Marta Dassù: il viceministro dei diplomatici

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Marta Dassù: il viceministro dei diplomatici
(che invece di stare giù - col popolo, sta su - coi nobili!)
Quali interessi rappresenta la dottoressa Marta Dassù quando si
reca in Parlamento a parlare a nome del Ministero degli Affari
Esteri come avvenuto nella recente audizione al Senato (vedi
http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Audizioni/2014/01/20140116_AudizioneDassuSenato)?
Non l’interesse dei cittadini italiani all’estero, ai quali fa capire che si devono arrangiare da
soli se hanno bisogno dei servizi connessi alla loro cittadinanza italiana. Non l’interesse
dei cittadini italiani e delle nostre piccole e medie imprese, che hanno bisogno di lavoro e
sperano che l’inserimento del sistema delle nostre imprese nel mercato globale,
indispensabile per tornare a crescere come Paese sia aiutato dall’apparato degli Esteri.
Anche a queste sacrosante richieste la Dassù risponde nicchiando.
Che cosa rappresenta allora la Dassù? Rappresenta gli interessi della casta dei
diplomatici, parte integrante della casta dei privilegiati della PA nella sua versione
snob aristocratico-cosmopolita. La Dassù rappresenta la casta di quelli che nella PA
accumulano denari pubblici e incarichi anche dopo la pensione, non per lavorare ma per
“dirigere” se stessi. Una casta che si è messa fuori dal Paese reale, e ora con la crisi è
dichiaratamente contro il Paese reale, una casta che non fa gli interessi dell’Italia.
Dalle loro poltrone di comando e dagli strapuntini in prima classe gli appartenenti alla
casta e i loro lacchè non riescono neanche più a vedere i lavoratori del MAE, ormai
invisibili. Neanche una parola la Dassù ha speso per noi davanti ai senatori, che saranno
convinti che al MAE esistono solo i diplomatici.
Invece per i diplomatici scatta la solidarietà di casta. Davanti ai senatori scorrono le calde
lacrime della viceministra snob per la disgrazia delle promozioni bianche che, lo
riconosciamo, comporteranno pure qualche transitorio disagio a chi guadagna 140.000
euro all'anno (che tristezza dover rimandare quell’acquisto dall’antiquario insieme con le
scarpe di Liu Jo).
Ma allora che dovremmo dire noi che non arriviamo alla fine del mese con il nostro
stipendio - ufficialmente collocato al di sotto del livello di povertà anche dall’ISTAT noi che abbiamo i contratti bloccati da anni e li avremo fermi per altri anni ancora, noi
che siamo stati derubati della nostra carriera, noi che se andiamo nelle sedi normali
ci ritroviamo in difficoltà a coprire i costi, noi che all'estero dobbiamo lavorare a
ritmi assurdi per coprire i mille posti lasciati vuoti, mentre i gradi alti della carriera
diplomatica sono in vergognoso soprannumero rispetto alla norma?
Signora Ministro Bonino ma anche lei la pensa come la Dassù?
Non si rende conto che le elezioni s’avvicinano?
Roma, 28 gennaio 2014