Concorso strano in Cina - FLP Ministero Affari Esteri

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dall’estero commentario n.2
FLASH
UN AMBASCIATORE AVALLA
UN CONCORSO STRANO IN CINA
Candidato Carabiniere
CINA- A Pechino nelle nostre istituzioni si fanno da tempo concorsi strani a proprio uso e consumo.
Dov’è la trasparenza? Dov’è la competenza? Dove sono i requisiti? La meritocrazia esiste o è pilotata? Il
nostro Presidente del Consiglio continua a ripetere fino a sgolarsi che l’Italia deve cambiare, i vecchi vizi
devono finire, l’amministrazione pubblica deve essere rivoluzionata.
Questa è l’ultima e viene ancora da Pechino. E’ stata pubblicata il 4 settembre 2014 la graduatoria
finale della procedura di selezione “per l’assunzione di numero 1 (uno) impiegato a contratto da adibire ai servizi
di assistente amministrativo nel settore SEGRETERIA/ARCHIVIO/CONTABILE”.
http://www.ambpechino.esteri.it/Ambasciata_Pechino/Archivio_News/concorso.htm
Un solo idoneo su sette candidati. Strano vero? Anche i punteggi sono alquanto singolari. Pure le prove
sono strane. Ben due prove di informatica (test e prova pratica) con una divaricazione di punteggi mai vista.
Le due prove di traduzione farebbero presumere valutazioni superficiali e incoerenti. In informatica invece,
tutti insufficienti tranne uno? Ma che razza di know-how informatico-pratico richiede l’Ambasciata di
Pechino? Servono super-hacker per carpire forse segreti tecnologici avanzatissimi da usare per rispondere al
telefono? O scardinare sofisticate banche dati per il rilascio di un timbro?
Si viene a sapere che il candidato vincitore è carabiniere in servizio presso l’Ambasciata
d’Italia di Pechino.
Come è possibile che il vincitore possa aver vinto un concorso in cui una caratteristica fondamentale è la
residenza in loco? Ci piacerebbe sapere se c’è un’autorizzazione specifica dell’Arma, colonna portante dello
Stato italiano, e una deroga del Ministero degli Esteri. Questo concorso in Cina presso la comunità italiana
ha fatto molto scalpore. Ora se ne parla anche in Europa. Come al solito ci distinguiamo per il nostro
comportamento spregiudicato verso le leggi dello stato e l’opportunità. Perché l’Ambasciatore ha avallato
questa situazione? E cosa ne pensano all’Arma? E il nostro Ispettorato?
Immaginiamo lo stupore dell’impiegato cinese che dovrà attestare il nuovo status di un italiano
giunto in Cina con ben altro incarico. Non capiranno più niente nemmeno loro. Chiederanno lumi a
chiromanti e astrologi.
La commissione è composta da membri interni esclusivamente facenti parte dell’Ambasciata,
presieduta da un diplomatico. Strano che il membro “esperto di lingua” sia un impiegato locale a contratto,
che non ci risulta essere sinologo o un linguista. Una laurea in lingue oggi non fa primavera. Un concorso
tutto tra amici, colleghi di lavoro che si conoscevano già da tempo. Diteci voi come un cittadino qualunque
può credere nell’obiettività di una selezione in condizioni ambientali siffatte. Il Ministero degli Esteri ne era
conoscenza e ha sperato che passasse inosservato? Ma i tempi sono cambiati, si sa tutto ciò che succede nel
mondo. E per dirla alla Renzi, FILP Esteri non indietreggerà di un centimetro nel denunciare.
Noi non discutiamo la possibilità che chiunque abbia i requisiti possa sostenere un concorso pubblico, però
su un piano di parità. Il carabiniere aspirante contrattista locale avrebbe dovuto dimettersi dall’Arma e poi
candidarsi, essendo considerato alla pari degli altri. Se un carabiniere può eludere le norme vigenti, allora
che si apra alla luce del sole anche al personale di ruolo degli esteri la stessa possibilità. Invece è vietato. Ci
sono sempre gli amici più amici degli altri. Il solito vizio italiano, un bello schiaffo al cambiamento.
Roma, 11 settembre 2014
UFFICIO STAMPA