori proposti dal Signore. RI-VIVERE Aiutiamo i ragazzi a rivivere, immedesimandosi in esse, queste numerose e concrete occasioni di incontro della giornata di Gesù nella città di Cafarnao, mettendone in evidenza reazioni e interpretazioni. Rapporti tra cristiani e Parola di Dio: come può crescere la fede del cristiano senza un riferimento costante e approfondito con le varie espressioni della Parola di Dio che gli viene rivolta? Come si comportano i ragazzi durante l’omelia? Quale sensibilità hanno a proposito del catechismo? Quale reazioni hanno verso l’insegnamento della religione nella scuola? Piccola esercitazione di fede durante l’incontro di catechismo: far leggere un brano del Vangelo e lasciare un tempo per la meditazione e la risposta personale con reazioni, riflessioni, eventuali intenzioni spontanee di preghiera… STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 3 Chi ha mai parlato come lui? La prima cosa che Gesù annuncia con la sua parola è la realtà del regno di Dio, una realtà nuova e misteriosa; usa anche un linguaggio nuovo perché possano comprenderne il messaggio. II CHI È COSTUI? CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne suscitano: Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste provocatorie domande, il catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo secondo Marco. SEZIONE OSSERVARE Si annuncia il regno ma non si dice che cosa è. Si afferma perciò che il regno è prima di tutto proclamato con la parola. Parlare è sempre comunicare un messaggio, ma non è sempre facile riuscire a far comprendere il messaggio che si vuol comunicare. Gesù vuole entrare in sintonia con i suoi ascoltatori, perché gli preme comunicare il messaggio del regno; inventa perciò un linguaggio nuovo, apparentemente semplice e comunicativo, quello delle parabole. La proclamazione del regno non avviene in una forma trionfalistica, ma nel pieno rispetto della libertà umana e senza tutta quella battaglia propagandistica che sognavano molti dei contemporanei di Gesù, a proposito del Messia. ORGANIZZARE Tutta la predicazione di Gesù, dall’inizio alla fine, è stata centrata sulla buona novella del regno. Il Vangelo parla un linguaggio popolare. Il regno è di tutti, e riguarda la speranza umana perché deve ancora venire. Ma non sarà un’attesa inutile, perché lo possiamo scorgere giù presente, come in anticipo. È alla nostra portata e alle nostre porte. È in mezzo a noi e si esprime con molteplici segni. Diventa urgente però decidersi per esso. È una decisione che dipende dall’interiorità di ciascuno, implica un nuovo atteggiamento, una conversione radicale. Tuttavia la predicazione di Gesù non indica il regno come un luogo, ma come un’azione a favore degli uomini. La comunità cristiana può consolarsi nella speranza di crescita del seme gettato da Gesù. È tuttavia solo un inizio. Le altre fasi si succederanno lungo la storia umana; ma il suo atto finale è rigorosamente escatologico e si realizzerà alla fine dei tempi, alla seconda venuta di Gesù Cristo. Parabole del Regno. RI-VIVERE La parola di Gesù non lascia indifferenti i suoi ascoltatori. La sua provocazione costringe a domandarsi: che cosa significa per me questo messaggio? I ragazzi possono immedesimarsi in una delle categorie seguenti: - gli ascoltatori entusiasti; - quelli che hanno risposto; quelli che sono rimasti indifferenti; - quelli che non hanno accettato l’inizio del regno e addirittura hanno combattuto Gesù. STRUMENTI NOTE 4 Mai visto nulla di simile Come reazione a ciò che dice e fa Gesù, la gente si esprime acclamandolo entusiasticamente “profeta potente in parole ed in opere” Di chi si è potuto dire altrettanto? SOTTOSEZIONE 5 È venuto per tutti Gli Ebrei si ritenevano l’unico popolo erede della promessa salvifica e non comprendevano la portata universale della missione del Messia. II CHI È COSTUI? CIò che Gesù ha fatto e le parole che ha detto sono risposta ai nostri interrogativi ed altri ne suscitano: Chi è costui? Che cosa propone? Che cosa vuole da noi? A partire da queste provocatorie domande, il catechismo invita a percorrere il cammino del discepolo alla scoperta dell’identità del maestro, seguendo il Vangelo secondo Marco. SEZIONE OSSERVARE La gente scopre che le parole di Gesù non sono solo nuove e sorprendenti, ma conquistano profondamente il cuore perché “realizzano ciò che significano”. La personalità di Gesù però era difficile da interpretare nella sua vera luce; ecco perché divide l’opinione. I discepoli stessi sono sconcertati. Gesù manifesta una costante sollecitazione in ogni sua azione. La guarigione dei malati si colloca tra i segni immediati e più evidenti dell’avvento del regno messianico a favore dell’uomo. L’evangelista descrive alcuni comportamenti di Gesù, contrari alle tradizioni ebraiche. Clima politico dei “gruppi e partiti” di quel tempo. Anche in seno alle comunità cristiane ci possono essere tante visioni diverse… Eppure il progetto di Dio, pur rivolgendosi a tutta l’umanità, attraverso la scelta di un popolo, non ammette preferenze, perché se Egli è un padre non può considerare gli uomini se non bisognosi tutti del suo amore. ORGANIZZARE Le opere di Gesù sono a favore dell’uomo e rivelano che egli è più forte del male. Le potenti opere di Cristo richiamano la Parola di Dio che ha creato il mondo, e quindi mettono Gesù sullo stesso piano di Dio. Le guarigioni narrate da Marco dimostrano il potere diretto di Gesù su ogni esperienza di malattia, senza ricorrere a riti magici o a forme di esorcismo… Racconti di guarigioni e loro significato: Mc 1,23-27 Mc 1,40-41 Mc 2,11-12 Mc 4,39-41 Mc 5,21-24.35-43 L’atteggiamento di Gesù rivela che pur rivolgendosi a tutti gli uomini portando l’amore di Dio, esprime delle preferenze, non come pensavano gli Ebrei, ma nella dimensione di un amore che è rivolto prima di tutto verso chi ne ha più bisogn. Chiamata di Levi-Matteo e controversia che ne segue. Gesù non fa preferenza di persone; anzi capovolge la preferenza degli scribi-farisei. La sua chiamata opera la trasformazione profonda del cuore. Che cosa è il regno di Dio annunciato? RI-VIVERE Davanti a queste opere raccontate dal Vangelo i nostri ragazzi potranno domandarsi perché certi miracoli oggi non si ripetono! Per quale motivo le nostre opere di credenti sono così fragili? Per comprendere la modalità di rapporto di Gesù verso di noi: non siamo anche noi “poveri”, “prigionieri”, “afflitti”? I gruppi e i partiti ai tempi di Gesù: verifica delle divisioni presenti nella nostra comunità Episodio della Maddalena che lava i piedi di Gesù con le lacrime. STRUMENTI NOTE 1 Pareri contrastanti SOTTOSEZIONE III GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede. Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita. SEZIONE OSSERVARE La nostra esperienza umana ci dice che su ogni aspetto della vita ci possono essere pareri diversi e spesso anche contrastanti tra di loro. Così anche le parole e le opere di Gesù non venivano lette tutte allo stesso modo. Proprio perché sembravano parole e opere molto diverse da quelle di altri profeti, quelle di Gesù creavano reazioni molto contrastanti. Le reazioni sono perciò diverse. L’evangelista Marco mette in evidenza che l’opposizione degli avversari registra episodi che si fanno sempre più gravi, man mano che la vita di Gesù si avvicina alla rivelazione piena della sua identità di Figlio di Dio. ORGANIZZARE Gli episodi che descrivono le reazioni alle parole e alle opere di Gesù: - Mc 2,1-3,6: contrasto sulla Legge; - Mc 3,21-22: contrasto con l’autorità religiosa; - Mc 5,1-20: contrasto con il popolo; - Mc 6,14-16: contrasto con l’autorità politica; - Mc 6,1-6: contrasto con i suoi! RI-VIVERE Anche oggi su Gesù Cristo si danno pareri contrastanti. Che ne pensa la gente? E noi, che posizione prendiamo davanti a Gesù? STRUMENTI NOTE 2 Parole sconvolgenti La fede in Gesù richiede un rapporto personale. Gesù provoca i suoi discepoli ad una precisa presa di posizione in questo dialogo a due. Il discepolo deve rispondere con chiarezza alla domanda: Chi è per me Gesù di Nazareth? Davanti alle attese ebraiche del Messia, la gente ha opinioni personali in base alle quali reagisce alle provocazioni di Gesù. Il Vangelo secondo Marco riporta le diverse reazioni alla predicazione di Gesù; reazioni che vanno dall’adesione più piena all’inimicizia più aggressiva. Si sottolinea l’entusiastica confessione dell’apostolo Pietro, ma Gesù vuole evitare ogni possibile inganno e si avvia a Gerusalemme facendo comprendere che la sua è una messianicità che si realizza con l’accettazione della croce: questo sarà lo spartiacque per la sequela di Gesù. La visione di Gesù è del tutto contraria alla visione di oggi, tutta centrata sul potere che offre prospettive di dominio. Mc 8,27-30: è il testo principale nella teologia dell’evangelista. È la vera cristologia, ovvero la comprensione piena dell’identità di Gesù contro ogni equivoco, contro interpretazioni divergenti quali quelle spiritualistiche e quelle politiche. La risposta di Pietro è estremamente decisa. Gesù vuole scandagliare in profondità la confessione di Pietro per evitare una sua interpretazione trionfalistica del Messia. Per questo parla di accettazione della croce. La vita di Gesù assume da questo momento una direzione precisa. Chi potrà veramente comprendere il mistero della persona di Gesù? Che significa perdere la propria vita per guadagnarla? Prendere la croce; perdere la vita: che cosa significa? I ragazzi potranno confrontare le loro risposte con quelle di Pietro e di Gesù. A quale vita aspirano? Se la croce è stata per Gesù un misero fallimento del suo progetto, perché ancora oggi noi ci interroghiamo sulla sua identità? Gesù è un amico esigente! SOTTOSEZIONE 3 Per noi, verso la croce Il tempo della condanna a morte di Gesù è quello relativo alle grandi celebrazioni annuali della festa di Pasqua, quando il popolo ebraico ricordava la liberazione dalla schiavitù d’Egitto e l’alleanza con il Signore. III GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede. Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita. SEZIONE OSSERVARE La città di Gerusalemme è tutta immersa nel clima della rituale festa di pasqua. I ragazzi possono evocare il clima della festa di loro esperienze particolari e descriverne le implicanze; sia quelle che rivelano i grandi valori umani, che quelle di valore religioso. La pasqua ebraica. In ogni comunità cristiana, Pasqua è la festa più solenne perché in essa si ricorda e si rende attuale il mistero della morte e della risurrezione di Cristo, attraverso cui Dio ha stabilito con l’umanità l’ultima e definitiva alleanza. I ragazzi possono evocare tutte le tradizioni familiari e sociali legate all’evento pasquale e celebrate con tante espressive modalità in ogni comunità ecclesiale e civile. ORGANIZZARE Anche Gesù, arrivato a Gerusalemme per portare a compimento la sua missione di Messia, come ogni pio israelita, vuole consumare la cena pasquale con i suoi amici, gli apostoli. L’ultima cena. È evidente, dalla descrizione del rito, che la cena pasquale celebrata da Gesù con gli apostoli è del tutto particolare. Proprio nel momento più duro del tradimento, quando ad opera di un “amico” sta per essere consegnato nelle mani dei nemici, Gesù si offre spontaneamente come agnello mansueto, che assume su di sé il peccato di tutti gli uomini per distruggerlo. Con il rito eucaristico, che è memoriale rinnovato nel tempo dell’ultima cena del Signore, la nostra vita umana, individuale e collettiva, si accosta molto vicino a Cristo, perfezionando ciò che siamo, molto oltre a ciò che possiamo immaginare. Questo gesto di dono totale, di cui i discepoli faranno memoria privilegiata dopo la sua resurrezione, si trova al punto d’incontro della missione di Gesù e della nascita della Chiesa, di cui scopriremo in seguito il mistero. RI-VIVERE Con i ragazzi possiamo riflettere ed individuare modalità nuove per partecipare all’Eucaristia, se abbiamo scoperto che essa esprime tutto il valore della pasqua ebraica e dell’ultima Cena del Signore. Che confronto possiamo istituire con la nostra messa domenicale? Aiutiamo i ragazzi ad entrare nel racconto dell’ultima Cena rievocando anche il rito della lavanda dei piedi. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 4 L’ora della verità Inizia il racconto della passione. Dopo la Cena si susseguono gli eventi: la preghiera di Gesù nell’orto degli ulivi, il tradimento di Guida, l’arresto di Gesù, la fuga degli amici discepoli, il processo, la condanna, l’esecuzione. III GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede. Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita. SEZIONE OSSERVARE Il racconto della passione del Signore secondo le caratteristiche degli evangelisti. Davanti alla passione del Signore, ogni uomo che vi assista senza pregiudizi ha sentimenti di ammirazione per la serenità, di pena per le sofferenze, di sdegno per la cattiva fede dei nemici; ma quasi sempre non si va al di là di buoni sentimenti… Per cogliere nella condanna a morte il fallimento di una visione umana del Messia è necessario accettare, per il dono della fede, la croce come unico mezzo di salvezza. E questo è contrario ad ogni logica umana! Gesù aveva preparato progressivamente i suoi amici; ma i suoi amici lo abbandonano subito e la gente segue distaccata. Solo in pochi lo seguono. ORGANIZZARE Quando Gesù si avvicina alla fine del suo destino, si trova a vivere una solitudine da “tristezza mortale”. Nell’orto del Getsemani (Mc14,32-42) la sua preghiera durò a lungo, in un primo momento insieme ai tre discepoli che condivisero con lui l’angosciosa realtà. L’arresto di Gesù avviene quasi in sordina (Mc 14,43-52). I discepoli tutti lo abbandonano ed impauriti fuggono. Non si dice, forse, che i veri amici si riconoscono nella prova? Lo svolgimento del processo va contro ogni norma giuridica del tempo; porta a esprimere un giudizio di condanna da parte del Sinedrio (Mc 14,53-65) ampiamente predeterminato. Quella stessa mattina i capi religiosi consegnano per iscritto la loro requisitoria e il loro verdetto. Pilato si accorge subito del motivo principale della condanna: Gesù è accusato di essersi auto-proclamato re dei giudei (Mc 15,1-4). RI-VIVERE Quanti tribunali umani giudicano anche a disprezzo della verità e spesso addirittura la combattono. Gesù invece è venuto per rendere testimonianza alla verità. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 5 È veramente il Figlio di Dio La ragione di stato muove il governatore romano. Pilato interroga Gesù perché vuole conversi di persona del suo ruolo e non si fida del giudizio dei capi religiosi. III GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede. Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita. SEZIONE OSSERVARE Una ragione di stato può spingere un governatore a commettere una grossa ingiustizia. Questo vuol dire strumentalizzare per il proprio tornaconto. Il racconto della passione fa chiaramente vedere l’amore fedele di Dio e l’ingiustizia degli uomini che si accaniscono contro Gesù, l’innocente che deve “pagare per tutti”. Il triste corteo lungo il percorso del calvario, fra due ali di folla, annovera solo poche persone che mostrano un po’ di compassione verso il Cristo sotto il peso della croce; soprattutto solo il centurione pagano dice al momento della morte: veramente questi era il Figlio di Dio. ORGANIZZARE La decisione di Pilato viene condannata da Marco, così come era stato condannato il giudizio coordinato delle autorità religiose, che speravano nella liberazione politica. Il racconto delle burle attorno al crocifisso è estremamente efficace. Gesù non vuole abbagliare la gente con dei miracoli spettacolari, neppure quando questi si riferiscono alla sua persona. La sobrietà del racconto di Marco (15,33-39) su questa morte in croce di Gesù, ci obbliga a prendere sul serio i fatti, senza dare eccessivo valore ai fenomeni esterni, che fanno parte di una certa letteratura apocalittica. Il fatto che il velo del tempio si squarci significa che con la morte di Gesù, il santuario è diventato accessibile a tutti, non solo agli ebrei. Così in Gesù Dio diventa direttamente il Dio di tutti. La confessione del centurione romano. RI-VIVERE La catechesi deve portare il ragazzo credente non solo a conoscere-celebrare le verità rivelate, ma anche all’esplicita professione di fede. Sulla croce di Cristo c’è una rivelazione trinitaria? Credere in Cristo significa anche credere in Dio e nello Spirito Santo? Lo affermano i Vangeli, ma lo credono anche i cristiani. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 6 Gesù Cristo il vivente La sepoltura di Cristo comporta un importante epilogo. La morte non è fine a se stessa ma è per la vita. Infatti Gesù Cristo risorge, lasciando vuoto il sepolcro in cui era stato deposto. La sua tomba non custodisce, come in un mausoleo, le sue spoglie! III GESÙ È IL CRISTO, FIGLIO DI DIO Il mistero di Gesù trova piena luce nella sua Pasqua di morte e di resurrezione. Questa è la fede della Chiesa: veramente costui è il Figlio di Dio. Solo davanti al sepolcro vuoto i suoi discepoli, ricordando i fatti relativi al mistero di Gesù, vissuto per tre intensi anni al loro fianco, esplodono in una esplicita professione di fede. Il catechismo invita a ripercorrere le ultime tappe della sua vita. SEZIONE OSSERVARE Dopo la tragedia del calvario, gli amici di Gesù piombano in un profondo silenzio, pieno di paura e di delusione. Si consuma tutto il loro sbigottimento e prende corpo lo scoraggiamento, per la perdita delle loro speranze umane. Al mattino di Pasqua si leva una voce che fa rinascere un tenue filo di speranza. Le donne che vanno alla tomba per ungere il corpo del Signore hanno “strane visioni di angeli” che dicono che non si può trovare tra i morti colui che è vivo. Non ci sono prove storiche della risurrezione di Cristo ma solo la testimonianza di chi “incontra, ricorda” e collegando con il presente, finalmente “crede”. Ed ecco la corsa al sepolcro “vuoto” per convincersi di queste voci. Gli apostoli pensano: non serve misurare subito i risultati, o pretendere di avere subito successo. ORGANIZZARE La prova della risurrezione non dipende dal fatto che le donne e gli apostoli trovano la tomba vuota, come dicono con modi diversi gli evangelisti. Le prime testimonianze parlano di questo incontro. La tomba vuota dice che Gesù non è più lì. La Chiesa primitiva ha stentato ad entrare in questa logica di fede, perché la risurrezione di Cristo è un evento che ci supera in ogni più ardua aspettativa. Nella luce del risorto i credenti ricordano e comprendono gli eventi della vita di Gesù di cui i Vangeli fisseranno il racconto. Che significa risurrezione, alla luce di Cristo il vivente? La risurrezione di Gesù non sarebbe stata conosciuta dai suoi discepoli se non fosse manifestata da segni terreni. La sofferenza e la morte di Gesù acquistano il loro senso pieno nella risurrezione. Il linguaggio cristiano rende ragione di questo percorso in realtà misterioso, parlando appunto di “mistero pasquale”. Sì, la risurrezione di Gesù è veramente il punto decisivo, centro unico della fede cristiana. RI-VIVERE Il catechismo invita a partecipare con le dovute disposizioni ai misteri celebrati dalla Chiesa nella settimana santa. Una ricerca sui Vangeli alla scoperta delle testimonianze dirette di coloro che hanno incontrato il Signore dopo la sua risurrezione. STRUMENTI NOTE ARTICOLAZIONI DELLA PROGRAMMAZIONE – TERZA UNITÀ Farò nuove tutte le cose 17. La situazione reale dei nostri ragazzi La vita dei ragazzi è segnata da impulsi di crescita e da intenso desiderio di novità. Quindi i catechisti sono impegnati prima di tutto a scoprire questi “impulsi” di crescita e i loro desideri di novità. - In quali dimensioni (fisiche, morali, sociali, culturali…) si sviluppano gli impulsi di crescita dei ragazzi? - Di tali impulsi fino a che punto essi sono coscienti oppure ne subiscono le conseguenze senza rendersene conto? - Quali sono le novità (personali, culturali, sociali, religiose) di cui mostrano un intenso desiderio? - A che cosa sembra più orientata la loro vita attuale (scelte, esperienze, fatti, avvenimenti…)? - Intuiscono il rapporto tra dinamiche di crescita e momenti significativi di fede? - Sanno correlare nei significati le energie della crescita e la forza dello Spirito Santo che santifica il credente? 18. La meta da raggiungere L’itinerario catechistico aiuta i ragazzi a scoprire la sorgente della novità della vita cristiana, attraverso la celebrazione della Pasqua. 19. Gli obiettivi della programmazione CONOSCENZE: - ritenere che la fede professata dalla Chiesa è il dono dello Spirito Santo che, attraverso i sacramenti, rende efficaci i nostri progetti di vita; - conoscere i significati umani, biblici e dottrinali dei tre sacramenti dell’iniziazione: Battesimo, Cresima, Eucaristia; - saper porre a grandi linee i tratti biografici dei testimoni della santità cristiana descritti dal catechismo, precisandone valori e caratteristiche. ATTEGGIAMENTI DA FORMARSI: - saper rispondere in prima persona alla proposta di Gesù, con i mezzi e modi sintonizzati alla sensibilità del gruppo; - voler recuperare l’esperienza religiosa del giorno del Signore, come Pasqua settimanale, nella quale siamo chiamati alla mensa della parola e del Pane eucaristico; - sintonizzarsi con il dono dello Spirito che rende testimoni della risurrezione e lievito di speranza nel mondo, attraverso i campioni della santità. ATTEGGIAMENTI DA ASSUMERE: - partecipare con impegno alla vita della comunità cristiana; - essere presenti ai momenti celebrativi dei misteri pasquali; - mettere a servizio altrui i propri talenti. 20. I contenuti dell’unità La Chiesa ha ricevuto da Cristo risorto la forza di portare a tutti la grazia della Pasqua attraverso la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e di abilitare tutti i suoi membri a vivere secondo la novità dello Spirito di Gesù. I santi, veri testimoni della fede. 21. Il metodo È importante che questa unità sia proposta ai ragazzi nella sua progressività catechistica ed in continuità con quella precedente, perché dalla Pasqua ha inizio la vita della comunità radunata dallo Spirito; e da essa nasce la domenica per far “memoria” di Gesù. È metodologicamente importante favorire alcune scelte catechistiche: i. la dimensione esperienziale che invita a partecipare alla vita comunitaria con gli atteggiamenti della festa; ii. la dimensione simbolica, come ricerca e scoperta, che porta alla comprensione dei segni della risurrezione nel proprio ambiente e nella propria vita; iii. la dimensione dialogica per valorizzare tutti gli elementi che mettono il mistero pasquale in relazione alla comunità cristiana e alla vita umana; iv. la dimensione storica che fa ricercare il significato della domenica nella vita della comunità cristiana; v. la dimensione testimoniale nella pedagogia dei modelli di santità più vicini alla sensibilità moderna. 22. La verifica Un anno di esperienza più o meno esaltante, con tanti aspetti positivi ma anche con molti limiti. Dunque la verifica dovrebbe rilevare: - le scoperte e i valori positivi vissuti dal gruppo; - le realtà della crescita cristiana più evidenti; - i limiti e le difficoltà che hanno potuto ostacolare il cammino comune verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati; - le possibilità offerte ai ragazzi dalla comunità ma non sempre accolte e sfruttate per la propria crescita; - i possibili progetti per il proprio futuro… 23. Nota metodologica Ogni incontro comprende senz’altro il parlare del catechista, l’ascolto dei ragazzi, la lettura e la spiegazione, le attività, ma si deve andare oltre per una rinnovata esperienza di fede che fa assumere alcuni atteggiamenti che portano a cambiare condotta di vita… L’incontro è un incontro-dialogo tra il catechista e i ragazzi che si articola in tre momenti: g. OSSERVARE Deve risultare evidente che in questa prima parte dell’incontro gli attori dell’incontro sono i ragazzi stimolati dal catechista. h. ORGANIZZARE In questa seconda parte l’attore principale è il catechista che dà una struttura al materiale raccolto dai ragazzi, che per questo sono interessati e coinvolti. i. RI-VIVERE In questa terza parte gli attori sono i ragazzi con il catechista, perché insieme si coinvolgono in una nuova esperienza di fede. 24. Le scelte educative e pastorali della comunità I doni dello Spirito vengono ai ragazzi attraverso la partecipazione impegnata alla vita attiva della propria comunità di appartenenza. La Chiesa crede che la catechesi non può fare a meno di una pastorale dei ragazzi concreta ed efficace; i pastori non diano per scontata la partecipazione comunitaria “ubbidiente e sottomessa” di questa porzione di gregge che è la preadolescenza con le sue esigenze e i suoi problemi di vita. La comunità deve favorire questa partecipazione attraverso l’elaborazione di un “progetto di educazione alla fede, per promuovere nei ragazzi un vivo senso di responsabilità e renderli partecipi e protagonisti gioiosi della varie esperienze della loro Chiesa. Piste pastorali di questo progetto: • creare luoghi e centri di interessi per gruppi di ragazzi; • prevedere momenti per la preghiera, le attività ricreative, la celebrazione; • sviluppare il dialogo, in tutte le sue forme, con un cordiale rapporto educativo (e ci vogliono animatori preparati!); • confrontarsi con loro per le scelte che li riguardano. 2 Il grido della Pasqua 1 La primavera della vita SOTTOSEZIONE 3 Risorti con Cristo I LA VITA È NUOVA Al centro dell’anno liturgico la Pasqua irradia il dono di Gesù Cristo risorto, lo Spirito Santo che fa dell’uomo una creatura nuova. Come possiamo scoprire la presenza dello Spirito di Gesù operante nella nostra vita? SEZIONE TERZA UNITÀ - Farò nuove tutte le cose OSSERVARE ORGANIZZARE Una buona notizia non può rimanere segreta per molto tempo: la grande notizia della resurrezione di Gesù. Festa che fonda la nostra fede. E come gli avvenimenti più importanti, viene celebrata con una solenne veglia nella notte. Conseguenze popolari della festa. Annuncio augurale correlato con le novità della vita dei ragazzi. Il grido della Pasqua parte da quelle persone che si sono trovate deluse di fronte alla tomba vuota. I sentimenti di gioia e di speranza nel rivedere il Signore. Con la pace, Gesù dona lo Spirito Santo, il dono della vita che Dio comunica agli uomini all’origine (Gn 2,7). Siamo all’inizio di una nuova umanità… I discepoli non si rendono conto di questa nuova realtà. Principi fondamentali della fede cristiana. La festa di Pasqua è preparata dalla Quaresima. I credenti sono invitati a professare la fede e a rinnovare le promesse battesimali durante la veglia. Il cammino dell’iniziazione cristiana: i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Come nella veglia, ogni anno, ogni giorno siamo invitati a vivere con pienezza la fede. 2 Cor 3,18 Il corpo cresce: che valore ha la vita fisica? L’intelligenza matura: rapporto tra scoperta e autonomia. Aumentano le competenze: la presenza. Relazioni: stare con gli altri. Prime delusioni… Gesù è venuto per raccogliere ogni desiderio di vita. Indifferenza e violenza vs attenzione. Morte e guerra vs pace e vita. Disfunzioni, ingiustizie, malversazioni, scandali vs onestà ed impegno. Tensioni vs parlare. RI-VIVERE Gv 10,10: Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Correlazione tra vita primaverile e le novità della propria vita in crescita. Le tradizioni popolari della Pasqua: espressioni della forza della fede che salva la vita. Esperienza comunitaria della fede. I ragazzi possono narrare le tradizioni più tipiche del proprio ambiente. Simboli legati alla solenne liturgia della festa: luce, acqua, vento, fuoco. Durante la veglia pasquale i fedeli sono invitati ad accendere la luce della fede (la candela) al simbolo della luce vera (il cero). La sequenza della liturgia pasquale esprime tutta l’esultanza del credente che assiste al duello che in Cristo si è realizzato tra morte e vita. Un duello che ogni credente è chiamato a realizzare. STRUMENTI NOTE SOTTOSEZIONE 4 Iniziazione cristiana SEZIONE SOTTOSEZIONE 1 Il giorno del Signore II VENITE ALLA FESTA La domenica è il giorno del Signore risorto, giorno di gioia, di riposo dal lavoro e di fraternità, giorno santificato dall’Eucaristia. SEZIONE OSSERVARE ORGANIZZARE RI-VIVERE STRUMENTI NOTE OSSERVARE ORGANIZZARE RI-VIVERE STRUMENTI NOTE Al fonte battesimale è iniziato il cammino della vita cristiana. Una decisione che viene accolta e confermata: la Cresima. La vita della fede ha il culmine nell’Eucaristia, che ci fa diventare dono di amore, soprattutto nell’esperienza dell’amicizia. Il senso della domenica nella vita dell’uomo del nostro tempo. Il Battesimo: inizio ed esordio della vita cristiana che tende ad acquistare la sua pienezza in Cristo. La vita del battezzato è una chiamata alla crescita verso la maturità, e questo dinamismo vitale può essere raggiunto attraverso la Confermazione. La crescita in Cristo trova il suo momento culminante nella partecipazione all’Eucaristia. BATTESIMO: principio. CRESIMA: prolungamento. EUCARISTIA: culmine. Una catechesi unitaria… Secondo la tradizione apostolica, che trae origine dal giorno stesso della Risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il Mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente Giorno del Signore o domenica. (Sacrosanctum Concilium, 106) Aspetti storici del Giorno del Signore: Atti 20,7: l’uso dei cristiani di radunarsi la sera del sabato. Didaché: Ogni domenica, giorno del Signore… Giustino: descrive come si svolgeva la celebrazione eucaristica. La Chiesa, oggi, tende a recuperare la domenica come “giorno dell’uomo”. Il cristiano è invitato a compiere le opere che sono in sintonia con l’”ottavo giorno”. Riscoprire il valore biblico dell’acqua che rigenera. Ricerca biblica sui segni sacramentali del battesimo e della cresima. Prendere in esame la propria esperienza umana domenicale per confrontarla con le autentiche esigenze di fede: quante cose da modificare nelle nostre abitudini! Quante esigenze nuove da soddisfare per la nostra fede! Analisi di una domenica-tipo della propria comunità parrocchiale: come vengono realizzate le opere della fraternità? le opere della carità sono affidate solo alla buona volontà? come ci possiamo impegnare per realizzare l’”ottavo giorno”? Caratteristiche descrittive del sabato ebraico: elencare le richieste della legge mosaica del sabato; confrontare le richieste con il significato religioso biblico; evidenziare ciò che ha continuità nella domenica cristiana. 2 La festa cristiana SOTTOSEZIONE 3 Invitati alla cena del Signore II VENITE ALLA FESTA La domenica è il giorno del Signore risorto, giorno di gioia, di riposo dal lavoro e di fraternità, giorno santificato dall’Eucaristia. SEZIONE OSSERVARE ORGANIZZARE RI-VIVERE Non c’è festa senza comunicazione gioiosa di valori. La nostra domenica cristiana contempla la partecipazione comune alla cena del Signore. Qual è l’esperienza della partecipazione alla Messa domenicale dei nostri ragazzi? Conosciamo i motivi sottostanti all’esigenza della Messa da celebrare in memoria di Gesù? La fede cristiana non si esaurisce in un rapporto privato tra il credente e Dio, ma è un invito a unirsi ai fratelli di fede per far crescere il popolo di Dio, la Chiesa (Gv 15,1-11). Gesù vuole che i suoi amici formino anche la comunità visibile, riunita nel suo nome (Mt 18,20). Il Vangelo di Gesù può giungere agli uomini solo come annuncio da parte di comunità vive. Partecipazione alla Messa domenicale: rapporto tra valori umani e pienezza del significato salvifico offerto da Gesù. I ragazzi hanno l’esperienza che la partecipazione alla Messa in parrocchia rafforza la loro fraternità? Oppure pensano di “trovarsi insieme” solo perché altrove non ci possono andare, o perché non hanno nulla di importante da fare, ed è sempre meglio condividere alcuni momenti di amicizia? La Messa festiva comunque non è l’unico impegno di fede. Quali sono gli altri momenti celebrativi che di domenica ci impegnano? In quale direzione la nostra fede deve esprimersi, perché la cena del Signore non rimanga solo un’esperienza rituale, o peggio un obbligo di precetto che sembri limitare la libertà? I momenti di festa della nostra comunità parrocchiale e la domenica… Confronto tra le feste religiose e le occasioni di festa. Per i cristiani la festa religiosa aggiunge un di più a quella della vita. La domenica è la festa della vita. La festa cristiana va letta nella continuità dei valori della vita. Senza fede non c’è vera festa. Attenzione sulla domenica che non è riducibile alla sola celebrazione della Messa. La festa ha un significato fondamentale dell’esistenza umana, in particolare per quanto riguarda la sua dimensione religiosa. Il riposo non è solo un fatto materiale di distacco dal lavoro settimanale ma proclama il primato dell’uomo sull’opera delle sue mani e della sua mente, e progetta ed anticipa la liberazione definitiva del mondo nuovo, anticipa la liberazione finale del Regno. Saper cogliere nel quotidiano i segni della festa… Acquistare consapevolezza che la festa è dono di Dio a tutti. Tutta la nostra vita può diventare una vera liturgia. STRUMENTI NOTE 4 In ascolto della parola La celebrazione della Cena comprende una parte fondamentale che è la proclamazione della Parola di Dio, che suppone l’ascolto. Qual è la situazione dei credenti durante la proclamazione della parola durante la Messa? Se il Cristo quale Parola viene a noi attraverso la proclamazione e la meditazione della Scrittura, si manifesta pure ai suoi amici nella predicazione e nel magistero ecclesiale. La Parola di Dio è viva ed efficace. La Parola proclamata dalla Chiesa esorta con forza e insistenza tutti i fedeli. Sulla Parola la comunità costruisce la sua storia. Parola: comunicazione e ascolto. Che cosa è messo in dialogo in questo circolo? Che cosa è per noi la Parola di Dio? Perché non è sempre facile ascoltare la Parola di Dio? Che cosa comporta l’atteggiamento psicologico dell’ascolto? Impegno: collegare la Parola proclamata nella liturgia con il mistero in essa celebrato. 5 Fate questo in memoria di me SOTTOSEZIONE 6 Un solo pane, un solo corpo II VENITE ALLA FESTA La domenica è il giorno del Signore risorto, giorno di gioia, di riposo dal lavoro e di fraternità, giorno santificato dall’Eucaristia. SEZIONE OSSERVARE ORGANIZZARE Immagine della vite e dei tralci per indicare il legame profondo che unisce noi credenti a Cristo. La Messa è il dono dello Spirito di Gesù che infonde in noi il suo amore; è la sua Parola che ci converte e fortifica i nostri propositi; è il suo corpo e il suo sangue, vero cibo di vita eterna, che ci nutre lungo il cammino… Ma, non sempre accogliamo, ascoltiamo, ci nutriamo… In parrocchia ci troviamo ad essere in tanti, tutti diversi e ciascuno con le sue idee e le sue visioni ma, almeno in partenza, tutti uniti dalla stessa visione di fede. Nel Battesimo siamo chiamati a realizzare l’unico corpo della Chiesa e l’Eucaristia porta a compimento questa chiamata. Il tempo occupato dalla Messa non è inutile perché c’è molto da fare! La comunione con gli uomini si realizza se si è in comunione con Dio. La Chiesa nell’Eucaristia si raccoglie per disperdersi. La seconda parte della Messa celebra il sacrificio di Gesù. La Messa non descrive degli avvenimenti lontani ri-vissuti con una certa emozione. Gesù ordina di ripetere quel gesto in sua memoria. Un’antica testimonianza di Paolo (1 Cor 11,23-25), precisa che i fedeli si riunivano in assemblea per celebrare il rito dell’Eucaristia. I primi cristiani designeranno le loro assemblee eucaristiche con l’espressione “spezzare il pane”, gesto con il quale viene riconosciuto Gesù (Lc 24,13-35). RI-VIVERE Il rapporto tra il sacrificio di Gesù e la partecipazione personale va tradotto nella fede e nelle opere in un legame oggettivo. L’Eucaristia e la croce come pietre di inciampo: anche voi volete andarvene? (Gv 6,60) Quando Gesù comanda di ripetere i suoi gesti e le sue parole finché venga (1 Cor 11,26), non chiede soltanto che ci si ricordi di lui e di ciò che ha fatto. Sintetizzare per la nostra esperienza di fede il senso del testamento di Gesù: invito a celebrare l’Eucaristia; invito ad essere innestati alla vite che è Cristo; invito a realizzare il popolo della nuova alleanza. Celebrare l’Eucaristia è il segno più grande di partecipazione all’amore di Cristo; senza questa partecipazione ogni nostro segno di amore per l’uomo è una illusione! L’amore non si impone! Nella storia della Chiesa, solo a partire dall’Eucaristia è stato possibile realizzare le forme del servizio all’uomo bisognoso. Anche oggi esse hanno vitalità e durata se sono sostenute da una fede che affonda le sue radici nell’amore di Cristo attinto alla sorgente dell’Eucaristia. STRUMENTI NOTE 2 Lievito di speranza nel mondo 1 La Pasqua nella vita SOTTOSEZIONE 3 Modelli di santità nella storia della Chiesa III TESTIMONI DI RISURREZIONE Lo Spirito Santo fa crescere in noi la vita nuova di Cristo e ci rende testimoni della sua risurrezione e del suo amore. SEZIONE OSSERVARE ORGANIZZARE RI-VIVERE Ambivalenza della vita attuale: fare, sapere, gioire insieme, paura, dubbio; tentazione di chiusura in se stessi, o all’isolamento. La vita umana può sembrare agli uomini esattamente contraria a quella indicata dal comandamento dell’amore vicendevole. Quali speranze si aprono agli occhi dell’umanità, in un tempo in cui stanno crollando tanti valori? Di quale speranza dobbiamo essere portatori noi cristiani? Dobbiamo imparare a sperimentare progressivamente il nuovo modo di vivere esigito dall’amore fraterno, come legge fondamentale della nostra vita di fede. Col 3,9-15: atteggiamenti spirituali del cristiano. Misericordia, umiltà, pazienza, perdono. Il credente può diventare nel mondo lievito che fa fermentare la pasta che è l’umanità, che aiuta a costruire la trama del tessuto della storia. Siamo chiamati a vivere la novità della Pasqua insieme. Così ci dobbiamo esercitare! Come è possibile ogni giorno fare attenzione alle cose minute? Fino a quando potremo avere la forza di impegnarci in un mondo disimpegnato senza pretendere che altri facciano altrettanto? Come possiamo impegnarci non a rifare il mondo ma ad amarlo? Non c’è impegno se non nella forza dell’amore, la sola energia che veramente può cambiare il mondo! Ricerca di nomi più familiari possibile, magari più recenti, senza dimenticare i santi “classici”. I santi ufficialmente canonizzati non sono tutti i santi della Chiesa. Vocazione comune alla santità come battezzati. Non basta, per essere buono cristiani, celebrare la Pasqua nei giorni solenni. Il cristiano deve celebrare la Pasqua nella vita di ogni giorno. Che significa “fare pasqua nel quotidiano2? L’imitazione di Gesù nella carità ha guidato la vita dei santi. La Chiesa ne esalta le virtù per far comprendere a tutti che la chiamata alla santità non è una occasione per qualcuno, ma deve essere un impegno per tutti e singoli i credenti. La vita dei santi. La storia della Chiesa presenta un santorale che offre esempi di luminosità cristiana non solo nel passato, ma anche nel presente. La lavanda dei piedi: Gv 13,1-15. Vi ho dato l’esempio che voi dovete imitare. Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici (Gv 15,15). Il primo e più grande comandamento, il comandamento che racchiude tutti gli altri. L’amore verso gli altri ci fa passare da morte a vita (1 Gv 3,14.16). Il termometro dell’amore è la capacità di donarsi, in un dono efficace in sé, per venire incontro alle necessità altrui, senza tornaconto personale. La riflessione catechistica deve portare i ragazzi a cogliere i tratti più salienti di alcuni santi (si faccia una scelta molto diversificata per condizione). Si arrivi a considerare lo stimolo comune che unisce i diversi santi nell’unica esperienza di fede e di carità, pur nella diversità applicativa. Nell’esperienza della carità fraterna non raggiungiamo mai il massimo. L’egoismo ci dice che alla fine c’è sempre un angolo che ci appartiene e che conserviamo solo per noi. Verifica della nostra vita di carità: valori e non-valori relativi al comandamento nuovo di Gesù. STRUMENTI NOTE
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